Giornale Gennaio 2007

Transcript

Giornale Gennaio 2007
G e n n a i o
2 0 0 7 N o
1 5 5
Y bark-barka!
Grazie per il
vostro aiuto!
Edizione speciale realizzata nel Burkina Faso:
■
Riconoscimento pubblico del
nostro CREN
■
20 anni di cure a Nobéré
■
Testimonianze dal vivo
www.morija.org
Sommario
Editoriale:
Barka, sì grazie!
P
er questo giornale ci
siamo recati espressamente sul posto per
una settimana, con un caldo
umido e nel cielo ancora
qualche nuvola che precedeva
il periodo secco in cui ci troviamo oggi, mentre leggete
queste pagine. Abbiamo assistito alla grande pesatura dei
CREN, incontrato le persone
che sostenete e incoraggiate
fedelmente. Ebbene, la malnutrizione è sempre presente
e i medicinali spesso non
sono disponibili. Ma, seguendo l’esempio di Yvonne a Ouagadougou o di Solange a No-
béré, i nostri collaboratori
continuano a rimboccarsi le
maniche per assicurare
un’esistenza a questi bambini
che partono già sfavoriti dalla
vita e per sradicare la malnutrizione. Il Burkina Faso
considera del resto i nostri
centri di recupero e di educazione nutrizionale come riferimenti e vi inviano stagisti in
formazione.
una delle pulsazioni non solo
auspicabili ma essenziali.
«Lo stato in Africa non può
fare tutto, e sono le ONG
come Morija che permettono
ai nostri paesi di colmare le
insufficienze relative ai servizi
per i più piccoli, in materia di
scolarità e di formazione», ci
ha riassunto Gédéon Kaboré,
delegato di Morija nel
Burkina Faso e nel Togo
dichiara: «Anche se è lento,
lo sviluppo è palpabile, e vi
chiediamo di contribuire al
suo ritmo favorevole».
Una sponsorizzazione di
CHF 50.–/€ 35.– al mese è
Christiane e Michel Raboud
Sono venuti per dire grazie
(pagina 4)
Y bark-barka – grazie molte,
ci hanno ripetuto i beneficiari
dei nostri diversi progetti nel
Burkina Faso. A nome di ciascuna persona incontrata, vi
ringraziamo calorosamente a
nostra volta per il vostro sostegno e vi auguriamo buone
feste di fine d’anno.
«Conosco il vuoto che possono sentire» (pagina 6)
Una grande consumatrice
di latte! (pagina 7)
Scopo:
Assistenza al bisognoso popolo africano, del Sahel in
particolare, senza distinzione alcuna di razza o religione.
Associazione umanitaria
En Reutet
1868 Collombey-le-Grand
Tel 024/472.80.70 Fax 024/472.80.93
E-Mail: [email protected]
CCP 19-10365-8
Associazione senza scopo di lucro
Fondata nel 1979 conformemente agli
Articoli 60 e seg. del Codice Civile Svizzero
I 3 pilastri dell’aiuto sono:
• l’intervento di emergenza
• il miglioramento delle condizione di vita
• i progetti di sviluppo
Lo spirito con cui viene offerto il nostro aiuto
trova le sue origini nel Vangelo.
Sede sociale: Collombey-le-Grand
Revisore dei conti: Fiduciaria R. Künzlé SA – Monthey
Redazione: Morija
Grafia: Jordi SA, Belp
Stampa: Jordi SA, Belp
Mensile d’informazione
Prezzo dell’abbonamento:
CHF 25.–/e 15.–
Abbonamento di sostegno:
CHF 50.–/e 30.–
Qualsiasi contributo
aggiuntivo sarà ben
accetto.
GRAZIE
«I vostri CREN sono perfettamente
adatti alle esigenze»
«Al nostro centro è stato inoltre chiesto un protocollo di
trattamento a livello nazionale», spiega il responsabile
medico Yvonne Zouétaba. «In
collaborazione con il dottor
Sawadogo, siamo così
all’avanguardia di tutta l’attività svolta a livello di malnutrizione in Burkina Faso»,
aggiunge convinta.
La malnutrizione è nel miri no del governo e in quello dei nostri CREN
U
n martedì mattina di
grande pesatura nel
nostro Centro di recupero e di educazione nutrizionale (CREN) di Ouagadougou. 110 bambini malnutriti
e altrettanti adulti affollano il
cortile dell’edificio, in attesa
delle cure e delle razioni alimentari. Il dottor Léon Sawadogo coordina i trattamenti.
«E’ l’unico centro che ricovera i bambini malnutriti e li
segue nei 12 mesi successivi
alla fine del periodo. E’ dunque una vera miniera d’oro
per noi che studiamo la malnutrizione e punto di riferimento per eccellenza», dichiara senza remore. Tre dei
suoi studenti in nutrizione
frequentano uno stage e collaborano con i responsabili
del CREN. Ventisette bambini
sono ricoverati con uno dei
genitori. Alcuni hanno una
sonda, altri una flebo. «Vi
siete perfettamente e rapidamente adattati qui alle esigenze della popolazione. Perciò vi inviamo i nostri
«E’ una miniera d’oro
per noi che studiamo la
malnutrizione e punto
di riferimento per eccellenza!»
studenti in nutrizione per
stage e analisi», afferma ancora il medico presente al
CREN, non solo nelle due
mattinate mensili dedicate
alla grande pesatura, ma anche nel resto della settimana,
incaricato dallo stato di seguire la malnutrizione dei
bambini sieropositivi.
si è inoltre interessato al lavoro dei nostri collaboratori
un anno fa. «Alcuni funzionari hanno controllato le
nostre schede, la nostra attività e ci hanno detto che svolgiamo un ottimo lavoro»,
afferma l’unica infermiera del
centro Solange Sawadogo.
«Sì, i nostri trattamenti sono
riconosciuti ad alto livello,
con nostra soddisfazione».
Quali sono le sue motivazioni,
da oltre 15 anni? «Quando
vedo un bambino che sorride
dopo giorni e giorni di cure,
provo una gioia che non
riesco ad esprimere. O quando un piccolo disperato viene
qui con 40 di febbre e io
riesco a fargli battere le mani
mentre canto, è una felicitò
autentica».
«Le donne, continua, non
immaginavano che la malnutrizione potesse essere curata
come un’altra malattia e i
bambini morivano in casa. La
situazione è cambiata. Presso
di noi imparano, conversando, che con pochi mezzi possono curare e nutrire i figli in
maniera ottimale, e che la
morte di un bambino per
malnutrizione non è un fatto
normale».
Per il dottor Léon Sawadogo il
CREN di Ouagadougou è un
centro di riferimento
Il giorno dopo, più a sud nel
paese, nel CREN di Nobéré,
130 bambini attendono di
essere pesati e di ricevere una
razione alimentare. Lo Stato
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Nobéré: 20 anni di belle storie
Giornata di grande pesatura al
CREN di Nobéré
H
ariguetta Tapsoba è
nata a Nobéré.
E’ madre di 4 figli,
2 volte nonna e la più vecchia
collaboratrice di questo CREN
situata in savana, dove i bambini vengono a volte da villaggi lontani quasi 100 chilometri. «Sì, lavoro come
ausiliaria da 20 anni, dal
1987, all’apertura del centro.
Qui c’è sempre stata una divisione per i bambini più piccoli, ovvero un PMI per bambini fino a 6 mesi, e un
reparto dedicato al recupero
nutrizionale, chiamato CREN.
Cosa è cambiato? Credo che
abbiamo registrato un netto
miglioramento nel trattamento delle madri grazie alle
nostre conversazioni. Ma mi
arrabbio ancora quando vedo
soprattutto l’irresponsabilità
dei padri che lasciano qui le
mogli e i figli malati senza
preoccuparsi, senza restare
con loro».
Il centro è composto da varie
piccole capanne destinate
ciascuna ad un giovane paziente e ai suoi parenti più
prossimi. «Abbiamo appena
accolto una bambina di 18
mesi, abbandonata dai genitori. E’ arrivata qui con la
nonna. Nessuna sorrideva
all’arrivo, la nonna si pentiva
di avere recuperato la bambina e non sembrava volersene occupare. Una notte
sono venuta a pestare le arachidi e ho sentito questa nonna discutere con altre donne e
considerare che poteva e doveva fare qualcosa per la nipotina. Oggi Nemata è una bambina forte ed è un piacere
guardarla».
Una storie come questa ne ha
naturalmente molte da raccontare, Hariguetta, da quando accoglie, aiuta nella pesatura, effettua repertori dei
bambini, discute con le madri. Naturalmente vi sono
anche storie meno belle, e poi
quella che ci ha raccontato
proprio prima di riprendere a
svolgere il suo lavoro. E la
storia di un’infibulatrice arrestata quest’anno a Nobili,
un villaggio molto vicino che
attraverseremo per rientrare
nella capitale. «Abbiamo potuto intervenire, così va
bene», si limiterà a commentare.
Hariguetta, la decana delle
nostre collaboratrici
Sono venuti a dire «grazie» dopo vari anni
Sono i testimoni viventi delle
cure di cui hanno beneficiato.
Hamado Campaoré ha oggi 19
anni ed è stato uno dei primi
beneficiari del CREN di
Nobéré. Un po’ maldestro nei
vestiti troppo grandi e bagnati
di sudore, ci dice che anche
un suo fratello è stato curato
qui. «Grazie, non mi sarei
salvato senza l’aiuto che ho
ricevuto qui», tiene a dire.
Louis Nikiema, ha 18 anni e
viene da un villaggio molto
vicino a Nobéré. «Mia madre
mi ha detto che sono rimasto
qui 2 mesi. Grazie», dice timidamente.
Quanti sono coloro che
hanno ricevuto cure e medicinali in 20 anni a Nobéré?
Difficile formulare una cifra
precisa. Solo in questa giornata di ottobre 130 bambini
hanno beneficiato della grande pesatura, e altri 300 di
razioni alimentari.
Messo al corrente del nostro arrivo, Hamado si è recato al centro per
dirvi grazie
«C’è molto da fare, guardate… »
S
olange Sawadogo è
una bellissima ragazza. Unica infermiera
diplomata al CREN di Nobéré,
si assume le proprie responsabilità con intelligenza e organizzazione. «Ma lavorare con
le donne non è sempre facile», confida. «Bisogna insistere, ripetere durante le
nostre conversazioni i gesti,
le abitudini da prendere. Qui
seguiamo i bambini molto da
vicino e non registriamo molti decessi perché abbiamo la
possibilità di trasferire i casi
più gravi in ambulatori con
cui si collabora molto bene».
Madre di due bambini piccoli,
vive con loro durante la settimana nel centro e raggiunge
il marito nella capitale nei
fine settimana.
Cosa desidera? Consolidare le
sue competenze e poter beneficiare dell’aiuto di altre persone con formazione infermieristica. Perché c’è ancora
molto da fare, afferma, indicando con la mano tutti i
bambini che attendono
all’ombra di grandi alberi,
«guardate… ».
Solange Sawadogo, infermiera
Posti di lavoro per i giovani!
«Siamo felici di ricevere un
sostegno e ringraziamo ciascun donatore, veramente»,
dichiara nei locali amministrativi di Morija a Ougadougou Catherine Sawadogo,
assistente di direzione da più
di 3 anni. «C’ talmente bisogno di educazione nell’alimentazione che è impossibile
provvedere a tutto. Ma noi
vorremmo poter utilizzare un
maggior numero di microcrediti per permettere in particolare ai nostri giovani di avvia-
Catherine Sawadogo, assistenta
di direzione
re piccole imprese». La sfida è
rilevante: 60 % della popolazione ha meno di 20 anni.
Oltre il portone blu con l’insegna di Morija, li ritroviamo,
questi giovani, a parlare, a
bere tè, inoperosi.
Il nostro delegato per il Burkina Faso e il Togo, Gédéon
Kaboré, può solo confermare
queste opinioni: «Non c’è
lavoro, non vi sono abbastanza imprese. Il settore privato
non è abbastanza sviluppato,
non riusciamo ad esportare le
nostre produzioni mentre le
potenze occidentali sovvenzionano le loro… Come ripete il nostro presidente, non
si deve creare un inferno
economico in Africa. L’educazione è la parola chiave dello
sviluppo, ma un’educazione
pratica fino ai settori tecnici.
E’ quanto facciamo ad esempio con Morija nel liceo tec-
nico di Paalga con opzioni
quali la contabilità e che dobbiamo assolutamente privilegiare!» Nel quartiere povero
di Tanghin, a Ouagadougou,
Morija sostiene in effetti una
scuola che conta circa 800
alunni, di cui 192 impegnati
nell’ambito del liceo nei settori della contabilità e dell’informatica.
Le diverse partnership realizzate con ONG come Morija
sono salutari. «E’ utilissimo
sbloccare fondi per iniziative
nei villaggi o che giungano
alla base della popolazione in
città cittadina. E’ necessario
soddisfare le esigenze della
gente sul posto e aiutarla ad
essere protagonista del proprio sviluppo», ha commentato il direttore di una scuola
privata a Ouagadougou. «Ditelo in Svizzera, per favore».
Gédéon Kaboré, delegato Morija
per Burkina e Togo
5
«Conosco il vuoto che possono
sentire»
Michaël, a scuola da 7 anni
grazie al patrocinio
C
i siamo recati a Kaya,
capoluogo della provincia del Sanmatenga, a nord di Ouagadougou.
Il vecchio sentiero ha lasciato
il posto ad una bella strada
asfaltata che ci ha portati fino
alla «culla di Morija», ovvero
dove Morija ha cominciato
più di 25 anni fa la sua azione
a favore degli orfani.
«L’ 85% dei bambini qui non
va a scuola, in mancanza di
mezzi, di conoscenze», afferma Omar Nikiema, pastore
e responsabile degli orfani
aiutati da Morija al centro di
soccorso agli orfani (CSO).
Senza contare varie centinaia
di bisognosi, questo centro
offre oggi un aiuto a più di
400 bambini dai 2 anni in su
distribuendo loro miglio e
latte, e finanzia la scolarità di
71 alunni.
Tra essi Jaqueline, 20 anni, in
classe superiore a Kaya. Orfana di padre e madre, vive
presso uno zio e beneficia
dell’aiuto del CSO sin dalla
scuola elementare. Un po’
sulle sue, ci dice di voler
diventare contabile e ringrazia tutti questi sponsor che
non conosce ma hanno permesso e permettono loro di
andare a scuola ancora oggi.
«Grazie alla sponsorizzazione, ho conoscenze e sono a
scuola da quando avevo 7
anni», gli fa eco Michaël, 14
anni, di Komestenga. Orfano
di padre, segue la scuola di
Maane con la sorella, ma
precisa che i tre fratelli non
ci sono mai andati. Dritto
nella sua camicia a quadrati
rossi e bianchi, dichiara di
voler diventare professore di
inglese. «E ringrazio anche
ciascun CSO qui a Kaya, che
Dio li le benedica», dice prima di andarsene.
Lui stesso orfano di padre e
madre, Omar Nikiema dichiara di conoscere bene «ciò
che possono sentire». Se
prova una grande compassione per ciascuno di loro,
sottolinea soprattutto il fatto
di volerli aiutare a battersi
affinché riescano a svolgere
un proprio ruolo nella società.
Poiché gli orfani sono ancora
e troppo spesso considerati
in questa regione del mondo
come portatori di sventura
dai parenti e devono talvolta
lottare a lungo solo per ottenere un riconoscimento
sociale.
Jaqueline, orfana, aiutata da
Morija al CSO de Kaya
Grazie per il sostegno offerto
ai nostri collaboratori
sponsorizzando un bambino.
CHF 50.–/€ 35.–, significa dare la possibilità a uno di loro:
• di trovare vitto e alloggio
• di ricevere cure mediche adeguate
• di essere scolarizzati
Per maggiori dettagli, vedere il prospetto allegato
«Sono una grande
consumatrice di latte…»
nano per essere pesati e
questo ci permette di seguirli
fino ai due-tre anni. Vi sono
inoltre moltissimi bambini
abbandonati oggi nel Burkina, contrariamente agli
inizi».
Martine Zongo e Fatimata, una bimba di 1,500 kg
M
artine Zongo si
appresta a feste­
ggiare i 60 anni e…
23 anni a Ouagadougou. I
capelli biondi circondano il
suo viso tranquillo mentre
ricorda sorridendo al visitatore che, anche se ha l’odore
di questa terra d’ocra e secca,
viene da Pas-de-Calais, nel
nord della Francia. Responsabile dell’asilo nido Joscheba, si occupa con la sua equipe di 420 orfani, di cui 40
interni. «Seguiamo 380 bambini nella loro famiglia allargata, senza contare un centinaio di bambini di madri
sieropositive», spiega. «Ciò
significa che sono una gran-
de consumatrice di latte»,
aggiunge ridendo, non senza
precisare che ha bisogno di 4
tonnellate all’anno per soddisfare le esigenze dei «suoi»
numerosi bambini.
Cosa è cambiato in due decenni? Infermiera puericultrice di formazione, si ricorda di avere iniziato il suo
lavoro a Joscheba occupandosi di orfani di due anni.
«Poi abbiamo capito che
bisognava reintegrare se
possibile al più presto la loro
famiglia allargata e ora cerchiamo di farli uscire dal
nido a 6 mesi se sono in buona salute. Ogni venerdì tor-
La parola d’ordine che ha
fatto rispettare durante questi anni è il benessere del
bambino, la sua felicità, e
che i suoi collaboratori ne
controllino lo sviluppo. E
questa donna sorprendente
prende in braccio Fatimata,
una bambina di 6 mesi, per
ricordarle che l’ama e che
deve aumentare di peso,
«non superi il chilo e mezzo,
non va, capisci?»
psicologo, hanno paura di
ingrassare… Vi sono altre
priorità qui, e ancora tanto
resta da fare!»
Sposata ad un cittadino del
Burkina, ha allevato con lui
tre figli e intrecciato un rapporto assolutamente «materno» con centinaia di altri
… che la ripagano abbondantemente!
Più di 2000 bambini sono
passati tra queste mura sciupate. «Certo alcuni li abbiamo persi, altri abbiamo rischiato di perderli e oggi li
vediamo sposati e genitori, è
fantastico!»
La pensione? «Sì, presto avrò
60 anni. Ma se devo passare
la mano, perché tornare in
Europa? E per far cosa, vi
chiedo? Divertire gli adulti?
Gite? Acquisti per il mio
salone? Sono originaria di un
paese in cui tutti vanno dallo
Uno dei 18 nounous dell’asilo
nido di Joscheba, rifornita di
latte da Morija
Un giorno prima della nostra partenza dalla capitale apprendiamo che Faticata è morta. «No, non è sopravvissuta», commenta Martine. Tossiva ad ogni tentativo di assumere cibo, troppo debole, non ha ripreso le forze e si spenta 3 giorni dopo
la nostra ultima visita.
Un medico per 100 000 abitanti
E’ la realtà sanitaria della divisione amministrativa del centronord del Burkina Faso, che conta 1 138 925 abitanti. Un nuovo
edificio per il centro ospedaliero regionale offre 400 letti contro
i 100 precedenti. «I nostri obiettivi restano 4», secondo il responsabile medico Arzouma Ouédraogo:
• la vaccinazione
• la prevenzione aids
• l’accessibilità ai centri sanitari
• la realizzazione di nuove infrastrutture.
«Gli ultimi due obiettivi sono difficili da realizzare perché la popolazione è in crescita costante e non disponiamo di un numero
sufficiente di operatori sanitari. Qualunque struttura che integri
in un modo o nell’altro la nostra attività di trattamento è la benvenuta», sottolinea apprezzando la collaborazione con il Centro
Morija di riabilitazione per handicappati diretto da Albert Zongo.
Un felice Natale e un buono anno 2007
Sì, vogliamo che sappiate quanto viene apprezzato
il vostro contributo all’attività dei nostri collaboratori.
Il vostro aiuto è prezioso, vi invitiamo a portare avanti
questo gioco di squadra.
Vi auguriamo un felice Natale e un ottimo inizio
d’anno 2007.
L’équipe Morija a Collombey
Informazioni: dichiarazione di donazione ai fini fiscali e nuovi
bollettini di versamento per i padrini.
Le vostre donazioni all’associazione Morija sono deducibili nella maggior parte dei cantoni. Riceverete un attestato di donazione
per la dichiarazione di imposta con il nostro giornale e fine gennaio 2007.
Se sostenete già un bambino o un handicappato, riceverete automaticamente una nuova serie di bollettini di versamento entro
la 2e quindicina di gennaio. Se avete un ordine permanente o un addebito diretto, vi preghiamo di segnalarcelo affinché possiamo
evitare spese inutili.