di LORENA FIORINI
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di LORENA FIORINI
EDITORIALE EVENTI&LIBRI L F di orena iorini Newton Compton Editori UNA RICETTA PER REGALARE UN PIZZICO DI ALLEGRIA AI NOSTRI AMICI (a pag. 351 del libro Mele e torte di mele) Cocktail al calvados Ingredienti: 1/3 di dry gin 1/3 di brandy all’albicocca 1/3 di calvados, cubetti di ghiaccio Preparazione: Mettete nello shaker i cubetti di ghiaccio, versate prima il dry gin seguito dal brandy all’albicocca e dal calvados. Agitate per una manciata di secondi poi versate nei bicchieri. 30 I mmergiamoci in un mondo dolce e saporito, acquisiamo ingredienti e modi di realizzazione, allietiamo la nostra tavola con il frutto che appare sempre nella nostra dispensa, non limitiamoci ad addentarlo per calmare la fame o per chiudere un pasto, utilizziamolo per aggiungere alla tavola il piacere di gusti sempre stuzzicanti e sempre diversi. La mela, presente sulla tavola in ogni stagione, addolcisce la nostra vita con infiniti dolci. Dai budini alle torte farcite, dai gelati al burro, dal sidro all’aceto di mele. Attingiamo alla nostra italica tradizione, attingiamo alla tradizione di altri paesi, per rendere variegati pranzi e cene, per aggiungere un tocco diversamente gustoso, per apprezzare il profumo incancellabile e il sapore rasserenante dei tempi che furono. Un dono prezioso per arricchire i pasti bisognosi di zuccheri e vitamine. La mela possiamo mangiarla con la buccia oppure senza, a fine pasto comodamente seduti a tavola o in ufficio durante un intervallo, a casa con i nostri ospiti, dagli amici o per la strada. Possiamo mangiarla a spicchi o a pezzetti, a lamelle o grattugiata, cruda o cotta sul fuoco o al forno. Mele frullate o essiccate, surgelate o sotto spirito. Mele inserite in macedonie, centrifugate, trasformate in succhi, in liquori, E ancora gelati, sorbetti, yogurt, semifreddi. Vogliamo finire con la classica mela conservata? E allora ecco nella dispensa appaiono marmellate, gelatine, conserve, composte, confetture. Insomma, chi più ne ha, più ne metta! Una carrellata, un tuffo nell’universo mela, un invito a sprofondare nei sapori di una volta ricondotti a noi con amore, con dedizione, a guardare con occhi nuovi, il nuovo che abbiamo accanto. Un nuovo che si allarga per penetrare nella storia, nella mitologia, nelle curiosità, per un arricchimento, nella salute, per giungere a un’alimentazione sana e naturale unendo valore nutrizionale e proprietà terapeutiche, nella bellezza, per idratare l’organismo, nella botanica, per aggiungere conoscenza e manualità alle giornate da trascorrere all’aria aperta. Ognuno scelga la propria mela tra le oltre settemila varietà. I colori appariranno diversi, dal giallo al verde, dal rosso all’arancione, dal rosato al ruggine. La polpa risulterà dolce, aspra, croccante, compatta, tenera, farinosa, acidula, fondente, succosa, zuccherina. Gli aromi potranno essere dolci, intensi e profumati. Il gusto sarà irresistibile e in grado di soddisfare tutte le esigenze. Una cosa è certa: tenete a portata di mano il vostro prezioso manuale per non sbucciare invano neppure una mela! Un pizzico di storia del Calvados, il brandy di mela Questo cocktail, inventato a Parigi nel corso della prima guerra mondiale, è ottimo come digestivo dopo i pasti e a fine serata. Il calvados, il brandy di mela, proviene dalla Bassa Normandia. Il succo ha origine dal frutto colto, spremuto, messo a fermentare. Il sidro ottenuto, una volta distillato, diventa acquavite. Sono sufficienti due anni di invecchiamento in barili di quercia per avere il calvados. In genere la maturazione richiede diversi anni e più il tempo passa e più il brandy diventa amabile. La storia ci riporta a Carlo Magno per riconoscergli il merito della diffusione dei meli con il suo Capitulare de Villis nel 795. Fu Lord de Gouberville a realizzare, nel 1554, la prima distillazione confermata, alla quale seguì, nel 1606, la fondazione di una corporazione legata alla distillazione del sidro. Dopo la rivoluzione francese il nome calvados divenne ufficiale, la zona di produzione fu individuata, le distillerie industriali proliferarono. Nel dopoguerra la tradizionale fattoria scomparve per lasciare il posto alla moderna agricoltura e alla produzione industriale. È del 1942 il riconoscimento di Denominazione di Origine Controllata.