Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi

Transcript

Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Congresso Internazionale 2013
Famiglia, luce di Dio in una società senza Dio. Nuova evangelizzazione e famiglia
Famiglia, valori e religione in Europa
Giovanna Rossi
Draft
Non per pubblicazione – Non citare senza il permesso dell’autore
Indice
Introduzione
1. I valori della famiglia tra persistenza e mutamento
1.1 Famiglia e matrimonio
1.2 La solidarietà familiare
1.3 Famiglia, lavoro, reti amicali e religione: uno sguardo di sintesi
2. Famiglia e religione in Italia ed Europa, una lettura per tipologie
2.1 La religiosità in Italia: alcuni spunti introduttivi
2.2 Tipologie di religiosità
3. Considerazioni conclusive
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Introduzione
Coinvolgere le famiglie nel compito fondamentale della trasmissione dei valori religiosi
rappresenta un nodo cruciale per il mondo cattolico. La famiglia, infatti, assolvendo a tale compito,
può essere risorsa e promotrice del credo religioso e, viceversa, l’adesione alla religione può ridare
vigore alla relazione familiare.
Il presente contributo intende analizzare il nesso importante e non scontato tra la famiglia e la
religione, in un contesto - come è noto - attraversato da profondi ed intensi mutamenti, di
carattere sia strutturale sia culturale.
Attraverso l’analisi dei dati della quarta indagine dell’European Values Study (EVS) 1, i due aspetti
menzionati, la religiosità e la famiglia, verranno ampiamente dibattuti con l’obiettivo di coglierne i
significati e le relazioni.
I medesimi dati consentono infatti una riflessione approfondita e per certi aspetti innovativa
rispetto ai complessi processi di trasformazione che interessano il contesto odierno.
Si entrerà quindi nel merito dapprima dei valori che fondano la famiglia (par.1) e successivamente
si approfondirà il nesso famiglia e dimensione religiosa (par.2) 2.
1Un
programma di ricerca transnazionale e longitudinale (realizzato nel 1981, 1990, 1999 e 2008) che indaga le idee, le
credenze, le preferenze, gli atteggiamenti, i valori e le opinioni dei cittadini europei circa la vita, la famiglia, la religione,
la politica, la società e il lavoro. La quarta ondata (realizzata nel 2008 - nel 2009 in Italia), qui considerata, copre 47 Paesi
europei (con la Germania divisa in Est e Ovest, per un totale di 48 regioni territoriali) per un totale di 67492 persone
intervistate. Il campione Italiano conta 1519 persone.
2 Per ulteriore approfondimento rispetto agli aspetti sopra menzionati rimandiamo ad altre, più diffuse, trattazioni (in
particolare si veda Rovati G., 2011; Pollini G., Pretto A., Rovati G., 2012).
1
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
1. I valori della famiglia, tra persistenza e mutamento
La survey in oggetto (EVS 2009) fa seguito a quelle realizzate nel 1981-1990-1999; ciò consente una
comparazione diacronica che permette di cogliere la trasformazione nel tempo degli orientamenti
valoriali circa la famiglia, il lavoro, le reti amicali e la dimensione religiosa. Vediamo di seguito
alcuni aspetti salienti che consentono di delineare la specificità dei valori familiari (Pollini G. in
Pollini G., Pretto A., Rovati G. 2012).
1.1 Famiglia e matrimonio
L’importanza della famiglia
La famiglia rappresenta il valore fondamentale per gli italiani: il 91% di essi le attribuisce molta
importanza: questo trend rimane invariato rispetto al 1999 e di pochissimo superiore al 1990.
L’Italia inoltre, rispetto agli altri Paesi europei si colloca sopra la media (84%) nell’attribuzione di
“molta importanza” alla famiglia. Anche il lavoro è molto rilevante (64%) con una percentuale
lievemente superiore a quanto messo in luce nel 1999; aumenta inoltre l’importanza attribuita agli
amici e conoscenti , che passa dal 35% del 1999 al 39% del 2009, segno di un maggiore desiderio e
bisogno di relazioni e socialità della popolazione italiana.
Tabella 1 - Attribuzione di “molta importanza” alla famiglia e altri ambiti di vita in Italia (valori percentuali) (N. = 1519)
________________________________________________________________________________
Ambiti
2009
1999
1990
Famiglia
Lavoro
Amici e conoscenti
Religione
Tempo libero
Politica
91
64
39
32
28
10
90
61
35
33
29
8
88
62
37
34
33
7
Fonte: Pollini G. (2011), p. 116
La validità del matrimonio come istituzione
Nel 2009, il 76% degli italiani (un punto percentuale sopra la media europea del 75%) considera il
matrimonio una istituzione ancora valida. Condividono tale giudizio soprattutto le donne ed i più
anziani. In Europa, al contrario, il matrimonio viene considerato spesso una istituzione sorpassata,
in particolare in Francia (35%), Lussemburgo (34%) e Belgio (33,5) 3.
Inoltre, il 62% degli italiani è tendenzialmente d’accordo sul fatto che per essere felici sia
necessario il matrimonio o una relazione stabile.
Quali elementi favoriscono la riuscita del matrimonio?
Tra gli elementi che favoriscono un buon matrimonio, una maggiore rilevanza, rispetto alle
precedenti annate, è attribuita dagli italiani agli elementi relazionali costitutivi della coppia (fedeltà
e avere figli) in linea con la media europea, e agli elementi acquisiti di coppia (non vivere con i
suoceri, intesa sessuale, tempo per amici e hobby, condividere le faccende domestiche) di tre punti
percentuali sotto la media europea; meno importanti sono gli elementi consensuali ascritti
familiari (stessa origine sociale, stesse idee religiose, stesse idee politiche) e gli elementi condizionali e
materiali (abitazione confortevole, reddito adeguato) di circa venti punti percentuali sotto la media
europea.
3
Tali Paesi si collocano infatti ben oltre la media europea (20%).
2
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Tabella 2-Elementi che costituiscono un buon matrimonio
elementi relazionali costitutivi della coppia
(fedeltà e avere figli)
elementi acquisiti di coppia
(non vivere con i suoceri, intesa sessuale,
tempo per amici e hobby,
condividere le faccende domestiche)
elementi condizionali e materiali
(abitazione confortevole, reddito adeguato)
elementi consensuali ascritti familiari
(stessa origine sociale,
stesse idee religiose, stesse idee politiche)
% Media Europa
% Italia
75
75
49
46
44
22
20
15
Fonte: Pollini G. (2012), p.125
Gli orientamenti relativi ai ruoli familiari
Nel 2009 si evidenzia un orientamento paritario tra maschi e femmine, più marcato per quanto riguarda
gli aspetti strutturali (la condivisione del lavoro e del sostegno economico della famiglia da parte di
entrambi i coniugi raggiunge l’ 84%) piuttosto che per gli aspetti espressivi (la cura e l’educazione
dei figli pari al 68%).
Educazione e socializzazione in famiglia: la trasmissione dei valori
Quali sono le qualità da insegnare ai figli? Le risposte consentono di tracciare tre tipi di
orientamenti: un orientamento individualista-acquisitivo, più consistente, secondo cui le qualità da
insegnare ai figli sono determinazione e perseveranza, immaginazione, indipendenza, capacità di
lavorare sodo; un orientamento al rispetto dell’altro e della fede religiosa (si trasmettono le buone
maniere, l’obbedienza, la fede religiosa) e infine un orientamento altruista (si insegna l’altruismo) 4.
1.2 La solidarietà familiare
Un tratto fondamentale dell’identità familiare è la solidarietà intergenerazionale.
Per meglio analizzare tale aspetto sono stati costruiti tre indici 5:
- un indice di orientamento altruista dei figli verso i genitori,
- un indice di orientamento sacrificale dei genitori nei confronti dei figli,
un indice di solidarietà familiare 6 (in 3 classi) che misura lo scambio bidirezionale tra le
generazioni (ovvero la presenza di altruismo sia da parte dei figli verso i genitori, sia da
parte dei genitori verso i figli)
Per ulteriori approfondimenti si veda Pollini (2011).
indici sono stati costruiti a partire dalle riflessioni di Pollini circa l’orientamento altruista e sacrificale da lui
individuati.
6 Tale indice è costruito sulle seguenti variabili:
- E’ principalmente dovere dei figli adulti prendersi cura dei genitori quando essi sono gravemente ammalati o
gravemente debilitati v158;
- Si devono sempre amare e rispettare i genitori indipendentemente dai loro pregi e dai loro difetti/Non si ha il dovere
di amare e rispettare i genitori che non se lo siano meritato con il loro comportamento e i loro atteggiamenti v167,
- Dovere dei genitori è quello di fare il meglio per i loro figli anche a costo di sacrificare il proprio benessere/I genitori
hanno la loro vita e non bisognerebbe chiedere loro di sacrificare il proprio benessere per quello dei loro figli v168,
- I figli adulti hanno il dovere di provvedere all’assistenza continuativa dei genitori, anche a costo di sacrificare il proprio
benessere/ I figli adulti hanno una loro propria vita e non si dovrebbe chiedere loro di sacrificare il proprio benessere
per aiutare i genitoriv169.
4
5Gli
3
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Tabella 3 - Indice di orientamento altruista figli->genitori
Europa
Italia
V.A.
%
V.A.
%
Basso
14042
20,8
140
9,2
Medio
18708
27,7
378
24,8
Alto
51,3
65,2
34593
991
totale
67343
99,8
1509
99,2
Mancanti
149
0,2
10
0,8
TOT
67492
100,0
1519
100,0
Tabella 4 - Indice di orientamento sacrificale genitori->figli
sempre il meglio per i figli
no sacrificio proprio benessere per i figli
nessuna delle due precedenti
totale
Mancanti
TOT
Europa
V.A.
50197
11553
4147
65897
1595
67492
%
74,4
17,1
6,1
97,6
2,4
100,0
V.A.
1229
110
136
1475
44
1519
Italia
%
80,9
7,3
8,9
97,1
2,9
100,0
L’Italia è caratterizzata da un orientamento altruista dei figli nei confronti dei genitori e – viceversa –
sacrificale dei genitori nei confronti dei figli più elevato rispetto al contesto europeo.
E’ possibile poi evidenziare una maggior solidarietà familiare nel nostro Paese, rispetto a contesto
europeo: l’indice in questione presenta infatti valori alti (52,4%) per l’Italia e medio-alti in Europa.
Tabella 5 - Indice di Solidarietà familiare
Europa
V.A.
Basso
16352
Medio
23654
Alto
27374
totale
67379
Mancanti
113
TOT
67492
%
24,3
35,1
40,6
99,8
0,2
100,0
V.A.
144
571
797
1512
7
1519
Italia
%
9,5
37,6
52,4
99,5
0,5
100,00
Vincolata a tale misura (indice di solidarietà familiare) è stata poi costruita una cluster analysis, al
fine di identificare le caratteristiche distintive di quanti, nel nostro Paese, hanno un indice di
solidarietà familiare basso, medio e alto 7.
Tabella 6 - Solidarietà familiare e valori
BASSA solidarietà familiare
Italia (9,5%; N=144)
bassa religiosità ecclesiale (43,8% 8)
MEDIA solidarietà familiare
Italia (37,6%, N=571)
bassa religiosità ecclesiale (31%)
ALTA solidarietà familiare
Italia (52,4%; N=797)
alta religiosità ecclesiale (42,3%) 9
alto ( 26,6%) e medio-alto (21,9%)
indice di secolarizzazione;
alto (13,6%), medio-alto (18%) e
medio-basso (31,1%) indice di
secolarizzazione
basso indice di secolarizzazione
(55,9%)
percorsi: celibi/nubili (40,6%);
conviventi (8,5%); divorziati e
separati (8,2%)
percorsi: coniugati (59,5%); LAT
(9,8%)
percorsi: divorziati e separati
(5,2%) 10; coniugati (57,7%) 11
Si ricorda che la procedura di cluster analisi consente di identificare le variabili maggiormente associate a ciascun
gruppo, pertanto tutte le percentuali degli elementi riportati in tabella sono da intendersi sopra la media generale
italiana.
8 Media=23,7%
9 Media =33,5%
10 Di poco superiore alle media (4,7%)
11 Dato in linea con la media (57,6%)
7
4
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Giustifica:
comportamenti omosessuali (50,8%)
praticare eutanasia (60,6%)
divorziare (64,7%)
abortire (43,1%)
convivenza (31,4%)
Giustifica:
comportamenti omosessuali (30,5 %)
praticare eutanasia (41,9%)
divorziare (47%)
abortire (28,8%)
convivenza (19,4 %)
Non giustifica mai:
comportamenti omosessuali (54,6%)
praticare eutanasia (39,9%)
divorziare (35,4 %)
abortire (43,8,8%)
convivenza (19,2 %)
Si considera:
ateo convinto (14,4%); persona NON
religiosa (19,1%)
Si considera:
Persona NON religiosa (12,1%)
Si considera una persona religiosa
(89%)
Famiglia abbastanza importante
(18,7%)
Politica molto importante (17%)
Religione poco/per niente
importante (43,8%)
Lavoro abbastanza importante
(34,4%)
Religione poco/per niente
importante (29,3%) e abbastanza
importante (42,8%)
Religione molto importante (41,9%)
Famiglia molto importante (93%)
Trae conforto e forza dalla religione?
NO (44,3%)
Trae conforto e forza dalla religione?
NO (31,3%)
Trae conforto e forza dalla religione?
SÌ (75,6%)
Chiesa risponde adeguatamente a:
Interrogativi morali NO (55,4%)
Chiesa risponde adeguatamente a:
Interrogativi morali NO (43,6%)
Problemi sociali italiani NO (52,8%)
Bisogni spirituali NO (21,9%)
Problemi familiari NO (52,2%)
Chiesa risponde adeguatamente a:
Interrogativi morali SÌ (56,8%)
Problemi familiari SÌ (49,3%)
Problemi sociali italiani SÌ (41%)
Poca o nessuna fiducia nella Chiesa
(poca 38%, per nulla 17,2%)
Poca o nessuna fiducia nella Chiesa
(poca 27,5%, per nulla 12,5%)
Molta fiducia nella Chiesa (36,2%)
Frequenza a 14 anni alle funzioni:
1 volta alla settimana o più (79%)
Frequenza a 14 anni alle funzioni:
Solo Festività (19,9%)
Importante per il matrimonio.
Avere figli: non molto importante
(18,3%)
Importante per il matrimonio.
Non vivere con i suoceri: molto
importante (49,3%)
Stesse idee religiose: non molto
importante (42,4%)
tempo per amici e hobby: molto
importante (38,9%)
Importante per il matrimonio.
Condividere idee religiose: molto
importante (32,9%)
Avere figli: molto importante (70,6%)
Fedeltà: molto importante (90,7%)
Matrimonio istituzione sorpassata
(28,3%)
Matrimonio istituzione sorpassata
(19,4%)
Matrimonio istituzione ancora valida
(81,7%)
Per essere felici occorre matrimonio o
relazione stabile?
Né d’accordo Né contrario (24,8%)
Per essere felici occorre matrimonio o
relazione stabile?
Sì ( 46%)
Grado di istruzione: superiori (59,1%)
Grado di istruzione : università
(17,9%), superiori (44,8%)
Grado di istruzione: scuole medie
(45,8%)
Studente (8,7%), lavora full time
(42%), part time(11%)
Lavoratore autonomo (14,4%), lavora
full time (32,8%)
Pensionato (29,4%), casalinga (10,9%)
In Famiglia vive con:
partner NO (44,1%);
genitori: SÌ (28,9%)
Vive con figli (49,7%)
e partner (62,9%)
Nessun figlio (45,4%);
Un figlio (21,4%)
Un figlio (20,2%)
Età del primo figlio: 0 – 5 (8,3%)
5
Tre o più figli (19,6%)
Età primo del figlio: oltre 34 anni
(28,9%)
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Vive in comuni oltre 500.000 abitanti
(18,9%)
Vive in comuni con 20 – 100 000
abitanti (27%) e 100 – 500 000 abitanti
(12,5%)
Vive in comuni con meno di 5000
abitanti (26,7%)
Età: 18-24 (12,3%); 25-34 (21,2%); 5165 (26,7%)
Età: 25 – 34 (17,2%), 35-50 (33,7%);
Età: 66 e più anni (30,1%)
Svolge attività di volontariato in
organizzazioni religiose/ecclesiali
(9,1%) 12
I dati mostrano una stretta associazione tra la solidarietà familiare e gli aspetti religiosi, evidenziando un
nesso, non scontato, tra la fede e la sfera familiare: una bassa e media solidarietà familiare è
infatti associata ad una scarsa o nulla valorizzazione degli aspetti religiosi (si tratta di atei o
persone non religiose); un alto indice di religiosità ecclesiale 13 e, viceversa, una bassa
secolarizzazione 14 è al contrario riscontrabile solo in chi ha una alta solidarietà familiare.
Sembrerebbe quindi che, tra chi condivide un forte senso religioso, le relazioni tra le generazioni siano
maggiormente improntate a reciprocità e solidarietà.
Occorre evidenziare poi una differenza strutturale tra i gruppi analizzati:
- una bassa o media solidarietà, associata ad una scarsa fede religiosa, è evidente nei giovani
ed anche negli adulti, in coloro che non hanno figli o solo uno, con un elevato titolo di
studio;
- elevata solidarietà e religiosità è invece presente in coloro che sono ormai in una fase
avanzata della vita (66 o più anni), sono ormai ritirati del mondo lavorativo e hanno una
famiglia numerosa (tre o più figli); si trovano quindi nella fase della vita in cui gli scambi
tra le generazioni raggiungono l’apice proprio per la coesistenza stessa di più generazioni
(i nonni o genitori anziani– i genitori o figli adulti – i nipoti).
Vedremo più avanti che tale differenziazione sul piano strutturale, che pare contrapporre i giovani
senza figli (bassa religiosità) e gli adulti o anziani con famiglia numerosa (alta religiosità), verrà
confermata anche da ulteriori analisi sui medesimi dati (si veda paragrafo 2).
1.3 Famiglia, lavoro, reti amicali e religione: uno sguardo di sintesi
Diamo ora una sintetica panoramica di come si collocano i differenti percorsi di coppia (si veda lo
schema riassuntivo dei percorsi, Tab.7 15) rispetto ad alcuni tratti fondamentali: l’importanza
attribuita alla famiglia, al lavoro, alle reti amicali, alla religione e al significato attribuito al
matrimonio. Il riferimento è al contesto italiano.
Media=7,2%
Per l’elenco degli items su cui è costruito l’indice si veda allegato 1.
14 Per l’elenco degli items su cui è costruito l’indice si veda allegato 1.
15 Un’ analisi completa dei singoli percorsi è presentata in Appendice
12
13
6
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Tabella 7-Schema riassuntivo dei percorsi
Italia
Percorsi
1
2
3
Coniugati
Conviventi 16
Separati e Divorziati
3.1
3.2
4
4.1
Di cui
Separati e Divorziati che hanno
precedentemente convissuto 17
Separati e Divorziati attualmente
conviventi 18
Celibi/nubili
Di cui:
Celibi/nubili con relazione stabile
di coppia – LAT
Europa
%
V.A.
%
V.A.
57
4,6
4,7
867
71
71
53,5
5,9
7.9
36097
3970
5360
0,9
15
3,3
2221
15
23
1,4
922
27,1
412
26,4
17798
8,5
129
5,1
3440
Tabella 8 - Attribuzione di “molta importanza” (valori percentuali) in Italia
Famiglia - Molto importante (V.M. 91,1)
Coniugati
94,6
Lat
90,0
Conviventi
88,3
Celibi/nubili
85,1
Separati/divorziati
80,3
0
20
40
60
80
100
Lavoro - Molto importante (V.M. 63,9)
Conviventi
73,6
Separati/divorziati
70,3
Coniugati
64,6
Celibi-Nubili
64,1
Lat
60,9
0
20
40
60
80
100
Il percorso comprende separati/divorziati e celibi/nubili.
Data la bassa percentuale di questo percorso, i dati che si riferiscono a questo cluster non sono stati analizzati nel
dettaglio.
18 Data la bassa percentuale di questo percorso, i dati che si riferiscono a questo cluster non sono stati commentati nel
dettaglio.
16
17
7
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Amici - Molto importanti (V.M. 36,9)
Lat
61,3
Celibi-Nubili
53,2
Separati/divorziati
39,1
Conviventi
37,9
Coniugati
31,0
0
50
100
Analizzando la distribuzione della modalità “molta importanza” attribuita ai tre ambiti di vita
considerati (tabella 8), notiamo che la famiglia è ritenuta molto importante soprattutto dai coniugati,
unico percorso che si posiziona sopra la media generale, subito dopo, ma sotto la media, vi sono i
celibi/nubili con relazione stabile di coppia (LAT), e a seguire i conviventi, i celibi/nubili e infine (oltre
dieci punti percentuali sotto la media) i separati e divorziati.
Il lavoro detiene il primato per i conviventi e i separati/divorziati, rispettivamente dieci e sette punti
percentuali sopra la media. La rete amicale è primariamente importante soprattutto per i
celibi/nubili (con e senza relazione stabile di coppia), mentre decisamente meno rilevante appare
essere per i coniugati (sotto la media di cinque punti percentuali).
Tabella 9- Identificazione di sé come persona religiosa, non religiosa o atea (valori percentuali). Italia
Si considera persona religiosa (V.M. 82,5)
Coniugati
85,9
Separati/divorziati
79,0
Lat
77,1
Celibi-Nubili
74,4
Conviventi
59,9
0
20
40
60
80
100
Si considera persona non religiosa (V.M. 8,8)
Conviventi
23,2
Celibi-Nubili
15,7
Lat
14,5
Separati/divorziati
7,1
Coniugati
6,6
0
20
40
8
60
80
100
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Si considera Ateo convinto (V.M. 4,4)
Conviventi
12,5
Separati/divorziati
11,1
Celibi-Nubili
4,7
Coniugati
3,6
Lat
2,4
0
20
40
60
80
100
Una forte linea di demarcazione emerge tra il percorso dei coniugati (percorso 1) e tutti gli altri
percorsi considerati per quanto riguarda la matrice religiosa: sono soprattutto questi ultimi a
definire se stessi religiosi, mentre i conviventi sono più propensi a definirsi persone non religiose o atei.
Tabella 10- Orientamento rispetto al divorzio. Italia
Non giustifica il divorzio (V.M. 26,4)
Coniugati
29,8
Celibi/nubili
14,6
Lat
9,9
Separati/divorziati
8,9
Conviventi
4,9
0
20
40
60
80
100
Giustifica il divorzio (V.M. 40,3)
Separati/divorziati
63,6
Conviventi
62,5
Lat
52,9
Celibi/nubili
51,3
Coniugati
36,3
0
20
40
60
80
100
Il patto matrimoniale è considerato inscindibile ed irreversibile soprattutto dai coniugati, che più
degli altri non giustificano il divorzio (sopra la media di tre punti percentuali), mentre i più
propensi al divorzio sono, oltre ai separati/divorziati, i conviventi.
9
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Tabella 11- Molta Importanza per il matrimonio: avere figli e fedeltà. Italia
Molto importante per il matrimonio:
avere figli (V.M. 63,7)
Coniugati
Lat
Conviventi
40,2
0
20
40
57,5
56,2
49,5
60
68,2
80
100
Molto importante per il matrimonio: la
fedeltà (V.M. 86,9)
Lat
90,8
Coniugati
87,5
Celibi/nubili
87,1
Conviventi
74,7
Separati/divorziati
71,8
0
20
40
60
80
100
Rispetto all’importanza attribuita, per la buona riuscita del matrimonio, alla generatività (avere
figli) ed all’esclusività del legame con il partner (fedeltà), la distribuzione percentuale analizzata
conferma la rilevanza degli aspetti generativi per i coniugati (tutti gli altri percorsi si posizionano
invece sotto la media), e della fedeltà per i celibi/nubili con relazione stabile di coppia (LAT), i
coniugati e i celibi/nubili.
In conclusione i dati analizzati testimoniano, in accordo con quanto già evidenziato da Pollini
(2011), la presenza nel contesto italiano di un processo morfogenetico e di differenziazione dei
percorsi e delle scelte di coppia, che tuttavia non si attesta né su forme di iper-modernizzazione né
sulla semplice tradizionalizzazione; emerge piuttosto un mix di esigenze di mantenimento
dell’identità familiare e dei valori essa fondanti, sia di una differenziazione e specificazione delle
relazioni (Pollini G. 2011).
2. Famiglia e religione in Italia ed Europa: una lettura per tipologie
2.1 La religiosità in Italia: alcuni spunti introduttivi
L’indagine EVS (European Values Study) consente poi di entrare nel merito di alcuni aspetti
specifici relativi alla dimensione religiosa 19.
19
Per maggiore approfondimento si rimanda a Abbruzzese S. (2012) e Lanzetti C. (2011).
10
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
 La credenza religiosa. Nella società contemporanea, caratterizzata da processi di
secolarizzazione 20, la pluralizzazione riguarda anche le appartenenze religiose. Siamo di
fronte ad una “Europa a più voci”, dove la presenza di una sola religione maggioritaria è
riscontrabile in un numero limitato di Paesi 21 (Abbruzzese S. 2012). In Italia, il 78% della
popolazione maggiorenne si riconosce nel cattolicesimo, infatti solo 2 italiani su 100 si
professano di altra religione, benché occorra sottolineare l’influsso che l’aumento del
numero di stranieri nel nostro paese produce sulla presenza di altre appartenenze religiose.
Inoltre l’82,5% degli italiani, indipendentemente dal fatto che frequenti le funzioni
religiose, si dichiara “una persona religiosa” (soprattutto le donne, gli over 65enni e chi vive
al Sud e nelle Isole), il 9,7% si definisce “non religioso” (in particolare gli uomini e i giovani tra
18 e 34 anni) e il 4,7% ateo (gli uomini in misura superiore alle donne); rimane un 3,1% che
non esprime alcun giudizio (Lanzetti C. in Rovati G. 2011).
 Individualizzazione del credere. Accanto ad una generale credenza nell’esistenza di Dio
(l’85,2% degli intervistati crede nell’esistenza di Dio) emergono alcune differenziazioni
interne che possono essere ricondotte, come evidenzia Lanzetti (2011), al processo di
individualizzazione del credere: infatti poco più della metà del campione italiano (59%)
crede in un Dio personale e creatore che ama l’essere umano, le donne (65,1%) in misura
superiore agli uomini (52,3%); rimane poi un significativo 23,7% che crede in qualche forma
di spirito o forza vitale (una realtà misteriosa e vaga), soprattutto i giovani tra 18 e 24 anni
(25,6%), oppure che non sa pronunciarsi (11,9%) ed infine un residuale, ma tuttavia
significativo, 5,4% non crede in alcun Dio o forza vitale, in particolare gli uomini (8,3%) e i
giovani (8,6%). Di fatto emerge un’area intermedia tra credenza in un Dio personale e
creatore e non credenza - che non è minoritaria e che riguarda soprattutto i giovani. Inoltre
più di un italiano su tre afferma (17,9% abbastanza, 16,3 molto) di mettersi in rapporto con
Dio a modo proprio senza l’intermediazione delle chiese o riti religiosi, le donne in particolare
(Lanzetti C. 2011) 22.
 Verità e validità del vissuto religioso. Interrogati circa il fatto che esista una sola religione
vera, oppure se anche altre credenze possano essere considerate tali, gli Italiani si collocano
prevalentemente su posizioni intermedie, ossia il 40,6% del nostro campione risponde che
non c’è una sola religione vera, ma tutte le grandi religioni contengono alcune verità
fondamentali (soprattutto i non praticanti e quanti manifestano posizioni relativiste,
benché tale convinzione sia presente anche nei praticanti con percentuali decisamente
minori ma significative); vi è poi un 26% che sostiene l’esistenza di una sola religione vera
benché anche le altre religioni contengano qualche elemento di verità, un 20% che sostiene
la presenza di una sola religione vera ed infine un residuale 7,5% che ritiene che nessuna
delle grandi religioni abbia verità da offrire.
 Le pratiche religiose. Il 32,0% del campione italiano partecipa con regolarità all’eucarestia
(una volta a settimana o più), superato solo da Irlanda (39,7%) e Polonia (51,7%). Ad essi si
20Abruzzese,
analizzando i dati europei e italiani in ottica comparativa, preferisce parlare di una “secolarizzazione
debole o comunque depotenziata nelle sue capacità di orientamento normativo” (Abruzzese S. in Pollini G., Pretto A.
Rovati G. 2012 p. 275) e Lanzetti, rispetto al caso italiano, enfatizza l’emergenza di un processo di individualizzazione
del credere (Lanzetti C. in Rovati G. 2011, p .228- 229).
21 La Chiesa cattolica è maggioritaria in Polonia (91,3% della popolazione maggiorenne intervistata), Irlanda (80,4%),
Italia (79%), Portogallo (75,9%), benché una significative presenza di cattolici dichiarati si riscontra anche in Austria
(72,6%), Belgio (51,6%) e Spagna (56%). Le Chiese protestanti costituiscono la maggioranza in Danimarca (85,4%) e
Islanda (79,9%); l’Islam in Turchia (95,6%); la Chiesa ortodossa in Grecia (93,1%) e Romania (85,8%) (Abruzzese S. in
Pollini G., Pretto A., Rovati G. 2012).
22 Occorre qui riportare brevemente l’osservazione di Lanzetti (in Rovati G. 2011, p. 186 – 186) circa questo processo di
individualizzazione, che non sembra di fatto portare a posizioni di individualismo in campo religioso, ma che si esprime
prevalentemente in un rapporto con il divino non mediato dalle istituzioni religiose.
11
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
affianca poi un 35,3% della popolazione italiana che presenta una pratica occasionale alle
funzioni religiose (solo in specifiche festività e/o meno di una volta all’anno), un 16,4% che
partecipa alle funzioni da una a tre volte al mese e un restante 16,3% totalmente estraneo a
tale pratica.
La preghiera personale, al di fuori dei riti e delle funzioni religiose, rappresenta forse uno
degli elementi che più risente del processo di educazione ricevuto nel contesto familiare. In
Italia 23 (37,3%) - ma anche in Irlanda (38,4%) e Polonia (34,6%) - una buona quota di
popolazione dichiara di pregare tutti i giorni; tale percentuale è inferiore in Croazia (31,3%),
Slovenia (30,6%), Spagna (23,5%) e Portogallo (19,7%) e cala drasticamente in Belgio
(12,7%), Austria (14%) e Francia (9,9%) (Abruzzese S. 2012).
Occorre tuttavia notare, come evidenza Lanzetti (2011), che la preghiera al di fuori dei riti
istituzionalizzati è diffusa anche tra coloro che non si ritengono persone religiose o atei; a
fronte dei dati sinora presentati possiamo ipotizzare che l’abitudine ad un rapporto
personale con il divino venga trasmesso nella sfera familiare, che venga appreso sin da
giovani e che al di là del livello di formalizzazione e istituzionalizzazione della propria
religiosità, la preghiera personale rappresenti una delle manifestazioni più veritiera della
fede.
 I riti di passaggio. La celebrazione con rito religioso di alcuni avvenimenti rilevanti nel
ciclo di vita, quali i riti di passaggio e i momenti significativi (la nascita, il matrimonio, la
morte…) indica la volontà da parte dei credenti di conferire massima solennità all’evento e
iscrivere lo stesso in una dimensione religiosa cui coscientemente o incoscientemente si
appartiene, in grado di conferire un significato Altro al rito stesso.
Ciò è particolarmente evidente, almeno per il contesto italiano, per la celebrazione con rito
religioso della morte (86,5%) e della nascita (83,2%).
La solennizzazione del matrimonio riceve invece il 79,4% dei consensi, con percentuali
inferiori alla media tra i giovani di 18-34 anni (74,1%) e i residenti al Nord (74,8%).
2.2 Tipologie di religiosità
Ci focalizziamo ora sulla relazione tra famiglia e dimensione religiosa.
Dal Grafico 1 è già possibile evincere una associazione positiva: maggiore è l’importanza
attribuita alla religione, maggiore è anche la rilevanza della famiglia.
Grafico 1 - Molta importanza della
famiglia: relazione con il grado di
importanza
dato alla religione
100
95
Molto
90
importante la
85
FAMIGLIA
80
83,1
79,3
87,2
84,9
90,7
86,9
96,4
93,1
Dati EU-15
75
Per niente
Poco
Abbastanza Molto
importante importante importante importante
Importanza della RELIGIONE
23
Dati Italia
Soprattutto gli anziani, le donne e chi vive al Sud e nelle Isole.
12
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Per approfondire tale aspetto sono stati costruiti un indice di religiosità ecclesiale e un indice di
conformità alla Chiesa nelle valutazioni etiche-morali 24.
Indice di religiosità ecclesiale
L’indice di religiosità ecclesiale in Italia si attesta su valori medio-alti: il 42,7% (n=649) ha un indice
di religiosità medio, il 33,5% (n=509) alto ed il 23,47% (n=361) basso.
Vediamo ora le caratteristiche dei tre gruppi (quanti hanno un indice di religiosità basso, medio,
alto) così come emergono dall’analisi dei cluster 25
 I più lontani dalla fede (indice di religiosità ecclesiale basso)
Indice di religiosità ecclesiale BASSO
Italia (23,5%; N=362)
Europa (35,6%, N=24010)
Età
18–24 anni (11,4%), 25–34 anni (17,8%),
35–50 anni (34,2%)
35–50 anni (31%), 51–65 anni (23%),
18–24 anni (12%)
Sesso
Maschio (62,2%)
Maschio (56%)
Percorsi:
Conviventi (10,2%), celibi nubili (38%),
LAT (10,4%), separati e divorziati (6,4%)
Celibi/nubili (31,2%), Separati/divorziati
(10,7%), LAT (6,2%)
Grado di istruzione
Dimensione comune in cui vive
Superiori (49,5%), Università (19,31)
100-500.000 (14,7%), oltre 500.000 (18%)
Università (27,3%)
20–100.000 (23%)
Vive con i genitori?
Sì (28,5%)
No (79%)
Vive con i figli?
Numero figli?
Età primo figlio avuto
No (56,8%)
Nessun figlio (42,6%), 1 figlio (23,1%)
0-5 anni (8,7%)
No (56,4%)
Nessun figlio (33,9%), 1 figlio (19,4%)
0 – 5 anni (6,3%)
Condizione occupazionale
Studente (9,1%), lavora full time (40%)
lavora full time (48,5%)
Indice di secolarizzazione
Importanza Religione
Alto (43,7%) 26 e medio-alto (40%)
non importante (43,4%) 27, per niente
importante(26,8%)
Alto (55,4%) 31 e medio-alto (32,5%)
per niente importante (40%), non
importante (38,5%)
Trae conforto e forza dalla
religione?
Importanza Dio in propria vita
Fiducia nella Chiesa
Lei si considera.
No (74,9%) 28
No (72%)
Poca importanza (72,3%) 29
Per nulla (32,3%)
Una persona non religiosa (31%) 30, Ateo
convinto (18,4%)
Poca importanza (74,9%) 32
Per nulla (32,1%)
Una persona non religiosa (47,5%)
Ateo convinto (14,1%)
Nessuna religione è vera (25,7%)
Nessuna religione è vera (28,8%)
Lei pensa che…
Per l’elenco degli items su cui è costruito l’indice si veda allegato 1
Si ricorda che l’analisi dei cluster consente di mettere in luce le caratteristiche che definiscono il singolo gruppo e lo
distinguono dagli altri, tutte le percentuali indicate sono quindi sopra la media generale.
26 Media = 10,9%
27 Media=16%
28 Contro la media di 24,7%
29 Media= 23,4%
30 Media=8,8%
31 Media=21,9%
32 Media 36,1%
24
25
13
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
La Chiesa risponde
adeguatamente a:
Interrogativi morali
Problemi vita familiare
Bisogni spirituali
Bisogni sociali Italia/Paese
No (64,6%)
No (68,4%)
No (36,6%)
No (67,7%)
No (63,3%)
No (69,5%)
No (47,3%)
No (73%)
Importanza per il matrimonio:
stesse idee religiose
avere figli
fedeltà
tempo per amici e hobby
Non molto importante (68,7%)
Non molto importante (18,6%)
Piuttosto importante (19,9%)
Molto importante (44,9%)
Non molto importante (60,1%)
Non molto importante (12,6%)
Piuttosto importante (18,8%)
Molto importante (46,9%)
Matrimonio istituzione
sorpassata?
Sì (39,6%)
Sì (28,7%)
Decisamente d’accordo (35,9%),
D’accordo (46,3%)
Decisamente d’accordo (44%)
Giustifica:
praticare eutanasia
divorziare
abortire
uso di marijuana e hashish
comportamenti omosessuali
Sì (68%)
Sì (68,5%)
Sì (48,4%)
Sì (21,2%)
Sì (43,2%)
Sì (47,6%)
Sì (56,9%)
Sì (47,5%)
Sì (9,5%)
Sì (39,2%)
Un bambino per crescere felice ha
bisogno di entrambi i genitori
Tendenzialmente d’accordo (19,5%)
Tendenzialmente d’accordo (22,6%)
Per essere felici occorre
matrimonio o relazione stabile
Contrario (19,2%); né d’accordo né
contrario (30,1%)
Decisamente contrario (6,9%), né
d’accordo né contrario (17,9%)
Frequenza funzioni religiose a 12
anni
Solo festività (21,2%), mai (8,2%) 33,
1-3 volte al mese (14,3%)
Mai (45%)
Quanto importante nella sua vita
la FAMIGLIA
Quanto importante nella sua vita
AMICI E CONOSCENTI
Quanto importante nella sua vita
la POLITICA:
Abbastanza importante (13%), molto
importante (86,7%) 34
Abbastanza importante (16,6%)
Molto importante (43,5%)
Molto importante (46,8%)
Molto importante (16,6%)
Non importante (38,5%)
E’ giusto convivere?
Complessivamente il gruppo caratterizzato da una bassa religiosità è meno consistente in Italia
(23,5%) rispetto all’Europa (35,6%), dove è presente con percentuale significativamente superiore
alla media nei seguenti Paesi: Repubblica Ceca (5,6%), Germania Est (3,4%), Svezia (3,5%), Estonia
(4,3%), Danimarca (4%), Francia (3,8%), Paesi Bassi (3,8%).
Nel contesto italiano, i più lontani dalla religione sono i maschi, giovani e giovani adulti, che
vivono ancora in famiglia, senza figli o con un figlio piccolo, con un grado di istruzione elevato
(superiori e università). La condizione professionale vede una significativa presenza sia di persone
impiegate full time sia di studenti.
Rispetto ai percorsi di coppia, un indice di religiosità basso è rintracciabile soprattutto nei conviventi
(10,2%, ben sopra la media del 4,6%), nei celibi-nubili (38,1%, media pari a 27,1%), tra coloro che
Decisamente sopra la media (mai= 2,5%, solo festività = 9,7%)
La modalità di risposta “famiglia abbastanza importante” ha una percentuale che si attesta sensibilmente sopra la
media (8%), mentre la modalità di risposta “famiglia molto importante” pur mostrando percentuale elevata, si attesta
decisamente sotto la media del campione italiano (91%).
33
34
14
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
hanno una relazione stabile di coppia (10,4%, media pari a 8,5%) e nei separati e divorziati (6,2% contro
la media del 4,7%).
Le opinioni rispetto alla religione di questi ultimi percorsi appaiono decisamente improntate ad
un giudizio negativo: non si considerano religiosi o si dichiarano atei convinti (persona non
religiosa 31%, ateo convinto 18,4%), non ritengono la presenza di Dio rilevante per le proprie vite
(poca importanza 72,3%) e non hanno fiducia nella Chiesa, la quale non sembra offrire risposte
adeguate né agli interrogativi morali o ai bisogni spirituali, né ai problemi concreti della vita
sociale e familiare. Sin da giovani erano scarsamente o per nulla praticanti (bassissima frequenza
alle funzioni religiose a 12 anni). Gli ambiti di vita considerati “molto importanti” sono soprattutto
le reti amicali e la politica, mentre diminuisce in questo gruppo la percentuale di coloro che
attribuiscono molta importanza alla famiglia. Non emergono, inoltre, differenze significative nel
più ampio contesto europeo, in cui le opinioni degli intervistati sono sostanzialmente in linea con
quanto già evidenziato per l’Italia.
Infine, sul piano pratico-operativo, ovvero rispetto alla messa in pratica di alcuni insegnamenti e
norme morali, notiamo che i più lontani dalla religione tendono maggiormente a giustificare
l’aborto, il divorzio, l’eutanasia e l’utilizzo di droghe. La convivenza è generalmente accettata ed
anzi il matrimonio è considerato una istituzione ormai in declino. Se vi è un generale accordo circa
il fatto che un bambino abbia bisogno della presenza di entrambi i genitori, la stabilità del
matrimonio non è basata né sulla presenza dei figli, né sulla condivisione della fede religiosa, ma
sembrano rilevanti la fedeltà (piuttosto importante 19,9%) e soprattutto la disponibilità di tempo
per amici e hobby (molto importante 44,9%).
 I religiosi (indice di religiosità ecclesiale alto)
Indice di religiosità ecclesiale ALTO
Italia (33,5%; N=509)
Europa (22,3%; N=15031)
Età
66 e più anni (36,8%)
66 e più anni (22,7%)
Sesso
Femmina (63%)
Femmina (59,1%)
Percorsi:
Coniugati (60,9%)
Coniugati (59,5%)
Chiesa: Musulmana (22,8%), Cattolica
Romana (38,6%), Ortodossa (27,3%)
Grado di istruzione
Dimensione comune in cui vive
Fino a medie (48%)
Meno di 5000 (26,1%), 20 – 100.00
(26,3%)
Fino a medie (39,5%)
Meno di 5000 (30,9%)
Vive con i genitori?
Vive con i figli?
Numero figli?
Età primo figlio avuto
No (80,9%)
Sì (50,5%)
Due (35%), Tre o più figli (25,9%)
Oltre 34 anni (35,2%)
Sì (26,3%)
Sì (48,9%)
Tre o più figli (27,9%)
Oltre 34 anni (26,5%)
Condizione occupazionale
Pensionato (35,4%), casalinga (15,9%)
Pensionato (24,7%), Casalinga (14,8%)
Indice di secolarizzazione
Importanza Religione
Basso (89,1%)
Molto importante (65,5%)
Basso (79,8%)
Molto importante (62%)
Trae conforto e forza dalla
religione?
Importanza Dio in propria vita
Fiducia nella Chiesa
Lei si considera…
Sì (96,6%)
Moltissima (62,9%)
Molta (57,4%)
Una persona religiosa (99%)
Sì (96,9%)
Moltissima (71,8%)
Molta (68,8%)
Una persona religiosa (94,7%)
15
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Lei pensa che…
C’è solo una religione vera (38,7%) 35,
c’è solo una religione vera, ma anche le
altre contengono verità (37,7%)
C’è solo una religione vera (46,8%),
c’è solo una religione vera, ma anche le
altre contengono verità (35,6%)
La Chiesa risponde
adeguatamente a:
Interrogativi morali
Problemi vita familiare
Bisogni spirituali
Bisogni sociali Italia/Paese
Sì (74,4%)
Sì (66,2%)
Sì (84,8%)
Sì (53%)
Sì (74,3%)
Sì (68,7%)
Sì (84,3%)
Sì (52,9%)
Importanza per il matrimonio:
stesse idee religiose
avere figli
fedeltà
tempo per amici e hobby
condividere faccende
discutere problemi
Molto importante (45,7%) 36
Molto importante (75,3%)
Molto importante (94,9%)
Non molto importante (26%)
Molto importante (37,5%)
Molto importante (81,5%)
Molto importante (52,7%)
Molto importante (73,5%)
Molto (92,5%)
Non molto importante (11,3%)
Molto importante (47,7%)
Molto importante (75,6%)
Matrimonio istituzione
sorpassata?
No, Disaccordo (92,6%)
No, Disaccordo (87,5%)
E’ giusto convivere?
No, contrario (27,2%)
No, contrario (24,2%)
Giustifica:
praticare eutanasia
divorziare
abortire
uso di marijuana e hashish
comportamenti omosessuali
No mai (53,7%) 37
No mai (44,1%)
No mai (70,1%) 38
No mai (81,5%)
No mai (60,1%)
No mai (57,5%)
No mai (37,6%)
No mai (60,7%)
No mai (84,2%)
No mai (64,7%)
Un bambino per crescere felice ha
bisogno di entrambi i genitori
Tendenzialmente d’accordo (94,7%)
Tendenzialmente d’accordo (91,7%)
Per essere felici occorre
matrimonio o relazione stabile
Decisamente d’accordo (25,6%),
d’accordo (48%)
Decisamente d’accordo (35,1%)
Frequenza funzioni religiose a 12
anni
1 volta a sett o più (36,8%)
1 volta a sett o più (57,7%)
Molto importante (93,8%) 39
Molto importante (88,6%)
Quanto importante nella sua vita
la famiglia
Quanto importante nella sua vita
amici e conoscenti
Quanto importante nella sua vita
il lavoro
Molto importante (36,2%)
Molto importante (64,2) 40
Molto importante (61,8%)
Svolge volontariato in
organizzazioni religiose/ecclesiali
Sì (17,2%) 41
Sì (11%)
Esistono principi assolutamente
inderogabili
Sì (49,9%)
Sì (36,1%)
Media 21%
Sopra la media (26,6%)
37 Media 30,4%
38 Decisamente sopra la media (43,7%)
39 Sopra la media (91%)
40 Leggermente superiore alla media (63,9%)
41 Decisamente sopra la media (7,2%)
35
36
16
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Troviamo qui ancora una differenza rispetto alla presenza di tale cluster in Italia ed Europa: esso è
infatti più consistente in Italia (33,5%, contro 22,3% in Europa). I Paesi in cui il gruppo è
significativamente presente sono: Turchia (10,5%), Malta (7%), Polonia (5,25), Georgia (4,5%),
Romania (4,5%), Italia (3,4%), Grecia (3,1%).
Un indice di religiosità alto è presente in Italia nei coniugati (60,9%) 42, di 66 e più anni, con una
famiglia numerosa e figli ormai grandi (due o più figli). La religione e la famiglia sono gli ambiti di vita
che ricevono massima importanza (“molto importante” per la religione si colloca decisamente sopra
alla media di 33,5%, e per la famiglia di qualche punto percentuale sopra la media del 91%).
Elevata è anche la fiducia di cui è investita la Chiesa, sia rispetto agli interrogativi morali e
spirituali, sia rispetto a questioni pratiche della vita familiare. E’ inoltre evidente una totale
aderenza agli insegnamenti cattolici rispetto alle questioni etiche e morali (disapprovazione del divorzio,
dell’aborto, dell’uso di droghe e dei comportamenti omosessuali).
Per quanto riguarda il legame matrimoniale, la condivisione della fede religiosa è considerata
rilevante per una buona relazione, così come la presenza dei figli, la fedeltà, la condivisione delle
faccende domestiche e gli aspetti negoziali. La rilevanza di questi aspetti per la relazione
coniugale trova conferma anche nelle analisi di Abbruzzese S. (2012) che, distinguendo i credenti
(ovvero coloro che hanno una pratica regolare e pregano costantemente) e i non credenti (quanti si
dichiarano completamente estranei alla pratica ed alla preghiera) evidenzia alcune interessanti
considerazioni: innanzitutto, a fronte di una generale tendenza a valutare le qualità materiali come
irrilevanti, all’ultimo posto per i credenti vi è la condivisione delle medesime idee politiche e per i
non credenti quella delle convinzioni religiose; inoltre la gerarchia delle qualità fondanti un buon
matrimonio vede per i credenti al primo posto la fedeltà, poi la diponibilità a discutere i problemi
e subito dopo l’avere figli, per i non credenti i primi due posti si invertono (prima disponibilità a
discutere i problemi e poi fedeltà), la generatività scivola al quinto posto preceduta dell’intesa
sessuale e dal non vivere con i suoceri e aumenta l’importanza del tempo da dedicare ad amici ed
hobby. Di fatto, rispetto alla relazione coniugale, i credenti sottolineano la dimensione generativa
e le qualità relazionali, i non credenti quella individuale (Abbruzzese S. 2012).
Rispetto agli europei, gli italiani sono meno secolarizzati (l’indice di bassa secolarizzazione
aumenta infatti di dieci punti percentuali nel campione italiano).
Gli intervistati inoltre sono stati interrogati rispetto alla possibilità di stabilire chiaramente “ciò che
è bene” e “ciò che e male”, quesito che costituisce un indicatore di relativismo (Lanzetti C.,2011).
Complessivamente, il 34,4% degli intervistati nel campione italiano ritiene che, pur esistendo
principi assolutamente chiari per stabilire cosa è bene e cosa è male, sia talvolta giustificato deviare
da tali principi, il 31,2% reputa che il bene o il male dipendano completamente dalle circostanze
(totale relativismo) e il 29,7% ritiene che esistano regole chiare e valide in ogni situazione per
definire ciò che è bene e ciò che è male (principi assolutamente inderogabili).
Circa tale aspetto - la possibilità di stabilire chiaramente “ciò che è bene” e “ciò che e male”-,
questo cluster si distingue per una minore tendenza al relativismo (cresce la percentuale di coloro che
dichiarano che il bene e il male siano principi assolutamente inderogabili), sia nel nostro Paese sia
in Europa 43.
Sopra la media (57%)
alla complessa questione del relativismo occorre in linea generale riportare le osservazioni di Lanzetti –
confermate anche da Abbruzzese - che, analizzando i medesimi dati, dimostra che anche quanti si dichiarano relativisti
(ovvero i criteri di giudizio dipendono strettamente dalle circostanze) vi è la tendenza ad aderire a posizioni non
relativiste rispetto al giudizio su alcuni comportamenti devianti (come il divorzio, l’uso di droghe, l’eutanasia…)
(Lanzetti C. in Rovati G. 2011). Il relativismo sembrerebbe tendere verso una “morale della situazione che costituisce più
una strategia di disimpegno che una guida realmente utilizzata, cioè un valore” (Abbruzzese S. in Pollini G., Pretto A.,
Rovati G. 2012, p. 275).
42
43Rispetto
17
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
 Quelli che “stanno nel mezzo” (indice di religiosità ecclesiale medio)
Indice di religiosità ecclesiale MEDIO
Italia (42,7%; N=649)
44Europa
(42,1% , N=28450)
Età
35-50 anni (32,4%), 25 – 34 anni (17%)
35-50 anni (29,9%)
Sesso
Maschio (48,7%) 45; Femmina (51%)
Femmina (54,7%)
Percorsi:
Divorziati e separati (5,5%) 46; Coniugati
(58%) 47; Lat (9%) 48
Coniugati (55,3%); LAT (5,0%)
Grado di istruzione
Dimensione comune in cui vive
Superiori (45,3%)
5-20.000 (31,5%)
Superiori (48%)
meno di 5.000 ab. (29,6%), oltre 500.000
(11,9%)
Vive con i genitori?
Vive con il partner?
Vive con i figli?
Numero figli?
Età primo figlio avuto
Sì (24,8%) 49
Sì (61,9%) 50
Sì (48,9%) 51
Un figlio (19,5%), due figli (33,3%)
18–34 anni (22,7%)
Sì (23,5%)
Sì (60,8%)
Sì (47,6%)
Due figli (23,7%)
6–17 anni (17%), oltre 34 anni (22,5%)
Condizione occupazionale
Lavora part time (8,3%), full time (32%)
Disoccupato (10,7%), part time (6%),
casalinga (8,3%)
Indice di secolarizzazione
Importanza Religione
Medio – basso (49,8%)
Abbastanza importante (57,4%)
Medio-basso (49,8%); Medio-alto (22,3%)
Abbastanza importante (44,4%)
Trae conforto e forza dalla
religione?
Importanza Dio in propria vita
Fiducia nella Chiesa
Lei si considera..
Sì (72,4%), Non sa (9,2%) 52
Abbastanza importante (51,4%)
Abbastanza (51,6%), Poca (25,2%)
Una persona religiosa (93,9%)
Sì (74,6%)
Abbastanza importante (40,9%)
Abbastanza (44,3%), Molta (23%)
Una persona religiosa (83,1%)
Non c’è una sola religione vera, ma tutte
le grandi religioni contengono alcune
verità fondamentali (44,3%) 53
C’è una sola religione vera, ma anche le
altre contengono alcuni elementi di verità
(31,1%), c’è una sola religione vera
(25,3%)
Non sa (18,9%)
Non sa (14,2%), No (47,8%)
Non sa (14,5%)
Non sa (18,7%), No (49,8%)
Sì (50,3%)
Sì (42,3%)
Sì (67%)
Sì (27,7%)
Piuttosto importante (38,3%)
Piuttosto importante (46%)
Piuttosto importante (35,4%)
Avere figli: molto importante (68,65)
Lei pensa che…
La Chiesa risponde
adeguatamente a:
Interrogativi morali
Problemi vita familiare
Bisogni spirituali
Bisogni sociali Italia/Paese
Importanza per il matrimonio:
stesse idee religiose
tempo per amici e hobby
44Gli intervistati appartengono a Chiesa ortodossa (31,8%); Cattolica Romana (32,8%), Musulmana (12%) e Protestanti
(11,8%)
45 Media Maschio 47,9%; Femmina 52%
46 Media 4,7%
47 Media 57%
48 Media 8,5%
49 Media 23,3%
50 Media 60,5%
51 Media 47,6%
52 Dato sopra la media (=6,3%)
53 Media generale=38,4%
18
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Matrimonio istituzione
sorpassata?
Disaccordo (78,2%)
Disaccordo (78,5%)
E’ giusto convivere?
D’accordo (41,8%)
D’accordo (36,9%), né d’accordo né
contrario (17,7%)
Raramente (28,6%)
Raramente (31,1%)
Raramente (31,4%)
Raramente (29,4%), no mai (35%)
Raramente (38,1%)
Raramente (36,5%), no mai (35%)
No mai (77,9%)
No mai (50,9%)
Giustifica:
praticare eutanasia
divorziare
abortire
uso di marijuana e hashish
comportamenti omosessuali
applicare pena di morte
Frequenza funzioni religiose A
12 anni
Quanto importante nella sua vita
la famiglia
Quanto importante nella sua vita
amici e conoscenti
Quanto importante nella sua vita
il lavoro:
Mi metto in rapporto con il
divino a modo mio
Non possono esserci dei principi
assolutamente chiari per stabilire
cosa è bene e cosa è male. Ciò che
è bene e ciò che è male dipende
completamente dalle circostanze
concrete di un dato momento
Raramente (22,7%)
1 volta a sett o più (78,3%)
Solo festività (35,1%), 1-3 volte al mese
(10,5%), una volta o più a settimana (34%)
Molto importante (91,3%) 54
Molto importante (85,8%)
Abbastanza importante(56,7%)
Molto importante (64,8%) 55
Molto importante (59,5%)
Molto (18,9%)
Abbastanza (21,2%), molto (25,5%)
D’accordo (33,1%)
Esistono dei principi assolutamente chiari
per stabilire cosa è bene e cosa è male
(29,2%)
Questo gruppo è caratterizzato da un indice di religiosità medio e da un indice di
secolarizzazione medio-basso. Sono coloro che, potremmo dire, “stanno nel mezzo”, ovvero non
sono totalmente lontani dalla Chiesa ma neppure mostrano una fede radicata.
Si tratta, da una parte, di giovani (25 – 34 anni, 17%) che vivono con i genitori, dall’altra di adulti
35-50 anni (32,4%), con figli (uno o due figli).
L’adesione alla religione sembra solo formale, probabilmente accettata acriticamente in quanto
trasmessa dai genitori (la frequenza alle funzioni durante l’adolescenza è infatti abbastanza
elevata), ma sembra mancare in tali intervistati una riflessione sul senso e sul significato concreto
della fede.
Benché venga riconosciuto il valore del matrimonio (disaccordo con l’affermazione “il matrimonio
è una istituzione sorpassata”, 78,2%), emerge un’accettazione acritica di alcuni comportamenti
(divorzio, aborto, convivenza). Nei percorsi si riscontra la presenza di questo gruppo, seppur con
variazioni minime rispetto alla media, nei separati e divorziati, nei coniugati ed anche nei celibi-nubili
con relazione stabile di coppia.
Le differenze rispetto al contesto italiano ed europeo emergono soprattutto sul piano strutturale:
gli europei sono per lo più donne, con figli più piccoli (6 – 17 anni) o più grandi (oltre 34 anni)
rispetto agli italiani, frequentavano più assiduamente le funzioni religiose da giovani e
valorizzano maggiormente la presenza dei figli nella relazione matrimoniale.
54
55
In linea con la media (91%)
In linea con la media (63,8%)
19
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
I Paesi in cui la presenza di tale gruppo è significativa sono: Azerbaijan (3,6%); Armenia (3,2%);
Macedonia (3%); Serbia (3%); Portogallo (3%); Grecia (2,7%).
Indice di conformità nelle valutazioni etiche-morali
Se l’indice di religiosità ecclesiale misura sostanzialmente la definizione del sé rispetto agli aspetti
religiosi, il secondo indice costruito, l’indice di conformità etica-morale, consente di valutare
l’adesione concreta alle norme etiche e morali proposte dalla Chiesa, valutando quindi anche sul
piano pratico la condivisione dell’insegnamento cattolico.
Dall’incrocio di tali indici possiamo identificare, nel contesto italiano, tre differenti tipologie, che
vale la pena di menzionare:
1. Bassa religiosità ecclesiale/Bassa conformità etica-morale (Italia: 14,2%, N= 216). Si tratta di
coloro che considerano se stessi come persone non religiose, non sono credenti e
conseguentemente non aderiscono alle norme ed ai valori cattolici. L’analisi di cluster
evidenzia che di fatto questo gruppo mostra orientamenti molto vicini a quelli già
individuati e ampiamente analizzati per coloro che hanno un basso indice di religiosità
ecclesiale (I più lontani dalla religione).
2. Alta religiosità ecclesiale/Alta conformità etica-morale (Italia: 22,8%, N= 347). Gli orientamenti
di questo gruppo si avvicinano molto a quanto già evidenziato per coloro che hanno un
alto indice di religiosità (I religiosi).
3. Alta e media religiosità ecclesiale/Bassa conformità etica (Italia: 16,6% N= 253). Quest’ultimo
gruppo è rappresentato da coloro che formalmente si definiscono credenti ma di fatto non
aderiscono oppure solo in parte agli insegnamenti cattolici. Essi si considerano persone
religiose (92,1%), ritengono la religione abbastanza importante (61%) nella propria vita ed
hanno abbastanza fiducia nella Chiesa (47,5%) e dichiarano di ricevere conforto e forza
dalla religione (72%); manifestano anche la propensione a giustificare il divorzio (64,9% 56),
l’aborto (46,7% 57), la convivenza (43,6%), fare l’inseminazione artificiale (53,9%) e in alcuni
casi anche utilizzare droghe (raramente 53,4%), avere relazioni extraconiugali (60%) e
relazioni con partner occasionali (48,9%) e fare esperimenti scientifici su embrioni umani
(raramente 43,1%). Dal punto di vista strutturale, tali orientamenti sono rintracciabili
soprattutto nei giovani (25 – 34 anni, 25,4%; media 15%), senza figli (43,5%, media 30,9%) e
nel percorso dei celibi-nubili (38,4%, media 27%).
3. Considerazioni conclusive
Come emerso dall’’analisi dei cluster rispetto all’indice di religiosità ecclesiale e all’indice di
conformità etica-morale, la distinzione è netta tra coloro che abbiamo definito i più lontani dalla fede
(anche sul piano morale) ed i più religiosi.
Per quanto riguarda il legame tra insegnamenti della Chiesa cattolica e atteggiamenti morali delle
persone, vale la pena di ricordare che questa è di fatto una questione di non facile discernimento e
ampiamente dibattuta (Castegnaro 2010, Lanzetti 2011) e riguarda la declinazione di alcuni valori
trasmessi dall’insegnamento cattolico in principi e regole di comportamento morale. In altre
parole, se da una parte si accettano e si professano i valori cui la dottrina cattolica si ispira (il
valore della vita umana in ogni sua forma, il rifiuto dell’aborto e dell’eutanasia, la valorizzazione
del matrimonio come legame stabile e duraturo…), dall’altra vengono giustificati alcuni
comportamenti non conformi all’insegnamento della Chiesa Cattolica. Per una disamina più
approfondita di questo punto si rimanda all’analisi di Lanzetti (2012) sui medesimi dati EVS, in cui
emerge una differenza sostanziale tra praticanti e non praticanti.
Di fatto oltre ad una differenza sul piano valoriale, emerge anche una differenziazione strutturale:
i più religiosi sono le persone adulte o over 66 anni, coniugati e con una famiglia numerosa, in essi
56
57
Decisamente sopra la media (40,3%)
Media 24,5%
20
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
è rintracciabile anche una maggiore solidarietà familiare. I giovani e chi non ha ancora figli sembrano
invece i meno religiosi; benché occorre osservare la presenza di una area “di mezzo” caratterizzata
da giovani adulti, probabilmente alle prime esperienze di genitorialità per i quali la fede
rappresenta un elemento della definizione del sé (persona religiosa), ma non manifestano una
adesione etica e morale marcata come gli over 66, che può verosimilmente essere interpretata come
una tendenza ad interpretare e rielaborare personalmente il sentimento religioso soprattutto sul
piano pratico/comportamentale.
Riferimenti Bibliografici
Amato P., Booth A.(1997), A Generation at Risk: Giving Up in an Era of Family Upheaval, Harvard University
Press, Cambridge.
Amato P. et al. (2007), Alone Together: How Marriage in America is Changing, Harvard University Press,
Cambridge.
Archer M. (2000), Being Human: The problem of Agency, Cambridge University Press, Cambridge tr. it.(2007),
Essere umani. Il problema dell’agire, Marietti, Genova-Milano.
Archer M.(2003), Structure, Agency and the Internal Conversation, Cambridge University Press, Cambridge.
Arosio L. (2008), Sociologia del matrimonio, Carocci, Roma.
Bauman Z. (2006), Amore liquido. Sulla fragilità dei legami affettivi, Laterza, Napoli.
Beck U., Beck Gernsheim E. (1996), Normale caos dell’amore, Bollati Boringhieri, Torino.
Bengtson Vern L., Biblarz T.J, Roberts R. E. L. (2002), How Families Still Matter: A Longitudinal Study of Youth
in Two Generations, Cambridge University Press, New York.
Blankenhornm D., Bayme S., Elshtain J.B. (1990), Rebuilding the Nest: A New Commitment to the American
Family, Family Service Association, Milwaukee.
Bramlett M.D., Mosher W.D. (2002), “Cohabitation, Marriage, Divorce, and Remarriage in the United States”,
in Vital Health Stat., National Centre for Health Statistics, 23(22).
Bryant C.M., Conger R.D. (1999), “Marital success and domains of social support in long-term relationships:
Does the influence of network members ever end?”, in Journal of Marriage and the Family, 61, pp. 437-450.
Campanini G. (2000), “Matrimonio”, in Scabini E., Rossi G. (Eds.), Dono e perdono nelle relazioni familiari
e sociali, Studi Interdisciplinari sulla Famiglia 18, Vita e Pensiero, Milano, pp.31-41.
Casper L. M., Bianchi S.M. (2002), Continuity and Change in the American Family, Thousand Oaks, Sage, CA.
Cavell S. (1981), Pursuit of Happiness. The Hollywood Comedy of Remarriage, Harvard University Press,
Cambridge Mass.
Castegnaro A. (2008), Religione in stand by. Indagine sulla religiosità dei giovani nella Diocesi di Trieste,
Marcianum Press, Venezia.
Cesareo, V., Cipriani, R., Garelli, F., Lanzetti, C., Rovati, G., La religiosità in Italia, Mondadori, Milano, 1995.
Cherlin A.J. (2004),“The deinstitutionalization of American marriage”, in Journal of Marriage and the Family,
66, pp. 848-861.
21
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Cigoli V., Scabini E. (2006a), Family Identity. Ties, Symbols and Transitions, Lawrence Erlbaum Associates,
Mahwah NJ.
Cigoli V., Scabini E. (2006b), “Relazione familiare la prospettiva psicologica”, in Scabini E., Rossi G. (Eds.) Le
parole della famiglia, Studi Interdisciplinari sulla Famiglia 21,Vita e Pensiero, Milano, pp. 13-46.
Dollahite D.C., Marks L.D., Goodman M. (2004), “Families and religious beliefs, practices, and communities:
Linkages in a diverse and dynamic cultural context”, in Coleman M., Ganong L.H. (Eds.), The handbook of
contemporary families: Considering the past, contemplating the future, Sage, Thousand Oaks, CA.
Donati P. (2012) (a cura di), La relazione di coppia oggi. Una sfida per la famiglia - Rapporto Cisf 2011 sulla
famiglia in Italia, Erickson.
Garelli F. (2001), Religione all'italiana. L'anima del paese messa a nudo, Il Mulino, Bologna.
Garelli F., Guizzardi G., Pace E. ( 2003 ), Un singolare pluralismo. Indagine sul pluralismo morale e religioso degli
italiani, Il Mulino, Bologna.
Giddens A. (1991), Modernity and Self-Identity. Self and Society in the Late Modern Age, Polity Press,
Cambridge, tr. it.(1999), Identità e società moderna, Ipermedium libri, Napoli.
Giddens A. (1992), The Transformation of Intimacy, Polity Press, Cambridge, tr. it.(1995), Le trasformazioni
dell’intimità. Sessualità, amore ed erotismo nelle società moderne, Il Mulino, Bologna.
Giddens A. (1999), Runaway World. How Globalization is Reshaping our Lives, Profile Books, London, tr.
it.(2000), Il mondo che cambia. Come la globalizzazione ridisegna la nostra vita, Il Mulino Bologna.
Grassi R., 2006, Giovani, religione e vita quotidiana. Un’indagine dell’Istituto Iard per il Centro di
Orientamento Pastorale, Il Mulino, Bologna.
Kaufmann J.C.(1993), Sociologie du couple, Presses universitaires de France, Paris, tr. it. (1996), La vita a due.
Sociologia della coppia, Il Mulino, Bologna.
Kaufmann J.C. (1999), La femme seule et le Prince charmant. Enquêtesur la vie en solo, Nathan, Paris, tr. it. (2000),
C’era una volta il Principe Azzurro. Donne che vivono da sole, ma non smettono di sognare, Mondadori,
Milano.
Kaufmann J.C. (2007), Agacements: les petites guerres du couple, Armand Colin, Paris, tr. it. (2008), Baruffe
d’amore: le piccolo guerre di coppia, Il Mulino, Bologna.
Kiernan K. (2002), “Redrawing the boundaries of Marriage”, in Journal of Marriage and the Family, 66, pp. 980987.
Lanzetti C., "La religiosità in Italia: ascesa o declino?", in Giancarlo Rovati [a cura di], Uscire dalle crisi. I valori
degli italiani alla prova, Vita e Pensiero, Milano 2011, pp. 181-229.
Lehrer E. L. (2003), “The economics of divorce”, in Grossbard-Shechtman S. A. (Ed.), Marriage and the
Economy: Theory and Evidence from Advanced Industrial Societies, Cambridge University Press, Cambridge, pp.
55–74.
Levi-Strauss C. (1967), Les structures élémentaires de la parenté, La Haye, Paris.
Malinovsky B.(1927), Sex and Repression in Savage Society, Kegan, Paul, London, tr. it. (1967), Sesso e
repressione sessuale tra i selvaggi, Bollati Boringhieri, Torino.
22
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Mahoney A. et al. (2001), “Religion in the home in the 1980’s and 1990’s: A meta-analytic review and
conceptual analysis of links between religion, marriage, and parenting”, in Journal of Family Psychology, 15,
pp.559-596.
Pollini G., Il valore della famiglia e del matrimonio tra individualizzazione e solidarietà, in G. Rovati (a cura
di), Uscire dalle crisi. I valori degli italiani alla prova, Milano: Vita e Pensiero, 2011, p. 109-142.
Popenoe D. (1993), “American family decline, 1960-1990”, in Journal of Marriage and the Family, 55, pp.527555
Rossi G.(2011), Legami e percorsi di coppia: le trasformazioni della coniugalità in Italia, in Rovati G., (a cura
di), Uscire dalle crisi. I valori degli italiani alla prova. Vita&Pensiero, Milano.
Rossi G. Legami e percorsi di coppia: le trasformazioni della coniugalità in Europa, in Pollini G., Pretto A.,
Rovati G. (a cura di), 2012, L’Italia nell’Europa: i valori tra persistenze e trasformazioni, FrancoAngeli,
Milano.
Scabini E.(2000),“Parent-Child Relationship in Italian Families: Connectendess and Autonomy in the
Transition to Adulthood”, in Psicologia: Teoria e Pesquisa, 16, 1, pp.23-30.
Scabini E., Rossi G. (2000), (Eds.), Dono e perdono nelle relazioni familiari e sociali, Studi Interdisciplinari sulla
famiglia 18, Vita e Pensiero, Milano.
Scanzoni J. (2001), “From the Normal Family to Alternate Families to the Quest for Diversity with
Interdipendence”, in Journal of Family Issues, 22, pp. 688-710.
Taylor C. (2009), L’età secolare, Ed. Feltrinelli.
Waite L., Gallagher M. (2000), The Case for Marriage: Why Married People Are Happier, Healthier, and Better Off
Financially, Doubleday, New York.
Wilson J.Q ( 2002), The Marriage Problem, HarperCollins, New York.
23
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
ALLEGATO 1
Indice di religiosità ecclesiale: misura la religiosità dichiarata dagli individui ed è costruito con i
seguenti items:
• Attualmente Lei si riconosce in qualche fede religiosa che si esprime anche in una organizzazione
religiosa (comunità o chiesa)?(v105 )
• Escludendo alcuni riti religiosi come i matrimoni, i funerali e i battesimi, ogni quanto frequenta le
funzioni religiose attualmente? (v109 )
• Quali di queste affermazioni si avvicina di più al Suo modo di pensare?(v125)
o A. Esiste un Dio personale e creatore che ama l’essere umano
o B. Esiste una qualche forma di spirito o di forza vitale
o C. Non so proprio cosa pensare
o D. Penso che in realtà non esista nessun tipo di spirito o Dio o forza vitale
• Lei personalmente pensa che sia importante celebrare con rito religioso qualcuno dei seguenti eventi?
Nascita, Morte Matrimonio(v111 v112 v113 )
• Lei crede che esista: Dio, la vita dopo la morte, l’Inferno, il Paradiso, il Peccato originale (V119 –
123)
• Quale importanza ha Dio nella sua vita? (r129 )
• Con quale frequenza prega Dio, al di fuori delle funzioni religiose? (v132)
• Svolge attività di volontariato per Organizzazioni religiose o ecclesiali (v29r)
Indice di conformità etica-morale: misura la conformità con alcuni comportamenti e regole etiche
professate dalla Chiesa ed è costruito con le seguenti variabili:
Giustifica:
• Usare marijuana o hashish(v236 )
• Avere una relazione extraconiugale(r238 )
• Tenere comportamenti omosessuali(r240)
• Abortire(r241)
• Divorziare(r242)
• Porre fine alla vita di un malato inguaribile (eutanasia)( v243)
• Avere relazioni sessuali con partner occasionali(r246)
• Prostituirsi(v248)
• Fare esperimenti scientifici su embrioni umani(v249)
• Fare inseminazione artificiale o fertilizzazione in provetta(v251)
• Applicare la pena di morte(v252).
•
Indice di secolarizzazione: misura la perdita di rilevanza della dimensione religiosa nell’orientare
praticamente l’esistenza.
•
•
Quanto, nella Sua vita, è importante la Religione?(v6)
Escludendo alcuni riti religiosi come i matrimoni, i funerali e i battesimi, ogni quanto frequenta le
funzioni religiose attualmente? (v109 )
24
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
•
Quali di queste affermazioni si avvicina di più al Suo modo di pensare?(v125)
o A. Esiste un Dio personale e creatore che ama l’essere umano
o B. Esiste una qualche forma di spirito o di forza vitale
o C. Non so proprio cosa pensare
o D. Penso che in realtà non esista nessun tipo di spirito o Dio o forza vitale
25
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
I percorsi di coppia in Italia ed Europa 58
Coniugati (percorso 1)
APPENDICE
Italia (57%, N=867)
Profilo strutturale
Europa (53%, N=36097)
- Età
35 - 50 anni(37,9%);
51 - 65 anni (30,7%)
35 – 50 anni (38,3%);
51 – 65 anni (28,5%)
- Reddito
Medio-alto (15,1%)
Medio-alto (12,4%)
- Grado di istruzione
Basso (44,6%)
Alto (24,2%)
- In famiglia vive con i figli?
Sì(68,8%)
Sì (65,9%) 59
- Classe d’età del primo figlio
18 – 34 anni (31,8%); 6 – 17 anni (19,8%)
18 – 34 anni (33,8 %); 6 – 17 anni (24,1 %)
- Ha un lavoro retribuito?
Sì (57,4%)
Sì (55, 7%)
- Occupazione dell’intervistato
Casalinga (13,2%)
- Professione del coniuge/
partner
Imprenditori /liberi professionisti
(23,7%)
Orientamenti culturali
- Quanto è importante nella sua vita:
Lavoro
Famiglia
Amici e conoscenti
Politica
Religione
- Giustifica il divorzio?
- E’ capitato il divorzio dei propri genitori?
E’ giusto che due persone convivano senza
essere sposati?
- Il matrimonio è un’istituzione sorpassata?
- Pensa che sia importante celebrare con rito
religioso:
- la nascita,
- il matrimonio,
- la morte
- E’ importante per il matrimonio: avere figli?
- Soddisfazione delle propria vita attuale
- In complesso lei è soddisfatto o insoddisfatto
del suo lavoro?
In dipendentemente dal fatto che lei vada o non
vada in chiesa lei considera
- una persona religiosa?
- una persona non religiosa
- un ateo convinto
Molto importante (94,6%)
Abbastanza importante (59,8%)
Molto importante (61,8 % )
Molto importante (90%)
Abbastanza importante (48,2%)
No, mai (26,8%)
No (96,7%)
No, mai (22,5%)
No (93,6%)
Contrario (15,9%)
Disaccordo (81,1%)
Contrario (14,8)
Sì (83,9%)
Sì (72,5%)
Molto importante (68,2%)
Molto importante (70,1%)
Molto soddisfatto (54,5%)
Molto soddisfatto (53,4%)
Molto soddisfatto (31,4%)
Soddisfatto (30,7%)
Una persona religiosa (85,9%)
Una persona religiosa (71,6%)
Disaccordo (93,6%)
58 E’ qui riportata una dettagliata articolazione dei percorsi, attraverso la procedura di cluster analysis che consente di
rintracciare le caratteristiche che descrivono in modo significativo ogni percorso. Sono state inserite in analisi 116
variabili presenti nel questionario European Values Study (con 607 modalità associate). Per ulteriore approfondimento si
rimanda a Rossi G. in Rovati G. (2011) e Rossi G. in Pollini G., Pretto A., Rovati G. (2012)
59 Percentuale di gran lunga superiore alla media (45,4%).
26
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
Conviventi (percorso 2)
- Età
- Stato civile
Italia (4,6%, N=71)
Profilo strutturale
25 - 34 anni (27,5%), 35 - 50 anni (46,7%)
Separati/divorziati (32%); celibi/nubili
(63%)
- Grado di istruzione
Europa (5,9%, N=3970)
25 - 34 anni (37,6%)
Separati/divorziati (23,2%); celibi/nubili
(69,4%)
Medio - alto (medio 50,3%, alto 28,8%)
- Ha un lavoro retribuito?
Si (80,2%)
Sì (70,8%)
- Occupazione dell’intervistato
Lavora 30 o più ore settimanali (58,3%)
Lavora 30 o più ore settimanali (57,5%)
- Professione del
coniuge/partner
Lavoro autonomo (15,2%),
operaio (19,4%),
disoccupati (8,9%)
- Quanto è importante nella sua vita:
Lavoro
Famiglia
Amici e conoscenti
Politica
Religione
Orientamenti culturali
Molto importante (73.6%)
Abbastanza importante (36.3%)
Abbastanza importante (15.4%)
Molto importante (48,7%)
Per niente importante (22,8%)
Non importante (33.1%)
- E’ giusto che due persone convivano senza
essere sposati?
- Giustifica il divorzio?
- E’ capitato il divorzio dei propri genitori?
- Giustifica l’aborto?
- Giustifica comportamenti omosessuali?
- Approva il fatto che una donna senza una
relazione stabile voglia avere un figlio?
Decisamente d’accordo (55,2%)
Decisamente d’accordo (57,6%)
Sì (62,5%)
Sì (9,9%)
Sì (40,3%)
Sì (35%)
Sì (58,3%)
Sì (19,2%)
Sì (45,5%)
Sì (45,3%)
Sì (52,1%)
Sì (56,5%)
- Il matrimonio è un’istituzione sorpassata?
D’accordo (52,5%)
D’accordo (34,3%)
- Elementi che favoriscono che favoriscono la
riuscita di un matrimonio 60
Disponibilità a discutere i
problemi (molto importante
89,2%); fedeltà (piuttosto
importante 20,4%); intesa
sessuale (molto importante
75,7%)
Disponibilità a discutere i problemi
(molto importante 76,6%); intesa
sessuale (molto importante 65,3%);
non vivere con i suoceri (molto
importante 50%), avere tempo per
amici e hobby (molto importante
50,3%); condivisione delle faccende
domestiche (molto importante 46%)
- E’ importante per il matrimonio: avere figli?
Non molto importante (22,5%)
60 La formulazione della domanda recita: le mostro un elenco di cose che, secondo alcuni, favoriscono la riuscita di un
matrimonio. Mi dica per ciascuna se secondo lei è molto importante, piuttosto importante, o non molto importante per la
riuscita di un matrimonio: Fedeltà; Reddito adeguato; Essere della stessa origine sociale; Condividere le stesse idee
religiose; Abitazione confortevole; Condividere le stesse idee politiche; Non vivere con i suoceri; Intesa sessuale;
Condividere i lavori (faccende) di casa; Avere figli; Disponibilità a discutere sui problemi che sorgono tra marito e
moglie; Avere del tempo per i propri amici e per le proprie attività personali e hobby; Essere della stessa origine etnica.
27
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
- In dipendentemente dal fatto che lei vada o
non vada in chiesa lei considera
- una persona religiosa?
- una persona non religiosa
- un ateo convinto
- Si riconosce in qualche fede religiosa?
- Ritiene che la chiesa possa dare risposta ai
problemi della vita familiare?
Persona non religiosa (23,20%)
Ateo convinto (12,5%)
Persona non religiosa (37,8%)
No (46,9%)
No (61,6%)
No (40,3%)
Separati e Divorziati (percorso 3)
Italia (4,7%, N=71) 61
Europa (7,9% N, =5360)
- Età
Profilo strutturale
51 – 65 anni (46,8%)
51 – 65 anni (34,6%); 35 – 50 anni (41,8%)
- Attualmente Convivente
Sì (31,7%)
- Grado di istruzione
medio – alto (medio: 48,4%; alto 25%)
- Età del primo figlio avuto?
18 – 34 anni (49,1%)
- Ha un lavoro retribuito?
Sì (74,4%)
Sì (62,4%)
- Occupazione dell’intervistato
Lavora per 30 o più ore settimanali
(49,3%)
Imprenditore/libero professionista
(37,7%)
Orientamenti culturali
- Quanto è importante nella sua vita:
Lavoro
Famiglia
Amici e conoscenti
Politica
Religione
Lavora per 30 o più ore settimanali
(49,9%)
Abbastanza importante (18,4%)
Non importante (27%)
Per niente importante (25,3%)
- E’ giusto che due persone convivano senza
essere sposati e?
- Giustifica il divorzio?
- E’ capitato il divorzio dei propri genitori?
- Giustifica l’aborto?
- Giustifica comportamenti omosessuali?
- Approva il fatto che una donna senza una
relazione stabile voglia avere un figlio?
Decisamente D’accordo (35,7%)
Decisamente d’accordo (39,7%)
Sì(63,6%)
Sì (7,9%)
Sì (34,5%)
Sì (35,2%)
Sì (58,3)
Sì (12,6%)
Sì (37,7%)
Sì (32,9%)
Sì (49%)
Sì (55,8%)
- Il matrimonio è un’istituzione sorpassata?
D’accordo (41,8%)
D’accordo (33,1%)
- Pensa che sia importante celebrare con rito
religioso:
- la nascita,
- il matrimonio,
No (34,9%)
61 In Italia sono state registrate 1,4 separazioni per mille abitanti nel 2009. Nonostante il fenomeno sia in crescita (nel 2010
le separazioni sono state 88.191 e i divorzi 54.160; rispetto all'anno precedente le separazioni hanno registrato un
incremento del 2,6% mentre i divorzi un decremento pari a 0,5%), l’Italia si pone in risalto nel contesto europeo per una
quota di divorzi particolarmente esigua (0,9 ogni mille abitanti nel 2009) seguita solo dall’Irlanda. (Istat 2012, Noi Italia,
p.54).
28
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
- la morte
- Elementi che favoriscono che favoriscono la
riuscita di un matrimonio
- E’ importante per il matrimonio: avere figli?
- In complesso lei è soddisfatto o insoddisfatto
del suo lavoro?
- In dipendentemente dal fatto che lei vada o
non vada in chiesa lei considera
- una persona religiosa?
- una persona non religiosa
- un ateo convinto
- Si riconosce in qualche fede religiosa?
Celibinubili (percorso 4)
- Età
Fedeltà (piuttosto importante
20,6%);
Intesa sessuale (molto importante
62,2%); non vivere con i suoceri
(molto importante 50,6%); avere
tempo per amici e hobby (molto
importante 46,5%); abitazione
confortevole (piuttosto importante
48,5%); reddito adeguato (piuttosto
importante 44,7%)
Non molto importante (17,9%)
Abbastanza soddisfatto (32,5%)
Ateo convinto (11,1%)
Molto soddisfatto (40,0%)
Persona non religiosa (29,5%)
No (33,9%)
No (26,3%)
Italia (27,1%, N=412)
Europa (26,4% = 17798)
Profilo strutturale
18 – 24 anni (26,3%); 25-34 anni (39,2%)
18 – 24 anni (39,3%) ; 25 – 34 anni (35,1%)
- Attualmente in relazione
stabile di coppia
- Attualmente conviventi
Sì (31,2%)
- Grado di istruzione
Medio – Alto (medio 57,1%; alto 23,1%)
Medio (54,3%)
- Vive con i figli?
No (91,3%)
No (85,9%)
- Ha un lavoro retribuito?
Sì (56,7%)
Sì (54,9%)
- Occupazione dell’intervistato
Studenti (19,4%)
Disoccupati/inabili(13,8%)
Sì (10,8%)
- Quanto è importante nella sua vita:
Lavoro
Famiglia
Amici e conoscenti
Politica
Religione
- E’ giusto che due persone convivano senza
essere sposate?
- Giustifica il divorzio?
- E’ capitato il divorzio dei propri genitori?
- Giustifica l’aborto?
- Giustifica avere comportamenti omosessuali?
- Giustifica avere relazioni sessuali con partner
occasionali?
- Approva il fatto che una donna senza una
relazione stabile voglia avere un figlio?
Orientamenti culturali
Abbastanza importante (13,2%)
Molto importante (53,2%)
Molto importante (54,1%)
Non importante (20,6%)
Per nulla importante (22,6%)
Decisamente D’accordo (24,3%)
Decisamente d’accordo (38,6%)
Sì (51,3%)
Sì (5,8%)
Sì (31,5%)
Sì (38%)
Sì (33,8%)
Sì (48,6%)
Sì (39%)
Sì (51%)
Sì (34,6%)
Sì (33,7%)
Sì (26,6%)
29
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
- Il matrimonio è un’istituzione sorpassata?
- Pensa che sia importante celebrare con rito
religioso:
- la nascita,
- il matrimonio,
- la morte
- Elementi che favoriscono che favoriscono la
riuscita di un matrimonio
D’accordo (22,7%)
D’accordo (26,4%)
No (26%)
Avere tempo per amici e hobby
(molto importante 45,4%);
intesa sessuale (molto importane
70,7%); non vivere con i suoceri
(molto importante 50,6%);
condividere le faccende
domestiche (molto importante
45,1%); discutere i problemi
(molto importante 84,7%); avere
la stessa origine sociale (non
molto importante 71,5%)
Discutere i problemi (importante
72,1%); intesa sessuale (molto
importante 64,2%); avere tempo per
amici e hobby (molto importante
51,9%); disponibilità a discutere dei
problemi (molto importante 72,1%);
avere una abitazione confortevole
(piuttosto importante 47%); non
vivere con i suoceri (molto
importante 44,2%); condividere le
idee religiose (non molto importante
44,1%); condividere la medesima
origine
sociale
(non
molto
importante 45,8%)
Piuttosto importante (33,4%), Non
molto importante (13,6%)
Piuttosto importante (31,3%)
Non è necessario (48,3%)
Non sa (7,8%)
- Trae conforto o forza dalla religione
- Ritiene che la chiesa possa dare risposte a
problemi della vita familiare?
No (36,7%)
No (55,6%)
No (41,8%)
No (52,4%)
- In dipendentemente dal fatto che lei vada o
non vada in chiesa lei considera
- una persona religiosa?
- una persona non religiosa
- un ateo convinto
Persona non religiosa (15,7%)
Persona non religiosa (29%)
No (25,5%)
No (30,3%)
Acquisire nuove abilità (66,3%);
avere un lavoro interessante
(71,6%); avere molte ferie
(26,4%); avere un uguale
trattamento (63%)
Guadagno (85,5%); condividere il
lavoro con colleghi simpatici
(77,7%); avere un lavoro interessante
(70,9%); avere un buon orario
(57,9%), non essere sotto pressione
(47,5%)
- E’ importante per il matrimonio: avere figli?
- Una donna per essere realizzata deve
necessariamente avere figli?
- Si riconosce in qualche fede religiosa?
- Sul versante professionale è importante:
Celibinubili con relazione stabile di coppia – LAT (percorso 4.1)
Italia (8,5%; N=129)
Europa (5,1% = 3440 casi)
- Età
Profilo strutturale
18 – 24 anni (33,7%); 25 – 34 anni (52,5%)
25 – 34 anni (39,4%)
- Grado di istruzione
Medio – alto (medio 58,4; alto 31,5%)
Medio – alto (medio 55,1%; alto 29,4%)
- Reddito
Medio (47,6)
Medio (26,2%)
30
Famiglia, valori e religione in Europa – G. Rossi
- Vive con i figli?
No (95,6%)
No (88,3%)
- Ha un lavoro retribuito?
Sì (57,8%)
Sì (60,2%)
- Occupazione dell’intervistato
Studenti (26%)
Disoccupati/inabili (12,5%)
Lavora per 30 o più ore settimanali
(47,9%)
- Quanto è importante nella sua vita:
Lavoro
Famiglia
Amici e conoscenti
Politica
Religione
- E’ giusto che due persone convivano senza
essere sposate?
- Giustifica il divorzio?
- - Giustifica l’aborto?
- Giustifica avere comportamenti omosessuali?
- Giustifica avere relazioni sessuali con partner
occasionali?
- Elementi che favoriscono che favoriscono la
riuscita di un matrimonio
- Trae conforto o forza dalla religione?
- Ritiene che la chiesa possa dare risposte a
problemi della vita familiare?
- In dipendentemente dal fatto che lei vada o
non vada in chiesa lei considera
- una persona religiosa?
- una persona non religiosa
- un ateo convinto
Orientamenti culturali
Abbastanza importante (37,9)
Molto importante (61,3%)
Decisamente d’accordo (23,7%)
Per niente importante (23,7%); non
importante (29,9%)
Decisamente d’accordo (41,8%)
Sì (52,9%)
Sì (30,8%)
Sì (46,3%)
Sì (32,9%)
Sì (53,2%)
Sì (37,3%)
Sì (39,3%)
Sì (33, 1%)
essere disponibili a discutere dei
problemi (molto importante 93 %),
avere tempo per amici e hobby
(molto importante 51,3%), non
vivere con i suoceri (molto
importante 57,8%);
avere la stessa origine sociale (non
molto importante 78,4%);
condividere le stesse idee religiose
(non molto importante 50,8%).
essere disponibili a discutere dei
problemi (molto importante 77%),
avere tempo per amici e hobby
(molto importante 55,4%); non
vivere con i suoceri (molto
importante 47,3%);avere figli
(piuttosto importante 31,9%)
intesa sessuale (molto importante
68,6%)
No (37,9%)
No (55,3%)
No (54,1%)
Persona non religiosa (14,4%)
- Si riconosce in qualche fede religiosa?
- Sul versante professionale è importante:
No (32,9%)
Acquisire nuove abilità (75,5%);
possibilità di iniziativa (62,7%),
avere un lavoro interessante
(75%)
31
Guadagno (85,5%); avere colleghi
simpatici (77,8%); avere un lavoro
interessante (71,8%); acquisire nuove
abilità (59,4%)