Il ragazzo di Rabbi che ama le brune

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Il ragazzo di Rabbi che ama le brune
GENTE
D'IMPRESA
Matteo
Mengon
Ventitré anni, figlio d'arte,
il 15 giugno si laurea
in agraria a fòdova,
fa il muratore d'estate
perpagarsi gii studi. E ha
idee chiare sulla zootecnia
M
atteo Mengon, 23 anni
allegri, portati giù
dalla Val di Rabbi fino
a Padova dove il 15
giugno prenderà la
laurea triennale in agraria, è una
delle migliori dimostrazioni che per
l'economia di montagna, in
Trentino, c'è ancora speranza.
Ecco un ragazzo quasi laureato che
non sogna di diventare funzionario
provinciale ma è pronto a seguire
senza frustrazione, anzi con
passione autentica, la vita e
l'azienda del padre tra le vacche da
latte, lassù sulle montagne.
Ci fotografi la vostra stalla, Matteo.
«Abbiamo 20 capi in lattazione: 15
brune alpine e, purtroppo, 5
frisone».
Non sarà mica razzista?
«No, è che io amo le brune, che
danno meno quantità (77-80
quintali invece che i 90-100 delle
frisone in 305 giorni di lattazione)
ma più qualità per il Trentingrana e
i nostri formaggi tipici, grazie alla Kcaseina».
Ma non tutti la pensano come lei.
«Gli allevatori dovrebbero mettersi
in testa che il reddito viene dai
formaggi, non dal latte, e quel che
perderebbero in quantità, lo
recupererebbero in prezzi».
Parla come un economista di Harvard.
«Studio queste cose qui. E aggiungo:
la bruna si adatta meglio alla
zootecnia di montagna (la frisona è
più difficile, a livello di arti e di
piedi) e legare il prodotto ad
un'unica razza migliorerebbe la
nostra immagine».
Torniamo ai prezzi: il grana non è mai
stato così bea pagato.
«SA, ha toccato gli 11 euro al kg, 1
euro in mezzo in più in un anno. Ma
non potrà durare a lungo. Noi però
dobbiamo migliorare il
management delle nostre aziende».
Provi a spiegarci come.
«Abbiamo un problema crescente di
ipofertilità, anche a causa della
sovraproduzione delle bovine: e se
l'inseminazione"non va a buon fine,
si altera la scansione delle
gravidanze (che durano 280 giorni)
e dei parti, che di norma
dovrebbero verificarsi tra
settembre - ffhita la stagione della
matga- e'dteembre. Non solo, a
causa dell'insufficiente
preparazione manageriale, ci sono
allevatori che non riconoscono il
calore, che arriva ogni 21 giorni. E
l'ipofertilità costa 3 euro al giorno».
E se non si riesce a ingravidare la
Il ragazzo di Rabbi
che ama le brune
vacca, che cosa succede?
«Dopo 4-5 tentativi a vuoti viene
riformata».
Un termine che ricorda la vecchia naja
ma che immagino sia un eufemismo.
«Beh sì, viene mandata anzitempo
al macello, mentre l'obiettivo
dell'allevatore è la rimonta interna
delle stesse vacche con seme del
toro della stessa razza, per
migliorare la qualità. Elevare la
longevità dell'animale, verso il
livello ideale di 4 parti in 8 anni di
vita, permetterebbe inoltre di
abbassare i costi aggiuntivi e di
aumentare il reddito dell'azienda.
Attualmente, la media delle
lattazioni è di 3 per le brune e di 2,5
per le frisone».
Più lunga vita alle vacche, insomma, e
allevatori più felici. Come arrivare a
questa doppia soddisfazione?
«Bisogna passare da un indirizzo
intensivo ad uno estensivo,
utilizzando meglio malga e pascolo,
passando dall'attuale 60% di
foraggio - 40% di concentrato, ad un
rapporto 80/20%. Abbassare la
produzione di 10 quintali e così
migliorare la fertilità e ottenere un
parto in più significa aumentare il
reddito: ma non tutti gli allevatori
l'hanno capito».
Più vacohe al pascolo non significa
anche prati conservati dall'avanzata
selvaggia del bosco, e dunque .
paesaggio più bello anche per i turisti,
come insegna la montagna sudtirolese?
«Certo che è così. E per valli come
quella di Rabbi, che è una delle
pochissime senza impianti di
risalita, il beneficio di immagine per
il turismo sarebbe inevitabile e
innegabile. Ma liberare le manze nei
prati non solo limiterebbe la
vegetazione infestante: il calpestìo
degli zoccoli consolida il terreno
del prato e riduce il rischio delle
frane».
Insomma, controindicazioni zero e
vantaggi tanti?
«Già, è il perfetto circolo virtuoso:
ambiente più tutelato, animali che
stanno meglio, meno
iperproduzìone, qualità maggiore
del latte, migliori formaggi, prezzi
più alti, maggiore reddito per gli
allevatori trentini».
Attento: è così convincente che nel
2013 magari le propongono
l'assessorato all'agricoltura... Ma prima
deve laurearsi, no?
«Io faccio lo studente di agraria e ho
l'intenzione di fare l'allevatore. Ma
non è sempre stato così, il mio
rapporto col mestiere paterno è un
po' paradossale».
In che senso, scusi?
«Nel senso che non sono di quei
giovani che fin da piccoli sognano
di fare il lavoro del papà. Io mio
papà lo seguivo in stalla quand'ero
all'asilo, ma poi dai tempi delle
elementari mi sono allontanato.
Finché, nell'estate dei miei 16 anni,
quando facevo il liceo linguistico a
Cles...».
Ha capito che la zootecnia dà più
soddisfazioni del tedesco...
«Sono stato fulminato sulla via di
Damasco da un lavoro estivo a
Sulzbach, 10 km da Francoforte, 120
vacche in lattazione, frisone di
pianura».
Ma sono le vacche che lei detesta!
«E invece mi hanno risvegliato la
passione che avevo nel sangue e
che adesso ha un primo traguardo
con la laurea in scienze e tecnologie
animali con una tesi sul valore
commerciale del blu belga, vitelli
meticci incrociati con bruna,
pezzata rossa e frisona».
Tornando alle brune, c'è un legame
psicologico che si crea tra V allevatore e
le sue manze e vacche, oppure sono
soltanto pezzi di capitale dell'azienda?
«L'allevatore il legame ce l'ha,
eccome. Le conosce una ad una ed
è orgoglioso delle migliori. E alla
fine, quando se ne vanno, caricate
sul camion, il distacco si sente, e a
qualche donna può scappare la
lacrima».
A lei no, mai?
«No, però quando ho salutato la
Gilda del Maztto Q\ «cognome» viene
dal toro padre), che aveva 13 anni,
qualcosa dentro l'ho sentito».
E adesso, qual è la sua preferita?
«La Giusy, 11 anni, che poi è la figlia
della Gilda».
Quando sarà allevatore a tempo pieno?
«Il papà Enrico è ancora giovane, ha
50 anni, e io devo finire la laurea
specialistica. C'è tempo. Mi
piacerebbe, quando comincerò a
occuparmi dell'azienda, passare
dalla stabulazione fissa a quella
libera. Intanto, d'estate faccio il
muratore, quando le vacche sono in
malga, per pagarmi gli studi».
Hobby del giovane allevatore?
«La montagna, e la storia locale».
Opinioni politiche?
«Sono un centrista, l'attuale classe
politica mi fa un po' schifo. La
politica di Dellai, invece, mi piace.
Ha fatto bene al Trentino,
agricoltura inclusa».
Ha una fidanzata?
«No. Le morose non mi durano», pgh