Shock settico: sintomi e terapia

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Shock settico: sintomi e terapia
Shock settico: sintomi e terapia
Lo shock settico è un’insufficienza circolatoria acuta secondaria data da un’infezione batterica, la forma la
più grave di risposta infiammatoria. Molti casi di shock settico sono manifestabili in rianimazione, dopo un
intervento chirurgico.
1. Definizione
2. Cause
3. Sintomi
4. Diagnosi
5. Terapia
6. Linee guida
Definizione
Lo shock settico viene definito in caso di una presenza di sepsi grave, nella quale l’ipotensione che ne
risulta non migliora malgrado l’apporto di sangue per fleboclisi. In questo contesto, dei farmaci attivi sui vasi
sanguigni come dopamina, dobutamina, adrenalina o noradrenalina devono essere somministrati per
indovena, consentendo un miglioramento degli organi colpiti in parallelo alla ricerca e alla cura
dell’infezione generalizzata in corso. Lo shock settico è spesso provocato dall’infezione delle ferite aperte
del paziente, a sua volta causata dalla presenza di batteri nel sangue o di microbi all’interno dei tessuti
abitualmente sterili. In casi gravi, lo shock settico può causare la disfunzione di alcuni organi del corpo che
possono portare al decesso.
Cause
Lo shock settico è responsabile del decesso di circa il 50% dei pazienti ammessi a rianimazione. La
fisiopatologia dello shock settico porta a comprendere quale cascata biologica provochi questa
infiammazione eccessiva associata ad un’insufficienza circolatoria acuta. L’infezione iniziale provoca
un’ipotensione (per vasodilatazione e aumento della permeabilità dei vasi), dai quali gli organi vengono
alimentati inegualmente dal sangue. Questo si traduce poi dalla disfunzione di alcuni organi e
dall’apparizione di problemi circolatori che caratterizzano casi di shock settico.
Sintomi
Esistono molti sintomi comuni ai diversi shock: ipotensione arteriosa, pallore, tachicardia, freddo, cianosi
delle estremità, problemi di coscienza come coma, aumento della frequenza respiratoria e arresto della
formazione delle urine. Altri segnali sono piuttosto a favore dell’origine di uno shock settico: brividi, febbre o
ipotermia, infezioni identificate o sospette.
Diagnosi
La diagnosi dello shock settico è effettuata ricercando germi nel sangue. I prelievi sono realizzati e il
sangue viene messo in coltura (emocoltura), al fine di identificare i batteri in causa. In funzione della
violenza dello shock, la diagnosi e il trattamento avranno luogo simultaneamente.
Terapia
Il trattamento terapeutico dipende dalla natura, dalla causa e dall’intensità dello shock settico. In un primo
momento il medico dispensa delle fleboclisi per aumentare il volume di sangue circolante nei vasi
sanguigni. Se questo riempimento risulta insufficiente, si ricorre ad altri farmaci d’urgenza, come dopamina
o noradrenalina. In caso di shock profondo, il paziente potrà essere intubato. In parallelo vengono
somministrati, il più rapidamente possibile, anche antibiotici, trattamento che verrà in un secondo momento
adattato in funzione del germe identificato dalla emocoltura, come causa d’infezione. In caso di shock
settico violento il paziente potrà essere ammesso in terapia intensiva.
Linee guida
In ospedale è raccomandata una migliore vigilanza dell’applicazione di tecniche asettiche e regole igieniche
di base da rispettare in sala operatoria. Così come un rapido trattamento delle infezioni batteriche è
suggerito al fine di evitare questa grave patologia.
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