[151] - 152 GIUSEPPE SARTORI Con la morte di GIUSEPPE
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[151] - 152 GIUSEPPE SARTORI Con la morte di GIUSEPPE
[151] - 152 GIUSEPPE SARTORI Con la morte di GIUSEPPE SARTORI la nostra Università ha perduto un grande Maestro, la tecnica militante una delle figure più eminenti di quello che può dirsi il periodo eroico dello sviluppo della grande industria elettrica. Il cordoglio col quale fu accolta la notizia della Sua morte e le adesioni che alle solenni onoranze alla Sua memoria diedero Università ed Associazioni di Ingegneri Elettrotecnici italiane e straniere testimoniano la indiscussa autorità che Egli aveva saputo acquistarsi. Nato a Lonigo in provincia di Vicenza il 1° novembre 1868, Giuseppe Sartori si laureò presso il Politecnico di Milano nell'anno 1890. Orientatosi subito verso la Elettrotecnica, dopo essere stato cinque anni nell'Ufficio Tecnico dell'Ing. Conti, venne nominato nel 1895 Professore di Elettrotecnica nella Scuola Industriale di Stato di Trieste, ed in tale città, dove risiedette diciassette anni, svolse una attività che ben può dirsi prodigiosa come docente nella Scuola Industriale ed, a partire dal 1900, anche nella Scuola di costruzione navale, come studioso, pure con mezzi di laboratorio ben scarsi, e soprattutto come tecnico. Nel grande centro industriale di Trieste e nelle vaste zone che verso Trieste gravitano Egli fu consulente principe: fu consulente di tutti i grandi cantieri Triestini e di molti degli impianti elettrici che si svilupparono in quei tempi in Trieste, nell'Istria, nel Friuli ed in Dalmazia, studiò e diresse lavori per gli impianti elettrici di Zara, Sebenico e Spalato, progettò gli impianti idroelettrici del Canale Dottori, fu Direttore dell'Ufficio Tecnico delle Officine Elettromeccaniche Galatti, progettò le centrali idroelettriche di Jaruga (7000 HP) e di Manoilovac (24000 HP) sfruttanti le acque del Kerka, impianti questi tra i più notevoli realizzati in quei tempi e che si segnalarono per la grande economia di costruzione. Nel 1912, acuitasi per opera del nuovo governatore Hohenlohe la politica antitaliana, che culminò nell'anno successivo coi noti decreti, il Sartori, che aveva sempre manifestati apertamente i Suoi sentimenti patriottici, fu costretto a lasciare Trieste. Dopo essere stato per sei anni Direttore delle Aziende Elettriche Municipalizzate di Modena, il Sartori nel 1918, fatta trasferire alla Scuola di Ingegneria di Bologna la libera docenza che aveva conseguita fin dal 1902 presso il Politecnico di Milano, si stabilì nella nostra città, e da allora insegnò sempre nella nostra Facoltà, prima come docente di Impianti Elettrici, poi, succedendo al Donati, come professore di Elettrotecnica, Incaricato nel 1921-22, Straordinario nel 1923, Ordinario a partire dal 1926. Grande attività diede il Sartori all'ampliamento del Laboratorio di Elettrotecnica, valendosi anche di mezzi forniti dalla Fondazione Esterle e dal Ministero della Educazione Nazionale per il completamento dei Suoi studi sul motore asincrono autocompensato. Fra le attività professionali in questo periodo ricorderò l'opera svolta come consulente del Consorzio Idroelettrico Modenese, del Comune di Venezia per gli impianti idroelettrici del Boite, e della Ditta Calzoni-Parenti. Allievi e Docenti della Facoltà di Ingegneria devono ricordare soprattutto con commossa gratitudine la fervida opera data quando la Sua salute già declinava per la costruzione della nuova sede della Facoltà. Numerosi furono gli uffici pubblici da Lui occupati. Fu tra altro Direttore della Scuola di Ingegneria, Presidente generale della Associazione Elettrotecnica Italiana, membro del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici e del Consiglio Superiore delle Miniere, Presidente della Amministrazione Tramviaria del Comune di Bologna. Dal 1927 apparteneva all'Accademia delle Scienze di Bologna. Il Sartori lascia circa sessanta pubblicazioni, attinenti alle più svariate branchie della Elettrotecnica. Nel campo delle misure elettriche sono da ricordare specialmente gli studi sul metodo stroboscopico per la misura dello scarto di velocità angolare delle macchine; i contributi al metodo del rallentamento per la separazione delle perdite; la realizzazione di un oscillografo Wattmetrico; gli studi sui teleindicatori. Nel campo degli impianti elettrici, oltre a numerose pubblicazioni che si collegano alla Sua attività professionale, si occupò tra altro del problema del riempimento dei diagrammi di carico; della raccolta nelle reti di piccole potenze; delle centrali a funzionamento automatico; di un nuovo sistema di sincronizzazione automatica. Si collegano a lavori del Donati i Suoi studi sul principio di reciprocità e sulla teoria del motore sincrono. Il complesso più importante di ricerche del Sartori è senza dubbio quello relativo ai dispositivi per il miglioramento del fattore di potenza, argomento questo di grandissima importanza al quale Egli si dedicò con grande tenacia per quindici anni apportandovi notevolissimi contributi originali. In una serie di poderose memorie pubblicate tra il 1913 ed il 1918 il Sartori studiò profondamente il problema, esaminando dettagliatamente i mezzi che erano stati proposti per il miglioramento del fattore di potenza. La Sua attenzione si fermò sui motori autosincroni ed in una genialissima memoria del 1917 studiò con molto acume i complessi fenomeni che avvengono in tali motori quando, dopo averli avviati come asincroni, vengono fatti passare al funzionamento sincrono. Contributi originali alla soluzione del problema il Sartori diede in un primo tempo introducendo notevoli perfezionamenti nel motore autosincrono ed in un secondo tempo con la realizzazione del Suo genialissimo motore asincrono autocompensato, che ebbe un completo successo e che viene attualmente costruito per potenze fino a 500 KW ed impiegato anche, come aveva preconizzato il Sartori, come generatrice asincrona. Il Sartori lascia due notevoli opere didattiche: il fortunatissimo trattato sulla «Tecnica delle correnti alternate», pubblicato nel 1902, prima opera sistematica italiana su questo argomento, riedito più volte in italiano e nella traduzione francese, ed il trattato di Elettrotecnica pubblicato nel 1927 in collaborazione col Donati, nel quale, conservando la geniale e suggestiva impostazione del Donati nelle trattazioni teoriche, il Sartori curò specialmente le parti applicative utilizzando la Sua larghissima esperienza personale. Il Sartori fu un grande Maestro: espositore felice, lucido, entusiasta, sapeva incatenare l'attenzione degli ascoltatori. Il ricordo del Suo insegnamento durerà a lungo nella nostra Facoltà. Accanto alla figura dello Scienziato e del Tecnico va ricordata quella dell'Uomo, ammirevole per dirittura morale e per una intima e profonda bontà d'animo, che Lo conduceva ad evitare con scrupolo qualunque parola od atto che potesse pur lontanamente dispiacere. La istintiva simpatia che si provava immediatamente per Lui si mutava dopo una maggiore conoscenza in profondo affetto. Credo che pochi Professori siano stati tanto amati da Allievi e Colleghi come lo fu il Sartori. EMANUELE FOÀ