Riflessioni sul tratto stilistico normativit in una

Transcript

Riflessioni sul tratto stilistico normativit in una
CONSIDERAZIONI SULL’UNITÀ STILISTICA DEL TITOLO PRIMO
DEL GRUNDGESETZ DER BUNDESREPUBLIK DEUTSCHLAND
SERENA CARLINI
Introduzione
Il presente contributo traccia il profilo stilistico del titolo primo
del Grundgesetz der Bundesrepublik Deutschland. Osservando le
possibilità combinatorie offerte dai segni linguistici nel testo
normativo, l’analisi linguistica si è rivelata uno strumento
particolarmente efficace nel dimostrare come ogni testo non sia un
prodotto univoco generato in modo “necessario” dal senso
soggiacente. Ne sono prova i risultati del processo di sintesi che, a
seguito dell’analisi linguistica, ha ricondotto la gamma di elementi
testuali entro il catalogo più definito delle tecniche espressive, ossia
tratti stilistici, emergenti a ogni livello testuale ed espressivi, appunto,
della tipologia del testo.
Nel raccogliere in questa sede i dati stilistici rilevati, si viene a
porre la questione se, nel testo preso in considerazione, si possa
parlare di unità stilistica o non si debba farlo, invece, con riferimento a
tratti
stilistici
compositi
e
addirittura
concorrenti,
definiti
rispettivamente tipici, caratteristici o tipico-caratteristici a seconda che
si conformino o no al modello convenzionale.
Ci si propone altresì di osservare quale funzione stilistica
secondaria, sociale possa essere associata al tratto stilistico dominante.
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
CAPITOLO 1. Premesse teoriche
Condizione fondamentale dell’esistenza dello stile in un testo è la
scelta, ovvero la possibilità di selezionare tra due procedimenti di
realizzazione linguistica, attuazione o deviazione da un modello
stilistico, o tra formulazioni alternative concorrenti a livello
linguistico1. Questa l’idea delle linguiste Fix – Poethe – Yos, secondo
le quali lo stile di un testo emerge quando si verifica un
allontanamento da un modello, una convenzione, una regolarità.
In questa definizione entrano in gioco due concetti molto
importanti sui quali è opportuno soffermarsi: scelta tra formulazioni
linguistiche e modello stilistico. In generale, nei Fachtexte la
formulazione linguistica è vincolata ad un alto grado di chiarezza
espositiva e di specializzazione del linguaggio e alla necessità di
rappresentare un oggetto con un solo termine. Se venisse soddisfatta la
necessità di univocità, sia terminologica che semantica, la scelta tra
definizioni diverse non avrebbe alcuna ragion d’essere nei testi
settoriali e questi sarebbero testi senza stile. L’analisi linguistica del
testo giuridico, il titolo primo del Grundgesetz der Bundesrepublik
Deutschland2, mostra che, di fatto, la richiesta di univocità, soprattutto
1
Si veda B. SPILLNER (a cura di), Stil in Fachsprachen, Lang, Frankfurt am
Main – Berlin – Bern – New York – Paris – Wien 1996 e cfr. U. FIX – H.
POETHE – G. YOS, Textlinguistik und Stilistik für Einsteiger, Lang, Frankfurt
am Main – Berlin – Bern – Bruxelles – New York – Oxford – Wien 2001
(Da ora in poi citata mediante la sigla: T), pp. 35-36.
2
Il testo è stato tratto da www.rechtliches.de.
34
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
semantica, non viene rispettata né a livello pragmatico3 né a livello
lessicale4. Nel testo tecnico preso in considerazione si è riscontrata
una considerevole persistenza del fenomeno della bivalenza lessicale,
a ragione del frequente utilizzo di varianti, soprattutto aggettivali, che
si distinguono per sfumatura o grado di intensità, come, ad esempio,
gli aggettivi valutativi classificati, in base alle loro proprietà
semantiche più salienti, in qualitativi generici, in consequenziali e
modali5.
Dunque è possibile parlare di stile anche per i Fachtexte pur
tenendo conto di macrostrutture vincolanti, e, pertanto, anche i testi
tecnici possono essere oggetto di analisi stilistiche.
§ 1.1. Il modello stilistico del Fachtext normativo
Un modello stilistico nasce da un modello linguistico-testuale.
Nella Fachsprachenforschung il concetto di Fachtextmuster non ha
trovato sinora una definizione omogenea. Pertanto, osservare il
modello linguistico di un testo settoriale significa soprattutto
ricostruirlo sulla base delle tendenze più recenti degli studi compiuti
in materia di Fachtext e Fachtext giuridico in particolare. L’attività di
classificazione dei generi testuali considera in primis le caratteristiche
3
Ne è un esempio il tratto 'media comprensibilità' che contrasta con il
contenuto del dettato normativo in relazione al tratto stilistico-funzionale
'ampio circolo di destinatari'.
4
Questo fenomeno risulta in particolare dalla scelta di alcune forme
aggettivali, dal modo congiuntivo per alcune forme verbali e dalla
costruzione ist+zu+infinito per esprimere la prescrittività dell’azione.
5
Si veda R. V. FJELD, The lexical semantics of vague adjectives in V. K.
BHATIA – J. ENGBERG – M. GOTTI – D. HELLER (a cura di), Vagueness in
normative Texts, Lang, Bern 2005, pp. 157-173.
35
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
dei due procedimenti di ricostruzione del contenuto testuale per
eccellenza, il top-down e il bottom-up: il primo risale al significato
linguistico-testuale a partire dagli schemi mentali del soggetto, dalle
aspettative proiettate dal soggetto su un modello stilistico e testuale e
prodotte dai suoi tratti. Questo procedimento risulta dunque
influenzato dalle strutture informazionali attese dal destinatario. Il
secondo metodo, a mio parere più scientifico, prevede un’analisi di
testi finalizzata a stilare generalizzazioni circa tipi testuali globali e
loro funzioni e si avvale del sostegno della pratica del confronto con i
testi e della natura della nostra cognizione quotidiana dei generi
testuali. Questa conoscenza corrisponde in genere alla comprensione
di uno schema di riferimento nel quale trova posto una parte
normativa e una parte libera, non soggetta a norme. Questa è la
prospettiva adottata nell’analisi del testo giuridico, da cui il presente
contributo prende le mosse.
Poiché attualmente non esiste un inventario preciso ed omogeneo
delle caratteristiche di ogni tipo testuale settoriale, come pure del
Fachtext giuridico e dei rispettivi fattori, strutturali e funzionali, di
determinazione linguistica e pragmatica, si propone di seguito una
tassonomia del Fachtext giuridico e delle relazioni connettivali
dominanti in esso. Il prospetto è sia integrativo che applicativo.
Integrativo, in quanto nasce dalla composizione di metodi di studio di
diversi paradigmi linguistici6, applicativo, perché approda a una
6
Si tratta della descrizione strutturale e funzionale di Fachtexte prospettata
da Hoffmann, che ha il vantaggio di fornire una importante visione
d’insieme dei fattori linguistici che determinano un Fachtext, ma non vi
associa esempi testuali concreti; della tipologia offerta da Sabatini, che,
36
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
associazione di questi ai possibili tratti stilistici e modalità espressive
previste per questo tipo di testo settoriale.
Fattori strutturali:
caratteristiche:
tratti stilistici:
1.macrostruttura:
Struttura enumerativa; ordine di
ƒ logicità;
enumerazione con numeri,
ƒ compattezza
lettere, formule, avverbi
numerali ordinali e cardinali.
visiva;
ƒ paratestualità;
ƒ varietà tipografica.
d’altro canto, stila una classificazione di testi settoriali osservando solo uno
dei criteri tipologici, il vincolo interpretativo; infine della tipologia di
Göpferich, che si limita a classificare testi delle scienze naturali e della
tecnica, tralasciando i testi letterari. Si veda L. HOFFMANN, Fachsprachen
als Subsprachen, in L. Hoffmann − H. Kalverkämper − H. E. Wiegand (a
cura di), Fachsprachen – Ein internationationales Handbuch zur
Fachsprachenforschung und Terminologiewissenschaft, de Gruyter, Berlin −
New York 1998, 1. Halbband, pp. 189-199; F. SABATINI, Analisi del
linguaggio giuridico, in M. D’Antonio (a cura di), Corso di Studi Superiori
Legislativi, Cedam, Padova 1990, pp. 675-724; S. GÖPFERICH, Textsorten in
Naturwissenschaften und Technik, Narr, Tübingen 1995.
37
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
2. coerenza
semantica:
Dimostrazioni del tipo vero o
ƒ semplicità sintattica.
falso; composizione del
comportamento futuro
osservabile in relazione a fatti tra
soggetti; indicazioni di uso.
2.1. coerenza
sintattica:
Utilizzo di condizionali,
ipotetiche, modali.
ƒ complessità
sintattica;
Frasi semplici in forma di
assiomi, coordinazione per
ƒ necessità di
polisindeto e asindeto
enumerare e ricoprire
Proformen;
una vasta casistica;
diatesi passiva, modo indicativo,
3. lessico:
tempo presente
ƒ sinteticità;
3° p.sing.
ƒ impersonalità.
Lessico connotato da
ƒ scientificità;
dimostrazioni e istruzioni
ƒ previsione normativa.
riguardo a specifici aspetti del
comportamento umano in
relazione a situazioni e
circostanze.
Fattori funzionali:
38
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
4. situazione
Rapporto di tipo asimmetrico;
ƒ asimmetria.
molto alto,
ƒ settorialità; validità
comunicativa:
relazione
emittentedestinatario:
4.1. vincolo
interpretativo:
generale e media
comprensibilità;
ƒ settorialità.
4.2. circolo di
ristretto.
destinatari:
5. scopo
Progettare il proprio e l’altrui
ƒ previsione normativa;
comportamento.
ƒ costituzionalità;
comunicativa
Azioni prescrittive, con
ƒ prescrittività.
dominante:
prevalenza del verbo dovere.
comunicativo e
tipo di azione
5.1. funzione
testuale:
Funzione conoscitiva,
ƒ normatività.
prescrittiva e regolativa.
Tavola 1 – Modello stilistico del Fachtext normativo.
I tratti stilistici, elencati nella terza colonna, sono ciò che Engberg
definisce le regolarità linguistiche tipiche del genere, ovvero le
convenzioni di genere7.
7
Cfr. J. ENGBERG, Konventionen von Fachtextsorten, Narr, Tübingen
1997, p. 45.
39
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
Affinché una regolarità linguistica possa essere indicata come
convenzionale di un genere testuale, devono essere soddisfatti due
criteri. In primo luogo il tratto linguistico corrispondente a un testo
deve essere valido per tutti gli esemplari del genere testuale in
questione. In secondo luogo il mezzo linguistico deve avere una
rilevante frequenza, in modo che si possa parlare di una regolarità di
presenza8. Il rispetto di questi due criteri rende una unità lessicale
tratto tipico di un genere testuale ed espressione di una convenzione di
genere9. Engberg distingue tali tratti convenzionali in 'tipici' e
'caratteristici': i primi contraddistinguono il testo come elemento del
relativo genere testuale, i secondi indicano la singolarità dei testi. Un
tratto tipico è quindi un tratto caratteristico che ricorre spesso in uno
stesso genere testuale10.
Nel presente lavoro si applica una interpretazione estensiva del
paradigma di Engberg, motivata dalla necessità di determinare un
fenomeno che potremmo definire di “tipicità caratteristica”, in quanto
riguarda tratti stilistici che, per numero di occorrenze, sono da
ritenersi tipici del testo preso in considerazione, tuttavia, non
concordando con i dati previsti dal modello stilistico dei testi giuridici,
sono da ritenersi caratteristici di questo testo. Secondo Engberg questi
tratti non potrebbero essere definiti convenzionali, in quanto
soddisfano solo uno dei due criteri che li classificherebbe come tali
(l’elevata occorrenza e non la validità per tutti i tipi testuali dello
8
Il presente contributo non accerta la validità del primo, bensì solo del
secondo criterio.
9
Cfr. J. ENGBERG, Konventionen von Fachtextsorten, cit., p. 46.
10
Ibidem
40
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
stesso settore). Ciononostante, nel testo preso in considerazione le
unità linguistiche che indicano questi tratti sono utilizzate in modo
convenzionale. Pertanto contribuiscono a tutti gli effetti ad esprimere
il legame tra elemento linguistico e scopo comunicativo settoriale. Li
chiameremo tratti tipico-caratteristici.
§ 1.2. Il profilo stilistico del titolo primo del Grundgesetz der
Bundesrepublik Deutschland
Lo scopo di questa fase è osservare i risultati dell’analisi
linguistica in prospettiva stilistico-funzionale, stabilendo cioè serie di
associazioni tra l’elemento testuale e la sua funzione testuale. Il tratto
stilistico è infatti l’esito naturale della corrispondenza tra elemento
stilistico e funzione testuale.
Si osservi, nel seguente schema, l’esito delle indagini svolte in
merito a macrostruttura, categorie sintattiche e grammaticali, lessico
nonché situazione comunicativa, vincolo interpretativo, scopo
comunicativo e funzione testuale.
Caratteristica stilistica
Tratto stilistico-funzionale
1. macrostruttura:
1.1. ordine grafico rigoroso e
–
logicità;
–
compattezza visiva;
organicamente ripartito;
–
visivamente omogeneo;
1.2. titoli sintetici e poco informativi, –
sinteticità e bassa informatività dei
rubricati con sostantivi privi di
titoli, destinatario di alto profilo;
articolo
validità generale;
determinativo/indeterminativo;
–
ordine concettuale di distribuzione –
41
uniformità e continuità tematica.
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
dell’informazione
nella
prevalentemente
successione
ripresa
della
tema-rema
rubrica
nel
e
tema
dell’articolo.
2. categorie sintattiche su un totale di 120
periodi:
–
68 periodi semplici formati da –
semplicità sintattica;
proposizioni indipendenti coordinate
per asindeto o asindeto: paratassi
56,6%,
–
52 periodi complessi formati da 29 –
complessità sintattica.
proposizioni condizionali (di cui 13
implicite,
16
esplicite),
20
proposizioni relative (di cui 8 con
funzione relativa, 12 con funzione
ipotetica),
2
proposizioni
finali
implicite, 1 proposizione temporale:
ipotassi 43,4%.
2.1. tipo di congiunzione:
–
prevalentemente polisindeto;
–
necessità di enumerare e ricoprire
una vasta casistica;
–
asindeto;
–
a) condizionali, b) relative, relative –
a) scientificità; b) previsione; c), d) e
con valore ipotetico, ipotetiche, c)
e) concretezza.
–
semplicità;
due finali, d) una temporale, e)
assenza totale di causali.
3. categorie grammaticali:
–
prevalenza di stile nominale;
–
42
sinteticità;
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
–
vasto impiego di forme pronominali –
validità generale;
indefinite;
–
largo
uso
di
pronomi
relativi: –
sinteticità;
variatio sintattica;
–
largo uso di forme aggettivali;
–
largo impiego di aggettivi a) con –
a) sinteticità; b) assolutezza;
suffisso –bar; b) con prefisso un- e
ambiguità semantica e generalità
in funzione predicativa; c) con poche
qualificativa;
–
sostantivi altamente astratti;
c)
restrizioni semantiche (ad esempio
gli aggettivi qualitativi generici, i
modali e i consequenziali)
–
forme verbali coniugate al a) modo –
a) oggettività; b) validità generale; c)
indicativo, b) tempo presente, c)
impersonalità;
persona terza singolare;
–
alta
frequenza
della
costruzione –
impersonalità,
polifunzionalità
sintattica, prescrittività, ambiguità
ist+zu+infinito.
semantica, sinteticità.
4. lessico:
–
largo uso di Wortzusammensetzung;
–
sinteticità;
–
termini normativi;
–
ufficialità, formalità, normatività;
–
termini
fattuali,
rideterminati –
neutralità espressiva;
semanticamente;
–
espressioni auliche;
–
solennità;
–
lemmi in disuso;
–
arcaicità;
–
assenza di forestierismi.
–
nazionalità.
4.1. figure retoriche:
–
di parola: enfasi;
–
solennità;
–
semantiche: a) personificazione,
–
a) spontaneità, b) marcatezza di
contenuto;
b) anticlimax;
–
sintattiche: a) enumerazione,
–
43
a) stile nominale, b) sinteticità, c)
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
b) variatio, c) formule gemelle.
ritualità.
5. situazione comunicativa:
–
relazione apparentemente simmetrica –
asimmetria;
tra i partner;
–
specializzazione dei partner;
–
circolo
di
destinatari
ampio
–
e –
specialistico;
settorialità;
validità
generale
e
media
comprensibilità;
–
contesto pubblico;
–
ufficialità;
–
mezzo scritto.
–
formalità.
6. vincolo interpretativo:
–
prevalentemente alto;
–
prescrittività;
–
basso in tre casi;
–
frammenti di ambiguità semantica;
–
basso nelle forme aggettivali.
–
ambiguità semantica e generalità
qualificativa.
7. scopo comunicativo:
–
vincolare
la
condotta
del –
prescrittività;
destinatario;
–
prevedere e disciplinare una gamma –
previsione e scientificità;
di azioni future;
–
porre in essere la veridicità dei propri –
performatività e istituzionalità;
enunciati;
–
dare vita a nuovi organismi e –
costituzionalità.
istituzioni.
8. funzione testuale:
funzione normativa.
–
normatività.
Tavola 2 – Sinossi di associazione di tratti stilistici a ciascuna categoria linguistica
di fattori strutturali e funzionali presenti nel testo.
44
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
Dallo schema presentato, deriva uno spettro molto vasto delle
possibilità
stilistico-espressive
offerte
dal
testo
preso
in
considerazione.
L’esposizione della materia secondo uno schema rigoroso,
organizzato sotto forma di punti ed elenchi, rappresenta un portatore
non verbale di informazione e dona al testo una sostanziale logicità
strutturale e concettuale, nonché compattezza visiva.
L’aspetto sfavorevole della distribuzione dell’informazione in
questo testo consiste nel basso grado di informatività delle rubriche,
conseguenza della loro sinteticità. Nella prassi legislativa, i titoli e i
sottotitoli degli articoli sono le uniche parti del testo con funzione
veramente informativa rispetto al contenuto e costituiscono l’unico
strumento con cui il legislatore può dare chiarimenti sia sul tipo di
disposizione che segue sia sulla sua funzione. L’intestazione, i titoli e
i sottotitoli sono pertanto le prime parti a comunicare la struttura
tematica di un testo. Nel linguaggio istituzionale, il titolo di un testo
deve essere sintetico ed esauriente, tale da permettere a chi legge di
individuare con immediatezza l’argomento principale del testo,
tenendo presente che spesso i destinatari hanno preconoscenze
differenziate11.
In riferimento a quanto sopra, è possibile rilevare che il titolo del
testo normativo, Grundgesetz für die Bundesrepublik Deutschland, e
della prima sezione, Grundrechte, è sintetico, ma non esauriente
perché rende noto l’argomento in modo molto generico e impreciso.
11
Cfr. M. A. CORTELAZZO – F. PELLEGRINO, Guida alla scrittura
istituzionale, Laterza, Roma – Bari 2003, p. 64.
45
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
Nel testo considerato le informazioni che il legislatore dà nelle
rubriche sono di natura tematica, indicano cioè i concetti centrali,
ovvero i soggetti, gli oggetti o le azioni di cui si parla di seguito,
mettendo in risalto gli aspetti fondamentali della realtà ivi regolati, ma
senza dare alcuna indicazione della natura funzionale delle
disposizioni12. È necessario riconoscere che il titolo primo del
Grundgesetz, Die Grundrechte appunto, segnala già la funzione
dell’intera sezione e comunica tale informazione a tutti gli articoli
contenuti nel capitolo stesso, senza necessità di ripetere. Data la
vastità della materia, legata peraltro alla cultura nazionale e alla storia
dello Stato, si potrebbe suggerire di indicare nelle rubriche non solo il
tema ma anche i suoi attributi.
Per un destinatario che non conosca già i diritti fondamentali, è
necessario esaminare anche i sottotitoli per capire quali siano e per
conoscere l’oggetto reale del testo. Un lettore inesperto non riceve dal
titolo un’informazione completa e esauriente ma parziale e deficitaria.
Un lettore che possiede anche vaghe conoscenze della materia,
qualora non prosegua nella lettura, può facilmente incorrere in
interpretazioni sbagliate, perché i diritti fondamentali variano da stato
a stato in conformità all’Ordinamento e al sistema di governo. In
questo caso il titolo possiede un basso grado di informatività.
Da un lato dovrebbe essere valutata l’ipotesi di integrare le
informazioni date nel testo con quelle presenti nel paratesto, e in
primo luogo nel titolo, e quindi rubricare, in modo più preciso, i testi
più lunghi: questo potrebbe essere un buon sistema per agevolare la
12
Fatta eccezione per quei titoli che contengono un termine normativo, quale
Recht o Pflicht, si tratta di otto casi su 19.
46
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
lettura da parte del destinatario, e anche per verificare la tenuta
dell’ordine espositivo adottato. Dall’altro è possibile pensare che tale
sinteticità sia imposta dalla vastità della materia da disciplinare, e che
trovi giustificazione in relazione alle restanti dieci sezioni costituenti
il Grundgesetz. È probabile inoltre che la necessità della certezza del
diritto non ammetta l’inserimento di un titolo come sintesi
dell’argomento, poiché potrebbe in qualche modo commentarlo o
interpretarlo, modificando in questo modo il senso dell’intero testo
normativo. Ne deriva che il testo normativo si rivolge a destinatari con
un alto profilo culturale, visto che le parti veramente informative sono
i sottotitoli, ovvero i titoli dei singoli articoli.
Un aspetto favorevole delle intitolazioni consiste nell’uniformità e
continuità tematica instaurata dalla ripresa della rubrica a tema
dell’articolo. Lo stile nominale adottato nelle intitolazioni è
sicuramente una chiara indicazione della validità generale del testo e
della sinteticità dei suoi enunciati.
Il primo tratto, validità generale, emerge oltre che dallo stile
nominale adottato nelle intitolazioni, anche dall’assenza di qualsiasi
tipo di articolo, determinativo e indeterminativo, nonché dal vasto
impiego di forme pronominali indefinite, dall’impiego di forme
verbali coniugate al tempo presente, e dall’indicazione nel Präambel
del destinatario del testo, ovvero tutta la cittadinanza.
Per quanto concerne il tratto stilistico funzionale 'sinteticità', si è
visto che questo occorre, a scapito della comprensibilità, nelle
intitolazioni e nelle rubriche, la cui struttura presuppone altresì che il
destinatario sia uno specialista. Questa circostanza è corroborata da un
47
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
altro dato che emerge dall’analisi della situazione comunicativa che
sottende al Grundgesetz für die Bundesrepublik Deutschland.
L’emittente e il destinatario del testo sono resi noti nel Präambel,
periodo formato da tre proposizioni, due delle quali hanno come
soggetto il Deutsche[-s] Volk; mentre nel terzo questo sintagma
nominale svolge la funzione grammaticale di complemento oggetto.
Da una parte dunque, il popolo tedesco, in forza del suo potere
costituente, ha redatto e adottato la Legge fondamentale che afferma i
diritti inviolabili dell’uomo, determina l’ordine gerarchico delle
relazioni tra istituzioni e cittadini, fissa gli scopi comunicativi
istituzionali e vincola la condotta sociale e istituzionale dello Stato,
dall’altra, in conformità a quanto stabilisce la proposizione «Damit
gilt dieses Grundgesetz für das gesamte Deutsche Volk», ne è
vincolato. Il popolo tedesco è allo stesso tempo emittente e
destinatario
del
testo.
La
relazione
comunicativa
emittente-
destinatario espressa è simmetrica: il popolo tedesco regola e norma la
propria vita e quella degli organi statali in modo autonomo.
È opportuno porre attenzione sul fatto che, a ben guardare, il
soggetto grammaticale dell’enunciato non corrisponde al soggetto
logico. Da nozioni giuridiche e storiche è noto che l’emittente di un
testo costituzionale è un’Assemblea Costituente, o il Parlamento, che,
nella persona di un legislatore, 1) redige un testo costituzionale sulla
base di una commissione costituzionale, 2) enuncia i diritti
dell’individuo, nel capitolo relativo ai Grundrechte, e la struttura e
l’organizzazione statale, nonché le relative competenze e le relazioni
reciproche, nei restanti 13 capitoli, 3) si impegna affinché lo Stato
48
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
osservi questi diritti, come è affermato nell’art. 1, comma 3 «Die
nachfolgenden Grundrechte binden Gesetzgebung, vollziehende
Gewalt und Rechtsprechung als unmittelbar geltendes Recht».
Il 23 Maggio del 1949 i parlamenti dei Länder occidentali hanno
approvato la Legge fondamentale formulata e decisa dal consiglio
parlamentare, mentre i parlamenti dei Länder orientali vi hanno
aderito solo nel 1990. L’emittente non è quindi propriamente il popolo
tedesco. È evidente che si tratta di soggetti che all’interno della società
tedesca svolgono un ruolo di carattere istituzionale, che fanno parte di
un’istituzione e ne sono i rappresentanti.
Il passaggio da una relazione comunicativa in apparenza
simmetrica ad una nella sostanza asimmetrica avviene nel testo
mediante il ricorso costante a forme impersonali oppure mediante
l’adozione di un tono stilistico solenne e insieme ricco di emotività
come risulta dall’unico esempio in cui, oltre ai due casi nel Präambel,
il Deutsches Volk si configura come il soggetto dell’azione13.
Il fatto che la relazione tra emittente e destinatario sia solo
apparentemente simmetrica può trovare una ragionevole spiegazione
nell’ampio spettro di validità del testo normativo, che vincola
parimenti emittente e destinatario. In questo senso è possibile
affermare che i mezzi linguistici adottati nel testo, quali l’uso di forme
impersonali, il ricorso a costruzioni enfatiche o la bassa informatività
13
Cfr. Art. 1, comma 2: «Das Deutsche Volk bekennt sich darum zu
unverletzlichen und unveräußerlichen Menschenrechten als Grundlage jeder
menschlichen Gemeinschaft, des Friedens und der Gerechtigkeit in der
Welt».
49
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
di titoli e rubriche, sono in verità l’esito di una precisa scelta
espressiva che altera i ruoli dei soggetti coinvolti nella comunicazione.
Il tratto 'sinteticità' si evince inoltre, a livello di categorie
grammaticali, dall’alta frequenza della costruzione ist+zu+infinito e, a
livello sintattico, dalla variatio. Tali fenomeni comportano una
sostanziale condensazione strutturale, da cui derivano periodi
complessi e articolati.
Il tratto 'complessità sintattica' in ogni caso non è prevalente
rispetto a quello 'semplicità sintattica', ma degno di nota vista la
consistente percentuale con cui si manifesta. I periodi complessi
seguono principalmente uno schema ipotetico. I tipi di congiunzioni
ipotattiche presenti comunicano l’alto grado di 'scientificità', di
'previsione' e di 'concretezza normativa' del testo. Questo andamento è
tipico del procedere degli enunciati del corpus considerato. Ciò
conferma anche gli studi sulla strutturazione del testo giuridico svolti
in anni recenti ai fini della messa a punto di sistemi automatici di
redazione di alcuni tipi di documenti legali, nonché dalle analisi
linguistiche eseguite anche su altri corpora14.
14
G. Garzone in un discorso introduttivo al suo contributo sulle difficoltà
traduttive della lingua del diritto riassume il concetto nella espressione
mutuata da Stamper (Stamper 1980: 45-48) «Norms, that is to say rules
which are valid for social reasons, have the general form: protasis →
apodosis». (Cfr. L. SCHENA, La Lingua del diritto. Atti del primo convegno
internazionale. cit., p. 211-212). D. Heller afferma lo stesso concetto in
occasione della sua relazione sul tema «Normativ wirksame Texte im
internationalen Vergleich» nella quale analizza i mezzi lessicali che, nella
sintassi di alcuni enunciati dello StGB, tutti del tipo periodo ipotetico,
intervengono a regolare più o meno esplicitamente la libertà di
interpretazione. (Si veda D. HELLER, Regolare esplicitamente la libertà di
interpretazione: normativ wirksame Texte im internationalen Vergleich, in
50
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
A sostegno dei suddetti tratti opera anche l’osservazione di uno
degli scopi comunicativi del testo: prevedere e disciplinare una
gamma di azioni future.
Non mancano congiunzioni coordinanti, il cui utilizzo si limita
tuttavia al livello sintagmatico e rende ragione della necessità di
enumerare e ricoprire una vasta casistica.
Caratterizzanti ai fini di un profilo stilistico del testo sono inoltre i
seguenti tratti stilistico-funzionali: a) astrattezza, b) assolutezza, c)
ambiguità semantica, d) generalità qualificativa,
e) oggettività, f)
impersonalità, g) polifunzionalità sintattica, h) marcatezza di
contenuto, i) ufficialità, j) formalità, l) neutralità espressiva, m)
nazionalità, n) arcaicità, o) solennità, p) spontaneità, q) ritualità, r)
settorialità,
s)
media
comprensibilità,
t)
prescrittività,
u)
performatività, v) istituzionalità, z) costituzionalità.
Data l’eterogeneità dei tratti suesposti, si viene a porre la
questione se sia lecito parlare di 'stile' del testo giuridico solo là dove è
possibile scorgere una deviazione dalle convenzioni del genere e il
prevalere del caratteristico, secondo quanto affermato da Fix – Poethe
– Yos nella definizione di stilistica15, e non anche in relazione
all’informazione stilistica trasmessa da tutti i mezzi linguistici presenti
nel testo16. In proposito è inoltre importante sottolineare che l’unità
M. FOSCHI ALBERT – M. HEPP – E. NEULAND (a cura di), Texte in
Sprachforschung und Sprachunterricht. Pisaner Fachtagung 2004 zu neuen
Wegen der italienisch–deutschen Kooperation, Judicium, München 2006,
pp. 230-242).
15
Cfr. U. FIX – H. POETHE – G. YOS, T, pp. 192-200.
16
Pertanto non solo terminologici, come affermato da Spillner, o solo
pragmatici, come affermato da Fix – Poethe – Yos nella loro analisi
51
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
stilistica è data dall’occorrenza di stessi tratti stilistici a tutti i livelli
testuali.
CAPITOLO 2. Interpretazione dei dati stilistici rilevati nel titolo
primo
del
Grundgesetz
der
Bundesrepublik
Deutschland
§ 2.1. L’unità stilistica come espressione del tratto stilistico
normatività
Il quadro sinottico, raffigurato nella Tavola 217, mette in evidenza
come stessi tratti stilistico-funzionali occorrano a diversi livelli
testuali. In particolare i tratti a)-d) trovano espressione nella categoria
grammaticale degli aggettivi e parzialmente in quella verbale18; i tratti
e)-g) nelle forme verbali e di riflesso anche nell’analisi della funzione
testuale; mentre i tratti h)-r) si manifestano precipuamente a livello
lessicale. Inoltre, dalla colonna relativa ai tratti stilistico-funzionali,
emerge con chiarezza che a tutti i livelli testuali, fatta eccezione per
quello superficiale della macrostruttura, si manifesta un aspetto del
multiforme fenomeno 'normatività'.
A livello sintattico la normatività è comunicata dal tratto
'previsione normativa', a livello grammaticale dalla 'prescrittività' delle
forme verbali, a livello lessicale dall’ufficialità e imperatività delle
esemplificativa di un testo istituzionale Cfr. U. FIX – H. POETHE – G. YOS,
T, pp. 82-95.
17
Cfr. Cap. 2, Tavola 2, pp. 9-13 del presente lavoro.
18
È il caso del tratto stilistico-funzionale 'ambiguità semantica'.
52
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
catene isotopiche di termini normativi. Si manifesta altresì nella
validità
generale
della
situazione
comunicativa
prospettata,
nell’imporre un alto vincolo interpretativo, infine nel vincolare lo
scopo comunicativo del destinatario.
Ne deriva che il testo è stilisticamente unitario. L’unità stilistica
del testo è segnalata dal grado di cooperazione dei singoli livelli
testuali, ovvero dal loro concorrere verso il raggiungimento della
stessa funzione testuale normativa. Si può dunque a ragione ritenere
che l’ultimo tratto evidenziato nella sinossi, la normatività, si
configuri come sintesi della cooperazione degli elementi stilistici
presenti a vari livelli testuali, che svolgono una funzione normativa
comune.
Al contrario, non si potrebbe parlare del tratto normatività come
espressivo dello 'stile' del testo secondo la definizione data da Fix –
Poethe – Yos19, per la sua appartenenza ai tratti tipici. Si viene così a
creare una sorta di scissione tra unità stilistica e stile del testo: la
prima è frutto del contributo che tutti i livelli testuali prestano per il
raggiungimento della funzione del testo e può essere riassunta nel
tratto normatività; il secondo dovrebbe richiamare il caratteristico del
testo normativo.
§ 2.2. Lo stile come summa concettuale di tutti i tratti stilistici
Sebbene la nozione di 'normatività' possa essere assunta a
espressione dell’unità stilistica del testo, tuttavia rimane aperta la
19
Si veda nota 9 del presente lavoro.
53
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
definizione di 'stile' del testo considerato secondo la lettura di Fix –
Poethe – Yos.
Dallo schema contenuto nella Tavola 220, di fatto, è possibile
osservare che alcuni tratti stilistico-funzionali sono molto eterogenei
tra loro. In questa sede si cerca di capire quanto questa varietà possa
essere ricondotta allo stile del testo e se tutti i tratti stilistici soddisfano
la condizione dell’unità di azione che dà forma allo stile. Infatti un
elemento linguistico sortisce un effetto stilistico se viene usato
insieme ad altri in un senso comune. L’elemento linguistico così, nel
cooperare con gli altri, diventa mezzo stilistico perché veicola
un’informazione stilistica unitaria. I mezzi stilistici poi contribuiscono
a formare lo stile.
Nel testo preso in considerazione si presenta il fenomeno secondo
cui alcuni elementi linguistici veicolano, a diversi livelli testuali,
informazioni stilistiche contraddittorie, in particolare: h) marcatezza di
contenuto, i) ufficialità, j) formalità, l) neutralità espressiva, m)
nazionalità, n) arcaicità, o) solennità, p) spontaneità, q) ritualità, r)
settorialità.
Mentre i primi cinque [h)-m)] evidenziano l’ufficialità, la
formalità e l’impersonalità del testo normativo, i successivi quattro
[n)-q)] manifestano un certo grado di emotività del redattore.
Avvalendosi dei risultati dell’analisi linguistica, è possibile
ottenere una rassegna del 'tipico' e del 'caratteristico' del Fachtext
20
Cfr. Cap. 2, Tavola 2, pp. 9-13 del presente lavoro.
54
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
giuridico,
secondo
la
definizione
indicata
da
Engberg21
e
nell’interpretazione estensiva adottata nel presente lavoro.
Sono tipici, in quanto occorrono in percentuali molto alte in tutte
le espansioni frasali e contribuiscono all’unità semantica, sintattica e
pragmatica del testo i tratti: logicità, compattezza visiva, sinteticità e
bassa informatività dei titoli, destinatario di alto profilo, validità
generale, uniformità e continuità tematica, semplicità sintattica,
scientificità e previsione normative, neutralità espressiva, impiego di
sostantivi astratti, assolutezza, ambiguità semantica e generalità
qualificativa, oggettività, impersonalità, polifunzionalità sintattica,
prescrittività, ufficialità, formalità, asimmetria, settorialità, media
comprensibilità, istituzionalità, costituzionalità e normatività.
I tratti sopraindicati concordano con le caratteristiche stilistiche
previste dal modello dei testi settoriali giuridici ed esposte
precedentemente22, ad eccezione dei tratti astrattezza, ambiguità
semantica e generalità qualificativa. Questi sono definiti nel presente
lavoro tratti tipico-caratteristici, perché se da una parte occorrono con
notevole frequenza (da qui la loro tipicità), dall’altra contrastano con
l’elenco dei tratti tipici, dal quale peraltro sono esclusi (per questo
caratteristici). In una fonte normativa primaria, quale il titolo primo
del Grundgesetz für die Bundesrepublik Deutschland, il tratto
stilistico-funzionale 'astrattezza' ne descrive una peculiarità. Il suo
impiego può trovare una ragione nella natura del Grundgesetz che, in
quanto fondamento delle altre norme, si riferisce ad un numero
21
22
Cfr. J. ENGBERG, Konventionen von Fachtextsorten, cit., p. 45.
Cfr. Cap. 1, Tavola 1, pp. 5-6 del presente lavoro.
55
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
maggiore di circostanze di applicazione, è indeterminato23 e
costituisce la struttura portante di una istituzione sociale che altrimenti
non potrebbe essere pensata, né esisterebbe24.
I tratti 'ambiguità semantica' e 'generalità qualificativa' invece
possono essere solamente la manifestazione di una precisa volontà
espressiva.
Sono caratteristici invece, in quanto occorrenti in percentuali
minori, tuttavia non prive di valore, i tratti: complessità sintattica,
concretezza normativa e marcatezza di contenuto (solennità, arcaicità,
nazionalità, spontaneità, ritualità fraseologica).
Nelle classificazioni generali di tratti stilistici di Fachtexte
giuridici, non è contemplato alcuno dei tratti suesposti. Tuttavia la
variatio sintattica è nominata accanto alla repetitio semantica come
strumento frequentemente utilizzato per la resa della coesione testuale.
È opportuno notare inoltre che, stando alle classificazioni di tratti
stilistici di Fachtexte giuridici, neppure lo stile nominale è tipico di
questa Fachtextsorte25. Dall’esame emerge che le nominalizzazioni
nelle rubriche dei titoli, nelle forme fraseologiche e nelle
Wortzusammensetzungen svolgono invece una funzione ben precisa,
in quanto contribuiscono rispettivamente alla concisione, alla
performatività e all’economia linguistica degli enunciati.
L’analisi linguistica del titolo primo del Grundgesetz für die
Bundesrepublik Deutschland ha mostrato che in questo testo la forte
23
Cfr. B. MORTARA GARAVELLI, Le parole e la giustizia, Einaudi, Torino
2001, p.73.
24
Cfr. F. SABATINI, Analisi del linguaggio giuridico, cit. p. 666.
25
Cfr. Cap. 1, Tavola 1, pp. 5-6 del presente lavoro.
56
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
condensazione strutturale è indotta dallo stile nominale ed è a sua
volta causa della complessità sintattica. L’adozione del tratto stilistico
variatio sintattica non deve stupire, in quanto giustifica il basso scarto
percentuale esistente tra la scelta della paratassi e l’ipotassi.
La sinossi permette, inoltre, di osservare una certa marcatezza di
registro, evidente soprattutto nel considerevole ricorso a espressioni
dense di figure retoriche, sia cristallizzate nell’uso (come catacresi)
che enfatiche.
Data la presenza di tratti che deviano da quelli convenzionali del
genere, si può affermare che il titolo primo del Grundgesetz für die
Bundesrepublik Deutschland non corrisponde al modello stilistico dei
testi
normativi
previsto
dalla
sinossi
integrata
presentata
precedentemente26, e lo stile del testo, secondo quanto affermato da
Fix – Poethe – Yos27, emergerebbe proprio dai tratti deviazionali. A
mio avviso lo stile del testo emerge non solo dai tratti deviazionali,
ovvero dai tratti caratteristici, bensì da tutti i tratti: tipici, tipicicaratteristici (tipici peculiari del titolo primo), infine caratteristici
(tratti presenti in occorrenze minime). La definizione di stile contenuta
nel paradigma di Fix – Poethe – Yos si è rivelata inappropriata dal
momento che l’informazione stilistica del testo viene trasmessa da
tutti i mezzi linguistici. Il profilo stilistico risulta pertanto dall’insieme
complessivo dei tratti stilistici28.
26
Cfr. Cap. 1, Tavola 1, pp. 5-6 del presente lavoro.
Cfr. nota 9 del presente lavoro.
28
Cfr. Capp. 1 e 2, Tavole 1 e 2, pp. 5-6 e 9-13 del presente lavoro.
27
57
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
§ 2.3. L’unità stilistica del Fachtext normativo come 'a priori'
Le analisi sin qui condotte hanno provato che il profilo stilistico
del testo si delinea da una parte mediante il concetto di unità stilistica
riflesso nel tratto dominante 'normatività' quale summa concettuale di
tutti i tratti stilistico-funzionali; dall’altra mediante il concetto di stile
quale sintesi composita e multiforme di tutti i tratti stilistici.
Tra il concetto di unità stilistica e quello di stile esiste un punto di
intersezione che coincide nell’idea che la normatività sia un fenomeno
culturale soggiacente al testo, cui obbedisce ogni tipologia testuale che
svolga una funzione normativa. Nel testo preso in considerazione la
normatività si distingue dagli altri tratti stilistici per la sua forte
occorrenza a tutti i livelli testuali, presentandosi pertanto come un
tratto superiore rispetto a questi. La normatività si compone di tutti gli
altri tratti come il tutto di ogni singola parte: la normatività di questo
testo varierebbe se anche uno dei suoi tratti stilistici parziali venisse
modificato. Unità stilistica e stile trovano nella normatività la loro
sintesi.
In proposito Busse osserva come la categoria funzione testuale,
ovvero lo scopo comunicativo svolto dagli elementi testuali, nelle
juristische Textsortentypologien sia più importante dei criteri di
indagine linguistica29. Busse afferma che i tipi testuali giuridici
derivano la loro funzione non dal carattere linguistico, bensì dal loro
ruolo in un contesto istituzionale. Non si può, cioè, sostiene lo
29
Cfr. D. BUSSE, Textsorten des Bereichs Rechtswesen und Justiz, in K.
BRINKER – G. ANTOS – W. HEINEMANN – S. F. SAGER (a cura di), Text- und
Gesprächslinguistik. Ein internationals Handbuch zeitgenossischer
Forschung, de Gruyter, Berlin 2000, pp. 658-675 , qui p. 662.
58
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
studioso, riconoscere un testo come esemplare della funzione
normativa, e quindi anche del tipo testuale normativo, senza
conoscerne il contesto d’uso, in virtù del fatto che una definizione
della funzione testuale normativa o degli atti linguistici regolativi,
direttivi, dichiarativi30, avrebbe poco significato se privata del legame
con il fenomeno sociale della normatività31. Il concetto di normatività
rappresenta il cuore dei testi giuridici e include le azioni di
persone/istituzioni di un ambito istituzionale, fissate nella formula
oppositiva ammissibile/non ammissibile che dal particolare risale al
generale, o viceversa32.
Le riflessioni di Busse suggeriscono che l’analisi linguistica dei
tipi testuali del diritto tenga conto del fatto che questi rappresentano
elementi di un’attività istituzionale. Questa indicazione è valida
soprattutto nel caso del Grundgesetz, che è un testo normativo
primario. Più in astratto, questa considerazione sul concetto di
tipologia dei testi, riconduce al principio generale secondo cui nella
comunicazione linguistica il tutto viene prima delle parti, la causa
30
Sono questi gli atti linguistici che Searle associa ai testi giuridici. (Cfr. D.
BUSSE, Recht als Text, Niemeyer, Tübingen 1993, p. 96).
31
Cfr. D. BUSSE, Textsorten des Bereichs Rechtswesen und Justiz, in K.
BRINKER – G. ANTOS – W. HEINEMANN – S. F. SAGER (a cura di), Text- und
Gesprächslinguistik. Ein internationales Handbuch zeitgenossischer
Forschung, de Gruyter, Berlin 2000, pp. 658-675, qui p. 662.
32
Ciò che 'norma' e 'normativo' significano è noto dalla nostra conoscenza
delle istituzioni sociali e del loro ambito di azione. Il moderno concetto di
istituzione deriva da quello medievale, secondo il quale le «istituzioni» erano
testi che tramandavano le norme del diritto romano. Perciò il concetto di
istituzione è per sua stessa natura sin dalla sua origine strettamente legato a
tali tipi testuali. Si può parlare di testi come istituzioni quando questi, come
nel caso della costituzione e di leggi, costituiscono la spina dorsale di una
istituzione sociale che non può essere pensata, né esisterebbe, senza tali testi.
(Cfr. D. BUSSE, Textsorten des Bereichs Rechtswesen und Justiz, cit. p. 669).
59
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
finale prima della causa efficiente33. Il concetto generale, come
strategia comunicativa, determina necessariamente i testi prodotti,
secondo tipologie diverse a seconda delle diverse situazioni sociocomunicative poste in essere34.
Secondo questa lettura, l’unità stilistica del testo deriverebbe dalla
somma concettuale di tutti i tratti stilistico-funzionali in quanto ne
costituirebbe un 'a priori' che informa di sé tutte le parti del testo,
come intenzione comunicativa globale dell’emittente, dalla quale
sarebbero condizionate anche le forme espressive. L’unità stilistica
spetterebbe al testo, automaticamente, al di là della corrispondenza
reciproca tra enunciato e norma, al di là che i significati normativi si
identifichino o meno con gli enunciati linguistici che li esprimono.
In questa chiave di lettura lo 'stile' del testo si rifletterebbe in
quella precisa combinazione di tratti stilistico-funzionali evidenziata e
sarebbe una qualità attribuita al testo per principio, in forza della sua
carica normativa.
§ 2.4. La funzione secondaria del tratto stilistico dominante:
l’effettività
Come affermano Fix – Poethe – Yos, l’importanza del codice
stilistico consiste nell’idea che la forma di un testo comunica anche
un’informazione sociale35. L’analisi linguistica è risultata efficace ai
fini di un’osservazione stilistica, ma non è sufficiente per l’indagine
33
Si veda G. GOBBER – C. MILANI (a cura di), Tipologia dei Testi e tecniche
espressive, cit.
34
Ibidem
35
Cfr. U. FIX – H. POETHE – G. YOS, T, p. 92.
60
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
del compito aggiuntivo del profilo stilistico. Per una descrizione della
funzione sociale potrebbero essere significativi altri fattori, per
esempio le aspettative del destinatario o l’azione cui questi è indotto.
Secondo Reiss, la funzione dei tratti stilistici è fungere da segnale
di riconoscimento dei generi testuali. Questo riconoscimento conduce
il destinatario a recepire il testo con una determinata aspettativa che
guida la comprensione testuale36.
La funzione secondaria dell’unità stilistica del testo normativo
può essere rintracciata nel passaggio dal tratto 'normatività' all’effetto
normativo 'azione concreta', ovvero la condotta del destinatario
conforme al contenuto del predicato normativo. In una parola la
normatività muta in efficacia.
Questa idea è il concetto portante del Prinzip der Effektivität, che
Kelsen spiega come l’unità di misura della effettiva osservanza e
applicazione delle norme di un ordinamento giuridico37. Kelsen nega
esplicitamente che l’efficacia possa essere il predicato di un dettato
normativo, perché, quando si afferma che una norma è efficace, ossia
applicata e/o adempiuta, in realtà si indica un attributo non della
norma stessa, ma di un comportamento. In particolare si parla di
comportamento effettivo di un agente conforme alla norma38.
Quindi la funzione sociale del codice stilistico si propaga da una
parte nell’efficacia della norma, ovvero nella sua validità, dall’altra
36
Cfr. J. ENGBERG, Konventionen von Fachtextsorten, cit. p. 46.
Cfr. P. DI LUCIA, Normatività, diritto, linguaggio, azione, Giappichelli,
Torino 2003, pp. 217-235
38
Ibidem
37
61
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
nell’efficacia del comportamento umano conforme alla norma, ovvero
nel suo adempimento.
Kelsen afferma inoltre che, quando il comportamento effettivo si
conforma alla norma, ad essere operante non è la norma stessa, ma la
rappresentazione che il soggetto ha della norma. In altri termini:
quando si parla di efficacia di una norma, secondo Kelsen, ad essere
efficace è la rappresentazione della norma. Kelsen afferma ancora che
a divenire operante è non la norma stessa o l’ordinamento stesso, ma il
fatto che gli uomini si rappresentano la norma o l’ordinamento, e
questa rappresentazione diviene operante in quanto induce gli uomini
a un comportamento corrispondente alla rappresentazione della
norma39.
La Vorstellung della norma, la percezione che il soggetto ha della
norma, è la sede prediletta della funzione secondaria e sociale
trasmessa dallo stile del testo. La funzione secondaria dell’unità
stilistica del testo è espressa dalla relazione semantica di
corrispondenza tra la rappresentazione di un enunciato e uno stato di
cose, un’azione effettiva.
Affinché una norma possa adempiere alla sua funzione di guida
dei comportamenti, è necessario che la rappresentazione del dettato
normativo sia il più possibile vicina anche alla rappresentazione che
l’emittente della norma ha del testo normativo stesso. L’eseguibilità,
infatti, dipende anche da fattori linguistici. Una norma è ineseguibile
per motivi linguistici quando presenta vizi logici, ad esempio quando
39
Ibidem
62
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
prescrive due azioni tra loro incompatibili, o vizi semantici, ad
esempio quando l’azione prescritta ha un significato vago.
Riflessioni conclusive
Le molteplici chiavi di lettura attraverso cui può essere valutato e
definito il concetto di 'unità stilistica' di un testo normativo dimostrano
quanto sia proteiforme e variegato il fenomeno sia di definizione
stilistica che di interpretazione dei dati linguistici ai fini di un profilo
stilistico di un testo normativo. Infatti, se da un lato si parla di unità
stilistica alludendo al grado di cooperazione dei singoli tratti stilistici
per la funzione testuale dominante, peraltro messa a dura prova dalla
presenza di tratti che indicano ambiguità semantica e generalità
qualificativa, dall’altro nell’analisi linguistica prende forma il concetto
di stile quale informazione stilistica veicolata da tutti gli elementi
linguistici, nonché quale insieme dei tratti tipici, tipico-caratteristici e
caratteristici. In proposito l’analisi ha provato l’inopportunità
dell’applicazione del paradigma stilistico delle linguiste Fix – Poethe
– Yos per testi normativi.
È tuttavia necessario prendere atto che i tratti ambiguità
semantica e generalità qualificativa operano a scapito di una buona
ricezione del testo. Per evitare che qualità che esprimono vaghezza
semantica, sia nell’unità stilistica che nello stile di un testo normativo,
siano contenute in testi di tale portata, è necessario determinare
scientificamente a quali criteri deve rispondere un testo normativo per
essere efficace e fare in modo che la rappresentazione del testo
giuridico sia il più possibile vicina al suo effettivo profilo. Un’ipotesi
63
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
di lavoro in tal senso è rappresentata dalla proposta di mettere a punto
norme stilistiche omogenee a livello internazionale per la redazione di
testi giuridici, specialmente comunitari. Questa ipotesi è diventata
recentemente prassi, in Italia, con la pubblicazione della circolare 2
maggio 2001 della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Le “Regole
di redazione di testi normativi” affermano che, in riferimento al tratto
stilistico 'sinteticità', il linguaggio delle disposizioni deve essere
asciutto e non contenere aggettivi o avverbi che non aggiungono nulla
all’imperatività della disposizione medesima. Inoltre, in merito al
tratto 'precisione', la brochure “Regole di redazione di testi normativi”
fa presente che le disposizioni normative dovrebbero individuare in
modo chiaro gli effetti ad esse connesse e definire in modo univoco le
situazioni giuridiche, soggettive attive o passive, che ne derivano,
evitando formulazioni dal significato incerto. Infine, in relazione al
tratto 'univocità', viene disposto che la redazione delle norme sia
rivolta ad assicurare la coerenza, la non contraddittorietà e
l’omogeneità terminologica delle disposizioni40.
BIBLIOGRAFIA:
V. K. BHATIA – J. ENGBERG – M. GOTTI – D. HELLER (a cura di),
Vagueness in normative Texts, Lang, Bern 2005;
40
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Guida alla redazione dei testi
normativi, Circolare 2.5.2001 n. 1/1.1.26/10888/9.92.Il testo è stato tratto da
http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/cpcm2501.pdf.
64
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
D. BUSSE, Recht als Text, Niemeyer, Tübingen 1993;
D. BUSSE, Textsorten des Bereichs Rechtswesen und Justiz, in K.
BRINKER – G. ANTOS – W. HEINEMANN – S. F. SAGER (a cura di),
Text-
und
Gesprächslinguistik.
Ein
internationals
Handbuch
zeitgenossischer Forschung, de Gruyter, Berlin 2000, pp. 658-675;
P. DI LUCIA, Normatività, diritto, linguaggio, azione, Giappichelli,
Torino 2003;
J. ENGBERG, Konventionen von Fachtextsorten, Narr, Tübingen 1997;
U. FIX – H. POETHE – G. YOS, Textlinguistik und Stilistik für
Einsteiger, Lang, Frankfurt am Main – Berlin – Bern – Bruxelles –
New York – Oxford – Wien 2001;
Grundgesetz der Bundesrepublik Deutschland, Sezione I, Die
Grundrechte, www.rechtliches.de;
G. GOBBER – C. MILANI (a cura di), Tipologia dei Testi e tecniche
espressive, Atti del Convegno, Vita e Pensiero, Milano 15-16
Novembre 2001;
S. GÖPFERICH, Textsorten in Naturwissenschaften und Technik, Narr,
Tübingen 1995;
65
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
D. HELLER, Regolare esplicitamente la libertà di interpretazione:
normativ wirksame Texte im internationalen Vergleich, in M. FOSCHI
ALBERT – M. HEPP – E. NEULAND (a cura di), Texte in
Sprachforschung und Sprachunterricht. Pisaner Fachtagung 2004 zu
neuen Wegen der italienisch–deutschen Kooperation, Judicium,
München 2006, pp. 230-242.
L. HOFFMANN, Fachsprachen als Subsprachen, in L. Hoffmann − H.
Kalverkämper − H. E. Wiegand (a cura di), Fachsprachen – Ein
internationationales
Handbuch
zur
Fachsprachenforschung
und
Terminologiewissenschaft, de Gruyter, Berlin − New York 1998, 1.
Halbband, pp. 189-199;
B. MORTARA GARAVELLI, Le parole e la giustizia, Einaudi, Torino
2001;
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, Guida alla redazione dei
testi normativi, Circolare 02.05.2001 n. 1/1.1.26/10888/9.92,
http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/cpcm2501.pdf;
F. SABATINI, Analisi del linguaggio giuridico, in M. D’Antonio (a
cura di), Corso di Studi Superiori Legislativi, Cedam, Padova 1990,
pp. 675-724;
66
Studi Linguistici e Filologici Online 4.1
Dipartimento di Linguistica – Università di Pisa
www.humnet.unipi.it/slifo
B. SPILLNER (a cura di), Stil in Fachsprachen, Lang, Frankfurt am
Main – Berlin – Bern – New York – Paris – Wien 1996.
67