Dietro la mascherina

Transcript

Dietro la mascherina
o2
An
1-N
1
0
2
no
er
m
u
Dietro la mascherina – Le radici dell’assistenza sanitaria
In primo piano – Guida alla stesura di un articolo scientifico seconda parte
Una finestra sulla SIUCP – Lettera del nuovo Presidente 2011-2013
SIUCP
Società Italiana Unitaria
di Colonproctologia
www.siucp.org
Presidente
Angelo Stuto
Presidente Eletto
Giuseppe Spinoglio
Past President
SIUCP NEWS
Notiziario della Società
Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
Aprile – Maggio – Giugno 2011
Registrato presso il Tribunale di Roma
con il n.° 110/2007 del 5 aprile 2007
Direttore responsabile
Roberto Dino Villani
Antonio Longo
Vice-Presidente
Giuliano Reboa
Segretario
Angelo Caviglia
Rocografica s.r.l.
Numero chiuso in redazione il 1giugno 2011
Consiglieri
Flaminio Benvenuti
Angelo Filippini
Cristiano Finco
Francesco Gabrielli
Giuseppe Spidalieri
Giuseppe Spinoglio
Pasquale Talento
Tesoriere
Giuseppe Ferulano
Segreteria SIUCP
Lunedì-Venerdì 10.00-13.00 / 14.00-18.00
Tel. e fax: +39 0645422450 Int. 211
e-mail: segreteria@siucp .org
Contributi
Per scrivere alla redazione inviare una mail
al capo redattore Roberto Dino Villani:
[email protected]
Revisori dei Conti
Antonio Capomagi
Alfonso Carriero
Coordinatore Nazionale UCP
Adolfo Renzi
INDICE
Coordinatore Nazionale Delegati Regionali
Danilo Tarroni
Editoriale
p. 2
Uno scatto per SIUCP News
p. 3
Dietro la mascherina
p. 6
Una finestra sulla SIUCP
p. 8
In primo piano
p. 10
Review
p. 13
In evidenza
p. 16
Garanti
Vincenzo Landolfi, Roberto Dino Villani, Antonio Longo
Delegati Regionali SIUCP
Abruzzo Carmine Pietrantoni
Campania Giovanni Angelone
Emilia Romagna Giampiero Ucchino
Lazio Bruno Masci, Massimiliano Varriale
Liguria Marco Gipponi
Lombardia Giuseppe Calabrò, Guglielmo Giannotti
Marche - Molise Rodolfo Piazzai
Piemonte - Valle D'Aosta Lorenzo Abbo
Puglia - Basilicata Angelo Di Pascale
Sardegna Antonio Pintus
Sicilia - Calabria Francesco Longo, Antonio Ciccolo
Toscana Umberto Ferro, Azzam Khader
Triveneto Michele Schiano di Visconte
Umbria Andreino Tassi
Anno 2011 - Numero 2
Estate...
Lettere dei soci
Partecipa anche tu al concorso fotografico!
Roberto Dino Villani
Direttore U. O. di Chirurgia Proctologica e
Riabilitazione del Pavimento Pelvico
Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)
Cari Amici,
Estate…uguale a sole, mare, tanti impegni congressuali e
quindi un meritato periodo di riposo con qualche giorno di
ferie.
Una buona occasione per mettere SIUCP News in valigia e
sfogliarlo, magari anche leggendolo, mentre si sorseggia una
fresca bevanda.
Perdonatemi questo consiglio che do a tutti, ma spero
sempre di avere dei feedback sulla rivista visto i non
indifferenti sforzi che si fanno per far uscire regolarmente i
vari numeri. Aspetto i vostri consigli!
E’ arrivata l’Estate e con essa il nostro appuntamento biennale
a Roma che significa per noi anche il rinnovo di alcune cariche
societarie.
Angelo Stuto che per due anni ha tenuto la Presidenza della
SIUCP in questa occasione passerà il testimone al nostro
Presidente Eletto: Giuseppe Spinoglio (Pinuccio per gli amici).
Il 2011 è anche l’anno delle elezioni del nuovo Consiglio
Direttivo che si terranno nei giorni del “4th World Congress of
Coloproctology and Pelvic Diseases” che, sempre sotto la
regia di Antonio Longo, avrà il successo degli anni precedenti.
All’interno di questo numero troverete la lettera del nuovo
Presidente e una presentazione del registro Appendicectomia
Laparoscopica coordinato dalla prof.ssa Pezzolla.
A proposito dell’Estate vi ricordo che è avviato il concorso
fotografico per SIUCP News. Il tema è “L’ACQUA”. Partecipate,
scattate e vedrete, potete sfruttare il periodo estivo per
rubare qualche immagine da inviare per il concorso. C’è
tempo fino al 30 settembre. Mi auguro di vedere molte vostre
foto e di poter organizzare una bella mostra in occasione del
congresso autunnale di Modena dal 20 al 22 novembre.
Mi sembra inoltre doveroso ringraziare tutti gli autori che
hanno collaborato alla realizzazione del secondo numero,
sono felice di vedere che molti di voi inizino a collaborare con
la redazione e a prendere gli spazi dedicati nonostante i mille
impegni quotidiani.
Un grazie anche alle Aziende che con costanza sostengono
l’iniziativa della nostra rivista.
In attesa di incontrVi numerosi a Roma, auguro comunque a
tutti una serena estate.
A presto
In questo numero troverete la scheda di adesione da
strappare e consegnare direttamente.
Il tema della competizione è “L’Acqua”.
La sfida sarà catturare, attraverso la fotografia, l’acqua in ogni
sua forma e luogo.
La redazione
Notizie dalla redazione
La redazione SIUCP aspetta il tuo contributo!
Inviaci il tuo caso clinico, la tua esperienza, particolarità sulla
tua città, congressi e corsi in programma…
La prossima dead line è il 5 settembre 2011
Le modalità di invio si possono visionare sul sito societario
www.siucp.org
Fotografia: Estate: uguale a …
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
SCHEDA DI ADESIONE
CONCORSO FOTOGRAFICO
“L’Acqua”
Consegnare al Dr. Villani o inviare alla Redazione:
email: [email protected] - fax: 06-48073654
Nome*______________________________________________________________________________
Cognome*___________________________________________________________________________
Codice fiscale*________________________________________________________________________
Via*_______________________________________________________________________ n.*_______
Città*______________________________________________ Prov ________ CAP* ________________
Indirizzo email*________________________________________________________________________
Recapito telefonico*____________________________________________________________________
‰Socio SIUCP
‰Non socio SIUCP (aperto esclusivamente a parenti di primo grado del socio SIUCP e aziende del
settore) - indicare nome e cognome del socio _______________________________________________
Titolo, luogo e data della fotografia _______________________________________________________
____________________________________________________________________________________
____________________________________________________________________________________
Dichiaro di aver preso visione e di accettare integralmente il Regolamento del concorso
Firma
_________________________________
Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai sensi del D.lgs 196/2003. I dati saranno utilizzati solo ai
fini delle pratiche relative alla mostra e non saranno trasmessi a terzi
Firma
_________________________________
* I campi contrassegnati da asterisco sono obbligatori per l’iscrizione al concorso
3
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
Regolamento Mostra Fotografica
Titolo: “L’Acqua”
Destinatari e categorie
Il concorso è rivolto ai soci SIUCP, ai loro parenti di primo grado e alle aziende del settore
Durata
Il concorso inizia il 30 marzo 2011 e si conclude il 20 novembre 2011, con queste scadenze:
Æ 30 marzo - 30 settembre
- invio delle foto da parte dei partecipanti
Æ 30 settembre - 30 ottobre
- selezione immagini per la mostra fotografica
- selezione foto per copertine SIUCP News 2012
Æ novembre 2011 - 15° Meeting Congiunto di Colonproctologia e Stomaterapia
- mostra fotografica e premiazione
Partecipazione e invio immagini
Requisiti delle fotografie
- formato .jpg
- dimensioni min. di 800x600 pixel e max. di 2362x1772 pixel
- risoluzione 300 dpi
- dimensione non superiore ai 5Mb.
Ogni partecipante potrà inviare una sola fotografia, tramite:
internet: alla pagina http://www.whoisit.it/upload/, previa compilazione di tutti i campi del modulo di
registrazione
formato digitale su CD: allegando la scheda di partecipazione al concorso, debitamente compilata, a:
SEMA Communication Via Merulana, 259 00185 Roma.
Date e scadenze per l’invio
Le opere dovranno essere inviate dal 30 marzo 2011 al 30 settembre 2011.
Faranno fede:
• la data di caricamento sul sito
• la data di spedizione del plico
4
Giuria
Gli elaborati saranno selezionati, a giudizio insindacabile e inappellabile, da un’apposita Giuria, composta da tre
membri e presieduta da un esperto in materia di rappresentazione fotografica. La Giuria stabilirà la graduatoria e
l’assegnazione dei premi.
Diritti e responsabilità
I titolari delle foto si impegnano con la loro partecipazione a concedere tutti i diritti di uso, riproduzione ed
eventuale rielaborazione delle stesse agli organizzatori, che si impegneranno a nominare gli autori a cui è
riconosciuto il diritto di citazione, escludendo pertanto ogni riscontro di natura economica.
Le fotografie selezionate saranno oggetto di una mostra fotografica e tra queste alcune potranno apparire sulla
rivista SIUCP NEWS 2012.
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
La crisi emorroidaria
Le emorroidi per la loro elevata incidenza hanno indubbi riflessi
negativi sulla vita sociale e lavorativa di chi ne soffre. I sintomi sono:
prurito, emorragia e dolore acuto in regione anale, non caratteristico
della malattia ma delle sue complicanze. L’Anestin® Crema della
RPF®, grazie alla complessa formulazione, dà sollievo immediato a
prurito, gonfiore, infiammazione, irritazione e bruciore di cute e
mucose ed è indicata per la protezione delle cicatrici nel post
operatorio.
Lo studio eseguito presso l’ambulatorio di colonproctologia del
Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma (Efficacia di
Anestin® Crema nel trattamento conservativo della trombosi
emorroidaria), con scopo di rilevare l’efficacia del prodotto sulla
remissione della distrofia e dell’edema legati alla trombosi
emorroidaria e valutare le eventuali differenze riguardanti la
sintomatologia algica e l’utilizzo di antidolorifici, ha evidenziato
positivi risultati in tollerabilità, controllo della flogosi e ripristino
dell’omeostasi locale in termini di dolore e distrofia. “Anestin® crema
è stata ben tollerata dalla grande maggioranza dei pazienti affetti da
trombosi emorroidaria cui è stato somministrato. Si è dimostrato
efficace già dopo due settimane di trattamento, nella maggior parte
dei pazienti, nel controllo della flogosi e nel ripristino dell’omeostasi
locale in termini di dolore (7 vs. 10 pazienti del Gruppo Controllo) e
distrofia (4 vs. 6 pazienti del Gruppo Controllo). Durante il periodo
dello studio nessun paziente del Gruppo Anestin® Crema è ricorso
all’utilizzo di ulteriori farmaci ad azione antinfiammatoria-anestetica
locale. I benefici ottenuti sembrerebbero attribuibili alla tollerabilità,
all’efficacia ed alle intrinseche caratteristiche dei principi attivi
contenuti in Anestin® crema”.
L’articolata formulazione vanta, in particolare, la preziosa
associazione di: Ossido di Zinco Micronizzato (cicatrizzante, lenitivo e
protettivo), Olio di JoJoba (idratante ed emolliente non occlusivo),
Acido Jaluronico (antiedemigeno, antinfiammatorio e cicatrizzante),
Bisabololo (decongestionante e lenitivo per cute e mucose
arrossate), Pantenolo (disarrossante ed idratante), Allantoina
(idratante, emolliente, riepitelizzante ed antimicrobica), Vitamina E
(lenitiva, antiprurito ed antiossidante), Vitamina A (idratante e
lenitiva), Vitamina F (effetto barriera ed idratante) Trealosio
(iperidratante).
L’effetto orchestra che si realizza attraverso l’azione sinergica dei
componenti di Anestin® Crema consente di dare sollievo immediato
a cute e mucose sofferenti anche in presenza di ragadi.
Dermatologicamente testata, in vendita in farmacia nel formato da
50 ml.
9
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
Dietro la mascherina
Con l’occupazione militare di Roma da parte delle truppe di Raffaele
Cadorna, il 20 settembre del 1870, gli sviluppi della politica italiana
non lasciano estranei alle vicende politiche né gli ospedali, né i
ministri dell'assistenza spirituale. La prima legge del nuovo Governo
è quella sulle Opere Pie. Il Governo la pubblica nella Gazzetta
Ufficiale del 29 gennaio 1871: tutte le opere pie vengono sottratte
all’autorità ecclesiastica e poste sotto l'immediato controllo dello
Stato e tra queste anche l’Ospedale S. Spirito di Roma. La reazione
dell’ambiente ecclesiastico è violenta, ma senza alcun esito. Non
appena il governo di Vittorio Emanuele II si insedia al Campidoglio,
viene nominata una Giunta Municipale provvisoria che a sua volta
individua il dr. Diomede Pantaleoni Commissario degli Ospedali,
senza darne comunicazione né al Commendatore del S. Spirito né alla
Commissione degli ospedali di Roma. Si conta un aumento della
popolazione e il costo della vita notevolmente accresciuto. Vengono
a mancare sia le sovvenzioni Pontificie sia i lasciti dei benefattori. E,
nonostante gli aiuti economici della Provincia e del Comune,
l’ospedale è sempre più oppresso dai debiti, tanto da arrivare a
vendere i fondi terrieri di Manziana, di Santa Marinella e delle aree
limitrofe. L’Istituto, che per secoli aveva accolto gratuitamente ogni
malato povero che vi si presentava, è costretto a interrompere questa
tradizione. Significative le differenze tra i periodi 1861-1870 e
1871-1879, relativamente al numero d’infermi entrati
nell’Arcispedale e del numero dei decessi. Dallo studio delle
statistiche dell’epoca, emerge che dopo il 1870 vi sono state
trasformazioni nelle modalità di conduzione della struttura
ospedaliera che hanno portato a ridurre i decessi anche a fronte
dell’incremento del numero di infermi entrati. Un miglioramento
dell’efficienza assistenziale dovuto all’introduzione del concetto di
prevenzione, di diagnosi e di cura: vengono affrontate problematiche
riguardanti l’assistenza sanitaria, dall’igiene, alla necessità di attenersi
ai protocolli farmaceutici, alla pratica medica, all’istruzione sanitaria;
si moltiplicano i luoghi di cura, nascono le prime accademie mediche
e le scuole ospedaliere, si codificano le spese sanitarie nel rispetto del
principio dei costi e dei benefici; si pubblicano le prime statistiche e le
prime note di nosografia e di demografia. Ma come si è arrivati a tutto
questo? Un viaggio nel passato, aiuterà a capire quali caratteristiche
contraddistinguono l’Ospedale S. Spirito dagli altri. …una leggenda
narra che Papa Innocenzo III avesse avuto un sogno da incubo nel
quale immaginava che alcuni pescatori, intenti nel recupero delle reti
gettate nel Tevere tra la Mole Adriana ed il vecchio Ponte Neroniano,
trovassero impigliati tra le maglie delle reti dei corpicini di neonati,
buttati nel fiume da donne desiderose di sopprimere il frutto della
colpa. Al risveglio, il Papa ordina che in quel sito sorgesse un grande
rifugio per gli innocenti derelitti e volle che lo stesso accogliesse
fanciulle prive di famiglia e bisognosi. Nasce così, nel 1198, accanto
alla basilica di San Pietro, l’Ospedale S. Spirito in Saxia. Prima
costruzione in Europa realizzata come ospedale sin dalla sua
progettazione in un’area un tempo occupata dalla "Schola Saxorum",
ospizio per assistere pellegrini in visita a San Pietro. Da qui
l'appellativo "in Saxia", di cui l'ospedale si fregia fin dalle origini. La
grande innovazione dell’ospedale è aver destinato all’accoglienza dei
malati un ampio numero di posti letto, fino a 300,
contemporaneamente all’assistenza di un grande numero di
indigenti, fino a 1.000, sotto forma di cibo, vesti, denaro e cure
L'ospedale Santo Spirito ai primi del novecento
La ruota degli esposti
Le radici
dell’assistenza
sanitaria
Massimo Mongardini MD, PhD
Dipartimento di Scienze Chirurgiche
Policlinico Umberto I - La Sapienza - Università di Roma
Roma Capitale. L’assistenza sanitaria nel più grande spedale
dell’urbe L’Arcispedale S. Spirito in Saxia è il titolo dello studio di
prossima pubblicazione sulla storia dell’assistenza sanitaria in
Italia. Ad illustrare alcuni passaggi fondamentali gli autori:
Silvia Mattoni, Massimo Mongardini e Marco Scarnò.
6
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
ambulatoriali. Altra peculiarità, l’assistenza agli infanti abbandonati.
La struttura garantiva l’istruzione fino alla sistemazione lavorativa per
i fanciulli e il matrimonio per le fanciulle, addirittura con dote. Tutti i
proietti di Santo Spirito divenivano di diritto cittadini romani e
considerati ‘non figli di ignoti’ a tutti gli effetti di legge, civile ed
ecclesiastica. Per gestire il nuovo modello assistenziale, nel 1204 Papa
Innocenzo III e Guido di Montpellier decidono di stilare una ‘regola’,
approvata poi da Papa Gregorio IX nel 1228, ricca di ben oltre 100
articoli, che prevede tutte le fasi dell’assistenza agli infermi: un
moderno codice di comportamento che rimarrà in vigore nei secoli
successivi, ampliandosi e adattandosi alle evoluzioni della struttura.
Nel 1476 - 78, il primitivo edificio innocenziano di stile medioevale,
per volere di Papa Sisto IV, da cui “Ospedale Sistino”, lascia il posto
alla più moderna e funzionale struttura rinascimentale dell’architetto
Baccio Pontelli, rimasta immodificata fino ai nostri giorni. Le tecniche
assistenziali sono innovative per l’epoca: il problema della
sistemazione degli infermi durante le epidemie, come colera, peste,
influenza, tubercolosi, è affrontato per la prima volta con la
realizzazione di reparti di isolamento e la sperimentazione
farmacologica. Da ricordare l’uso della corteccia di china per la cura
delle febbri palustri come la malaria, patologie tragicamente presenti
nelle campagne romane. Il 1870 è un periodo di profondi
cambiamenti politici e medico-scientifici: la malattia non è più una
dannazione per il singolo e una punizione divina, ma un evento
sociale da affrontare collettivamente con la garanzia anche
economica dello stato. E’ significativa l’esperienza sanitaria in questo
frangente della Roma papalina, fulcro del cambiamento, testimone
del passaggio dalla tradizione assistenziale operata grazie alla
beneficenza di pochi e dalla benevolenza ecclesiastica alla gestione
centralizzata del nuovo Stato. La storia dell’Arcispedale di Santo
Spirito in Saxia è in questo senso paradigmatica: struttura privilegiata
di analisi dei tratti di un cambiamento destinato ad incidere
profondamente nel tessuto sociale del Paese.
Anno 2011 - Numero 2
H.R.A. High Resolution Anoscopy
L’anoscopia ad alta risoluzione o HRA è una procedura diagnostica
che sta prendendo sempre più piede sui pazienti con citologia anale
anomala tipica del carcinoma HPV, tumore relativamente raro e più
frequente - per configurazione anatomica - nelle donne che negli
uomini. È una patologia oggi in aumento in entrambi i sessi per il
cambiamento delle abitudini sessuali, ma soprattutto per l’aumento
di incidenza nei soggetti considerati ad alto rischio: uomini omo e
bisessuali e pazienti HIV infetti.
Analogamente all’indagine diagnostica del cervicocarcinoma,
l’Anoscopia ad Alta Risoluzione si esegue utilizzando il colposcopio
ginecologico, un particolare microscopio che visualizza cute e
mucose con ingrandimenti da 5X a 40X illuminandole con un fascio
di luce. Le lesioni cutanee generalmente si posizionano nella
giunzione anorettale. La dilatazione delle pareti anali facilita
l’iniezione di una sostanza reagente (acido acetico al 3% e soluzione
di lugol) che aumenta la visibilità dei tessuti anali anomali come la
displasia anale e permette di “fotografare” le lesioni con il
colposcopio. Ove necessario consente anche un prelievo bioptico.
La procedura si esegue in ambulatorio e generalmente dura circa 15
minuti. È normalmente poco dolorosa e rischi significativi come
sanguinamenti o infezioni sono molto rari. Durante l’esame si può
eseguire anche l’esplorazione digitale.
Sapi Med ha realizzato un anoscopio dedicato disponibile nella
versione sterile e non sterile, lungo circa mm. 55, con un diametro di
mm. 23 e serigrafato. La particolare conformazione consente
un’Anoscopia ad Alta Risoluzione (H.R.A.: High Resolution Anoscopy)
fornendo un’ottima visione circonferenziale.
La redazione
di SIUCP News aspetta il tuo contributo!
Caro collega,
potrai inviare alla Redazione di SIUCP News i tuoi Casi Clinici.
Scarica le modalità di stesura e di invio dal sito societario www.siucp.org
La Dead line del prossimo numero è il 5 settembre 2011
7
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
Una finestra sulla SIUCP
A tal fine utilizzeremo la metodologia dell’HTA per validare la
procedura anche dal punto di vista economico.
Presentazione
Registro Appendicectomia Laparoscopica
La Tua partecipazione sarebbe importante per tutta la comunità
scientifica.
Angela Pezzolla
L’iscrizione al Registro è molto semplice:
Policlinico di Bari
Coordinatore Registro Appendice
> Collegati al sito www.registroappendicectomia.it
> Accetta il certificato di protezione proposto
> Compila il form di registrazione
Ci auguriamo il Tua attivo coinvolgimento per tutta la durata del
progetto.
Un cordiale saluto
e-mail: [email protected]
Angelo Stuto
Presidente SIUCP
Angela Pezzolla
Coordinatore Registro Appendice
Caro Collega,
con la presente desidero, anche a nome dei Presidenti delle Società
SIC, ACOI, SICE, portare alla Tua attenzione il comune progetto
inerente una raccolta dati sullo stato dell’arte dell’appendicectomia
in Italia.
La patologia è estremamente diffusa ogni realtà ospedaliera, da
quella di periferia a quella centrale di riferimento, con importanti
implicazioni epidemiologiche ed economico-sanitarie sull’intero
territorio nazionale.
8
Oltre 50.000 sono gli interventi che vengono eseguiti ogni anno in
Italia e nonostante le adeguate evidenze cliniche (minori
complicanze e infezioni del sito chirurgico, riduzione delle appendici
bianche, minor dolore post-operatorio, durata della degenza più
breve), solo il 25% risulta essere eseguito in laparoscopia. Il
trattamento laparoscopico è ancora molto dibattuto per ciò che
riguarda indicazioni, tecnica, incidenza e gestione delle complicanze.
Nel 2009 sono state presentate le Linee Guida a cura della
Commissione Giovani dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri
Italiani. Sono stati valutati ben 732 lavori scientifici opportunamente
“filtrati” e portati all’attenzione della Consensus Conference, il cui
elaborato è stato formalizzato con un testo e validato da 21 esperti e
successivamente sottoposto a revisori esterni e interni ad ACOI.
Il Registro che la SIUCP ha strutturato ha come obiettivi:
.
.
Valutazione di sicurezza ed efficacia dell’appendicectomia
laparoscopica in urgenza ed elezione
Valutazione della diffusione della procedura chirurgica sul
territorio italiano.
Il Registro ha certamente l’obiettivo di convalidare l’evidenza clinica
esistente ma in un sistema sanitario costantemente sotto la
pressione di tagli alla spesa sanitaria è fondamentale optare per una
tecnica economicamente sostenibile.
SEGRETERIA SIUCP
Tel / fax
+39 06.45422450
(Diretto int. 211)
E-mail:
[email protected]
Orario
Lun - Ven: 10.00 - 13.00 / 14.00 - 18.00
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
LetteradelPresidente2011/2013
Cari Soci,
dopo la lettera di presentazione del mio mandato presidenziale e
della “squadra” che ho pensato, assieme ad altri, ci possa aiutare, ho
avuto molti colloqui telefonici con alcuni di voi, spesso delusi. Credo
di dovermi spiegare meglio, nell’ottica di quella trasparenza ed
onestà che hanno accompagnato tutta la mia vita e mi sono state
riconosciute da tutti.
Come in tutte le società scientifiche ci apprestavamo a preparare una
lista di candidati, correlata al programma, da proporre ai soci come
indicazione elettorale non vincolante del consiglio per le elezioni.
Desideravo perseguire la via della proposta diretta per chiarezza,
soprattutto per evitare le campagne elettorali non palesi, che creano
scontenti e divisioni. In un incontro ristretto erano stati indicati una
dozzina di nomi di cui discutere il giorno successivo in consiglio,
durante il quale venne, al contrario, proposto, e deciso, di invitare
tutti i soci a presentare l’eventuale candidatura.
Sono giunte tantissime candidature, incredibilmente numerose in
rapporto al numero dei soci e in confronto alle altre società, ma credo
che il metodo potesse essere buono, se gestito bene e per tempo,
con un attento vaglio delle candidature e colloqui con i candidati ed
i gruppi che potevano rappresentare. Purtroppo nessuna
candidatura è mai stata vagliata perché da allora il consiglio non si è
più riunito, nonostante ci fossero più di due mesi di tempo, sempre
per i più diversi motivi.
A sette giorni dalle elezioni, e con più di venticinque candidati, è
ovvio che l’assenza di una decisione del consiglio penalizza e mette
in difficoltà il presidente eletto, che non può dare risposte alle
domande ed alle aspettative dei soci e dei candidati. Ho ritenuto mio
dovere, pertanto, proporre comunque una lista di persone che mi
aiutassero a realizzare il programma, come unica soluzione possibile
per fare chiarezza e porre fine al passaparola telefonico, e mi sono
riferito praticamente alla lista stilata nell’incontro ristretto di cui
sopra.
Dato il pochissimo tempo a disposizione ho condiviso questa
squadra con il presidente in carica Angelo Stuto, con il candidato
unico alla presidenza Alfonso Carriero, supportati da tanti amici
storici della SIUCP, che tanto continuano a fare per la società anche
contro il loro personale interesse, cercando di tener conto delle
esigenze di chi non era in accordo, e proponendo a tutti un passo
indietro, soprattutto nell’imporre veti alle candidature per motivi
personali.
Ora parliamo del programma e della squadra.
Quando venni eletto, quattro anni fa, non avevo partecipato
attivamente alla vita societaria, anche se ero iscritto e venivo sempre
invitato da Roberto Villani al suo Congresso a Milano. Roberto ed altri
amici mi proposero di candidarmi a presidente per il biennio
2011-2013 per iniziare un cambiamento nella società, che avrebbe
dovuto essere preparato nei quattro anni precedenti. Da un lato mi
venne chiesto di bilanciare l’anima proctologica della SIUCP con una
componente più propriamente colorettale e laparoscopica, dall’altro
di intrattenere migliori rapporti con le altre società scientifiche
italiane e straniere e di ridurre o azzerare il livello di conflittualità con
la SICCR. Ho accettato perché condivido questo programma, la cui
piena realizzazione ritengo indispensabile per la vita della società
stessa.
La SIUCP è nata, purtroppo, da una scissione e delle sue cause (che
non giudico perché non vivevo attivamente la vita societaria pur
essendo socio) si è nutrita spesso e ne ha risentito. Nel corso degli
anni ha diminuito l’attenzione alla componente culturale storica di
chirurgia anorettale e del pavimento pelvico per concentrarsi
soprattutto sullo sviluppo di una nuova tecnica ed alla sua difesa. Le
conseguenze, non volute, sono state il progressivo isolamento
culturale e dei rapporti intersocietari che ha provocato un certo
distacco di molti soci importanti appartenenti a gruppi
multidisciplinari della perineologia ed il raffreddamento dei rapporti
con le società scientifiche italiane, ma soprattutto internazionali,
quali la società di chirurgia colorettale europea, ai cui congressi non
siamo mai invitati se non a livello individuale.
Per ovviare a questa situazione qualcosa abbiamo cercato di fare in
questi quattro anni: Angelo Stuto ha intrattenuto rapporti con le
società internazionali ed italiane, ed ha accettato, con l’approvazione
del consiglio, di partecipare al congresso unitario di Roma 2012 delle
società scientifiche chirurgiche. Enzo Landolfi e Roberto Villani
hanno riallacciato i rapporti con la SICCR, ed oggi siamo invitati ai
loro congressi come Villani invita loro al suo di Modena. Molti soci,
rimasti comunque iscritti nonostante l’insoddisfazione, hanno
manifestato il loro disappunto per la perdita della rivista DCR, che
veniva inviata in abbonamento; per giunta abbiamo instaurato
pessimi rapporti con il suo editor (non esente da colpe peraltro) e
non abbiamo potuto allacciarne di nuovi con Nicholls (e con
Colorectal Disease) nonostante la sua disponibilità; ci sono, infine,
forti pressioni per non partecipare al congresso unitario con la
motivazione di non “regalare la società ad altri”.
Non mi sento di imputare nessuna responsabilità ai consiglieri,
colleghi onesti costruttivi ed educati, se non prima assumendomi
tutte le mie per non aver saputo condurre il confronto diversamente,
per il poco che mi competeva in questi quattro anni passati, e per
non aver saputo difendere i colleghi quando i problemi non erano
societari ma personali. La necessità che ho avvertito, e non solo io, è
quella di un cambiamento di clima, con l’ingresso in consiglio di
persone nuove, in grado di allargare gli orizzonti e non legate ad una
storia, anche di persone, che può condizionare nell’atteggiamento e
nella decisione.
A questa logica sono dovute le candidature proposte di Pezzolla,
Brescia, Buccianti, Crafa, Palazzini, Pignata, colleghi che
innegabilmente possono dare tantissimo alla società anche se non
hanno partecipato alla sua vita storica come, invece, altri hanno fatto.
Ma la scelta riguarda il futuro immediato e la necessità di
cambiamento che tanti avvertono. La continuità con la storia della
SIUCP è stata mantenuta dalle candidature di Ferulano (già tesoriere
e testimone del passaggio del vecchio consiglio), Capomagi, Lenisa,
Renzi, soci sempre attivi e propositivi di indiscusso valore, e con la
presenza in consiglio del past president Angelo Stuto e dell’unico
candidato alla futura presidenza Alfonso Carriero.
Con un numero di candidature così alto è logico che esistano
delusioni e scontento, a buon diritto per il valore delle candidature,
ma spero che chi si è candidato voglia comunque lavorare insieme
per il bene della società, sia che venga eletto o no, come decideranno
i soci. La collaborazione è il mio credo, fatto di confronti anche aspri
ma sempre sinceri e trasparenti, di condivisione di cultura e di idee
senza mai imposizioni come tutti sapete. Ed in quest’ottica
proporremo la modifica dello statuto per ridurre il mandato dei
consiglieri a soli due anni, così da favorire il cambiamento, convinti
che molte persone abbiano le qualità, il disinteresse e lo spirito di
sacrificio per essere utili alla società.
Forse avrei dovuto scrivere questa mail/lettera prima. La scrivo ora
perché so di doverlo a me stesso ed a voi, per il mandato che mi avete
assegnato e che mi impone, comunque ed in qualunque condizione,
di portare avanti il cambiamento che in molti vogliamo.
A presto, Pinuccio
9
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
In primo piano
Guida alla stesura di
un articolo scientifico
seconda parte
Ivano Nigra
Dirigente Medico ASL-AL – Presidio di Valenza
Unità Chirurgia Generale e Day-Surgery
Coordinatore UCP
Partendo dal presupposto fondamentale che tesi, ipotesi, metodi e
risultati siano “giusti” non ci dovremo stancare di revisionare
criticamente e con un pizzico di ironia la nostra bozza: gli errori sono
sempre in agguato e ogni paragrafo ha sicuramente un modo
migliore di essere strutturato.
Ecco una ironica guida per evitare i più comuni e grossolani “errori”:
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
10
Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi
Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando sembra
indispensabile) interrompe il filo del discorso
Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa;
ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione
inutile di qualcosa che il lettore ha già capito)
Attenzione alla troppa enfasi! Sii parco con gli esclamativi!
Non andare a capo troppo spesso.
Almeno,
evitalo quando non serve.
Una frase compiuta deve avere
Cura puntiliosamente l’ortograffia
Metti, le virgole, al posto giusto
Usa le virgolette il meno possibile: non è “fine”
Non si apostrofa un’articolo indeterminativo
Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di
parole possibile, evitando frasi lunghe – o spezzate da incisi che
inevitabilmente confondono il lettore poco attento – affinché il
tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento
dell’informazione che è certamente (specie quando è inutilmente
farcito di precisazioni inutili) una delle tragedie di questo nostro
tempo dominato dal potere dei media.
La Bibliografia
I riferimenti bibliografici costituiscono una componente essenziale
della letteratura biomedica. Una bibliografia ben strutturata
sicuramente sarà in grado di supportare gli argomenti sostenuti dagli
autori, fornirà un utile indicazione per ulteriori approfondimenti e
mostrerà il “percorso” che gli autori hanno seguito per confrontare i
loro nuovi dati con quelli già esistenti.
Se una bibliografia è ben strutturata, i lettori potranno facilmente
accedere agli articoli citati: ne deriva logicamente che maggiore è
l’accuratezza bibliografica, più agevole sarà il lavoro di consultazione
e confronto dei vari lavori.
Per capire inoltre a fondo i meccanismi che regolano la strutturazione
della bibliografia è importante anche conoscere il mondo delle
pubblicazioni scientifiche: esistono infatti numerosissime testate di
riviste professionali ed ognuna ha un suo proprio “peso” nella
letteratura mondiale. Va da sè che un articolo comparso su “The
Lancet” avrà un peso (e quindi una considerazione) molto maggiore
che non un lavoro comparso su “Bollettino dell’Ospedale di
Vattelapesca”, oppure di una semplice comunicazione ad un
congresso a carattere locale. Altresì, è molto importante saper citare
le fonti in un modo che sia universalmente riconoscibile e
formalmente accettato. Ogni rivista nelle sue norme per gli autori
sottolinea la metodica preferita con severità e rigore. Il metodo più
diffuso nelle pubblicazioni scientifiche è il cosiddetto “Vancouver
Style”.
Dal 1978, ogni anno l’International Committee of Medical Journal
Editors (ICMJE) si riunisce per la revisione dei suoi Uniform
Requirements for Manuscripts Submitted to Biomedical Journals.
Sono ormai più di 500 le riviste scientifiche internazionali che oggi
adottano questo standard.
In dettaglio:
nel corpo del testo viene indicato un numero progressivo in apice,
riferito al nome dell’Autore citato; la progressione numerica tiene
conto dell’ordine cronologico di citazione e non alfabetico. La forma
della citazione nel corpo del testo sarà quindi di questo tipo: “...come
risulta da alcuni recenti studi2.” Tale numerazione progressiva
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
ricondurrà in maniera cronologica ed univoca alla citazione
bibliografica di esempio:
2) Annas GJ. Reefer madness-the federal response to California's
medical-marijuana law. N Engl J Med 1997;337:435-9
Più dettagliatamente, lo stile Vancouver stabilisce che si scriva
dapprima il cognome di ogni singolo autore, seguito dalle iniziali
senza punto (dopo l’eventuale sesto autore si può inserire la dicitura
“et al.”), quindi si inserisca il titolo del lavoro per esteso (con iniziale
maiuscola solo per la prima parola del titolo), seguito subito dal
nome della rivista o della testata, in formato abbreviato e senza
punti; seguirà quindi il titolo del volume o dell’articolo, infine i
numeri di pagina (nell’eventuale intervallo non si ripeteranno le
centinaia o decine, se invariate: ad es. 123-6 e non 123-126).
Alcuni indispensabili accorgimenti:
.
.
le riviste vanno citate in forma abbreviata così come riportato
nell’Index Medicus. La National Library of Medicine pubblica la List
of the Journals Indexed.
è buona norma non citare nel nostro lavoro degli articoli non
ancora pubblicati, in attesa di approvazione o comunque non letti
in maniera approfondita e completa (si corre il rischio di citare
articoli a favore che in realtà smentiscono il nostro lavoro).
Anno 2011 - Numero 2
I lavori citati sempre più spesso vengono tratti da Internet: è bene
precisare le grandi differenze tra un lavoro “stampato” ed uno
pubblicato su un sito Internet. Innanzitutto un documento cartaceo è
immutabile, mentre sovente testi e fonti presenti in Rete possono
essere modificati anche in maniera rilevante, confondendo i
ricercatori. Spesso ciò che si trova in rete è anche stato stampato
oppure è frutto di “copia ed incolla” di altri lavori: attenzione
estrema!
Se con il Vancouver Style si è cercato di uniformare le citazioni per il
materiale stampato, per internet il discorso è molto diverso: spesso è
difficile risalire persino a data ed autore, pertanto sarà bene
approfondire le nostre investigazioni in Rete, fino ad ottenere per
ogni fonte citata almeno il nome degli autori, luogo di pubblicazione,
editore, data.
Quando non si reperisce l’autore, potremo contattare il webmaster
del sito, sperando in una risposta esauriente. Dovremo senz’altro
segnalare l’URL (indirizzo internet) della pagina dove abbiamo
reperito il testo da citare, il titolo della pagina (sulla barra del
browser), segnaleremo anche quando la pagina è stata pubblicata,
creata o comunque consultata l’ultima volta, segnaleremo anche chi
è responsabile del sito e la lunghezza approssimativa del testo che
vogliamo citare (numero di pagine, di schermate, di foto ed immagini
- con dimensioni in pixel - e così via).
Naturalmente ogni rivista potrà indicare norme anche molto diverse
dal Vancouver classico, è bene quindi informarsi in anticipo per non
dover rifare da capo un lavoro improbo (il passaggio ad esempio tra
11
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Vancouver ed Harvard Style non è assolutamente facile e può
richiedere molto tempo).
Numerosi siti web riportano esempi di citazioni e trattazioni più o
meno approfondite sull’arte della bibliografia e delle sue regole: una
semplice ricerca sui principali motori vi potrà fornire in brevissimo
tempo una serie di indicazioni utili ed aggiornate per potervi
districare in questo complicato mondo in continua evoluzione.
Grafica e dintorni
Ancora due brevi parole sull’impaginazione del vostro lavoro: se la
parte più “scientifica” dell’articolo vi è sembrata dura, la parte
“grafica” potrebbe risultarvi impossibile. Osservando le belle pagine
stampate delle più prestigiose riviste attuali, noterete senz’altro una
accuratezza grafica impressionante. Ebbene, è tutto studiato da
esperti per rendere la rivista stessa accattivante, assertiva, di impatto,
unica ed immediatamente riconoscibile. Lasciarsi intimorire da
questa perfezione stilistica è comprensibile, soprattutto per autori in
erba, ma qualche considerazione può favorirci.
La veste grafica definitiva è opera dei grafici e dei tipografi: il vostro
studio verrà quindi manipolato e trasformato per adattarlo agli
standard di ogni singola pubblicazione e probabilmente il risultato
finale sarà molto diverso da ciò che avete inviato.
Massima attenzione, quindi, alle indicazioni fornite dalle singole
redazioni: la sezione “norme per gli autori” è la legge alla quale
dobbiamo sottoporci. Avremo cura, quali potenziali scrittori di
articoli, di aggiornarci su metodi di scrittura, di impaginazione, di
formati di immagini e tabelle, e degli strumenti di pubblicazione e
stampa. Almeno un’infarinatura è essenziale per presentare il nostro
lavoro in modo decente e rispettoso dei parametri indicati.
. Per scrivere il testo sono molti i programmi utilizzabili, ma quasi
universalmente vi verrà richiesto di inviare un file in formato .DOC
(utilizzato da Microsoft Word© ma divenuto lo standard
mondiale); esiste anche la sua variante .DOCX (creata da Word
2007 o versioni superiori) che è purtroppo incompatibile con i
programmi che leggono solo .DOC: ricordiamoci, durante la
scrittura, di utilizzare il formato giusto.
.
12
.
.
Carattere, interlinea, spaziatura, rientri, tabulazioni, margini e via
discorrendo, sono parametri che interessano poco: alla fine, il
grafico rivoluzionerà tutto. Rispettate comunque scrupolosamente
le indicazioni e NON tentate di impaginare voi il lavoro: sarebbe
uno spreco di tempo vostro e del grafico. Vi si richiede solamente
di inviare un lavoro corretto dal punto di vista grammaticale e
sintattico; in questo aspetto è davvero fondamentale porre la
massima attenzione.
Per le immagini in genere si richiedono formati detti “compressi”
(.JPG o .PNG) che sono molto diffusi (per intenderci, vengono
prodotti anche dalla vostra fotocamera digitale o dallo
smartphone). Attenti alle indicazioni, comunque: possono venire
richieste immagini “scalabili” o “vettoriali” tipo .AI (di Adobe
Illustrator©) o .PDF (di Adobe Acrobat©). Anche se il grafico potrà
“correggerle”, per ogni evenienza non esitate a contattare sia la
redazione della rivista stessa o un vostro grafico-tipografo di
fiducia (anche se spesso i nostri figli sanno toglierci dall’impiccio
in dieci secondi!). L’essenziale è che le immagini siano realizzate
con una buona inquadratura, una buona risoluzione (almeno 3-5
megapixel ed almeno 300-600dpi in codifica colore CMYK:
Anno 2011 - Numero 2
controllate la vostra attrezzatura e chiedete delucidazione ai vostri
esperti), un equilibrio cromatico (che non abbiano fastidiose
dominanti di colore) e una ottima nitidezza. Le immagini sono la
PRIMA cosa che l’occhio percepirà aprendo la pagina della rivista:
se saranno indecenti, il giudizio del lettore sarà enormemente
influenzato.
.
Le tabelle ed i grafici saranno in formato .DOC se scritti con Word©
o simili, oppure in formato .XLS se costruiti con Microsoft Excel ©
(un altro standard mondiale); talvolta vengono richiesti in formato
.PDF, che è scalabile. Anche per le tabelle vale il discorso del testo:
non impaginate voi; il grafico della rivista farà il lavoro finale.
Tabelle, grafici ed illustrazioni avranno una collocazione nella
pagina che dovrà rispettare le esigenze tipografiche, ma ponete
nel testo delle indicazioni di riferimento (es. la dicitura “vedi fig. 2”,
che rimanda ad una specifica immagine che avete allegato) di
modo che il grafico possa impaginare nell’ordine desiderato
dall’autore.
Alcuni frequenti errori da evitare
Le doppie o multiple spaziature (attenti quando scrivete), le
tabulazioni effettuate con gli spazi invece che con il tasto TAB (gli
spazi sono “elastici” invece il TAB è fisso), gli accenti “costruiti” (mai
scrivere “e’“ al posto del più corretto “è”), la punteggiatura non
seguita da uno spazio (esempio: “risultato.Poichè” - il programma
non riconosce le singole parole ed altera le spaziature automatiche),
le parentesi e gli spazi (qui ne vedete l’utilizzo corretto –
spazio/parentesi aperta/lettera e lettera/parentesi chiusa/spazio o
punteggiatura).
Può essere mortificante dover ricordare accorgimenti simili ma,
credetemi, il riscontro di errori simili è estremamente frequente e
rende la vita del grafico davvero difficile.
Buon lavoro!
Bene, ora l’articolo è pronto per essere inviato. Vi sarebbe ancora
molto da dire sulle modalità di invio, sulle procedure di
accettazione/rifiuto/revisione, sulle ordinazioni di stampe e sulla
ricerca sugli indici e motori internazionali: tutto questo potrebbe
essere argomento di una prossima serie di pubblicazioni.
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
Una finestra sulla SIUCP
Review
Roberto Paolo Iachetta
Nuovo Ospedale Civile di Sassuolo (MO)
Colonic stenting versus emergency surgery for acute left-sided
malignant colonic obstruction: a multicenter randomised trial
Jeanin E van Hooft, Willem A Bemelman, Bas Oldenburg, Andreas W Marinelli,
Martijn F Lutke Holzik, Marina J Grubben, Mirjam A Sprangers,
Marcel G Dijkgraaf, Paul Fockens, for the collaborative Dutch Stent-In study group
Lancet Oncol. 2011 Apr;12(4):344-352
ABSTRACT
Introduzione: Inserire uno stent colico come ponte verso una
chirurgia di elezione è un’alternativa nei pazienti con un’occlusione
colica acuta, ma il suo beneficio non è certo. Noi puntiamo a stabilire
se posizionare uno stent colico ha migliori risultati rispetto ad
eseguire un intervento in urgenza.
Metodo: Sono stati arruolati da 25 ospedali olandesi tutti i pazienti
con un’occlusione intestinale da cancro del colon sinistro e sono stati
assegnati random (1:1 ratio) ad avere il posizionamento dello stent
come ponte verso una chirurgia in elezione o ad essere sottoposti a
chirurgia in urgenza. La sequenza di randomizzazione è stata
generata tramite computer in maniera bloccata e stratificata nei vari
centri; l’assegnazione del trattamento è stata nascosta tramite l’uso di
un’applicazione web. Gli investigatori ed i pazienti sono stati
informati sull’assegnazione del trattamento. La valutazione primaria
è stata lo stato di salute medio durante il follow-up di sei mesi, che è
stata valutata con la subscala QL2 del questionario sulla qualità di vita
dell’Organizzazione Europea per la ricerca e il Trattamento del
Cancro
(EORTC
QLQ-C30).
L’analisi
è
stata
basata
sull’intention-to-treat. Questo studio è registrato, numero
ISRCTN46462267.
Risultati: Tra il 9 Marzo 2007 e il 27 agosto 2009 98 pazienti sono stati
assegnati per ricevere lo stent colico (n=47) o la chirurgia d’urgenza
(n=51). Due successive analisi temporanee hanno mostrato un
incremento nella morbidità a 30 giorni nel gruppo dello stent colico,
con un incremento del rischio assoluto di 0.19 (95% CI -0.06 a 0.41)
nell’analisi dei primi 60 pazienti (14 di 28 pazienti riceventi uno stent
colico vs 10 di 32 riceventi la chirurgia d’urgenza), e un incremento
assoluto del rischio di 0.19 (-0.01 a 0.37) nell’analisi dei primi 90
pazienti (23 di 47 pazienti vs 13 di 43). In accordo con il consiglio della
commissione monitorante la sicurezza, lo studio è stato sospeso il 18
Settembre 2009 e terminato il 12 Marzo 2010. All’analisi finale di 98
pazienti, lo stato medio globale di salute durante il follow-up è stato
di 63 (SD 23.8) nel gruppo dello stent colico e 61.4 (SD 21.9) nel
gruppo della chirurgia d’urgenza; dopo l’adattamento dei valori base,
lo stato globale di salute non differisce tra i due gruppi di trattamento
(-4.7; 95% CI -14.8 a 5.5, p=0.36). Nessuna differenza è stata registrata
tra i gruppi di trattamento in mortalità a 30 giorni (differenza di
rischio assoluto –0•01, 95% CI –0•14 a 0•12, p=0•89), mortalità globale
(–0•02, –0•17 a 0•14, p=0•84) morbidità (– 0•08, –0•27 a 0•11, p=0•43)
e il tasso di stomia all’ultimo controllo (0•09, –0•10 a 0•27, p=0•35).
Tuttavia, il gruppo della chirurgia in urgenza ha un maggior tasso di
stomie subito dopo il primo intervento(0•23, 0•04 a 0•40, p=0•016) e
una ridotta frequenza di problemi correlati con la stomia (differenza
tra i due gruppi –12•0, –23•7 a –0•2, p=0•046). Gli eventi avversi seri
più comuni sono stati ascessi (3 nel gruppo dello stent colico vs 4 nel
gruppo della chirurgia d’urgenza) perforazioni (6 vs 9) e leak
anastomotici (5 vs 1) e i più comuni eventi avversi sono stati la
polmonite (3 vs 1) e l’infezione delle ferita (1 vs 3).
Conclusioni: Lo stent colico non ha vantaggi clinici decisivi rispetto
alla chirurgia d’urgenza. Potrebbe essere usato come un trattamento
alternativo in un sottogruppo ancora non definito di pazienti
sebbene con cautela per il rischio circa la diffusione tumorale in
seguito a perforazione.
REVIEW
L’uso di uno stent colico nelle occlusioni intestinali da lesione maligna è
stato descritto e valutato con buoni risultati da vari studi in letteratura
come un mezzo per tentare di evitare la necessità di un intervento
immediato potendo eseguire lo stesso in elezione e quindi in condizioni
più stabili per il paziente. Questo studio ha l’obiettivo di cercare di
comparare, in maniera statisticamente valida, la procedura in questione
rispetto all’intervento in urgenza sotto vari aspetti. La qualità di vita
durante i 6 mesi di follow-up è stata presa in considerazione come
endpoint primario utilizzando uno score adeguato. I centri arruolati
sono stati 25, il metodo statistico è ampiamente esplicitato nell’articolo.
Lo studio è stato interrotto precocemente per dei risultati che avevano
fatto temere una maggior morbidità nel gruppo dello stent. Dall’analisi
finale però non sono state ritrovate differenze significative nella
morbidità o nella mortalità oltre che nell’endpoint primario. Nelle
conclusioni gli Autori sostengono che lo stent colico non porti a dei
vantaggi rispetto all’intervento in urgenza rimanendo comunque
un’alternativa terapeutica possibile. Da stabilire ancora con precisione il
gruppo di pazienti che ne avrebbero maggiori vantaggi oltre che il
rischio di possibile diffusione tumorale in seguito a perforazione che
potrebbe avere effetti di rilievo sulla sopravvivenza.
13
Syndrome: Results of STARR Italian Registry Stapled Trans-Anal
Rectal Resection (STARR) in the Surgical Treatment of the
Obstructed Defecation
Stuto A, Renzi A, Carriero A, Gabrielli F, Gianfreda V, Villani RD, Pietrantoni C, Seria G,
Capomagi A, Talento P.
Surg Innov. 2011 Feb 8. [Epub ahead of print]
ABSTRACT
Scopo: Questo studio è stato ideato per valutare la sicurezza e
l’efficacia della STARR nel trattamento delle Sindrome da
Defecazione Ostruita ODS tramite l’analisi dei dati raccolti nel registro
italiano della STARR (SIR) con speciale enfasi sull’analisi dei sintomi e
della qualità di vita.
Metodo: I dati raccolti hanno incluso i risultati dei test preoperatori e
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
la valutazione dei sintomi: quest’ultima è stata ottenuta tramite
l’utilizzo di un mezzo appropriato come lo Score sulla Defecazione
Ostruita (ODS-S), il Severity Symptoms Score (SSS), e il Continence
Grading Scale (CGS). I dati sulla qualità di vita sono stati raccolti
tramite il Patient Assessment of Constipation Quality of Life
(PAC-QoL) e l’the Euro Quality of Life–5 Domains Visual Analogue
Scale (EQ-5D VAS). La valutazione dei sintomi e della qualità di vita
sono stati ripetuti a 6 e 12 mesi dopo la chirurgia.
Risultati: Il SIR ha raccolto dati per 2171 pazienti ( 1653 donne, 76,1%;
età media 56.2 anni; range 20-96 anni). Un miglioramento
significativo (P<.001) è stato visto in tutti gli score tra il preoperatorio
ed il follow-up a 12 mesi: ODS-S (16.7 vs 5.0), SSS (15.6 vs 2.6), CGS (2.0
vs 0.7), PACQoL (51.0 vs 22.1), e EQ-5D VAS (57.5 vs 85.7). Le
complicazioni hanno incluso l’urgenza defecatoria (4.5% a 12 mesi), il
sanguinamento (3.6%), le sepsi perianali (3.4%) e un caso di fistola
rettovaginale (0.05%).
Conclusioni: L’analisi del SIR sembra confermare che la STARR risulta
una procedura sicura ed efficace nel trattamento dell’ODS. Tuttavia,
ulteriori studi sono richiesti per valutare la stabilità dei risultati a
lungo termine.
REVIEW
Articolo che riporta l’analisi dei dati raccolti grazie al registro italiano
sulla STARR istituito dal Gennaio 2006 al fine di poter valutare la
sicurezza e l’efficacia di tale tecnica nel trattamento della Sindrome da
Ostruita Defecazione. Ampiamente spiegati nell’articolo i criteri di
inclusione e la metodologia nella raccolta dati. In tutto sono stati
analizzati 2.171 pazienti con un follow-up a 12 mesi. Particolare
importanza è stata data all’analisi della sintomatologia e della qualità di
vita nel pre e nel post-operatorio tramite l’utilizzo di numerosi score
validati. Dall’analisi dei risultati gli Autori evidenziano come tale
procedura risulti sicura, riportando un basso tasso di complicanze, e
possa essere una scelta terapeutica valida nel trattamento dei pazienti
con ODS resistente a terapia medica. Si ribadisce, tuttavia, come siano
necessari ulteriori studi per poter accertare la stabilità nel tempo dei
risultati ottenuti.
Anno 2011 - Numero 2
follow-up è stato eseguito per telefono con questionari per valutare
lo score per incontinenza e dolore, la soddisfazione, e la recidiva.
Risultati: L’età media dei pazienti è stata di 48 anni range 22-77 anni),
con un rapporto M/F di 3:1 La durata media del setone in sede è stata
di 14 mesi (range 2-40 mesi). Il range del follow-up 12 – 81 mesi (
media, 45 mesi). La tecnica della migrazione progressiva ha portato
ad una guarigione graduale del tramite fistoloso nel 75% dei pazienti
(n=18) con nessuna recidiva (il setone ha completamente completato
il suo lavoro sino alla superficie [n=9] o la migrazione è stata
sufficiente da permettere una sicura fistulotomia a completamento)
Tutti sono stai liberi da fistola. Il 25% avevano il Morbo di Crohn. Il
tasso di incontinenza riportato è stato dello 0% per le feci solide e
liquide e dell’8% (n=2) per i gas. Il 25% (n=6) ha scarsamente tollerato
il setone e una procedura alternativa è stata eseguita.
Conclusioni: Una semplice rotazione giornaliera autoindotta di un filo
di seta spesso che porta ad una migrazione progressiva del tramite
fistoloso, è una tecnica alternativa per trattare complesse fistole
trans-sfinteriche alte perianali.
REVIEW
Il trattamento delle fistole anali complesse coinvolgenti un’ampia parte
del complesso sfinteriale risulta tuttora una campo dibattuto. L’utilizzo
del cosiddetto ”setone” tagliente o lento è un approccio noto da molto
tempo ed anche frequentemente utilizzato. In questo studio
retrospettivo gli Autori vanno ad analizzare i risultati di una modifica, da
loro eseguita, al posizionamento del setone lento in casi di fistole
perianali trans-sfinteriche alte. Tale tecnica, che viene denominata
migrazione progressiva, consiste nel far ruotare al paziente
giornalmente il setone posizionato, per 360° facendo passare il nodo nel
tratto fistoloso. Questo porta nel tempo ad una progressiva migrazione
del tramite che si superficializza. Dall’analisi dei risultati tale metodica è
stata ben tollerata dai pazienti portando ad una guarigione nel 75% dei
casi con espulsione spontanea del setone o con una successiva
fistulotomia semplice, con nessuna incontinenza fecale riportata e un
2% di incontinenza ai gas.
Future indications for sacral nerve stimulation
Non-cutting setons for progressive migration of complex fistula
tracts: a new spin on an old technique
14
Gokulakkrishna Subhas & Aditya Gupta & Saravana Balaraman & Vijay K. Mittal
& Ralph Pearlman
Int J Colorectal Dis. 2011 Mar 23. [Epub ahead of print]
ABSTRACT
Scopo: Abbiamo introdotto una modifica del setone lento per le
fistole trans-sfinteriche alte che include una rotazione del setone di
360° giornalmente autoindotta, che noi chiamiamo tecnica di
migrazione progressiva. Sono stati valutati i risultati.
Metodo: Uno studio retrospettivo è stato eseguito su tutti gli
interventi per fistola anale eseguiti da un unico chirurgo colorettale
dal Gennaio 2002 al Dicembre 2007. 24 pazienti con una fistola
trans-sfinterica alta sono stati trattati con un setone lento O di seta. Ai
pazienti è stato chiesto di ruotare il setone giornalmente, un giro in
ogni direzione facendo passare il nodo nel tratto fistoloso. Il
follow-up è stato eseguito per telefono con questionari per valutare
T. C. Dudding
Colorectal Dis. 2011 Mar;13 Suppl 2:23-8.
ABSTRACT
Introduzione: Lo scopo di questo articolo è stato quello di
determinare gli effetti della neurostimolazione sacrale (SNS) sul
trattamento dell’incontinenza fecale, sulla stipsi, la sindrome
dell’intestino irritabile, sui disturbi misti urinari ed intestinali, danni
spinali e malattie neurodegenerative, sindromi dolorose e
disfunzioni sessuali.
Metodo: Una ricerca su Medline è stata eseguita includendo le parole
chiave e i titoli MeSH “sacral nerve stimulation’, ‘neuromodulation’,
‘artificial pacemaker’, ‘faecal incontinence’, ‘constipation’ e ‘anal
pain’. Inoltre studi sono stati identificati tramite i rinvii bibliografici
dagli articoli più rilevanti e dalla valutazione di recenti abstract
congressuali e protocolli.
Risultati: La SNS è stata utilizzata per il trattamento di disfunzioni
urinarie, intestinali e sessuali, come pure per dolore risultante da
alcuni disturbi, e disfunzioni derivanti da danni nervosi e patologie
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
degenerative. C’è scarsità di alta evidenza che supporta l’uso della
SNS per la maggioranza delle nuove indicazioni al momento.
Conclusioni: Sono necessari studi prospettici longitudinali di buona
qualità per determinare reali benefici della SNS. Ulteriori ricerche
sulla selezione dei pazienti , tecnica operatoria e parametri della
stimolazione per le indicazioni esistenti assicureranno un posto alla
SNS in un futuro algoritmo terapeutico dei disturbi funzionali del
pavimento pelvico.
complicazioni postoperatorie hanno incluso un'ernia incisionale nel
gruppo LAP (12.5%) e ritenzione urinaria (4.8%) , deiscenza
anastomotica (2.4%), infezione delle vie urinarie (1.6%) e atelectasia
(1.6%) nel gruppo PRS. Le recidive sono state 1 nel gruppo LAP
(12.5%) e 14 (11.4%) nel gruppo PRS.
Conclusioni: La rettopessi per via laparoscopica è una procedura
sicura e fattibile nei pazienti anziani ma porta ad un aumento nei
tempi operatori.
REVIEW
Alle indicazioni più provate per la neuromodulazione sacrale se ne
stanno aggiungendo altre quali il dolore pelvico cronico, alcune forme di
IBS, disturbi della funzione sessuale etc.. In questo articolo si espongono
i risultati di una review della letteratura sull’argomento eseguita con lo
scopo di valutare l’ evidenza scientifica che presentano al momento
queste nuove indicazioni. Dalla valutazione degli articoli presenti in
letteratura si evidenzia come al momento molte delle nuove indicazioni
della SNS presentino una bassa evidenza che si basa o su casi singoli o su
piccoli studi monocentrici.
L’Autore per tale motivo auspica che vi sia una collaborazione tra più
centri per accertare l’utilità e il rapporto costo-beneficio della SNS in
queste nuove indicazioni.
REVIEW
La resezione rettale per via perineale è una tecnica ampiamente
utilizzata nel trattamento dei pazienti anziani con prolasso rettale
esterno a tutto spessore per la sua dimostrata minor invasività rispetto
alle rettopessi per via addominale. L'introduzione della laparoscopia ha
ridotto l'invasività di quest'ultima. In questo articolo si espongono i
risultati di uno studio retrospettivo che compara la rettopessi per via
laparoscopica con sigmoidectomia (LAR) con la rettosigmoidectomia
per via perineale. Molti sono i bias di questo studio tra cui principalmente
il grande divario tra il numero di pazienti sottoposti a PSR rispetto al
gruppo LAR. Dall'analisi si evince come nel gruppo LAR via sia un
maggior tempo operatorio e maggiori perdite ematiche. Nella
valutazione del complesso dei dati gli Autori sostengono come la
rettopessi per via laparoscopica risulti comunque una tecnica adatta
anche ai pazienti anziani benchè ribadiscono come siano necessari studi
su campioni più numerosi.
Outcome of laparoscopic rectopexy versus perineal
rectosigmoidectomy for full-thickness rectal prolapse in elderly
patients
Seung-Hyun Lee • Paryush Lakhtaria • Jorge Canedo • Yoon-Suk Lee • Steven D.
Wexner.
Surg Endosc. 2011 Apr 9. [Epub ahead of print]
ABSTRACT
Introduzione: Il paragone tra l’approccio addominale e perineale per il
prolasso rettale è sempre caratterizzato da una maggior morbidità
ma migliori risultati per il primo dei due. Perciò, l’approccio perineale
viene preferito per il trattamento del prolasso rettale a tutto spessore
(FTRP) nei pazienti anziani.
Tuttavia la rettopessi laparoscopica con o senza resezione potrebbe
essere usata nei pazienti anziani e potrebbe conferire gli stessi
benefici.
Scopo: Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la sicurezza
e l’efficacia della rettopessi laparoscopica comparata con la
rettosigmoidectomia perineale per FTRP nei pazienti
anziani.
Metodo: Tra il Luglio 2000 e Giugno 2009 otto consecutivi pazienti (8
donne ; età media , 71 anni (65-77)) con FRTP sono state sottoposte a
rettopessi per via laparoscopica ( gruppo LAP).
Durante lo stesso periodo, 143 pazienti sono stati sottoposte a
rettosigmoidectomia perineale ( gruppo PRS). Un totale di 123
pazienti sottoposti a rettosigmodidectomia perineale sono stati
selezionate ( 117 donne; età media ,80.7 ( range 66-98) anni).
Risultati: 3 pazienti (37.5%) nel gruppo LAP e 29 pazienti (23.6%) nel
gruppo PRS erano stati precedentemente sottoposti a chirurgia per
prolasso rettale. Il follow-up medio è stato di 6.9 mesi e 12.8 mesi
rispettivamente. Nel gruppo LAP , il tempo operatorio è stato più
lungo (166.5 vs 73.5 minuti; p>0.05) e la perdita ematica maggiore
(101.7 vs 31.6: p<0.05) tuttavia la lunghezza dell'ospedalizzazione è
stata la stessa nei due gruppi (5.4 vs 5.3 giorni; p>0.05). Le
15
SIUCP NEWS - Notiziario di Informazione della Società Italiana Unitaria di Colonproctologia
Anno 2011 - Numero 2
In evidenza
12 - 15 giugno 2011
ECET
European Council Enterostomal Therapist:
our way…competence!
Bologna
Presidente: G.C. Canese
19 - 21 giugno 2011
4th World Congress of Coloproctology and
Pelvic Diseases – innovation and current debates
Roma
Presidente: A. Longo
Co-Presidenti: G. Spinoglio, A. Stuto
18 - 20 settembre 2011
XXI Congresso Nazionale ACOI di Videochirurgia
Como
Presidenti: M. Longoni, I. Scandroglio
Presidente Onorario: R. Pugliese
21 - 24 settembre 2011
th
ESCP 6 Scientific & Annual Meeting
Copenaghen
2 - 5 ottobre 2011
113° Congresso Nazionale SIC
Chirurgia tra tradizione e innovazione
Firenze
Presidente: F. Tonelli
16
10 - 12 ottobre 2011
Chirurgia del prolasso rettale – corso teorico pratico
Montecchio (RE) – Sassuolo (MO)
Coordinatori: A. Carriero; R.D. Villani
20 - 22 novembre 2011
15° Meeting Congiunto di
Colonproctologia e Stomaterapia
Modena
Presidente: R.D. Villani
Presidente Onorario: G. Melotti
Quando
si
organizza
un
congresso, le fatiche sono tante
che si giura a se stessi di non
prendere mai più un tale
impegno. Passata la stanchezza,
l’unica cosa che rimane in mente
è il giudizio che dà la propria
coscienza: ho organizzato un
congresso utile alla formazione e
all’arricchimento professionale di
chi ha partecipato?
Se la risposta è positiva, l’entusiasmo ritorna e si è pronti a
ripetere l’impresa.
Così abbiamo deciso di organizzare la 4a edizione di questo
appuntamento biennale a Roma.
Per la passata edizione ci attribuiamo un grande merito: avere
scelto le persone giuste!
Ringrazio ancora una volta tutta la Faculty, non solo perché ci
hanno onorato con la loro presenza, (mai nessuno ha rifiutato
l’invito), ma soprattutto per l’enorme contributo scientifico ed
umano.
Hanno interpretato perfettamente la ormai consolidata e
vincente formula del congresso che privilegia il dibattito sui
temi più controversi in ambito colon proctologico.
Oltre agli irrinunciabili argomenti relativi alle patologie colo
rettali benigne più diffuse, questa edizione approfondirà in
maniera particolare le patologie funzionali pelviche, nelle quali,
primariamente o secondariamente, è implicato il retto. Questo,
pur essendo un organo pelvico, non ha la giusta attenzione
da parte di tutti coloro che si occupano di pelviperineologia,
non certo per colpa degli uro ginecologi, ma per una
inspiegabile e insufficiente applicazione dei colo proctologi
verso queste diffusissime patologie.
Dopo il Colosseo, la Bocca della Verità, La Lupa di Roma,
abbiamo scelto come simbolo di questo congresso
l’Imperatore-Filosofo Marco Aurelio (121 – 180 AD).
Controversa figura storica che al pragmatismo delle strategie di
guerra, seppe unire un comportamento etico e morale
derivante da un costante “dialogo con se stesso” nel suo
operato.
Penso che riflettere sulle nostre scelte terapeutiche con lo
spirito e la filosofia di Marco Aurelio possa essere assunto come
“Mission” di questo congresso. Tra le “Missions” degli
organizzatori vi sarà quella di preparare un piacevole soggiorno
a Roma con il solito spirito di affettuosa amicizia.
Arrivederci a Roma,