2012.05.05 LIBERO DI LEGGERE
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2012.05.05 LIBERO DI LEGGERE
sabato 5 maggio 2012 Libero di leggere laRegioneTicino 26 a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa L’incipit ‘Ero cattivo. Lo sapevano tutti, a scuola si parlava solo di me. Anche nel mio quartiere. Non stavo mai fermo, combinavo sempre qualcosa. Avrei tanto voluto essere un bravo ragazzo di terza media, ma avevo paura a comportarmi da bravo ragazzo perché temevo che i miei amici mi dessero del bravo ragazzo’ Per i più grandi Per i più piccoli Tutti i racconti, di Luis Sepúlveda, Guanda, 472 p. – L’editore Guanda ha appena pubblicato tutti i racconti dello scrittore cileno Sepúlveda aggiungendo nella raccolta anche sei inediti. Un’occasione ghiotta per gli estimatori dello scrittore cileno di godersi le sue indiscusse qualità narrative in una dimensione letteraria più ristretta rispetto a quella del romanzo; una dimensione che per Sepúlveda assume un alto valore: il racconto è narrazione pura. Nell’introduzione al libro il curatore Bruno Arpaia scrive: “Ed è forse nel racconto, nella sua concisione e nella necessità di essere efficace dalla prima all’ultima sillaba, che Sepúlveda dà il meglio di sé, grazie al suo gusto per le immagini pennellate con estrema cura, alla sua capacità affabulatoria ed evocativa che gli permette di stilizzare con semplicità e leggerezza calviniane i personaggi e gli eventi più complessi”. C’era lassù al castello – Leggende di una terra di confine, Roberto Piumini, Carthusia, dagli 8 anni – Fin dal tempo dei Romani, Avio, in Trentino, grazie alla sua vicinanza ai valichi delle Alpi, è stato un luogo di passaggio obbligato per viaggiatori, pellegrini ed eserciti. Per controllare questi inquieti confini, un gigante coricato vicino al lago di Garda, così grande che i suoi piedi sono bagnati dal fiume Po e le sue chiome sono scompigliate dai venti delle Dolomiti, fu costruito un grande castello. I menestrelli di quel bel maniero intrattenevano gli invitati narrando le straordinarie avventure di dame e cavalieri. Anche i contadini, durante le lunghe sere invernali si radunavano nelle stalle e ricordavano le angherie alle quali erano stati sottoposti dai padroni. Alcune di quelle storie hanno incontrato la fantasiosa penna di Roberto Piumini, e così, d’ora in poi, sarà difficile perderne la memoria! Giovanni Falcone un eroe solo, di Maria Falcone, Rizzoli, 208 p. – Il giudice Giovanni Falcone è stato un uomo di grande coraggio. Ha dedicato la sua esistenza alla lotta contro la mafia. Il 23 maggio 1992, esattamente venti anni fa, l’auto sulla quale viaggiava fu fatta saltare in aria. Nell’attentato perirono, oltre al magistrato, la moglie Francesca e i tre uomini della scorta: Rocco Dicillo, Antonio Montanaro e Vito Schifani. Falcone, che non si è mai nascosto dietro a un dito, è sempre stato consapevole dei rischi che le indagini da lui condotte comportavano; malgrado ciò ha proseguito la sua missione con caparbietà e profondo senso dello Stato. Attraverso la memoria della sorella Maria, da sempre impegnata a ricordare la figura del fratello, il libro tenta di ripercorrere il passato, il presente e l’eredità di Giovanni Falcone, che in un’intervista ebbe a dire: «Questo è il Paese felice in cui, se ti si pone una bomba sotto casa, e la bomba per fortuna non esplode, la colpa è tua che non l’hai fatta esplodere». La collezionista di ricette segrete, di Allegra Goodman, Newton Compton, 477 p. – Il libro propone una storia romantica e avvincente con protagoniste due sorelle diametralmente opposte: Emily e Jessamine (Jess) Bach. Emily, non ancora trentenne e dalla personalità concreta e decisa, dirige un’azienda informatica; Jess, dal temperamento più romantico, possiede una laurea in filosofia, lavora in una libreria ed è tendenzialmente una sognatrice. Le diversità caratteriali si ripercuotono anche sulle scelte amorose. La prima ha un fidanzato in carriera, mentre la seconda si barcamena tra storie claudicanti. Gorge, il titolare della libreria, segue le vicissitudini di Jess con interesse e un pizzico di gelosia. Sarà lui, attraverso un libro di ricette segrete non privo di misteri, a condurre Jess alla scoperta del vero amore e ad avvicinare le due sorelle: “Il libro era stato pubblicato a Londra nel 1735 e sarebbe stato pregevole se non fosse stato così malridotto. La copertina era quasi staccata, i fogli spiegazzati e macchiati. La pagina del frontespizio era strappata”. Il momento è delicato, di Niccolò Ammaniti, Einaudi, 367 p. – L’autore di Io non ho paura e di altri romanzi di grande successo torna con una raccolta di racconti scritti negli ultimi vent’anni. Sedici storie da leggere ovunque, iniziando dal principio ma anche saltando qua e là tra le pagine del libro. I racconti per Ammanniti sono «corse a occhi chiusi. Sono scatti di potenza. Non hanno bisogno di grandi sviluppi psicologici dei caratteri, di architetture complesse, ma di colpi di scena che ribaltano il corso degli eventi». Dall’horror alla parodia, dal pulp alla commedia, dal grottesco alla farsa tragica il lettore avrà di che divertirsi nell’immergersi in questi affreschi di vita: “Quella cha stava avanzando verso di lui era uguale spiccicata identica ad Alba Parietti. Stessa Bocca. Stessi occhi da cerbiatta in calore. Stesso tutto. Una sosia? No. Impossibile. Troppo uguale”. Cattive intenzioni, di Karin Fossum, Mondadori, 225 p. – Un tranquillo weekend in campeggio può nascondere tremende insidie. I tre amici Jon, Axel e Reilly, riuniti sulle rive del laghetto dell’Acqua Morta, decidono di fare un’uscita notturna in barca. Ad un certo punto Jon, che in passato ha avuto problemi depressivi e ha tentato il suicidio, scivola in acqua e si lascia morire: “Si alzò in piedi dentro la barca, lentamente come un sonnambulo, poi li lasciò cadere in acqua. Tutto avvenne in silenzio e pacatamente (…)”. Il gesto non sorprende più di tanto Axel e Reilly, anzi, i due sembrano conoscerne i motivi. Dell’indagine se ne occupa l’ispettore Sejer. Il poliziotto per cercare una spiegazione al tragico gesto si affida al diario di Jon. Il giovane ha scritto alcune annotazioni che si riferiscono a un tragico avvenimento del passato che aveva coinvolto i tre amici. Nel frattempo, in un altro lago, affiora un secondo cadavere. Sejer, profondo conoscitore dell’animo umano, è intenzionato a scoprirne l’identità e a capire se tra le due morti vi è una relazione. L’ultima tentazione di Cristo, di Nikos Kazantzakis, Frassinelli, 520 p. – Da questo controverso libro nel 1988 Martin Scorsese trasse una riduzione cinematografica accolta a suo tempo con aperte critiche. Il libro rivisita il Vangelo da un punto di vista laico. Gesù di Nazaret appare un uomo confrontato alle tentazioni della vita, alle prese con enormi conflitti interiori; un uomo a cui Dio ha imposto rinunce e sofferenze affidandogli, nel contempo, una straordinaria forza superiore e un’immensa missione. Nell’introduzione l’autore scrive: “Lotta fra carne e spirito, ribellione e resistenza, riconciliazione e sottomissione, e infine ciò che è la meta suprema di questa lotta, l’unione con Dio: ecco il cammino ascendente che ha preso Cristo e che ci invita, a nostra volta, a prendere, seguendo le tracce insanguinate dei suoi passi”. ‘Ero cattivo’, la fatica di crescere Il Premio Andersen – Il mondo dell’infanzia, dedicato ai libri per ragazzi, ai loro autori, editori e illustratori, è considerato tra i più prestigiosi in Italia. Promosso dalla rivista Andersen, dal 1982 seleziona le migliori opere dell’annata editoriale. Quest’anno il premio per il miglior libro (categoria oltre i 15 anni) è andato al romanzo Ero cattivo di Antonio Ferrara. La premiazione è prevista per il 26 maggio al Museo Luzzati di Genova (www.premioandersen.it). Antonio Ferrara è autore e illustratore di libri per ragazzi, nato a Portici nel 1957 vive a Novara. Ha compiuto studi artistici e ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei bambini e a non prendersi mai troppo sul serio. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa per ragazzi e per adulti. Tra i suoi numerosi libri citiamo: Pane arabo a merenda, Pulzillo gatto gentiluomo, Come i pini di Ramallah, Ferite, Anguilla e batti il muro. Angelo, un nome poco appropriato per chi fa continuamente parlare di sé a scuola e nel quartiere. Ha dodici anni, frequenta la terza media e combina sempre qualcosa. Vorrebbe tanto essere un bravo ragazzo, Angelo, ma ha paura che i suoi compagni lo considerino, appunto, un “bravo ragazzo”. Niente grossi guai fino a quel momento, solo cose del tipo sputare nell’acquasantiera, benedire i gatti con l’acqua santa, appiccicare lo scotch sul pulsante del citofono del parroco. Cose così, insomma. Ma questa volta Angelo ha veramente esagerato e dovrà imparare che ogni azione ha le sue conseguenze. Con una fune ha calato uno scheletro di plastica fino alla finestra del piano di sotto, e quelli della III C si sono visti il ritratto della morte alla finestra. Poco è mancato che a tutti prendesse un colpo. Il fatto è che la prof. di inglese, già debole di cuore, il colpo lo prende veramente e muore. Per decisione del giudice la destinazione di Angelo è una comunità di campagna diretta da Padre Costantino. Quasi roba da matti. Infatti, oltre al Padre, ci sono Nicola, che a quattordici anni beve come un vecchio ubriacone. Leo, quindicenne con il vizio di rubare. E Mara, che a quattordici anni è rimasta incinta di suo cugino che poi è sparito. Lì Angelo manifesta in vari modi la sua rabbia e l’odio che ha dentro, ma impara anche a conoscere gli altri, a guardarsi dentro e a tentare con fatica di cambiare: “Io pensavo che gli altri del quartiere non erano diversi da me. Ne conoscevo tanti, e sapevo che erano cattivi quasi quanto me. Ma io ai loro occhi ero sicuramente più cattivo, perché ero in collera con tutti. E mi sembrava che nessuno mi vedesse finché non combinavo qualcosa. Non che non sapessi cavarmela da solo, ma a volte preferivo essere visto”. In comunità Angelo è irritato anche da questo prete così ciecamente buono e ottusamente altruista, eppure non è così sciocco da non vedere che alla lunga l’atteggiamento di Padre Costantino ha un’influenza positiva sulle persone che gli stanno attorno. Lui crede nel Bene, è sicuro delle possibilità di recupero di queste persone. Sa coltivare la speranza anche quando pare non ce ne sia all’orizzonte, e ai suoi ragazzi spiega la fiducia, che secondo lui è come l’amore: ecco perché si è così vulnerabili! È un matto pratico insomma, che sa muovere le parole e le sceglie con cura. Lui dice quando, mai se. Angelo è attentissimo alle parole, e queste lo fanno sentire imbattibile. Padre Costantino non ha soluzioni preconfezionate, lui centra il bersaglio con la pazienza e l’amore. Un artista delizioso e divertente, una figura inaspettata e insostituibile anche per il lettore. Antonio Ferrara, qual è stata la spinta creativa che le ha fatto scrivere Ero cattivo? «Tutto nasce dal verso ‘Ciascuno cresce solo se viene sognato’, di una poesia dell’educatore Danilo Dolci e dalla mia esperienza di sette anni come educatore in una comunità alloggio per ragazzi presunti cattivi». Lei racconta spesso cose molto scomode su infanzia e adolescenza. È un modo per fornire aiuto ai ragazzi? «Sì, è un modo per provare a fornire gli strumenti per manifestarsi, ossia le parole per nominare le emozioni». Leggendo Ero cattivo pare che per crescere serva un pizzico di cattiveria in ragione della quale, poi, è possibile crescere anche nei sogni. Insomma, disobbedire qualche volta aiuta? «Direi che è fondamentale: per crescere ci vuole un po’ di ‘cattiveria’. Basti pensare a Pinocchio!». Dopo la comunità per minori narra il disagio con un imperfetto (Ero cattivo): annuncia che la speranza va coltivata? «Già. Quell’imperfetto (‘imperfetto’ come Angelo, che certo perfetto non è) annuncia fin dal titolo che la scrittura è per me come una preghiera laica, un modo per accumulare speranza». Padre Costantino, che regge la comunità, è un instancabile ottimista che disegna il futuro dei suoi assistiti, letteralmente. Quale significato nasconde la metafora del disegnare? «Il dovere degli adulti di guardare sempre all’infanzia e all’adolescenza non come a una realtà immobile, sempre eguale a se stessa, ma come a una realtà in costante trasformazione, fatta di ‘inizi di persona’ le cui potenzialità sono di fatto infinite». La lettura e la scrittura possono essere strumenti salvifici? «Sono convinto che la scrittura possieda la capacità di cambiare il mondo. I discorsi di Gandhi e di Martin Luther King lo hanno cambiato. La scrittura ha una capacità di persuasione immensa, perché sa nominare le emozioni. E i ragazzi, quando li incontro, mi dimostrano che ne hanno un profondo bisogno. Quando scrivo, dunque, sento la voglia e il dovere di dare voce a chi non ha voce, di fare un po’ di utopia. La scrittura è un grande piacere, ma non è un piacere solitario. È come fare l’amore: è una relazione». ORAZIO DOTTA ANTONIO FERRARA, ‘ERO CATTIVO’, SAN PAOLO, 177 PP. La città dei lupi blù, Marco Viale, Giralangolo, dai 5 anni – Nella città dei lupi blu vivevano solo lupi blu. Erano così blu che bisognava mettere l’accento sulla U. Si trattava di lupi ordinatissimi che non amavano sorprese. Scrivevano con penne blu e per disegnare l’arcobaleno usavano solo il blu. Anche la pipì era blu, e andava fatta rigorosamente nell’ora della pipì. Ma una mattina, apparentemente uguale a tutte le altre, un lupo tutto rosso in sella a una bicicletta rossa fece la sua comparsa nella città dei lupi blu. Tutta la città si fermò di colpo. Quella mattina non fu per niente uguale a tutte le altre mattine. Il lupo rosso sembrava felice e contento in una città dove i lupi blu non sorridevano mai e spesso avevano mal di stomaco. Grazie al lupo rosso i lupi blù imparano anche a fischiare, a saltare, arrampicarsi sugli alberi e ad andare in bicicletta e... anche a fare la gara di sputi. Una mattina, uguale a tutte le altre, fece la comparsa... un lupo tutto giallo. Non mi chiamo Alessandro, Jennifer Fosberry, Valentina Edizioni, dai 4 anni – Alessandro intraprende un viaggio immaginario nel tempo. Scoprirà come i grandi uomini diventano eroi: un austero presidente con un cuore tenero, un valoroso guerriero, ma pacifico nell’animo. Spesso avere il coraggio di fare qualcosa di diverso non aiuta soltanto a battere record personali, ma anche a ispirare gli altri. Con Alessandro scopriremo come questi grandi uomini hanno cambiato il mondo, ma soprattutto come possono incoraggiarci a trovare l’eroe che si nasconde in ognuno di noi. Ma quanto grandi possono essere i sogni di un bambino? Minùs, Annie M.G. Schmidt, Feltrinelli, dai 9 anni – Minùs è una misteriosa signorina che fa le fusa e dorme in uno scatolone. La cosa può davvero stupire, ma basti pensare che si tratta di una gatta che, dopo aver leccato una sostanza tossica, diventa una donna. Un giorno incontra un timido giornalista che sta per perdere il suo lavoro perché non riesce a scrivere articoli interessanti a causa della sua timidezza. Sarà proprio Minùs la sua salvezza, lo farà diventare infatti un affermato giornalista perché girovagando tra i tetti e parlando con i gatti del quartiere, gli fornirà ogni giorno notizie esclusive per scrivere i suoi articoli. Fra i due nascerà una grande amicizia, fino a quando Tibbe viene a sapere che il signor Ellemeet, capo di un’associazione a favore degli animali, non è la persona che vuole far credere, ma ha giri loschi e ha commesso azioni di cui vergognarsi. Come fare per smascherarlo se le informazioni sono fornite da gatti? E Minùs, deciderà di restare una donna o tornare gatta? Un gatto nero in candeggina finì... – 35 haiku per bambini di ogni età, Pino Pace, Notes, dai 10 anni – Somigliano a filastrocche e invece sono proprio poesie. L’haiku è un’antica forma di poesia giapponese che in soli tre versi racconta un gesto, una visione, un momento. Se sai leggere e sai scrivere, sai fare un haiku. Si tratta di una maniera di fare poesie che è nata tanti anni fa in Giappone, ma ancora oggi molti giapponesi si divertono a scrivere haiku. Si fa un haiku quando viene voglia, non serve a niente. Come guardare un tramonto, annusare un fiore, fare un disegno. Eppure sono cose che facciamo e che ci piacciono. Quelle di questo libro sono poesie divertenti, d’altra parte chi ha detto che le poesie debbano essere per forza noiose? E per chi ha il coraggio di buttarsi nella mischia ecco anche delle semplici istruzioni per comporre haiku. Quindi buona lettura e buona scrittura! La penna magica, Stefano Bordiglioni, Emme, dai 6 anni – Gostino era un giovane contadino che viveva vicino al villaggio di Tur tanti anni fa. Non era molto furbo: infatti i suoi amici dicevano che era «Gostino, scarpe grosse e cervello da tacchino». Lui non se la prendeva troppo. In fondo non capiva perché si dovesse arrabbiare, lui sapeva di essere molto fortunato. Infatti un giorno appena fuori casa trovò una bellissima penna di pavone con la quale, pur non essendo un bravo commerciante, comincia un baratto dietro l’altro: una lepre, una bella e grassa tacchina, una pecora e addirittura una mucca capace di produrre una smisurata quantità di latte. E anche un pollo molto affettuoso!! Che strana giornata per il povero Gostino. Ma perché rinunciare ad una bella penna di pavone “magica”? Sì, perché se strofinata sul collo o sotto le ascelle metteva allegria e faceva morire dal ridere.