Le donne del Sahel, vere madri coraggio Le donne del

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Le donne del Sahel, vere madri coraggio Le donne del
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Marzo
2004
No 137
Associazione umanitaria
Le donne del Sahel,
vere madri coraggio
In questa edizione
✦ Giornate di lavoro
di 17 ore
✦ Houssna, sola alla morte
della figlia
✦ Il sostegno di Morija
alle donne
www.morija.org
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Editoriale:
Grazie al femminile
S
econdo il calendario
delle Nazioni Unite,
l’8 marzo prossimo
sarà la Giornata dei Diritti
della Donna. In questa prospettiva, una lettera giunta
dal Burkina Faso ha particolarmente commosso la redazione di Morija. «E’ con
immensa gioia che tutta
l’équipe del CREN di Nobéré
(Burkina Faso), assieme alle
quarantaquattro donne che
soggiornano nel centro,
colgono questa occasione
della giornata internazionale
della donna per trasmettervi
i loro migliori saluti. I nostri
ringraziamenti vanno a tutti
voi che, con le vostre dona-
zioni, contribuite al progresso di questa nobile opera di
soccorso.»
In effetti, tra i più poveri, un
miliardo di persone vivono in
condizioni di miseria inaccettabili. La maggioranza sono
donne. Tuttavia, in questa
giornata dei diritti della
donna ci viene offerta un’occasione unica: quella di far
valere le loro esigenze e le
loro preoccupazioni, ma
soprattutto di sottolineare le
loro realizzazioni: le donne
dei paesi del sud si conquistano il rispetto con la capacità
di giostrarsi tra marito, figli,
lavoro nei campi, in casa,
acquisizione del proprio
reddito ecc. Molte di loro si
sono battute per migliorare le
proprie condizioni di vita e
continuano a farlo. Oggi più
di due terzi dei paesi del
mondo hanno modificato la
propria legislazione in modo
da migliorare l’accesso delle
donne alle risorse, all’educazione, ai servizi sanitari e ad
un ruolo più significativo
nella famiglia. Paesi quali
l’Albania, il Burkina Faso o
l’Ecuador hanno adattato o
riveduto al costituzione in
modo da vietare le discriminazioni fondate sul sesso.
Le donne del Sud meritano il
nostro sostegno affinché le
nostre intenzioni diventino
realtà. Così, con le quarantaquattro donne del CREN,
l’équipe di Morija ringrazia i
suoi generosi e fedeli donatori che permettono di migliorare le loro condizioni di vita.
Sede sociale:
Collombey-le-Grand
Associazione senza scopo di lucro
Fondata nel 1979 conformemente agli
Articoli 60 e seg. del Codice Civile Svizzero
Grafia:
Jordi SA, Belp
Revisore dei conti:
Fiduciaria R. Künzlé SA – Monthey
Redazione: Alliance Presse, Aubonne
Stampa: Jordi SA, Belp
Giornate di lavoro
di 17 ore (pagina 4)
Houssna, sola alla morte
della figlia (pagina 5)
I nostri progetti a sostegno
delle donne (pagina 6)
L’Equipe di Morija
Scopo: Assistenza al bisognoso
popolo africano, del Sahel in
particolare, senza distinzione alcuna
di razza o religione.
ASSOCIAZIONE UMANITARIA
En Reutet
1868 COLLOMBEY-LE-GRAND
Tel 024/472.80.70 Fax 024/472.80.93
E-Mail: [email protected]
CCP 19-10365-8
Sommario
Mensile d’informazione
Prezzo dell’abbonamento: CHF 25.–
Abbonamento di sostegno: CHF 50.–
Qualsiasi contributo aggiuntivo sarà
ben accetto.
GRAZIE
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La donna del Burkina Faso
L
e condizioni di vita
della donna del Burkina Faso sono migliorate in questi ultimi anni. Il
governo ha attuato un programma di alfabetizzazione,
organizzando le donne in
gruppi. Quelle che sono
interessate ottengono un
piccolo finanziamento sotto
forma di microcredito, che
permetta loro di avviare una
piccola attività. Grazie alle
conoscenze acquisite con
l’alfabetizzazione, esse possono ormai gestire il proprio
reddito.
Molte donne cercano di
uscire dalle loro tradizionali abitudini
La vita in città è molto diversa dalla vita in campagna. Nel
primissimo mattino, a Ouagadougou, una venditrice
prepara i bambini, dà loro da
mangiare e sbriga le faccende
domestiche. Poi si reca al
mercato, dove rivende i
condimenti o la frutta che
acquista all’ingrosso; il
denaro così guadagnato le
offre une certa indipendenza
neo confronti del marito.
Esistono del resto molteplici
attività che generano reddito:
tessitura, intrecciatura,
lavoro a maglia, ecc. Quanto
alla donna funzionaria o
impiegata d’ufficio, la sua vita
è completamente diversa e
spesso la cura della casa e dei
bambini viene affidata ad una
domestica o ad una cugina
non istruita che proviene
direttamente dal villaggio.
Così molte donne del Burkina
Faso, sempre più istruite e
formate, cercano di uscire
dalle loro tradizionali abitudini di casalinghe per partecipare in maniera diversa alla
vita sociale.
Varie associazioni femminili
lavorano per migliorare la
condizioni femminile. L’ONG
Wildaf ha sensibilizzato varie
donne che vivono in campagna sui diritti dell’uomo. Le
donne vengono alfabetizzate
nella lingua nazionale e certe
hanno anche accesso ad
Les vendeurs donnent
les posologies à bien
plaire
Donna che commercia sul ciglio della strada
Internet. La scolarizzazione
delle ragazze viene privilegiata dal governo, che sostiene
anche le più povere tra loro.
Ma la strada per la vera
emancipazione è ancora
lunga: le mentalità non
cambiano dall’oggi al domani
e l’uguaglianza tra uomini e
donne è ancora lontana. La
La maggior parte delle donne che vengono al CREN di Ouaga sono
analfabete
maggioranza delle donne dei
quartieri poveri, come quello
di Tanghin in cui si trova il
nostro CREN, sono ancora
analfabete.
L’équipe del Centro
di Recupero e di Educazione
Nutrizionale (CREN)
di Ouagadougou
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Giornate lavorative
di 17 ore
Donna che macina la farina
N
ella regione di
Nobéré (Burkina
Faso), le case sono
generalmente capanne rotonde coperte da un tetto di
paglia. Esse sono raggruppate in concessioni che sono
formate da varie capanne. Le
donne non dormono con il
marito, ma nella propria
capanna con gli ultimi nati.
Le donne devono provvedere all’alimentazione, ai vestiti, alle cure
Gli orari della giornata di
lavoro di una donna cambiano secondo le stagioni. Nella
4
stagione delle piogge essa si
alza al primo canto del gallo,
tra le 4 e le 5 del mattino per
iniziare i lavori domestici:
riscaldare il resto del cibo per
i bambini, l’acqua per la
toilette, pulire la concessione, cercare legna per la
cucina della sera… All’incirca alle 6 del mattino, quando
fa giorno, si reca nel suo
campo per lavorare.
Al massimo alle 8 del mattino, essa raggiunge gli altri
membri della famiglia sul
campo comune i cui raccolti
vengono gestiti dal marito.
Ogni donna si occupa a
turno del pasto familiare
che trasporta al campo.
Dopo la pausa, tutti si
rimettono all’opera fino alla
sera. Essa vi resta praticamente fino alle ore 17, poi
torna a casa per preparare il
pasto serale, cercare altra
legna da ardere se quella del
mattino è insufficiente,
macinare la farina, ecc.
Questo lavoro è lungo e
pesante. Il pasto solitamente
è pronto solo verso le 21.
Solo dopo le 22 può infine
riposarsi, dopo 17 ore di
lavoro!
Nella stagione secca il marito
va in città nella speranza di
trovare lavoretti che gli
permettano di migliorare le
condizioni di vita della sua
famiglia. La donna si alza
sempre presto per sbrigare le
stesse faccende mattutine
della stagione delle piogge.
Oltre a questi lavori la giornata è occupata per la ricerca
costante di legna, foglie di
tamarindo, di baobab, di
foglie commestibili che venderà in seguito al mercato.
Le famiglie sono povere nella
regione di Nobéré, il campo
comune basta appena a
nutrire la famiglia. I problemi della donna del Burkina
Faso sono numerosi: come
provvedere alle esigenze
scolastiche dei figli, alle cure
quando si ammalano? Quando è oberata non può occuparsi correttamente dei
bambini, soprattutto i più
piccoli, minacciati dalla
malnutrizione.
L’équipe del Centro di Recupero e di Educazione Nutrizionale (CREN) di Nobéré
Il bambino di una donna spossata rischia la malnutrizione
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Houssna, sola alla morte
della figlia
H
oussna ha tre bei
bambini e attende il
quarto. Il marito,
commerciante del sud del
paese, a più di 1500 km da
Abéché (Ciad nordorientale),
viene solo a periodi. Ella
riceve talvolta sue notizie, ma
mai denaro. Per nutrire la
famiglia, Houssna acquista
sacchi di miglio o arachidi
all’ingrosso e le rivende ad
Abéché. Perciò viaggia su
grandi camion che circolano
la notte e svolge la propria
attività commerciale durante
la giornata. Al momento del
parto è esausta. Fortunatamente si usa concedere alla
donna 40 giorni di riposo
dopo la nascita del bambino,
permettendole di recuperare
le forze.
Dopo tre mesi il neonato si
ammala gravemente e ha
crisi che fanno pensare ad
La piccola è deceduta
senza mai aver visto il
padre
una drepanocitosi. Vi sono
remissioni, ma la piccola
resta gracile e ha frequenti
ricadute. A 22 mesi ha una
crisi talmente seria, aggravata
da una polmonite, che nono-
stante tutte le cure mediche
muore senza mai avere visto
suo padre. Houssna è molto
triste.
Così va la vita per molte
donne, che spesso devono
sbrigarsela da sole. Fortunatamente la nonna e le zie
spesso danno una mano
nell’accudire i bambini o nei
momenti difficili, e soprattutto nell’offrire un sostegno
morale.
Agathe Burrus,
Salute Materna e Infantile
(SMI) di Abéché
Houssna, il sorriso nonostante
un’esistenza difficile
Fatima, una nonna più che attiva
Ad Abéché, Fatima vive in
due capanne rotonde con il
marito e i sei figli, di cui la
maggior parte è già sposata.
Sei mesi fa una delle figlie è
morta di parto, e da quel
momento Fatima si occupa
del piccolo orfano. Ali si
sveglia assieme alla nonna,
sempre la prima ad alzarsi e
l’ultima a coricarsi. Dopo la
toilette, beve il latte dal
biberon. Poi Fatima prepara
la «bouillie» di miglio, puli-
La petite est décédée
sans jamais avoir vu son
père
Una capanna rotonda come quella in cui abita Fatima
sce il cortile e si occupa del
pasto dei bambini. I più
giovani vanno con il padre
alla ricerca di erba secca per
le greggi. Essa scende allora
al ruscello per cercare acqua.
Più tardi, mentre il sole è già
caldo, raccoglie legna per
cuocere il pasto serale. Ali
non manca di segnalare la
sua presenza, e deve interrompersi regolarmente per
occuparsi di lui. Tutto è
pronto quando il resto della
famiglia torna affamato dal
lavoro.
Una volta alla settimana,
Fatima va al mercato. Il
cammino è lungo e ci vuole
tempo prima che i prezzi
vengano contrattati e le
scorte raggruppate. Durante
la stagione delle piogge,
Fatime coltiva miglio, aiutata
dalla zia e da alcuni dei suoi
figli, poi le cipolle che vende
al mercato.
I familiari di Fatima sono
fortunati, perché essa considera il loro benessere primordiale. Cosa farebbero senza di
lei?
Carmen Weise,
Salute Materna e Infantile
(SMI) di Abéché
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I nostri progetti di sostegno alle donne
Un lavoro per le madri sole
N
oi sosteniamo un
progetto a Koumra
(Ciad) che permette
a cinque donne, madri nubili
o divorziate, per la maggior
parte di orfani, di assicurare
il proprio sostentamento e
quello dei loro dieci figli.
Esse producono olio di
arachidi che rivendono nel
periodo in cui il loro prezzo
è più alto. Esse fabbricano
anche panelli per la salsa che
vendono al mercato.
Le arachidi vengono acquistate nei villaggi il giorno del
mercato settimanale, confezionare in sacchi da 100 kg,
inviati a Koumra per essere
conservate in un container.
Per estrarre l’olio, viene
messo sul fuoco un recipiente contenente sabbia fine.
Quando la sabbia diventa
calda, si aggiungono arachidi
che vengono mescolate fino
alla giusta cottura e versate
in seguito su una stuoia. Con
un pezzo di legno speciale, i
gusci delle arachidi vengono
tolti e separati dai semi. I
semi bruciati sono eliminati
e quelli buoni portati al
mulino. In seguito, si mescola la pasta di arachidi così
ottenuta con acqua calda
salata. Una donna mescola
con una specie di grande
Una donna mescola l’impasto arachidi-acqua-sale
mestolo fino ad ottenere un
impasto omogeneo da mettere in una pressa per l’estrazione dell’olio.
Un sacco di 100 kg di arachidi può produrre 20 litri
d’olio. I residui vengono
recuperati e trasformati in
panelli molto nutrienti. Con
un sacco di arachidi si possono ottenere 6500 polpette di
panello, utilizzate nella
preparazione della salsa a
base di verdure, o sgranocchiate al naturale.
L’estrazione e la trasformazione di un sacco richiedono
due giorni di lavoro. Il ricavo
della vendita dell’olio viene
risparmiato per l’acquisto
della provvista dell’anno
prossimo. Quello dei panelli
è utilizzato per le esigenze
alimentari delle donne e dei
bambini.
Samuel Ndoninga
I panelli sono essiccati al sole
Offrite loro un sostegno
6
Le donne del Sahel hanno coraggio da vendere ma talvolta manca
quell’aiuto che permetterebbe loro di farcela.
Con CHF 5000.–, sostenete questo progetto «olio di arachidi» nel 2004
e offrite un lavoro e un reddito a madri bisognose.
Sostegno annuo per una madre: CHF 1000.–
Sostegno mensile per una madre: CHF 85.–
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Aiuto alle vedove
Da molti anni Morija acquista e conserva il miglio
subito dopo il raccolto,
quando i prezzi sono abbordabili. Infatti i cereali vengono acquistati molto presto
da grossi commercianti e
rivenduti fuori prezzo da
giugno a settembre, quando
le riserve sono esaurite e
prima del nuovo raccolto.
La capanna di Ndod,
un’anziana vedova, è
stata ricostruita
In questi mesi cruciali le
vedove, le nonne, le donne
sole con bambini hanno
particolarmente bisogno di
aiuto. A Koumra, 63 vedove
ricevono regolarmente
miglio anche per la loro
famiglia. Questi momenti di
distribuzione sono sempre
una grande festa.
Inoltre questi fondi permettono di concedere un aiuto
puntuale a 49 donne e bambini in difficoltà (miglio, latte,
scolarizzazione…). Così è
stato possibile ricostruire la
capanna di un’anziana vedova, Ndod, distrutta dalle
piogge. Una donna dell’Africa
centrale che fuggiva dal suo
paese a causa della guerra ha
ricevuto il denaro necessario
per raggiungere la sua famiglia a Moundou, a 200 km.
Quanto a Yanguemadj, interamente sfigurata da una
La distribuzione di cibo, sempre una grande festa!
malattia simile alla lebbra e
abbandonata dalla sua famiglia, ha ricevuto sapone,
pomate e medicinali, una
stuoia, un letto, un lenzuolo,
in modo da darle sollievo e
un po’ di comodità durante la
notte.
riceva cibo né cure sanitarie,
cambia atteggiamento.
Alcune accettano di adottare
la pianificazione familiare
per evitare gravidanze ravvicinate che favoriscono la
malnutrizione. Altre si impegnano ad applicare le norme
igieniche e trasmettono ciò
che hanno appreso nel loro
villaggio.
Le donne si aiutano. Quelle
che hanno cibo a sufficienza
lo condividono con le più
povere. Ma alcune madri
sono talvolta obbligate a bere
la «bouillie» o lo yogurt dei
bambini, tanto hanno lo
stomaco vuoto. Il nostro
auspicio è quello di avere un
fondo per aiutarle. Vorrem-
mo anche incontrare le
donne delle regioni di provenienza di molti bambini
malnutriti che curiamo,
affinché beneficino almeno
di una seduta di educazione
nutrizionale. Ma per realizzare tutto ciò sono necessarie risorse finanziarie. Vi
siamo riconoscenti per la
vostra sensibilità, perché le
donne di qui soffrono ancora molto, e i figli con loro.
Denis Sanchez
Un aiuto da sviluppare
Al Centro di Recupero e di
Educazione Nutrizionale
(CREN), la nostra attività si
limita ai bambini: cura,
inquadramento, assistenza.
Sono le famiglie che portano
cibo alle donne. Quando
curiamo i bambini, noi
constatiamo il bisogno di
aiuto e di sostegno delle
madri, ma per ragioni di
priorità finanziarie ci limitiamo a dare loro alcuni consigli. Spesso la madre di un
bambino che abbiamo curato
e che è guarito, sebbene non
Le madri danno la «bouillie» ai loro bambini, ma anche loro spesso
hanno fame
L’équipe del Centro di
Recupero e di Educazione
Nutrizionale (CREN)
di Ouagadougou
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«Bouillon» Morija
più di CHF 17 500.– raccolti,
cioè 730 bambini nutriti per un anno
L
a fame e la miseria
non danno tregua
nelle regioni del
Sahel. Nel 2003, la stagione
delle piogge è stata migliore
nella maggior parte delle
regioni in cui Morija interviene. Ma i bambini orfani, i
vecchi, le vedove, i più poveri
tra i poveri sono ancora
troppo numerosi.
Toccati da tanta miseria,
oltre 100 volontari ripartiti
in 20 stand all’entrata dei
negozi nello Chablais, a
Martigny, a Sion e a Sierre,
ad Avenches, a Montreux,
nell’agglomerato di Losanna
e a Ginevra hanno dedicato il
loro tempo in occasione della
tradizionale giornata «bouil-
lon» Morija, sabato 22
novembre 2003. Instancabilmente hanno fatto appello
alla generosità dei passanti.
Risultato: sono stati raccolti
più di CHF 17 500.–. Questa
somma permetterà di acquistare 66 000 kg di miglio e di
nutrire così 730 bambini per
un anno intero.
Una delle volontarie, Patricia
Delétroz, confida: «Dedico il
mio tempo perché quando
sento che dei bambini
muoiono di fame sono molto
colpita. E’ una gioia per me
entrare in contatto con i
passanti e vedere la loro
generosità.»
Stanchi dopo una giornata
pesante, ma pieni di entusia-
smo, i volontari sono pronti
a ricominciare l’anno prossimo. Se volete unirvi a loro,
contattate Anne-Marie Grand
d’Hauteville, coordinatrice, o
visitate www.morija.org,
rubrica volontariato. Più gli
stand sono numerosi, più
grande sarà il numero di
bambini soccorsi.
Anne-Marie Grand
d’Hauteville
✂
Correte per i più poveri!
Fatevi sponsorizzare e offrite cure e cibo ai più poveri
Una tee-shirt dai colori di Morija viene offerta a ciascun podista
❑ Desidero partecipare alla 20 km di Losanna sabato 24 aprile 2004
❑ Desidero partecipare alla Morat – Friburgo sabato 03 ottobre 2004
❑ Non corro, ma desidero organizzare una manifestazione o unirmi ad un gruppo di volontari
Anne-Marie Grand d’Hauteville
Coordinatrice dei volontari
Nome:
_________________________________________
Prenome:
_____________________________________
Via e N :
_________________________________________
NP-Luogo:
_____________________________________
Telephon:
_________________________________________
E-Mail:
_____________________________________
o
Inviare a: Morija/in favore di Anne-Marie Grand d’Hauteville – En Reutet – 1868 Collombey-Le-Grand o par fax: 024 472 80 93.
Anne-Marie prendera contatto con Lei per informazioni per il lavoro volontario.