Troppo spesso le materie scientifiche vengono insegnate in modo
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Troppo spesso le materie scientifiche vengono insegnate in modo
PROGETTO OSSERVO - SPERIMENTO – SCOPRO a.s. 2012/2013 Classe III B Inss. Modeo Ilde – Balestra Teresa Troppo spesso le materie scientifiche vengono insegnate in modo tradizionale e dogmatico, slegate dai problemi che esse consentono di risolvere, e ciò porta i nostri alunni a una disaffezione verso queste discipline sin dai primi anni di studio. Per realizzare un adeguato percorso di educazione scientifica è necessario utilizzare una metodologia di lavoro che si adegui alle modalità di comprensione e ai bisogni evolutivi dei bambini. Pertanto, per le attività di carattere scientifico, è opportuno prevede dei tempi e allestire all’interno della scuola un piccolo spazio dove poter svolgere attività pratiche, perché se si lavora operando, si impara. Lo scopo è quello di permettere agli alunni di “fare Scienze”, andando oltre la separazione tra teoria e pratica, tra “scuola del sapere” e “scuola del fare”. L'approccio metodologico per le attività proposte è stato, quindi, scientifico e ludico allo stesso tempo, per abituare i bambini a ricercare le conclusioni seguendo il metodo specifico della sperimentazione, ma sempre ricorrendo a stimoli in grado di catturare interesse e curiosità. Sono stati realizzati degli esperimenti con l’acqua e, al termine del percorso, i genitori sono stati invitati ad assistere ad una rappresentazione dedicata alle esperienze svolte. La capillarità è la proprietà che permette all’acqua di risalire dentro sottili tubicini chiamati “capillari”. Abbiamo verificato questo fenomeno con alcuni esperimenti: 1° esperimento L’acqua sale di più lungo il tubicino più sottile, le sue molecole si “arrampicano” aggrappandosi alle pareti di vetro: il numero delle particelle di acqua a contatto con il vetro è maggiore in un tubo capillare. 2° esperimento L’acqua è risalita per capillarità lungo i canaletti del gambo del fiore e ha colorato i petali. È per merito della capillarità che le piante, attraverso le radici, succhiano l’acqua dal terreno e la fanno risalire all’interno del tronco, fino ad arrivare alle foglie. 3° esperimento Il fiore si apre perché la carta con cui è realizzato assorbe l’acqua per capillarità. Nei fiori veri accade qualcosa di simile: le cellule assorbono l’acqua e si gonfiano, permettendo ai petali di aprirsi. 4° esperimento La zolletta è compatta, ma tra i granellini di zucchero rimangono dei piccolissimi spazietti tra i quali l’acqua si distribuisce per capillarità, risalendo. La tensione superficiale è il fenomeno che permette all’acqua di formare sulla sua superficie una specie di pellicola elastica tesa. Abbiamo verificato questa proprietà effettuando alcuni esperimenti: 1° esperimento La graffetta metallica poggiata delicatamente sull’acqua non affonda perché è sostenuta dalla membrana elastica formata dalle molecole di acqua sulla superficie. Alcuni insetti sfruttano il principio della tensione superficiale camminando e saltellando sull’acqua degli stagni come se non fosse liquida, ma solida. 2° esperimento I tre stuzzicadenti si spostano rapidamente verso il bordo della vaschetta quando si tocca il centro del triangolo con del detersivo che allenta la tensione superficiale: il liquido si comporta come un elastico trascinando gli stuzzicadenti. 3° esperimento La barchetta si sposta in avanti quando tocchiamo l’acqua con del detersivo, allentando la tensione superficiale. Le particelle dell’acqua sono in continuo movimento e, con il crescere della temperatura, la velocità aumenta. Abbiamo verificato esperimento: questa proprietà dell’acqua attraverso un Le molecole di acqua si muovono continuamente e urtano contro le particelle del colorante che si sparge nell’acqua. Il colorante si sparge più rapidamente nell’acqua calda, e molto lentamente in quella fredda, perché le molecole di acqua calda sono più veloci. Un corpo immerso nell’acqua riceve una spinta, dal basso verso l’alto, uguale al peso dell’acqua spostato. Ecco alcuni esperimenti: 1° esperimento I corpi con densità minore di quella dell’acqua stanno a galla, mentre quelli con densità maggiore affondano. (Principio di Archimede) 2° esperimento La barchetta di plastilina, più larga della pallina, sposta più acqua e riceve una forte spinta verso l’alto. Affonda la barchetta piena d’acqua perché il suo peso è maggiore della spinta ricevuta dall’acqua spostata. Ecco il motivo del galleggiamento delle navi: la loro forma consente di spostare una grande quantità di acqua che le spinge verso l’alto. 3° esperimento L’arancia sbucciata va a fondo, mentre quella con la buccia galleggia perché l’aria contenuta nella buccia spugnosa rende il frutto più leggero. Ecco l’altro motivo per cui le navi galleggiano: l’aria contenuta nello scafo rende la nave più “leggera”. Abbiamo L’acqua esercita una pressione. verificato questa proprietà con un esperimento: L’acqua fuoriesce dai fori a fontanella, ma più in basso esce con più forza rispetto ai buchi posti in alto: la pressione esercitata dall’acqua sulle pareti della bottiglia aumenta dall’alto verso il basso. A mano a mano che la bottiglia si svuota, l’acqua non fuoriesce più zampillando, ma scorrendo lungo la bottiglia stessa perché è diminuita la pressione. L’acqua si può conservare. Ecco cosa abbiamo scoperto con un esperimento: Sabbia e materiale superassorbente Nella prima bottiglia l’acqua filtra al di sotto perché la sabbia non la trattiene; nella seconda, invece, non filtra perché abbiamo mescolato sabbia e materiale superassorbente. Con questo metodo è possibile favorire l’agricoltura anche in zone aride del mondo.