La redazione di SIUCP News aspetta il tuo contributo!

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La redazione di SIUCP News aspetta il tuo contributo!
SIUCP
Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
www.siucp.org
Presidente
Giuseppe Spinoglio
Presidente Eletto
Alfonso Carriero
Past President
Angelo Stuto
Presidente onorario
Antonio Longo
Vice-Presidente
Flaminio Benvenuti
Segretario generale
Giorgio Palazzini
Consiglieri
Francesco Crafa
Guglielmo Giannotti
Francesco Longo
Angela Pezzolla
Giusto Pignata
Adolfo Renzi
Rubina Ruggiero
SIUCP NEWS
Notiziario della Società
Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 – Numero 3
Luglio – Agosto – Settembre 2011
Registrato presso il Tribunale di Roma
con il n.° 110/2007 del 5 aprile 2007
Direttore responsabile
Roberto Dino Villani
Impaginazione e grafica
Rocografica s.r.l.
Numero chiuso in redazione il
30 settembre 2011
Segreteria SIUCP
Lunedì – Venerdì 10.00 – 13.00 / 14.00 – 18.00
Tel e Fax: +39 0645422450 Int.211
e-mail: [email protected]
Contributi
Per scrivere alla redazione inviare una mail
al capo redattore
Roberto Dino Villani:
[email protected]
Tesoriere
Giuseppe Ferulano
Coordinatore Nazionale UCP
Adolfo Renzi
Coordinatore Nazionale Delegati Regionale
Danilo Tarroni
Garanti
Vincenzo Landolfi - Antonio Longo – Roberto Dino Villani
Delegati Regionali SIUCP
Abruzzo Carmine Pietrantoni
Campania Giovanni Angelone
Emilia Romagna Giampiero Ucchino
Lazio Bruno Masci, Massimiliano Varriale
Liguria Marco Gipponi
Lombardia Giuseppe Calabrò, Guglielmo Giannotti
Marche - Molise Rodolfo Piazzai
Piemonte - Valle D’Aosta Lorenzo Abbo
Puglia - Basilicata Angelo Di Pascale
Sardegna Antonio Pintus
Sicilia - Calabria Francesco Longo, Antonio Ciccolo
Toscana Umberto Ferro, Azzam Khader
Triveneto Michele Schiano di Visconte
Umbria Andreino Tassi
INDICE
Editoriale
p. 2
Uno Scatto Per Siucp News
p. 3
Review
p. 6
Una Finestra Sulla Siucp
p. 9
In Primo Piano
p. 10
Review
p. 13
In Evidenza
p. 16
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Si ricomincia...
Anno 2011 - Numero 3
Lettere dei soci
Partecipa anche tu al concorso fotografico!
Roberto Dino Villani
Direttore U. O. di Chirurgia Proctologica e
Riabilitazione del Pavimento Pelvico
Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)
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Cari Amici,
al rientro dopo la pausa estiva, anche se ormai per molti un
“lontano” ricordo, ci troviamo ad affrontare un nuovo anno
lavorativo. L’autunno, come sempre, vede un programma congressuale molto intenso e mi auguro quindi possano esserci
momenti di incontro con molti di Voi dai quali vorrei raccogliere pareri favorevoli o contrari sulla rivista.
Fin dal primo numero della “nuova generazione” ho chiesto il
Vostro aiuto ma, purtroppo, pochi mi hanno dato finora suggerimenti o contributi.
La difficoltà nel ricevere articoli mi ostacola nel progredire nel
continuo rinnovamento che vorrei dare alla nostra rivista per
renderla sempre più “sfogliabile”. Devo sempre ricorrere ai soliti affezionati che sono sempre disponibili nel collaborare, ma
non ne posso abusare.
Siamo tutti molto presi dai nostri impegni, ma Vi chiedo un
piccolo sforzo.
Nel numero che vi apprestate a sfogliare troverete un piacevole articolo di Ivano Nigra su come redigere un testo e una
review redatta da Roberto Iachetta giovane chirurgo della
nostra società molto impegnato sulla rivista. Non poteva mancare poi la lettera del nostro Presidente
Ne approfitto inoltre per ricordarvi che in occasione del congresso di Modena si potrà partecipare ad un concorso fotografico. Affrettatevi ad inviare le vostre foto più belle sul tema
“L’Acqua” si avvicina la scadenza.
Vi aspetto numerosi.
A presto
In questo numero troverete la scheda di adesione da strappare e consegnare direttamente.
Il tema della competizione è “L’Acqua”.
La sfida sarà catturare, attraverso la fotografia, l’acqua in ogni
sua forma e luogo.
La redazione
Notizie dalla redazione
to!
La redazione SIUCP aspetta il tuo contributo!
Inviaci il tuo caso clinico, la tua esperienza in…, particolarità
sulla tua città, congressi e corsi in programma…..
Le modalità di invio si possono visionare sul sito societario
www.siucp.org
Indirizzo di redazione:
[email protected]
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Anno 2011 - Numero 3
SCHEDA DI ADESIONE
CONCORSO FOTOGRAFICO
“L’Acqua”
Consegnare al Dr. Villani o inviare alla Redazione:
email: [email protected] - fax: 06-48073654
Nome*_______________________________________________________________________________
Cognome*____________________________________________________________________________
Codice fiscale*_________________________________________________________________________
Via*_______________________________________________________________________ n.*_______
Città*______________________________________________ Prov ________ CAP* ________________
Indirizzo email*________________________________________________________________________
Recapito telefonico*____________________________________________________________________
Socio SIUCP
Non socio SIUCP (aperto esclusivamente a parenti di primo grado del socio SIUCP e aziende del settore) - indicare nome e cognome del socio _________________________________________________
Titolo, luogo e data della fotografia _______________________________________________________
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Dichiaro di aver preso visione e di accettare integralmente il Regolamento del concorso
Firma
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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003. I dati saranno utilizzati solo ai fini
delle pratiche relative alla mostra e non saranno trasmessi a terzi
Firma
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* I campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori per l’iscrizione al concorso
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SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 3
Regolamento Mostra Fotografica
Titolo: “L’Acqua”
Destinatari e categorie
Il concorso è rivolto ai soci SIUCP, ai loro parenti di primo grado e alle aziende del settore
Durata
Il concorso inizia il 30 marzo 2011 e si conclude il 20 novembre 2011, con queste scadenze:
30 marzo - 30 settembre
- invio delle foto da parte dei partecipanti
30 settembre - 30 ottobre
- selezione immagini per la mostra fotografica
- selezione foto per copertine SIUCP News 2012
novembre 2011 - 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia
- mostra fotografica e premiazione
Partecipazione e invio immagini
Requisiti delle fotografie
- formato .jpg
- dimensioni min. di 800x600 pixel e max. di 2362x1772 pixel
- risoluzione 300 dpi
- dimensione non superiore ai 5Mb.
Ogni partecipante potrà inviare una sola fotografia, tramite:
internet: alla pagina http://www.whoisit.it/upload/, previa compilazione di tutti i campi del modulo di
registrazione
formato digitale su CD: allegando la scheda di partecipazione al concorso, debitamente compilata, a:
SEMA Communication Via Merulana, 259 00185 Roma.
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Date e scadenze per l’invio
Le opere dovranno essere inviate dal 30 marzo 2011 al 30 settembre 2011.
Faranno fede:
• la data di caricamento sul sito
• la data di spedizione del plico
Giuria
Gli elaborati saranno selezionati, a giudizio insindacabile e inappellabile, da un’apposita Giuria, composta da tre
membri e presieduta da un esperto in materia di rappresentazione fotografica. La Giuria stabilirà la graduatoria e
l’assegnazione dei premi.
Diritti e responsabilità
I titolari delle foto si impegnano con la loro partecipazione a concedere tutti i diritti di uso, riproduzione ed
eventuale rielaborazione delle stesse agli organizzatori, che si impegneranno a nominare gli autori a cui è
riconosciuto il diritto di citazione, escludendo pertanto ogni riscontro di natura economica.
Le fotografie selezionate saranno oggetto di una mostra fotografica e tra queste alcune potranno apparire sulla
rivista SIUCP NEWS 2012.
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Anno 2011 - Numero 3
La crisi emorroidaria
Le emorroidi per la loro elevata incidenza hanno indubbi riflessi negativi sulla vita sociale e lavorativa di chi ne soffre. I sintomi
sono: prurito, emorragia e dolore acuto in regione anale, non
caratteristico della malattia ma delle sue complicanze. L’Anestin®
Crema della RPF®, grazie alla complessa formulazione, dà sollievo
immediato a prurito, gonfiore, infiammazione, irritazione e bruciore di cute e mucose ed è indicata per la protezione delle cicatrici
nel post operatorio.
Lo studio eseguito presso l’ambulatorio di colonproctologia del
Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma (Efficacia di
Anestin® Crema nel trattamento conservativo della trombosi
emorroidaria), con scopo di rilevare l’efficacia del prodotto sulla
remissione della distrofia e dell’edema legati alla trombosi emorroidaria e valutare le eventuali differenze riguardanti la sintomatologia algica e l’utilizzo di antidolorifici, ha evidenziato positivi risultati in tollerabilità, controllo della flogosi e ripristino dell’omeostasi
locale in termini di dolore e distrofia. “Anestin® crema è stata ben
tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti affetti da trombosi emorroidaria cui è stato somministrato. Si è dimostrato efficace
già dopo due settimane di trattamento, nella maggior parte dei
pazienti, nel controllo della flogosi e nel ripristino dell’omeostasi
locale in termini di dolore (7 vs. 10 pazienti del Gruppo Controllo) e
distrofia (4 vs. 6 pazienti del Gruppo Controllo). Durante il periodo
dello studio nessun paziente del Gruppo Anestin® Crema è ricorso
all’utilizzo di ulteriori farmaci ad azione antinfiammatoria-anestetica locale. I benefici ottenuti sembrerebbero attribuibili alla tollerabilità, all’efficacia ed alle intrinseche caratteristiche dei principi
attivi contenuti in Anestin® crema”.
L’articolata formulazione vanta, in particolare, la preziosa associazione di: Ossido di Zinco Micronizzato (cicatrizzante, lenitivo e
protettivo), Olio di JoJoba (idratante ed emolliente non occlusivo),
Acido Jaluronico (antiedemigeno, antinfiammatorio e cicatrizzante), Bisabololo (decongestionante e lenitivo per cute e mucose arrossate), Pantenolo (disarrossante ed idratante), Allantoina
(idratante, emolliente, riepitelizzante ed antimicrobica), Vitamina
E (lenitiva, antiprurito ed antiossidante), Vitamina A (idratante e
lenitiva), Vitamina F (effetto barriera ed idratante) Trealosio (iperidratante).
L’effetto orchestra che si realizza attraverso l’azione sinergica dei
componenti di Anestin® Crema consente di dare sollievo immediato a cute e mucose sofferenti anche in presenza di ragadi.
Dermatologicamente testata, in vendita in farmacia nel formato
da 50 ml.
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SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Review
Roberto Paolo Iacchetta
Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)
Laparoscopic Extraperitoneal Rectal Cancer Surgery: the
Clinical Practice Guidelines of the European Association for
Endoscopic Surgery (EAES)
R. Siegel, M.A. Cuesta, E. Targarona, F.G. Bader, M. Morino, R. Corcelles, A.M. Lacy, L. Pahlma,• E. Haglind, K. Bujko, H.P. Bruch, M.M.
Heiss, M. Eikermann, E.A.M. Neugebauer
Surg Endosc. 2011 Aug;25(8):2423-40. Epub 2011 Jun 24
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ABSTRACT
Introduzione: L’approccio laparoscopico è applicato sempre più
frequentemente nella chirurgia colorettale. Sebbene la chirurgia
laparoscopica nel cancro del colon è stato provato essere sicura e
fattibile con risultati oncologici a lungo termine comparabili con
la chirurgia open, la sicurezza ed i risultati oncologici a lungo-termine della chirurgia laparoscopica per il cancro del retto rimangono controversi. La chirurgia laparoscopica nel cancro del retto
potrebbe essere efficace, ma le indicazioni ed i limiti non sono
chiaramente definiti. Perciò, l’European Association for Endoscopic Surgery (EAES) ha sviluppato queste pratiche linee guida.
Metodo: Un gruppo di esperti internazionali è stato invitato a
valutare la letteratura corrente e sviluppare delle raccomandazioni basate sull’evidenza. Il gruppo di esperti è stato costituito per
la consensus development conference nel Maggio 2010. Perciò le
raccomandazioni sono state presentate al congresso annuale dell’
EAES in Ginevra nel Giugno 2010 durante la sessione plenaria. Una
seconda revisione (metodo Delphi) delle raccomandazioni con
delle motivazioni si è resa necessaria per delle modifiche dopo la
consensus conference.
Risultati: La chirurgia laparoscopica per il cancro del retto extraperitoneale (medio e basso) è fattibile e ampiamente accettata.
L’approccio laparoscopico può offrire la stessa qualità nel pezzo
chirurgico rispetto alla chirurgia open. I risultati a breve termine
quali la funzione intestinale, l’infezione nel sito chirurgico, il dolore e l’ospedalizzazione sono lievemente migliorati con l’approccio
laparoscopico. La resezione laparoscopica del cancro rettale non
è inferiore all’approccio open in termini di sopravvivenza libera
da malattia, sopravvivenza globale o recidiva locale. La dissezione
pelvica laparoscopica può danneggiare le funzioni genitourinarie
e sessuali in seguito a resezione rettale come la chirurgia open.
Conclusioni: La chirurgia laparoscopica per il cancro del retto
Anno 2011 - Numero 3
medio-basso può essere raccomandata in condizioni ottimali.
Ancora, il livello 1 di evidenza si ha per la chirurgia del cancro del
colon piuttosto che nel cancro del retto. Imminenti risultati di ampi
trials randomizzati sono attesi per rafforzare l’evidenza nel miglioramento dei risultati a breve termine ed uguali risultati oncologici
in paragone con l’approccio open.
REVIEW
La chirurgia laparoscopica nel cancro del colon ha ormai raggiunto
un buon livello di evidenza in letteratura sulla sua sicurezza e sull’equivalenza, con la chirurgia open, dei risultati oncologici a lungo termine. Per il cancro del retto ancora questi dati sono fonte di discussione.
Su questa base l’EAES (European Association for Endoscopic Surgery)
ha deciso di sviluppare, tramite una consensus development conference, delle linee guida attribuendo ad ogni punto chiave il grado di
raccomandazione e il consenso ottenuto. I punti esposti nell’articolo variano dalla diagnostica alla tecnica chirurgica. Inoltre vengono
analizzati i risultati oncologici e di qualità di vita sia a breve termine
che a lungo termine.
Nelle conclusioni gli Autori valutano come raccomandabile l’approccio laparoscopico al cancro del retto quando si è in condizioni ottimali, ossia in centri di riferimento, con chirurghi esperti ed in pazienti
selezionati, escludendo i T4 (grado di raccomandazione B). Si fa presente, inoltre, come si debbano attendere i risultati di ampi trials per
rafforzare le evidenze riguardo ai migliori risultati a breve termine
della chirurgia laparoscopica ed all’eguaglianza dei risultati oncologici a lungo termine tra l’approccio laparoscopico e open.
Ablative Therapies for Colorectal Liver Metastases (CRLM): a
Systematic Review
Pathak S, Jones R, Tang JM, Parmar C, Fenwick S, Malik H, Poston G.
Colorectal Dis. 2011 Jun 15
ABSTRACT
Scopo: Il trattamento standard per le metastasi epatiche colorettali (CRLM) è la resezione chirurgica. Recentemente, molto interesse
è stato concentrato sulle terapie ablative o per trattare CRLM non
resecabili o per estendere i margini di resecabilità. Questo studio ha lo scopo di valutare i risultati a lungo termine e il tasso di
complicazioni di varie terapie ablative usate nel trattamento delle
CRLM.
Metodo: Una ricerca della letteratura è stata eseguita su database
elettronici includendo Medline, Cochrane Collaboration Library,
NLM e ClinicalTrials.gov. Come criteri di inclusione sono stati presi
le ablazioni per CRLM con un follow-up minimo di 1 anno e più di
10 pazienti, pubblicati tra il Gennaio 1994 ed il Gennaio 2010.
Risultati: Sono stati identificati 226 studi potenzialmente rilevanti.
75 soddisfacevano i criteri di inclusione. La crioterapia (26 studi)
ha presentato un tasso di recidiva del 12-39% con un tasso medio
di sopravvivenza a 1, 2 e 5 anni del 84, 37 e 17%. Il tasso di complicazioni maggiori varia dal 7 al 66%. L’ablazione a microonde (13
studi) ha presentato un tasso di recidiva locale del 5-13% con un
tasso medio di sopravvivenza a 1, 3 e 5 anni del 73, 30 e 16% ed un
tasso di complicazioni maggiori del 3-16%.
L’ablazione con radiofrequenze (36 studi) ha presentato un tasso
di recidiva del 10-31% con un tasso di sopravvivenza medio a 1, 3
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e 5 anni del 85, 36 e 24% con un tasso di complicazioni maggiori
dello 0- 33%.
Conclusioni: Le terapie ablative danno un miglioramento, in termini di sopravvivenza, significativo comparate con la chemioterapia palliativa da sola con un tasso di sopravvivenza a 5 anni del
17-24%. I tassi di complicanze delle tecniche comunemente usate
sono bassi.
REVIEW
Attualmente il gold standard per il trattamento delle metastasi
epatiche da cancro colorettale è la chirurgia ma sfortunatamente i
pazienti che risultano candidabili, per vari motivi, a questo approccio
non superano il 20%. La chemioterapia sistemica e le terapie ablative
risultano perciò di grande interesse considerando che la sopravvivenza in caso di lesioni epatiche non trattate è, in media, intorno ai 12
mesi. Sulla base di questo concetto gli Autori hanno eseguito questa
revisione sistematica della letteratura concentrando l’interesse sulle
terapie ablative e sui dati riguardanti la sopravvivenza, la recidiva e
il tasso di complicanze. Vengono analizzate la crioterapia, l’ablazione con radiofrequenze e l’uso di microonde. Nelle conclusioni si fa
presente come la terapia ablativa andrebbe riservata in quei casi di
malattia non resecabile o resecabile ma in pazienti non candidabili
a un approccio chirurgico, o anche in aggiunta ad un atto resettivo
per il controllo locale della malattia. Dai dati si estrapola un certo
vantaggio delle terapie ablative rispetto alla sola chemioterapia. Tra
le tecniche l’ablazione con radiofrequenza e l’uso di microonde presentano minor complicanze e migliori risultati. Gli Autori sostengono
inoltre come l’uso di microonde presenti dei vantaggi tecnici ulteriori
e risulti maggiormente promettente rispetto alle altre tecniche.
The Role of Neoadjuvant Imatinib Mesylate Therapy
in
Sphincter-Preserving
Procedures
for
Anorectal
Gastrointestinal Stromal Tumor
Jian-Ping Wang, MD, Ting Wang, MD, Mei-Jin Huang, MD, Lei Wang,
MD, Liang Kang, MD, and Xiao-Jian Wu, MD
Am J Clin Oncol. 2011 Jun;34(3):314-6
Anno 2011 - Numero 3
zione. Tra i 22 e i 28 mesi postoperatori, la funzione dello sfintere
anale è risultata soddisfacente e nessuna recidiva è avvenuta in
tutti e tre i pazienti.
Conclusioni: La terapia neoadiuvante con IM per i GIST anorettali è sicura ed efficace. Una riduzione della massa tumorale e un
aumento della distanza dal margine anale portano ad un beneficio evidente al fine di un’escissione locale, in termini di fattibilità,
preservazione della funzione e sicurezza.
REVIEW
I GIST sono stati descritti per la prima volta nel 1983 da Mazur e Clock.
La localizzazione più frequente si ha carico dello stomaco o del piccolo intestino mentre la localizzazione anorettale si presenta con una
frequenza non superiore al 5%. In questi casi spesso è necessaria una
resezione addominoperineale al fine di ottenere dei margini di resezione indenni da malattia vista la bassa distanza dal margine anale
e la grandezza della massa. L’uso dell’imatinib come farmaco nella
malattia metastatica ha in passato dimostrato la sua efficacia nella
riduzione delle masse tumorali.
Per tale motivo da alcuni anni il farmaco viene utilizzato anche come
terapia neoadiuvante. In questo articolo si riportano i risultati, di un
singolo centro, dell’utilizzo dell’imatinib mesilato come terapia neoadiuvante in termini di riduzione della massa tumorale, aumento
della distanza dal margine anale e riduzione della conta mitotica.
Nelle conclusioni si evidenzia come nei casi trattati sia stato possibile
eseguire un approccio chirurgico maggiormente conservativo (viene
consigliato un approccio trans-sacrale) dopo terapia con imatinib
mesilato. Da stabilire con chiarezza la durata del trattamento prima
della chirurgia. Gli Autori ribadiscono, infine, come l’uso dell’imatinib
sia risultato sicuro ed efficace anche se per trarre delle conclusioni
definitive saranno necessari dei trials con casistiche più numerose.
Long-term Functional Results and Quality of Life after
Transanal Endoscopic Microsurgery
EM. E. Allaix, F. Rebecchi, C. Giaccone, M. Mistrangelo and M. Morino
Br J Surg. 2011 Jun 28
ABSTRACT
Scopo: Esplorare il ruolo della terapia neoadiuvante con imatinib
mesilato (IM) nelle procedure sphincter-preserving per i tumori
gastrointestinali stromali (GIST) a localizzazione anorettale.
Metodo: Tra Gennaio e Dicembre 2007, 3 pazienti con GIST primario anorettale che hanno rifiutato di essere sottoposti a resezione
addominoperineale del retto sono stati trattati con IM in un unico
centro. La grandezza della neoplasia, la distanza dal margine anale
e il numero di mitosi sono stati paragonati prima e dopo il trattamento. Dopo 12 settimane di terapia con IM è stata eseguita una
procedura conservativa.
Risultati: Dopo terapia con IM per i 3 pazienti, la tomografia computerizzata la colonscopia e la biopsia hanno mostrato una diminuzione della massa in dimensioni, un’estensione della distanza
dal margine anale e una riduzione nella conta delle mitosi. Durante questo regime terapeutico i pazienti non hanno avvertito alcun
effetto collaterale. E’ stata eseguita un’escissione trans-sacrale con
preservazione sfinteriale e un’anastomosi coloanale diretta e i
margini di resezione sono risultati non compromessi in ogni dire-
ABSTRACT
Introduzione: Dei pochi studi che hanno valutato i risultati in termini di qualità di vita (QoL) dopo la microchirurgia endoscopica
transanale (TEM), la maggioranza riporta solo follow-up a breve
termine. Questo studio ha valutato i dati clinici e strumentali a
lungo termine (QoL, funzione sessuale, urinaria e sfinteriale) dopo
TEM per tumori rettali extraperitoneali.
Metodo: La funzione anorettale in pazienti consecutivi con lesioni
benigne rettali e tumori rettali iniziali è stata studiata nel preoperatorio e nel postoperatorio ,sulla base dell’esame clinico e della
manometria anorettale.
Risultati: Tra il Gennaio del 2000 e il Luglio 2005, 93 pazienti sottoposti a TEM hanno completato i 60 mesi del protocollo dello
studio. Lo score medio di Wexner sulla continenza è aumentato
dal livello base a 3 mesi, iniziando a diminuire entro i 12 mesi,
ed è ritornato ai valori preoperatori a 60 mesi. L’urgenza è stata
riportata nel 60,30 e 5 % dei pazienti rispettivamente a 3, 12 e 60
mesi (P <0.050). E’ stato notato un significativo miglioramento dei
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SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
vari score clinici e di QoL a 12 e 60 mesi. I valori della manometria
postoperatoria a 3 mesi sono risultati significativamente più bassi
rispetto ai valori base a 3 mesi (P<0.050), ma sono ritornati ai valori
preoperatori a 12 mesi. La grandezza tumorale di 4 cm o maggiore
è stata l’unico fattore che ha significativamente (P=0.008) influito
sulla soglia di sensibilità rettale, sulla soglia dell’urgenza defecatoria e sul volume massimo tollerato a 3 mesi dopo la TEM.
Conclusioni: La TEM non ha avuto effetti a lungo termine sulla funzione anorettale o sulla QoL. La minor pressione a riposo ai controlli iniziali non è stata associata a problemi defecatori nei pazienti che erano continenti prima della chirurgia.
REVIEW
La TEM (Transanal Endoscopic Microsurgery) è largamente accettata come approccio alle grosse lesioni benigne del retto e ai carcinomi del retto a basso rischio pT1. In letteratura vi sono pochi studi che
analizzano i risultati funzionali e solitamente sono riportati i risultati
a breve termine. Questo studio prospettico riporta invece i risultati
funzionali a lungo termine utilizzando come strumenti di valutazione sia la manometria anorettale che alcuni score per la continenza e
per la qualità di vita. Lo studio è stato eseguito dal Gennaio del 2000
al Luglio del 2005. Sono stati arruolati 100 pazienti con adenomi del
retto non adatti alla resezione endoscopica o con neoplasie in stadio iniziale (T1 N0). I criteri di inclusione sono ampiamente spiegati
nell’articolo. Dall’analisi dei risultati la TEM non ha mostrato effetti
a lungo termine sulle funzioni ano-rettali e sulla qualità di vita . Gli
Autori specificano, infine, come le tecniche endoscopiche EMR ed ESD
risultino sicuramente molto promettenti e con risultati equivalenti alla TEM per i grandi adenomi con minori complicanze associate.
Mancano ancora però dati riguardo ai risultati funzionali e dei trials
randomizzati sull’argomento.
Long-term Outcome after Conservative and Surgical Treatment
of Acute Sigmoid Diverticulitis
8
Christoph Holmer & Kai S. Lehmann & Sabrina Engelmann & Jörn
Gröne & Heinz J. Buhr & Jörg-Peter Ritz
Langenbecks Arch Surg. 2011 Jun 18.
ABSTRACT
Scopo: Questo studio è stato progettato per comparare i risultati a
lungo termine dei pazienti trattati per diverticolite acuta del sigma
(SD) con terapia conservativa rispetto alla terapia chirurgica.
Pazienti e Metodo: Da Gennaio 2004 a Giugno 2007 tutti i ricoveri di pazienti per SD acuta sono stati registrati prospetticamente.
Nel giugno 2008, tutti i pazienti sono stati contattati usando un
questionario standardizzato. I risultati sono stati comparati sulla
base della terapia iniziale (conservativa vs chirurgica). Inoltre, la
regressione logistica multipla è stata usata per identificare i fattori
di rischio per la recidiva di SD.
Risultati: Un totale di 210 pazienti è stato incluso nello studio. 153
pazienti reclutati sono stati raggiunti per il follow-up: 70 (45.8%)
presentavano il loro primo episodio, e 83 (54.2%) avevano una storia precedente di SD. Il follow-up medio è stato di 32 mesi (range
12-52). Tredici (32.5%) di 40 pazienti trattati conservativamente e
Anno 2011 - Numero 3
4 (3.5%) di 113 pazienti trattati chirurgicamente hanno avuto una
recidiva di SD (P<0.001) durante il follow-up. Un paziente (2.5%)
ha richiesto un intervento in urgenza dopo terapia conservativa in
seguito ad una perforazione libera (p=0.567)- I gruppi non differivano per età, sesso e parametri infiammatori, ma i pazienti trattati
conservativamente avevano una comorbidità significativamente
maggiore (>2 malattie; p=0.038) e meno frequentemente una
severa SD (p=0.022) al ricovero.
Episodi di ricorrenza di SD, perforazioni coperte da SD e la terapia
conservativa sono stati identificati come fattori di rischio per la
recidiva di SD alla regressione logistica multipla.
Conclusioni: La terapia chirurgica per SD acuta è più efficace nel
prevenire eventuali recidive di SD rispetto alla terapia conservativa, particolarmente nei pazienti con diverticolite ricorrente e severa. La necessità di un intervento in urgenza durante il follow-up è
basso e non differisce tra i due gruppi terapeutici. La presentazione iniziale clinica della SD non è un fattore predittivo forte per il
rischio di recidiva.
REVIEW
La terapia della diverticolite acuta del sigma (SD) risulta tutt’oggi
un argomento dibattuto. Molte le domande aperte tra cui spicca la
mancanza di un accordo sulla tempistica nelle indicazioni alla chirurgia. Questo studio eseguito con dati raccolti prospetticamente su
pazienti trattati in un unico centro per SD acuta, confronta i risultati
a lungo termine nei pazienti trattati conservativamente rispetto ai
pazienti trattati chirurgicamente (resezione del sigma con ripristino
della continuità intestinale senza stomia). Nonostante alcuni evidenti
bias ammessi dagli Autori, tra cui l’assenza di una randomizzazione,
nelle conclusioni l’approccio chirurgico si è rilevato più efficacie nel
prevenire eventuali recidive. Inoltre visto il basso tasso, non differente
tra i due gruppi, di perforazione libera durante il follow-up, gli Autori
non ritengono giustificata una resezione al primo attacco basandosi
su questa possibile eventualità.
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Anno 2011 - Numero 3
Una finestra su SIUCP
Lettera del Presidente
R Giuseppe Spinoglio
Osp. Civile SS. Antonio, Biagio e Arrigo - AL
Cari Soci,
mi spiace aver dovuto lasciare passare tutto questo tempo di silenzio dopo il mio insediamento nella carica di Presidente, ma purtroppo la nostra Società, come molti di voi sanno, ha vissuto dei
mesi che definirei leggermente burrascosi.
E’ inutile negare che abbiamo avuto un periodo pre-elettorale non
certo dei più tranquilli e le varie lettere che tutti Voi avete ricevuto
ne sono state prova. L’esito delle elezioni ha portato la formazione
di un Consiglio che, all’inizio, ha avuto delle difficoltà di rapporti
tra i componenti stessi, componenti del Consiglio dei Garanti e il
sottoscritto.
Questa situazione ha bloccato per alcuni mesi sia la nomina delle
cariche che dovrebbero essere proposte all’Assemblea e da queste
ratificate (Revisori dei Conti e Coordinatori regionali) sia la formulazione di nuove proposte in campo scientifico ed organizzativo.
Finalmente posso dichiarare che le acque si sono calmate e prova ne è stato l’ultimo Consiglio svoltosi sabato 15 ottobre a Roma
e che ho convocato senza Garanti, attenendomi al Regolamento,
La redazione
di SIUCP News aspetta il tuo
contributo!
Caro collega,
potrai inviare alla Redazione di SIUCP News i
tuoi Casi Clinici.
Scarica le modalità di stesura e di invio dal
sito societario
www.siucp.org
La Dead line del prossimo numero è il
30 ottobre 2011
tranne naturalmente il referente degli stessi nella persona dell’ultimo Past-President. I Consiglieri presenti si sono ritrovati in un
ambiente molto sereno e abbiamo potuto iniziare un lavoro che
vedo costruttivo con ottimi risultati a breve termine. Tra le decisioni più importanti prese cito quelle che ritengo possano farVi più
piacere: siamo alla ricerca di una rivista scientifica di tutto rispetto
da inviare ai Soci e la partecipazione al 1° Congresso della Chirurgia Italiana che ci vedrà impegnati, unitamente ad altre 16 Società
Scientifiche Italiane a Roma dal 23 al 26 settembre 2012.
Questi ritardi ci hanno impedito di preparare un’Assemblea dei
Soci per validare le cariche sopra menzionate e per comunicare il
programma del Presidente e del Consiglio. Cercheremo quindi di
assolvere al più presto a questo compito.
Resto sempre in attesa di Vostri suggerimenti e sono a completa
disposizione anche in occasione di incontri personali ai prossimi
appuntamenti congressuali.
Da questa mia comunicazione riprenderò con regolarità a tenervi
informati.
Un affettuoso saluto
Pinuccio
9
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 3
In primo piano
La pubblicazione su
una rivista scientifica
Ivano Nigra
Dirigente Medico ASL-AL – Presidio di Valenza
Unità Chirurgia Generale e Day-Surgery
Coordinatore UCP
A naturale completamento di ciò che è stato illustrato nei due precedenti numeri, verrà preso in esame il destino della nostra produzione letteraria scientifica, sia che venga pubblicata o no.
Assumendo innanzitutto di aver svolto un lavoro egregio, rispondente ai crismi più attuali e rigorosi della realizzazione di un lavoro
scientifico, non rimane che da inviare il materiale ad una casa editrice per la valutazione in merito alla pubblicabilità.
10
Molto vi sarebbe da dire sulla scelta di una rivista scientifica piuttosto che un’altra, perché gli elementi da tenere conto per questa scelta sono numerosi e molto importanti. Dobbiamo aver ben
chiaro in mente il risultato che vogliamo raggiungere. Spesso sottoponiamo il materiale a riviste molto famose a livello mondiale,
attratti dal loro prestigio e dall’enorme numero di lettori di cui
possono giustamente vantarsi. Implicitamente abbiamo introdotto il concetto di Impact Factor: in parole povere, più è autorevole
e maggiore è la diffusione di una rivista scientifica, più avrà valore
ciò che vi è pubblicato. Questo maggior valore ci tornerà utile in
diverse occasioni professionali, non ultimo un concorso pubblico
per titoli ed esami. Per esempio, sarà molto più utile avere pubblicato due soli lavori su una rivista ad ALTO Impact Factor, piuttosto
che una pletora di comunicazioni o articoli pubblicati su un oscuro
bollettino di qualche associazione scientifica esigua ed a carattere squisitamente locale. Inoltre sarà bene tenere a mente che tra
l’invio e la pubblicazione passano anche MESI, quindi è fondamentale scegliere la rivista “giusta” per il nostro articolo; si risparmierà
decisamente tempo e ne trarranno vantaggio sia gli autori che la
rivista stessa.
Una volta che si è provveduto all’invio del materiale (occhio a
rispettare le modalità prescritte: ogni rivista ha i suoi metodi) non
ci si deve aspettare di vederlo subito stampato. Poiché la pubblicazione scientifica rappresenta la principale e più autorevole
forma di comunicazione ufficiale della comunità scientifica, tramite la quale i ricercatori divulgano i risultati del proprio lavoro, si
sono rese necessarie (ed affinate nel tempo) alcune procedure per
garantire e mantenere assertività ed autorevolezza del materiale
pubblicato e della stessa casa editrice. Le procedure di accettazione e di valutazione dei lavori presentati sono il filtro iniziale, il
primo gradino da superare, e sono mirate a stabilire se il materiale
letterario prodotto possegga o meno i requisiti necessari per essere pubblicato.
Foto 1: La biblioteca di medicina del Policlinico S.Matteo di
Pavia, fondata nel 1882
Le case editrici prevedono, nella maggioranza dei casi, la pubblicazione di tre tipi di materiale:
1. Articolo scientifico originale;
2. Comunicazioni pubblicate in atti di congressi;
3. Libri (monografie scientifiche) o contributi a libri.
Poiché nel caso di libri di testo e di comunicazioni inserite negli
atti dei congressi, le procedure e la forma variano grandemente a
seconda delle esigenze degli autori e degli editori, ci occuperemo
di illustrare l’iter che percorre un articolo scientifico originale dal
suo invio all’editore fino alla sua uscita su carta stampata.
L’articolo, una volta terminato, viene generalmente inviato dagli
autori ai membri del comitato editoriale (o “scientifico”) della
rivista (basta sfogliarne una qualsiasi e nelle prime pagine sono
certamente segnalati tutti i riferimenti utili all’invio, comprese le
indispensabili istruzioni per una corretta stesura formale dell’articolo). A sua volta, il comitato editoriale sottoporrà il manoscritto
a due o più referees, individuati tra gli esperti nel settore trattato
dall’autore della pubblicazione, che saranno tenuti a redigere un
parere favorevole o contrario alla pubblicazione (referee’s report),
sulla base della correttezza, completezza, originalità e rilevanza del lavoro, nonché della conformità alle linee editoriali della
rivista. Nella stragrande maggioranza delle situazioni i referees
indicheranno (una o più volte successive) le necessarie modifiche o correzioni utili all’accettazione del manoscritto: il report di
ciascun referee è inviato agli autori del lavoro, senza l’indicazione dell’identità del referee; gli autori possono quindi inviare una
nuova versione dell’articolo che tenga conto dei rilievi formulati, o
anche contestare le obiezioni mosse.
Tutto l’insieme dei passaggi appena illustrati prende il nome di
processo di revisione paritaria (peer review) e costituisce un filtro per garantire l’attendibilità scientifica della pubblicazione: ciò
comporta generalmente una rielaborazione più o meno ampia del
manoscritto originale, in collaborazione fra autori e referees. Al termine della review può verificarsi una difformità anche notevole tra
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 3
L’inglese scientifico (e la sua traduzione italiana ne deve assolutamente tenere conto) è costituito da una costruzione semplice delle
frasi mediante utilizzo di proposizioni principali e rare proposizioni
secondarie, senza frasi subordinate ed eliminando aggettivazioni
e sinonimi; un caso pratico può essere la frase “il farmaco X agisce
sulla malattia Y, che quindi regredirà velocemente” diventerà “il farmaco X agisce sulla malattia Y; la malattia Y regredisce”. Frasi brevi,
quindi, e essenziali: ciò le rende inconfutabili ma spesso il testo
appare ridondante e poco comprensibile ai non esperti, cioè coloro privi di una preparazione scientifica specifica. Lo stile di questi
lavori si differenzia dagli articoli “divulgativi”, nei quali la struttura
del testo è ricostruita secondo i criteri del moderno giornalismo
(una prosa scorrevole ed esaustiva) e il contenuto è semplificato
per essere compreso anche dai lettori meno esperti.
Lo scopo di questo rigore formale è rendere inconfutabile e verificabile ogni affermazione pubblicata; è quindi indispensabile che
nell’articolo siano ben differenziati e rilevabili i concetti o i risultati
sperimentali riportati per la prima volta nell’articolo (indicando
dettagliatamente tutte le necessarie evidenze), rispetto ai contenuti già presenti nella letteratura scientifica e di cui è assolutamente obbligatorio citare un puntuale riferimento alle fonti. Negli articoli precedenti sono già state esaminate le modalità concettuali
e formali per la corretta citazione delle fonti e la creazione di un
“sistema bibliografico” utile ed efficiente.
Di seguito viene indicata una serie di accorgimenti pratici per
migliorare lo stile formale e quindi accrescere la pubblicabilità dei
nostri elaborati scientifici.
Titolo
Il titolo non deve essere né di fantasia né interpretare i risultati
ottenuti: deve fornire un succinto, stringato riassunto dell’articolo,
indicando al lettore i contenuti essenziali in forma assolutamente
lineare, senza pregiudizi o commenti.
NO: “Finalmente un nuovo ritrovato contro la malattia del secolo:
da Torino si dice basta al cancro”
Foto 2 : Nel giugno 1543, all’età di soli 29 anni, il medico, chirurgo e anatomista Andrea Vesalio pubblica il “De humanicorporisfabrica libri septem” a Basilea, rivoluzionando la scienza e
l’insegnamento dell’anatomia umana.
11
i diversi report dei referee: la decisione finale sulla pubblicazione
verrà quindi presa dal comitato editoriale (che può anche avvalersi del parere finale di un ulteriore referee detto adjudicator, a
cui viene trasmesso tutto il materiale coinvolto nella review, dal
manoscritto ai report dei referees iniziali).
Una volta accettato, il nostro sudato lavoro scientifico è pronto per
essere impaginato ed inviato alla stampa. Per accrescere la potenziale pubblicabilità dei lavori, è bene tenere conto di alcuni accorgimenti “tecnici”.
La lingua ed il linguaggio, ad esempio: i più esperti o smaliziati
autori conoscono perfettamente la differenza tra l’italiano (o l’inglese, nel caso di articoli destinati al circuito internazionale) tradizionale e scientifico. Non solo l’utilizzo di una terminologia specifica (e spesso ostica), ma anche la costruzione sintattica dei periodi
e dei paragrafi, caratterizzano il linguaggio scientifico da quello
tradizionale: si pensi che la forma e le convenzioni a cui deve adattarsi la scrittura scientifica sono state stabilite dalla Royal Society a
cavallo tra il ‘600 ed il ‘700.
Foto 3: La biblioteca scientifica dell’Università di Yale (Connecticut, USA), tra le più storiche e prestigiose al mondo.
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
SI: “L’utilizzo del 5FU in associazione alla radioterapia ad alte dosi
nel trattamento del carcinoma del colon in stadio T2-T3: studio
prospettico multicentrico”
Autori
I nomi degli autori, riportati dopo il titolo, vengono indicati in un
ordine discrezionale ma, generalmente, il primo dovrebbe corrispondere all’autore che ha contribuito al lavoro in misura maggiore o all’autore più autorevole come prestigio accademico o, infine,
al responsabile del progetto di ricerca, trattandosi di una posizione di rilievo: nel caso di uno scritto con molti autori, il lavoro viene
citato usando esplicitamente solamente il nome del primo autore,
seguito dall’indicazione “et al.”.
Abstract
L’abstract riassume l’articolo scientifico vero e proprio, senza
aggiungere interpretazioni e valutazioni: deve pertanto descrivere
gli aspetti fondamentali del lavoro in maniera succinta ma esauriente. L’abstract in genere è visionabile gratuitamente consultando archivi scientifici online, quali PubMed. Dalla lettura dell’abstract il lettore capirà se richiedere all’editore il testo completo
(usualmente a pagamento).
Keywords
La scelta delle parole chiave spetta all’autore dell’articolo, per
migliorarne la catalogazione e facilitarne il reperimento. Elencate
in testa all’articolo, successive all’abstracts, sono l’elemento fondamentale a cui si appoggiano i motori di ricerca: la loro corretta ed
intelligente elencazione costituirà quindi la chiave per un’ottima
visibilità in ambito internazionale.
Raccomandazione fondamentale: seguire SEMPRE le indicazioni
fornite dagli editori! Ciascuna rivista segue proprie linee guida,
12
Foto 4: La biblioteca scientifica dell’Università Ayala in California (Contea di Irvine), una delle più rigorose e selettive.
Anno 2011 - Numero 3
seppur nel rispetto dello stile internazionale, ed è pertanto obbligatorio attenersi ad esse, pena l’inoppugnabile rifiuto del nostro
meritevole e sudato lavoro di mesi o anni.
Al termine di questo excursus, non me ne vogliano gli autori smaliziati e con centinaia di pubblicazioni nel loro paniere: questa piccola guida, semplice ed essenziale, li avrà fatti sorridere ma, come
già espresso in apertura, essa è rivolta agli autori in erba, affacciati
da poco a questo complesso mondo letterario professionale, ricco
di soddisfazioni e prestigio, ma anche di insidie e difficoltà.
Un augurio a tutti, quindi, e buon lavoro!
Bibliografia
• Jordan R. (1999) Academic Writing Course, Longman, ISBN 0-58240019-8
• Silvia Paul J. (2007) How to Write a Lot: A Practical Guide to Productive Academic Writing ISBN 978-1-59147-743-3
• Swales John M., Feak Christine B. (2004) Academic Writing for
Graduate Students - Commentary: Essential Tasks and Skills ISBN
0-472-08856-4
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Review
Roberto Paolo Iacchetta
Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)
Short and Long-term Results of the Karydakis Flap Versus
the Limberg Flap for Treating Pilonidal Sinus Disease: a
Prospective Randomized Study
Mustafa Ates, M.D., Abuzer Dirican, M.D., Mehmet Sarac, M.D.,
Ahmet Aslan, M.D., Cemil Colak, Ph.D.
Am J Surg. 2011 Jul 23. [Epub ahead of print]
ABSTRACT
Introduzione: Il sinus pilonidalis è una patologia comune che
affligge principalmente la popolazione giovanile. Sebbene siano
state descritte molte tecniche chirurgiche nel trattamento del
sinus pilonidalis (SPD), esistono tuttora delle controversie riguardo a quale sia la tecnica migliore. Lo scopo di questo studio è di
comparare i risultati a breve e lungo termine del flap di Karydakis
con quello di Limberg nel trattamento del SPD.
Metodo: In questo studio prospettico randomizzato, 269 pazienti
con SPD sono stati arruolati per essere sottoposti al flap di Karydakis (n=135) o al flap di Limberg (n=134) tra il Settembre 2004 e il
Settembre 2008.
Risultati: Il tempo operatorio medio per il gruppo del flap di
Karydakis (42.32 ± 8.64 minuti) è stato più breve rispetto al gruppo
del flap di Limberg (50.14 ± 6.96 minuti) (P = .01). Il tasso di complicazioni per il gruppo Karylidakis (n= 15 [11.1%]) è stato minore
rispetto al gruppo Limberg (n=28 [20.8%]) (P=.029). Lo score VAS
per il dolore postoperatorio nella sede dell’intervento al trentesimo giorno è stato minore nel gruppo Kalydakis rispetto al gruppo
Limberg (2.22 ± 1.01 vs 3.23 ± 1.14, P = .01). Lo score Vas per la
soddisfazione dei pazienti riguardo al risultato estetico della cicatrice è stato di 7.08 ± 1.75, mentre è stato di 3.16 ± 1.40 nel gruppo
Limberg al terzo mese (P = .01). La durata dell’ospedalizzazione
è stata significativamente più breve nel gruppo Karydakis rispetto al gruppo Limberg (3.40 ± .94 vs 3.8 ± 1.19 giorni, P=.03). Solo
4 pazienti nel gruppo Karydakis hanno presentato una recidiva
(4%) mentre nel gruppo Limberg hanno presentato una recidiva 9
pazienti (6.9%) (P = .151).
Conclusioni: Il flap di Karydakis dovrebbe essere scelto rispetto al
flap di Limberg per il trattamento del SPD non complicato dato
il suo minor tasso di complicanze, minor dolore, minor durata
dell’intervento e lunghezza dell’ospedalizzazione, e per la maggior
soddisfazione estetica. Tuttavia, non è presenta alcuna differenza
tra i 2 approcci in termini di prevenzione della recidiva.
Anno 2011 - Numero 3
REVIEW
Nonostante la frequenza del sinus pilonidalis e le numerose tecniche
descritte per trattare questa condizione non si è ancora arrivati ad
avere un quadro chiaro su quale sia la migliore tecnica da utilizzare. Questo studio prospettico randomizzato si pone come obiettivo
quello di valutare i risultati a breve e lungo termine di due delle procedure più utilizzate nel trattamento di questa patologia comparandole sotto vari aspetti. La tecnica di Karydakis e il lembo di Limberg
sono stati utilizzati per trattare 269 pazienti in un periodo di 4 anni in
maniera random. Dall’analisi dei risultati gli Autori evidenziano come
nel gruppo sottoposto a escissione e ricostruzione secondo Karydakis
si sia riscontrato un minor tasso di complicanze, minor dolore postoperatorio, una maggiore soddisfazione estetica con minor tempo
operatorio rispetto al gruppo trattato con lembo di Limberg. Da questi dati gli Autori consigliano il flap di Karidakis per trattare i sinus non
complicati ma ribadiscono come non sia stata evidenziata una differenza significativa nel tasso di recidiva tra le due tecniche.
Internal Rectal Prolapse: A Prospective Multicenter
Randomized Trial PPH-01 Versus PPH-03 to Perform STARR for
the Treatment of Hemorrhoids Associated With Large Internal
Rectal Prolapse: A Prospective Multicenter Randomized Trial
Renzi A, Brillantino A, Di Sarno G, D’Aniello F, Giordano A, Stefanuto A, Aguzzi D, Daffinà A, Ceci F, D’Oriano G, Mercuri M, Alderisio A,
Perretta L, Carrino F, Sernia G, Greco E, Picchio M, Marino G, Goglia
A, Trombetti A, De Pascalis B, Panella S, Bochicchio O, Bandini A,
Del Re L, Longo F, Micera O.
Surg Innov. 2011 Jul 7. [Epub ahead of print]
ABSTRACT
Scopo: Questo studio randomizzato multicentrico è stato ideato
con lo scopo di comparare i risultati clinici e funzionali della resezione rettale per via trans anale (STARR) eseguita con due stapler
(PPH-01 vs PPH-03) nel trattamento della malattia emorroidaria
associata ad un voluminoso prolasso rettale interno.
Metodo: Da un totale di 937 pazienti, inviati per malattia emorroidaria nei 20 centri coinvolti nello studio, 425 (45.3%) con un
voluminoso prolasso rettale interno associato a emorroidi prolassanti sono stati sottoposti in maniera random a STARR con PPH-01
o con PPH-03. I controlli post-operatori sono stati eseguiti a 3,6 e
12 mesi.
Risultati: L’incidenza del sanguinamento dalla rima anastomotica è
stata significativamente minore nel gruppo della PPH-03 rispetto al
gruppo della PPH-01 (58/207 [28%] vs. 145/201 [72.1%]; P<.0001);
il numero medio di punti emostatici è stato significativamente più
alto nel gruppo della PPH-01 rispetto al gruppo della PPH-03 (3.2
± 0.1 vs. 1.8 ± 0.8; P<.0001). Il tempo operatorio medio è stato 25.1
± 11.5 minuti nel gruppo PPH-03 e 38.1 ± 15.7 minuti nel gruppo
PPH-01 (P < .0001). In entrambi i gruppi non si sono presentate
complicanze maggiori. Al controllo a 12 mesi il tasso di successo
nei 2 gruppi è stato del 94.5% nel gruppo della PPH-01 e del 94.2%
nel gruppo della PPH-03.
Conclusioni: La STARR eseguita per trattare la malattia emorroidaria associata ad un voluminoso prolasso rettale interno è une procedura sicura ed efficace. L’uso della suturatrice PPH-03 al posto
della PPH-01 garantisce una riduzione statisticamente significativa
del sanguinamento intraoperatorio e una significativa riduzione
del tempo operatorio.
13
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
REVIEW
L’utilizzo della STARR nel trattamento della patologia emorroidaria
associata ad un voluminoso prolasso rettale interno si sta diffondendo con risultati soddisfacenti principalmente in termini di riduzione
delle recidive a lungo termine.
Classicamente questa tecnica viene eseguita con 2 staplers PPH01.
Questo studio prospettico randomizzato multicentrico ha lo scopo
di comparare i risultati clinici e funzionali della STARR eseguita con
PPH01 rispetto alla STARR eseguita con PPH03 nel trattamento della patologia emorroidaria. I pazienti arruolati dai 20 centri partecipanti sono stati 425 di cui 211 sottoposti a STARR con PPH01 e 214
sottoposti a STARR con PPH03. Gli obiettivi primari e secondari dello
studio e la metodologia utilizzata sono ampiamente spiegati nell’articolo. Dall’analisi dei risultati gli Autori affermano come la STARR sia
risultata una tecnica efficacie e sicura e che l’utilizzo di due staplers
PPH03 abbia dimostrato dei vantaggi statisticamente significativi in
termini di riduzione del sanguinamento intraoperatorio e del tempo
operatorio.
Dyspnea and Large Bowel Obstruction: a Misleading Chilaiditi
Syndrome
Nicola Antonacci, M.D., Salomone Di Saverio M.D.*, Andrea Biscardi, M.D., Eleonora Giorgini, M.D., Silvia Villani, M.D., Gregorio
Tugnoli, M.D.
Am J Surg. 2011 Aug 20. [Epub ahead of print]
14
ABSTRACT
Il segno di Chilaiditi ha preso il nome dal radiologo greco Demetrio Chilaiditi che per primo lo descrisse quando lavorava a Vienna
nel 1910, ed è un reperto radiografico incidentale. Questo segno
può essere frequentemente confuso per pneumoperitoneo che è
usualmente un’indicazione di perforazione intestinale e può portare ad un’inutile intervento chirurgico. Ci sono molti casi riportati
in letteratura che descrivono l’associazione tra un volvolo colico e
la sindrome di Chilaiditi il che sottolinea la frequente associazione
tra queste condizioni anatomiche, invece nessun articolo riporta
l’associazione tra la sindrome di Chilaiditi e l’occlusione intestinale
del grande intestino secondaria ad una stenosi sigmoidea maligna
in un uomo con sintomi e segni di insufficienza respiratoria associata con una subocclusione intestinale.
REVIEW
Interessante caso clinico in cui è presente l’associazione tre la sindrome di Chilaiditi e una stenosi neoplastica del sigma. La sindrome di
Chilaiditi è solitamente una condizione asintomatica in cui vi è un’interposizione epatodiaframmatica del colon trasverso che si evidenzia
normalmente come reperto incidentale in seguito ad una radiografia
diretta dell’addome, potendo mimare una falda aerea sottodiaframmatica. In questo caso la stenosi neoplastica ha causato una dilatazione a monte con conseguente innalzamento marcato dell’emidiaframma destro e un quadro clinico dominato principalmente da
insufficienza respiratoria. Spiegato chiaramente nell’articolo l’iter
diagnostico-terapeutico seguito.
Anno 2011 - Numero 3
A Systematic Review of Treatment Guidelines for Metastatic
Colorectal Cancer
Edwards MS, Chadda SD, Zhao Z, Barber BL, Sykes DP
Colorectal Dis. 2011 Aug 16 [Epub ahead of print]
ABSTRACT
Scopo: È stata eseguita una revisione sistematica della letteratura
delle linee guida sul trattamento del cancro del colon metastatico
(mCRC) per valutare il grado di raccomandazione della terapia con
anticorpi monoclonali in queste linee guida.
Metodo: Gli articoli rilevanti sono stati identificati attraverso una
ricerca elettronica in MEDLINE, MEDLINE in process, EMBASE e la
Cochrane Library; attraverso la ricerca manuale della bibliografia;
e attraverso la ricerca su Internet.
Risultati: È stato identificato un totale di 57 linee guida rilevanti,
32 attraverso la ricerca sui database elettronici e 25 attraverso le
ricerche nei siti web. La maggioranza delle linee guida è stata pubblicata tra il 2004 e il 2010. Gli USA sono la nazione che ha pubblicato più linee guida (12), seguiti da UK (10), Canada (8), Francia (8),
Germania (3), Australia (2), Spagna (2) e Italia (1). Inoltre, sono state
identificate otto linee guida Europee e 3 Internazionali. La terapia
con anticorpi monoclonali per mCRC non è stata introdotta sino al
2004, non sono presenti solide raccomandazioni per la terapia con
anticorpi monoclonali nelle linee guida pubblicate tra il 2004 e il
2006. Le raccomandazioni per la terapia con anticorpi monoclonali sono apparse per la prima volta nel 2007 e si sono sviluppate
quando sono divenuti disponibili più dati. Le più recenti linee guida internazionali, Europee e US raccomandano la combinazione
chemioterapia con l’aggiunta di anticorpi monoclonali per la prima linea di trattamento nel mCRC. La seconda linea di trattamento
dipende dal regime usato come prima-linea. Per mCRC chemioresistenti sono raccomandati cetuximab o panitumumab come
monoterapia in pazienti con KRAS non mutato.
Conclusioni: Lo studio indica che le recenti linee guida terapeutiche hanno valutato il ruolo della terapia con anticorpi monoclonali nel trattamento di mCRC , e che le linee guida terapeutiche
dovrebbero essere aggiornate tempestivamente per includere i
più recenti dati disponibili.
REVIEW
Gli anticorpi monoclonali bevacizumab, cetuximab e panitumumab
sono i più recenti farmaci sistemici a disposizione per il trattamento del cancro colorettale metastatico. Tuttavia i dati riguardo l’uso
ottimale di questi agenti sono ancora in evoluzione. Questo studio
è un’analisi sistematica della letteratura sulle linee guida pubblicate
per il trattamento del cancro colorettale metastatico eseguito per
valutare il grado di raccomandazione attualmente presente sull’uso
di tali agenti. Da un elevato numero di articoli inizialmente presi in
considerazione ne sono stati selezionati 57 pubblicati dal 1996 al
2010. Dall’analisi effettuata emerge come dalle linee guida internazionali, Europee e Statunitensi sia riconosciuto il ruolo degli anticorpi
monoclonali nel trattamento di tale patologia mentre nelle pubblicazioni nazionali spesso i dati non sono aggiornati con le più recenti
acquisizioni in materia.
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Managing Fistula-in-ano with Ligation of the Intersphincteric
Fistula Tract (LIFT) Procedure: the Western Hospital
Experience
Ooi K, Skinner I, Croxford M, Faragher I, McLaughlin S.
ABSTRACT
Oggetto: Valutare i risultati preliminari della tecnica LIFT (Ligation
of the Intersphincteric Fistula Tract) nel trattamento delle fistole
anali complesse nel nostro ospedale.
Metodo: Tra il Marzo ed il Novembre 2010, sono stati selezionati prospetticamente dalla clinica colorettale i pazienti con fistole
anali criptoghiandolari e sono stati trattati con la tecnica LIFT. È
stato creato un database per raccogliere i dati demografici, i passati interventi chirurgici, le caratteristiche della fistola, la RM, i dati
operatori e dei controlli. L’obiettivo primario misurato è stato la
guarigione della malattia. L’obiettivo secondario è stato il grado
di continenza postoperatoria. Il grado di incontinenza pre e postoperatoria è stato valutato usando la scala di Wexner.
Risultati: Venticinque pazienti (8 donne e 17 uomini) sono stati sottoposti a tecnica LIFT. L’età media è stata di 40.0 anni. Dieci pazienti presentavano una fistola recidiva e precedente chirurgia per
fistola. Il tempo operatorio medio è stato di 39 minuti. Non sono
state segnalate complicanze intraoperatorie. La durata media del
follow-up è stata di 22 settimane (3-43 settimane). La guarigione diretta è stata osservata in 17 pazienti (68.0%) ed il tempo di
guarigione medio è stato di 6 settimane, una ferita è rimasta non
guarita completamente. Sette pazienti (28.0%) hanno avuto una
recidiva che si è presentata tra la settima e la ventesima settimana
post-operatoria. Nessun paziente ha riportato incontinenza postoperatoria.
Conclusioni: La procedura LIFT ha presentato un tasso di guarigione favorevole con minimo o assente rischio di incontinenza. Questa procedura è sicura e facile da apprendere. I risultati preliminari
di questo studio pilota fanno ben sperare e confermano alcune
delle evidenze presenti in altre ricerche. Questi risultati suggeriscono l’opportunità di condurre ulteriori studi controllati comparanti la LIFT alle terapie standard.
Anno 2011 - Numero 3
Protezione della cute interamente in
silicone.
La pelle è l’organo più esteso del corpo e solitamente costituisce
una barriera eccellente. Per i pazienti stomizzati e incontinenti, tuttavia, è difficile mantenere la pelle sana. SilesseTM è ipoallergenico perché utilizza la più moderna tecnologia a base di silicone per
proteggere la pelle, prevenire i danni e l’irritazione causata dagli
adesivi medicali e dai liquidi organici.
Cura della stomia – sacche
Utilizzato ad ogni cambio di sacca, grazie alla sua formula SilesseTM crea una barriera confortevole e duratura tra la pelle e la
placca adesiva. A differenza di alcune barriere cutanee, SilesseTM
contiene esclusivamente siliconi e pertanto non provoca addensamenti sulla superficie cutanea.
Cura dell’incontinenza – cateteri esterni e pannoloni
Le salviette o il vaporizzatore SilesseTM utilizzati costantemente
prima di sostituire il catetere o il reggi-catetere migliora lo stato
della cute e favorisce un’aderenza elevata. Per coloro che usano
pannoloni, il vaporizzatore SilesseTM protegge rapidamente e
non ostruisce il pannolone.
Cura delle ferite – bende e cerotti a nastro
La cute intorno alle ferite può diventare macerata e delicata.
La barriera cutanea SilesseTM non brucia e la sua formulazione è
studiata per proteggere dall’essudato e dagli adesivi.
SilesseTM esercita un’azione lenitiva, protegge, idrata, lenisce
e soprattutto non brucia. Una volta applicato sulla cute asciuga
rapidamente e consente di applicare un altro adesivo dopo pochi
secondi senza provocare addensamenti e senza unire le pieghe
cutanee tra loro.
SilesseTM è disponibile nella versione spray e salviette.
REVIEW
La terapia delle fistole perianali complesse rappresenta un campo
ampiamente dibattuto. Molte le tecniche descritte che vanno dal classico setone al posizionamento di plug, colle etc.. recentemente è stata
proposta la LIFT ossia la legatura intersfinterica del tramite fistoloso
con il completo risparmio sfinteriale. Questo studio prospettico non
randomizzato monocentrico va a valutare i risultati ottenuti con questa metodica sia in termini di guarigione a breve termine che di incontinenza post-operatoria. I casi trattati sono stati 25. Dalla selezione
sono ovviamente escluse quelle fistole superficiali in cui la “messa a
piatto” rappresenta la tecnica migliore. Dalla valutazione dei risultati
la risoluzione del quadro si è avuta in circa i due terzi dei pazienti. Gli
Autori, nelle conclusioni, mettono in evidenza come la LIFT sia una
tecnica sicura e promettente meritando di essere oggetto di ulteriori
valutazioni anche in comparazione con le tecniche più classiche.
15
SilesseTM di Trio Healthcare è distribuito in Italia da Sapi Med s.p.a. - Alessandria
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18 – 20 settembre 2011
XXI
Congresso Nazionale
Videochirurgia
Como
Anno 2011 - Numero 3
ACOI
di
Loft con tutti i confort di 45 mq
1 letto matrimoniale + 1 letto singolo, angolo cottura, a.c., terrazzino, bagno e guardaroba. Affittasi per brevi - lunghi periodi
Costi: € 150/notte - € 900/settimana - € 2.500/mese
Info: 335/6792956
Presidenti: M. Longoni, I. Scandroglio
Presidente Onorario: R. Pugliese
10- 12 ottobre 2011
Chirurgia del prolasso rettale – corso teorico
pratico
Montecchio (RE) – Sassuolo (MO)
Coordinatori: A. Carriero; R.D. Villani
21 – 24 settembre 2011
ESCP 6th Scientific & Annual Meeting
Copenhagen
2 – 5 ottobre 2011
113° Congresso Nazionale SIC - Chirurgia
tra tradizione e innovazione
Firenze
Presidente: F. Tonelli
20 – 22 novembre 2011
15° Meeting Congiunto di Colonproctologia
e Stomaterapia
Modena
Presidente: R.D. Villani
Presidente Onorario: G. Melotti
16
Loft con tutti i confort di 45 mq
PARIGI - Montmartre - Casa d’arte
a 200 m. dal Sacro Cuore, a 60 m. dal metrò di Place des Abbesses
Appartamento al terzo piano di rue Ravignan, luminossissimo,
finemente ristrutturato, vista sul parco del 18° Arrondissement
Costi: € 110/giorno - € 650/settimana (sette notti) - € 1.980/mese
Info: email [email protected] /tel. 0033663492221
24 – 26 novembre 2011
XVI Congresso Nazionale SICADS
Napoli
Presidente: L. Docimo
17 – 18 maggio 2012
9° Corso per infermieri di sala operatoria
Roma
SCAMBIO piatti del buon ricordo
2 – 6 giugno 2012
Roberto Dino Villani tel +393356529717
ASCRS Annual Meeting
San Antonio, Texas
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