il video - Misteri d`Italia

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il video - Misteri d`Italia
La questione irachena
L’aggressione anglo-americana
I sequestri di persona
L’assassinio di Enzo Baldoni
IL VIDEO
Dubbi sul filmato dell’ostaggio, incognite sui sequestratori:
è stata messa in forse l’autenticità del primo,
non si sa bene chi siano i secondi.
Sono le sei di sera a Baghdad, le quattro del pomeriggio in Italia, di martedì 24 agosto
quando la tv araba al Jazeera diffonde il video in cui si vede Enzo Baldoni prigioniero
degli integralisti islamici.
«Sono Enzo Baldoni, vengo dall’Italia, ho 56 anni, sono un giornalista e faccio anche
volontariato per la Croce rossa. Io aiuto gli altri. Sono venuto in Iraq per scrivere un
nuovo capitolo del mio libro»: queste le parole che il collaboratore di Diario pronuncia,
guardando la telecamera. A un certo punto abbassa gli occhi, come per leggere e fa un
gesto con la mano, quasi sottolineasse un passaggio.
Tutti appaiono sollevati: Baldoni è vivo e pare stia bene. Non ha segni di percosse,
appare presente a se stesso. Non indossa la tuta arancione che era stata messa
addosso ad altri ostaggi, ma una maglietta nocciola (che non era nel suo bagaglio alla
partenza dall’Italia), è sbarbato, dietro di lui non c’è il solito contorno di uomini
armati. Molti si sentono rincuorati. Enzo ha una grande carica umana, si è trovato
altre volte in situazioni difficili ed è sempre riuscito a tirarsene fuori, magari riuscirà
a stabilire una qualche relazione con i suoi rapitori, si pensa.
Accanto a Baldoni compaiono un logo, il profilo dell’Iraq con un kalashinkov
sovrapposto, e una scritta in arabo: al Jaish al islami fi al Iraq (Esercito islamico in
Iraq), l’organizzazione che l’ha sequestrato.
Gli schermi di al Jazeera mostrano anche un volantino in arabo. «In nome di dio
misericordioso: comunicato sull’ostaggio italiano», è l’intestazione. Segue un versetto
del Corano. «Combatteteli se vi combattono e scegliete la tregua se anche loro sono
inclini a ciò». Poi il testo: «È ormai chiaro agli occhi di tutti che la posizione del
criminale presidente del Consiglio italiano Berlusconi è quella della continua offesa
all’islam e ai musulmani in Italia come altrove soprattutto nella guerra contro l’Iraq.
Con questo suo comportamento mette il suo Paese in cima alla lista di coloro che
vanno combattuti e uccisi. Adesso che la situazione si è capovolta e le malefatte dei
crociati si sono svelate e non ci sono più dubbi sul ruolo degli italiani nel sostegno
all’occupazione, Allah ci è venuto in aiuto; lui è il sostenitore dei suoi fedeli. Con l’aiuto
di dio è stato catturato un cittadino italiano che si professa giornalista e adesso è nelle
mani delle brigate dell’Esercito dell’islam, è custodito in un carcere dell’Esercito
dell’islam e non garantiamo la sua incolumità e la sua vita se non verrà una risposta
chiara entro 48 ore dal governo italiano per il ritiro delle truppe dall’Iraq. L’Esercito
islamico non si sentirà responsabile della morte dell’ostaggio se il governo italiano non
accoglierà le nostre condizioni. Un tale comportamento è segno di disprezzo della vita
dei suoi cittadini e in caso di mancata risposta vorrà dire che le nostre richieste sono
state respinte. Dio è il più grande e la vittoria è sua».
Venerdì, il giorno dopo l’assassinio di Enzo Baldoni, cominciano a serpeggiare dei
dubbi: il video potrebbe essere un falso, un montaggio, e quindi il giornalista poteva
essere già morto quando al Jazeera ha trasmesso le sue immagini. Ovvero: Enzo
Baldoni avrebbe potuto avere con sé del materiale girato da usare, per esempio, per
presentarsi nel chiedere un’intervista a Moqtada al Sadr. Ciò in ogni caso cozza con il
fatto che il reporter non aveva con sé una videocamera, ma solo una macchina
fotografica digitale (seppur con un giga di memoria e in grado di elaborare mini filmati
di una decina di secondi).
Perché questi dubbi? Baldoni nel video appare troppo sicuro di sé, troppo sbarbato,
troppo «a posto» rispetto ad altri sequestrati e non toccato dall’esplosione che aveva
coinvolto la sua auto.
Viene avanzato il sospetto che il nero alle sue spalle sia elettronico e quindi che
l’immagine di Baldoni sia stata sovrapposta. Di sicuro il video ha subìto una post
produzione per aggiungere i loghi e le scritte, ma potrebbe anche non essere un
kromakey e invece potrebbe trattarsi di vecchi software neanche tanto sofisticati. Il
fatto che a un certo punto la ripresa traballi aggiunge dubbi ai dubbi. Inoltre Baldoni
indossa una maglietta diversa dalla camicia che aveva al momento di essere
sequestrato.
Tuttavia il giornalista poteva aver acquistato una maglietta su una bancarella di
Baghdad e lo smagrimento e i capelli più lunghi rispetto ad alcune foto scattate in Iraq
prima del sequestro sono compatibili con lo stato in cui può trovarsi una persona dopo
quattro giorni di detenzione e di regime alimentare ristretto. I video, sempre trasmessi
da al Jazeera, in cui si vedevano i due giornalisti francesi rapiti, sono poi del tutto
simili a quello di Baldoni, se non per la luce che sembra provenire da una fonte diversa
e più intensa.
L’esame tecnico del video.
Il documentarista ed ex regista Rai Vittorio Nevano esprime sul Corriere della sera
alcuni dubbi. La registrazione «a una prima impressione risulta molto strana: balla
troppo. L’immagine non è stabile: sale e scende in contrasto con il fondo». Ma in
seguito alcuni tecnici Rai, che ovviamente non vogliono essere nominati, esaminano
l’originale del filmato, fornito da al Jazeera. Constatano che le immagini dello sfondo
traballano in sincronia con quella di Baldoni e, soprattutto riescono a schiarire lo
sfondo. Quel che ne risulta non è un nero elettronico, ma un drappo di velluto nero, il
medesimo che fa da sfondo anche ai volantini di rivendicazione. In altri casi nelle
riprese dei comunicati si vede un lembo di coperta, come se fossero stati appoggiati su
un letto.
La ripresa di Baldoni è probabilmente stata effettuata in una stanza con luce
proveniente da destra, mentre quella dei francesi è luce naturale proveniente da
sinistra.