Scarica - Rèclame Savigliano
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ANNO 3 NUMERO 36 dicembre 2014 d e l l a P r o v i n c i a G RAN D A Qui è tutta un’altra musica! 1 L’UNICO GIORNALE INVIATO A TUTTI GLI IMPRENDITORI AGRICOLI 2 3 Sommario Seminativi 14 Greening, quando il loietto è la coltura diversificante Dicembre 2014 42 I prezzi della carne piemontese sono quelli di venti anni fa 52 Il decalogo delle uova fa grandi le galline 74 Utilizzo del digestato e direttiva nitrati verso la revisione, forse è la volta buona Attualità L’editoriale 6 Una stalla per ripartire L’aria che tira 8 Qualche domanda sul futuro del latte 32 L’abbattimento dei lupi finisce in Parlamento 60 Le regole in Piemonte per la pulizia degli alvei 62 Contributi per le calamità naturali? Addio speranze per le aziende agricole Zootecnia 20 Vitelloni piemontesi, i segreti per far vincere l’allevamento Fisco e tributi 10 Ultima chiamata per i capitali all’estero? 12 Complicazioni Imu per i terreni agricoli 46 Sgravi previdenziali alle aziende che assumono giovani under 35 A.r.pro.m.a informa 58 4 Gianromolo Bignami, l’angelo della motoaratura 26 Il latte dopo le quote Ecco il piano del Ministero 28 Compral latte diventa OP Premiata la filiera piemontese 29 Liberismo o protezionismo? Latte, l’Europa deve scegliere Notizie dalle aziende 16 18 30 Krone, sessant’anni di qualità per il foraggio italiano Musso dal 1922 Qualità e servizio Gruppo Barale, a Fossano L’esperienza fa la differenza 38 Mais, la genetica KWS resiste all’aggressione del fungo rosso 44 Un futuro verde per l’Italia: centinaia di ettari di bambù gigante già avviati 48 Non c’è il 2 senza il 3!!! 1991-1999-2014...La Thor si ripete con straordinario successo a Eima 2014 50 Fogliarino, cento anni di successo nella raccolta Seguici su: www.imprenditoreagricolo.com 59 3M Dalmasso, compleanno a porte aperte: un successo! 78 Landini e Dieci, una garanzia firmata Otama a Casalgrasso Liberiamo il vino dalla burocrazia 72 I fabbricati dell’agricoltura nel labirinto del catasto Direzione, redazione e amministrazione: Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 [email protected] www.imprenditoreagricolo.com Radici 9 70 Enologia della provincia Granda Direttore responsabile: Osvaldo Bellino Direttore editoriale: Valerio Maccagno Diritto agrario 34 L’IMPRENDITORE AGRICOLO Verrà l’aurora dopo il crepuscolo Natale in clausura a Boves tra i fioretti delle clarisse Agrimeccanica 64 Anteprima vendemmia 2014 Le pagelle dei vignaioli 40 L’agrimeccanica artigianale rilancia la stagione del castagno 65 Concluso l’allineamento delle superfici vitate 54 L’Eima di Bologna ha radici nel futuro dell’agrimeccanica 66 Oltre il vino, conta il valore del vigneto 69 La Regione apre il bando per ristrutturare i vigneti Osservatorio prezzi 76 Prezzi e mercati all’ingrosso Scadenze fiscali 77 Dicembre: occhio alle scadenze Mercatino 79 Gli affari dell’imprenditore Editore: Réclame S.r.l. Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Pubblicità: Réclame Via Pylos, 20 - 12038 Savigliano - Cuneo Tel. 0172.711279 e-mail: [email protected] www.reclamesavigliano.it Progetto grafico: Marco Grussu Stampa: G. Canale & C. S.p.A. Via Liguria, 24 - 10071 Borgaro - Torino Registrazione Tribunale di Saluzzo n. 3 del 09/01/2012 Abbonamento Anno 2015 - Euro 20,00 Conto corrente postale n° 1003849591 Bonifico bancario BCC Cherasco Agenzia Cavallermaggiore - IBAN: IT57X0848746150000050101900 Intestato a Reclame srl Causale: Abbonamento 2015 indicare nome, cognome ed indirizzo Associato Unione Stampa periodica Italiana Copia gratuita 5 l ’ e d i t o r i a l e Una stalla per ripartire O svaldo B ellino 6 Da un po’ di tempo, ma in particolare quest’anno, l’agricoltura sta facendo notizia. In Italia, è praticamente l’unico comparto che dà ancora qualche segno di vita. Così come l’indotto dell’agrimeccanica, tra i più qualificati al mondo, anche se funziona, in realtà, solo per chi esporta. I giovani si sono riversati negli istituti agrari, rincorrendo il miraggio del lavoro, trasformando sapori in saperi, flessibilità in sostenibilità. I cuochi battono gli operai, il vino galoppa oltre frontiera. Ed ora che il solco sembra a tutti tracciato, non resta che attendere i frutti della semina. Ma chi può farlo? Dove? Quando? L’Expo di Milano, per guardare al nuovo anno, certamente per qualcuno sarà un’occasione. Certamente lo sarà per Eataly e Oscar Farinetti, che occuperanno gli spazi migliori e saranno di fatto i veri testimonial del Belpaese (e di se stessi) nel mondo. Lo sarà per Carlin Petrini, in odore di Nobel, e per la sua Università delle Scienze gastronomiche di Pollenzo. E fin qui, nulla di nuovo. Tuttavia il dato più importante riguarderà chi rimarrà fuori dalla porta. Quell’agricoltura che ha fatto grande il Paese, ma che ora non ce la fa più. Che non è più in grado di agganciare l’evento milanese, né di cambiare marcia e di mettere in vetrina la poesia della propria essenza, fatta di concretezza, ma anche di vocazione autentica, sostenibilità ante-litteram. Che non ha nessuno in casa che parli inglese. Che si è ridotta alla soccida. Che, nell’anno in cui verranno abolite le quote latte, invece di investire per far fronte alla concorrenza, si porterà appresso per chissà quanto tempo, se prima non chiuderà, il fardello delle multe arretrate, della burocrazia italiota e delle inefficienze strutturali, dai trasporti ai trasportati delle auto blu, ormai evidenti a tutti i livelli. Ce la farà questa agricoltura, che è dei più, e che alla vigilia del Natale non sembra trovare più posto nell’albergo della storia, a rientrare dalla finestra, a trovare una stalla da cui ripartire per nutrire il pianeta, energia per la vita? Chi è abituato a lavorare sotto le stelle, sa guardare il cielo e riconoscere le comete. Non per niente furono i pastori ad arrivare per primi alla capanna che, duemila anni fa, rese all’umanità il cibo eterno del pane e del vino. Lo si prenda come un augurio, il migliore. 7 l ’ a r i a c h e t i r a Qualche domanda sul futuro del latte M ichele A ntonio F ino 8 Il futuro del latte vaccino e il futuro della provincia zootecnica dedita a questo tipo di allevamento è argomento che vale la pena di affrontare adesso, prima che tra qualche mese se ne accorgano anche quelli che oggi sonnecchiano. Il primo aprile 2015 sarà finito il regime, ormai trentennale, delle quote. Fatto salvo che le autorità sono impegnate ad andare fino in fondo con gli splafonatori, diventerà valido per tutti il regime che i contestatori delle quote predicavano come il loro obiettivo principale: produrre quanto si vuole, o meglio: quanto si può, lasciando che il mercato decida chi ce la può fare e chi no. Si potrebbe speculare sul fatto che una cosa è predicare la produzione libera, mentre il sistema complessivo, con le quote, mantiene prezzi stabili, e altro è farlo quando davvero tutti (in Italia e soprattutto altrove) potranno produrre a piacimento. Tuttavia, mi appassiona maggiormente il modo in cui la provincia di Cuneo si presenterà all’appuntamento. Il mondo del latte è infatti molto interessante, sotto questo profilo: le associazioni di categoria in questo campo, da anni, sono scese al fianco degli associati, per lavorare materialmente alla creazione di opportunità: il ruolo di Apa e Coldiretti nella nascita della torre del latte di Moretta, dove si polverizza il prezioso latte fresco per poi usarlo nell’industria dolciaria, ce lo ricordiamo tutti. Ma sarebbe interessante sapere se quell’esperienza, che ormai ha quasi un lustro, abbia raggiunto l’obiettivo di collegare efficacemente il prezzo del latte al costo di produzione; se il prezzo pagato agli allevatori cuneesi è sempre migliore di quello che essi spuntano per vendere il loro latte magari fuori regione e se i costi di esercizio e trasporto (caricati sui produttori in forma di prelievo alla fonte) sono sempre i più competitivi per gli imprenditori agricoli. Una bella occasione pubblica di conoscenza dei trend di prezzo e di qualità ci starebbe proprio molto bene e l’Imprenditore Agricolo sarebbe lieto di dare il suo contributo: rivolgiamo l’appello al presidente degli industriali cuneesi che è anche un grande imprenditore caseario. Agli imprenditori e ai loro rappresentanti rivolgiamo invece una domanda differente: il sindacato che aiuta l’impresa di trasformazione a concludere contratti con gli allevatori fa certamente una parte importante del lavoro. Ma la parte della lobby, forte ed efficace, affinché Bruxelles stabilisca finalmente il modo in cui deve essere comunicata l’origine del latte (non proprio nell’interesse di almeno una parte del mondo industriale), nel frattempo, chi la interpreta? Radici del Sac. Genesio Tarasco - direttore Scuole salesiane di Lombriasco Verrà l’aurora dopo il crepuscolo Ancora una volta in occasione del Natale voglio farvi pervenire il mio saluto ed il mio augurio. Ringrazio di cuore la Direzione che mi offre questo spazio e questa opportunità. Stiamo vivendo momenti difficili per tutti a livello economico, ma soprattutto a livello di valori. Un progressivo processo di scristianizzazione, di sfiducia nelle istituzione, di una incapacità di profonda comunicazione vicendevole, la mancanza di una vera fraternità come ci ricorda spesso Papa Francesco, rischiano di intristire la nostra esistenza, quando tutto dovrebbe invitarci alla gioia, rinvigorire l’entusiasmo, rafforzare la speranza. E’ certamente un crepuscolo che prelude alla notte, come passaggio obbligato per giungere all’aurora ed al pieno meriggio. E’ la successione di un tempo che da sempre è parabola di un avvenimento che ha cambiato il corso della storia, quella che è incominciata appunto in una Notte Santa, nel silenzio delle cose e nell’inconsapevolezza degli uomini. La domanda che mi sorge spontanea e che faccio a me prima che agli altri, è questa: dove sono le sentinelle del mattino che scorgono all’orizzonte il vero sole che sorge, che rischiara e che riscalda? I cristiani veri dove sono, perché tacciono o non fanno sentire alta la loro voce, custodi di un bene che non appartiene solo a loro, ma che è destinato a tutta l’umanità? Il Natale è la festa della fratellanza universale in cui tutti ci sentiamo più buoni, accoglienti, ma non può essere il sentimento di un giorno, deve essere il modo di essere di tutta la vita. E’ a questo punto però che guardando alla fragilità che è insita in me, che vedo negli altri, mi arrendo e mi affido solamente a Lui, il Bambinello di Betlemme, che da duemila anni ha incominciato la sua conquista silenziosa del mondo. Sono certo che la forza di quel piccolo Gesù, nato in una grotta e deposto in una mangiatoia, riuscirà come sempre a superare tutte le situazioni negative e susciterà persone e circostanze tali da imprimere un corso positivo alla Storia, che in definitiva è pur sempre la sua storia, la nostra storia, una storia sacra. Questa sacralità investe ciascuno di noi, perché è con Lui che prima o poi ci incontreremo ed è da Lui che verrà formulato il giudizio sul nostro operato, sulla nostra capacità di amare, sull’interesse che abbiamo prestato alla Sua Parola. E siccome questo giudizio verterà sull’amore riservato ai più “piccoli” dei nostri fratelli, proprio Gesù ci ha indicato la strada maestra: scopriamo i poveri, aiutiamo i poveri, amiamo i poveri. La povertà ha diversi volti e diversi modi di insinuarsi nelle pieghe della vita. Lancio quest’appello nel rispetto della libertà di ciascuno, memore della parabola che Gesù racconta circa la vedova del tempio che getta nella cassetta dell’elemosina pochi spiccioli e che in questo gesto fu considerata la più grande di tutti, perché non aveva attinto al superfluo, ma si era privata di parte del necessario. Facciamo di tutto perché il bene che abbiamo ricevuto, lo sappiamo in qualche modo restituire e possa essere goduto dalle generazioni avvenire. Natale, al di là di come possiamo interpretarlo, è la festa di un incontro, della scoperta di un amore donato, che ha la capacità di conquistare la persona e di renderla radicalmente nuova. Così spero che lo viviamo tutti, ciascuno con i propri cari. Questo è il mio augurio più sincero e cordiale, questa la mia preghiera, accompagnata dall’affetto e dalla stima di sempre. Buon Natale 2015 9 Fisco e Tributi di Alberto Tealdi, commercialista, [email protected] Ultima chiamata per i capitali all’estero? Il Parlamento sta per varare un provvedimento che consentirà di sanare le violazioni in materia di monitoraggio fiscale e di omessa o infedele dichiarazione dei redditi Il provvedimento in esame al Parlamento (e che a breve sarà licenziato) in materia di regolarizzazione dei capitali irregolarmente detenuti all’estero (liquidità, immobili, quote societarie) consentirà a coloro i quali vi aderiranno di sanare le violazioni in materia di monitoraggio fiscale (compilazione del quadro Rw del modello Unico) ed altresì di sanare le violazioni in materia di omessa od infedele dichiarazione dei redditi. Di fatto quindi è consentito di regolarizzare le predette disponibilità che in passato sono state trasferite e sono state detenute in altro stato in violazione degli obblighi di cui sopra.Questa ha l’aria di essere l’ultima chiamata per poter regolarizzarsi in quanto difficilmente il nostro Legislatore approverà in futuro norme in tal senso anche alla luce del fatto che nei prossimi anni la maggior parte degli Stati dove adesso sono detenuti tali capitali aderiranno ad un accordo sullo scambio di informazioni e sarà quindi molto più semplice per l’Amministrazione 10 Finanziaria italiana “scovare” depositi, immobili ecc. SVIZZERA E MONACO Tanto per citare due esempi, la Svizzera ed il Principato di Monaco hanno aderito da poco alla Convenzione sulla mutua assistenza amministrativa in ambito fiscale (MAAT) ed a partire dal 2017 la Svizzera e dal 2018 il Principato di Monaco forniranno le informazioni richieste alla nostra Amministrazione Finanziaria. Chi non si sia regolarizzato con la prossima procedura di collaborazione volontaria, qualora scovato, andrà incontro a pesanti sanzioni tali da dissipare buona parte dei patrimoni illecitamente detenuti all’estero oltre ad incappare in reati penali. VOLUNTARY DISCLOSURE Senza addentrarsi nelle particolarità della procedura che sarà prevista per la Voluntary Disclosure, è presumibile, dalla lettura della proposta di Legge, che l’istanza dovrà essere presentata entro il 30 settembre 2015 e saranno regolarizzabili le violazioni commesse fino al 30 settembre 2014. Dal punto di vista sanzionatorio sarà prevista una sensibile riduzione delle sanzioni (fino alla metà) in tema di monitoraggio fiscale oltre a quelle relative all’omessa od infedele dichiarazione dei redditi. VANTAGGI Proprio su quest’ultimo aspetto per le richieste di regolarizzazione di patrimoni non superiori a 2 milioni di euro sarà prevista una determinazione a forfait della tassazione del reddito omesso. Infine la collaborazione volontaria metterà al riparo dai reati di carattere penale. In ogni caso per poter indicare in modo preciso quanto di fatto verrà a costare tale regolarizzazione a chi vorrà aderire sarà necessario attendere il provvedimento definitivo ma sarà necessario già da ora ragionare sulla possibilità di aderire a quest’ultima chiamata. 11 Fisco e Tributi di Marianna Cugnasco, commercialista, [email protected] Complicazioni Imu per i terreni agricoli Attesa a breve la pubblicazione di un nuovo elenco dei terreni esentati dal pagamento dell’imposta. Rivisti i criteri altimetrici 12 Per il saldo IMU in scadenza il prossimo 16 dicembre sono in arrivo importanti novità che penalizzano i terreni agricoli. Fino ad oggi i terreni situati in aree di collina e di montagna erano infatti considerati esenti dal pagamento dell’IMU (e, prima ancora, dell’ICI) in base alla circolare ministeriale n. 9 del 14 giugno 1993. Tuttavia l’art. 22 del decreto legge 16/2014 ha previsto l’emanazione di un decreto ministeriale contenente una nuova definizione di terreni di collina e di montagna esentati dall’IMU. A breve sarà pertanto pubblicato un nuovo elenco destinato a sostituire quello del 1993. Dalla bozza di decreto risulta che i terreni situati in Comuni fino ad un’altitudine di 280 metri sul livello del mare – così come individuata dall’Istat in base alla collocazione del municipio – non sono più esenti dall’imposta municipale, essendo detti terreni collocati in zone definite “di pianura”. ALTIMETRIA L’altezza a partire dalla quale i terreni sono considerati “di collina” e “di montagna” – e perciò esenti IMU – è fissata da 601 metri, al di sopra della quale, quindi, nulla è dovuto ai fini IMU. I terreni che sono invece collocati in Comuni situati tra i 281 metri ed i 600 metri assumono natura e trattamento diverso a seconda del soggetto proprietario e del soggetto conduttore. Infatti se detti terreni sono posseduti e coltivati da coltivatori diretti o imprenditori agricoli professionali (Iap) iscritti nella gestione previdenziale, ovvero da società agricole di cui almeno un socio, per le società semplici, ed un amministratore, per le società di capitali, siano iscritti nella gestione previdenziale agricola, scatta l’esenzione (che vale anche in caso di terreni incolti ma posseduti da tali soggetti). COMODATO E SOCIETà La bozza di decreto prevede inoltre che l’esenzione per- manga qualora un terreno compreso tra i 281 ed i 600 metri di quota, posseduto da un coltivatore diretto o da uno Iap, sia concesso in comodato o in affitto ad altri coltivatori diretti o Iap iscritti nella previdenza agricola, o (come già assodato per le altre agevolazioni legate all’IMU dei terreni agricoli) sia coltivato da società di persone di cui i proprietari – coltivatori o Iap – siano soci. RICALCOLO IMU In attesa di una conferma delle disposizioni contenute nella bozza di decreto occorre tenersi pronti ad effettuare il ricalcolo in sede di saldo IMU in quanto l’acconto versato il 16 giugno, assumendo le aliquote vigenti nel 2013, dovrà essere conguagliato in base alle nuove disposizioni testè citate, se definitive, ed alle eventuali maggiori aliquote deliberate dal Comune per il 2014. Pertanto per i terreni esenti in base alla circolare del 1993, che vengono ora ad essere tassati, i contribuenti dovranno verosimilmente versare tutta l’imposta annua in base all’aliquota deliberata dal Comune per il 2014, in attesa di eventuali ulteriori agevolazioni, che dovrebbero però essere previste non prima del 2015. 13 Seminativi Greening, quando il loietto è la coltura diversificante Le modalità operative per la diversificazione colturale richiesta dalle nuove normative comunitarie Il greening prevede, quale primo impegno, la diversificazione colturale, da applicare solo per le superfici a seminativo. Modalità operative: a) Fino a 10 ettari di seminativo l’obbligo non sussiste; b) Tra i 10 ed i 30 ettari è necessaria la presenza di almeno due colture di cui, nessuna delle due, deve superare il 75% della superficie a seminativo; c) Oltre i 30 ettari sono obbligatorie almeno tra colture di cui la principale deve coprire al massimo il 75% della superficie a seminativo ed insieme all’altra coltura più rappresentativa non può superare il 95%. La terza coltura deve coprire almeno il 5%. DIVERSIFICAZIONE E ROTAZIONE Diversificazione e rotazione non 14 sono la stessa cosa. Per diversificazione si intende la presenza contemporanea di più colture nella stessa azienda; la rotazione consiste invece nel far succedere, sullo stesso corpo fondiario, colture diverse. Le colture si intendono diverse se botanicamente appartengono a generi diversi come, ad esempio, il grano (genere Triticum) e l’orzo (genere Hordeum) fatta tuttavia salve alcune eccezioni appartenenti ai generi Cucurbitacee, Solanacee e Brassicacee. Il terreno a riposo (set-aside) è considerato una coltura. COLTURA PRINCIPALE Qualora sul medesimo terreno, nello stesso anno di domanda, vengano impiantate in successione più colture , si considera principale e diversificante quella che ha la parte più significati- va del proprio ciclo nel periodo compreso tra il 1° aprile ed il 9 giugno. AGEA Coordinamento, in ossequio all’incarico affidatogli dallo stato membro Italia, con la Circolare ACIU2014-702 del 31 ottobre 2014, ha inoltre precisato che nel caso in cui sullo stesso terreno, tra il 1° aprile ed il 9 giugno, vengano coltivate più colture, quella da prendere in considerazione ai fini della diversificazione è la coltura che lo occupa per il periodo più lungo. Ne consegue che nel caso di successione colturale loietto/mais, la coltura diversificante è il loietto in quanto occupa il terreno per un periodo più lungo, normalmente da ottobre a maggio, mentre il mais lo occupa solo da maggio ad ottobre. MONOCOLTURA Le aziende della nostra zona, abituate a praticare la mono coltura del mais, potranno tirare un sospiro di sollievo! Non saranno costrette a cambiare di molto il loro ordinamento colturale; basterà seminare in autunno, sul 20-25% della superficie, il loietto e poi ad aprile/ maggio sostituirlo con il solito mais. 15 Krone, sessant’anni di qualità per il foraggio italiano Falciatrici a dischi, arieggia-volta foraggio, andanatori, carri autocaricanti, rotopresse e presse quadre giganti: le ultime innovazioni di un marchio storico Krone compie in Italia i suoi primi 60 anni di attività. Numero, questo, che la dice lunga sull’importanza del marchio Krone nel panorama agricolo. Krone produce da oltre un secolo a Spelle, nella regione Emsland in Germania, tecnologie moderne per la raccolta del foraggio, di elevata qualità e a prezzi competitivi. La gamma Krone comprende falciatrici a dischi, arieggia-volta foraggio, andanatori, carri autocaricanti, rotopresse e presse quadre giganti. Rientrano inoltre nella gamma Krone le due macchine semoventi BiG M e BiG X. Negli ultimi decenni Krone ha rivestito un ruolo guida nel settore presentando sempre nuove e visionarie tecnologie per la raccolta del foraggio, poichè attrezzature moderne sono la base di ogni agricoltura redditizia. Le piu’ recenti innovazioni sono costituite dalla nuova trincia BiG X, dalle rotopresse fascianti Combi Pack e Ultima e dalle falciatrici Easy Cut. Particolarità della nuova trincia BiG X sono i motori MAN con tecnologia Common-Rail, che offrono maggiore potenza e minori consumi grazie all’innovativo sistema di gestione della potenza Krone: è possibile scegliere fra tre modalità di erogazione: EcoPower per tagli piu’ agevoli , X-Power per i tagli piu’ pesanti, Three-Power per la gestione automatica della potenza. Questo sistema dona a BiG X riserve di potenza finora sconosciute su una trincia. Una macchina innovativa anche grazie alla testata di raccolta Easy Collect che, indipendentemente dal numero di file grazie all’introduzione longitudinale delle piante, permette una sensibile riduzione delle lunghezze di taglio non conformi. 16 Krone poi è stato il primo produttore a proporre, con CombiPack, una rotopressa con fasciatore integrato che pressa e fascia in un unico passaggio. Invece le falciatrici Easy Cut si distinguono per l’innovativo sistema Combi Float, il primo di questo tipo al mondo che annulla gli svantaggi della regolazione idropneumatica grazie alla totale integrazione con il sistema idraulico della trattrice in quanto la regolazione automatica del carico per pressione di appoggio costante dei gruppi falcianti permette una lavorazione perfetta anche su terreni sconnessi, su dossi e cunette, in caso di traslazione laterale o per diverse larghezze di taglio, il tutto ottenuto tramite la regolazione della pressione direttamente dalla cabina della trattrice, anche durante il lavoro. Tutte queste innovazioni, che si tramutano in un minor costo di gestione per l’utilizzatore, fanno si che il marchio Krone sia in forte crescita nel panorama mondiale, ma sopprattutto in quello italiano. I 60 anni di attività dell’importatore Krone in Italia sono la garanzia di una profonda e competente conoscenza del prodotto da parte dei dealers, che, sfruttando la continuità dei reciproci rapporti tra fabbrica e rivenditore, possono offrire al cliente prodotti che si avvicinano il più possibile alle loro esigenze. LA DITTA GRELLA DI VIGONE PROMOTRICE DEL MARCHIO Nel marchio Krone ha da subito creduto un’azienda familiare sorta quarant’ anni fa, la ditta Grella di Vigone, nata dalla tenacia e dalla passione di Luigi Grella e dei figli Luca e Dario, attualmente alla guida dell’impresa, che da anni ricopre proprio il ruolo di dealer Krone. Professionalità, garanzia e competenza rendono questa azienda competitiva sul mercato. Oltre alle attività di vendita, il servizio di assistenza affiancato dalle officine collaboratrici, ha permesso di rafforzare il legame con i clienti garantendo al contempo, grazie alla preparazione tecnica del personale ed al suo fornito magazzino ricambi, un servizio post vendita rapido, efficiente e qualitativamente elevato. L’azienda tratta tra gli altri anche telescopici agricoli Jcb, trattori Massey Ferguson, seminatrici Sola’, aratri Ovlac, spandiconcimi Agrex, erpici rotanti Alpego e Breviglieri. 17 Musso dal 1922 Qualità e servizio DIVISIONE AGRICOLTURA Con una vasta gamma di motocoltivatori, di trattori e di relative attrezzature, le macchine agricole rappresentano il primo settore con cui iniziò ad operare la Musso, fin dalla sua fondazione. Oltre alla vendita di macchine ed attrezzature nuove, dei più prestigiosi marchi italiani, l’azienda dispone di una vasta gamma di macchine d’occasione con garanzia “usato sicuro”. Nata nel 1922 dall’impegno del suo fondatore, Giuseppe Musso, “carradore in Vezza d’Alba”, la Ditta Musso iniziò la sua attività con la costruzione di carri ed attrezzi agricoli, proseguendo fino all’inizio degli anni ’50, quando da azienda prettamente artigianale cominciò ad assumere l’attuale connotazione tecnico-commerciale. La Ditta Musso è un azienda a conduzione famigliare che, passata nel corso degli anni da padre in figlio, ha saputo mantenere inalterate le sue origini e le sue tradizioni per 4 generazioni. Estesa su una superficie di 18.000 mq. di cui circa 5.000 mq. coperti, l’azienda dispone di una vasta area per l’esposizione delle macchine agricole e dei prodotti commercializzati, di un reparto per l’assemblaggio delle macchine, di un vasto magazzino ricambi e di un attrezzata officina meccanica per l’assistenza tecnica. Oltre al personale dipendente la Ditta Musso si avvale di rivenditori dislocati nelle provincie di Cuneo e Asti per razionalizzare e migliorare il servizio alla clientela. Una profonda conoscenza delle esigenze di mercato, unita alla grande esperienza tecnico-commerciale maturata nel corso degli anni, sono diventati i punti di forza dell’azienda, e costituiscono quel binomio di qualità e servizio che da sempre caratterizzano lo stile e l’immagine della Musso. 18 DIVISIONE ECOLOGIA Il settore Ecologia rappresenta il comparto più innovativo dell’azienda. Vi sono rappresentate tutte le macchine che rispettano e difendono il sistema ecoambientale. Un esempio è dato da tutta una serie di macchine che permettono di trasformare gli scarti di lavorazione vegetale in concime organico o in combustibile. Biotrituratori e cippatrici, tosaerba robotizzati per piccole o grandi superfici; robot supertecnologici, alcuni alimentati ad energia solare, che lavorano in perfetta autonomia e non inquinano. Tutto studiato, quindi, per il più basso impatto ambientale possibile, che tende sì ad evitare il pesante lavoro della raccolta, ma soprattutto a non creare cumuli di rifiuti da smaltire, passo importante per la salvaguardia dell’ambiente. DIVISIONE GIARDINAGGIO Uno dei punti di forza in cui la Musso si è impegnata negli ultimi anni, è la commercializzazione di macchine ed attrezzature per la manutenzione del verde, con una svariata gamme di prodotti ed accessori per soddisfare le esigenze del cliente privato, del manutentore e dell’ente pubblico. SERVICE La “Musso Service” , preposta al servizio di assistenza postvendita, si avvale di attrezzature tecnologicamente avanzate , di personale altamente qualificato e di un officina mobile per poter intervenire, se necessario, direttamente presso il cliente. La vendita rateale e i finanziamenti a tasso agevolato, fanno parte dei sistemi di pagamento proposti alla clientela al momento dell’acquisto . 19 Zootecnia Vitelloni piemontesi, i segreti per far vincere l’allevamento E’ comune sentire gli ingrassatori di vitelloni piemontesi non soddisfatti dell’incremento ponderale giornaliero dei loro animali. Sicuramente i vitelloni di razza piemontese incrementano in minor misura rispetto ad alcune razze da carne francesi come la Charrolaise e la Garronese. Però questa caratteristica non deve diventare la scusante 20 per accontentarsi di performances deludenti, senza cercare di capire in che modo è possibile migliorare i propri risultati. BENESSERE E DIETA I punti su cui poter lavorare per innalzare gli incrementi sono principalmente due: migliorare le condizioni di benessere degli allevamenti ed ottimizzare il bilanciamento della dieta giornaliera. Molto sovente nelle stalle da ingrasso ci sono spazzi procapite troppo limitati e carenza di ventilazione: queste condizioni accentuano i fenomeni di nervosismo degli animali che muovendosi maggiormente sprecano energia con una conseguente riduzione della crescita muscolare. In questa condizione Zootecnia aumenta inoltre l’incidenza dei problemi traumatici con un danno economico tutt’altro che trascurabile. In questo articolo è però mia intenzione approfondire l’aspetto legato alla alimentazione soprattutto perché nella maggior parte dei casi mediante piccoli accorgimenti sul bilanciamento delle diete si possono ottenere importanti risultati senza nessun investimento aggiuntivo. CENTO GIORNI Nella fase di svezzamento si formano le papille ruminali, quindi bisogna fare delle scelte alimentari che stimolino lo sviluppo del rumine e predispongano l’animale ad un maggiore assorbimento dei nutrienti. A questo riguardo è importante cessare la somministrazione del latte al raggiungimento dei 100 giorni di vita, oltre questo periodo di tempo l’allattamento non garantisce al vitello Come battere le razze francesi in termini di carne prodotta, agendo su benessere animale e dieta giornaliera IMPARARE DAGLI ERRORI Con troppa frequenza nell’alimentare i vitelloni piemontesi all’ingrasso si dimentica che sono pur sempre dei ruminanti, trascurando che è solo attraverso il mantenimento del corretto funzionamento del rumine che si riescono ad ottenere i risultati desiderati in termini di incremento ponderale, di conversione dell’alimento e di qualità della carne. Quindi pur cercando di realizzare delle razioni più concentrate possibile dobbiamo in ogni fase del ciclo di crescita preoccuparci che vengano garantite le condizioni alimentari necessarie al corretto funzionamento di questo pre-stomaco. nessun vantaggio per contro lo porta ad ingerire una minore quantità di concentrato e rallenta lo sviluppo ruminale. Se l’animale non viene “allenato” ad assumere mangime nella fase di svezzamento avrà una minore predisposizione a sfruttare il mangime quando si troverà nella fase di ingrasso. Per assicurare il corretto funzionamento del rumine bisogna inoltre somministrare all’animale una dieta che abbia la concentrazione energetica e proteica corretta per la fase di sviluppo in cui si trova l’animale. Sovente si somministra una razione troppo ricca di energia nel primo periodo di ingrasso, quello compreso tra i 250 ed i 450 kg. Il risultato è quello di 21 Zootecnia avere un animale troppo grasso a metà del ciclo di crescita, metabolicamente appesantito dalla eccessiva concentrazione alimentare, che non riesce a mantenere lo stesso livello di deposito di grasso nella fase di finissaggio ed arriva al peso di macellazione magro. FINISSAGGIO Bisogna inoltre ricordare di non esagerare con la somministrazione dei cereali nella fase di finissaggio, il livello eccessivo di amidi porta il vitellone in acidosi. Questo problema metabolico purtroppo è ancora troppo diffuso e fa si che l’animale tenda a perdere volume ruminale e a ridurre 22 l’ingestione di concentrato non riuscendo così ad ingrassare. Sovente gli allevatori vedendo questi animali magri aumentano la concentrazione della dieta ma questa scelta peggiora ulteriormente la condizione metabolica del vitellone che si ingrassa ancora di meno. Quindi è importante quando ci si trova di fronte a vitelloni in finissaggio magri capire se per ingrassarli è necessario aumentare la concentrazione alimentare oppure diminuirla per permettere agli animali di uscire dalla condizione di acidosi. Tenete presente che il 90% delle volte è corretto percorrere la seconda strada. Zootecnia L’ESPERIENZA DELL’ANABORAPI Siccome era mia intenzione non solo limitarmi a fare una analisi generale del problema alimentare, ma volevo fornire dei dati concreti sulla base dei quali gli allevatori potessero migliorare le formule dei loro mangimi ho chiesto l’aiuto all’Anaborapi che mi ha concesso di pubblicare e commentare le formule utilizzate nel centro genetico In questa struttura da tanti anni vengono confrontate settimanalmente le performances di crescita dei vitelloni destinati a diventare tori da monta, ogni mese infatti entrano 15 vitelli con 50 giorni di vita che vengono allevati per 290 giorni fino al raggiungimento di un peso di circa 500 kg. Nel centro genetico gli animali non sono all’ingrasso infatti il concentrato non viene fornito a volontà ma razionato in ragione di 1.5 kg per quintale di peso vivo, però le stesse formule di mangime lasciate a volontà possono tranquillamente portare gli animali in finissaggio. Riporto di seguito le formule utilizzate dall’Anaborapi ed i relativi parametri alimentari. Siccome condivido pienamente la logica di questi mangimi mi limito a mettere in evidenza le caratteristiche salenti affinché ogni allevatore possa trarne spunti di riflessione. COMPONENTI DEI MANGIMI SVEZZAMENTO ALLEVAMENTO Mais macinato 20 50 Mais schiacciato 16 - Soia F.E. 44% proteina 27 20 Polpe bietola 16 10 Cruschello tenero 10 6 Semola glutinata 6 6 Melasso (Canna) 2 2 Grassi protetti 1 2 Integratore 2 4 COMPOSIZIONE (% SUL TAL QUALE) Umidità 13,7 13,7 Proteina greggia 17,5 14,8 Grassi greggi 3,0 4,0 Fibra grezza 8,5 6,8 Amido 25,9 33,7 Amido + zuccheri 31,1 38 23 Zootecnia SVEZZAMENTO Considerazioni: • E’ importante inserire degli alimenti capaci di apportare fibra digeribile infatti nel mangime Anaborapi è presente il 16% di polpe di barbabietola. Sono proprio 24 queste fibre non lignificate che stimolare lo sviluppo delle papille ruminali così importanti per aumentare l’efficienza alimentare del vitellone all’ingrasso. Questo tipo di fibre può essere apportato anche con altri alimenti quali bucette di soia e tutolo di mais. Sicuramente se queste fibre si apportano utilizzando più fonti alimentari contemporaneamente migliora l’effetto sul rumine. • Il vitello giovane ha un elevato fabbisogno di proteina alimentare per la sintesi delle cellule che costruiscono la struttura muscolare, quindi è importante formulare dei mangimi con un elevato livello di proteina che deve venire apportata da più fonti proteiche. La farina di estrazione di soia deve essere il principale apportatore di proteina ma è fondamentale differenziare con altri alimenti proteici come semola glutinata, farina di estrazione di colza o girasole. • Limitare l’inclusione dei cereali all’incirca al 35% per non esagerare con il livello di amido nel mangime ed introdurre una quota di melasso per apportare zuccheri molto importanti per lo sviluppo della flora ruminale. • Garantire un livello di grassi sufficienti a soddisfare il fabbisogno energetico del vitello. ALLEVAMENTO INGRASSO Considerazioni: • Quando il concentrato viene somministrato a volontà si soddisfa il fabbisogno di amidi del vitellone includendo nel mangime il 50-55% di cereali. Se è possibile inserire più tipi di cereali si riescono a sfruttare meglio le potenzialità del rumine, per cui un ottimo rapporto potrebbe essere 47% di mais e 8% di orzo. Livelli più alti di amido mettono l’animale a rischio acidosi. • E’ importante anche in fase di ingrasso mantenere nel mangime delle fibre digeribili quali polpe di bietola, buccette di soia o tutolo di mais che garantiscono l’efficienza del rumine e difendono l’animale dall’acidosi. • Non esagerare con la crusca, meglio non superare l’8% perché questo alimento apporta fosfati e quindi predispone la formazione di calcoli renali. • Anche nella fase di ingrasso l’animale ha bisogno di ingerire della proteina per poter esprimere tutte le sue potenzialità genetiche, per questo è importante che il tenore di proteina del mangime sia superiore al 14,5 % CONCLUSIONI Concludo con una frase del dott. Quaglino, direttore dell’Anaborapi: “la piemontese non cresce se la alimenti in modo inadeguato” e gli incrementi registrati nel centro genetico supportano questa sua affermazione. Basti pensare che l’incremento medio ponderale di tutti gli animali che entrano in sperimentazione è di 1,38 kg al giorno e questo dato ha una validità ancora superiore se si considera che è un incremento calcolato a partire da 50 giorni di vita, non è un incremento in fase di ingrasso come si è soliti ragionare negli allevamenti di vitelloni francesi. Per di più questo risultato viene ottenuto razionando il mangime, sicuramente lasciando il mangime a volontà il risultato migliorerebbe ulteriormente. Alimentando i vitelloni piemontesi nel modo corretto probabilmente non riusciremo a superare gli incrementi di alcune razze francesi, se ragioniamo in termini di peso vivo, ma sicuramente possiamo batterle in termini di carne prodotta. 25 Zootecnia Il latte dopo le quote Ecco il piano del Ministero Martedì 25 novembre si è tenuta, presso la sede del Ministero delle Politiche agricole, una riunione sulla filiera del settore lattiero caseario. All’incontro erano presenti il ministro Maurizio Martina, l’assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, Gianni Fava, il presidente di Confagricoltura, Mario Guidi, il vicepresidente di Coldiretti, Ettore Prandini, Giuseppe Cornacchia in rappresentanza CIA, il presidente di Copagri, Franco Verrascina, e il presidente di Assolatte, Giuseppe Ambrosi. CONSUMI E PREZZO Nel corso della riunione sono 26 Cinque punti cardine per valorizzare il prodotto italiano, ma è necessario che tutti i soggetti della filiera facciano la loro parte state affrontate le principali questioni relative ai rapporti di filiera, all’andamento dei consumi e alla volatilità del prezzo, anche in vista della fine del regime delle quote latte nel 2015. Il ministro Martina ha presentato un piano finalizzato alla valorizzazione del latte italiano basato sui 5 punti cardine: 1. Miglioramento della qualità del latte; 2. Campagna di educazione alimentare per invertire il calo dei consumi del fresco; 3. Promozione su mercati esteri dei grandi formaggi italiani; 4. Revisione della normativa sui prodotti trasformati in modo da Zootecnia valorizzare la qualità dei prodotti italiani; 5. Richiesta alla Commissione europea di accelerare l’attuazione del regolamento sull’etichettatura, in modo da indicare il luogo di trasformazione e quello di mungitura del latte commercializzato. ALTA QUALITà «Abbiamo intenzione di tutelare un settore strategico – ha dichiarato il ministro Martina – come quello del latte italiano. La nostra produzione è di altissima qualità, basti pensare che la metà di questa viene trasformato in formaggi a denominazione d’origine. Siamo pronti a mettere in campo delle azioni concrete e pragmatiche, agendo in anticipo rispetto alla fine del regime delle quote. Vogliamo puntare su qualità, educazione alimentare, promozione ed etichettatura come capisaldi di una strategia a lungo termine, che in questo settore manca da troppo tempo. Nel prossimo Consiglio dei Ministri dell’agricoltura dell’Ue, come Presidenza, metteremo all’ordine del giorno il tema dell’etichettatura, perché anche su questo aspetto vogliamo migliorare. Il Governo c’è e farà la sua parte, così come c’è la disponibilità delle Regioni di intervenire ulteriormente. Ora ci aspettiamo che tutti i soggetti della filiera lavorino fin da subito per irrobustire i rapporti di filiera, tutelando gli allevatori, e per dare futuro a tante aziende e per salvaguardare la qualità delle nostre produzioni». 27 Zootecnia Compral latte diventa OP Premiata la filiera piemontese La nuova Organizzazione di Produttori vale un fatturato di oltre 37 milioni di euro. Quattro anni fa la svolta con Inalpi e Ferrero Importante traguardo per la cooperativa Compral Latte: diventa una Op, vale a dire un’Organizzazione di Produttori riconosciuta dall’Unione Europea per la sua capacità di aggregare un alto numero di soci e di concentrare un’offerta strategica di prodotto sul mercato. Grande la soddisfazione negli ambienti agricoli e allevatoriali della provincia di Cuneo per questo passaggio finale che corona l’azione svolta da una squadra di 230 produttori che quattro anni fa hanno dato vita alla filiera del latte piemontese, con l’operazione Compral-Inalpi-Ferrero. MUTUALITà La comunicazione ufficiale è giunta nei giorni scorsi dalla direzione Agricoltura della Regione alla cooperativa che fa capo all’Apa di Cuneo. “L’Organizzazione di Produttori – recita la determina – è riconosciuta per le produzioni lattiero-casearie e il prodotto latte” che vale “un fatturato di 37 milioni 560 mila euro”. Fondamentale anche il requisito della mutualità: il 97 per cento del latte commercializzato – pari a circa 3 mila quintali al giorno - proviene dalle stalle degli allevatori associati. PREMIATE LE “TORRI” «Siamo partiti per vincere – dice Raffaele Tortalla, presidente Compral latte - e ci stiamo riuscendo: oggi siamo il primo soggetto nella produzione di latte del Piemonte. Noi sapevamo che l’obiettivo era giusto, e rispettando tutti, ma senza chiedere permesso a nessuno, abbiamo portato a compimento l’operazione Torri del Latte che ha se- 28 gnato un punto di svolta. Il resto è venuto da sé, perché il nostro modello funziona e garantisce tutti i produttori: piccoli, medi e grandi». ACCESSO AI FONDI UE Nate per sostenere il mercato ortofrutticolo, le OP si sono via via estese agli altri comparti, sulla spinta comunitaria finalizzata a favorire ampie unioni dei produttori capaci di reggere la contrattazione con l’industria e la Gdo. «Il dato rilevante – sottolinea Bartolomeo Bovetti direttore Compral e Apa – è l’inserimento a pieno titolo della nostra cooperativa nei progetti europei. Prima era necessario bussare alle porte di Bruxelles per avere udienza, ora l’accesso ai consistenti fondi stanziati per l’agricoltura sarà decisamente più agevole per la nuova Op Compral latte». Zootecnia Liberismo o protezionismo? Latte, l’Europa deve scegliere La Commissione Agricoltura del Parlamento europeo ha svolto un primo dibattito orientativo sul futuro del settore lattiero-caseario. La fine del sistema delle quote il 31 marzo 2015 è ormai cosa nota, meno note sono invece le intenzioni sulle contromisure da attuare per garantire comunque una posizione competitiva ai produttori di latte dell’Ue nell’inevitabile scenario di maggior liberalizzazione che si disegnerà nella prossima primavera. COSA FARE? Le divisioni all’interno della Comagri appaiono già evidenti: da chi segnala la necessità di misure alternative per il post-quote, a chi chiede un aumento dei prezzi all’intervento, a chi invece chiede misure immediate quali la Attesa entro gennaio la relazione degli eurodeputati che dovrebbe fare chiarezza sulla strategia europea del “dopo-quote” diminuzione del superprelievo o la reintroduzione delle restituzioni, fino a chi guarda con nostalgia al sistema delle quote. SPINTE CONTRASTANTI La relazione che gli eurodeputati stanno preparando come reazione alla comunicazione della Commissione europea del giugno scorso sarà presentata ai membri della Comagri a gennaio, con una possibile adozione in seduta plenaria a marzo o ad aprile. Affinché questo esercizio sia proficuo e possa risolvere i problemi del settore, ad avviso di Confagricoltura sarebbe utile che Commissione di Bruxelles e Parlamento di Strasburgo si mettessero a tavolino per superare i contrasti tra spinte “liberiste” da una parte e “protezioniste” dall’altra. Convergere sul punto di partenza sarebbe già un buon… punto di partenza. 29 Notizie dalle aziende Gruppo Barale, a Fossano L’esperienza fa la differenza Folla di visitatori e tante novità alla terza edizione delle “porte aperte”: protagonista l’agrimeccanica Un grande successo, sia in termini di visitatori presenti che di novità tecniche presentate, ha riscosso la terza edizione del “Porte Aperte” organizzata dal Gruppo Barale che si è svolta a Fossano. Il Gruppo Barale da oltre 30 anni costruisce, vende e ripara macchine per l’agricoltura. Attenta alle esigenze del piccolo agricoltore come del grande contoterzista, il Gruppo Barale offre non solo macchine di qualità, ma soprattutto innovazione, esperienza, impegno costante e servizi efficienti per garantire ai propri clienti la sicurezza di una buona riuscita del loro lavoro nei campi. Apprezzata tutta la gamma dei prodotti Kuhn, da quelli per la lavorazione del terreno a quelli per la fienagione, senza dimenticare i dessilatori, le seminatrici, gli aratri. Degna di menzione la compattatrice Orkel, di ultima generazione, per risolvere i problemi degli insilati, il che permette agli agricoltori di avere sia un 30 prodotto finale migliore, sia di occupare molto meno spazio. I visitatori hanno potuto ammirare e toccare con mano anche le rotopresse Feraboli e l’intera gamma delle macchine per la lavorazione del terreno a marchio Unia. Tra le varie “chicche” presentate dal Gruppo Barale, sicuramente ci sono le macchine brasiliane per la raccolta dei fagiolo, costruite dalla ditta Colombo il cui titolare era anche presente durante il “Porte Aperte”. Senza dimenticare i tunnel in lamiera con capacità di copertura sino a 40 metri di larghezza: possono essere usati per la copertura di attrezzatura agricola, fienili, ed anche depositi di ogni genere. All’interno della manifestazione la ditta Barale Giuseppe ha presentato le ultime novità della Tecnozoo per una perfetta mungitura a cui si unisce un’alimentazione corretta con gli integratori della Zoofarma. L’interesse dei visitatori si è anche rivolto agli impianti di irrigazione della Irrigazione Veneta. Vere e proprie soluzioni all’avanguardia che permettono una corretta distribuzione, che si traduce in risparmio di tempo, di acqua e fa ottenere all’agricoltore il massimo dal raccolto. Sono stati presentati anche nuovi sistemi di irrigazioni Pivot, Lineari e Rotoloni. Un’area apposita era riservata a Barale Stefano che ha portato l’intera gamma trattori Fendt e le nuove macchine da raccolto, trince e le nuovissime mietitrebbia Fendt full range che sono state letteralmente ammirate, con molto interesse e curiosità, da parte dei molti contoterzisti. Presenti alla manifestazione, infine, i Telescopici Merlo: c’era tutta la gamma al completo e le ultime novità presentate all’Eima di Bologna 2014. Al termine dei due giorni espositivi, il gruppo Barale ringrazia tutti coloro che hanno preso parte alla manifestazione e dà l’appuntamento al prossimo “Porte Aperte”. 31 Attualità L’abbattimento dei lupi finisce in Parlamento Interrogazione del deputato Mino Taricco, che chiede di valutare l’opportunità di “azioni di contenimento” Il deputato cuneese del Pd Mino Taricco ha presentato, come primo firmatario, un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio Galletti e al Ministro delle politiche agricole Martina, con la quale ha domandato al Governo quali iniziative intenda assumere e se ritenga ci siano i presupposti per adottare provvedimenti ai sensi dell’articolo 9 della Convenzione di Berna, anche eventualmente operando un’azione di contenimento, mediante trasferimento o abbattimento selettivo controllato, di alcuni capi della pericolosa specie protetta del lupo, la cui crescente presenza sui territori montani sta causando 32 danni all’agricoltura in Italia. QUANTI SONO A questo proposito, Taricco ha chiesto ai ministri quali siano i dati in possesso del Governo sulla consistenza e l’andamento demografico della specie protetta del lupo sul suolo nazionale e sugli effettivi danni causati da essa alle produzioni agricole e zootecniche. DANNI ALLE AZIENDE «Siamo di fronte a un problema di grande attualità – osserva Taricco - e che richiede analisi e risposte concrete. Molti, infatti, sono i danni causati dall’azione di alcune specie di fauna selvatica, come i lupi, all’agricoltura e all’allevamento: a risentirne sono in particolar modo le medie e piccole imprese, con rilevanti perdite nei bilanci economici, e specifici settori di qualità ed eccellenza, tra cui quello viti-vinicolo. In questo senso, va ricordato come la Convenzione di Berna del 1979, all’interno di un quadro complessivo di tutela delle specie protette, consenta specifiche deroghe in situazioni critiche, che permettono azioni di contenimento e di cattura: con questa interrogazione abbiamo dunque voluto chiedere al Governo di valutare la possibilità di mettere in atto queste deroghe per quanto riguarda il caso dei lupi in Italia». 33 Diritto agrario di Davide Galfrè, Geometra - [email protected] I fabbricati dell’agricoltura nel labirinto del catasto Quando si ideò e creò il Catasto italiano, a cavallo tra l’Ottocento ed il Novecento, la parte fondamentale del reddito era rappresentata dal terreno agricolo, del quale i fabbricati costituivano una pertinenza, quasi fossero un fattore secondario; proprio per questo motivo i fabbricati annessi all’attività agricola erano censiti presso il Catasto Terreni con la qualità “Fabbricato Rurale” e senza una rendita catastale. Ciò prevedeva pertanto che su tali fabbricati, essendo senza rendita, non fossero previste tasse ed imposte invece 34 previste per le altre tipologie di fabbricati (civili abitazioni, industriali, artigianali ecc…). REQUISITO D RURALITà Con il passare del tempo e con le evoluzioni si è arrivati ai giorni nostri in cui i fabbricati per le loro caratteristiche rappresentano una parte centrale all’interno dell’attività di agricoltura ed allevamento e, pertanto, si è reso necessario modificare il sistema del Catasto: alla data attuale, infatti, tutti i fabbricati (annessi all’attività agricola e non) devono essere Diritto agrario censiti presso il Catasto Fabbricati; per poter ottenere degli sgravi fiscali è necessario ottenere il riconoscimento dei requisiti di ruralità. Dunque anche i fabbricati rurali devono essere censiti al catasto fabbricati con una qualità ordinaria (cioè non “fabbricato rurale”), con normale rendita catastale e con annotata in visura la dicitura “richiesta ruralità”. COSA OCCORRE Per poter ottenere i requisiti di ruralità occorre, riassumendo in parole povere, che il fabbricato sia di proprietà o affittato o ceduto in comodato d’uso (o altri contratti tipici…) a: - chi conduce l’attività agricola tramite il cui volume d’affari derivante da tale attività sia superiore alla metà del suo reddito complessivo; - chi riceve trattamenti pensionistici a seguito di attività svolta in agricoltura; - chi è dipendente di azienda agricola a tempo determinato o indeterminato per almeno cento giornate lavorative annue. COMPROPRIETARI E AFFITTUARI Se il fabbricato è in capo a più comproprietari o affittuari, basta che anche solo uno di essi presenti le caratteristiche di cui sopra. I requisiti di ruralità spettano ai fabbricati abitativi (che non siano censiti al Catasto Fabbricati con la qualità A/1 o A/8) ed ai beni strumentali all’attività agricola. Da un punto di vista prettamente più pratico si può dire che è necessario che il fabbricato sia inserito nell’elenco degli immobili dell’Anagrafe Agricola Unica del Piemonte di chi lo utilizza e fornire al Catasto anche la visura camerale di quest’ultimo (oltre alle necessarie autocertificazioni e moduli catastali opportunamente compilati). La normativa, molto contorta ed evolutasi rapidamente nel tempo, ha fissato all’ormai passato 30/11/2012 il termine ultimo per censire al Catasto Fabbricati quelli che erano i cosiddetti fabbricati rurali censiti al Catasto Terreni. A tal punto occorre valutare diverse Anche gli edifici rurali devono essere censiti al catasto fabbricati, con una qualità ordinaria (cioè non “fabbricato rurale”), con normale rendita catastale e con annotata in visura la dicitura “richiesta ruralità” 35 casistiche nel caso in cui non sia stato rispettato il termine predetto. FABBRICATI NON RURALI Per l’accatastamento di tali fabbricati è prevista una sanzione che varia a seconda del periodo in cui si sono persi i requisiti: - persi 5 anni prima dell’accatastamento (alla data attuale novembre 2008): sanzione non dovuta poiché prescritta; - persi prima della data 01/07/2011 sanzione compresa fra euro 258,00 ed euro 2.066,00; - persi dopo la data 01/07/2011 sanzione compresa fra euro 1.032,00 ed euro 8.264,00. FABBRICATI RURALI Per l’accatastamento di tali fabbricati è prevista una sanzione compresa fra euro 1.032,00 ed euro 8.264,00. FABBRICATI FOTOIDENTIFICATI Tali fabbricati sono stati identificati dal Catasto tramite fotografie aeree 36 ed i proprietari hanno ricevuto una lettera in cui si comunica di procedere col censimento al Catasto Fabbricati del fabbricato fotografato. Per l’accatastamento di tali fabbricati è prevista una sanzione pari ad 1.032,00 euro; la sanzione sarà ridotta ad 344,00 euro nel caso in cui si proceda nell’accatastamento e contestuale pagamento della sanzione entro sessanta giorni dalla data di ricevimento dalla lettera. FABBRICATI NON PIù ESISTENTI Molti erano, e forse sono tutt’ora, i fabbricati censiti al Catasto Terreni come fabbricati rurali, ma in realtà collabenti, fatiscenti o addirittura non più esistenti; per tali fabbricati non è prevista alcuna sanzione, ma occorre comunque presentare una variazione al Catasto Terreni con cui si elimina la qualità “Fabbricato Rurale” facendo diventare così la particella, a titolo esplicativo, “Prato” o “Fabbricato Collabente”. SANZIONI E NOTIFICHE Si fa notare che raramente l’Agenzia delle Entrate – Sezione Territorio, volgarmente detto Catasto, applica la sanzione massima possibile. La sanzione è prevista per ogni unità immobiliare accatastata ed è per una prassi corretta da corrispondere al momento dell’accatastamento tramite carta prepagata; se il pagamento non avviene contestualmente il Catasto provvederà a mandare notifica al proprietario. Per i nuovi fabbricati che possiedono i requisiti di ruralità a “ex novo” non è logicamente prevista sanzione alcuna. Si consiglia comunque, tecnici e proprietari che si dovessero trovare nei casi presi in esame, di contattare i tecnici del Catasto per avere maggiore certezza su modalità di pagamento ed ammontare delle sanzioni, data la complessità dell’argomento, la continua evoluzione della legislatura e, non ultimo, il valore piuttosto cospicuo delle sanzioni eventualmente dovute. PSR - MISURA 111.1 Sottoazione B IL PERICOLO DEOSSINIVALENOLO NEI MANGIMI Il deossinivalenolo (o DON o Vomitossina) è una micotossina appartenente al gruppo dei tricoteceni prodotta nei vegetali da parte di funghi appartenenti al genere Fusarium. L’esposizione ad esso degli animali determina una serie di disturbi che ne compromettono lo stato di salute e la performance produttiva. Il deossinivalenolo è fra le tossine più diffuse negli alimenti e nei mangimi, soprattutto nei cereali quali grano, mais, orzo ed avena e meno frequentemente nel riso, sorgo e triticale. La presenza del deossinivalenolo è quasi sempre associata a quella di altre fusario-tossine e la contaminazione delle produzioni avviene prevalentemente in campo, prima del raccolto. L’attacco è favorito da clima fresco e umido e la malattia è più grave dove mais segue a mais o frumento e se si lasciano stocchi in superficie. Lo sviluppo dei funghi e la produzione di tossina durante la fase di stoccaggio è invece meno frequente. La concentrazione della tossina nei prodotti destinati alla alimentazione degli animali varia in relazione alle condizioni climatiche, stagionali e geografiche. Anche la predisposizione genetica delle colture gioca un ruolo nel grado di contaminazione dei mangimi, che si è visto variare da alcuni microgrammi sino a diversi milligrammi per Kg. Clinicamente l’intossicazione è caratterizzata in generale da vomito, irritazioni cutanee particolarmente evidenti nel suino, lesioni emorragiche, mo- dificazione patologiche degli organi emopoietici, depressione immunitaria. Nel suino, in particolare, si possono osservare: rifiuto dell’alimento (imputabile alla modifica sapore), più raramente vomito, perdita di peso corporeo, diarrea dei lattonzoli. Di fronte al rifiuto dell’alimento, succede, non di rado, che gli allevatori aggiungano aromatizzanti; in tal caso, se l’alimento consumato contiene anche lo Zearalenone (ed è piuttosto frequente), esso diventa responsabile di problemi alla sfera riproduttiva, anche perché la vomitossina, se presente anche a dosi subcliniche senza effetti tossicologici evidenti, potenzia l’azione dello zearalenone. Nel bovino, la vomitossina crea normalmente pochi problemi. I suini sono particolarmente esposti agli effetti negativi conseguenti l’ingestione di alimenti contaminati da micotossine, in quanto, a differenza dei bovini, in essi manca l’azione protettiva tipica della microflora ruminale. Si ritiene invece che ruminanti sani siano in grado di tollerare contaminazione di diversi milligrammi da DON nei mangimi, così per le altre specie animali, anch’esse meno sensibili del suino agli effetti del DON, anche se i dati disponibili per la valutazione sono scarsi. Dopo l’ingestione del mangime contaminato, l’assorbimento del deossinivalenolo e la successiva metabolizzazione si compiono rapidamente. L’escrezione, poi, avviene per via urinaria e biliare, mentre solo tracce si rilevano in latte ed urina. 37 Notizie dalle aziende Mais, la genetica KWS resiste all’aggressione del fungo rosso La Pianura Padana è una delle zone con le maggiori potenzialità produttive per quanto riguarda la coltura del mais, ma per contro, presenta anche le migliori condizioni per lo sviluppo dei principali funghi tossigeni che si sviluppano su tale pianta. Le temperature medio-alte ed i livelli altissimi di umidità relativa che persistono nei mesi estivi nei nostri areali, favoriscono lo sviluppo del Fusarium verticillioides (produttore di Fumonisine). Nel 2014 invece, le temperature medie sono state più basse e quindi il Fusarium verticillioides non ha trovato le condizioni ideali al proprio sviluppo. Al contrario invece, il Fusarium graminearum (produttore di DON) ha avuto tutte le condizioni favorevoli. Infatti, soprattutto in Piemonte e Friuli ma anche nelle altre regioni di Veneto e Lombardia, gli agricoltori hanno dovuto fare i conti con questo fungo “rosso” dal colore caratteristico della muffa che si sviluppa sulla spiga. Questo fungo porta 2 38 tipologie di danno all’agricoltore: in primo luogo perdita di produzione per ettaro, la granella colpita da tale patogeno oltre a pesare essiccatoio e viene analizzata, viene penalizzata se eccede i limiti di legge per l’utilizzo umano oppure i limiti consigliati per l’ali- meno di quella sana viene anche scartata durante le operazioni di trebbiatura in campo. In secondo luogo, quando la granella arriva in mentazione animale. Oggi gli agricoltori hanno la possibilità di poter scegliere gli ibridi di mais in base alla tolleranza genetica nei con- fronti di questi funghi. La maggior parte degli operatori del settore si sono resi conto che esistono genotipi di mais particolarmente sensibili a questi patogeni, mentre altri risultano essere particolarmente “puliti”. Anche in un anno difficile come il 2014, la genetica KWS si è dimostrata resistente a queste problematiche permettendo alla maggior parte degli agricoltori che hanno utilizzato mais KWS, di consegnare la granella senza problemi. Questo grazie alla coltivazione d’ibridi mediotardivi tra i quali il Kerbanis, Korimbos, Kermess, Kobras e Klaxon, ma anche grazie ad un nuovo sistema di coltivare il mais che prevede l’utilizzo di ibridi precocissimi (Classe FAO 200) i quali hanno presentato valori, che ne hanno permesso l’utilizzo per l’alimentazione umana (Ronaldinio, Ricardinio e altri), caratteristica apprezzata dai molini in forte crisi con l’approvvigionamento di granella sana derivante da ibridi tardivi che erano stati seminati a tale scopo. 39 Agrimeccanica L’agrimeccanica artigianale rilancia la stagione del castagno L’innovazione dei macchinari di lavoro offre ai giovani nuove ragioni di impegno verso un settore sempre più interessante Nel territorio montano l’emigrazione definitiva, che lo ha caratterizzato nell’ultimo cinquantennio, ha colpito pesantemente le forme di produzione tradizionali, a cominciare dalla castanicoltura. Di conseguenza aree destinate alle coltivazioni agricole ed edifici e altri manufatti rurali, vie di comunicazione 40 hanno finito di lasciare il posto alla ruderizzazione delle strutture, al rimboschimento non come processo di rinaturalizzazione bensì in quello negativo di aumento del rischio idrogeologico. IL RISVEGLIO Negli ultimi tempi si è comunque assistito ad un significativo risveglio dell’interesse per la castanicoltura stante l’evoluzione favorevole di alcune vecchie e nuove patologie della pianta, il rilancio del mercato delle castagne, un potenziale di interessanti prospettive per un prodotto ecologico e naturale e, non ultimo, la presa di coscienza dell’ importan- za del castagneto quale elemento paesaggistico e culturale. Se la ragione principale dell’abbandono della castanicoltura, è noto, è stata individuata nella constatazione di un’attività agricola non più sufficientemente redditizia, o percepita come tale, legata a una commercializzazio- Agrimeccanica ne, nel recente passato, scarsamente valorizzante il prodotto, dobbiamo nel contempo rilevare come motivo di scarso appeal per i giovani nel ritorno alla castanicoltura la scarsa innovazione nei modi del lavoro agricolo in montagna. Un’attività che è stata, ed è, scarsamente supportata dai processi di meccanizzazione che altrove hanno, invece, sostenuto il settore primario. AGRIMECCANICA MONTANA Le macchine, concepite per rispondere alle necessità della dominante agricoltura di pianura e delle sue strabilianti rese, risultano infatti ben poco adatte a spazi stretti e disomogenei come quelli dei versanti, spesso ripidi, delle aree montane. Un territorio, questo, considerato non sufficientemente interessante (e remunerativo) per giustificare gli investimenti necessari alla produzione di macchinari adeguati. Ora, di fronte ad un constatato, recente, nuovo interesse per il ritorno dei giovani in montagna, anche per la castanicoltura parrebbe logico veder diffondersi anche da noi macchine operatrici che agevolino la raccolta, la selezione del prodotto. Il punto è che questa meccanizzazione specifica è costosa e, purtroppo non abbiamo, per il momento almeno, informazioni positive che nella nostra Regione, nell’ambito del nuovo PSR, ci sia traccia di un eventuale contributo, determinante per la convenienza dell’acquisto e dell’utilizzo di queste macchine. SOLUZIONI ARTIGIANE Macchine che esistono, anche se da poco tempo, prodotte da artigiani sensibili alla problematica e specificamente progettate per soddisfare le condizioni di lavoro dei castanicoltori, macchine pratiche, utili ed efficienti come abbiamo potuto constatare di persona provandole in campo. Un gruppo di castanicoltori bovesani ha avuto, infatti, in questi giorni un incontro con il titolare dell’azienda Chianchia di Cherasco, produttrice di macchinari specifici per la raccolta del frutto, ed effettuato prove pratiche che hanno fornito risultati molto soddisfacenti. Si tratta di macchine di Lo staff della ditta Chianchia al lavoro con i castanicoltori dimensioni ridotte che ne permettono l’utilizzo con trattori di piccola e media potenza per facilitare sia la raccolta anche in zone impervie e sia la successiva selezione in azienda con separazione delle castagne in modo veloce e preciso da terriccio, pietre, foglie e pezzetti di legno. Per questo rinnoviamo l’in- vito alla Regione Piemonte di non dimenticare nel programma del nuovo PSR, la concessione di contributi, ai proprietari o ai conduttori dei castagneti, a copertura parziale delle spese per l’acquisto di macchinari che agevolano il loro pesante lavoro. 41 I prezzi della carne piemontese sono quelli di venti anni fa Con la crisi, calano anche le vendite. Si rischia di lavorare in perdita, soprattutto in montagna. Resistono le imprese familiari Trascorso il giorno di San Martino, in agricoltura si inizia a tirare le somme dell’ultima annata agraria. Tuttavia ci sono comparti, come quello dei bovini da carne, abituati a tracciare bilanci ogni giorno e dove il lavoro non conosce soste. In provincia di Cuneo, patria della razza Piemontese, gli allevatori sono alle prese con alcuni atavici problemi che faticano a essere risolti: prezzi fermi da troppo tempo, consumi in flessione e costi di produzione sempre molto elevati, nonostante il lieve calo delle materie prime. INDIETRO DI VENT’ANNI «Diciamo che il comparto, pur tra mille difficoltà, 42 tiene - conferma Alberto Brugiafreddo, presidente sezione Bovini da carne di Confagricoltura Cuneo -. Le quotazioni sono quelle di vent’anni fa, con poca marginalità, ma complice il momentaneo crollo del prezzo dei cereali riusciamo a trovare ancora collocazione sul mercato, anche se il calo dei consumi è persistente per via del momento di crisi. Per fortuna sono presenti dei contributi Pac che sopperiscono al calo generale delle vendite ma, soprattutto per chi lavora in alta montagna, il rischio è sempre più quello di lavorare in perdita». DISTRIBUZIONE Oggi la Piemontese viene commercializzata attraverso macellerie tradizionali con vendita diretta dall’allevatore al macellaio, ma anche tramite GDO e altre strutture gestite dagli allevatori o altri operatori commerciali: «Alcuni canali sono certamente più remunerativi di altri – continua Brugiafreddo – ma gli sforzi da fare, sono enormi anche perché le spese, costo energetico su tutte, sono più del doppio rispetto al mantenimento del capo. Chi poi conduce gli animali in alpeggio, infine, deve fare i conti con l’aumento della presenza dei lupi: le vacche perlopiù riescono a difendersi, ma i vitelli in caso di attacco sono spacciati, con un danno considerevole per l’allevatore». IMPRESE FAMILIARI Il comparto in provincia di Cuneo, quindi, continua a fare lo slalom tra nuovi e vecchi problemi ma, nonostante tutto, regge il colpo del non semplice momento economico grazie anche alla consistente presenza di imprese a conduzione familiare che ha permesso di sopportare meglio alcuni sacrifici. La razza Piemontese continua ad essere la prima razza autoctona da carne in Italia, con una consistenza di oltre 262 mila capi iscritti all’albo genealogico, di cui oltre il 60% in provincia di Cuneo. 43 Un futuro verde per l’Italia: centinaia di ettari di bambù gigante già avviati Siamo di fronte ad un avvenimento storico: l’introduzione in Italia del bambù come nuova coltivazione da reddito, esattamente come avvenuto in precedenza con la Vite, il Pomodoro, il Kiwi e gran parte delle produzioni agricole che siamo abituati a coltivare nei nostri campi e che oggi consideriamo erroneamente autoctone. Si tratta di qualcosa di nuovo per il nostro paese, abituato a considerare il bambù esclusivamente ornamentale, al contrario di quanto avviene in gran parte dei paesi del mondo dove questa graminacea gigante viene coltivata per produrre germogli alimentari e legname pregiato dalle mille applicazioni. Il Consorzio Bambù Italia è l’autore di questo promettente inizio, che sta coinvolgendo ed entusiasmando numerosi imprenditori italiani convinti che i prodotti derivanti dalla piantagione di bambù (in partico- 44 lare i germogli ed il legname) siano in linea con le esigenze del mercato e della nostra società, in cerca di prodotti sani, ecologici e rinnovabili. Dal 1° settembre 2014 ogni giorno migliaia di piante madri di bambù gigante, necessarie a sviluppare le piantagioni, partono dai vivai Onlymoso per raggiungere le tante aziende agricole che già da parecchi mesi hanno effettuato la loro prenotazione.Ci vorranno 4/5 anni per raccogliere i primi frutti delle piantagioni, che resteranno poi altamente produttive per decine di anni. La particolarità di questa coltura è quella di non richiedere l’utilizzo di trattamenti e pesticidi, o altre particolari lavorazioni al di fuori della raccolta dei germogli e dei fusti che hanno dimensioni straordinarie fino a 15 cm di diametro e oltre 20 metri di altezza. Ogni anno un ettaro di bambuseto produrrà da 7,5 a 15 tonnellate di germogli ed oltre 50 tonnellate di legname pregiato. Il Consorzio Bambù Italia, oltre all’attività didattica, scientifica e di promozione dei prodotti del bambù OnlyMoso in Italia e in Europa, rappresenta il principale referente commerciale degli agricoltori, garantendo a tempo illimitato il ritiro delle produzioni derivanti dai bambuseti certificati OnlyMoso al miglior prezzo di mercato.Grazie al suo clima e ai sui terreni l’Italia potrà diventare nei prossimi anni la miniera verde d’Europa fornendo a industrie e consumatori europei prodotti di straordinario valore nutrizionale e strutturale. Terreni incolti e poco redditizi potranno diventare grandi risorse per i coltivatori e gli imprenditori che oggi investono in questa coltura dalle mille utilizzazioni. Il futuro si rinnova sotto il verde del bambù. 45 Fisco e tributi Sgravi previdenziali alle aziende che assumono giovani under 35 Pubblicata dall’Inps la circolare attuativa degli incentivi. Ecco le condizioni richieste per i contratti E’ stata pubblicata dall’Inps la circolare attuativa delle misure relative agli incentivi per l’assunzione di giovani under 35, secondo quanto stabilito dalla sezione “Campolibero” della legge Competitività. La circolare riguarda, in particolare, lo sgravio di 1/3 della retribuzione lorda imponibile ai fini previdenziali, per un periodo complessivo di 18 mesi, per le aziende che 46 assumono ragazzi tra i 18 e i 35 anni. REQUISITI L’incentivo è rivolto alle assunzioni a tempo indeterminato e quelle a tempo determinato con i seguenti requisiti: - Contratti di durata triennale; - Garanzia per il lavoratore di un periodo di occupazione minima di 102 giornate annue; ai fini della fruizione dell’incentivo, altro requisito richiesto è quello, di carattere oggettivo, relativo alle assunzioni, affinché comportino un incremento occupazionale netto del numero dei dipendenti del datore di lavoro interessato rispetto alla media dei dodici mesi precedenti. PRIORITà ASSOLUTA «È una misura fondamentale – ha commentato il ministro Martina – che abbiamo inserito in Cam- polibero e che fa parte del nostro ‘Piano giovani’. Con questo intervento promuoviamo la stabilizzazione dei contratti per gli under 35 nel settore agricolo e la creazione di nuova occupazione. La lotta alla disoccupazione giovanile è una priorità assoluta del Governo e vogliamo mettere in condizione il settore agricolo di giocare un ruolo da protagonista in questa partita». 47 Notizie dalle aziende Non c’è il 2 senza il 3 !!! 1991 – 1999 – 2014… La Thor si ripete con straordinario successo a Eima 2014 Nuovo prestigioso riconoscimento di valore internazionale per THOR selezionato fra 1800 espositori provenienti da cinque continenti diversi. Grazie a questo interesse e alle conferme di tanti anni di presenza attiva sui mercati internazionali, la società THOR ha fatto en plein con la cigliegina sulla torta!! La nuova macchina MAGIKA UNIVERSAL (presentata all’EIMA) che sega, spacca e carica in un unico ciclo di lavoro con un unico operatore viene prodotta in diverse versioni; con attacco a 3 punti per trattore e PTO a 540 giri, con motore elettrico trifase Per la società RICCA ANDREA di Busca, proprietaria del marchio THOR, le conferme non finiscono mai! A partire dagli anni novanta in poi la sua continua evoluzione è stata premiata in più occasioni: a Bologna per tre volte nell’arco di circa 20 anni, ad Hannover in Germania una volta, ed innumerevoli riconoscimenti in occasioni di fiere nazionali e regionali sia in Italia che in Europa. La conferma del crescente successo dei macchinari THOR in Italia ed in Europa non è una novità, questa volta la nuova Magika Universal ha però stupito anche i visitatori più attenti ed i critici della severa giuria del prestigioso premio assegnato. Sergio Pininfarina, Aproniano Tassinari, Massimo Goldoni sono le personalità di rilievo che hanno consegnato a Ricca Andrea i prestigiosi riconoscimenti nell’arco di questo ventennio. L’ultima edizione della manifestazione Eima è stata positiva per tanti espositori e addetti ai lavori grazie all’enorme partecipazione di pubblico ed operatori commerciali sia italiani che esteri. Da molto tempo non si riscontrava un simile interesse in tutti i settori merceologici. 48 5,5 kw, con motori a benzina o diesel, oppure carrellata con assale e sospensioni elastiche e gancio traino omologata per circolazione stradale fino a 80 km/h. Questa macchina nel suo genere per ingombri, pesi, versatilità e semplicità di utilizzo non ha eguali attualmente sul mercato nazionale ed internazionale. Il taglio trasversale è operato con una barra e catena da 16” lubrificata in automatico ad ogni ciclo, si può tagliare fino a 38 cm. Lo spaccalegna è abbinato alla stessa in modo trasversale sullo stesso piano di carico e di taglio, questo facilita moltissimo l’operatore nelle varie fasi di lavoro; la potenza è 12 ton. Il banco di carico è posizionato ad una altezza ideale, 70 cm da terra, ed è completamente aperto verso l’esterno; la movimentazione dei tronchi, anche di grosso diametro, è molto agevole e sicura. Tutti i comandi sono doppi e manuali ed agiscono su un impianto idraulico privo di sofisticazioni elettriche o elettroniche… Tutto manuale, tutto semplice!! Anche il trasporto e la movimentazione per le versioni autonome con motori elettrici o a scoppio sono molto pratici e funzionali. Sono infatti presenti tre ruote pneumatiche molto grandi, una di queste è oscillante e sterzante per la guida. Grazie a questi ricercati dettagli la macchina è alla portata di tutti, anche per gli utilizzatori finali sprovvisti di trattore. A fine lavoro la macchina e i suoi accessori si richiudono in ingombri molto ridotti. Si tratta quindi di una macchina ideale, anche nel prezzo di vendita, che può lavorare ovunque in qualsiasi ambiente e in diversi continenti. Non poteva essere diversa ma solo UNIVERSAL e MAGIKA! Il video THOR presente sul nostro sito vi sarà di ulteriore aiuto, oppure le prove dimostrative in azienda da concordare con la società costruttrice saranno senz’altro per voi una conferma dei vantaggi e delle garanzie che THOR vi può offrire. 49 Fogliarino, cento anni di successo nella raccolta La presentazione in azienda, a Genola, delle ultime novità Claas (e non solo) 50 Cento anni di successo nella raccolta. Se ne sono potuti accorgere, venerdì 21 e sabato 22 novembre, i visitatori che hanno affollato la sede genolese della ditta Fogliarino per la presentazione delle ultime novità dei trattori Claas e di tutta la gamma per la raccolta, la fienagione e le macchine per la preparazione e la lavorazione del terreno Lemken che hanno fatto bella mostra di sè all’ultimo Eima. La ditta Fogliarino nasce nel 1960 a Genola, grazie ai fratelli Giovanni e Domenico, nati e cresciuti nel mondo contadino e con unica grande passione: le macchine agricole. Ciò che contraddistingue Fogliarino è aver mantenuta inalterata la passione per queste macchine, il desiderio di accontentare sempre il cliente, anche grazie ad una assistenza capillare ed altamente professionale. Trattori naturalmente a marchio Claas, di cui Fogliarino è concessionario ufficiale. Prova di questo è stato un fantastico colpo d’occhio offerto dalla centinaia di macchine esposte sul piazzale della stessa concessionaria. Il verde – colore che contraddistingue Claas – la faceva da padrone, rappresentando al contempo motivo di forte richiamo. Trattori in bella mostra, dal più piccolo al più grande. Ed i moltissimi visitatori hanno potuto apprezzare questi mezzi e ammirare tutte le novità, i comfort, le nuove tecnologie e soprattutto le nuove motorizzazioni. In primo piano, i nuovi modelli di trattori Arion 400 che hanno una grande versatilità, sottolineata dalla vasta scelta di motorizzazioni e dai numerosi nuovi allestimenti disponibili a richiesta allo scopo di offrire la giusta soluzione ad ogni esigenza di meccanizzazione agricola. Ed anche l’Atos 300, equipaggiato di fabbrica con un sollevatore frontale completamente integrato con una capacità di sollevamento di 1,9 tonnellate: le zavorre anteriori possono essere montate e smontate velocemente durante l’impiego. Infine l’Elios 200, che grazie al baricentro ribassato e alla ridotta altezza d’ingombro può lavorare in luoghi irraggiungibili per i trattori convenzionali. Tutti punti di forza di una gamma che parta dai 70 cavalli ed arriva fino ai 400. Con una risposta ed un impiego validi su ogni terreno e per ogni impiego agricolo. Molto interesse hanno anche suscitato le nuove mietitrebbie Lexion, la nuova Tucano e le trince della serie Jaguar, la giusta soluzione ovunque sia richiesta una qualità eccellente del trinciato. E che dire del Terratrac, il porta-attrezzi realizzato per l’agricoltura su forti pendenze. Grazie al loro baricentro basso ed al peso estremamente limitato, tutti i Terratrac sono in grado operare su forti pendenze con il minimo impatto sull’ambiente circostante. Fogliarino vuole ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alla manifestazione e lo ha fatto già in loco offrendo a tutti i partecipanti un simpatico gadget. 51 Zootecnia Il decalogo delle uova fa grandi le galline Ecco le dieci cose da sapere per apprezzare al meglio un prodotto fondamentale dei nostri allevamenti Francesca Romana Barberini, conduttrice e autrice televisiva, volto di Gambero Rosso Channel (Sky), ha raccolto nel decalogo pubblicato su “d.blogautore. repubblica.it”, le cose fondamentali da sapere sulle uova. Un memorandum che può essere utile anche a chi, 52 in campagna, già ben conosce le uova, ma non sempre le sa “valorizzare”. Ecco, di seguito, le dieci informazioni indispensabili sulle uova. 1. L’uovo riporta un codice direttamente sul guscio, una sorta di carta di identità che tutela il consumatore. Ecco come leggere l’etichetta: il primo numero indica il tipo di allevamento, 0=biologico 1=all’aperto 2=a terra 3=gabbie. Poi viene indicata la sigla della nazione dell’allevamento, per l’Italia IT. Quindi seguono 3 cifre che indicano il comune di provenienza, le due lettere seguenti indicano la provincia, le ultime 3 cifre l’allevamento. 2. Il colore del guscio non influisce sulle caratteristiche dell’uovo: possono essere bianchi, rosati o bruni a seconda della razza della gallina ovaiola. A seconda del tipo di allevamento della gallina, invece, cambia il valore proteico dell’uovo, la consistenza e lo spessore del guscio. 3. E’ preferibile conservare le uova nei contenitori di cartone in cui vengono acquistate, perché hanno il vantaggio di assorbire l’umidità. Vanno tenute in frigorifero, su un ripiano e non nello sportello per evitare i continui cambi di temperature e i movimenti bruschi ad ogni apertura. 4. Il guscio dell’uovo è poroso e gli odori forti del frigorifero rischiano di essere assorbiti! 5. Le proteine dell’uovo si trovano nell’albume e vengono considerate proteine ad alto valore biologico (il tipo più abbondante è l’ovoalbumina), poiché contengono tutti gli amminoacidi essenziali: Zootecnia per questo l’uovo è ritenuto l’alimento più qualitativo dal punto di vista proteico. 100 gr di uovo apportano al nostro organismo 13 gr di proteine. 6. Le uova sono ricche di lecitina, una proteina che gli conferisce la sua tipica proprietà emulsionante e che diminuisce l’assorbimento intestinale del colesterolo. 7. Da studi scientifici è dimostrato che una persona sana e che segue una dieta equilibrata può mangiare fino a 7 uova alla settimana. Le persone affette da ipercolesterolemia o da qualunque altra malattia cardiovascolare, dovranno limitarsi a 2 o 3, oppure rinunciare al tuorlo. 8. Per montare le uova a neve è necessario verificare che sia il contenitore che le fruste dello sbattitore elettrico o la frusta a mano siano perfettamente sgrassati. Quando sono pronte? Quando girando il contenitore non “scivolano”! 9. E’ più facile separare il tuorlo dall’albume quando l’uovo è freddo di frigorifero. 10. Come eliminare l’odore di uovo da piatti, bicchieri e posate? Si può usare dell’aceto durante il lavaggio a mano o in lavastoviglie. Se persiste si può aggiungere un cucchiaio di candeggina e ogni odore svanirà! 53 Agrimeccanica di Emanuel Bonetto L’Eima di Bologna ha radici nel futuro dell’agrimeccanica “We have it – Noi ce l’abbiamo” … Questo è stato il leitmotiv dell’EIMA 2014, fiera internazionale della meccanizzazione agricola svoltasi a Bologna dal 12 al 16 novembre. Seconda solo ad “Agritechnica”, biennale di Hannover, UNA FIERA MONDIALE I dati statistici diffusi da FederUnacoma, la federazione dei costruttori italiani organizzatrice della rassegna, indicano una crescita considerevole degli operatori economici provenienti dai Paesi esteri, che Viaggio tra le novità della fiera internazionale della meccanizzazione agricola di Bologna, tra “connetted farm” e trazione funicolare questa manifestazione è stata sicuramente una nota d’orgoglio per tutto il mondo agricolo italiano ed europeo. Dati alla mano non ci si può che complimentare con organizzatori, espositori e soprattutto visitatori per il grande successo riscontrato. 54 raggiungono le 38.773 unità, pari ad un incremento del 21% rispetto all’edizione 2012. I 235.614 visitatori provenienti da 124 Paesi di tutto il mondo sono il dato più lampante di come questa fiera abbia assunto poco Agrimeccanica per volta negli anni un’importanza di livello mondiale. La kermesse bolognese ha dato ampio respiro non solo ai grandi marchi, conosciuti come il “top” della gamma in ambito meccanico, bensì anche ad aziende più ridotte, ma gravide di idee “copernicane”, ossia rivoluzionarie, ma non stravolgenti poiché partorite prendendo spunto dalla tradizione agricola dei nostri avi. TRAZIONE FUNICOLARE Per esempio, a livello generale, si è notato un notevole miglioramento della meccanizzazione la quale ha raggiunto livelli di tecnologia estremamente elevati. Basti pensare alle nuove generazioni dei macchinari per la lavorazione dei terreni a trazione funicolare alimentati da fonti energetiche rinnovabili; un’invenzione con radici antiche (1800) ripensata per l’agricoltura del domani. Questi macchinari permetteranno di diminuire l’inquinamento ambientale e del suolo andando altresì ad annullare totalmente la suola di lavorazione poiché verrà eliminato il passaggio delle trattrici sul campo. Inoltre saranno macchinari totalmente automatici e sicuri in quanti controllati per mezzo di tecnologia GPS in remoto. Alle due macchine motrici posizionate sulle testate del 55 Agrimeccanica campo potranno essere abbinati diversi moduli (seminatrici, barre irroratrici, ecc…) i quali lavoreranno bifrontalmente. FATTORIE CONNESSE Parlando di tecnologia GPS applicata alla meccanica agricola non può essere trascurato il concetto di “connected farm”, progetto che, al contrario del 56 ad ogni lavorazione lo stato delle trattrici (collegate tutte tra loro nel caso si abbia una flotta) e dei macchinari, monitoraggio costante delle precipitazioni ed addirittura dei prezzi delle colture. Insomma un applicativo alla ordinaria meccanica Riprendendo il motto di Eima International, noi, Italia, abbiamo la forza e soprattutto la capacità di creare tecnologie qualitativamente superiori anno dopo anno, secolo dopo secolo. Il sapersi innovare, ma soprattutto rinnovare, agricola, che agevola il lavoro dell’imprenditore agricolo in modo significativo. è segno che il settore primario è vivo, pulsante e non ci sta a cedere alla crisi. precedente, sta già prendendo piede in diverse aziende anche in Piemonte. La spina dorsale di tale tecnologia è composta da tre fasi principali: raccolta dei dati sul campo, condivisione di questi con l’ufficio grazie alla connessione wireless ed infine la gestione di essi, ossia essere in grado di controllare 57 Arproma Associazione Revisori Produttori Macchine Agricole ed attrezzature agricole informa Gianromolo Bignami l’angelo della motoaratura Storia della meccanizzazione agricola in provincia di Cuneo La Camera di Commercio di Cuneo è giunta alla decisione di dedicare più attenzione ai gravi, urgenti e molteplici problemi che affliggono le nostre montagne. La complessità di queste problematiche esige un attento esame sul piano della realtà economica e sociale, e richiede un’indagine approfondita sul piano della realtà economica e sociale, da effettuarsi con il supporto di studiosi e tecnici, coloro che vivono a costante, stretto contatto con le popolazioni montane e le loro necessità. GIANROMOLO BIGNAMI Gianromolo Bignami fu il generoso animatore dell’ufficio per la montagna, ufficio che, nel 1952, si trasformerà nell’azienda autonoma studi e assistenza alla montagna. Fu proprio Bignami a diffondere, in Valle Stura, la meccanizzazione agricola. Egli propose di creare un centro di motoaratura su terreni in pendenza. A questo scopo, l’azienda autonoma studi e assistenza alla montagna aveva già contattato la Fiat e la Società Moreni, raccogliendo una manifesta- 58 zione di interesse, da parte di queste aziende, a portare trattori cingolati sui nostri terreni montani. Bignami si recava personalmente nelle varie frazioni per provare, con i valligiani, nuove attrezzature e macchine che potessero accorciare i tempi di lavoro degli agricoltori. FALCIATRICI IN PRESTITO «Il geometra Bignami aveva comprato una falciatrice e la prestava a noi di Trinità», come ricordava Bernardo Allietta, il quale fu il presidente di una delle cooperative montane create dal signor Bignami, il Caseificio Valle Stura. «Ci diceva “la tenete due ore uno e due ore l’altro, oppure mezza giornata ciascuno, a seconda del vostro bisogno”. Faceva tutto questo per invogliarci a provarla, perché noi non avevamo il coraggio di acquistare una falciatrice. I vecchi ci dicevano “cosa andate a prendere quelle porcherie lì, fate come abbiamo sempre fatto, usate la falce”. Ma noi, quando l’abbiamo provata, abbiamo capito che funzionava bene e ci faceva risparmiare un bel po’ di tempo nel taglio del fieno». CAMPAGNA PUBBLICITARIA Il signor Bignami, per essere più efficace nella sua “campagna pubblicitaria”, scriveva delle storie che venivano pubblicate e fatte circolare tra gli agricoltori montani. L’azienda autonoma studi e assistenza alla montagna, nel suo decennale lavoro per le vallate alpine, riuscì ad ottenere, per quanto riguarda la diffusione della meccanizzazione, ottimi risultati: nelle zone più impervie, le motofalciatrici speciali ed i motocoltivatori sono gli ultimi rappresentanti della meccanica agraria “tra i monti”. Numerosissime in Svizzera, Austria, Francia ed altrove, queste macchine hanno faticato a farsi conoscere nelle nostre aziende di montagna. Tuttavia, grazie all’organismo creato dal signor Bignami, il numero dei motocoltivatori, et similia, in Provincia è passato dai 665 esemplari al 31/12/1959 a 1319 in pochi anni. La maggior parte di questi prodotti è andata a finire in montagna ed in collina. Notizie dalle aziende 3M Dalmasso, compleanno a porte aperte: un successo! Presentate le attrezzature di produzione propria e quelle in concessione Festeggiati i primi cinque anni di attività della ditta 3M Dalmasso Franco di Morozzo, due giorni di porte aperte per tutti gli imprenditori agricoli, un’occasione per vedere da vicino le attrezzature realizzate interamente dalla ditta 3 M, dagli spianatori ai ripuntatori, dai livellatori agli arginatori, fino alle applicazioni per l’interramento dei liquami. Ma, oltre alla produzione propria, la 3M Dalmasso ha esposto anche le attrezzature agricole in concessione: rimorchi Domper, botti spandiletame della ditta Crosetto, rotopresse Gallignani e Mchale, fienagione Fella, trattori New Holland, lavorazione legno Balfor, seminatrici Sfoggia e via via.«Grazie a tutti coloro che hanno partecipato all’evento – osserva il signor Franco della 3M Dalmasso -, in particolare a tutti i collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione di questo evento e al gruppo folcloristico Virasolelh per la serata che ci ha offerto». Cosi come anche i pranzi offerti sono stati apprezzati da tutti. Arrivederci al prossimo appuntamento. 59 Attualità Le regole in Piemonte per la pulizia degli alvei Indirizzi tecnici in materia di manutenzioni, sistemazioni idrogeologiche e idraulico forestali La gestione ambientale dei canali e dei corsi d’acqua è considerata come un sistema di interventi che integrano l’aspetto ambientale e la sicurezza per gli insediamenti e le popolazioni contro il rischio di alluvioni. Ci sono molte esperienze che dimostrano come sia necessario governare le situazioni di rischio idraulico attraverso progetti integrati di gestione ambientale che hanno la finalità di rallentare l’impeto delle acque negli eventi di piena. VEGETAZIONE ARBOREA Spesso i corsi d’acqua non regolarmente percorsi da deflusso 60 idrico sono colonizzati da una densa vegetazione arborea ed arbustiva fino a diventare un vero e proprio popolamento d’alto fusto. In caso di piena questi popolamenti tendono a creare sbarramenti temporanei il cui cedimento improvviso porta alla formazione di pericolose ondate. Tale situazione non è però correttamente risolta tramite un taglio raso di pulizia complessiva di tutta la vegetazione a intervalli temporali non predefiniti, che comporta un aumento nella velocità del corso d’acqua in caso di piena. Gli interventi della manutenzione in alveo devono invece prevedere una serie di operazioni che mirano a mantenere o ripristinare l’originaria funzionalità, qualità ed efficienza di una pendice o di un corso d’acqua. GUIDA ALLA MANUTENZIONE La Regione Piemonte ha pubblicato nel maggio 2008 gli “Indirizzi tecnici in materia di manutenzioni e sistemazioni idrogeologiche e idraulico forestali”, nelle quali si possono trovare nel dettaglio gli interventi opportuni per una corretta gestione. In particolare è importante osservare che i tagli di gestione devono essere condotti secondo precise regole selvicolturali, che non sono riconducibili ad un semplice taglio raso. Si deve distinguere l’intervento effettuato sulle sponde dell’alveo e l’intervento in alveo inciso. A) lungo le sponde: il taglio raso comporta l’eliminazione della funzione trofica svolta dalla vegetazione, la scomparsa di vita per una ricca fauna e l’aumento delle radiazioni incidenti con conseguente danno per i pesci, la mancata funzionalità della vegetazione nel frenare l’azione erosiva dell’acqua e nel controllo dei regimi idrici; la vegetazione concorre infatti alla stabilizzazione dei terreni sciolti attraverso l’azione delle radici e rallenta la velocità di scorrimento a condizione che la sezione d’alveo sia sufficiente a smaltire la portata di piena. In definitiva il taglio raso è da evitare a favore di una evoluzione verso popolamenti specializzati adatti alle condizioni ed esigenze di alveo, sponde e aree golenali. B) entro l’alveo inciso: è necessario garantire la sezione minima di deflusso attraverso il taglio e l’allontanamento di alberi ed arbusti presenti nella fascia di alveo di magra, taglio selettivo delle alberature con eliminazione delle piante eccedenti un diametro prefissato, periodiche operazioni di ceduazione. Sono ammesse in generale operazioni che consentano il taglio della vegetazione ostacolante il libero deflusso delle acque con fasce di discontinuità di almeno 1000 m. La vegetazione deve presentare come caratteristica principale la flessibilità, decrescente con altezza e densità delle piante, in quanto durante il deflusso delle acque si piega e riduce la sua altezza contribuendo al diminuire alla velocità della corrente, ma rimanendo ancorata al terreno non crea sbarramenti. In conclusione è bene essere al corrente che la pulizia degli alvei e la corretta gestione si attua attraverso un attento e preparato percorso di manutenzione, seguito da tecnici specializzati in grado di scegliere con oculatezza gli interventi necessari. 61 Attualità Contributi per le calamità naturali? Addio speranze per le aziende agricole Che fine hanno fatto i contributi per la ripresa delle attività agricole danneggiate dagli eventi calamitosi del 2013 in Piemonte? Lo ha domandato la presidente leghista Gianna Gancia in un’interrogazione all’assessore regionale all’agricoltura, Giorgio Ferrero, che ha tempestivamente risposto in Consiglio regionale sostenendo come, al momento, non sia possibile “prevedere alcun termine per la concessione di eventuali contributi e a quali categorie e a quali condizioni potranno essere allocati”. 62 DOCCIA FREDDA Ma c’è di più. A fronte di un ammontare complessivo dei danni, riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole, di 23 milioni 777 mila euro, il riparto ministeriale proposto nella Conferenza delle Regioni il 18 novembre, prevede lo stanziamento di appena 513.622 euro, pari al 2,16 per cento del fabbisogno regionale, “una percentuale così bassa di contribuzione – rileva lo stesso Ferrero -, che a fronte dei lavori effettuati per 100, non consentirebbe neppure il recupero delle spese Attualità materiali”. Una doccia fredda per centinaia di aziende agricole, che contavano sugli stanziamenti ministeriali per il ripristino della loro piena attività operativa, dopo le piogge alluvionali e le trombe d’aria dell’estate 2013 nelle province di Asti, Alessandria, Cuneo, Torino e Biella. SPECULAZIONI POLITICHE «Spiace rilevare – osserva Gianna Gancia -, come in campagna elettorale, questa primavera, ancora una volta ci sia stato chi, come onorevoli esponenti del Pd, abbia speculato sulle disgrazie altrui, non esitando a promettere contributi e risarcimenti che in realtà non erano per nulla certi, né tantomeno disponibili. Ringrazio l’assessore Ferrero per aver fatto finalmente chiarezza». L’effettivo stanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale a favore della Regione Piemonte e il conseguente trasferimento di cassa, precisa l’Assessorato regionale all’Agricoltura, “avverrà presumibilmente a fine marzo, inizio aprile 2015”, fermo restando che l’esiguità delle somme lo renderà di fatto Monferrato, Balzola, Bergamasco, Casale Monferrato, Castellazzo L’interpellanza di Gianna Gancia in Regione denuncia speculazioni politiche. L’assessore Giorgio Ferrero: «Fondi troppo scarsi» inutile, con buona pace di chi ci aveva contato. I COMUNI INTERESSATI (ordinati per Provincia) Alessandria Tromba d’aria del 29 luglio 2013 e 24 agosto 2013: Alessandria, Altavilla Bormida, Castelspina, Frassineto Po, Lu, Masio, Morsasco, Oviglio, Rosignano Monferrato, San Salvatore Monferrato, Villanova Monferrato. Asti Piogge alluvionali dal 24 agosto 2013 al 26 agosto 2013: Bruno, Bubbio, Calosso, Cassinasco, Castel Boglione, Castel Rocchero, Castelnuovo Belbo, Cessole, Cortiglione, Fontanile, Loazzolo, Mombaruzzo, Monastero Bormida, Montaldo Scarampi, Nizza Monferrato, Olmo Gentile, Roccaverano, Rocchetta Palafea, San Giorgio Scarampi, Sessame, Vesime. Piogge alluvionali dal 24 agosto 2013 al 26 agosto 2013: Antignano, Bruno, Cortiglione, Fontanile, Mombaruzzo. Biella Tromba d’aria del 29 luglio 2013: Massazza, Verrone. Cuneo Piogge alluvionali dal 29 luglio 2013 al 25 agosto 2013: Bergolo, Busca, Centallo, Cortemilia, Cossano Belbo, Feisoglio, Gorzegno, Levice, Montanera, Morozzo, Perletto, Prunetto. Torino Tromba d’aria del 29 luglio 2013 e 24 agosto 2013: Caselle Torinese, Rivoli. 63 Enologia Anteprima vendemmia 2014 Le pagelle dei vignaioli Tradizionale presentazione a Torino delle risultanze quantitative e qualitative della stagione enologica appena conclusa Palazzo Barolo di Torino ha ospitato lunedì 24 novembre “Anteprima Vendemmia 2014”, il tradizionale appuntamento promosso da Regione Piemonte, Consorzio Piemonte Land of Perfection e Vignaioli Piemontesi, nel corso del quale sono stati presentati i dati quantitativi e qualitativi della vendemmia appena conclusa. RICAMBIO GENERAZIONALE Nella sua introduzione, l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero ha sottolineato che, nel 2013, su 4,56 miliardi di euro dell’export agricolo e alimentare piemontese, ben un miliardo è derivato dal settore enologico, mentre nel primo semestre 2014 si è registrato un aumento delle esportazioni del 4,1% a fronte di un +1,5% a livello nazionale. «In Piemonte – ha evidenziato Ferrero – il numero delle aziende vitivinicole è calato a 19 mila unità, che operano su 43 mila ettari, anche con realtà grandi e strutturate, grazie agli accorpamenti, a nuovi investimenti e a 64 un forte ricambio generazionale nella guida aziendale». ANNATA COMPLICATA I tecnici della Vignaioli Piemontesi hanno poi illustrato i dati produttivi, influenzati da un’annata “complicata” e sfavorevole dal punto di vista climatico, soprattutto per le abbondanti e frequenti piogge estive e l’assenza di temperature elevate. La vendemmia 2014 va considerata complessivamente “avara” quantitativamente, anche se non tutti i dati sono omogenei: mentre la Regione Piemonte calcola una diminuzione del 7% rispetto allo scorso anno, con 2,4 milioni di ettolitri, Assoenologi indica la produzione in 2,2 milioni di ettolitri, con un calo del 18%. Un quadro più chiaro del dato produttivo si avrà comunque a conclusione delle operazioni di denuncia delle produzioni. Dal punto di vista qualitativo, il 2014 va considerato come annata “mediamente buona”, con punte di “ottimo” per il Cortese di Gavi, per le uve base di Alta Langa, per le Barbere Asti e Alba, per l’Arneis e i Nebbioli di Barolo e Barbaresco. Un invito ad accentuare il percorso di aggregazione del mondo vitivinicolo è stato rivolto dai presidenti del Consorzio Piemonte Land of Perfection Giorgio Bosticco e della Vignaioli Piemontese Giulio Porzio. Enologia Concluso l’allineamento delle superfici vitate Con la determina della Regione Piemonte del 5 novembre 2014, dopo due anni di intenso lavoro da parte dei CAA delle Provincie e della Regione, si è arrivati Nel piano operativo, siglato tra le OPA e la Regione Piemonte, si era previsto che nel caso in cui, a seguito dei calcoli e delle tolleranze alle aziende, fossero state Sarà utilizzabile per tutti i procedimenti tecnico amministrativi. Le aziende che hanno subito delle variazioni vengono avvertite alla conclusione dell’allineamento delle superfici vitate. Questo fa si che ad oggi ci sia una certezza delle superfici vitate a disposizione delle aziende, utilizzabili per tutti i procedimenti tecnico amministrativi. tolte delle superfici, queste sarebbero state assegnate a fine del piano. In questi giorni le aziende che hanno subito delle variazioni, a seguito dell’allineamento, stanno ricevendo una comunicazione via PEC dalla Regione. 65 Enologia Oltre il vino, conta il valore del vigneto Vigneti sempre più attrattivi per i turisti e sempre più “premiati” per il loro valore intrinseco: basti pensare al riconoscimento dell’Unesco che ha dichiarato i paesaggi vitivinicoli delle Langhe, Roero e Monferrato patrimonio dell’umanità. INDOTTO PRESTIGIOSO Dalle distese infinite di vigneti secolari nelle Langhe alle uve che nascono ai piedi delle Dolomiti o salgono verso l’Etna, dalla viticoltura eroica arroccata sui terrazzamenti della costa ligure a quella dolce della Costiera Amalfitana: il paesaggio vitivinicolo italiano è un patrimonio di ricchezza e di varietà, di storia e di tradizioni. Ma soprattutto è una risorsa economica spesso trascurata e costantemente a rischio, “attaccata” sia dall’urbanizzazione selvaggia, soprattutto nelle aree in pianura, sia dai fenomeni di abbandono di vaste zone collinari e montane, con effetti sulla tenuta idrogeo- 66 logica del territorio. Eppure, tra il turismo rurale e l’indotto legato all’enogastronomia tipica, i vigneti del Belpaese “valgono” oltre 3 miliardi di euro l’anno. E’ quanto emerso dalla tavola rotonda “Il valore del vigneto oltre il vino. Il ruolo della vite nel paesaggio agrario per la valorizzazione del territorio”, organizzato dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori il 7 novembre a Serralunga d’Alba, in provincia di Cuneo, presso la Tenuta di Fontanafredda. LA FORZA DEL VINO Il vino è uno dei fiori all’occhiello del “made in Italy” agroalimentare, con oltre 200 mila aziende coinvolte, 650 mila ettari di vigne sparse sul territorio nazionale, 266 prodotti Dop e Igp, 332 vini Doc, 73 vini Docg e 118 vini Igt e un fatturato di quasi 10 miliardi l’anno, di cui la metà sui mercati stranieri. Ma, oltre al giro d’affari del prodotto vino, Enologia i vigneti sono una fonte di ricchezza in quanto offrono scenari unici, plasmati nel tempo dall’attività agricola, che attirano masse di turisti. Negli ultimi vent’anni, purtroppo, cemento e degrado hanno lentamente “rosicchiato” questo capitale verde. BORGOGNA D’ITALIA Il convegno, moderato da Maurizio Tropeano, giornalista de “La Stampa”, è stato animato dall’avvicendarsi di diversi relatori. Stefano Chiarlo, dell’azienda vitivinicola Michele Chiarlo ha ripercorso la storia del rapporto sulla viticoltura tra la Borgogna ed il Piemonte, ed ha evidenziato come la Langa sia riuscita a fare del Piemonte la “Borgogna” d’Italia, esempio di un territorio che, a partire dal patrimonio vinicolo ed enogastronomico, ha innescato un processo ampio di rilancio dell’intera regione, con un asso nella manica in più rispetto ai cugini francesi, quella dei paesaggi di Langhe-Roero e Monferrato ufficialmente dichiarati patrimonio mondiale dell’umanità. VITICOLTURA EROICA Marzia Raggi, produttrice di vino a Monterosso nelle Cinque Terre ha raccontato la “viticoltura eroica” svi- luppatasi sui tipici terrazzamenti di quel territorio ligure, frutto di fatiche secolari, in una fascia altimetrica tra 0 e 600 metri sul livello del mare, realizzatasi costruendo innumerevoli muretti a secco, disegnando sinuose geometrie sull’aspra costa e dando così vita ad un paesaggio unico al mondo. L’AVANZATA DEL CEMENTO Silvio Barbero, vicepresidente dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, ha ricordato che dal 1861 ad oggi in Italia si sono consumati 10 milioni di ettari di terreno, di cui un milione cementificato: «La responsabilità della politica per questo misfatto è enorme: mentre a parole sostiene che il territorio è un valore, in pratica consente un consumo di territorio con una estensione devastante. Pur in presenza di un sensibile calo demografico della popolazione italiana negli ultimi vent’anni, il nostro Paese ha cavalcato una urbanizzazione ampia, rapida e violenta. Questo consumo di suolo sovente si è trasformato in puro spreco, con decine di migliaia di capannoni vuoti e case sfitte: suolo sottratto all’agricoltura, terreno che ha cessato di produrre 67 Enologia vera ricchezza. E’ necessaria una nuova forma di “responsabilità” da parte di tutti a cominciare dagli indirizzi politici e dalle normative urbanistiche degli enti locali». RIFORMA PAC L’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero, dopo aver sottolineato lo stretto legame del paesaggio con la produzione di vini di valore elevato e riconosciuto a livello mondiale, ha posto l’accento sulla riforma della Pac, rilevando tutta una serie di difficoltà e problemi che nel momento dell’applicazione dovranno essere superati per consentire ai nostri agricoltori di sfruttarne al meglio le potenzialità, cominciando dalla semplificazione burocratica. BUROCRAZIA La questione della semplificazione burocratica è stato al centro dell’intervento di Michele Fino, prorettore dell’Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo che ha fatto anche delle proposte concrete. Ha 68 Tra turismo rurale e indotto legato all’enogastronomia tipica, le vigne del Belpaese “valgono” oltre 3 miliardi di euro l’anno ricordato i diversi episodi di contestazione da parte di organi di controllo, in particolare da parte dell’ICQ (ex repressione frodi) in materia di etichettatura di vini italiani, che hanno colpito soprattutto piccoli produttori, e talvolta gli esercenti, con sequestri e sanzioni che, se non ai sensi della legge, almeno a quelli del buon senso sono apparsi spesso sproporzionati alla natura dei reati e soprattutto alle dimensioni produttive delle cantine. Da qui l’invito al Governo a predisporre disposizioni meno farraginose. VALORE DEL PAESAGGIO E’ seguito un ricco dibattito, con interventi di esperti, produttori, rappresentanze politiche concluso dal presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino: «Il paesaggio rurale è una componente essenziale dell’identità del nostro Paese - ha spiegato Dino Scanavino - e appare particolarmente importante, perché pone l’accento sul nesso tra l’azione necessaria per superare i fattori di crisi e contrastare i rischi di decadimento dell’attività produttiva agricola (in particolare il fenomeno dell’abbandono di vaste aree collinari e montane dove l’azione dell’agricoltore è fondamentale per manutenere il territorio, conservare la fertilità dei suoli e dare stabilità ai versanti per evitare casi di dissesto idrogeologico) e un rinnovato impegno a puntare sulle potenzialità offerte dal nostro patrimonio storico di civiltà e bellezza per la crescita degli scambi tra l’Italia e il resto del mondo e per lo sviluppo diffuso di un turismo di qualità altamente competitivo». La Regione apre il bando per ristrutturare i vigneti Beneficiari imprenditori agricoli, cooperative e società. Presentazione delle domande entro il 31 gennaio 2015 Con l’emanazione del Bando del 7 novembre 2014, l’assessorato all’agricoltura della Regione Piemonte ha comunicato che si possono presentare le domande di contributo per la campagna 2014/2015: misura di ristrutturazione e riconversione dei vigneti per il periodo di programmazione 2015 -2018. Beneficiari: imprenditori agricoli singoli, cooperative agricole, società di persone e di capitali. Iniziative ammissibili: realizzazione di interventi su superfici vitate destinate alla produzione di vini a denominazione di origine quali riconversione varietale, ristrutturazione di vigneti, modifiche delle forme di allevamento, sostituzione di pali e fili. Agevolazione: il contributo ai costi di ristrutturazione e riconversione vigneti viene erogato in modo forfetario, sulla base del prezzario regionale, secondo la tipologia di investimento e dell’altimetria in cui viene effettuato l’intervento. Il termine di presentazione è il 31 gennaio 2015. 69 Radici di Aldo Ponso Natale in clausura a Boves tra i fioretti delle clarisse Il misterioso aneddoto del Bambino e della tortorella Nel bel monastero delle Figlie di Santa Chiara, dette anche “Clarisse” di Boves, si raccontano curiosi fatti intonati al Natale. Entriamo nel lindo parlatoio, lanciando uno sguardo oltre quelle venerande grate, a quel mondo così lontano dal nostro, eppur così vicino. Ci accolgono la Madre e le consorelle, sempre molto cortesemente. Qui si respira un’aria diversa. Ma eccoci a sfogliare i due principali documenti del Monastero, il Necrologio e la Cronaca. I FIORETTI Apriamo con trepidazione quelle pagine soffuse di mistero, che ancora sembrano palpitare. Quanto vi apprendiamo ha il sapore della fede semplice e genuina vissuta nel cuore più che nella mente. Sono “Fioretti” tramandati a voce e di poche righe, ma profondamente sentiti, sbocciati sulla scia tradizionale dei “Fioretti” di Francesco e di Chiara, loro fondatori. Ma ecco un primo aneddoto, che ha come protagonista la sorella Serafina, di cui ricorre quest’anno il centenario della morte, avvenuta nel 1914, pochi mesi prima dello scoppio della prima guerra mondiale. È ritenuta un po’ la “santina” del convento. La ricordiamo volentieri anche perché proveniente da Valmala, dove nacque il 26 ottobre 1884. Ha appena trent’anni, ma già sta spegnendosi colpita 70 dall’inesorabile tubercolosi. Ecco il fatto da noi sentito, alcuni anni or sono, dall’amica suor Margherita Giubergia. IL BAMBINO BIONDO Un giorno l’amica va a far visita a sorella Serafina che da parecchio tempo tiene il letto nella sua cella; e resta ammirata nello scorgere il volto della malata trasfigurato, raggiante di gioia. Ne chiede il motivo. Suor Serafina si schermisce, indugia, ma poi alle insistenze dell’amica e con la promessa del segreto più assoluto, le rivela il fatto straordinario che l’è accaduto. Ha scorto nella cella un bimbetto biondo, bellissimo, ricciuto che le ha sorriso, in silenzio. Era lì seduto ai suoi piedi, vestito di bianco, con i piedi nudi...Qualche giorno dopo, suor Giubergia ritorna sullo stesso argomento e suor Serafina le confessa che il bambino è ritornato ancora, sempre più bello... E man a mano che Serafina si avvicina a “sorella morte”, egli le si mostra sempre più meraviglioso ed affascinante, come per farle pregustare un piccolo raggio di quella bellezza che forma la beatitudine degli eletti... LA TORTORELLA Ma eccoci all’ultimo giorno di vita di Serafina. Ed ecco pure un ultimo tratto di bontà divina. La sorella sta lentamente spegnendosi nel suo letto di dolore. Quando una tortora, mai vista prima, vien scorta dalle consorelle aggirarsi in cortile, e soffermarsi infine sul tetto antistante la stanzetta di Serafina. Come venne poi notato, l’uccello rimane in monastero dalle otto del mattino fin verso le cinque della sera. Di tratto in tratto si alza in volo e viene a dar lievi beccate ai vetri della sua cella, come se volesse entrarvi; poi torna a riposarsi al solito posto. Quando finalmente la finestra viene aperta dalla sorella infermiera, ecco la tortorella svelta prende il volo ed entra nella cella della morente, dirigendosi verso di lei e posandosi sulle sbarrette di ferro che sorreggono le cortine del letto. Dopo qualche attimo di sosta, se ne esce in volo posandosi sul porticato antistante. Rimane così ad attendere che Serafina spiri. Solo allora prende il suo ultimo volo per non comparire più. Ma il Natale compare in modo forte anche nella vita della consorella da Isasca, suor Benedetta Demaria, la cui vocazione era sbocciata, come racconterà lei stessa, in seguito ad una voce proveniente dal bambino Gesù, dipinto nella chiesa del monastero. E come ubbidiente era entrata in clausura, così ubbidiente era partita per il Cielo alla voce dello Sposo Celeste, la notte di Natale del 1972, dopo 56 anni di vita religiosa. 71 Enologia Liberiamo il vino dalla burocrazia La norma dell’estate scorsa sulla “diffida ad adempiere”, non sempre viene recepita dalla macchina amministrativa guenza “multare” che diffidare chi ha errato dandogli un breve lasso di tempo per mettere le cose a posto, trascorso il quale ripassare e, nel caso di inadempienza, solo allora “sanzionare”. Nel corso del recente convegno sul vino organizzato a Serralunga d’Alba, il vicepresidente vicario della Cia di Cuneo, Claudio Conterno, ha sollevato la questione in un intervento ampiamente condiviso da tutti i partecipanti. La “semplificazione” è un termine enunciato da anni da tutti i Governi ma, nella pratica, mai attuato. Più facile per i controllori contestare violazioni, omissioni burocratiche, sovente solo formali, e di conse- CAMPOLIBERO Nella Legge n.116 dell’agosto 2014, meglio nota come Campolibero, è stato introdotto l’obbligo per l’organo di controllo, nel caso di accertamento per la prima volta di 72 violazioni amministrative, dell’applicazione della “diffida ad adempiere” alle prescrizioni violate, nel termine di 20 giorni dalla data del verbale ma, nonostante la buona norma, la macchina burocratico-amministrativa non in tutti i casi si mette immediatamente nelle condizioni di applicare con tempestività novità importanti e da lungo tempo attese dalle imprese. DUE EURO ALL’ORA E’ davvero il caso di evidenziare che è la burocrazia ad ubriacare, non il vino. Una sottolineatura sostenuta dai dati: la macchina amministrativa ogni anno sottrae al mondo agricolo - e in particolare al comparto vitivinicolo - oltre 4 miliardi di euro, Enologia il 30 per cento dei quali addebitabile a ritardi, a disservizi e inefficienze della Pubblica amministrazione. Analisi recenti rivelano che ad ogni azienda agricola, nel suo complesso, la burocrazia costa circa 2 euro all’ora, 20 euro al giorno, 300 al mese e ben 7.200 l’anno: laddove possibile, il comparto vitivinicolo paga ancor maggior dazio, essendo più di altri soggetto a continue e costose verifiche da parte di organismi pubblici di controllo. VINO SOTTO TIRO Quello del vino è un settore su cui si concentrano controlli e soprattutto adempimenti di varia natura, in misura superiore rispetto ad ogni altro comparto del settore agroalimentare. Per arrivare a “tappare” una bottiglia di vino doc, un viticoltore deve avviare un iter burocratico oltremodo complesso che inizia con la richiesta di poter piantare la vite, con l’attesa della verifica e la successiva iscrizione della vigna all’albo. Questo è solo l‘inizio: in totale sono 21 gli uffici amministrativi a cui il viticoltore deve rivolgersi per ottenere le agognate certificazioni e avviare infine la produzione e la vendita. SELVA BUROCRATICA Non esiste infatti un unico organo a cui fare riferimento: prima il Comune, poi Provincia, Regione, Camera di Commercio, Asl, Inps, Inail, Cciaa, Agenzia delle entrate, Vigili del fuoco, Guardia forestale, Carabinieri, Consorzi di tutela e ancora Polizia municipale, Guardia di finanza, Ufficio repressione frodi. Inoltre alcuni di questi organismi interagiscono con uffici diversi che spesso non comunicano fra loro. Ciò rende praticamente impossibile per un viticoltore districarsi da solo in questa selva di uffici e di carte bollate: nel 65 per cento dei casi è difatti costretto ad assumere una persona che svolga questa attività per suo conto, mentre il restante 32 per cento si rivolge ad un professionista esterno. I costi aggiuntivi sono facilmente immaginabili. 73 Zootecnia Utilizzo del digestato e direttiva nitrati verso la revisione, forse è la volta buona Approvato lo schema di decreto che apre nuove opportunità per gli allevamenti. Pronto anche l’intervento sulle zone vulnerabili In sede di Conferenza Stato Regioni, è stato approvato lo schema di decreto sulla revisione delle norme relative alla gestione degli effluenti di allevamento e sull’utilizzazione agronomica del digestato, prodotto dagli impianti di digestione anaerobica. Il provvedimento in questione è frutto di un’approfondita istruttoria, a cui hanno preso parte le Regioni, i Ministeri dell’Ambiente e della Salute e le Associazioni di categoria. 74 LO SCHEMA DEL DECRETO Nel merito il provvedimento prevede: a) bipartizione del digestato in agrozootecnico ed agroindustriale; b) condizioni di parificazione ai concimi di origine chimica, attraverso un’esecuzione di analisi chimiche al digestato in uscita dagli impianti ed il calcolo dell’azoto tramite l’effettivo fabbisogno delle colture, così da garantire il rispetto dell’ambiente; c) divieto di utilizzazione agronomica del digestato in caso di immissione negli impianti di colture che provengano dai siti di bonifica; d) flessibilità della collocazione temporale del periodo obbligatorio di 60 giorni di divieto di spandimento degli effluenti; e) introduzione di una graduale limitazione all’uso di colture no food alternative all’utilizzazione agricola dei terreni coltivati. FONTI ALTERNATIVE «Con il decreto – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – si individua la soluzione giusta per rafforzare la sostenibilità ambientale delle produzioni agricole, consentendo allo stesso tempo una diversificazione delle attività che rappresenta una novità positiva di crescita per le imprese. Le aziende potranno infatti valorizzare gli scarti di produzione e produrre energia da fonti alternative, operando in linea con gli obiettivi energetici italiani ed europei». DIRETTIVA NITRATI «Abbiamo risolto definitivamente una questione aperta da troppo tempo come quella sul digestato. Ora siamo pronti – ha dichiarato il ministro Maurizio Martina – per un intervento sulle zone vulnerabili e ci impegniamo entro poche settimane a presentare richiesta alla Commissione europea. Insieme al Ministero dell’Ambiente proseguiremo il lavoro di concerto per una revisione della Direttiva Nitrati, per adeguarla ai più recenti studi scientifici, che hanno dimostrato il limitato contributo del settore agricolo a questo tipo di inquinamento delle acque». 75 CEREALI Rilevazione del 01 dicembre 2014 Prezzo MIN. FRUMENTO Prezzo MAX. IVA Osservazioni BOVINI - Rilev. dal 29 novembre al 5 dicembre 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati in sala contrattazioni da apposita commissione (Iva esclusa) BOVINI DA MACELLO Razza Piemontese Unità di misura Prezzo minimo Prezzo massimo Nazionale tenero panificabile peso sp. 76/78 188,00 191,00 4% Rinfusa Nazionale tenero biscottiero peso sp. 73/75 Vitello da latte o sanato (tendente alla coscia) 177,00 182,00 4% Rinfusa Maschi al kg 3,85 4,45 Nazionale tenero buono merc. peso sp. 71/73 175,00 180,00 4% Rinfusa Femmine al kg 3,85 4,45 Nazionale altri usi peso sp. 65/70 167,00 173,00 4% Rinfusa Vitello da latte o sanato (della coscia) Estero francese 76/77 sano leale merc. 204,00 207,00 4% Rinfusa reso Maschi al kg 5,30 5,85 Estero statunitense Northern Spring 297,00 300,00 4% Rinfusa reso Femmine al kg 5,30 5,85 Western Red Spring n.2 c.e. 1% prot. 15% Utility c.e.2% 299,00 302,00 4% Rinfusa reso Vitello da latte o sanato (incrocio) IVA Osservazioni 1^ qualità al kg 3,52 3,70 4% Rinfusa 2^ qualità al kg 2,40 2,55 4% Rinfusa Manza (da 4 a 6 denti) al kg 2,30 2,80 4% Rinfusa reso IVA Osservazioni 1^ qualità al kg 2,05 2,65 4% Rinfusa 2^ qualità al kg 1,20 1,80 Uso industriale al kg 0,60 0,95 Prezzo MIN. ORZO Orzo nazionale pesante peso sp. 61/64 Orzo nazionale leggero peso sp. 55/60 Prezzo MAX. 176,00 180,00 n.q. Orzo estero peso sp. 64/65 n.q. 195,00 199,00 Prezzo MIN. GRANOTURCO Nazionale, comune, ibrido Prezzo MAX. 134,00 136,00 Prezzo MIN. Prezzo MAX. IVA Osservazioni Fieno maggengo 90,00 120,00 10% Reso in balloni Fieno agostano 85,00 115,00 10% Reso in balloni Fieno terzuolo 90,00 120,00 10% Reso in balloni Fieno francese n.q. n.q. 10% Reso in balloni Paglia di grano 90,00 100,00 10% Reso in balloni FORAGGI SUINI Rilevazione dal 29 al 5 dicembre 2014 - Prezzi all’ingrosso rilevati nella sala contrattazioni di Fossano da apposita commissione Da allevamento Prezzo marchiato Da macello Prezzo marchiato Vacca (grassa) Toro (della coscia) al kg 1,75 2,55 Unità di misura Prezzo minimo Prezzo massimo Maschi (leggeri fino a 650 kg.) al kg 2,90 3,00 Maschi (pesanti fino a 750 kg.) al kg 2,75 2,85 Femmine (da 420 a 520 kg.) al kg 3,00 3,30 Unità di misura Prezzo minimo Prezzo massimo RAZZA BLONDE D’AQUITAINE (Garonnese) Bestiame da macello: RAZZA FRISONA (Bestiame da macello) kg. 8 n.q. (al kg) kg. 115 1,330 Vitelloni (maschi) al kg 1,45 1,65 kg.15 3,740(al kg) kg.130 1,330 Vacche 1^ qualità (oltre 300 kg. peso morto) al kg 1,05 1,15 kg. 25 2,380 (al kg) kg. 144 1,345 2^ qualità (da 250 a 300 kg. peso morto) al kg 0,90 1,00 kg. 30 2,070 (al kg) kg. 156 1,410 3^ qualità (inferiore a 250 kg. peso morto) al kg 0,50 0,85 kg. 40 1,660 (al kg) kg. 176 1,410 kg. 50 1,570 (al kg) kg. 180 n.q. GASOLIO (2) agricolo max 0,001% di zolfo kg. 65 1,490 (al kg) kg. 185 n.q. kg. 80 1,450 (al kg) Oltre kg. 185 n.q. kg. 100 1,400 (al kg) 76 ENERGETICI - Rilevazione dal 16 al 30 novembre 2014 Prezzi medi SIVA ACCISA IVA Fino a litri 1000 0,83 0,1364 10% Da litri 1001 a litri 3000 0,81 0,1364 10% Oltre litri 3001 0,78 0,1364 10% 77 Landini e Dieci, una garanzia firmata Otama a Casalgrasso Porte aperte, domenica 30 novembre, per festeggiare la grande “famiglia azzurra” Domenica 30 novembre, presso la storica sede storica di Otama, a Casalgrasso, si è tenuto un evento di “porte aperte” ideale per toccare con mano la qualità e la robustezza dei marchi Landini e Dieci che, in numerosi anni di attività e produzione, hanno sempre saputo rinnovarsi in ambiti tecnologici e meccanici, per offrire all’utilizzatore finale il massimo dall’esperienza d’uso con una spesa contenuta, senza compromessi. In tal occasione erano presenti tutti i mezzi della Dieci, sia ad uso agricolo che ad uso industriale, disponibili con l’innovativo cambio di velocità vario abbinato alla consolidata robustezza della macchina operatrice. Ma come è possibile tutto ciò? Facile, grazie alla perseveranza dei tecnici Dieci nello sviluppo meccanico di tali macchine e anche con l’impiego di notevoli risorse finanziarie. Il risultato? Una macchina unica, resistente, concorrenziale, “cucita su misura per l’operatore”, chiunque esso sia. 78 Insieme ai telescopici Dieci erano presenti anche numerose trattrici Landini, testimonianza di un passato vincente e di un futuro radioso, in tutte le loro varianti, dal trattore ideale per il frutteto sino alla grande trattrice per le lavorazioni più pesanti, passando anche per le (ottime) trattrici cingolate. Unici e affidabili, le trattrici Landini risultano essere ancora una volta il giusto compromesso tra economia di esercizio e potenza, limitando anche le emissioni, come in particolare modo nella serie 6/7, nata per celebrare i gloriosi 130 anni di Landini e per soddisfare e attrarre nuovi clienti nella già “grande famiglia azzurra”. Nulla sono numeri, potenze e accessori se prima di essi non viene la passione per la costruzione delle trattrici, come in Landini e in Dieci, dove si riesce a produrre grandi mezzi italiani in grado di dominare il mercato, anche in termini di prestazioni. Qualunque operatore agricolo alla guida di questi mezzi, o anche semplicemente provandoli per poche ore, riesce a capire quanto siano efficienti e unici nel loro genere: grandi mezzi, legati al passato, con solidità e potenza e rivolti al futuro, con innovazione e scelta vincente. Tutto è ergonomico, rifinito e progettato con cura, durevole nel tempo: insomma, una sinergia perfetta per l’agricoltura moderna, simbolo dell’Italia vincente, d’eccellenza. La giornata ha visto migliaia di imprenditori agricoli interessati all’evento, molti dei quali hanno preso parte al ricco pranzo offerto dalla ditta Otama per le “porte aperte”, e per i gradevoli omaggi offerti per l’evento. Molto sono stati i momenti di approfondimenti, rivolti ad entrambe le gamme, per testimoniare e toccare con mano la bontà dei prodotti. La ditta Otama ringrazia sentitamente tutti coloro che sono accorsi, veramente numerosi, a conoscere le grandi “famiglie” Landini e Dieci. Gli affari dell’imprenditore: gli annunci gratuiti degli abbonati hanno la precedenza. Tel. 0172/711279 [email protected] VENDO Spianatore idraulico larghezza 4 mt. e rastrelliere per recinzioni. Tel. 333/9744013 Tagliapiastrelle Montolit in ottimo stato 30x30, lungh. 30 diagonale 21x21, spessore 2,5. Euro 120. 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