febbraio 2011

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febbraio 2011
imp.FEBBRAIO
9-02-2011
N O N
23:04
Pagina 26
S O L O
V I D E O G I O C H I
di Giuseppe Romano
ARTE, DOVE LA TRADIZIONE I
L’arte ci immerge nella vita e nel
mondo. Chissà, allora, che non sia questa la strada per superare quella certa diffidenza che molti
di noi avvertono nei confronti dell’era digitale,
dei suoi linguaggi, delle sue tecnologie. E per
stare vicini a quei giovani «nativi digitali» che
altrimenti si allontanano dalla fatica impacciata
degli adulti in questi mondi nuovi e tuttavia
umani fino in fondo.
L’uomo li ha creati e
deve socializzarli a
forza di contenuti e
incontri all’altezza
delle migliori aspettative.
Cominciamo con Art
Academy, un software
approntato da Nintendo per la console
portatile Nintendo
Ds, che è l’unica, nel
mondo dei videogiochi, a sfruttare come
modalità d’interazione il contatto di uno
stilo con uno schermo tattile, touch screen (un secondo schermo, com’è
noto, mostra altre porzioni del
«mondo elettronico», si tratti di
un gioco o di altro). Un metodo
di comunicazione intuitivo e facile da apprendere: si tratta della
trasposizione di qualcosa che facciamo tutti i giorni, dato che lo
stilo può diventare matita, penna o pennello.
Art Academy è una guida al disegno e alla pittura. È anche un vero e proprio corso di pittura in
dieci lezioni. Conduce per mano all’uso delle
tecniche, degli strumenti e dei generi pittorici,
sfruttando le qualità della console in maniera che
l’autoapprendimento di chi usa Art Academy sia
sempre in primo piano, accompagnato però da
istruzioni, consigli, risorse continuamente proposti per indirizzare e sostenere lo sforzo personale. Come questo avvenga, alla resa dei conti, è
semplice e spontaneo constatarlo. Ma come
molte cose semplici si tratta di una rivoluzione
delle abitudini consolidate, che promette
di aprire strade mai
frequentate finora.
Credo che uno strumento come questo sia
un luminoso esempio dell’incontro fra
tradizione e novità:
non c’è niente di
diverso dall’applicazione al foglio e alla
tela, e al tempo stesso tutto è rinnovato e
messo a disposizione
con mai vista facilità.
Inoltre è evidente
che qui la tecnologia
conta moltissimo
(come si farebbe altrimenti?), ma non la fa da padrona, poiché è al servizio di
un linguaggio, quello della
pittura, assai sofisticato e
assai umano. Ragioni per
cui ritengo che Art Academy
possa essere il grimaldello
per schiudere diversi preziosi tesori.
Il primo è quello che introduce un ragazzo alla
pratica dell’arte, dandogli lo strumento per esercitarsi con profitto e con agio. Aiuta non poco il
«ritmo» del programma, che dal mondo dei
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E INCONTRA LA NOVITÀ
videogiochi – pur non
essendo
propriamente
uno di essi – ha preso la
capacità di stimolare l’ap prendimento con sfide
sempre più ardue e giudizi impegnativi. Con questo, per inciso, si mostra
come i «videogiochi»
siano realtà spesso più
complesse e coinvolgenti
di quanto si pensi prima
di frequentarli.
Il secondo tesoro che si
cela dentro Art Academy è per me ancora più
ricco e non riguarda i ragazzi. Riguarda invece
quegli adulti che coltivano diffidenza e timore
nei confronti dei prodotti che affollano l’èra
digitale. Chi ama imbrattare fogli e tele si sor prenderà nello scoprire quanto sia appassionante
farlo in un contesto così evoluto e così semplice.
A conferma della qualità, la presentazione di
questa tavolozza virtuale è avvenuta, poco più di
un mese fa, nel contesto illustre della Pinacoteca
di Brera, a Milano, che dal novembre scorso ha
inserito tra le sue proposte educative per il fine
settimana alcuni percorsi, con cadenza mensile,
dedicati ai giovani in cui la Nintendo Ds funge
da laboratorio virtuale.
Dal momento che i modelli più recenti della
console sono dotati di telecamera, il confronto
con le opere d’arte della pinacoteca è concreto
e immediato. I primi percorsi nei quali s’introduce
l’utilizzo di Art Academy
analizzano opere di Carlo
Crivelli e di Silvestro Lega,
per evidenziare l’importanza delle ombre nella
costruzione pittorica.
Nintendo ha messo a
disposizione della Pinacoteca una trentina di console
Ds per consentirne l’utilizzo ai visitatori, guidati dal
personale del museo.
Da un’arte all’altra. Furoreggia fin dal suo primo
apparire Just Dance , un gioco che si dedica al
ballo. Propone una cinquantina di brani musica li che fanno da base per lanciarsi nelle più ardite
evoluzioni davanti allo schermo del televisore,
tenendo in mano il «telecomando» della console
Wii. Infatti è la «grande» di Nintendo a offrire la
cornice entro cui sperimentare ritmi e danze in
stile «Ballando sotto le stelle».
L’obiettivo è imitare il ballerino che si muove
nello schermo, offrendosi alla valutazione del
programma, che verifica la fluidità e l’armonia
dei movimenti attraverso il proprio sensore. È
anche possibile ballare in due o in quattro, possibilità che ha fatto di Just Dance (prodotto da
Ubisoft) una presenza gradita in feste e pomeriggi
tra adolescenti.
G. R.