Roma - monarchia e Repubblica
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Roma - monarchia e Repubblica
Roma in età monarchica Durante l’epoca monarchica un limitato numero di famiglie rivestiva una posizione di preminenza grazie al fatto di possedere terre e greggi di grandi dimensioni. Più famiglie imparentate tra loro formavano una gens. I capi delle gentes più importanti (patres) eleggevano il re di Roma, a cui spettavano il comando dell’esercito e compiti sacerdotali. Il resto della popolazione era escluso dal governo della città e prendeva il nome di plebe. Le decisioni del re dovevano essere approvate dai comizi curiati, l’assemblea di tutti gli aristocratici. Oltre ad eleggere il re, i patres formavano un’assemblea chiamata Senato che aveva il compito di affiancare e consigliare il monarca. I patrizi Grazie al possesso delle terre i capi delle gentes avevano in mezzi per acquistare le armi e far parte, quindi, dell’esercito. IL privilegio di far parte dell’esercito e del Senato si ramandava di padre in figlio. Coloro che godevano di questo privilegio venivano chiamati patrizi. Si diventava patrizi solo per nascita. Servio Tullio Nel VI sec. Roma era una delle più grandi città della Penisola. In questo periodo, sotto il regno di Servio Tullio vennero introdotte alcune riforme: - la popolazione romana non venne più divisa per discendenza ma per censo (reddito) Servio Tullio divise la popolazione in 5 classi di reddito (più una sesta classe di nullatenenti) - la popolazione fu inoltre divisa in 21 tribù territoriali (divisione in base alla residenza) divise a loro volta in centurie aperte anche alla plebe. - vennero istituiti i comizi centuriati ai quali i cittadini partecipavano divisi nelle sei classi di censo. Ogni gruppo di cittadini, a seconda del censo, doveva fornire uomini all’esercito. La sesta classe era esente dal servizio militare e priva di ogni peso politico. La prima classe, quella dei cittadini più ricchi, possedeva 98 centurie. Se si tiene conto che nei comizi si procedeva al voto a partire dalla prima classe e si continuava finchè non fosse stato raggiunto un quorum (numero di voti necessari affinchè una proposta fosse approvata) e che questo quorum era fissato in 97 voti (ogni centuria aveva diritto a un voto), si capisce come il potere, nonostante le apparenze, fosse concentrato nelle mani dei cittadini più ricchi. 509 a.C. – la Repubblica Tarquinio il Superbo viene cacciato da Roma. Nasce la Repubblica Al posto del sovrano vengono eletti due consoli, scelti inizialmente solo tra i patrizi che: - restano in carica per un anno - comandano l’esercito - convocano i comizi e il Senato La Repubblica era in realtà un regime oligarchico, dominato dalle grandi famiglie patrizie. Le altre magistrature A Roma le magistrature erano: - elettive (i magistrati erano eletti dai comizi) - temporanee (duravano, in genere, un anno) - collegiali (i magistrati eletti in ogni carica erano almeno due) - gratuite (i i magistrati non percepivano alcun compenso) Oltre ai consoli, la magistratura più alta, vi erano diverse altre cariche, per es.: - i pretori si occupavano dell’amministrazione della giustizia - i censori si occupavano del censimento, ossia l’elenco dei cittadini e la divisione della popolazione in base al reddito. Inoltre controllavano il comportamento dei magistrati che, in caso di irregolarità, potevano essere esclusi dalle cariche - dittatore – carica straordinaria con vasti poteri civili e militari. Eletto dal Senato con parere favorevole dei consoli in caso di estremo pericolo dello Stato. Rimaneva in carica sei mesi. - questori – si occupavano delle finanze dello Stato (incassavano i tributi e li ridistribuivano all’esercito e ai funzionari pubblici) I comizi I comizi centuriati durante la Repubblica: - eleggevano i magistrati, cioè i cittadini che ricoprivano cariche pubbliche occupandosi del governo dello Stato - dichiaravano guerra - approvavano le leggi proposte dal Senato Il Senato Con la Repubblica oligarchica si affermò il principio che i magistrati, prima di prendere importanti decisioni sentissero i pareri del Senato (senatus consulta). Questi pareri divennero sempre più vincolanti e ciò aumentò il potere del Senato. Inoltre i senatori furono sempre più di frequente scelti tra gli ex-magistrati che, a loro volta erano scelti dai comizi centuriati (dominati dai patrizi) tra in membri dell’ordine patrizio, sistema che perpetuava il dominio a Roma di questa classe.