Dietro la mascherina
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Dietro la mascherina
o2 An 1-N 1 0 2 no er m u Dietro la mascherina – Le radici dell’assistenza sanitaria In primo piano – Guida alla stesura di un articolo scientifico seconda parte Una finestra sulla SIUCP – Lettera del nuovo Presidente 2011-2013 SIUCP Società Italiana Unitaria di Colonproctologia www.siucp.org Presidente Angelo Stuto Presidente Eletto Giuseppe Spinoglio Past President SIUCP NEWS Notiziario della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 Aprile – Maggio – Giugno 2011 Registrato presso il Tribunale di Roma con il n.° 110/2007 del 5 aprile 2007 Direttore responsabile Roberto Dino Villani Antonio Longo Vice-Presidente Giuliano Reboa Segretario Angelo Caviglia Rocografica s.r.l. Numero chiuso in redazione il 1giugno 2011 Consiglieri Flaminio Benvenuti Angelo Filippini Cristiano Finco Francesco Gabrielli Giuseppe Spidalieri Giuseppe Spinoglio Pasquale Talento Tesoriere Giuseppe Ferulano Segreteria SIUCP Lunedì-Venerdì 10.00-13.00 / 14.00-18.00 Tel. e fax: +39 0645422450 Int. 211 e-mail: segreteria@siucp .org Contributi Per scrivere alla redazione inviare una mail al capo redattore Roberto Dino Villani: [email protected] Revisori dei Conti Antonio Capomagi Alfonso Carriero Coordinatore Nazionale UCP Adolfo Renzi INDICE Coordinatore Nazionale Delegati Regionali Danilo Tarroni Editoriale p. 2 Uno scatto per SIUCP News p. 3 Dietro la mascherina p. 6 Una finestra sulla SIUCP p. 8 In primo piano p. 10 Review p. 13 In evidenza p. 16 Garanti Vincenzo Landolfi, Roberto Dino Villani, Antonio Longo Delegati Regionali SIUCP Abruzzo Carmine Pietrantoni Campania Giovanni Angelone Emilia Romagna Giampiero Ucchino Lazio Bruno Masci, Massimiliano Varriale Liguria Marco Gipponi Lombardia Giuseppe Calabrò, Guglielmo Giannotti Marche - Molise Rodolfo Piazzai Piemonte - Valle D'Aosta Lorenzo Abbo Puglia - Basilicata Angelo Di Pascale Sardegna Antonio Pintus Sicilia - Calabria Francesco Longo, Antonio Ciccolo Toscana Umberto Ferro, Azzam Khader Triveneto Michele Schiano di Visconte Umbria Andreino Tassi Anno 2011 - Numero 2 Estate... Lettere dei soci Partecipa anche tu al concorso fotografico! Roberto Dino Villani Direttore U. O. di Chirurgia Proctologica e Riabilitazione del Pavimento Pelvico Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO) Cari Amici, Estate…uguale a sole, mare, tanti impegni congressuali e quindi un meritato periodo di riposo con qualche giorno di ferie. Una buona occasione per mettere SIUCP News in valigia e sfogliarlo, magari anche leggendolo, mentre si sorseggia una fresca bevanda. Perdonatemi questo consiglio che do a tutti, ma spero sempre di avere dei feedback sulla rivista visto i non indifferenti sforzi che si fanno per far uscire regolarmente i vari numeri. Aspetto i vostri consigli! E’ arrivata l’Estate e con essa il nostro appuntamento biennale a Roma che significa per noi anche il rinnovo di alcune cariche societarie. Angelo Stuto che per due anni ha tenuto la Presidenza della SIUCP in questa occasione passerà il testimone al nostro Presidente Eletto: Giuseppe Spinoglio (Pinuccio per gli amici). Il 2011 è anche l’anno delle elezioni del nuovo Consiglio Direttivo che si terranno nei giorni del “4th World Congress of Coloproctology and Pelvic Diseases” che, sempre sotto la regia di Antonio Longo, avrà il successo degli anni precedenti. All’interno di questo numero troverete la lettera del nuovo Presidente e una presentazione del registro Appendicectomia Laparoscopica coordinato dalla prof.ssa Pezzolla. A proposito dell’Estate vi ricordo che è avviato il concorso fotografico per SIUCP News. Il tema è “L’ACQUA”. Partecipate, scattate e vedrete, potete sfruttare il periodo estivo per rubare qualche immagine da inviare per il concorso. C’è tempo fino al 30 settembre. Mi auguro di vedere molte vostre foto e di poter organizzare una bella mostra in occasione del congresso autunnale di Modena dal 20 al 22 novembre. Mi sembra inoltre doveroso ringraziare tutti gli autori che hanno collaborato alla realizzazione del secondo numero, sono felice di vedere che molti di voi inizino a collaborare con la redazione e a prendere gli spazi dedicati nonostante i mille impegni quotidiani. Un grazie anche alle Aziende che con costanza sostengono l’iniziativa della nostra rivista. In attesa di incontrVi numerosi a Roma, auguro comunque a tutti una serena estate. A presto In questo numero troverete la scheda di adesione da strappare e consegnare direttamente. Il tema della competizione è “L’Acqua”. La sfida sarà catturare, attraverso la fotografia, l’acqua in ogni sua forma e luogo. La redazione Notizie dalla redazione La redazione SIUCP aspetta il tuo contributo! Inviaci il tuo caso clinico, la tua esperienza, particolarità sulla tua città, congressi e corsi in programma… La prossima dead line è il 5 settembre 2011 Le modalità di invio si possono visionare sul sito societario www.siucp.org Fotografia: Estate: uguale a … SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 SCHEDA DI ADESIONE CONCORSO FOTOGRAFICO “L’Acqua” Consegnare al Dr. Villani o inviare alla Redazione: email: [email protected] - fax: 06-48073654 Nome*______________________________________________________________________________ Cognome*___________________________________________________________________________ Codice fiscale*________________________________________________________________________ Via*_______________________________________________________________________ n.*_______ Città*______________________________________________ Prov ________ CAP* ________________ Indirizzo email*________________________________________________________________________ Recapito telefonico*____________________________________________________________________ Socio SIUCP Non socio SIUCP (aperto esclusivamente a parenti di primo grado del socio SIUCP e aziende del settore) - indicare nome e cognome del socio _______________________________________________ Titolo, luogo e data della fotografia _______________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ ____________________________________________________________________________________ Dichiaro di aver preso visione e di accettare integralmente il Regolamento del concorso Firma _________________________________ Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003. I dati saranno utilizzati solo ai fini delle pratiche relative alla mostra e non saranno trasmessi a terzi Firma _________________________________ * I campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori per l’iscrizione al concorso 3 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 Regolamento Mostra Fotografica Titolo: “L’Acqua” Destinatari e categorie Il concorso è rivolto ai soci SIUCP, ai loro parenti di primo grado e alle aziende del settore Durata Il concorso inizia il 30 marzo 2011 e si conclude il 20 novembre 2011, con queste scadenze: Æ 30 marzo - 30 settembre - invio delle foto da parte dei partecipanti Æ 30 settembre - 30 ottobre - selezione immagini per la mostra fotografica - selezione foto per copertine SIUCP News 2012 Æ novembre 2011 - 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia - mostra fotografica e premiazione Partecipazione e invio immagini Requisiti delle fotografie - formato .jpg - dimensioni min. di 800x600 pixel e max. di 2362x1772 pixel - risoluzione 300 dpi - dimensione non superiore ai 5Mb. Ogni partecipante potrà inviare una sola fotografia, tramite: internet: alla pagina http://www.whoisit.it/upload/, previa compilazione di tutti i campi del modulo di registrazione formato digitale su CD: allegando la scheda di partecipazione al concorso, debitamente compilata, a: SEMA Communication Via Merulana, 259 00185 Roma. Date e scadenze per l’invio Le opere dovranno essere inviate dal 30 marzo 2011 al 30 settembre 2011. Faranno fede: • la data di caricamento sul sito • la data di spedizione del plico 4 Giuria Gli elaborati saranno selezionati, a giudizio insindacabile e inappellabile, da un’apposita Giuria, composta da tre membri e presieduta da un esperto in materia di rappresentazione fotografica. La Giuria stabilirà la graduatoria e l’assegnazione dei premi. Diritti e responsabilità I titolari delle foto si impegnano con la loro partecipazione a concedere tutti i diritti di uso, riproduzione ed eventuale rielaborazione delle stesse agli organizzatori, che si impegneranno a nominare gli autori a cui è riconosciuto il diritto di citazione, escludendo pertanto ogni riscontro di natura economica. Le fotografie selezionate saranno oggetto di una mostra fotografica e tra queste alcune potranno apparire sulla rivista SIUCP NEWS 2012. SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 La crisi emorroidaria Le emorroidi per la loro elevata incidenza hanno indubbi riflessi negativi sulla vita sociale e lavorativa di chi ne soffre. I sintomi sono: prurito, emorragia e dolore acuto in regione anale, non caratteristico della malattia ma delle sue complicanze. L’Anestin® Crema della RPF®, grazie alla complessa formulazione, dà sollievo immediato a prurito, gonfiore, infiammazione, irritazione e bruciore di cute e mucose ed è indicata per la protezione delle cicatrici nel post operatorio. Lo studio eseguito presso l’ambulatorio di colonproctologia del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma (Efficacia di Anestin® Crema nel trattamento conservativo della trombosi emorroidaria), con scopo di rilevare l’efficacia del prodotto sulla remissione della distrofia e dell’edema legati alla trombosi emorroidaria e valutare le eventuali differenze riguardanti la sintomatologia algica e l’utilizzo di antidolorifici, ha evidenziato positivi risultati in tollerabilità, controllo della flogosi e ripristino dell’omeostasi locale in termini di dolore e distrofia. “Anestin® crema è stata ben tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti affetti da trombosi emorroidaria cui è stato somministrato. Si è dimostrato efficace già dopo due settimane di trattamento, nella maggior parte dei pazienti, nel controllo della flogosi e nel ripristino dell’omeostasi locale in termini di dolore (7 vs. 10 pazienti del Gruppo Controllo) e distrofia (4 vs. 6 pazienti del Gruppo Controllo). Durante il periodo dello studio nessun paziente del Gruppo Anestin® Crema è ricorso all’utilizzo di ulteriori farmaci ad azione antinfiammatoria-anestetica locale. I benefici ottenuti sembrerebbero attribuibili alla tollerabilità, all’efficacia ed alle intrinseche caratteristiche dei principi attivi contenuti in Anestin® crema”. L’articolata formulazione vanta, in particolare, la preziosa associazione di: Ossido di Zinco Micronizzato (cicatrizzante, lenitivo e protettivo), Olio di JoJoba (idratante ed emolliente non occlusivo), Acido Jaluronico (antiedemigeno, antinfiammatorio e cicatrizzante), Bisabololo (decongestionante e lenitivo per cute e mucose arrossate), Pantenolo (disarrossante ed idratante), Allantoina (idratante, emolliente, riepitelizzante ed antimicrobica), Vitamina E (lenitiva, antiprurito ed antiossidante), Vitamina A (idratante e lenitiva), Vitamina F (effetto barriera ed idratante) Trealosio (iperidratante). L’effetto orchestra che si realizza attraverso l’azione sinergica dei componenti di Anestin® Crema consente di dare sollievo immediato a cute e mucose sofferenti anche in presenza di ragadi. Dermatologicamente testata, in vendita in farmacia nel formato da 50 ml. 9 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 Dietro la mascherina Con l’occupazione militare di Roma da parte delle truppe di Raffaele Cadorna, il 20 settembre del 1870, gli sviluppi della politica italiana non lasciano estranei alle vicende politiche né gli ospedali, né i ministri dell'assistenza spirituale. La prima legge del nuovo Governo è quella sulle Opere Pie. Il Governo la pubblica nella Gazzetta Ufficiale del 29 gennaio 1871: tutte le opere pie vengono sottratte all’autorità ecclesiastica e poste sotto l'immediato controllo dello Stato e tra queste anche l’Ospedale S. Spirito di Roma. La reazione dell’ambiente ecclesiastico è violenta, ma senza alcun esito. Non appena il governo di Vittorio Emanuele II si insedia al Campidoglio, viene nominata una Giunta Municipale provvisoria che a sua volta individua il dr. Diomede Pantaleoni Commissario degli Ospedali, senza darne comunicazione né al Commendatore del S. Spirito né alla Commissione degli ospedali di Roma. Si conta un aumento della popolazione e il costo della vita notevolmente accresciuto. Vengono a mancare sia le sovvenzioni Pontificie sia i lasciti dei benefattori. E, nonostante gli aiuti economici della Provincia e del Comune, l’ospedale è sempre più oppresso dai debiti, tanto da arrivare a vendere i fondi terrieri di Manziana, di Santa Marinella e delle aree limitrofe. L’Istituto, che per secoli aveva accolto gratuitamente ogni malato povero che vi si presentava, è costretto a interrompere questa tradizione. Significative le differenze tra i periodi 1861-1870 e 1871-1879, relativamente al numero d’infermi entrati nell’Arcispedale e del numero dei decessi. Dallo studio delle statistiche dell’epoca, emerge che dopo il 1870 vi sono state trasformazioni nelle modalità di conduzione della struttura ospedaliera che hanno portato a ridurre i decessi anche a fronte dell’incremento del numero di infermi entrati. Un miglioramento dell’efficienza assistenziale dovuto all’introduzione del concetto di prevenzione, di diagnosi e di cura: vengono affrontate problematiche riguardanti l’assistenza sanitaria, dall’igiene, alla necessità di attenersi ai protocolli farmaceutici, alla pratica medica, all’istruzione sanitaria; si moltiplicano i luoghi di cura, nascono le prime accademie mediche e le scuole ospedaliere, si codificano le spese sanitarie nel rispetto del principio dei costi e dei benefici; si pubblicano le prime statistiche e le prime note di nosografia e di demografia. Ma come si è arrivati a tutto questo? Un viaggio nel passato, aiuterà a capire quali caratteristiche contraddistinguono l’Ospedale S. Spirito dagli altri. …una leggenda narra che Papa Innocenzo III avesse avuto un sogno da incubo nel quale immaginava che alcuni pescatori, intenti nel recupero delle reti gettate nel Tevere tra la Mole Adriana ed il vecchio Ponte Neroniano, trovassero impigliati tra le maglie delle reti dei corpicini di neonati, buttati nel fiume da donne desiderose di sopprimere il frutto della colpa. Al risveglio, il Papa ordina che in quel sito sorgesse un grande rifugio per gli innocenti derelitti e volle che lo stesso accogliesse fanciulle prive di famiglia e bisognosi. Nasce così, nel 1198, accanto alla basilica di San Pietro, l’Ospedale S. Spirito in Saxia. Prima costruzione in Europa realizzata come ospedale sin dalla sua progettazione in un’area un tempo occupata dalla "Schola Saxorum", ospizio per assistere pellegrini in visita a San Pietro. Da qui l'appellativo "in Saxia", di cui l'ospedale si fregia fin dalle origini. La grande innovazione dell’ospedale è aver destinato all’accoglienza dei malati un ampio numero di posti letto, fino a 300, contemporaneamente all’assistenza di un grande numero di indigenti, fino a 1.000, sotto forma di cibo, vesti, denaro e cure L'ospedale Santo Spirito ai primi del novecento La ruota degli esposti Le radici dell’assistenza sanitaria Massimo Mongardini MD, PhD Dipartimento di Scienze Chirurgiche Policlinico Umberto I - La Sapienza - Università di Roma Roma Capitale. L’assistenza sanitaria nel più grande spedale dell’urbe L’Arcispedale S. Spirito in Saxia è il titolo dello studio di prossima pubblicazione sulla storia dell’assistenza sanitaria in Italia. Ad illustrare alcuni passaggi fondamentali gli autori: Silvia Mattoni, Massimo Mongardini e Marco Scarnò. 6 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia ambulatoriali. Altra peculiarità, l’assistenza agli infanti abbandonati. La struttura garantiva l’istruzione fino alla sistemazione lavorativa per i fanciulli e il matrimonio per le fanciulle, addirittura con dote. Tutti i proietti di Santo Spirito divenivano di diritto cittadini romani e considerati ‘non figli di ignoti’ a tutti gli effetti di legge, civile ed ecclesiastica. Per gestire il nuovo modello assistenziale, nel 1204 Papa Innocenzo III e Guido di Montpellier decidono di stilare una ‘regola’, approvata poi da Papa Gregorio IX nel 1228, ricca di ben oltre 100 articoli, che prevede tutte le fasi dell’assistenza agli infermi: un moderno codice di comportamento che rimarrà in vigore nei secoli successivi, ampliandosi e adattandosi alle evoluzioni della struttura. Nel 1476 - 78, il primitivo edificio innocenziano di stile medioevale, per volere di Papa Sisto IV, da cui “Ospedale Sistino”, lascia il posto alla più moderna e funzionale struttura rinascimentale dell’architetto Baccio Pontelli, rimasta immodificata fino ai nostri giorni. Le tecniche assistenziali sono innovative per l’epoca: il problema della sistemazione degli infermi durante le epidemie, come colera, peste, influenza, tubercolosi, è affrontato per la prima volta con la realizzazione di reparti di isolamento e la sperimentazione farmacologica. Da ricordare l’uso della corteccia di china per la cura delle febbri palustri come la malaria, patologie tragicamente presenti nelle campagne romane. Il 1870 è un periodo di profondi cambiamenti politici e medico-scientifici: la malattia non è più una dannazione per il singolo e una punizione divina, ma un evento sociale da affrontare collettivamente con la garanzia anche economica dello stato. E’ significativa l’esperienza sanitaria in questo frangente della Roma papalina, fulcro del cambiamento, testimone del passaggio dalla tradizione assistenziale operata grazie alla beneficenza di pochi e dalla benevolenza ecclesiastica alla gestione centralizzata del nuovo Stato. La storia dell’Arcispedale di Santo Spirito in Saxia è in questo senso paradigmatica: struttura privilegiata di analisi dei tratti di un cambiamento destinato ad incidere profondamente nel tessuto sociale del Paese. Anno 2011 - Numero 2 H.R.A. High Resolution Anoscopy L’anoscopia ad alta risoluzione o HRA è una procedura diagnostica che sta prendendo sempre più piede sui pazienti con citologia anale anomala tipica del carcinoma HPV, tumore relativamente raro e più frequente - per configurazione anatomica - nelle donne che negli uomini. È una patologia oggi in aumento in entrambi i sessi per il cambiamento delle abitudini sessuali, ma soprattutto per l’aumento di incidenza nei soggetti considerati ad alto rischio: uomini omo e bisessuali e pazienti HIV infetti. Analogamente all’indagine diagnostica del cervicocarcinoma, l’Anoscopia ad Alta Risoluzione si esegue utilizzando il colposcopio ginecologico, un particolare microscopio che visualizza cute e mucose con ingrandimenti da 5X a 40X illuminandole con un fascio di luce. Le lesioni cutanee generalmente si posizionano nella giunzione anorettale. La dilatazione delle pareti anali facilita l’iniezione di una sostanza reagente (acido acetico al 3% e soluzione di lugol) che aumenta la visibilità dei tessuti anali anomali come la displasia anale e permette di “fotografare” le lesioni con il colposcopio. Ove necessario consente anche un prelievo bioptico. La procedura si esegue in ambulatorio e generalmente dura circa 15 minuti. È normalmente poco dolorosa e rischi significativi come sanguinamenti o infezioni sono molto rari. Durante l’esame si può eseguire anche l’esplorazione digitale. Sapi Med ha realizzato un anoscopio dedicato disponibile nella versione sterile e non sterile, lungo circa mm. 55, con un diametro di mm. 23 e serigrafato. La particolare conformazione consente un’Anoscopia ad Alta Risoluzione (H.R.A.: High Resolution Anoscopy) fornendo un’ottima visione circonferenziale. La redazione di SIUCP News aspetta il tuo contributo! Caro collega, potrai inviare alla Redazione di SIUCP News i tuoi Casi Clinici. Scarica le modalità di stesura e di invio dal sito societario www.siucp.org La Dead line del prossimo numero è il 5 settembre 2011 7 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 Una finestra sulla SIUCP A tal fine utilizzeremo la metodologia dell’HTA per validare la procedura anche dal punto di vista economico. Presentazione Registro Appendicectomia Laparoscopica La Tua partecipazione sarebbe importante per tutta la comunità scientifica. Angela Pezzolla L’iscrizione al Registro è molto semplice: Policlinico di Bari Coordinatore Registro Appendice > Collegati al sito www.registroappendicectomia.it > Accetta il certificato di protezione proposto > Compila il form di registrazione Ci auguriamo il Tua attivo coinvolgimento per tutta la durata del progetto. Un cordiale saluto e-mail: [email protected] Angelo Stuto Presidente SIUCP Angela Pezzolla Coordinatore Registro Appendice Caro Collega, con la presente desidero, anche a nome dei Presidenti delle Società SIC, ACOI, SICE, portare alla Tua attenzione il comune progetto inerente una raccolta dati sullo stato dell’arte dell’appendicectomia in Italia. La patologia è estremamente diffusa ogni realtà ospedaliera, da quella di periferia a quella centrale di riferimento, con importanti implicazioni epidemiologiche ed economico-sanitarie sull’intero territorio nazionale. 8 Oltre 50.000 sono gli interventi che vengono eseguiti ogni anno in Italia e nonostante le adeguate evidenze cliniche (minori complicanze e infezioni del sito chirurgico, riduzione delle appendici bianche, minor dolore post-operatorio, durata della degenza più breve), solo il 25% risulta essere eseguito in laparoscopia. Il trattamento laparoscopico è ancora molto dibattuto per ciò che riguarda indicazioni, tecnica, incidenza e gestione delle complicanze. Nel 2009 sono state presentate le Linee Guida a cura della Commissione Giovani dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani. Sono stati valutati ben 732 lavori scientifici opportunamente “filtrati” e portati all’attenzione della Consensus Conference, il cui elaborato è stato formalizzato con un testo e validato da 21 esperti e successivamente sottoposto a revisori esterni e interni ad ACOI. Il Registro che la SIUCP ha strutturato ha come obiettivi: . . Valutazione di sicurezza ed efficacia dell’appendicectomia laparoscopica in urgenza ed elezione Valutazione della diffusione della procedura chirurgica sul territorio italiano. Il Registro ha certamente l’obiettivo di convalidare l’evidenza clinica esistente ma in un sistema sanitario costantemente sotto la pressione di tagli alla spesa sanitaria è fondamentale optare per una tecnica economicamente sostenibile. SEGRETERIA SIUCP Tel / fax +39 06.45422450 (Diretto int. 211) E-mail: [email protected] Orario Lun - Ven: 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 LetteradelPresidente2011/2013 Cari Soci, dopo la lettera di presentazione del mio mandato presidenziale e della “squadra” che ho pensato, assieme ad altri, ci possa aiutare, ho avuto molti colloqui telefonici con alcuni di voi, spesso delusi. Credo di dovermi spiegare meglio, nell’ottica di quella trasparenza ed onestà che hanno accompagnato tutta la mia vita e mi sono state riconosciute da tutti. Come in tutte le società scientifiche ci apprestavamo a preparare una lista di candidati, correlata al programma, da proporre ai soci come indicazione elettorale non vincolante del consiglio per le elezioni. Desideravo perseguire la via della proposta diretta per chiarezza, soprattutto per evitare le campagne elettorali non palesi, che creano scontenti e divisioni. In un incontro ristretto erano stati indicati una dozzina di nomi di cui discutere il giorno successivo in consiglio, durante il quale venne, al contrario, proposto, e deciso, di invitare tutti i soci a presentare l’eventuale candidatura. Sono giunte tantissime candidature, incredibilmente numerose in rapporto al numero dei soci e in confronto alle altre società, ma credo che il metodo potesse essere buono, se gestito bene e per tempo, con un attento vaglio delle candidature e colloqui con i candidati ed i gruppi che potevano rappresentare. Purtroppo nessuna candidatura è mai stata vagliata perché da allora il consiglio non si è più riunito, nonostante ci fossero più di due mesi di tempo, sempre per i più diversi motivi. A sette giorni dalle elezioni, e con più di venticinque candidati, è ovvio che l’assenza di una decisione del consiglio penalizza e mette in difficoltà il presidente eletto, che non può dare risposte alle domande ed alle aspettative dei soci e dei candidati. Ho ritenuto mio dovere, pertanto, proporre comunque una lista di persone che mi aiutassero a realizzare il programma, come unica soluzione possibile per fare chiarezza e porre fine al passaparola telefonico, e mi sono riferito praticamente alla lista stilata nell’incontro ristretto di cui sopra. Dato il pochissimo tempo a disposizione ho condiviso questa squadra con il presidente in carica Angelo Stuto, con il candidato unico alla presidenza Alfonso Carriero, supportati da tanti amici storici della SIUCP, che tanto continuano a fare per la società anche contro il loro personale interesse, cercando di tener conto delle esigenze di chi non era in accordo, e proponendo a tutti un passo indietro, soprattutto nell’imporre veti alle candidature per motivi personali. Ora parliamo del programma e della squadra. Quando venni eletto, quattro anni fa, non avevo partecipato attivamente alla vita societaria, anche se ero iscritto e venivo sempre invitato da Roberto Villani al suo Congresso a Milano. Roberto ed altri amici mi proposero di candidarmi a presidente per il biennio 2011-2013 per iniziare un cambiamento nella società, che avrebbe dovuto essere preparato nei quattro anni precedenti. Da un lato mi venne chiesto di bilanciare l’anima proctologica della SIUCP con una componente più propriamente colorettale e laparoscopica, dall’altro di intrattenere migliori rapporti con le altre società scientifiche italiane e straniere e di ridurre o azzerare il livello di conflittualità con la SICCR. Ho accettato perché condivido questo programma, la cui piena realizzazione ritengo indispensabile per la vita della società stessa. La SIUCP è nata, purtroppo, da una scissione e delle sue cause (che non giudico perché non vivevo attivamente la vita societaria pur essendo socio) si è nutrita spesso e ne ha risentito. Nel corso degli anni ha diminuito l’attenzione alla componente culturale storica di chirurgia anorettale e del pavimento pelvico per concentrarsi soprattutto sullo sviluppo di una nuova tecnica ed alla sua difesa. Le conseguenze, non volute, sono state il progressivo isolamento culturale e dei rapporti intersocietari che ha provocato un certo distacco di molti soci importanti appartenenti a gruppi multidisciplinari della perineologia ed il raffreddamento dei rapporti con le società scientifiche italiane, ma soprattutto internazionali, quali la società di chirurgia colorettale europea, ai cui congressi non siamo mai invitati se non a livello individuale. Per ovviare a questa situazione qualcosa abbiamo cercato di fare in questi quattro anni: Angelo Stuto ha intrattenuto rapporti con le società internazionali ed italiane, ed ha accettato, con l’approvazione del consiglio, di partecipare al congresso unitario di Roma 2012 delle società scientifiche chirurgiche. Enzo Landolfi e Roberto Villani hanno riallacciato i rapporti con la SICCR, ed oggi siamo invitati ai loro congressi come Villani invita loro al suo di Modena. Molti soci, rimasti comunque iscritti nonostante l’insoddisfazione, hanno manifestato il loro disappunto per la perdita della rivista DCR, che veniva inviata in abbonamento; per giunta abbiamo instaurato pessimi rapporti con il suo editor (non esente da colpe peraltro) e non abbiamo potuto allacciarne di nuovi con Nicholls (e con Colorectal Disease) nonostante la sua disponibilità; ci sono, infine, forti pressioni per non partecipare al congresso unitario con la motivazione di non “regalare la società ad altri”. Non mi sento di imputare nessuna responsabilità ai consiglieri, colleghi onesti costruttivi ed educati, se non prima assumendomi tutte le mie per non aver saputo condurre il confronto diversamente, per il poco che mi competeva in questi quattro anni passati, e per non aver saputo difendere i colleghi quando i problemi non erano societari ma personali. La necessità che ho avvertito, e non solo io, è quella di un cambiamento di clima, con l’ingresso in consiglio di persone nuove, in grado di allargare gli orizzonti e non legate ad una storia, anche di persone, che può condizionare nell’atteggiamento e nella decisione. A questa logica sono dovute le candidature proposte di Pezzolla, Brescia, Buccianti, Crafa, Palazzini, Pignata, colleghi che innegabilmente possono dare tantissimo alla società anche se non hanno partecipato alla sua vita storica come, invece, altri hanno fatto. Ma la scelta riguarda il futuro immediato e la necessità di cambiamento che tanti avvertono. La continuità con la storia della SIUCP è stata mantenuta dalle candidature di Ferulano (già tesoriere e testimone del passaggio del vecchio consiglio), Capomagi, Lenisa, Renzi, soci sempre attivi e propositivi di indiscusso valore, e con la presenza in consiglio del past president Angelo Stuto e dell’unico candidato alla futura presidenza Alfonso Carriero. Con un numero di candidature così alto è logico che esistano delusioni e scontento, a buon diritto per il valore delle candidature, ma spero che chi si è candidato voglia comunque lavorare insieme per il bene della società, sia che venga eletto o no, come decideranno i soci. La collaborazione è il mio credo, fatto di confronti anche aspri ma sempre sinceri e trasparenti, di condivisione di cultura e di idee senza mai imposizioni come tutti sapete. Ed in quest’ottica proporremo la modifica dello statuto per ridurre il mandato dei consiglieri a soli due anni, così da favorire il cambiamento, convinti che molte persone abbiano le qualità, il disinteresse e lo spirito di sacrificio per essere utili alla società. Forse avrei dovuto scrivere questa mail/lettera prima. La scrivo ora perché so di doverlo a me stesso ed a voi, per il mandato che mi avete assegnato e che mi impone, comunque ed in qualunque condizione, di portare avanti il cambiamento che in molti vogliamo. A presto, Pinuccio 9 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 In primo piano Guida alla stesura di un articolo scientifico seconda parte Ivano Nigra Dirigente Medico ASL-AL – Presidio di Valenza Unità Chirurgia Generale e Day-Surgery Coordinatore UCP Partendo dal presupposto fondamentale che tesi, ipotesi, metodi e risultati siano “giusti” non ci dovremo stancare di revisionare criticamente e con un pizzico di ironia la nostra bozza: gli errori sono sempre in agguato e ogni paragrafo ha sicuramente un modo migliore di essere strutturato. Ecco una ironica guida per evitare i più comuni e grossolani “errori”: . . . . . . . . . . . 10 Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando sembra indispensabile) interrompe il filo del discorso Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito) Attenzione alla troppa enfasi! Sii parco con gli esclamativi! Non andare a capo troppo spesso. Almeno, evitalo quando non serve. Una frase compiuta deve avere Cura puntiliosamente l’ortograffia Metti, le virgole, al posto giusto Usa le virgolette il meno possibile: non è “fine” Non si apostrofa un’articolo indeterminativo Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando è inutilmente farcito di precisazioni inutili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media. La Bibliografia I riferimenti bibliografici costituiscono una componente essenziale della letteratura biomedica. Una bibliografia ben strutturata sicuramente sarà in grado di supportare gli argomenti sostenuti dagli autori, fornirà un utile indicazione per ulteriori approfondimenti e mostrerà il “percorso” che gli autori hanno seguito per confrontare i loro nuovi dati con quelli già esistenti. Se una bibliografia è ben strutturata, i lettori potranno facilmente accedere agli articoli citati: ne deriva logicamente che maggiore è l’accuratezza bibliografica, più agevole sarà il lavoro di consultazione e confronto dei vari lavori. Per capire inoltre a fondo i meccanismi che regolano la strutturazione della bibliografia è importante anche conoscere il mondo delle pubblicazioni scientifiche: esistono infatti numerosissime testate di riviste professionali ed ognuna ha un suo proprio “peso” nella letteratura mondiale. Va da sè che un articolo comparso su “The Lancet” avrà un peso (e quindi una considerazione) molto maggiore che non un lavoro comparso su “Bollettino dell’Ospedale di Vattelapesca”, oppure di una semplice comunicazione ad un congresso a carattere locale. Altresì, è molto importante saper citare le fonti in un modo che sia universalmente riconoscibile e formalmente accettato. Ogni rivista nelle sue norme per gli autori sottolinea la metodica preferita con severità e rigore. Il metodo più diffuso nelle pubblicazioni scientifiche è il cosiddetto “Vancouver Style”. Dal 1978, ogni anno l’International Committee of Medical Journal Editors (ICMJE) si riunisce per la revisione dei suoi Uniform Requirements for Manuscripts Submitted to Biomedical Journals. Sono ormai più di 500 le riviste scientifiche internazionali che oggi adottano questo standard. In dettaglio: nel corpo del testo viene indicato un numero progressivo in apice, riferito al nome dell’Autore citato; la progressione numerica tiene conto dell’ordine cronologico di citazione e non alfabetico. La forma della citazione nel corpo del testo sarà quindi di questo tipo: “...come risulta da alcuni recenti studi2.” Tale numerazione progressiva SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia ricondurrà in maniera cronologica ed univoca alla citazione bibliografica di esempio: 2) Annas GJ. Reefer madness-the federal response to California's medical-marijuana law. N Engl J Med 1997;337:435-9 Più dettagliatamente, lo stile Vancouver stabilisce che si scriva dapprima il cognome di ogni singolo autore, seguito dalle iniziali senza punto (dopo l’eventuale sesto autore si può inserire la dicitura “et al.”), quindi si inserisca il titolo del lavoro per esteso (con iniziale maiuscola solo per la prima parola del titolo), seguito subito dal nome della rivista o della testata, in formato abbreviato e senza punti; seguirà quindi il titolo del volume o dell’articolo, infine i numeri di pagina (nell’eventuale intervallo non si ripeteranno le centinaia o decine, se invariate: ad es. 123-6 e non 123-126). Alcuni indispensabili accorgimenti: . . le riviste vanno citate in forma abbreviata così come riportato nell’Index Medicus. La National Library of Medicine pubblica la List of the Journals Indexed. è buona norma non citare nel nostro lavoro degli articoli non ancora pubblicati, in attesa di approvazione o comunque non letti in maniera approfondita e completa (si corre il rischio di citare articoli a favore che in realtà smentiscono il nostro lavoro). Anno 2011 - Numero 2 I lavori citati sempre più spesso vengono tratti da Internet: è bene precisare le grandi differenze tra un lavoro “stampato” ed uno pubblicato su un sito Internet. Innanzitutto un documento cartaceo è immutabile, mentre sovente testi e fonti presenti in Rete possono essere modificati anche in maniera rilevante, confondendo i ricercatori. Spesso ciò che si trova in rete è anche stato stampato oppure è frutto di “copia ed incolla” di altri lavori: attenzione estrema! Se con il Vancouver Style si è cercato di uniformare le citazioni per il materiale stampato, per internet il discorso è molto diverso: spesso è difficile risalire persino a data ed autore, pertanto sarà bene approfondire le nostre investigazioni in Rete, fino ad ottenere per ogni fonte citata almeno il nome degli autori, luogo di pubblicazione, editore, data. Quando non si reperisce l’autore, potremo contattare il webmaster del sito, sperando in una risposta esauriente. Dovremo senz’altro segnalare l’URL (indirizzo internet) della pagina dove abbiamo reperito il testo da citare, il titolo della pagina (sulla barra del browser), segnaleremo anche quando la pagina è stata pubblicata, creata o comunque consultata l’ultima volta, segnaleremo anche chi è responsabile del sito e la lunghezza approssimativa del testo che vogliamo citare (numero di pagine, di schermate, di foto ed immagini - con dimensioni in pixel - e così via). Naturalmente ogni rivista potrà indicare norme anche molto diverse dal Vancouver classico, è bene quindi informarsi in anticipo per non dover rifare da capo un lavoro improbo (il passaggio ad esempio tra 11 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Vancouver ed Harvard Style non è assolutamente facile e può richiedere molto tempo). Numerosi siti web riportano esempi di citazioni e trattazioni più o meno approfondite sull’arte della bibliografia e delle sue regole: una semplice ricerca sui principali motori vi potrà fornire in brevissimo tempo una serie di indicazioni utili ed aggiornate per potervi districare in questo complicato mondo in continua evoluzione. Grafica e dintorni Ancora due brevi parole sull’impaginazione del vostro lavoro: se la parte più “scientifica” dell’articolo vi è sembrata dura, la parte “grafica” potrebbe risultarvi impossibile. Osservando le belle pagine stampate delle più prestigiose riviste attuali, noterete senz’altro una accuratezza grafica impressionante. Ebbene, è tutto studiato da esperti per rendere la rivista stessa accattivante, assertiva, di impatto, unica ed immediatamente riconoscibile. Lasciarsi intimorire da questa perfezione stilistica è comprensibile, soprattutto per autori in erba, ma qualche considerazione può favorirci. La veste grafica definitiva è opera dei grafici e dei tipografi: il vostro studio verrà quindi manipolato e trasformato per adattarlo agli standard di ogni singola pubblicazione e probabilmente il risultato finale sarà molto diverso da ciò che avete inviato. Massima attenzione, quindi, alle indicazioni fornite dalle singole redazioni: la sezione “norme per gli autori” è la legge alla quale dobbiamo sottoporci. Avremo cura, quali potenziali scrittori di articoli, di aggiornarci su metodi di scrittura, di impaginazione, di formati di immagini e tabelle, e degli strumenti di pubblicazione e stampa. Almeno un’infarinatura è essenziale per presentare il nostro lavoro in modo decente e rispettoso dei parametri indicati. . Per scrivere il testo sono molti i programmi utilizzabili, ma quasi universalmente vi verrà richiesto di inviare un file in formato .DOC (utilizzato da Microsoft Word© ma divenuto lo standard mondiale); esiste anche la sua variante .DOCX (creata da Word 2007 o versioni superiori) che è purtroppo incompatibile con i programmi che leggono solo .DOC: ricordiamoci, durante la scrittura, di utilizzare il formato giusto. . 12 . . Carattere, interlinea, spaziatura, rientri, tabulazioni, margini e via discorrendo, sono parametri che interessano poco: alla fine, il grafico rivoluzionerà tutto. Rispettate comunque scrupolosamente le indicazioni e NON tentate di impaginare voi il lavoro: sarebbe uno spreco di tempo vostro e del grafico. Vi si richiede solamente di inviare un lavoro corretto dal punto di vista grammaticale e sintattico; in questo aspetto è davvero fondamentale porre la massima attenzione. Per le immagini in genere si richiedono formati detti “compressi” (.JPG o .PNG) che sono molto diffusi (per intenderci, vengono prodotti anche dalla vostra fotocamera digitale o dallo smartphone). Attenti alle indicazioni, comunque: possono venire richieste immagini “scalabili” o “vettoriali” tipo .AI (di Adobe Illustrator©) o .PDF (di Adobe Acrobat©). Anche se il grafico potrà “correggerle”, per ogni evenienza non esitate a contattare sia la redazione della rivista stessa o un vostro grafico-tipografo di fiducia (anche se spesso i nostri figli sanno toglierci dall’impiccio in dieci secondi!). L’essenziale è che le immagini siano realizzate con una buona inquadratura, una buona risoluzione (almeno 3-5 megapixel ed almeno 300-600dpi in codifica colore CMYK: Anno 2011 - Numero 2 controllate la vostra attrezzatura e chiedete delucidazione ai vostri esperti), un equilibrio cromatico (che non abbiano fastidiose dominanti di colore) e una ottima nitidezza. Le immagini sono la PRIMA cosa che l’occhio percepirà aprendo la pagina della rivista: se saranno indecenti, il giudizio del lettore sarà enormemente influenzato. . Le tabelle ed i grafici saranno in formato .DOC se scritti con Word© o simili, oppure in formato .XLS se costruiti con Microsoft Excel © (un altro standard mondiale); talvolta vengono richiesti in formato .PDF, che è scalabile. Anche per le tabelle vale il discorso del testo: non impaginate voi; il grafico della rivista farà il lavoro finale. Tabelle, grafici ed illustrazioni avranno una collocazione nella pagina che dovrà rispettare le esigenze tipografiche, ma ponete nel testo delle indicazioni di riferimento (es. la dicitura “vedi fig. 2”, che rimanda ad una specifica immagine che avete allegato) di modo che il grafico possa impaginare nell’ordine desiderato dall’autore. Alcuni frequenti errori da evitare Le doppie o multiple spaziature (attenti quando scrivete), le tabulazioni effettuate con gli spazi invece che con il tasto TAB (gli spazi sono “elastici” invece il TAB è fisso), gli accenti “costruiti” (mai scrivere “e’“ al posto del più corretto “è”), la punteggiatura non seguita da uno spazio (esempio: “risultato.Poichè” - il programma non riconosce le singole parole ed altera le spaziature automatiche), le parentesi e gli spazi (qui ne vedete l’utilizzo corretto – spazio/parentesi aperta/lettera e lettera/parentesi chiusa/spazio o punteggiatura). Può essere mortificante dover ricordare accorgimenti simili ma, credetemi, il riscontro di errori simili è estremamente frequente e rende la vita del grafico davvero difficile. Buon lavoro! Bene, ora l’articolo è pronto per essere inviato. Vi sarebbe ancora molto da dire sulle modalità di invio, sulle procedure di accettazione/rifiuto/revisione, sulle ordinazioni di stampe e sulla ricerca sugli indici e motori internazionali: tutto questo potrebbe essere argomento di una prossima serie di pubblicazioni. SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 Una finestra sulla SIUCP Review Roberto Paolo Iachetta Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO) Colonic stenting versus emergency surgery for acute left-sided malignant colonic obstruction: a multicenter randomised trial Jeanin E van Hooft, Willem A Bemelman, Bas Oldenburg, Andreas W Marinelli, Martijn F Lutke Holzik, Marina J Grubben, Mirjam A Sprangers, Marcel G Dijkgraaf, Paul Fockens, for the collaborative Dutch Stent-In study group Lancet Oncol. 2011 Apr;12(4):344-352 ABSTRACT Introduzione: Inserire uno stent colico come ponte verso una chirurgia di elezione è un’alternativa nei pazienti con un’occlusione colica acuta, ma il suo beneficio non è certo. Noi puntiamo a stabilire se posizionare uno stent colico ha migliori risultati rispetto ad eseguire un intervento in urgenza. Metodo: Sono stati arruolati da 25 ospedali olandesi tutti i pazienti con un’occlusione intestinale da cancro del colon sinistro e sono stati assegnati random (1:1 ratio) ad avere il posizionamento dello stent come ponte verso una chirurgia in elezione o ad essere sottoposti a chirurgia in urgenza. La sequenza di randomizzazione è stata generata tramite computer in maniera bloccata e stratificata nei vari centri; l’assegnazione del trattamento è stata nascosta tramite l’uso di un’applicazione web. Gli investigatori ed i pazienti sono stati informati sull’assegnazione del trattamento. La valutazione primaria è stata lo stato di salute medio durante il follow-up di sei mesi, che è stata valutata con la subscala QL2 del questionario sulla qualità di vita dell’Organizzazione Europea per la ricerca e il Trattamento del Cancro (EORTC QLQ-C30). L’analisi è stata basata sull’intention-to-treat. Questo studio è registrato, numero ISRCTN46462267. Risultati: Tra il 9 Marzo 2007 e il 27 agosto 2009 98 pazienti sono stati assegnati per ricevere lo stent colico (n=47) o la chirurgia d’urgenza (n=51). Due successive analisi temporanee hanno mostrato un incremento nella morbidità a 30 giorni nel gruppo dello stent colico, con un incremento del rischio assoluto di 0.19 (95% CI -0.06 a 0.41) nell’analisi dei primi 60 pazienti (14 di 28 pazienti riceventi uno stent colico vs 10 di 32 riceventi la chirurgia d’urgenza), e un incremento assoluto del rischio di 0.19 (-0.01 a 0.37) nell’analisi dei primi 90 pazienti (23 di 47 pazienti vs 13 di 43). In accordo con il consiglio della commissione monitorante la sicurezza, lo studio è stato sospeso il 18 Settembre 2009 e terminato il 12 Marzo 2010. All’analisi finale di 98 pazienti, lo stato medio globale di salute durante il follow-up è stato di 63 (SD 23.8) nel gruppo dello stent colico e 61.4 (SD 21.9) nel gruppo della chirurgia d’urgenza; dopo l’adattamento dei valori base, lo stato globale di salute non differisce tra i due gruppi di trattamento (-4.7; 95% CI -14.8 a 5.5, p=0.36). Nessuna differenza è stata registrata tra i gruppi di trattamento in mortalità a 30 giorni (differenza di rischio assoluto –0•01, 95% CI –0•14 a 0•12, p=0•89), mortalità globale (–0•02, –0•17 a 0•14, p=0•84) morbidità (– 0•08, –0•27 a 0•11, p=0•43) e il tasso di stomia all’ultimo controllo (0•09, –0•10 a 0•27, p=0•35). Tuttavia, il gruppo della chirurgia in urgenza ha un maggior tasso di stomie subito dopo il primo intervento(0•23, 0•04 a 0•40, p=0•016) e una ridotta frequenza di problemi correlati con la stomia (differenza tra i due gruppi –12•0, –23•7 a –0•2, p=0•046). Gli eventi avversi seri più comuni sono stati ascessi (3 nel gruppo dello stent colico vs 4 nel gruppo della chirurgia d’urgenza) perforazioni (6 vs 9) e leak anastomotici (5 vs 1) e i più comuni eventi avversi sono stati la polmonite (3 vs 1) e l’infezione delle ferita (1 vs 3). Conclusioni: Lo stent colico non ha vantaggi clinici decisivi rispetto alla chirurgia d’urgenza. Potrebbe essere usato come un trattamento alternativo in un sottogruppo ancora non definito di pazienti sebbene con cautela per il rischio circa la diffusione tumorale in seguito a perforazione. REVIEW L’uso di uno stent colico nelle occlusioni intestinali da lesione maligna è stato descritto e valutato con buoni risultati da vari studi in letteratura come un mezzo per tentare di evitare la necessità di un intervento immediato potendo eseguire lo stesso in elezione e quindi in condizioni più stabili per il paziente. Questo studio ha l’obiettivo di cercare di comparare, in maniera statisticamente valida, la procedura in questione rispetto all’intervento in urgenza sotto vari aspetti. La qualità di vita durante i 6 mesi di follow-up è stata presa in considerazione come endpoint primario utilizzando uno score adeguato. I centri arruolati sono stati 25, il metodo statistico è ampiamente esplicitato nell’articolo. Lo studio è stato interrotto precocemente per dei risultati che avevano fatto temere una maggior morbidità nel gruppo dello stent. Dall’analisi finale però non sono state ritrovate differenze significative nella morbidità o nella mortalità oltre che nell’endpoint primario. Nelle conclusioni gli Autori sostengono che lo stent colico non porti a dei vantaggi rispetto all’intervento in urgenza rimanendo comunque un’alternativa terapeutica possibile. Da stabilire ancora con precisione il gruppo di pazienti che ne avrebbero maggiori vantaggi oltre che il rischio di possibile diffusione tumorale in seguito a perforazione che potrebbe avere effetti di rilievo sulla sopravvivenza. 13 Syndrome: Results of STARR Italian Registry Stapled Trans-Anal Rectal Resection (STARR) in the Surgical Treatment of the Obstructed Defecation Stuto A, Renzi A, Carriero A, Gabrielli F, Gianfreda V, Villani RD, Pietrantoni C, Seria G, Capomagi A, Talento P. Surg Innov. 2011 Feb 8. [Epub ahead of print] ABSTRACT Scopo: Questo studio è stato ideato per valutare la sicurezza e l’efficacia della STARR nel trattamento delle Sindrome da Defecazione Ostruita ODS tramite l’analisi dei dati raccolti nel registro italiano della STARR (SIR) con speciale enfasi sull’analisi dei sintomi e della qualità di vita. Metodo: I dati raccolti hanno incluso i risultati dei test preoperatori e SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia la valutazione dei sintomi: quest’ultima è stata ottenuta tramite l’utilizzo di un mezzo appropriato come lo Score sulla Defecazione Ostruita (ODS-S), il Severity Symptoms Score (SSS), e il Continence Grading Scale (CGS). I dati sulla qualità di vita sono stati raccolti tramite il Patient Assessment of Constipation Quality of Life (PAC-QoL) e l’the Euro Quality of Life–5 Domains Visual Analogue Scale (EQ-5D VAS). La valutazione dei sintomi e della qualità di vita sono stati ripetuti a 6 e 12 mesi dopo la chirurgia. Risultati: Il SIR ha raccolto dati per 2171 pazienti ( 1653 donne, 76,1%; età media 56.2 anni; range 20-96 anni). Un miglioramento significativo (P<.001) è stato visto in tutti gli score tra il preoperatorio ed il follow-up a 12 mesi: ODS-S (16.7 vs 5.0), SSS (15.6 vs 2.6), CGS (2.0 vs 0.7), PACQoL (51.0 vs 22.1), e EQ-5D VAS (57.5 vs 85.7). Le complicazioni hanno incluso l’urgenza defecatoria (4.5% a 12 mesi), il sanguinamento (3.6%), le sepsi perianali (3.4%) e un caso di fistola rettovaginale (0.05%). Conclusioni: L’analisi del SIR sembra confermare che la STARR risulta una procedura sicura ed efficace nel trattamento dell’ODS. Tuttavia, ulteriori studi sono richiesti per valutare la stabilità dei risultati a lungo termine. REVIEW Articolo che riporta l’analisi dei dati raccolti grazie al registro italiano sulla STARR istituito dal Gennaio 2006 al fine di poter valutare la sicurezza e l’efficacia di tale tecnica nel trattamento della Sindrome da Ostruita Defecazione. Ampiamente spiegati nell’articolo i criteri di inclusione e la metodologia nella raccolta dati. In tutto sono stati analizzati 2.171 pazienti con un follow-up a 12 mesi. Particolare importanza è stata data all’analisi della sintomatologia e della qualità di vita nel pre e nel post-operatorio tramite l’utilizzo di numerosi score validati. Dall’analisi dei risultati gli Autori evidenziano come tale procedura risulti sicura, riportando un basso tasso di complicanze, e possa essere una scelta terapeutica valida nel trattamento dei pazienti con ODS resistente a terapia medica. Si ribadisce, tuttavia, come siano necessari ulteriori studi per poter accertare la stabilità nel tempo dei risultati ottenuti. Anno 2011 - Numero 2 follow-up è stato eseguito per telefono con questionari per valutare lo score per incontinenza e dolore, la soddisfazione, e la recidiva. Risultati: L’età media dei pazienti è stata di 48 anni range 22-77 anni), con un rapporto M/F di 3:1 La durata media del setone in sede è stata di 14 mesi (range 2-40 mesi). Il range del follow-up 12 – 81 mesi ( media, 45 mesi). La tecnica della migrazione progressiva ha portato ad una guarigione graduale del tramite fistoloso nel 75% dei pazienti (n=18) con nessuna recidiva (il setone ha completamente completato il suo lavoro sino alla superficie [n=9] o la migrazione è stata sufficiente da permettere una sicura fistulotomia a completamento) Tutti sono stai liberi da fistola. Il 25% avevano il Morbo di Crohn. Il tasso di incontinenza riportato è stato dello 0% per le feci solide e liquide e dell’8% (n=2) per i gas. Il 25% (n=6) ha scarsamente tollerato il setone e una procedura alternativa è stata eseguita. Conclusioni: Una semplice rotazione giornaliera autoindotta di un filo di seta spesso che porta ad una migrazione progressiva del tramite fistoloso, è una tecnica alternativa per trattare complesse fistole trans-sfinteriche alte perianali. REVIEW Il trattamento delle fistole anali complesse coinvolgenti un’ampia parte del complesso sfinteriale risulta tuttora una campo dibattuto. L’utilizzo del cosiddetto ”setone” tagliente o lento è un approccio noto da molto tempo ed anche frequentemente utilizzato. In questo studio retrospettivo gli Autori vanno ad analizzare i risultati di una modifica, da loro eseguita, al posizionamento del setone lento in casi di fistole perianali trans-sfinteriche alte. Tale tecnica, che viene denominata migrazione progressiva, consiste nel far ruotare al paziente giornalmente il setone posizionato, per 360° facendo passare il nodo nel tratto fistoloso. Questo porta nel tempo ad una progressiva migrazione del tramite che si superficializza. Dall’analisi dei risultati tale metodica è stata ben tollerata dai pazienti portando ad una guarigione nel 75% dei casi con espulsione spontanea del setone o con una successiva fistulotomia semplice, con nessuna incontinenza fecale riportata e un 2% di incontinenza ai gas. Future indications for sacral nerve stimulation Non-cutting setons for progressive migration of complex fistula tracts: a new spin on an old technique 14 Gokulakkrishna Subhas & Aditya Gupta & Saravana Balaraman & Vijay K. Mittal & Ralph Pearlman Int J Colorectal Dis. 2011 Mar 23. [Epub ahead of print] ABSTRACT Scopo: Abbiamo introdotto una modifica del setone lento per le fistole trans-sfinteriche alte che include una rotazione del setone di 360° giornalmente autoindotta, che noi chiamiamo tecnica di migrazione progressiva. Sono stati valutati i risultati. Metodo: Uno studio retrospettivo è stato eseguito su tutti gli interventi per fistola anale eseguiti da un unico chirurgo colorettale dal Gennaio 2002 al Dicembre 2007. 24 pazienti con una fistola trans-sfinterica alta sono stati trattati con un setone lento O di seta. Ai pazienti è stato chiesto di ruotare il setone giornalmente, un giro in ogni direzione facendo passare il nodo nel tratto fistoloso. Il follow-up è stato eseguito per telefono con questionari per valutare T. C. Dudding Colorectal Dis. 2011 Mar;13 Suppl 2:23-8. ABSTRACT Introduzione: Lo scopo di questo articolo è stato quello di determinare gli effetti della neurostimolazione sacrale (SNS) sul trattamento dell’incontinenza fecale, sulla stipsi, la sindrome dell’intestino irritabile, sui disturbi misti urinari ed intestinali, danni spinali e malattie neurodegenerative, sindromi dolorose e disfunzioni sessuali. Metodo: Una ricerca su Medline è stata eseguita includendo le parole chiave e i titoli MeSH “sacral nerve stimulation’, ‘neuromodulation’, ‘artificial pacemaker’, ‘faecal incontinence’, ‘constipation’ e ‘anal pain’. Inoltre studi sono stati identificati tramite i rinvii bibliografici dagli articoli più rilevanti e dalla valutazione di recenti abstract congressuali e protocolli. Risultati: La SNS è stata utilizzata per il trattamento di disfunzioni urinarie, intestinali e sessuali, come pure per dolore risultante da alcuni disturbi, e disfunzioni derivanti da danni nervosi e patologie SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 degenerative. C’è scarsità di alta evidenza che supporta l’uso della SNS per la maggioranza delle nuove indicazioni al momento. Conclusioni: Sono necessari studi prospettici longitudinali di buona qualità per determinare reali benefici della SNS. Ulteriori ricerche sulla selezione dei pazienti , tecnica operatoria e parametri della stimolazione per le indicazioni esistenti assicureranno un posto alla SNS in un futuro algoritmo terapeutico dei disturbi funzionali del pavimento pelvico. complicazioni postoperatorie hanno incluso un'ernia incisionale nel gruppo LAP (12.5%) e ritenzione urinaria (4.8%) , deiscenza anastomotica (2.4%), infezione delle vie urinarie (1.6%) e atelectasia (1.6%) nel gruppo PRS. Le recidive sono state 1 nel gruppo LAP (12.5%) e 14 (11.4%) nel gruppo PRS. Conclusioni: La rettopessi per via laparoscopica è una procedura sicura e fattibile nei pazienti anziani ma porta ad un aumento nei tempi operatori. REVIEW Alle indicazioni più provate per la neuromodulazione sacrale se ne stanno aggiungendo altre quali il dolore pelvico cronico, alcune forme di IBS, disturbi della funzione sessuale etc.. In questo articolo si espongono i risultati di una review della letteratura sull’argomento eseguita con lo scopo di valutare l’ evidenza scientifica che presentano al momento queste nuove indicazioni. Dalla valutazione degli articoli presenti in letteratura si evidenzia come al momento molte delle nuove indicazioni della SNS presentino una bassa evidenza che si basa o su casi singoli o su piccoli studi monocentrici. L’Autore per tale motivo auspica che vi sia una collaborazione tra più centri per accertare l’utilità e il rapporto costo-beneficio della SNS in queste nuove indicazioni. REVIEW La resezione rettale per via perineale è una tecnica ampiamente utilizzata nel trattamento dei pazienti anziani con prolasso rettale esterno a tutto spessore per la sua dimostrata minor invasività rispetto alle rettopessi per via addominale. L'introduzione della laparoscopia ha ridotto l'invasività di quest'ultima. In questo articolo si espongono i risultati di uno studio retrospettivo che compara la rettopessi per via laparoscopica con sigmoidectomia (LAR) con la rettosigmoidectomia per via perineale. Molti sono i bias di questo studio tra cui principalmente il grande divario tra il numero di pazienti sottoposti a PSR rispetto al gruppo LAR. Dall'analisi si evince come nel gruppo LAR via sia un maggior tempo operatorio e maggiori perdite ematiche. Nella valutazione del complesso dei dati gli Autori sostengono come la rettopessi per via laparoscopica risulti comunque una tecnica adatta anche ai pazienti anziani benchè ribadiscono come siano necessari studi su campioni più numerosi. Outcome of laparoscopic rectopexy versus perineal rectosigmoidectomy for full-thickness rectal prolapse in elderly patients Seung-Hyun Lee • Paryush Lakhtaria • Jorge Canedo • Yoon-Suk Lee • Steven D. Wexner. Surg Endosc. 2011 Apr 9. [Epub ahead of print] ABSTRACT Introduzione: Il paragone tra l’approccio addominale e perineale per il prolasso rettale è sempre caratterizzato da una maggior morbidità ma migliori risultati per il primo dei due. Perciò, l’approccio perineale viene preferito per il trattamento del prolasso rettale a tutto spessore (FTRP) nei pazienti anziani. Tuttavia la rettopessi laparoscopica con o senza resezione potrebbe essere usata nei pazienti anziani e potrebbe conferire gli stessi benefici. Scopo: Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la sicurezza e l’efficacia della rettopessi laparoscopica comparata con la rettosigmoidectomia perineale per FTRP nei pazienti anziani. Metodo: Tra il Luglio 2000 e Giugno 2009 otto consecutivi pazienti (8 donne ; età media , 71 anni (65-77)) con FRTP sono state sottoposte a rettopessi per via laparoscopica ( gruppo LAP). Durante lo stesso periodo, 143 pazienti sono stati sottoposte a rettosigmoidectomia perineale ( gruppo PRS). Un totale di 123 pazienti sottoposti a rettosigmodidectomia perineale sono stati selezionate ( 117 donne; età media ,80.7 ( range 66-98) anni). Risultati: 3 pazienti (37.5%) nel gruppo LAP e 29 pazienti (23.6%) nel gruppo PRS erano stati precedentemente sottoposti a chirurgia per prolasso rettale. Il follow-up medio è stato di 6.9 mesi e 12.8 mesi rispettivamente. Nel gruppo LAP , il tempo operatorio è stato più lungo (166.5 vs 73.5 minuti; p>0.05) e la perdita ematica maggiore (101.7 vs 31.6: p<0.05) tuttavia la lunghezza dell'ospedalizzazione è stata la stessa nei due gruppi (5.4 vs 5.3 giorni; p>0.05). Le 15 SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia Anno 2011 - Numero 2 In evidenza 12 - 15 giugno 2011 ECET European Council Enterostomal Therapist: our way…competence! Bologna Presidente: G.C. Canese 19 - 21 giugno 2011 4th World Congress of Coloproctology and Pelvic Diseases – innovation and current debates Roma Presidente: A. Longo Co-Presidenti: G. Spinoglio, A. Stuto 18 - 20 settembre 2011 XXI Congresso Nazionale ACOI di Videochirurgia Como Presidenti: M. Longoni, I. Scandroglio Presidente Onorario: R. Pugliese 21 - 24 settembre 2011 th ESCP 6 Scientific & Annual Meeting Copenaghen 2 - 5 ottobre 2011 113° Congresso Nazionale SIC Chirurgia tra tradizione e innovazione Firenze Presidente: F. Tonelli 16 10 - 12 ottobre 2011 Chirurgia del prolasso rettale – corso teorico pratico Montecchio (RE) – Sassuolo (MO) Coordinatori: A. Carriero; R.D. Villani 20 - 22 novembre 2011 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia Modena Presidente: R.D. Villani Presidente Onorario: G. Melotti Quando si organizza un congresso, le fatiche sono tante che si giura a se stessi di non prendere mai più un tale impegno. Passata la stanchezza, l’unica cosa che rimane in mente è il giudizio che dà la propria coscienza: ho organizzato un congresso utile alla formazione e all’arricchimento professionale di chi ha partecipato? Se la risposta è positiva, l’entusiasmo ritorna e si è pronti a ripetere l’impresa. Così abbiamo deciso di organizzare la 4a edizione di questo appuntamento biennale a Roma. Per la passata edizione ci attribuiamo un grande merito: avere scelto le persone giuste! Ringrazio ancora una volta tutta la Faculty, non solo perché ci hanno onorato con la loro presenza, (mai nessuno ha rifiutato l’invito), ma soprattutto per l’enorme contributo scientifico ed umano. Hanno interpretato perfettamente la ormai consolidata e vincente formula del congresso che privilegia il dibattito sui temi più controversi in ambito colon proctologico. Oltre agli irrinunciabili argomenti relativi alle patologie colo rettali benigne più diffuse, questa edizione approfondirà in maniera particolare le patologie funzionali pelviche, nelle quali, primariamente o secondariamente, è implicato il retto. Questo, pur essendo un organo pelvico, non ha la giusta attenzione da parte di tutti coloro che si occupano di pelviperineologia, non certo per colpa degli uro ginecologi, ma per una inspiegabile e insufficiente applicazione dei colo proctologi verso queste diffusissime patologie. Dopo il Colosseo, la Bocca della Verità, La Lupa di Roma, abbiamo scelto come simbolo di questo congresso l’Imperatore-Filosofo Marco Aurelio (121 – 180 AD). Controversa figura storica che al pragmatismo delle strategie di guerra, seppe unire un comportamento etico e morale derivante da un costante “dialogo con se stesso” nel suo operato. Penso che riflettere sulle nostre scelte terapeutiche con lo spirito e la filosofia di Marco Aurelio possa essere assunto come “Mission” di questo congresso. Tra le “Missions” degli organizzatori vi sarà quella di preparare un piacevole soggiorno a Roma con il solito spirito di affettuosa amicizia. Arrivederci a Roma,