ISTITUZIONI POLITICHE NELL`ANTICA GRECIA

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ISTITUZIONI POLITICHE NELL`ANTICA GRECIA
ISTITUZIONI POLITICHE NELL’ANTICA GRECIA
IX-VIII sec. a. C.
La monarchia patriarcale (re, consiglio dei maggiorenti, assemblea dei cittadini) perde progressivamente il suo potere a
profitto dell’aristocrazia.
Organizzazione ateniese:
Arconte polemarco (capo militare)
Arconte eponimo (custode delle famiglie)
Arconte Re (gran sacerdote)
6 Arconti Tesmoteti (custodi della legge, fanno osservare la legge; istruiscono le cause pubbliche e private)
Bulè (vi fanno parte gli arconti che hanno terminato la loro carica. I buleuti restano in carica a vita; sorvegliano i
magistrati, proteggono la costituzione sociale e politica)
VIII-VI sec. a. C.
SPARTA
(Stato oplitico)
2 Re (avevano uguali diritti; in tempo di pace erano giudici dei problemi familiari e religiosi; in guerra erano capi
dell’esercito);
5 Efori (avevano poteri considerevoli; convocavano l’Assemblea, proponevano leggi, in guerra imponevano ordini ai
generali; sorvegliavano i re, erano giudici civici; controllavano le finanze pubbliche)
Gerusia (Senato composto da 28 membri eletti a vita, più i due re)
Apella o Ecclesia (Assemblea popolare costituita da Spartiati con più di 30 anni)
Tra le classi che non partecipavano alla vita politica vi erano gli Iloti che erano discendenti di abitanti vinti, servi usati
dagli Spartiati per coltivare le terre. In periferia vi erano i Perieci che non beneficiavano dello status politico. Vi erano
poi gli “inferiori” per lo più figli illegittimi, uomini che non avevano diritti politici.
ATENE (Riforma di Solone 594-593 a.C.)
Bulè (Consiglio di 400 membri che doveva preparare i lavori dell’Assemblea)
Ecclesia (Assemblea dei cittadini)
Eliea (tribunale di appello per limitare l’arbitrio dei magistrati)
Classi censuarie:
Pentacosiomedimni (500 “misure” di reddito)
Cavalieri (300 “misure” di reddito)
Zeugiti (200-150 “misure” di reddito)
Teti (al di sotto delle 200 “misure”; nullatenenti)
Altre classi:
Meteci (uomini liberi, stranieri di nascita, senza diritti pubblici)
Schiavi
Alle cariche pubbliche potevano accedere gli appartenenti alle prime due classi. Alle classi inferiori (zeugiti e teti) era
garantita la possibilità di partecipare all’Assemblea e di essere eletti nei tribunali. L’organizzazione politica, secondo
Solone, deve basarsi sulla giustizia (Eunomia) come misura e limite, principio che deve ispirare qualunque azione
politica.
ATENE (Riforma di Clistene 508-507 a.C)
Clistene diede vita a un ordinamento che avendo il suo fondamento nel demos prende il nome di democrazia anche se
fu, piuttosto, una Isonomia (uguaglianza dei “cittadini” di fronte alla legge). L’Attica fu divisa in demi (circoscrizioni
territoriali) raccolti in 30 dipartimenti (Trittie) 10 per zona (10 per pianure, 10 per coste, 10 per montagne). La
popolazione fu divisa in 10 tribù; ogni tribù fu composta da 3 trittie di diversa estrazione geografica.
10 strateghi (Capitani delle 10 tribù)
Bulé (Consiglio eletto dall’Assemblea popolare e costituito da 500 membri – 50 per ogni tribù- diretto da 50 consiglieri
o Pritani. La Bulé è divisa in 10 sezioni; ogni sezione governa per una decima parte dell’anno; tale governo è chiamato
Pritania. Era il cardine della democrazia)
Ecclesia (Assemblea popolare con 5000 membri – 500 per ogni tribù; nominava i magistrati; aveva il potere politico).
Dopo Clistene, la riforma di Efialte concentrò nell’Assemblea generale (Ecclesia) il potere legislativo, le relazioni
estere, il potere giudiziario e il controllo sull’esecutivo tenuto dalla Bulé.
SCHEMA: le virtù e le forme di governo in Aristotele
VIRTÙ
Virtù dianoetiche:
proprie dell'attività speculativa,
indispensabili allo sviluppo della
ragione:
Arte, Saggezza, Intelligenza, Scienza, SAPIENZA
La virtù in Aristotele è libero
conformarsi del volere al sapere.
Egli distingue due tipi di virtù
Virtù etiche:
si conseguono con l'abitudine,
consentono lo sviluppo dell'animo e consistono
nell'applicazione del giusto mezzo:
Coraggio, Liberalità, Magnanimità, Mansuetudine
GIUSTIZIA
Forme di Governo
Uno (bene) Monarchia – Pochi (bene) Aristocrazia – Molti (bene) Politìa o Democrazia
Uno (male) Tirannide – Pochi (male) Oligarchia – Molti (male) Democrazia o Demagogia
Aristotele mostra particolare attenzione per la monarchia temperata (leggi e re virtuoso), per la
politìa (governo misto: oligarchia o aristocrazia + democrazia ), e per il governo del GENIO.
ISTITUZIONI POLITICHE ROMANE
753-509 a. C → periodo monarchico
509-29 a. C. → periodo repubblicano
29 a.C.- 476 d.C. → periodo imperiale
La filosofia politica romana apporta delle novità nella terminologia e introduce il termine res publica con un significato
assai vicino a quello di democrazia ma con una concezione ascendente dell’autorità politica. La repubblica nasce nel
509 a.C. quando Bruto e Collatino cacciano l’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo, salito al trono dopo avere ucciso
Servio Tullio.
Costituzione repubblicana:
2 Consoli (avevano poteri simili a quelli dei re. In caso di disaccordo l’opposizione prevaleva sull’azione, cioè, avevano
diritto di veto. Duravano in carica un anno. Erano la magistratura più importante: presiedevano il Senato, i comizi, ne
eseguivano le decisioni; esercitavano il potere civile, il comando militare);
1 Dittatore (nei casi di grave pericolo; era un magistrato straordinario che durava in carica solo 6 mesi);
Senatori (sorto come organo consultivo per i consoli, divenne poi il principale organo di governo; interveniva sulla
politica estera, finanze, culto, affari militari);
Comizi (eleggono consoli e magistrati)
Magistrati (questori, pretori, censori, tribuni, etc.: le cariche erano elettive, gratuite, temporanee, collegiali)
Assemblee popolari:
Le Assemblee popolari erano 4. I comizi potevano approvare o respingere proposte avanzate dai magistrati ma non
potevano discuterle, né avanzare proprie proposte di legge.
Comizi curiati (il popolo era diviso in curie; era una forma antica che in seguito si limitò a convalidare la nomina dei
magistrati eletti dagli altri comizi);
Comizi centuriati (la tradizione attribuisce l’ordinamento a Servio Tullio; la popolazione fu divisa in classe a seconda
della ricchezza posseduta; eleggevano i magistrati maggiori: consoli, censori, pretori);
Comizi tributi (i cittadini si riunivano per tribù e non per censo come per i centuriati; le tribù erano distretti. I comizi
tributi eleggevano i magistrati minori: edili, questori; decidevano sulle leggi costituzionali);
Assemblee della plebe (erano formate da plebei, eleggevano i tribuni della plebe cioè i difensori del popolo che
avevano diritto di veto quando ritenevano che una legge fosse sfavorevole alla plebe);
La nascita dell’Impero
Dopo il Triumvirato di Antonio, Ottaviano e Lepido (43 a.C.) e la lotta finale tra Antonio e il vittorioso Ottaviano (3231 a.C.) vi è un nuovo assetto costituzionale: il Principato. Nel 29 a.C. , infatti, Ottaviano riorganizza lo Stato romano.
Nel 27 a.C. riceve il titolo di Augustus indicante la sua sacralità, come intermediario tra il popolo di Roma e la divinità..
Egli è l’imperator, il princeps (primo dei cittadini). La base legale di questo potere era quella della delega di sovranità
del popolo. Il potere di Augusto di fondò su tre elementi: 1) Potestà tribunizia (Augusto non era tribuno, era patrizio, ma
si fece attribuire questo potere del tribunato); 2) Imperium proconsolare (tale carica comportava l’insieme dei poteri
militari, civili, giudiziari); 3) Pontifex Maximus (egli presiedeva la vita religiosa dell’impero).
Le istituzioni e le magistrature repubblicane, pur restando in vita, appartengono ormai al passato. Esse sono affiancate
da strutture parallele costituite dai funzionari del regime imperiale. Poniamo a confronto i magistrati repubblicani e i
funzionari imperiali:
Magistrati repubblicani
Magistrati eletti a suffragio popolare
Non sono retribuiti
Durano in carica, di solito, 1 anno
Sono sovrani nelle loro competenze e decisioni
Funzionari imperiali
Sono nominati dal principe
Vengono stipendiati
La durata della carica è a discrezione dell’imperatore
Esercitano le loro funzioni per delega imperiale
Immanuel Kant (1724-1804)
Tra i suoi scritti: Critica della ragion pura (1781); Fondazione della metafisica dei costumi (1785); Critica della
ragione pratica (1787); Critica del giudizio (1790); Per la pace perpetua (1795).
Rivoluzione copernicana: la filosofia ha
preteso di modellare la conoscenza sugli
oggetti non riflettendo, invece, sulla
possibilità che siano gli oggetti
dell’esperienza a doversi modellare sul
modo di conoscere del soggetto. Questo
capovolgimento è la base dell’analisi
(CRITICA) della ragione che Kant vuole
condurre.
Giudizio morale: fa valere un
imperativo incondizionato e categorico
(Agisci secondo una massima tale che tu
possa allo stesso tempo volere che essa
divenga una legge universale) ed esige
che si compia il proprio dovere senza
altro fine che il dovere per il dovere.
L’imperativo categorico pretende che noi
agiamo come se fossimo liberi. Per agire
moralmente l’uomo deve uniformarsi
alla voce della sua libera ragione. Un
merito morale si ha quando si agisce per
senso di dovere.
Kant applica il modello giusnaturalistico ai rapporti tra gli Stati, progettando una federazione
capace di realizzare la PACE, di eliminare il pericolo delle guerre. La Repubblica federale mondiale
è la destinazione che Dio ha assegnato al genere umano ed è dovere degli uomini operare per questo
fine che non è possibile realizzare senza il loro concorso (Cfr. Giuliano Marini, La filosofia
cosmopolitica di Kant, Roma-Bari, Laterza 2007). Kant distingue:
Forma regiminis (modo in cui viene retto il potere): Dispotismo e Repubblica. Forma imperii
(numero di persone che detengono il potere): Autocrazia, Aristocrazia, Democrazia.
La Costituzione repubblicana è quella forma di governo nella quale vige la divisione dei poteri e la
rappresentanza del potere legislativo. Il termine Repubblica, pertanto, fa riferimento alle regole e
ai principi del buon governo.