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Numero 26 – Giugno 2015
Buongiorno,
sono lieto di trasmettervi GeneralicarNews di Giugno 2015.
Questo ricco numero riporta le impressioni delle maggiori novità emerse in occasione della visita
del personale tecnico del nostro Centro ad Autopromotec, importante manifestazione biennale del
settore automotive che si tiene a Bologna.
Inoltre dedichiamo un articolo al tema della taratura dei sistemi elettronici, necessaria per il
ripristino dei dispositivi di assistenza alla guida, argomento che sta assumendo sempre maggiore
importanza.
Infine, spazio alla tematica domestica della “casa connessa”, con tutte le novità e le ricerche in
corso da parte di Generali Innovation Center.
Confidando nel vostro interesse e gradimento, vi invio i miei migliori saluti.
Marco Marello
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In questo numero:
Generali Innovation Center a Bologna in visita ad Autopromotec……...…p.3
L’elettronica mai così vicina:Radar e telecamere in aiuto al conducente...p.7
Smart Home: maggiore sicurezza in una casa connessa………..….…..p.11
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Generali Innovation Center a Bologna in visita ad Autopromotec
Nel mese di Maggio, le persone di Generali Innovation Center hanno visitato Autopromotec,
manifestazione internazionale espressamente dedicata al settore automotive specializzata
nell’aftermarket,
nella
componentistica,
nella
riparazione e nella manutenzione. L’evento si tiene
ogni due anni all’interno del quartiere fieristico di
Bologna.
Tra l’altro, l’edizione 2015 della rassegna è risultata la
più importante sul fronte del numero di espositori, che
sono stati complessivamente quasi 1600 dei quali oltre il 40% di provenienza estera: dall’America
al “far east”, in rappresentanza sia di aziende consolidate che di realtà emergenti.
Quest’anno, inoltre, per la prima volta è stata istituita una “area-paese”, dedicata alla Turchia, con
svariate aziende espositrici riunite sotto il coordinamento dell’Associazione nazionale degli
esportatori del settore in modo da massimizzare le potenzialità di nuovi rapporti di business con
questo Paese.
Autopromotec è difatti una vetrina di grande rilevanza per presentare al pubblico specializzato le
novità dell’industria dell’auto: ed è proprio in quest’ottica che, come altri 100.000 tecnici durante i
cinque giorni di apertura, abbiamo visitato la manifestazione per la valutazione delle nuove
proposte del mondo automotive nel più ampio senso del termine.
In ambito assicurativo è di tradizionale interesse l’aspetto legato al furto degli autoveicoli: per
questo motivo abbiamo approfondito l’argomento concentrandoci
sulla proposta della ditta anglosassone OBD Blocker.
Nel Regno Unito, con oltre 300.000 furti in un anno, per ciascuno
dei quali viene stimato un tempo medio di effrazione inferiore a 20
secondi, la tematica è molto sentita.
Buona parte di tali reati è resa possibile dall’accesso alla porta di
diagnosi: il malintenzionato, provvisto di adeguata strumentazione
(di facile reperibilità anche sul web), collegandosi alla presa OBD (On-Board Diagnostics) del
mezzo, ne forza un avvio in modalità “di emergenza”, che consente di sbloccare le porte ed avviare
il motore senza alcuna difficoltà supplementare.
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In questo modo, un canale d’accesso nato per agevolare il riparatore nella diagnosi del veicolo si
rivela invece una comoda scorciatoia per il ladro.
Il prodotto brevettato OBD Blocker si prefigge di risolvere
questo problema: si tratta per l’appunto di un modulo di
dimensioni contenute da fissare alla connessione nell’abitacolo,
al posto della porta originale, e che sul lato accessibile è protetto
da manomissioni e collegamenti da parte di strumentazioni
indesiderate.
Il modulo viene bloccato durante la fase di installazione con una guaina speciale, che richiede un
tempo stimato di circa un quarto d’ora per la sua rimozione, del tutto inaccettabile da parte del
malintenzionato.
Un fattore degno di nota è che questo strumento non impedisce in alcun modo la normale lettura
dei dati di bordo da parte di un riparatore autorizzato: in dotazione al cliente è infatti fornita una
coppia di “tag” che fanno le veci di una “serratura” e permettono in caso di reale necessità
l’utilizzo regolare della porta OBD.
Il produttore ha già avviato in patria alcune collaborazioni in ambito assicurativo, di cui seguiremo
le evoluzioni per darvene conto; Generali Innovation Center ha infatti in programma di incontrare
il distributore italiano per conoscere maggiori dettagli del dispositivo, tra cui il prezzo.
L’edizione 2015 di Autopromotec ha largamente sviluppato anche la questione relativa all’”essere
sempre connessi” creando una sorta di dialogo costante tra veicolo e guidatore; le applicazioni
telematiche possibili risultano pressoché infinite, e noi abbiamo approfondito la proposta di Texa,
che si chiama CARe.
Il nome sottolinea volutamente un doppio aspetto: da un lato la propria vocazione automobilistica,
e dall’altro la volontà di “prendersi cura” del conducente.
L’installazione è immediata ed agevole, grazie alle dimensioni
estremamente compatte (spessore di 20mm) che ne permettono il
fissaggio
praticamente
su
qualunque
autoveicolo
senza
interferenze (scomode ed antiestetiche) con le coperture plastiche
della porta OBD stessa.
Il dispositivo costituisce di fatto un “ponte” di collegamento tra il veicolo, il proprietario e la rete
di officine Texa; si tratta di un elemento da inserire nella presa OBD, che raccoglie i dati delle
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centraline elettroniche di bordo e può connettersi tramite Bluetooth sia allo smartphone del
conducente che alla centrale operativa Texa.
I vantaggi riguardano entrambe le parti:
il meccanico/carrozziere dispone di un prodotto innovativo che permette di fidelizzare il
cliente tenendo sotto controllo lo stato di manutenzione del mezzo anche per interventi di
routine quali tagliandi e sostituzione degli pneumatici.
Il proprietario del veicolo può essere non solo costantemente informato direttamente sul
proprio dispositivo mobile circa lo “stato di salute” dell’automobile, ma anche tenere
d’occhio lo stile di guida del (o dei) conducente - ad esempio per ridurre potenzialmente i
consumi o valutare la condotta dei figli (ogni strumento può essere connesso a 7
dispositivi).
In ogni caso, l’aspetto più innovativo ed interessante riguarda la
possibilità di utilizzare CARe come piattaforma di scatola nera. In tal
senso, la miniaturizzazione del dispositivo si rivela decisiva: esso
infatti contiene al suo interno il sistema accelerometrico incaricato di
identificare il crash, e quindi compattezza e leggerezza sono parametri
essenziali per evitare fenomeni di vibrazioni ed oscillazioni che
comprometterebbero facilmente le registrazioni. La copertura GPS e
Gsm è invece demandata allo smartphone del cliente, sul cui display compare anche la nota per la
richiesta di soccorso alla centrale operativa. Da un lato si evitano costi di trasmissione dati
telefonici supplementari (poiché si sfrutta il piano tariffario del dispositivo mobile), dall’altro è
inevitabile che l’efficacia dell’intero sistema sia subordinata alla presenza durante la guida dello
smartphone, nonché di attivazione della connessione Bluetooth e del GPS.
Il prezzo del dispositivo di 99€ è comprensivo di 6 mesi di servizio, alla scadenza dei quali è
previsto un canone di 2.5€ mensili.
Per quanto riguarda il mondo della riparazione in senso più “tradizionale”, siamo rimasti colpiti
dalla proposta di Eurosider di Grosseto in merito al processo di verniciatura.
Il nome Nitrotherm spray ne anticipa il principio di funzionamento: questa tecnologia infatti si
basa sull’aumento della percentuale di azoto nell’aria compressa comunemente impiegata nel
processo di verniciatura.
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Come si ottiene ciò, e soprattutto quali sono i vantaggi del suo
impiego?
Sostanzialmente lo scopo della centrale Nitrotherm spray è
quello di prelevare l’aria compressa dall’accumulatore già
presente in carrozzeria, arricchirne la percentuale di azoto
tramite processo di permeazione selettiva ed utilizzare questo
fluido come prodotto di spinta per l’applicazione della vernice.
L’azoto è un gas inerte che, una volta ionizzato e riscaldato, consente di controllarne in modo
costante i parametri di temperatura ed umidità nell’arco dell’intera
giornata ed in modo indipendente dalle variazioni climatiche. Tali
fattori sono assai critici per la buona riuscita del ciclo di
verniciatura. In questo modo invece l’arricchimento di azoto è
determinante per consentire allo stesso tempo risparmio di tempo e
di prodotti vernicianti, uniti a garanzia di qualità e ripetibilità del
lavoro e al rispetto dell’ambiente.
Eurosider valuta in alcuni mesi il tempo necessario a rientrare
dell’investimento iniziale. Sottolineiamo anche che il sistema non è “invasivo”, poiché viene
interposto tra le attrezzature a disposizione nella struttura, senza costosi investimenti aggiuntivi;
Nitrotherm spray è predisposto inoltre per l’eventuale impiego in parallelo su più cabine di
verniciatura tramite l’installazione di moduli supplementari (TopSpray).
Sicuramente si tratta di un sistema innovativo e che va tenuto in considerazione in vista di una
possibile ampia diffusione nel prossimo futuro.
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L’elettronica mai così vicina: Radar e telecamere in aiuto al conducente
Come accennato nell’articolo precedente, una sezione di ampie dimensioni di Autopromotec è
stata dedicata ad accogliere i principali “attori” internazionali che operano nel settore dei sistemi
elettronici installati sui veicoli. Quest’area è risultata assai frequentata, visto il sempre crescente
numero di vetture dotate di sistemi di assistenza
alla guida, quali radar e telecamere, che hanno lo
scopo di evitare un impatto.
Questi dispositivi permettono alla vettura di
avere uno standard di sicurezza più elevato; non
a caso l’EuroNCAP li ha inseriti come sistemi da
testare durante le prove di sicurezza per ottenere
le cinque stelle.
Tra i diversi sistemi possiamo trovare:
Adaptive Cruise Control, un radar montato nella parte anteriore del veicolo che permette di
mantenere la distanza di sicurezza rispetto al veicolo che precede e frenare la vettura in caso di
emergenza;
Lane Assist, un sistema che grazie ad una telecamera allocata sul parabrezza avverte il
conducente in caso di fuoriuscita dalla corsia di marcia,
Night Vision, che tramite una telecamera a raggi infrarossi permette di avere una visuale
ottimale in caso di guida notturna su strade poco illuminate.
Va evidenziato il fatto che fino a poco tempo fa questi sistemi venivano montati solo su vetture di
alta gamma; oggi invece vengono installati a richiesta anche su vetture utilitarie quali Fiat Panda,
Volkswagen UP, Ford Fiesta ecc..., e in alcuni casi addirittura di serie.
Visionando il mercato europeo notiamo come in Germania dispositivi di questo tipo sono montati
su circa il 40% delle vetture di nuova immatricolazione.
Generali Innovation Center segue da diversi anni l’evolversi di questi sistemi valutando l’impatto
che essi possono avere con il mondo assicurativo e riparativo, perché se è vero che tali sistemi
aiutano il conducente a prevenire un impatto, quando esso si verifica, il danneggiamento dei
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sensori può far salire in modo consistente il costo del sinistro. La tabella riportata di seguito
contiene a tal proposito un’indicazione relativa al costo dei ricambi di alcuni dei sistemi di
assistenza maggiormente diffusi:
Nel caso in cui una vettura dotata di questi dispositivi abbia un impatto, anche se gli stessi non
risultassero
danneggiati,
si
presenta quasi
sempre la necessità di effettuare una taratura. Un
esempio tra tutti potrebbe essere un urto di lieve
entità in cui si rende necessario staccare e
riattaccare il paraurti, o ancora una sostituzione
di un parabrezza.
Al termine di queste operazioni il riparatore si
vedrà costretto a effettuare la taratura dei
sistemi; ciò comporterà un tempo e un costo
aggiuntivo. Il costo delle tarature varia in funzione del numero dei sistemi tarati, per tale motivo
possono essere richiesti degli importi a forfait, che oscillano tra i 150 e i 250€. Il tempo di taratura
varia in base al tipo di sistema che si intende tarare, si può avere un tempo che varia da 0,5 ore per
un sistema semplice fino a 1,5 ore per un sistema più complesso. Al termine della taratura viene
emesso un certificato, che garantisce la corretta calibrazione dei sistemi, in quanto una taratura non
eseguita o eseguita non correttamente non consente il corretto funzionamento dei sistemi.
Radar e telecamere sono sempre e comunque da tarare?
È da sottolineare che alcune case costruttrici hanno immesso sul mercato dei dispositivi di
assistenza alla guida che non necessitano di una taratura statica tramite strumento, ma solo di un
determinato numero di km di marcia del veicolo – taratura a costo zero! Ad esempio Ford su alcuni
sistemi prevede una taratura su strada con cinque minuti di guida.
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Generalicar durante l’erogazione dei corsi di elettronica
forma la rete peritale su queste nuove tecnologie,
mettendola a conoscenza dei sistemi montati e del loro
funzionamento.
Durante
la
formazione
viene
sensibilizzata la rete ad usare un approccio corretto per
quantificare il danno di elettronica che, a differenza di
altri danni, non può essere stimato se non con l’ausilio
di appositi sistemi di diagnosi.
Ma chi può effettuare la taratura di questi dispositivi, e
come si effettua?
Fino a poco tempo fa questi dispositivi potevano essere
tarati solo dalla rete ufficiale dei costruttori auto, in
quanto per eseguire correttamente la procedura bisognava
disporre del sistema di diagnosi della casa e di una
strumentazione dedicata con una serie di pannelli
diversificati per radar o telecamere.
Inoltre, per alcuni modelli di vetture, prima di procedere
con la taratura elettronica si rende necessario effettuare un controllo assetto e geometrie del
veicolo, al fine di essere sicuri che durante l’operazione le sospensioni ed i loro angoli caratteristici
siano conformi.
Il processo di calibratura varia in base
al tipo di sistema;
generalmente dopo aver verificato gli angoli caratteristici della
meccanica, il veicolo viene posizionato di fronte ad un pannello
calibrante. Una volta collegato lo strumento di diagnosi al
veicolo ed aver cancellato la memoria dei guasti, i radar e le
telecamere inquadreranno i pannelli e cosi facendo il sistema di
diagnosi indicherà all’operatore come regolare i dispositivi. Al
termine della procedura il sistema darà conferma dell’avvenuta taratura.
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Queste innovative metodologie di lavoro hanno spinto alcuni produttori di attrezzature a creare
dispositivi universali che possano essere utilizzati da riparatori indipendenti.
In occasione di Autopromotec, Hella Gutmann ha
presentato il suo pannello di taratura universale, che
utilizzato con il sistema di diagnosi della stessa casa,
risulta compatibile con la gran parte delle vetture che
montano dispositivi quali radar e telecamere, sostituendo
all’occorrenza i pannelli che si diversificano per marchio.
Il prezzo dell’attrezzatura completa, pannello e tester di
diagnosi, oscilla intorno ai 10.000€, prezzo non eccessivo
se si considera che si avrà a disposizione un tester che potrà essere utilizzato per diversi scopi.
Questo dispositivo è già stato acquistato non solo da riparatori indipendenti, ma anche da Car
Glass, che ha voluto attrezzare la propria rete rendendola in grado di sostituire i parabrezza e
tarare gli eventuali dispositivi senza dover dipendere dai concessionari.
Anche Bosch alla fiera Autopromotec ha presentato il suo pannello di taratura, il quale però non
risulta essere ancora commercializzato in Italia, e ad ora può essere utilizzato per tarare solo le
auto di alcuni marchi, tra cui il gruppo Volkswagen.
Considerando che
molti riparatori non dispongono ancora di uno strumento di diagnosi,
l’approccio con queste nuove tecnologie dovrà essere gestito tramite percorsi formativi che, oltre
ad insegnare il corretto utilizzo delle strumentazioni, permetteranno al riparatore di effettuare
diagnosi in maniera autonoma.
Generali Innovation Center si è dotata pertanto di uno di questi strumenti di taratura innovativi
multimarca e grazie alla sua esperienza e compentenza nel settore dell’elettronica automotive, è
pronta ad offrire al mercato formazione dedicata e specialistica ai diversi attori del settore,
interessati ad ampliare il proprio business.
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Smart Home: maggiore sicurezza in una casa connessa
L’automazione domestica è un concetto che ha radici piuttosto datate, eppure è solo da alcuni anni
che si sente parlare con maggiore frequenza di domotica, “Smart Home” e “Home Box”.
Il grande sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha favorito la nascita di aziende che forniscono
prodotti volti a rendere l’abitazione una “Smart Home” e, quindi, agevolare il controllo, la
protezione e l’automazione
domestica.
Questi prodotti si basano sulla
logica dell’Internet of Things,
ovvero dispositivi connessi tra
di
loro,
che
permettono
all’utente di ottenere varie
informazioni
e
gestire
l’ambiente domestico su più
fronti.
Dal punto di vista assicurativo, è sicuramente interessante soffermarsi sul valore aggiunto che
questi dispositivi (chiamati spesso Home Box) possono fornire in termini di sicurezza e
prevenzione. Ad esempio, guardando a mercati più sviluppati del nostro, negli Stati Uniti un
cliente che assicura la propria casa dotata di un sistema domotico ha, in genere, sconti che si
aggirano intorno al 10-15%.
Anche in Italia esistono già polizze casa abbinate a prodotti telematici da installare nell’abitazione.
Stiamo parlando di una sorta di “scatole nere per la casa” che attraverso vari sensori disposti
nell’abitazione, hanno il compito di prevenire e monitorare varie tipologie di rischio.
Attualmente, alcune compagnie assicurative hanno già in commercio in Italia dei dispositivi
telematici di sicurezza, associati a delle polizze casa. Nello specifico, il Gruppo BNP Paribas Cardif, il Gruppo Intesa San Paolo, Groupama e Poste Italiane hanno lanciato sul mercato dei
prodotti, con caratteristiche simili tra loro.
Il pioniere in questo ambito è stato il Gruppo BNP Paribas – Cardif, il quale alla fine del 2013 ha
lanciato sul mercato H@bitat HomeBox, un prodotto assicurativo (sottoscrivibile online) con
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telematica integrata e un servizio di assistenza: dopo aver sottoscritto la polizza, viene fornita al
cliente una Home Box che consente di monitorare l’ambiente domestico e ricevere un aiuto
tempestivo in caso di pericolo o di riparazioni urgenti. La tipologia di polizza base associata al
dispositivo telematico prevede la copertura in caso di danni provocati da allagamento, incendio o
cortocircuito (danno elettrico).
Habit@t Homebox è un prodotto che può essere installato dal
cliente stesso ed è costituito da:
1 unità centrale GSM con alimentatore interno e batteria
interna di backup
1 rilevatore wireless di fumo
2 rilevatori wireless di presenza di acqua
L’unità centrale, monitora anche l’eventuale assenza di corrente elettrica in casa.
Nel momento in cui uno dei sensori rileva un’anomalia, ad esempio la presenza di fumo,
l’informazione è inviata alla centralina che provvede sia ad inoltrarla ad una Centrale Operativa
che ad avvertire in autonomia il cliente. Inoltre, proprio per il cliente è disponibile
un’applicazione per smartphone che, tra le varie funzioni, consente di controllare lo stato dei
sensori installati in casa, avere lo storico di tutte le segnalazioni di allarme e richiedere
l'intervento del centro assistenza.
Questa tipologia di prodotto rappresenta un’importante svolta dal punto di vista della concezione
della polizza casa, anche se risulta un prodotto “base” e
sicuramente migliorabile.
Un passo avanti è stato fatto dal Gruppo Intesa San Paolo
che, nel suo dispositivo aCasaConMe, ha aggiunto ai sensori
di allegamento e di fumo, un sensore volumetrico all’interno
della
centralina
per
monitorare
eventuali
intrusioni
indesiderate e, quindi, associarvi un sistema di allarme
contro il rischio furto.
Fin qui abbiamo citato solo alcuni esempi di Home Box, ma è opportuno evidenziare che, dai
grandi colossi dell’elettronica a nuove start-up, il numero di fornitori di dispositivi telematici nel
settore della domotica è in grande aumento.
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Al fine di comprendere le caratteristiche, le potenzialità e i campi di applicazione dei
dispositivi Home Box, in Generali Innovation Center abbiamo incontrato diversi fornitori.
Nel primo incontro ci è stata presentata la Home Box della Digicom, un’azienda specializzata in
ingegneria delle telecomunicazioni, che possiede un reparto per la produzione dei dispositivi
elettronici per la casa. La loro Home Box nella versione base possiede sensori di allagamento,
fumo e rilevatore di assenza di corrente, ma nella versione più evoluta
si integrano anche sensori di gas/monossido e apparecchi di
videosorveglianza e anti intrusione.
Oltre alla produzione, si occupano anche della logistica: distribuzione,
malfunzionamenti, rientro e ricondizionamento dei dispositivi.
Tenendo conto della partnership con il gestore della Centrale
Operativa, si può affermare che questa azienda ha un prodotto sicuramente pronto per il mercato
assicurativo.
Citiamo anche la Smartdhome, un’altra azienda che abbiamo incontrato. Rispetto alla precedente,
propone un prodotto di differente concezione. Infatti MyVirtuoso Home, questo è il nome del loro
prodotto, è stato concepito per la vendita al cliente finale (tramite
la rete di distribuzione Leroy Merlin), puntando non solo sulla
sicurezza domestica, ma anche a monitoraggio e contenimento dei
consumi delle utenze. Il dispositivo MyVirtuoso Home, è
composto da una centralina che raccoglie i dati di svariate
tipologie di sensori wireless (la varietà e il numero di sensori è
quindi
scelto
dall’utente).
L’azienda
prevede
anche
un’applicazione per smartphone, un sito per il cliente finale ed, eventualmente, una piattaforma
web per l’analisi e il monitoraggio dei dispositivi da parte della Compagnia. Seppur non nasca per
soddisfare le esigenze assicurative, MyVirtuoso è sicuramente un prodotto interessate, anche
nell’ottica di offrire al cliente la possibilità di ottenere un risparmio sulle bollette di gas e luce.
Grazie agli incontri con i produttori, siamo riusciti a definire che un prodotto telematico ideale per
scopi assicurativi dovrebbe:
essere di facile istallazione per il cliente (con tecnologia plug and play e senza opere
murarie)
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interfacciarsi wireless con sensori al fine di monitorare
fughe di gas, fumo, allagamenti e sbalzi di tensione
elettrica
prevedere sensori/telecamere per monitorare eventuali
intrusioni
essere
collegato
ad
una
centrale
operativa
costantemente attiva, per ricevere avvisi automatici o richieste d’aiuto da parte del cliente
(alle spalle della quale potrà agire un network di riparatori “convenzionati”)
essere associato ad una App multifunzionale per smartphone utilizzabile dal cliente
essere scalabile e flessibile per integrare diversi tipi di sensori in base alle esigenze del
cliente (ad esempio sensori/attuatori per il risparmio energetico)
prevedere la possibilità di essere associato ad attuatori automatici che intervengono in
caso di guasto, come ad esempio elettrovalvole che chiudono automaticamente l’afflusso di
gas in caso di perdite rilevate dal sensore (in questo caso ci sarebbe lo svantaggio della
necessità di una istallazione da parte di un tecnico)
inviare le informazioni e gli allarmi registrati dai sensori ad un datacenter che permetta la
consultazione degli stessi da parte della Compagnia
Quest’elenco definisce a grandi linee le caratteristiche fondamentali per un prodotto completo, ma
dall’esperienza della vita quotidiana, tutti noi sappiamo che non sempre i dispositivi elettronici
rispettano ciò che promettono. In merito alle prestazioni e all’affidabilità delle Home Box, ci si
potrebbe domandare:
Un sensore dedicato al danno da fenomeno elettrico, quali informazioni fornisce come
output?
Un sensore di fumo posto in prossimità dei fornelli in cucina è destinato a generare
frequenti falsi allarmi inducendo così l’utilizzatore ad escluderlo?
Le connessioni wireless tra sensori e centralina sono affidabili? E le distanze di
connessione dichiarate dal fornitore sono attendibili in tutti i casi?
In caso di diffusione di questi apparati, come potranno essere evitate le interferenze?
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Questi e altri argomenti, saranno oggetto di test
presso il nuovo laboratorio di Generali Innovation
Center che sarà creato appositamente per le prove di
nuovi prodotti (come ad esempio la Home Box) e per
ricerche
sulle
metodologie
e
tempistiche
di
riparazione in ambito Rami Elementari.
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RCAR Member
Via C. Pisacane, 48
20016 PERO (MI)
Tel. 02 38100356
web site: www.generalicar.com
Dirigente Responsabile
Marco Marello
[email protected]
Resp. Centro Sperimentale Ricerca e Formazione Tecnica
Ing. Andrea Mondini
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Resp. Formazione e Ricerca
Ing. Luca Ventola
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