Gazzetta del Mezzogiorno - Festival della Letteratura di Viaggio
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Gazzetta del Mezzogiorno - Festival della Letteratura di Viaggio
38 Giovedì 30 settembre 2010 39 Giovedì 30 settembre 2010 CULTURA&SPETTACOLI In mostra «Cose Turche: Racconti dei viaggiatori italiani tra XVI e XX secolo» IL «LEVANTE» IN PRIMO PIANO A ROMA Nell’ambito del «Festival della letteratura di viaggio», dedicato alle diverse forme di narrazione per conoscere, o scoprire, il Mediterraneo orientale ARCHEOLOGIA IL SITO BRITANNICO ERA UNA META TURISTICA. RESTI DI 3500 ANNI FA INIZIATIVE A BARI INCONTRO SUI FARI A Stonehenge dal Mediterraneo Ottobre piovono libri e parole d’Italia unita Il ragazzo con la collana d’ambra Domani incontro con Lagioia, Veneziani, Caputo, Lobaccaro e, in video, Carofiglio DAGLI ULIVI ALLE PALME «LO SBARCO DELLA VLORA A BARI COL SUO CARICO DI PROFUGHI ALBANESI È COINCISO CON LA NASCITA DEL WEB» Viaggi verso Oriente Puglia protagonista Botticelli o Leonardo, i dettagli in rete Capolavori degli Uffizi in Alta Definizione TORINO. Da Botticelli a Leonardo, da Caravaggio a Bronzino, i capolavori degli Uffizi sono disponibili per la prima volta in rete ad altissima definizione. Sarà possibile cogliere ogni dettaglio di alcuni tra i più famosi dipinti collegandosi al sito www.haltadefinizione.com, fino al 29 gennaio 2011. La navigazione in rete, gratuita, è prevista all’interno di sei celeberrimi dipinti: la Primavera (Botticelli), la Nascita di Venere (Botticelli), l’Annunciazione (Leonardo da Vinci), il Battesimo di Cristo (Verrocchio e Leonardo da Vinci), il Bacco (Caravaggio) e il Ritratto di Eleonora di Toledo (Bronzino). Il navigatore potrà scoprire un paesaggio in miniatura dipinto da Leonardo, contare i fiori ai piedi della Primavera di Botticelli oppure le perle dipinte da Bronzino tra i capelli della Duchessa Eleonora di Toledo. La nuova tecnologia, Real High Definition (RHD), consente di produrre immagini di qualità straordinaria dove è possibile osservare dettagli fino a un centesimo di millimetro senza perdita di nitidezza e con fedeltà cromatica. Un esempio su tutti: sono stati necessari 28 miliardi di pixel (pari a circa 3000 volte la risoluzione di una normale macchina fotografica digitale) per rappresentare la raffinata tecnica pittorica di un capolavoro come La Primavera. Le immagini di Haltadefinizione costituiscono i primi risultati di un progetto di digitalizzazione in altissima definizione dei capolavori della Galleria degli Uffizi, realizzato grazie alla partnership con Nikon Europe, AMD, Nital e con l’azienda tedesca Clauss, già collaboratori di Haltadefinizione in occasione delle riprese dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e della Cappella degli Scrovegni di Padova. di ALESSANDRA MAGLIARO I l romanzo di Peter Cameron, Quella sera dorata, ha avuto in Italia, pubblicato nelle dizioni Adelphi, quattordici edizioni e venduto centomila copie. Ora arriva nelle sale, cinquanta copie dall’8 ottobre distribuite da Teodora Film, la trasposizione cinematografica firmata da James Ivory. Con l’attore-«feticcio» di Ivory, Anthony Hopkins, Quella sera dorata si può già definire un «classico» nel più puro stile Ivory, elegante, toccante, magnificamente diretto. È il primo film senza il produttore Ismail Merchant, l’«altra metà» della «ditta» Ivory che ha portato al cinema titoli come Camera con vista, Casa Howard, Quel che resta del giorno, ma il regista di OSVALDO SCORRANO I n viaggio «Verso Oriente, il Levante», sulla scorta di un libro, una fotografia, una mostra, un film, uno spettacolo teatrale. E un po’ di musica, archeologia, storia, filosofia. S’è data un titolo affascinante la terza edizione del «Festival della letteratura di viaggio», nato a Roma nel 2008, pronto a salpare per un itinerario virtuale verso Est grazie a un’entusiasmante quattro giorni (da oggi al 3 ottobre) dedicata alle diverse forme di narrazione del viaggio per conoscere, o scoprire, il Mediterraneo orientale e le terre attorno, a partire dall’Italia fino al Vicino e Medio Oriente. Organizzata dalla Società Geografica Italiana, la manifestazione si svolge principalmente in due luoghi della Capitale: il Palazzo delle Esposizioni e Villa Celimontana, che per l’occasione si trasforma in una sorta di «casa del viaggio», dove si svolgono la maggior parte degli eventi e la mostra «Cose Turche: Racconti dei viaggiatori italiani tra XVI e XX secolo», compresi dibattiti, proiezioni e occasioni per far dialogare il pubblico su luoghi come Alessandria d’Egitto, Salonicco, la Puglia, pellegrinaggi verso Est, teatro, battaglie come quelle di Lepanto e Gallipoli, il tutto racchiuso in un unico, ma articolato progetto. Colori, storie, paesaggi. dalla laguna veneta fin dove finiscono gli ulivi e iniziano le palme. Tra i tanti appuntamenti che si susseguono domani, 1° ottobre, nei giardini di Villa Celimontana, uno è con «Il nostro Levante», la Puglia , la regione più a Oriente d’Italia. A parlare della sua collocazione geografica di frontiera, del suo proiettarsi verso Oriente, della sua cultura, del suo ruolo strategico nel cuore dell’Europa, saranno lo scrittore Nicola Lagioia, il saggista e giornalista Marcello Veneziani, l’italianista e critico letterario Rino Caputo e il musicista Michele Lobaccaro, fondatore del gruppo musicale barese Radiodervish, mentre l’incontro sarà preceduto dalla proiezione di un’intervista al magistrato-scrittore, oggi senatore Gianrico Carofiglio, rilasciata al giornalista Antonio Politano. «Il mio Levante – sostiene Carofiglio - è la sensazione di sentirmi su una zona di confine. La frontiera che avverto è certamente una zona fisica, perché non v’è dubbio che al di là di molta retorica che c’è su questo tema Bari oggi è la porta verso diversi Orienti, un Oriente plurale. Ma poi, per quello che succede oggi in Puglia, molti di noi percepiscono l’idea di stare su un confine ideale, un punto di convergenza di varie cose, una zona in cui si mescolano idee di vario genere, in cui si percepiscono e diventano esplicite una serie di contraddizioni. Ma come una cosa utile, come un meccanismo di progresso e trasformazione . Questa è la mia idea, il mio modo di dire questa zona di confine è parlare di Bari come di una città che si trova in bilico tra il non essere più una città di provincia e non ancora la città metropolitana e la città internazionale che aspirerebbe a essere e che potrebbe diventare». Per il musicista Michele Lobaccaro Levante è «quello che si vive nelle nostre parti, ma anche in tutt’Italia, anche se personalmente il mio Levante è l’incontro con il palestinese (ma ora cittadino italiano) Nabil, che m’ha dato l’opportunità di confrontarmi con un mondo nuovo, di scoprire i legami che esistono tra noi e gente di ogni parte del mondo, e poi accorgersi che si hanno radici comuni. Certo, la musica ha facilitato il nostro scambio culturale, perché parla un linguaggio universale e rende facile la comunicazione, ma il sintonizzarsi sul comune intendere credo che possa avvenire in ogni campo, basta instaurare un dialogo volto alla conoscenza degli uni con gli altri. Che il nostro incontro sia avvenuto in Puglia non è casuale, complice la sua geografia, la sua posizione che fa da Camera con vita di coppia Il tocco di Ivory tra cinema e romanzo in «Quella sera dorata» americano, ieri a Roma, parla al plurale e alla coppia ama aggiungere Ruth Prawer Jhabvala, la sceneggiatrice di sempre. Al centro della storia il viaggio in Uruguay di Omar Razaghi (Omar Metwally) ricercatore all’Università del Colorado per convincere gli eredi di Jules Gund, autore di un unico, venerato romanzo, a concedergli l’autorizzazione per scrivere una biografia dello scrittore. Al suo arrivo, Omar verrà coinvolto in una situazioni bizzarre e imprevedibili, dai familiari di Gund: Adam (Anthony Hopkins), il fratello gay, cinico e raffinato; Ca- roline (Laura Linney), la vedova orgogliosa, e Arden (Charlotte Gainsbourg), la giovane amante che dal romanziere ha avuto una figlia. «Sono stato attratto dalla leggerezza della storia, da quel gioco delle coppie che si ricompongono in un lieto fine come in un’opera di Mozart», ha detto James Ivory. Quella sera dorata è il terzo film con Hopkins, dopo Casa Howard, Quel che resta del giorno e Surviving Picasso, ma non è un alter ego. «Non trovo similitudini con lui, tranne il fatto che entrambi siamo pittori dilettanti». Nella carriera di Ivory tanti adattamenti da romanzi, «sono solo il sessanta per cento» precisa lui spiegando che «agli inizi non è stato così, ma visto il successo di Camera con vista (tre premi Oscar e molti altri premi), il terzetto di talenti si è dovuto giocoforza indirizzare sulle trasposizioni cinematografiche, del resto con risultati amati da critica e pubblico. Nel caso di Quella sera dorata motivo in più per il regista è stato il luogo delle riprese, il Sudamerica. «Non posso negare che la location del film sia stata una molla decisiva», ammette. L’editor di C. GAINSBOURG In «Quella sera dorata» ponte tra culture e popolazione diverse». Ed aggiunge: «Lo sbarco della Vlora a Bari col suo carico di profughi albanesi è coinciso con la nascita del web, che ha permesso di far girare in tutto il mondo le foto di quella tragica circostanza. Una pura coincidenza, ma la Puglia fu precursore di un evento che ci ha cambiato la vita: Levante significa essere testimoni di un mondo che cambia, ma anche affrontare tutto ciò che si porta dietro, come i conflitti che insanguinano ancora il vicino Oriente, Israele e Palestina, e la sfida nel trovare un accordo che possa tutelare religione e culture diverse». Ma, nel Festival c’è posto per gli approfondimenti squisitamente culturali, la lectio magistralis di Lucio Caracciolo, le video-interviste esclusive a Claudio Magris, Amos Oz, Paolo Matthiae. mentre a prezioso corredo ci sono venti incontri con oltre cinquanta ospiti: scrittori, geografi, storici, cineasti, giornalisti, fotografi, filosofi,attori, musicisti, illustratori. Da Predrag Matvejevic a Umberto Galimberti, da Patrizio Roversi e Susy Baldy a Gianni Vattimo, da Enrico Brizzi a Giuseppe Cederna. E assolutamente da non perdere la mostra «Grande Venezia, terre e genti fino a Istanbul e Alessandria», fino al 23 ottobre al Palazzo delle Esposizioni. IL NOSTRO LEVANTE L’arrivo della nave Vlora nel porto di Bari il 9 agosto 1991 in una foto di Luca Turi. Sopra, Gianni Galassi, Il mercato del pesce di Venezia. A sinistra, Giacomo Cantelli (1643-1695), L’Italia con le sue poste e strade principali, Roma, presso la Calcografia camerale, 1799, Società Geografica Italiana, Cartoteca di CAROLINA STUPINO I l sito archeologico di Stonehenge potrebbe essere una delle mete turistiche più antiche del mondo, secondo le ultime scoperte di alcuni archeologi che hanno dimostrato che un ragazzino sepolto nelle vicinanze circa 3.500 anni fa era cresciuto lungo le sponde del Mediterraneo. Quello del «ragazzo con la collana d’ambra», così è stato soprannominato perché era stato sepolto con il gioiello al collo, non è nemmeno l’unico corpo trovato nei pressi di Stonehenge ad appartenere ad uno straniero. L’arciere di Amesbury, un uomo sepolto con un tesoro di rame ed oro la cui tomba è stata rinvenuta nel 2002, sarebbe infatti originario delle Alpi, mentre un gruppo di uomini e donne le cui tombe sono state scavate nel 2003 sarebbero originari del Galles o, addirittura, del nord della Francia. Jane Evans, l’esperta della British Geological Survey che ha identificato la provenienza degli scheletri dell’Età del Bronzo attraverso un’analisi chimica dei loro denti, è convinta che queste persone avevano raggiunto le sponde britanniche proprio per recarsi a Stonehenge, in una sorta di primitivo pellegrinaggio. «Se oggi vai all’abbazia di Westminster e guardi chi c’è sepolto, quanti di questi sono londinesi? Non credo molti, perché sono stati un po’ tutti i grandi e i famosi ad essere sepolti all’abbazia di Westminster», ha affermato la Evans, aggiungendo: «Stonehenge in un modo molto simile è chiaramente un luogo molto importante e persone di origini diverse lo visitarono e vi furono sepolte». Il «'ragazzo con la collana d’ambra» sarebbe arrivato a Stonehenge quando il monumento era già vecchio di 1.500 anni. «Ha circa 14 o 15 anni ed è sepolto con questa bella collana. La posizione della tomba, la sua età e la collana indicano che si tratta di una persona di un certo status e importanza», ha notato la Evans che ha analizzato gli isotopi Vetrina MARASCHIO, PRESIDENTE DELL’ACCADEMIA: «O ME NE VADO» È crisi per la Crusca: subito un milione di euro Adelphi Matteo Codignola definisce il film «un grande classico con il tocco inconfondibile di Ivory, quel mix di fedeltà letterale e invenzione che caratterizza le sue opere». Quella sera dorata è per Codignola, editor tra l’altro anche della Versione di Barney, «un romanzo romanzo, che ha funzionato in Italia – dice sarcastico – per il grande tam tam dei lettori, un caso singolare per una storia che non ha un autore di 16 anni all’opera prima, una trama di gang e stupri tutti elementi che di questi tempi catturano l’attenzione della stampa». Dopo la presentazione fuori concorso al Festival del cinema di Roma, il film che già in fase di produzione ha avuto stop e complicazioni, arriva ora finalmente nelle sale italiane. n Un milione di euro per l’Accademia della Crusca dagli enti pubblici, o l’abbandono della presidenza: Nicoletta Maraschio, dal 2008 alla guida della prestigiosa istituzione, rinnova l’appello degli accademici lanciato lo scorso giugno per «mantenere e sviluppare le attività dell’accademia, e darci una base di tranquillità e sicurezza finanziaria». La Maraschio, come anticipato ieri dal «Corriere Fiorentino», ha spiegato che in questi mesi l’unico a rispondere concretamente all’appello è stato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi: «Lo devo incontrare nei prossimi giorni – ha detto – per vedere se sarà inserita una norma nella legge finanziaria regionale che ci dia un contributo. Ma la Crusca non ha carattere regionale e cittadino, bensì nazionale: quindi mi aspetto da parte del governo un intervento analogo, una norma in finanziaria che ci permetta di raggiungere l’obiettivo della stabilità finanziaria, non solo per vivere ma per poterci permettere una progettualità di medio e lungo termine, come è necessario per una istituzione come la nostra». Se l’appello andasse di nuovo a vuoto, la Maraschio ha annunciato che non ripresenterà la sua candidatura alla presidenza il prossimo anno. «Se non va – ha affermato – vuol dire che non ho la forza per ottenere questo risultato». di ossigeno e di stronzio contenuti nello smalto dei denti del ragazzo per stabilire dove era nato e cresciuto. La scoperta spinge gli archeologi a rivedere quanto finora avevano supposto. «Gli archeologi per molto tempo si sono opposti all’idea che vi fossero migrazioni di qualsiasi tipo in questo periodo. Ma, chiaramente, questi individui si sono spostati attraverso distanze enormi», ha dichiarato Mike Pitts, direttore della rivista British Archeology. «Non sappiamo perché queste persone intraprendessero viaggi così lunghi. È possibile che venissero per visitare Stonehenge, ma sappiamo anche che la gente per migliaia di anni ha coperto distanze enormi mossa dalla necessità di commerciare o di esplorare», è stato il commento di Andrew Fitzpatrick dell’organizzazione Wessex Archeology. NUOVE SCOPERTE Sul sito di Stonehenge L ibri da presentare e da raccontare in libreria e in biblioteca, ma anche nelle scuole, in teatro, nelle piazze, negli ospedali, persino in tram. Torna dal 1 al 31 ottobre «Ottobre piovono librì», la manifestazione lanciata nel 2006 per promuovere la lettura in Italia, e sembra non risentire della crisi, con quasi duemila adesioni quest’anno e una valanga di eventi, anche piccoli e piccolissimi, sparsi di città in città, in oltre 710 comuni. Per la prima volta c'è anche un filo conduttore, «Parole d’Italia», pensato guardando alle celebrazioni per 150 anni dell’Unità d’Italia, ma interpretato in totale fantasia. Due esempi: una mostra a Prato per ricordare quanto il ciclismo abbia cementato il sentimento nazionale e una a Biella, dove il secolo e mezzo della vecchia Italia è messo a confronto con i 150 anni della locale industria tessile. . A Bari, per rileggere la storia del Paese, si è scelto di focalizzare le letture sui fari che dopo il 1861 vennero costruiti per illuminare le coste. Un elemento unificatore, di cui parlerà Enrica Simonetti (autrice di tre volumi sui fari per la casa editrice Laterza) nell’incontro previsto per domenica 3 ottobre alle 16,30 nella Biblioteca Nazionale (Cittadella della Cultura, ex Macello). E non solo, in mattinata è prevista una lettura animata con Paolo Comentale, autore del volume «Avvoltoio Giovanni va a scuola»; mentre seguiranno la proiezione del cortometraggio Oliva diretto da Andrea Martello e l’iitinerario didattico «La memoria fra libri e banche dati». Poi ci sono aperitivi per la lettura, book crossing, spettacoli, reading. Di tutto e di più anche per i più piccoli, con decine di progetti dedicati agli under 18, organizzati per ricordare i trent'anni dalla scomparsa di Gianni Rodari. Il bilancio di questi cinque anni «è positivo», commenta il presidente del Centro per il libro e per la lettura Gian Arturo Ferrari. Dal 2006 la manifestazione si è quasi decuplicata, in termini di adesioni. Ma avverte: quello del libro è un mondo estremamente complesso e articolato, che «bisogna puntare ad unificare, puntando a condividere, tutti, un insieme di valori e di obiettivi». [r. a.] ARTE E POLITICA MOSCA NON CONCEDE IL VISTO AL PITTORE AVDEI TER OGANIAN Censura russa al Louvre per un’opera anti-Putin l Una mostra del Louvre di Parigi sull’arte contemporanea russa è finita al centro della censura del governo di Mosca: le autorità russe hanno infatti vietato alle tele del pittore Avdei Ter Oganian di uscire dal territorio nazionale per raggiungere il museo parigino, che doveva esporle a partire dal prossimo 14 ottobre. A far infuriare Mosca è una tela in particolare, intitolata Radical abstractionnism, n.8 dove, su fondo rosso, all’interno di un cerchio bianco appare la scritta: «quest’opera è un appello a commettere un attentato contro l’uomo di Stato V.V. Putin al fine di arrestare la sua attività politica». Sulla stessa tela, in un triangolo arancione su fondo nero si legge ancora: «quest’opera ha lo scopo di umiliare i russi e gli ebrei». Quattro opere dell’artista provocatore sono dunque state bloccate dal governo di Mosca. Il Louvre dice di essere in un profondo «imbarazzo», mentre il governo russo sostiene che esse «incitano all’odio e alla violenza». «Possono essere intese come appelli ad un colpo di Stato», ha spiegato il vice-ministro della Cultura russo, Andrei Boussyguine, all’agenzia Interfax. La mostra «Contrepoint russe» doveva ospitare le opere di una quindicina di artisti russi. Ma, dopo la censura, ha riferito il gallerista Marat Guelman, già sette di loro hanno fatto sapere che boicotteranno la mostra in segno di solidarietà con Avdei Ter-Oganinan. L’artista aveva già rischiato la prigione nel 1998 quando, nell’ambito di un festival artistico, aveva distrutto in pubblico alcune icone ortodosse. Era stato allora costretto a fuggire dalla Russia e a stabilirsi a Praga.