relax - Mensa Italia

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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2010
Se una risata ci seppellirà…
ecco il badile
di Roberto Viscovich
A
vete mai fatto una brain
stroming da soli? Ebbene, la tempesta nel mio cervello imperversava da mesi per decidere come
occupare l’angolo di “RELAX” che
avevo colonizzato per molti numeri con le mie bagattelle collezionistiche. La logica che mi guida mi impone alcuni punti fermi.
Deve divertirmi mentre scrivo, altrimenti il volontariato rischia di
perdere la volontà.
Deve trattare qualcosa che conosco bene, altrimenti verrò sbeffeggiato per la mia pressapocaggine da qualche lettore “veramente” esperto, e nel Mensa ce ne
sono sempre.
Deve essere almeno un po’ gradevole al lettore, altrimenti il Direttore mi dovrà far capire con parole gentili, che il mio lavoro non
vale neanche l’inchiostro con cui
è scritto, e non voglio metterlo in
imbarazzo.
Deve essere un argomento ampio per poter togliermi dall’impiccio di dover fare un altro brain
storming tra due numeri soltanto.
Mentre sbattevo ripetutamente la
testa su una mensola per farmi
uscire dalle orecchie qualche
idea, le vibrazioni hanno fatto cadere un libro, il quale per non farmi illudere di essere un novello
Newton, ha ben pensato di cadere su un piede e non sul mio testone. Era un manuale per il
montaggio delle mensole.
Però rimettendolo a posto ho
scorso i titoli dei miei libri e dei
miei DVD ed ho capito cosa avrei
potuto fare. Erano per lo più titoli
di commedie, biografie ed antologie di comici, ed altre opere che
nelle librerie specializzate in remainder svendono a 50 centesimi dopo 6 mesi dalla loro prima
e spesso unica edizione. Il dubbio era risolto solo in parte. Come
accorpare un argomento così vasto in una struttura compatta ed
organica? Mi è venuta in mente
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una regola universitaria: più il titolo di un corso è lungo, più esso
è facile. Allora ho partorito il nuovo argomento della mia rubrica:
Vita ed opere dei principali comici
italiani del ventesimo secolo.
Perché “solamente” del ventesimo secolo? Innanzitutto in questa
maniera riesco a dare dei confini
ben definiti alla mia ricerca.
Inoltre prima del 1900, ci sono relativamente poche fonti alla mia
portata. Poi perché molti dei numerosissimi comici del ventunesimo secolo, hanno ancora parecchio da dire e da dimostrare.
L’evoluzione tecnologica ha portato gli spettacoli di arte varia a
confrontarsi via via con la radio,
il cinematografo, diventando
avanspettacolo e poi entrando
letteralmente nel grande scher-
mo, fino all’onnivora TV che ha
reso fruibili ad ogni angolo d’Italia
degli spettacoli altrimenti confinati
ai teatri e cafè chantant delle città
più grandi.
Tornando al piano dell’opera,
ogni puntata avrà come titolo il
nome di un comico importante
ed al cui nome si possa ricondurre una categoria di comici od un
tipo particolare di fare ridere e seguirà una coerenza cronologica.
Partendo da Petrolini e contemporanei, passando naturalmente
da Totò e poi i 6 grandi interpreti
della commedia all’italiana, curiosando nei cabaret milanesi fino a
“Drive in” e…se tutto va bene tra
21 numeri, una sorpresa finale
per trarre le conclusioni.
Questo argomento mi appassiona e spero con umiltà che la mia
passione possa trasparire almeno
un po’ tra le righe che vorrete leggere, sebbene lo scopo principale
resta e resterà l’infondere il senso
di rilassatezza che dà il nome a
questa parte di Memento.
Orsù, rispolveriamo la paglietta
ed andiamo a incominciar…
Dal Sig Cucina
Un pranzo veloce, di Claudia Vasselli
Ingredienti per 2 persone
6 pomodori a grappolo maturi e profumati
4 filetti di tonno sott’olio o sgombro sott’olio
Un vasetto di yogurt greco da 170 g
2 cucchiaini di maionese
Erbette di provenza
Menta, Estragon, Sale, Pepe, Zucchero, Succo di limone
Lavare i pomodori e farli in pezzi di dimensione adeguata per un’insalata, cubetti un po’ più di un centimetro di lato, metterli a sgocciolare in un colapasta sopra un piatto fondo o un pentolino;
mettere lo yogurt in una ciotola e aggiungere la maionese, le spezie, il sale, il pepe il succo di limone e lo zucchero, assaggiare
e aggiustare i sapori: se è acida aggiungere zucchero, se è salata
anche, se è troppo dolce un po’ di sale e limone;
prendere i pomodori e metterli in una terrina da portare in tavola
e condire con aceto balsamico, sale pepe e origano, mescolare
ed infine aggiungere l’olio (così il sale si scioglie nell’aceto e nel
liquido dei pomodori), mescolare accuratamente;
scolare i filetti di pesce sottolio e disporli sul piatto di portata e
servire accompagnato dalla salsa di yogurt e dall’insalata di pomodori e... buon appetito!!
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2010
I rompicapo di Emma la pasticcera
6x8, di Lorenzo Pescini
D
iventare giornalista è stato
da sempre uno dei sogni nel cassetto di Emma. Fin da ragazza
aveva dimostrato, a fianco delle
sue capacità logico-matematiche,
di avere anche una notevoli doti
linguistiche. Purtroppo però la vita non gli ha permesso di dimostrare al mondo quale fosse il
suo reale valore, ritrovandosi oggi dietro un bancone a preparare
caffè e fare scontrini. Emma però
nel suo piccolo ha trasformato la
sua pasticceria in un luogo dove
molte persone di spessore, sia
umano che culturale, si soffermano con piacere per qualche momento di interessanti spunti e riflessioni.
Quel sabato mattina la nostra
eroina era in compagnia di Margherita, una giornalista con la
quale spesso discuteva animatamente su argomenti esistenziali.
“Insomma… il vero segreto della
vita è imparare ad apprezzare
l’assenza di dolore!” affermò
con forza Emma.
“…direi piuttosto che il vero segreto è essere se stessi, saper vivere ogni momento con la gioia
infinita di chi sa che ogni giorno
è un giorno guadagnato…” rispose seria la giornalista.
Emma uscì dal bancone e si mise a sedere accanto all’amica
quando entrò trafelata Anna,
una sarta che aveva il laboratorio
proprio sopra la pasticceria.
“Ciao Emma…ho bisogno di te”.
“Dimmi mia cara… che cosa è
successo di così grave? Hai un
aria così preoccupata…”
“L’altra settimana venne da me
un tizio dell’Università di matematica. Mi chiese di personalizzare
le magliette cucendo su ognuna
lo stemma del torneo di calcetto
dal titolo 6x8 e scrivendo un numero di riconoscimento”
“Interessante” fece Margherita.
“…ma quale è il problema?” chiese Emma.
“Il problema è che mi hanno dato
dieci maglie: cinque rosse e cinque verdi, dieci stemmini e l’indicazione di dieci numeri.”
“Fin qui mi pare che non ci sia
niente di strano…”
“…insomma, ieri avevo già preparato 4 maglie rosse con i numeri 5, 11, 12 e 16 e 4 maglie
verdi con i numeri 15, 18, 22 e
23 quando mi è squillato il telefono. Dopo aver finito la conversazione sono ritornata alla postazione di lavoro e ho scoperto che
Ulisse, il mio cane, aveva completamente disintegrato il foglietto
con le istruzioni per la cucitura…”
“Hai chiamato il cliente?” disse
Margherita.
“Sì, mi ha risposto un portiere dicendomi che al dipartimento
non c’era nessuno e che avrei
dovuto richiamare lunedì…ma
vengono a prendere le maglie
oggi pomeriggio perché stasera
c’è la partita...e io come faccio?”
“Scusa
Anna…non
ho
capito…ma non ti ricordi gli
ultimi due numeri?”
“No. Purtroppo me ne ricordo solo uno: il 30…me lo ricordo perché è il giorno del mio compleanno, anche se non so se va sulle
maglie verdi o quelle rosse.”
La pasticcera guardò di sbieco la
giovane sarta…poi fissò la parete
come se ad un tratto tutto
quanto la circondava fosse diventato trasparente…muoveva le
labbra senza parlare.
Margherita uscì a fumare una sigaretta. Anna gli chiese “allora
che faccio?”
“Non ti preoccupare – disse solennemente Emma – ora ti dico
tutto io!”
Domanda:
1) Quale è l’altro numero?
2) Quale dei due numeri deve
portare la quinta maglia verde?
A tutti coloro che invieranno almeno una risposta esatta, di
questo o di episodi precedenti all’indirizzo “personale” della nostra
pasticcera
([email protected]), sarà data
l’opportunità di entrare nel club
“I risolutori di Emma”… Partecipate numerosi!
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Memento - rivista del Mensa Italia - n. 1/2010
Alessandro Sala è in Giappone
di Alessandro sala
Alessandro Sala è:
10 gennaio: e’ a Tokyo.
1) par de star dentro a un anime
tipo City Hunter.
2) qua i ga tutti la faccia fracada1!
3) i va tutti controman, non solo
co i guida ma anche sulle scale
mobili.
4) no go mai visto tante luci e tanta gente in vita mia.
5) le babe2 ga due colori de cavei: nero ongia martelada e maron pasta e fasoi. Bele.
6) go za visto almeno 6 volte de
sbriss3 el maestro Miyagi4, el xe’
dappertutto, el me segui.
7) esisti babe alte un metro, tipo
la strega Baba de Dragon Ball.
11 gennaio. e’ a Echigo-Yuzawa.
8) lo sport nazionale del Giappone xe’ zigar5 per strada.
9) ogni minimo dislivel xe’ bastanza per giustificar la costruzion
de una scala mobile.
10) i ga le corsie anche per entrar
dentro el Shinkansen6, e guai se
te sbai!
11) la conference venue xe’ un
megahotel de 30 piani con piscina, fitness center, sala massaggi
e impianti de sci fora dela porta.
12) la birra giapponese rossa fa cagar, anche non in senso figurato.
13) go pena visto 20 giapponesi
uscir da un ascensor che ne porta 15.
14) el cesso ga la tazza riscaldada e netacul elettronico a comando, ma i xe’ sprovvisti de spazzolone. Maledeti.
12 gennaio e’ a Echigo-Yuzawa.
15) la colazione giapponese: sushi, ovi in brodo, salmone e merluzzo, salata, funghi, blede, folpi7
crudi, riso iperscotto.
16) nei 7-eleven giapponesi te pol
trovar dei panini de hotdog coi
spaghetti dentro.
17) el frenador8 dela navetta hotel-centro citta’ trova assolutamente normal leggerse un libro
mentre che’l guida.
18) son sempre piu’ convinto
che i giapponesi i sia un incrocio
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tra i lemmings e i romulani.
19) le cittadine turistiche de
montagna giapponesi sembra la
periferia brutta de Monfalcon.
13 gennaio: e’ a Echigo-Yuzawa.
20) oggi son anda’ a far colazion
vestido de zurlo9 col kimono e la
flaida a pois verdi che i da’ in dotazion a ogni cliente. Bel de veder.
21) legge del moto perpetuo applicata al Giappone: se 6 o piu’
giapponesi chiusi in qualche metro quadro si salutano tutti assieme, entrano in risonanza e non
la smettono piu’ di fare inchini.
22) sciar con la bufera de neve fa
cagar, qua come la’.
23) i giapponesi impara a sciar via
internet, poi i fa pratica in 400 scendendo tutti assieme e vestindose
tutti uguali. Lemmings cazzo.
24) la strada che porta all’albergo
ga l’impianto sotto l’asfalto che
butta fora acqua calda tipo fontanella quando neviga. Ou, i mati
xe’ fora come pergoli10.
25) se in Giappone xe’ scritto sul
programma che una roba qualsiasi finisi alle 21, significa alle
21:00:00 e xe’ assolutamente
vietado andar oltre anche due soli secondi.
26) le tastiere de computer giapponesi xe’ fatte per non esser capide.
14 gennaio: e’ a Echigo-Yuzawa.
27) xe’ da ieri che neviga forte e
ininterrottamente, ormai el manto
de neve fresca cascada da ieri ga
raggiunto el metro abbondante.
28) nei bagni dell’albergo anche
i pisatoi e i lavandini xe’ ad altezza giapponese medio. De conseguenza xe’ molto piu’ comodo
per un europeo pisar in lavandin.
15 gennaio: e’ a Tokyo.
29) la stazion dei treni de EchigoYuzawa gaveva sulla banchina la
sala d’attesa riscaldada e una
fontana de acqua fumante per
sciacquarse le mani.
30) ovviamente i libri giapponesi
xe’ scritti in verticale, ma fa comunque un fraco strano veder i
giapponesi evidenziar le frasi in
verticale!
31) a Tokyo i bancomat xe’ rarissimi e sconti11 de matti, mezz’ora
per trovarne un!
32) per strada in mezzo al casin
due de lori12 molto distinti e ben
vestidi i me ga chiesto due volte
se volevo fumo o sesso con
giapponesine. cusi’ facile?
33) le giapponesi va matte per
Louis Vuitton. mai viste tante borse col toile damier in vita mia.
34) in centro a Tokyo xe’ vieta’ fumar per strada (con tanto de cartei per tera), ma a volte te pol fumar co che te magni.
35) i giapponesi truzzi con giuboto coverto de pel, ociai de boba13, cintura firmada e jeans sbregai xe’ le persone piu’ orribili del
pianeta. Veramente, preferiso i
punkabbestia de Kreuzberg14!
36) oggi al tramonto dalla torre
della municipalita’ se vedeva la
sagoma del Monte Fuji in controluce.
37) se te ordini una fanta te riva
una big babol liquida viola. mai
ordinar fanta!
38) el giogatolo che va per la
maggiore nei negozi sembra
esser el pirata po-po con la faccia
de supermario.
16 gennaio: e’ a Tokyo.
39) le scolarette in divisa le va in
giro con minigonna, calze bianche e coi genoci nudi anche
quando fora xe’ 3 gradi.
40) el giapponese parla’ all’interfono dei negozi credo no vegni
capi’ nemmeno dai giapponesi.
41) a Tokyo no esisti edicole per
strada. Difficilissimi de trovar
per strada anche i bidoni dele
scovaze15!
42) mai giudicar un negozio da
come che appari dal de fora.
Quel che sembra una picia bottega de rudinazi16 in realta’ ga
quasi sempre 5 o 6 piani.
43) le metro xe’ tarade sul giapponese medio. Per un’inciodada
go fatto fora 4 appendiman con
la testa.
44) l’elettronica de consumo no
costa un cazzo. All’Apple Store (4
piani de Apple store...) i vendi
l’iMac de 27” a 1260 euro.
45) in giappone i ascensori ga per
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la portata massima un tasso de
conversion peso/numero de persone diverso dall’europa. Mentre
noi calcolemo 80 kg a persona,
lori i viaggia sempre sui 66.
46) el modo migliore per viver
Tokyo per una settimana xe’ gaver 100mila euro in conto corrente e una carta de credito senza
massimale.
47) sara’ tanto cara, ma a Tokyo
te rivi magnar degnamente con
6 o 7 euro.
48) a Tokyo per strada te vedi
macchine de tutti i tipi, ma i taxi
xe’ sempre un solo model: Cedric, vecie berline 3 volumi za fora moda nei anni ‘80, vendude in
tutti i colori possibili immaginabili
(con un’ovvia predilizion per
quei che fa piu’ cagar, tipo arancion tartan o verde scuro bottiglia
de Lasko Pivo) e coi specieti che
Ettore Petrolini
di Roberto Viscovich
N
on è semplice dare una
paternità univoca alla comicità
italiana del ventesimo secolo.
Dovendolo fare per forza ho
identificato in Ettore Petrolini il
padre putativo da cui far partire
un ipotetico albero genealogico.
Siamo nei primi anni del ‘900,
la comicità si esprime per lo più
in ambiti locali: teatrini, cafè
chantant, le strade stesse sono
i luoghi in cui ci si esibisce. La
radio ancora non c’è.
L’Italia è giovane e la lingua italiana è una convenzione ancora
frammentata dalle parlate dialettali. Ettore Petrolini nacque a Roma nel 1886, esordì nel 1903
come macchiettista e chansonnier. Grazie alle sue doti di improvvisatore, creò con il suo
umorismo delle pietre miliari tutt’ora presenti nei repertori di attori dello stampo di Gigi Proietti.
Un secolo dopo alcuni personaggi con i loro sketches e gags
sono ancora validi per un pubblico moderno, come Giggi er
spunta dal cofano.
49) nell’ora de punta (8 de mattina) esisti alcune vetture della
metro per sole babe. Vista la
quantita’ de gente disumana,
questa xe’ l’unica soluzion per
evitar i palpeggiatori. Domani
mattina torno a Berlino :(
17 gennaio: e’ a Helsinki.
50) l’abitudine che ga i giapponesi de spudar per tera xe’ pericolosa soprattutto de mattina, quando ancora incagola’ te toca schivar i raconi17 col trolley a rimorchio fora de l’ostel.
51) el controllor sul treno per Narita te chiedi el biglietto solo se te
occupi un posto che dovessi esser libero secondo el suo terminal. I mati xe’ avanti! - qua finisi
el mio diario giapponese, spero
ve sia piasu’.
bullo o Gastone. Chi non conosce Gastone, la cui madre lo
chiamava solo Tone, per risparmiare il gas???
Almeno venti comici hanno riciclato con successo pezzi di Petrolini, da Fabrizi a Manfredi, da
Montesano fino a Brignano.
All’epoca era difficile fare quel
mestiere, c’era la guerra, le soddisfazioni economiche erano
(se c’erano) solo per i capicomici e spesso dal 1922 in poi si
doveva fare i conti con la censura fascista che non andava
per il sottile. Il regime però tollerava il nostro, arrivando a conferirgli un’onorificenza la cui
consegna lui celebrò con la celebre frase “Me ne FREGIO!”.
Geniale, ed un po’ incosciente,
anche se a dirla tutta Petrolini
professò pubblica ammirazione
per Mussolini.
La sua “vis comica” aderiva al
popolare, nel senso che traeva
dall’osservazione delle persone
il loro lato comico, pateticamente comico, o semplicemente
umano. Non lesinava doppi
sensi a sfondo sessuale, in fondo il meccanismo esiste da
sempre: una velata allusione se
sorprendente e sfacciata funziona regolarmente. Non vi rispar-
17 gennaio: e’ a Berlin, dopo
21 ore e 9000 km di viaggio.
Note:
1
Fracada: schiacciata
Babe: donne
3
Sbriss: striscio
4
Maestro Miyagi: il maestro di karate
della serie di film Karate kid.
5
Zigar: urlare
6
Shinkansen: è la rete ferroviaria giapponese ad alta velocità su cui viaggiano i cosiddetti “treni proiettile”
7
Folpi: polipi
8
Frenador: conducente
9
Zurlo: sciocco
10
Pergolo: piccolo balcone
11
Sconti: nascosti
12
Lori: loro
13
Boba: tamarro
14
Kreuzberg: quartiere di Berlino
noto per il movimento punk negli
anni ‘70
15
Scovaze: rifiuti
16
Rudinazi: macerie
17
Raconi: sputi
2
mio un esempio pratico. Parlando di automobili consigliava alle
signore presenti in sala: “Se abbiamo un guasto all’accensione
o una panna (sic) al motore,
scendete immediatamente e
metteteci una mano voi!”.
Il contatto diretto col pubblico,
costituiva uno spettacolo nello
spettacolo, e Petrolini sapeva
cavalcare l’onda come pochi.
Una risposta famosa al tipico
spettatore che lo interrompeva
con lazzi e pernacchie dal loggione: “Io non ce l’ho con te,
ma con il tuo vicino che non ti
butta di sotto!”
La sua carriera si sviluppò da
Roma con delle tourneè in giro
per il mondo a sollazzare le comunità di emigrati in Sud America negi Stati Uniti e poi a Londra, Parigi ed in Svizzera. Dal
1913 si simentò anche con il cinema. Compose canzoni, scrisse commedie e piccoli drammi,
recitò Molière e Pirandello (nel
primo film sonoro in Italia, “La
canzone dell’Amore” – 1930).
A 50 anni, nel 1936 si spense a
Roma, poco dopo la pubblicazione di “Un po’ per celia, un po’
per non morir…”. Spiritoso fino
all’ultimo, così “tanto ‘ppe cantà”
chiedendosi “Ti ha piaciato?”.
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