Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
Anno 3 - n° 78 W W W . G I U S T I Z I A - e- L I B E R T A . C O M 31 Agosto 2004 Giustizia e Libertà Distribuzione telematica Periodico Politico Indipendente Copia gratuita Speciale: Per l’assassinio di Enzo Baldoni Assassinato Enzo Baldoni Assassinato Enzo Baldoni di L.B. di L. B. (a pagina 1, 2, 20) Mobilitazione in Francia di Tom Magne (pagina 2, 3) Uomini senza cuore, ... di Antonia Stanganelli (a pagina 4, 20) Morte di Baldoni, … di Bruno Ballardini [email protected] (a pagina 5) Enzo Baldoni, pubblicitario e giornalista free-lance è morto in Iraq. Era in Iraq per realizzare un reportage per la rivista Diario, con cui collaborava, ed anche perché era un volontario della Croce Rossa. agire fanno sì che il nascondere le tracce Berlusconi-2 riesca a ell’intervento subito sopravvivere ancora. per dotare di una folta chioma la sua testa In primis dal cava- oramai calva per un lier-presidente che buon 70-80%. dopo essersi tanto speso in occasione E poi, perché non ridel rapimento dei cordare i meriti che ha “Mercenari” (è ve- guadagnato anche in ro, si era alla vigilia questa vicenda il nodelle elezioni ammi- stro ministro degli E- Materialmente è stato assassinato da individui che fanno parte del gruppo di iraqeni denominato “Esercito Islamico”. Moralmente però è stato ucciso dall’intera compagine governativa i cui rappresentanti che più, chi meno, sono tutti da reputarsi corresponsabili della sua morte, alcuni per azione e responsabilità diretta, altri solo perché con il loro tremebondo non- nistrative e di quelle europee che il dux di Forza Italia avrebbe voluto vincere con una maggioranza determinante del suo partito-azienda, e che invece hanno rappresentato l’ennesima sconfitta elettorale dopo l’infausto 13 maggio 2001– cavalier presidente, ripetiamo, che si è goduto le ultime giornate agustane nel suo eremo in Sardegna ove ha inaugurato l’uso della “bandana” forse per Scelli difendela sua CRI ... da (www.repibblica.it) (a pagina 6) La mezzaluna rossa … di u.f.g. (www.repubblica.it) (a pagina 7) Croce Rossa di governo di Gian Giacomo Migone (www.unita.it) (a pagina 8) Anomalia della CRI di Enrico Ciantelli (www.unità.it) (a pagina 8, 9) Lo strappo della CRI di l. s. (www.unita.it) (a pagina 9) Intervista a Deaglio ... da www.unità.it. (a pagina 10) Cronologia ... da www.repubblica.it (a pagina 11) Si è bussato..., di Giuseppe D’Avanzo (www.repubblica.it) (a pagina 12, 13) Quando un reporter ... di Titty Santoriello (a pagina 14) L’esercito islamico … di Nello Trocchia (a pagina 15, 16) Quando il morto è... di Nando Dalla Chiesa (www.unita.it) (a pagina 17, 18) Tel Chi, il Baldoni di Enrico Deraglio da “Diario”, n° 32 (a pagina 17, 18) steri, il tal Frattini, che ancora ha il coraggio di mostrarsi, più impettito di prima, più col mento al vento di prima, più incosciente di prima, dopo la figuraccia rimediata qualche tempo addietro appena 3 mesi or sono- quando ospite a “Por ta a Porta”, forse per non intristire la trasmissione del servizievole Vespa, dette la comunicazione dell’uccisione del mercenario Quattroc chi, solo perché pro(Continua a pagina 2) 2 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 31 Agosto 2004 Assassinato Enzo Baldoni (Continua da pagina 1) vocato direttamente da un giornalista; la stessa famiglia del Quattrocchi apprese da Porta a Porta l’uccisione del suo congiunto, e solo dopo un bel po’ di tempo ebbe la notizia ufficiale dall’Unità di Crisi costituita alla Farnesina. Anche in quella vicenda -la liberazione degli ostaggiil ruolo dell’eroe senza macchia e senza paura fu interpretato dal Commissario Straordinaro della Croce Rossa Italia, l’avvocato Scelli. Che, forse poco abituato a tale carica si lasciò andare ad un attacco osceno e volgare contro una persona come Gino Strada, un medico che ha rinunciato alla vita comoda che poteva condurre in Italia, ad un primariato che avrebbe avuto sol che avesse mostrato di volerlo, per andarsene in giro per il mondo, in quelle parti del mondo che sono in guerra a curare quelli che veramente ne hanno bisogno, ma che purtroppo -bisogna ammetterlo- è purtroppo dotato di un terribile handicap per l’Italia attuale, è un uomo libero. Gino Strada si era reso colpevole, nientedimeno, dell’ aver svergognato pubblicamente la tesi governativa, portata avanti dallo Scelli, secondo cui i tre ostaggimercenari erano stati liberati grazie ad un’azione congiunta della nostra intelligence e di un intervento di reparti di “truppe speciali” (tesi questa che non è mai stata ufficialmente sostenuta, all’epoca, neanche dal comando USA, da cui ueste truppe sarebbero dovute dipen- dere, ma, a detta di Gino Strada, per la liberazione degli ostaggi era stato pagato un ingente riscatto (si parla di 5 milioni di euro) e sosteneva questa sua versione della realtà basandosi su valide ed inconfutabili dichiarazioniconfessioni che aveva raccolto in Iraq, e noi riteniamo che non vi posa essere la minima perplessità se credere alla parola di un Gino Strada o di uno Scelli seppur di corpo (!?!?), ed a quasi totale correzione di quanto aveva gia detto, ha rilasciato una lunga e contorta dichiarazione che, se possibile, fa sorgere ancora più perplessità di quelle che esistevano prima. Ed ecco quanto afferma: Baldoni con la sua guida interprete Ghaareb a bordo della macchina di quest’ultimo si era unito al convoglio della CRI che trasportava generi di prima necessità e medi- Enzo Baldoni ed il suo interprete-guidaautista Ghareeb. Immagine che appare sulla copertina di Diario, n. 32,del 2004 giornata. In questa ultima vicenda, il rapimento e l’uccisione di Enzo Baldoni, lo Scelli, dopo aver dovuto tristemente riscontrare che il suo vacuo farfugliare sul fatto che da subito ha cercato di stabilire i contatti con i rapitori, e che -sue dichiarazioni, rilasciate prima che si diffondesse la notizia dell’uccisione di Baldoni- si è adoperato affinché fosse possibile riportare in Italia il freelance o almeno il suo cinali da Baghdad a Najaf ove fino a 48 ore prima si era aspramente combattuto per oltre una settimana, giunti però a Malmudiya, il convoglio viene una prima volta, giunge fino alla periferia di Najaf, ma dopo un ora di inutili tentativi di ottenere un permesso per proseguire, fa retromarcia e si dirige a Kufa ove si ferma e ricevono anche «…lettere di ringraziamento per gli aiuti (a firma di Al-Sadrs). Niente di più e forse neppure autenti- che…». L’indomani mattina, il 20, alle ore 4,30 il convoglio della CRI, con la Nissan di Ghareeb e Baldoni in testa. Giunti anche questa volta a Malmudiya ecco il secondo attentato e la Nissan «… la prima del gruppo, a qualche centinaio di metri …» perde il controllo e compie un testacoda. Il responsabile del convoglio, De Santis seconda la prassi, ordina «… andiamo avanti. Siamo attaccati …». Un testimone, dall’ambulanza, vede la portiera del lato di Baldoni aprirsi. «… quel che vide la gallese rimane senza conferma: non c’era nessuno ai lati della strada …». Dopo 800 mt il convoglio si ferma ad un posto di controllo della polizia irakena e De Santis avrebbe lanciato l’allarme; poi di corsa a Bagdad. Giunti in città De Santis si sarebbe recato all’ufficio del Mahdi ove riceve assicurazioni che si sarebbero subito attivati. Qualche ora dopo si apprende che Ghareeb è stato «ucciso con un colpo di kalashnikov alla tempia destra. Visto che guidava a sinistra, l’hanno ucciso fuori dall’auto…», che è stata incendiata. Il commando avrebbe, quindi, rapito Baldoni, ucciso Ghareeb ed incendiata l’auto dopo che il convoglio della CRI era ripartito ed aveva lasciato soli il free-lance ed il suo autista. E Scelli continua «erano stati avvisati ? e da chi ? Comunque nessuno poteva tornare a Malmudiya a controllare. Abbiamo attivato altri contatti “sicuri”. I par(Continua a pagina 20) 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 3 La mobilitazione registratasi in Francia per il rapimento di due giornalisti e l’immobilismo italiano per il caso di Enzo Baldoni di Tom Magne La mobilitazione francese si ingigantisce ai nostri occhi per l’immobilismo italiano Contrariamente a quanto è avvenuto in Italia (il premier totalmente assente dalla vicenda relativa al rapimento di Enzo Baldoni -in Iraq come corrispondente di Diario e come volontario della CRIforse ancora troppo traumatizzato dalla futura prospettiva di essere anche egli dotato di folta chioma; la Francia si è mobilitata tutta quando sono stati rapiti due suoi giornalisti. Dal Presidente Chirac che è comparso più volte sugli schermi televisivi per chiedere ai rapitori di restituire i due giornalisti, pur confermendo decisamente che non avrebbe mai aderito alle loro richieste (abolizione della legge sulla proibizione di usare lo chador -come qualsiasi altro simbolo religioso- nelle scuole. Ma non è stato solo Chirac a mobilitarsi, il primo ministro Raffarin dopo essersi unito anche lui alle richieste di Chirac, inviava il ministro degli interni Dominique de Villepin in Egitto ed il responsabile del Quai d’Orsay, il ministro degli esteri Barnier nel Qatara per trovare “contatti validi e determinanti” per ottenere la liberazione dei due ostaggi. In più, in Francia si sono mobilitate le comunità islamiche, non fondamentaliste, ed anch’esse hanno rivolto messaggi ai rapitori affinché si ravvedessero. Certo, in Francia non hanno un Frattini qualsiasi, né un Berlusconi e tanto meno uno Scelli. Ma certo, tutto ciò avviene in Francia, una nazione che può ben a ragione essere indicata come leader nel campo della democrazia toutIl presidente della Repubblica francese court. Jacques Chirac Certo che in questa nazione un individuo come Silvio Berlusconi non solo non sarebbe mai stato preso in considerazione come premier ma neppure come deputato e probabilmente sarebbe stato giudicato e condannato per la serie di reati di cui è stato accusato, e non vi sarebbero certo state leggi ad usum delphini a proteggerlo. Il ministro degli interni 8già per molti anni responsabile del dicastero degli esteri) monsieur de Villepin Stiamo parlando della Francia, di un paese democratico e civile, dove scoppiò la Rivoluzione Francese di cui tutte le nazioni di tutto il mondo hanno trtto ispirazione e modelli legislativi e governativi. Tom Magne 4 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Uomini senza cuore, senza cervello e senza coraggio di Atonia Stanganelli Quanta infinita miseria hanno dimostrato di avere i criminali che hanno ucciso Enzo Baldoni. Quanta ottusità. Che occasione persa non averlo rilasciato senza condizioni e non aver utilizzato la sua fama di pacifista militante e autorevole. Enzo Baldoni era quel che si dice una “bella persona”: colto, generoso, libero, pieno di coraggio e di fede nella ragione umana e nella solidarietà. Che dimostrazione di cieca incapacità politica e di codardia minacciare il presidente del Consiglio italiano e poi assassinare un giornalista libero che tenta di portare in occidente le testimonianze per dimostrare quanto è sbagliata e ingiustificabile questa guerra. Questi uomini hanno dimostrato di essere senza cuore,senza cervello e senza coraggio. Non hanno saputo leggere il messaggio di speranza che arrivava dallo sguardo di quei due ragazzi italiani ai quali il padre aveva insegnato il rispetto verso le altre culture e il rispetto delle diversità tra società occidentali e il pensiero islamico. Bastava un pò di cuore per vedere dietro a quei visi teneri la volontà forte di non voler avere paura della brutalità e della ignoranza e ostinarsi a sperare e credere nella ragione. Guido e Gabriella Baldoni forse non si arrenderanno all’odio verso chi gli ha ammazzato il padre solo per razzismo, senza tenere conto che era un uomo di pace ma pensando solo che era italiano e solo per questodoveva morire. Così come Fabrizio Quattrocchi anche questo italiano è stato ammazzato per razzismo. Non c’è strategia politica nei crimini razzisti, non c’è nulla nel razzismo che non sia povera e pura brutalità. Un uomo come Enzo Baldoni poteva rappresentare per chi si batte per l’identità e per la libertà del proprio popolo un canale aperto per far conoscere le proprie istanze e per fare di questa guerra la vergogna dei governi occidentali che l’hanno voluta. Questi terroristi non sono politici, non sono forse neanche islamici e forse per soldi, magari molti soldi, avrebbero rilasciato l’ostaggio italiano. Dei veri seminatori di terrore non avrebbero mai rilasciato i nostri tre connazionali nel giugno scorso. Ma quali trattative sono state messe in atto per questo italiano ? Con quanta tempestività si sono mossi i rappresentanti di questo governo ? Forse è stato fatto troppo poco per lui. Forse, dato che in Italia non siamo in periodo elettorale e dato che questo giornalista scriveva contro la guerra su “Diario”, un periodico vicino all’opposizione, forse, non è stato rite- nuto importante tentare di tutto, proprio di tutto, sin dall’inizio della trattativa, pur di salvarlo. Forse. Non si è parlato di eroismo per Baldoni ma forse la sua presenza in Iraq aveva dell’eroico. Il suo modo di cercare le notizie alla fonte, rischiando con coraggio, ponendo l’uomo, la persona al centro degli eventi, questo modo di affrontare le cose della vita aveva dell’eroico. Ma non è il genere di eroismo che piace a questo governo. Non è l’eroismo scenografico, buono da usare per ottenere consensi o per prendere voti. Non serve a questo governo l’eroismo silenzioso che si oppone con forza, fino all’ultimo, alla mancanza dell’uso della ragione. Questo eroismo non può essere confuso e strumentalizzato con la semplice esaltazione nazionalistica. Il governo italiano ha responsabilità e colpe per la morte di Enzo Baldoni. Responsabilità perché se vi è stata trattativa per tentare di salvarlo, questa è partita in ritardo e non è servita a niente. Colpe, perché è per colpa di questa guerra voluta da Berlusconi e dalla sua maggioranza che ormai gli italiani sono in pericolo dentro e fuori dall’Italia. Trasformare poi la positività del temperamento e la professionalità di Enzo Baldoni in scherni faziosi, come ha fatto il quotidiano “Libero”, sempre in prima linea nel diffondere le peg- giori pulsioni della destra, pubblicando in il 25 agosto u.s., una foto dell’”ostaggio di sinistra” con il titolo “vacanze intelligenti” e definendo il giornalista rapito nell’articolo d’informazione sul seq u e s t r o u n “pirlacchione”, ebbene, questo comportamento del “giornalismo di regime” è veramente un’aggravio delle responsabilità e delle colpe di questo governo. Barbari contro barbari e in mezzo la gente come noi, come Baldoni, i suoi figli, la sua famiglia, i pacifisti militanti e non. Barbari contro barbari e in mezzo quelli che vogliono far prevalere l’interesse comune tra i popoli; quelli che vogliono costruire le condizioni per dialogare tra culture diverse. Quale democrazia da esportare, quale islam da difendere, questa è pura, reciproca e inutile barbarie. La gravità di questa morte, oltre che nella morte stessa di tale persona, sta nella possibile perdita di quell’intimo rifiuto della guerra come atto primitivo e indegno, ormai superato dalla storia e dal sentimento umano degli uomini realmente civilizzati. La gravità di questa morte, sommata alle altre precedenti, è che possa costituire un primo passo per confondere e annullare differenze e distinguo tra persone; quelle differenze di pensiero e di azione che definiscono (Continua a pagina 20) 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 5 Morte di Baldoni: qualcosa non quadra di Bruno Ballardini ([email protected]) Riceviamo e Pubblichiamo "Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni, e in questa storia c'è qualcosa che non quadra..." "Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni ed ho seguito tutto quello che è accaduto dall'inizio tenendo anche contatti con osservatori di Londra e medici iracheni. Vorrei dare un minuscolo e invisibile contributo alla ricostruzione dei fatti, nella speranza che per il mio amico Enzo venga ristabilita un po' di verità. Quello che colpisce è come mai la stampa italiana non sia in grado di fare giornalismo investigativo e collegare indizi peraltro già esistenti. Posso capire Pino Scaccia della RAI, con cui ho avuto diversi scambi, che, trovandosi sul posto non può andare oltre alle considerazioni concesse a qualsiasi giornalista "embedded". Ma voi potete fare senz'altro di più. Faccio un esempio: Su La Repubblica del 25 agosto uscì la notizia: "ROMA - Baldoni potrebbe essere nelle mani degli ex servizi segreti di Saddam. Lo sostiene l'intelligence italiana che sta lavorando per la liberazione del freelance rapito in Iraq. Secondo una fonte qualificata, la priorità è in questo momento trovare il canale giusto per 'interloquire' con il gruppo di sequestratori formato "almeno in parte" da uomini degli ex servizi o comunque dai fedelissimi del raìs Mahdi (gli uomini di Mouktada As Sadr) che è la nostra assicurazione sulla vita. L'unica cosa che ci fa davvero paura sono gli americani". Che cosa sa Beppe De Sanctis, della Croce Rossa, che era presente ed è stato immediatamente richiamato a Roma da Scelli ? (http://bloghdad.splind Perché non ponete questi er.com/1092841749#27 quesiti per una volta in un 47411) articolo, anche se non a- Lo sceicco Hassan al Atharii, portavoce di Sadr a Sadr City ha chiarito subito che la resistenza non aveva nessuna notizia di Baldoni. E allora chi poteva e s s e r e stato, in un'area d o v e TUTTO è sotto il controllo della resistendi Bagdad". za da una parte o degli Mentre già dal 18 ago- americani dall'altra ? sto Enzo scriveva sul s u o B l o g : A questo punto occorre"In macchina con noi rebbe chiedersi da dove c'è anche Salah, il spuntano gli "ex di Sadbraccio destro di Bep- dam". pe, un iracheno dal volto mefistofelico che E' possibile che nessuno è stato maggiore nel- sappia per chi lavorino l'aeronautica e che- gli ex di Saddam ? E se fossero loro a rimpiange Saddam. Mi chiedo se è con noi fare del lavoro sporco per aiutarci o per per conto degli americani ? controllarci. Chi lo sa. Ma così è l'Irak: è E' possibile che nessuno difficile sapere chi è si chieda che fine ha fatdavvero chi hai di to Salah ? fianco. In uno dei due ca- E che cosa ci raccontemion c'è un alto espo- rebbe oggi ? nente dell'Esercito del vete voglia di indagare fino in fondo ? Siete voi che dovreste farlo. Il mio amico Enzo, un po' per ingenuità un po' per caso, si è ritrovato così a fare la stessa fine di Ilaria Alpi. Suo malgrado. Aveva dichiarato forse un po' incautamente, di voler intervistare Moqtada Al Sadr e questo non poteva essere permesso dagli americani che, oltre a voler portare a termine un'operazione su cui vigeva il più totale top secret e quindi non volevano testimoni scomodi in zona, non potevano permettere comunque che venisse fornito un canale mediatico alla resistenza. Non credo assolutamente alla versione dolciastra di Pino Scaccia, che inizia e finisce con i "ladroni" che fanno business nella zona rivendendo i rapiti ai "gruppi terroristici". Spero che qualcuno continui a farsi domande. Per qualche tempo ancora. Prima che il caso venga archiviato e non offra più nessun interesse perché "non è più d'attualità", o, peggio, prevalgano le versioni "embedded". 6 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Il commissario straordinario della Croce Rossa difende l'operato dei suoi: "Contatti ad alto livello: qualcosa è andato storto" Baldoni, il rammarico di Scelli "Contatti per recuperare corpo" da www.repubblica.it Si dice "profondamente deluso e amareggiato" ma ci tiene a sottolineare che la sua squadra "ce l'ha messa tutta" per liberare Enzo Baldoni, ucciso ieri sera, con drammatica puntualità allo scadere dell'ultimatum, dai suoi rapitori in Iraq. Maurizio Scelli, commissario straordinario della Croce Rossa italiana, vuole fugare ogni dubbio e polemica sull'operato della Cri: ieri, proprio quando stava per scadere l'ora X stabilita dal sedicente Esercito Islamico dell'Iraq, Scelli si era detto "preoccupato, ma ottimista" ed annucia che sono stati attivati i canali per recuperare la s a l m a . Oggi, sebbene profondamente " r a m m a r icarato" per un esito che evidentemente non si aspettava, Scelli ha voluto spiegare come "i contatti non erano mai stati interrotti dai momenti successivi al sequestro ed erano contatti con alti esponenti sia sunniti, sia sciiti. Proprio ieri ha detto ancora Scelli- era giunta la conferma che il canale di contatto funzionava. E ci era stato assicurato che l'ultimatum non sarebbe stato rispettato". Dunque le polemiche sollevate sull'operato della Croce Rossa Italiana in Iraq "non hanno nessun riscontro" per Scelli che replica alle accuse insistendo sul fatto che "le nostre trattative erano ad altissimo livello e i nostri interlocutori ci avevano assicurato che le cose si stavano mettendo per il meglio. Poi qualcosa è sicuramente cambiato", e probabilmente all'interno del gruppo dei rapitori "ha prevalso la parte più dura". Maurizio Scelli, l’uomo che il nostro beneamato presidente del Consiglio ha voluto come Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana. La figura di quest’individuo è sempre apparsa abbastanza … discutibile, a voler essere ottimisti: uomo non di parte tutti siamo uomini di parte in questo momento storicopolitico- ma di fazione. Ricordiamo molto bene le sue posizioni ultra-oltranziste all’epoca della liberazione dei 3 mercenari sopravvissuti. Egualmente bene ricordiamo la volgare polemica con cui condusse il suo (!?!?) duro attacco contro Gino Strada che senza peli sulla lingua e dall’alto della sua posizione di medico di frontiera, dichiarò che era stato pagato un riscatto per la liberazione dei mercenari, e che era stata una pagliacciata elettoralistica la loro fantomatica liberazione ad opera di “truppe scelte”. Ora la Cri non può fare che altra che continuare con la stessa determinazione di prima: "Ci stiamo già muovendo -ha detto Scelli all'Adnkronosper recuperare il cadavere di Baldoni, un corpo che ci è dovuto anche per una forma di rispetto della nostra religione. Sono stati attivati gli stessi contatti che ci avevano fatto ottenere la restituzione della salma di Maurizio Quattrocchi". 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 7 La Mezzaluna rossa: «Mai nessuna trattativa» Nuovi dubbi sulla fine di Baldoni u.f.g. (www.repubblica.it) La moglie e i figli di Enzo Baldoni sono arrivati a Roma nel primo pomeriggio di sabato, dopo aver lanciato la sera prima un messaggio in cui ricordando il marito e padre chiedevano il rispetto per il loro dolore. A Milano, dove Baldoni viveva e lavorava, il direttore di Diario Enrico Deaglio ha avuto un lungo incontro con il direttore della Croce Rossa Italiana Maurizio Scelli. Quattro ore a porte chiuse nelle quali Scelli ha ricostruito dettaglio per dettaglio le informazioni ricevute dal capo della missione irachena Giuseppe De Santis sul convoglio a cui aveva preso parte Baldoni. «Sono soddisfatto perchèl'incontro ha fugato tanti dubbi che avevamo sollevato sul ruolo della Croce rossa», ha dichiarato al termine Deaglio. Ma altri dubbi arrivano da altre fonti, cioè dalla Mezzaluna Rossa. Che il convoglio da Kufa per Najaf nel quale era Baldoni non era autorizzato dalla Croce Rossa di Roma è confermato sul sito reporterassociati.org -su cui scriveva anche Baldoni– anche dal responsabile della Mezzaluna Rossa. Su altri aspetti però le ricostruzioni non coincidono o lasciano aperti degli interrogativi. fonte irachena di Reporter Associati sostiene per altro che la Farnesina non ha mai neppure avviato nessuna trattativa per la liberazione di Baldoni. «Ci domandiamo perchè nessun canale di trattativa è stato aperto», è uno degli inquietanti interrogativi della fonte che si protegge nell’anonimato. Per altro la Mezzaluna, dopo aver inviato i suoi uomini per recuperare il corpo dell’autista palestinese con cui viaggiava Baldoni ucciso nell’agguato, sostiene di essersi attivata per capire quale gruppo armato avesse prelevato il giornalista italiano. E dice di non aver trovato «nessuna traccia». Anzi aggiunge: «che non ci fossero piste da seguire per capire chi era stato l’ho detto subito anche a qualche amico italiano che ci aveva chiesto di adoperarci». Ma cosa significa questa frase ? Forse che Baldoni in realtà era morto subito, insieme al suo autista Ghareeb ? Su una cosa la fonte è certa: «Baldoni è stato abbandonato, è stato lasciato soIRAQ, Enzo Baldoni con Pino Scaccia, lo». Lui che, conferma la Mezzacorrispondente della RAI-TV luna, era considerato il fotografo ufficiale della missione umaIl racconto fatto al giornalista Marco Mostalli- nitaria della Croce rossa. no da “una fonte della Mezzaluna rossa ira- Dubbi che forse Scelli ha chiarito a Deaglio. chena” si basa sulle informazioni dell’altro re- Ma che per ora, a tutti gli altri, restano dubbi, sponsabile del convoglio umanitario, Mazen al misteri, cose da chiarire. Samraa. Secondo l’avvocato Carlo Rienzi delE dice che la macchina di Baldoni e del suo in- l’associazione Codacons, comunque, finché terprete Ghareeb, non era la prima ma la se- non sarà ritrovato il corpo di Baldoni –che i conda del convoglio che la Mezzaluna irache- Servizi segreti italiani sostengono di star cerna aveva vivamente sconsigliato di organizzare cando– il giornalista non può essere dichiarato perché troppo pericoloso. morto, ma solo scomparso. E certo il ritrovaPreceduta da una macchina con autista irache- mento del cadavere potrebbe essere di grande no, l’auto di Baldoni sarebbe stata bersagliata aiuto alla ricostruzione della verità sulla sua da fucilate e la fonte ritiene che l’agguato fos- morte. se mirato proprio a prendere il giornalista. La 8 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Croce Rossa di governo di Gian Giacomo Migone (www.unita.ot) Tra i molteplici interrogativi sollevati dall'atroce assassinio di Enzo Baldoni, vi sono quelli riguardanti il ruolo anomalo assunto dalla Croce Rossa Italiana attraver-so l'azione irachena del suo commissario straordinario, Maurizio Scelli. missione della sua organizzazione in Iraq, teatro di vitale importanza, ma che sicuramente non esaurisce le competenze dell' ente che egli guida ? peraltro rinunciare a un controllo diretto che viola la mission dell'organizzazione medesima. sicurezza, avrebbero dovuto rinunciare ai loro principi costituenti che sono l'indipendenza e la neutralità. E quella italiana ? Per concludere, se così non fosse, perché quella italiana è l'unica Croce Rossa a essere presente in totale in Iraq ? Inoltre, la Croce Rossa Internazionale continua a Senza ricorrere al conosservare il più assoluto fronto con la prassi visilenzio quando interpellagente in altri Paesi, è to sul ruolo iracheno di sufficiente riflettere su quella italiana. qualche ipotetica anaPer la verità bisogne- logia per misurare la Vorremmo poter rirebbe parlare di un in- dimensione di questa spondere che ciò di- Quel silenzio risponde cersieme di anomalie, per- anomalia. pende da una sua parti- tamente alla tradizionale ché gli interrogativi, colare vocazione, an- autonomia che viene ricofondati su elementi dinosciuta alle sue diramacora una volta eroica. fatto derivanti dalla È come se il ministro zioni nazionali; un silenzio prassi della Croce Ros- Frattini si sostituisse Ciò può anche essere che, sempre nella sua trasa Internazionale e da all' ambasciatore a Ba- vero per qualche sua dizione, diventi assoluto quella osservata in altri ghdad o il ministro componente, pur con quando una di esse cade paesi, sono molteplici; Martino prendesse il l'esigenza di valutarne sotto il controllo indiscrianche se, in attesa di posto del capo della l'opportunità istituzio- minato del governo locale, indagini più approfon- missione militare ita- nale. nella fattispecie quello itadite, di pertinenza del liana in Iraq. liano. Parlamento e, forse, deLa Croce Rossa Interla magistratura, le rinazionale e le altre Gli esempi nella sua storia sposte possono, a loro non mancano, anche se volta, soltanto essere Eroismo individuale ? Croci Rosse nazionali sarebbe forse troppo greve non sono presenti in ipotetiche. O, piuttosto, un'anoma- Iraq perché, dovendo evocarli, in un momento di lutto come questo. Perché, innanzitutto, il lia che potrebbe diffi- ricorrere alle forze di vertice dell'organizza- cilmente essere tollera- occupazione militare zione italiana continua ta, se il governo Berlu- per garantire la propria a essere ricoperto da un sconi non avesse attricommissario straordi- buito a Maurizio Sceili nario, anziché da un una funzione che ha presidente che risponde poco a che vedere con i Di Enrico Ciantelli (www.unita.it) a un organismo colle- compiti istituzionali di giale, come negli altri qualsiasi Croce Rossa paesi, istituzionalmente e ha, invece, molto a Lettera al direttore Fu- ed encomiabile la sua collegato con. Ginevra che fare con l'esigenza rio Colombo, attività universale. politica del medesimo Le scrivo con riferi? governo, di far assu- mento all’articolo Chi le scrive è stato tra mere almeno in parte a Non dipenderà dal fatto “Croce Rossa di Go- gli anni 1980-90 Viceche un commissario una missione di occu- verno di Gian Giaco- Commissariodella Crostraordinario per defini- pazione militare, di- mo Magone, pubblica- ce Rossa con delega per zione ha poteri più este- ventata di guerra vera e to sull’Unità. gli Affari internazionali si, e soprattutto, più in- propria, le sembianze e analoghi incarichi ebdiscriminati, in quanto di una missione umaniApprovo in pieno le be allorché fu Presidenrisponde soltanto a chi taria ? osservazioni stretta- te del Comitato di Filo ha nominato, cioè il Per ottemperare nella mente pertinenti al renze. governo del proprio Paforma, ma solo nella ruolo che la Croce ese ? forma, ad un mandato Rossa svolge nel mon- Mi attendevo da parte E perché tale Commis- parlamentare che si ri- do con funzioni e re- delle autorità di goversario in carica di fatto vela a sua volta sempre gole che ne disciplina- no, congiuntamente o dirige personalmente la più ambiguo, per ogni no in modo tassativo alternativa dai ministri giorno che passa, senza Anomalia della CRI Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Giustizia e Libertà 9 LO STRAPPO della CROCE ROSSA ITALIANA Via dall’Iraq tutte le organizzazioni nazionali sorelle. L’unica rimasta è quella guidata da Scelli di l. s. (www.unita.it) Un commissario straordinario, perché è straordinaria la situazione e l'ambiente in cui si muove la Croce Rossa italiana. Maurizio Scelli, avvocato, è commissario straordinario della Cri dal dicembre 2002. Non ne è il presidente perché dopo la fine del mandato di Maria Pia Garavaglia, la situazione e la gestione dell'organizzazione umanitaria «impose» tale scelta. Fu il secondo (e attuale) governo Berlusconi a prendersi la responsabilità di nominare un commissario straordinario (Staffan de Mistura, anche rappresentante personale del segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, per il Medioriente) e un vice-commissario straordinario. Scelli, appunto. De Mistura abbandonò l'incarico per seguire solo il mandato delle Nazioni Unite, anche dopo le pressioni in tal senso ricevute da Annan. Scelli passò a essere commissario straordinario con la decisione presa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, il 3 dicembre 2002. La mancanza di un presidente e la presenza di un commissario straordinario della Cri lascia intendere una situazione in movimento, una gestione transitoria in vista di una completa riforma dell'organizzazione. Una riforma diventata obbligatoria e palese con lo studio fatto dalla Corte dei Conti un anno dopo. La Cri, si leggeva nelle agenzie di allora, necessitava di un'«adeguata e razionale regolamentazione della gestione dei fondi ottenuti da pubbliche sottoscrizioni; di una tempestività negli accertamenti ispettivi; di una severa limitazione del ricorso alla nomina di consulenti esterni». La particolarità della gestione della Cri, emersa anche negli anni precedenti, si lega dunque a una nomina ministeriale di Scelli. A questa particolarità, però, se ne lega un'altra. Una particolarità pass a t a c o m e «umanitaria» ma che, in realtà, è del tutto «politica». La Croce Rossa italiana, dal novembre del 2003, è l'unica -tra le organizzazioni nazionali della Croce Rossaad essere presente in Iraq, dopo i gravi attentati kamikaze contro le sedi Onu e della Cicr (il Comitato internazionale della Croce Rossa) nella capitale irachena Perché ? La versione di Scelli fu accolta da molti applausi: «Siamo lì da fine aprile, cioè da subito dopo la fine della guerra, e siamo abituati a convivere con certe situazioni. Nel nostro ospedale arrivano centinaia di persone, molti bambini, alcuni dei quali ìn condizioni gravissime. Il lavoro è incessante, ma la gente non smette mai di esserci grata. Non c'è tempo, lì, per aver paura». Vero. Ma Scelli omise i «costi» di una tale scelta «umanitaria». Le virgolette, senza sminuire il lavoro degli operatori della Cri a Baghdad, sono d'obbligo. Tra i sette principi d'azione fissati dalla Federazione internazionale della Croce Rossa (Cicr) di Ginevra (di cui la Cri italiana fa parte), ci sono la neutralità e l'indipendenza rispetto alle «parti in causa» in un conflitto. Gli attentati dell'autunno scorso, secondo Ginevra, avevano azzerato la sicurezza per gli operatori umanitari. Dunque: per rimanere l'unica possibilità era ricevere protezione militare, che almeno 'nella prima fase fu garantita dai carabinieri. Ma ciò, avrebbe cancellato i due principi di neutralità e d'indipendenza. Scelli accettò di pagare questo prezzo. Forse la presenza della Cri in Iraq doveva rafforzare l'immagine «umanitaria» della missione militare italiana ? l.s. www.unità.it Anomalia della CRI (Continua da pagina 8) della Sanità e della Difesa, con i quali la Croce Rossa ha in Italia continui ed obbligatori rapporti, pur nell’autonomia della propria attvità, che si osservasse come il comportamento dell’attuale Commissario sia stato del tutto anomalo. E tale da non corrispondere dell’attuazione degli scopi che si prefiggeva, alle condizioniobbligatorie richieste per l’esecuzione dei compiti dell’Istituto. Il suo articolista ha scritto cose che potrebbero far meditare i Ministri che ho richimato, anche per i provvedimentiche dovrebbero essere presi, prima che Ginevra, tramite il ConsiglioInternazionale della Croce Rossa (CIRC) o diversamente tramite la Lega delle Società di Croce Rossa , si pronunzino censure, che per il tradizionale prestigio e decorodella Croce Rossa Italiana, che ha avuto ruoli di primaria importanza nell’attività internazionale, non può e non deve ricevere. Avv.Enrico Ciantelli www.unita.it 10 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Intervista con Deaglio, direttore de “il Diario” «Una congiura del silenzio sulla tragedia di Enzo» da www.unita.it «La tragedia di Enzo Baldoni è costellata da tanti, troppi silenzi. Silenzi sospetti. Non so se è giusto parlare di una congiura del silenzio. Quel che so è che la verità sulla morte di Enzo è tutta da ricercare». A parlare è Enrico Deaglio, direttore di Diario, il settimanale con cui Enzo Baldoni collaborava. «La morte di Enzo -sottolinea Deaglio- racconta di un Iraq in balìa di bande armate; un Paese nel quale non esiste un controllo del territorio. Un Paese-trappola dal quale dobbiamo andarcene». Dalla Croce Rossa ai servizi di intelligence italiani. C’è chi sostiene che Enzo Baldoni è stato abbandonato al suo tragico destino. «Enzo Baldoni è stato sequestrato, rapito nell’occasione di un attacco militare alla sua macchina che apriva il convoglio della Croce Rossa italiana che tornava da Najaf a Baghdad nel primo pomeriggio di venerdì 20 agosto. La macchina è stata assaltata, l’autista - Ghareeb, un giordano palestinese - è stato ucciso, tra l’altro in maniera barbara. Subito dietro viaggiava il resto del convoglio della Croce Rossa, cioè un camion, altre macchine, un’ambulanza che sono passati velocissimamente, proprio a tavoletta. Qui non si può fare alcun addebito di omissione di soccorso, perché era impossibile fermarsi. Chi si fermava lì era inevitabilmente esposto ad altre sparatorie. Le “stranezze” sospette in questa vicenda sono a l t r e . . . » . Quali? «La cosa brutta è che di tutto ciò non è stata data notizia. Tutto questo convoglio appena arriva a Baghdad dà notizia, lancia l’allarme, dice siamo stati attaccati e abbiamo avuto un morto e un disperso. Lo dice alle autorità, lo dice all’ambasciata, lo dice a tutti. E nessuno di questi lo rende noto. Per quanto riguarda Baldoni, si va avanti per cinque giorni a dire “chi sa dove sarà Baldoni”, sarà andato per i fatti suoi, magari alla ricerca di uno scoop, mentre loro lo sanno che Enzo è stato rapito in questa circostanza e non lo dicono». Qual è l’ipotesi che si sente di azzardare su questo lungo silenzio ? «Ci sono varie ipotesi e adesso ci stiamo lavorando. Prima di tutto, il problema è di capire perché è stato attaccato questo convoglio. In secondo luogo, occorre capire se all’interno di questo convoglio cercavano qualcuno in specifico, perché, per esempio, l’uccisione così brutale e accanita di questo Ghareeb è inusuale per tutte le storie di rapimenti in Iraq, e quindi chi era realmente questo Ghareeb. In terzo luogo, come al solito essendo in Italia ci possono essere delle spiegazioni minime, di quelle impiegatizie: siccome il convoglio non è autorizzato, forse è meglio non farlo sapere, per evitare dei guai...Un’altra ipotesi è che dietro questi silenzi c’è qualcosa di più, di più grave e inquietante, che investe la figura di un “cane sciolto”, e per questo meno controllabile, quale era Baldoni. Sta di fatto che tutte le persone che hanno visto, che sono state testimoni, hanno avuto abbastanza una consegna del silenzio, nel senso che nessuno di questi ha parlato, all’ospedale della Croce Rossa non si poteva entrare, non rispondev a n o . . . » . francamente non lo so. Perché potrebbero essere una serie di piccoli interessi che hanno provocato questo silenzio; però qualcosa di più penso che ci sia stato. Il sequestro è avvenuto il venerdì pomeriggio del 20 agosto, se uno dà la notizia, come è stata data ai canali d i p l o m a t i c i , all’ambasciata, la stampa doveva esserne informata e i telegiornali della sera avrebbero aperto con la notizia: attaccato un convoglio della Croce Rossa italiana, un morto e un disperso. Questa è la notizia. E il disperso è un giornalista freelance italiano che era assieme al convoglio. Questa cosa qui non è stata voluta. Non so se si possa parlare di una vera e propria congiura, ma certo si tratta di qualcosa di molto grave. Soprattutto è grave perché si è lasciato che nei numerosi giorni seguenti venissero alimentate tutte le ipotesi di dove fosse Baldoni, sarà qua, sarà là, sarà alla ricerca di uno scoop, era da solo...mentre la verità la sapevano già, sapevano che il convoglio era stato attaccato e che Enzo era stato rapito». Si può sostenere che attorno alla vicenda, finita in tragedia, di Enzo Baldoni vi sia stata una congiura del silenzio ? «C’è stato il silenzio. Grave. Assordante. Sospetto. Se questo silenzio sia stato una congiura al momento L’uccisione di Enzo Baldoni riattualizza, se ce ne era bisogno, la tragedia irachena...». «Dal “pantano” iracheno occorre venirsene via. È la verità. Perché da questa storia si scopre che tutto l’Iraq è diverso da come ci (Continua a pagina 20) 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 11 Crononologia: dal rapimento all’uccisione da www.repubblica.it Quattro giorni senza notizie sulla sua sorte, poi il giornalista Enzo Baldoni appare - vivo e apparentemente in buona salute - in un video trasmesso marted scorso da Al Jazeera. Un ultimatum di 48 ore: l'Italia lasci l'Iraq o morir. Poco dopo le 23 di gioved a ultimatum scaduto, l'esecuzione. Ecco le tappe della vicenda che tiene in ansia l'Italia. Marted 24. E proprio Al Jazeera permette di sapere che il giornalista vivo e, apparentemente, sta bene. E', come in altre occasioni, un video a rivelarlo. L'"esercito islamico" rivendica il rapimento e Baldoni, pronuncia il suo nome e aggiunge poche parole. Il video preceduto da una comunicato nel quale viene intimato all'Italia di ritirare le sue truppe dall'Iraq entro 48 ore, Venerd 20 agosto. altrimenti non sarà garantita "la Il primo allarme di venerd sera: l'inviato di Re- sicurezza dell'italiano o la sua vita". pubblica, Luca Fazzo, informa che Baldoni, collaboratore del "Diario", scomparso da 24 ore. An- Poco dopo Palazzo Chigi diffonde una nota: il goche l'ambasciata italiana a Bagdad - che quotidia- verno impegnato per far tornare in libert Enzo namene svolge controlli per avere notizie sui con- Baldoni, ma ribadisce che la presenza italiana, nazionali presenti nel Paese - ha perso il contatto "militare e civile" in Iraq continuerà. Per i famicon il giornalista. Non c' ancora, per, eccessiva liari del giornalista, per gli italiani che hanno sepreoccupazione: il giornalista non ha un telefono guito con ansia il silenzio dei giorni scorsi, il video satellitare e quindi potrebbe trattarsi di semplici di Al Jazeera è anzitutto un momento di sollievo: l'italiano vivo e sembra star bene. Si pu ricomindifficoltà di comunicazione. ciare a sperare. Sabato 21. Il giorno dopo cominciano a circolare voci di un Mercoled 25. rapimento; nel pomeriggio, la notizia che nei pres- Appello del direttore di "Diario", Enrico Deaglio, si di Najaf stato trovato il cadavere dell'interprete su Al Jazeera: "Enzo Baldoni un giornalista, che accompagnava Baldoni (anche se manca un impegnato in Iraq in operazioni umanitarie". riconoscimento ufficiale) accresce la tensione sulla In serata i figli di Enzo, Guido e Gabriella lanciasorte del giornalista. no un altro appello ai rapitori: "Noi ci rivolgiamo al popolo iracheno martoriato dalla guerra e Domenica 22. agli uomini che hanno in mano nostro padre Domenica il terzo giorno di silenzio e di preoccu- Enzo con un appello, per dire che Enzo Baldoni pazione, appena stemperata da una buona notizia in Iraq come uomo di pace, oltre che come giorsul fronte - sempre pi affollato - dei sequestri: la nalista, e che tentava di salvare vite umane a liberazione del giornalista americano Micah Ga- Najaf, nello spirito di solidariet che ha sempre ren. contraddistinto le sue azioni. In nome di questo spirito vi chiediamo di poterlo riabbracciare. Luned 23. Un bacio forte". Nessuna novità. Cresce l'ansia dei familiari che a Preci, in Umbria, sono in continuo contatto con la Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini lanFarnesina e con la Croce cia un appello da Al Rossa. Il direttore della Jazeera "a tutte le coTv araba Al Jazeera, l'emunit e le organizzamittente che ha spesso zioni che possano avetrasmesso video con ore elementi utili" per staggi ricevuti dai sequel i b e r a r e u n stratori, in una intervista "giornalista coraggioal TG5 dice di non avere so" andato in Iraq informazioni sulla scom"per aiutare". parsa di Baldoni, auspica una soluzione positiva Gioved 26. Poco dopo della vicenda e difende la le 23 Al Jazeera annunlinea editoriale della sua cia l'assassinio di Balemittente a proposito dei doni. video dei sequestrati. 12 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Si è bussato, con idee sbagliate, alla porta sbagliata di Giuseppe d’Avanzo (www.repubblica.it) Per liberare Enzo Baldoni, il governo italiano ha bussato, con idee sbagliate, alla porta sbagliata. Ha tragicamente sottovalutato la feroce determinazione dell'"Esercito islamico in Iraq". Non ha voluto comprendere la minaccia di morte rappresentata da quella formazione politico-militare. Moqada Al Sadr), ideologicamente prossimi allo jihadismo wahabita di al Zarqawi e al progetto politico del suo gruppo, Tawhid Val Jihad, poco inclini alla trattativa, decisi fino alla ferocia nell'azione. Come dimostrava ampiamente l'immediata esecuzione dell'interprete di Baldoni, Ghareeb. Perch non preoccuparsi? Si fatto chiudere gli occhi dalla sua stessa ipocrisia che nega la guerra chiamandola "missione di pace", vittima delle approssimative informazioni dell'intelligence e del protagonismo di un uomo come Maurizio Scelli che, come commissario straordinario, danneggia la Croce Rossa e, come ambasciatore itinerante dell'Italia, confonde le idee propagandando un legame dell'Iraq con il nostro Paese che soltanto un auspicio, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, una manipolazione che ha il fine politico di rassicurare un'opinione pubblica ostile alla presenza militare in Iraq (abbiamo un contingente armato secondo soltanto agli angloamericani). "Ora sar chiaro anche a voi - dice un funzionario del Dipartimento di Stato - il sentimento di odio che colpisce gli italiani, come noi americani. Ogni volta che ci sar la possibilit di rapire un italiano, le dieci pi pericolose formazioni combattenti irachene lo faranno. Lo sappiamo e lo diciamo da luglio. Si aperta una nuova stagione dei sequestri. Avr esiti rapidi e sempre cruenti. Al go- Purtroppo, queste informazioni, conoscenze e analisi tradotte nella lingua della politica italiana hanno mutato di segno colorandosi di un ambiguo e opportunistico ottimismo. Il sequestro di Enzo Baldoni apparso (in buona e in cattiva fede) un affare di facile soluzione. Con colpevole presunzione, le burocrazie della sicurezza sostenevano di "avere i canali giusti per individuare il gruppo dei sequestratori", riservandosi due opzioni: trattativa o annientamento militare. Enzo Baldoni, volontario della Croce Rossa Italiana verno di Roma non sar pi concessa l'opportunit dei tempi lunghi che, per i sequestratori, ha rappresentato nel caso dei quattro bodyguard un insuccesso politico". qawi. Non tutte le formazioni combattenti irachene hanno contatti operativi con al Zarqawi n sappiamo dire quale potenziale operativo abbiano, ma tutte ne condividono l'obiettivo politico. Tra queste anGli uomini dell'Anti- che l'Esercito islamico terrorismo di Cofer dell'Iraq". Black al Dipartimento di Stato hanno idee Quando il 24 agosto chiare sull'aggressione l'Esercito islamico che minaccia l'Italia. "firm" il sequestro di Dicono: "L'obiettivo Enzo Baldoni e l'ultidelle cellule combat- matum al governo itatenti distruggere ogni liano, apparvero con possibilit di dialogo, di sufficiente chiarezza i rinascita, di armonia in nessi tra il rapimento Iraq. Vogliono isolare del free lance italiano e gli Stati Uniti nel pae- il sequestro di un autista se facendo terra bru- filippino. Identico l'ociata intorno a loro, biettivo. Costringere terrorizzando la popo- l'Italia, dopo le Filippilazione civile, scorag- ne, a ritirare le truppe. giando le imprese im- Identica formazione popegnate della ricostru- litico-militare, l'Esercizione, costringendo i to islamico. Quella sigla nostri alleati a fare un "parlava". passo indietro, a lasciarci soli. Su questo Islamiti sunniti radicali, confine, oggi, il primo violentemente antisciiti bersaglio l'Italia. Que- (al punto da rapire un sta la strategia politica agente di Teheran coldi Abu Musab al Zar- pevole di "lavorare" per Il governo, che non ha mai avvertito la tragicit della crisi, si abbandonato a una inopportuna retorica politica ("Resteremo in Iraq fino a che il governo di Allawi ce lo chieder"), per il resto lasciando campo libero al commissario straordinario della Croce Rossa. Maurizio Scelli, tra una serata a Cortina e un meeting a Rimini, spiegava che gli uomini che tenevano prigioniero Enzo Baldoni erano "Ali Baba non riconducibili direttamente a una fazione politica". Insomma, predoni pezzenti che, per un fascio di dollari, avrebbero restituito presto Baldoni (Continua a pagina 13) 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 13 Si è bussato, con idee sbagliate, alla porta sbagliata (Continua da pagina 12) alla sua famiglia. Per giorni, Scelli non ha lasciato cadere la fiducia cucinando il suo ottimismo in ripetute dichiarazioni pubbliche (e purtroppo gonfiando anche le illusioni della famiglia e degli amici di Enzo). Mai contraddetto, anzi sostenuto, dalla Farnesina. Quel che accadeva sul terreno, in realt, non avrebbe dovuto sollecitare alcun fiducia perch i mediatori scelti erano sbagliati, perch gli interlocutori finali erano sbagliati, perch tutta l'iniziativa diplomatica e d'intelligence avviata dal governo si stava muovendo in un territorio sbagliato, come le persone sbagliate. Non con gli islamiti sunniti radicali, ma con gli sciiti. Cio, con i loro avversari politici e religiosi. Roma e Scelli e i nostri 007 hanno creduto di poter ottenere la liberazione di Enzo Baldoni ripercorrendo i canali utilizzati dagli americani per liberare Micah Garen, 36 anni, giornalista, rapito il 14 agosto con il suo interprete, Amir Doushi, e rilasciato il 22 agosto. Nella trattativa gli americani erano riusciti ad ottenere a Najaf la mediazione di uomini vicini a Moqtada al Sadr. I contatti avevano prodotto, alla fine, una dichiarazione pubblica di Sheik Aws alKhafasji, capo dell'esercito del Mahdi (la forza armata di Moqtada al Sadr) a Nassiriya dove una missiva segreta del poi l'americano fu lascia- Vaticano che si propoto libero. neva per dare tregua e soluzione alla battaglia Lo sceicco disse che "il di Najaf. lavoro giornalistico e i documentari archeologi- L'immagine del corpo ci di Garen dovevano senza vita di Enzo ha essere apprezzati perch mostrato nella notte di offrivano un servizio al- gioved quanto il tental'Iraq". Parole esplicite tivo italiano fosse fuori dall'intelligence militare: un avventato tentativo di fuga di Baldoni. Ecco, la via di uscita scelta dal governo e dagli apparati per sfuggire alle proprie responsabilit. Come dire: le trattative erano a buon punto, la liberazione era vicina, ma Baldoni ne ha fatto una delle sue. Ha tentato la fuga. ? stato raggiunto e, "in un improvviso precipitare della situazione in loco", stato ucciso. Per tenere in piedi questa cabala, bisogna per inventarsi qualcos'altro. Ecco che cosa: nel video inviato ad Al Jazeera ci sono le immagini d'una Un convoglio della Croce Rossa Italiana in Iraq colluttazione. Questa voce, per i sequestratori che fuoco e irresponsabile diffusa nella notte, inabbandonano l'iniziativa. l'ottimismo diffuso a credibilmente trova Nello stesso modo si piene mani dal governo muove la diplomazia ita- e dal suo "portavoce" spazio anche se, nella liana. Invertendo, per cos per le crisi irachene, sola immagine vista dal dire, la catena dei media- Maurizio Scelli. Gi nel- nostra ambasciatore a tori. I primi contatti con la notte, il governo, il Doha, Baldoni un corgli uomini di al Sadr e "portavoce" e l'intelli- po senza vita. Ne nasce dell'esercito del Mahdi gence hanno voluto un finto "giallo", un sollevato nascono a Nassiriya. Da correre ai ripari per na- polverone con mestiere che non qui si spostano a Najaf scondere i catastrofici riesce a nascondere un dove stato sequestrato errori commessi. fatto: con ogni probabiEnzo. Come nel caso di lit nessuno poteva salGaren, utile raccontare lo spirito di pace e di a- ? stato "un improvviso vare Enzo Baldoni, ma c' chi - governo, Scelli, micizia verso gli iracheni precipitare della situaintelligence - ha lasciache guidava la visita in zione in loco per un to credere cinicamente Iraq di Baldoni. fatto imprevedibile a che lo stava facendo Viene convinto anche il determinare la decisio- con successo. ministro Frattini a fare la ne dei sequestratori di sua parte con un'intervi- uccidere Baldoni" rifesta ad Al Jazeera mentre riscono all'Ansa i servi- Giuseppe d’Avanzo l'intelligence si preoccu- zi segreti. Qual questo (www.repubblica.it) imprevedibile? pa di diffondere la falsa fatto Gioved notte, c'erano notizia che Baldoni fosse state le prime voci sofaddirittura il latore di fiate anonimamente 14 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Quando un reporter diventa un nemico Di Titty Santoriello Il bisogno di raccontare le immagini su cui il proprio sguardo si è imbattuto; la necessità di investigare, di cercare di rendere partecipi gli altri del pezzetto di mondo di cui si è fatta esperienza. E’ il modo in cui il reporter rende un servizio all’umanità, è il suo modo di rendersi utile. Come ogni impiego ai confini tra l’arte e il mestiere anche questo è pervaso da una buona dose di egocentrismo, dalla smania di arrivare prima e più in fondo degli altri fino a sfiorare o centrare la verità. Per il vero reporter queste operazioni non sono il frutto di un calcolo ma il bisogno intrinseco e irrazionale di “rendere noto”. La figura del reporter o del giornalista inviato di guerra è stata spesso idealizzata e mitizzata e in ogni caso identificata con colui o colei che avrebbe denunciato le ingiustizie e cercato e raccontato la verità dei fatti. Non è un caso che gli inviati in Vietnam dante la guerra furono quasi sempre i benvenuti. Ma oggi i giornalisti di guerra non sono più al sicuro: vengono identificati, talvolta a torto, talvolta a ragione, con il potere centrale dello stato da cui provengono; nelle ultime guerre gli inviati sembrano, nell’ottica degli stati occupati, più degli ambasciatori che dei giornalisti, coloro che scriveranno dal loro occidentale punto di vista, che avvaloreranno le istanze degli occupanti. Così è morto Baldoni. Chi lo ha ucciso sapeva di colpire lo Stato e di urtare l’opinione pubblica italiana. Intanto in Italia si è consumato l’ennesimo caso di occultamento di notizie e di negazione della verità: il Governo intendeva far credere di aver avviato le trattative per il rilascio del giornalista inneggiando ad un epilogo positivo della vicenda; sarebbe stato solo un imprevisto (ad e- giro la balla della missione di pace; come Nazione che, coi cannoni schierati,intende assumere un assumere un ruolo nella spartizione del bottino. In nessun modo si vuole, in questa sede, operare un’analisi giustificatrice degli orrori commessi dal terrorismo iracheno; piuttosto affermare e denunciare con forza che la politica italiana sta a- Enzo Baldoni in Iraq mentre lavora al computer sempio il tentativo di fuga di Baldoni) a provocare la tragedia. In realtà il Governo non ha potuto nulla per salvare Baldoni. Prima ancora di capire chi fosse, è necessario chiedersi perché sia stato ucciso. Una possibile risposta è rintracciabile in una nuova percezione che si ha oggi dell’Italia rispetto al passato: l’Italia non è più vista come il paese dei poeti e della buona cucina bensì come nazione belligerante al fianco degli Stati Uniti, come forza occupante che racconta in gendo negativamente in campo internazionale e in particolare nell’occupazione del territorio iracheno. La scelta interventista in questa guerra ha rappresentato un grave errore e non solo alla luce delle morti innocenti, bensì a prescindere da esse. Il Governo italiano ha smesso di utilizzare gli strumenti della politica (semmai li abbia avuti) per affidarsi alla forza delle armi anziché a quella della parola. L’Italia ha scelto di affiancarsi a coloro che riteneva i più forti, a co- loro che riteneva essere, nel modo del tutto arbitrario, dalla parte del bene e del giusto. L’italia si è alleata col pensiero e con l’azione con chi ha deciso di risolvere le proprie controversie e di appagare la propria sete di onnipotenza, con la violenza. Ed ora, sebbene possa apparire a tutti noi ingiusto, è quasi scontato che venga attaccata con maggiore ferocia. La morte così repentina e cruenta di Baldoni ci ha scosso; dinanzi al pensiero della morte ci si sente sempre particolarmente deboli, il pensiero, l’intelletto sembrano ingessarsi, eppure è necessario riflettere…E’ necessario costringere il Governo a comprendere che la strada intrapresa è sbagliata, che la guerra non solo è preludio di morte fisica ma anche spirituale di un’intera collettività. E’ necessario dare un esempio di pace, capire che in alcuni casi il relativismo culturale è l’unica strada percorribile. E’ necessario avere il coraggio di prendere le distanze da chiunque, da una parte o dall’altra, impugni gli strumenti della violenza. Sarebbe stato necessario ieri non prendere parte a questa guerra. E’ necessario oggi negarla e abbandonarla e intraprendere una politica di pace. Solo così si renderà giustizia a chi si è sempre battuto contro la guerra e a chi intendeva denunciare, come Baldoni, le sue brutture. 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 15 L’ “esercito islamico irakeno ha assassinato Enzo Baldoni di Nello Trocchia Ucciso. Una parola che nessuno avrebbe voluto leggere, nessuno avrebbe voluto pronunciare, e invece Enzo Baldoni è stato assassinato, nello stupore generale; tutto, fino a qualche ora prima dell’annuncio, faceva sperare in una repentina liberazione. Ma l’esercito islamico iracheno, questa la sigla che ha firmato la brutale esecuzione, ha rispettato l’ultimatum e dopo due giorni di prigionia ha ammazzato il free-lance di Città di Castello. Sono innumerevoli i dubbi che circondano questa vicenda, e, nonostante la tristezza che aleggia negli animi di ciascuno è doveroso prenderli in considerazione, provando a fare chiarezza. Enzo Baldoni era in Iraq per realizzare un reportage, collaborava con la rivista Diario ed era volontario della Croce Rossa. Il 20 agosto scorso, in viaggio verso la capitale irachena, scompare. Baldoni viaggiava in auto con l’autista ed era alla testa di un convoglio della Croce Rossa che all’improvviso, allo scoppio di una mina si stacca e, come prevede la procedura di sicurezza, non si ferma per il soccorso. Pare che la Cri avverta i funzionari di polizia locali ma, nonostante le versioni discordanti sulla modalità di composizione del convoglio, questo racconto presenta un evidente buco nero, un vuoto informativo. Perché la Cri, non ha avvertito le autorità italiane dello scoppio di una mina e di aver abbandonato un’auto con a bordo Enzo Baldoni e il suo autista ? Questa domanda è carica di mistero , per alcuni giorni in Italia i telegiornali continuavano a ripetere che, un freelance italiano era scomparso in Iraq, una notizia vera ma che avrebbe trovato nel racconto della Cri e dei suoi funzionari subito una spiegazione plausibile: Enzo Baldoni era stato c o i n v o l t o nell’esplosione di una mina, e visto che l’Iraq non è il paese dei balocchi, diventava plausibile ipotizzare il sequestro, visto il ritrovamento, poche ore dopo, del corpo senza vita del suo autista. Su questo punto il direttore del Diario, Enrico Deraglio, non lascia spazi a dubbi: “Sapevano che Enzo era stato rapito ma nessuno lo diceva”. Quei giorni di vuoto informativo hanno contribuito all’infausto epilogo, iniziare prima le trattative avrebbe permesso di aprire spiragli in questa amara e triste vicenda. La notizia del rapimento è stata comunicata e resa nota con il video trasmesso da Al Jazeera dove Baldoni pronunciava poche frasi e veniva letto un comunicato del gruppo “Esercito Islamico” che imponeva al gover- no italiano un ritiro delle t r u p p e , p e n a l’eliminazione dell’ostaggio. L’ultimatum era di 48 ore e il gruppo ha rispettato e onorato l’impegno di morte, ammazzando l’ostaggio. Ma fermiamoci un attimo per ragionare su questo filmato. In Italia il video ha avuto un effetto doppio, da un lato si è acquisito il dato, l’avvenuto rapimento, dall’altro si era convinti di una pronta liberazione. Dopo il sequestro, Vittorio Feltri, direttore di Libero, scriveva con una strabordante dose di cinismo: “Baldoni legge davanti alla telecamera il comunicato dei suoi aguzzini, in cui si dà del criminale a Berlusconi, e ne gode, glielo leggi in faccia che gode”. Secondo il direttore di Libero, giornale della costellazione dei media di proprietà diretta o indiretta del premier Berlusconi, Baldoni era soddisfatto del rapimento, le prove di questa presunta gioia erano rintracciabili nel suo impianto ideologico, filoiracheno e anti americano, una tesi burlesca e offensiva (più volte nel testo Baldoni è definito “pirla”). potere che doveva trattare, liberare il nostro ostaggio. Penso che la tesi di Feltri sia aleggiata anche nelle stanze della Farnesina e del nuovo ministro degli esteri italiano Maurizio Scelli, che dovrebbe essere commissario straordinario della Cri, ma si diletta a occuparsi delle faccende che non gli competono, rilasciando dichiarazioni, muovendo passi che dovrebbe compiere la nostra intelligence, il nostro ministero degli esteri. L’idea che prendeva corpo era di una rapimento burla, Farina, vicedirettore di Libero, era stato chiarissimo a riguardo “Resta la possibilità di una truffa abominevole. A favore di tale ipotesi sta la serenità di Baldoni: su Al Jazeera pare sorridere come in un filmino familiare. Quasi che dopo il rapimento, gli avessero assegnato la parte da recitare: sappiamo che sei un bravo pacifista, poi ti liberiamo, e spieghiamo al mondo che se tutti gli italiani fossero come te, il vostro Paese potrebbe dormire sonni tranquilli”. Franco Frattini, ministro degli esteri (?), pare che abbia delegato il compito delle trattative da un lato all’intelligence e dall’altro al commissario straordinario della Croce Rossa Maurizio Scelli. Non espongo simili affermazioni per sputare fango sul capo immacolato del direttore Vittorio Feltri, anche perché regredirei nel terreno delle offese e del vile cinismo, ma solo per comunicare un’atmosfera che aleg- Il giorno seguente al ragiava nel paese, e nei pimento le dichiarazioni (Continua a pagina 16) gangli del potere, quel 16 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 L’ “esercito islamico irakeno ha assassinato Enzo Baldoni (Continua da pagina 15) erano confortanti e tutti pensavano che dopo aver girato il filmino di famiglia, Baldoni avrebbe comunicato a tutti che era una burla, uno scherzo per ravvivare il clima. L’intelligence faceva sapere che tutte le piste e tutti i canali erano stati aperti mentre Scelli chiamava il direttore di Diario Deraglio e annunciava: “l'ultimatum per la morte di Enzo è stato sospeso”. Come e da chi il nostro incomparabile Scelli avesse appreso tale notizia, non è dato saperlo; a pensarci bene, se fossimo abituati agli acuti approfondimenti cui si diletta il Farina, vicedirettore di Libero, forse potremmo anche essere tentati a formulare il concetto “Resta la possibilità di una truffa abominevole…” . A quante pare le piste battute, quelle che portavano ai miliziani di Al Sadr erano del tutto sballate e non hanno sortito effetti, l’esercito islamico è vicino al gruppo di Al Zarqawi, questo si evince dal rapimento di un iraniano accusato di lavorare per Al Sadr, quindi sunniti radicali, fortemente antisciiti. Un gruppo che ha costretto il governo delle Filippine al ritiro delle sue truppe, salvando solo così la vita dell’ostaggio, che ha già rivendicato altri rapimenti e altre barbarie, come l’uccisione di due ostaggi pachistani. Un gruppo spietato e feroce che nell’ottica dell’intesa di Al Sadr con Al Sistani, prova a rendere più incande- scente e drammatica la situazione. Una serie di indizi che dovevano incutere timore, che dovevano imporre il silenzio e invece dichiarazioni ottimistiche e affrettate hanno diffuso una speranza, vanificata dalla crudeltà dei terroristi. Terroristi che avevano, nel loro comunicato, anche quello considerato una burla dal duo FeltriFarina “Troppo finto per essere vero”, chiesto una dichiarazione del Premier che preannunciasse un ritiro, ma il premier non si è visto neanche per consegnare un messaggio ufficiale, delegando questo compito a Frattini che ha mantenuto la linea della fermezza, anche se sotto banco -a loro dire- fremevano i contatti. Contatti vani, inutili e forse addirittura sbagliati. Ma i dubbi, gli errori non finiscono e non si esauriscono nel giorno delle p r o m e s s e e dell’ottimismo. Intorno alla notizia del tragico epilogo nuvole e nebulose si addensano. L’annuncio è stato dato dalla tv del Qatar, Al Jazeera, che ha affermato di avere un video dell’esecuzione del nostro connazionale e che non l’avrebbe trasmesso per la crudezza delle immagini. L’ambasciatore italiano visiona la cassetta e conferma “Si tratta di Baldoni”. Tutti i giornali titolano, “Ucciso Baldoni”, e parlano di un’esecuzione brutale, sanguinaria, per cui la vicenda era da considerarsi chiusa. Assolutamente no. In questo concordo con Feltri, sembra una commedia italiana consumata, questo è il punto diri- mente, ai danni di una ne nelle trattative che famiglia, abbandonata smentirebbe tale ipotee chiusa nel dolore. si. Si formula immediataDurante la giornata del mente un’altra ipotesi: 27 agosto (il giorno do- l’epilogo tragico sarebpo l’assassinio) Frattini be dovuto ad un “un comunica che non c’è fatto imprevedibile” e un video ma solo si affaccia l’ipotesi che un’immagine digitale; sia stato causato da un attenzione ! rewind tentativo fuga. (torniamo indietro). Un’ipotesi surreale che Ma perché il nostro mi- sembra valere come nistro smentisce, asse- parafulmine per i nostri condando una richiesta s e r v i z i e per di Al Jazeera, dopo l’encomiabile Commisquasi 20 ore ? sario Straordinario delMa il nostro ambascia- la Croce Rossa. tore allora cosa aveva visto il giorno prima, In attesa di nuovi partiquando ha operato il colari si cerca di ottericonoscimento ? nere la salma di BaldoPerché non ha comuni- ni, sembra che un ex cato subito che si tratta- ufficiale di Saddam, in va di una foto o di una contatto con Scelli, saserie di foto, come si rebbe in grado, in camapprende in questi gior- bio di soldi, di restituini, e non di un video ? re il corpo del giornaliQuesta virata ha pro- sta. dotto ulteriore confusione ma soprattutto ha Una vicenda dai mille gettato nel dubbio le lati oscuri, dove molte ultime ore di Baldoni. zone grigie coprono la scoperta della verità. Qualcuno parla di una Restano le responsabimorte avvenuta subito lità del governo e del dopo il rapimento e il ministro in pectore video sarebbe stato un Scelli e del Frattini filmato montato, utiliz- nell’aver, fin troppo zando una cassetta che giulivamente, affrontaBaldoni avrebbe avuto to una vicenda dramcon sé, ma questa ipo- matica. tesi è stata smontata in queste ultime ore dopo Il commissario della che tecnici della RAI Cri era convinto di torhanno dichiarato che nare vincitore come non si tratta di un nella vicenda dei nostri “foto-montaggio”. tre connazionali, ma La teoria formulata a forse allora si ebbe il suo tempo, assai fanta- tempo per oleare le siosa ed assolutamente ruote dei carri, ora inimprobabile è che a- vece la sicura e pretenvrebbero lasciato come ziosa convinzione di l’autista anche il corpo spuntarla ha subito una di Baldoni nella mac- battuta d’arresto nel china dopo lo scoppio colpo di morte. della mina. Con Scelli viene bocciata la condotta del Nelle ultime ore alcune governo Berlusconi con dichiarazioni dei servizi segreti all’Ansa par- un premier assente, (Continua a pagina 20) lano di una inclinazio- 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 17 Quando il morto è di sinistra di Nando Dalla Chiesa (www.unita.it) Lo sputo beffardo su un tira fuori il peggio degli condannato a morte. uomini su ogni fronte, ne abbiamo avuto la riproAnche questo abbiamo va. dovuto vedere. Intendiamoci, «Libero», Roba che nei film si de- perché questo è il quotilega al cattivo, al più vi- diano che si è distinto gliacco della banda, nell’opera senza preceall’attore su cui una vol- denti, ha probabilmente ta -nei mille cinema Pa- dato fiato a una cultura radiso sparsi per l’Italia che non nasce in quella - il pubblico indignato redazione. scagliava insulti e male- Bisogna averne consapedizioni come se la scena volezza. fosse vera. Nei titoli, nei toni, nel gioco di foto, occhielli e A Enzo Baldoni lo sputo «catenacci», si è espresso è arrivato purtroppo nel- a meraviglia quel la realtà vera, anche se «plebeismo borghese», forse non se ne è accor- ossimoro diventato realto. tà, che è da un po’ di anEd è arrivato pubblica- ni la vera metastasi civile mente. nella grassa Italia padaDalla nazione che avreb- na, il grande problema be dovuto trepidare per con cui ogni decente prolui, per la sua vita. getto di governo dovrà seriamente e strenuamenCompatta, insieme. te fare i conti. Perché italiano, pur se italiano convinto che Non vi è dubbio: anche anche gli altri popoli ab- se spesso dalle parti di biano o possano avere quella redazione si inragioni o diritti. neggia alla chiarezza del Il «codardo oltraggio» parlare (e in effetti davdel Manzoni, quello vero strepitosa è stata la spregevole gesto eguale chiarezza anche in questa e opposto al «servo en- occasione), si farà ogni comio», non poteva tro- sforzo causidico, si tentevare una rappresentazio- rà ogni acrobazia logica per dimostrare che in ne più nitida. fondo si voleva salvare, Quando Baldoni stava in un modo un po’ diverper morire, e poi quando so, magari -ci giurereste Baldoni era già morto, e ?- in modo meno conforpoi ancora quando già si mista, la pelle del giornasapeva che Baldoni era lista assassinato. stato ucciso. Ma è drammaticamente Insomma nella agghiac- ancora più certo che nelciante sequenza attraver- le ore dell’angoscia il so cui questo civilissimo giornale in questione si è paese ha visto un quoti- coerentemente adoperato diano sbeffeggiare una per rendere un po’ buffonesca, fino al surreale, vittima annunciata. l’attesa (la paura) di una Come forse mai era ac- esecuzione capitale. caduto. «Che barba, che noia, non mi rapiscono». Se è vero che la guerra «Spero che mi rapi- to detto) antiberlusconiano. scano». Dunque la sua vita con«Il vacanziere col bri- ta meno. Se contasse come le vido». altre, non gli si spute«Il turista del giorna- rebbe addosso prima e dopo la esecuzione. lismo». Si avrebbe un attimo, «Un simpatico pirlac- solo un attimo di ripensamento, di raccoglichione». mento, di ansia. «Il giornalista italiano Di ansia vera, intendo. che cercava brividi in Non quella che porta a Iraq» (scritto dopo la colloquiare idealmente notizia dell’assassinio). con i rapitori per dirgli di rilasciarlo, così da Miscelando abilmente amante del brivido conuna passata avventura tinuerà a far danni al colombiana e il rapi- suo paese e a scrivere mento dell’Esercito i- bene di loro. slamico, la tragedia di Baldoni è stata derubri- Non quella che porta a ipotizzare che sia tutta cata ad altro. Un alto in cui si mesco- una sceneggiata per relavano irrisione per la citare un rabdomante vittima, il dileggio per dell’avventura. l’inviato pacifista finito Il quale, da bravo pronei guai, il divertito fessionista delle scerimprovero di essersela neggiate, appare nel cercata. video «troppo sereno». Tutti ingredienti che in sé, presi singolarmente, Se la sua vita contasse non sono nuovi in certi non si scriverebbe che ambienti umani. «i rapitori non hanno La sola storia della lotta esitato a sparargli analla mafia o alle corru- che se era amico lozioni grandi e piccole ro»; ossia che Baldoni del Paese ne è strapie- era amico degli assassina. ni, loro complice, solo Ma il loro montare con- perché contrario alla temporaneo mentre la guerra. persona è già nelle ma- Non esiste pietas per il ni del carnefice, questo plebeismo borghese è semplicemente terrifi- che, vedrete, nei prossicante. Perché svela an- mi mesi si affannerà che ai ciechi che una (quando si discuterà di misura è stata superata. fecondazione assistita) a predicarci la sacralità Che per una cultura di della vita umana, in tutdestra comunque forte te le sue forme, perché nel Paese non esistono è la vita in sé che è salimiti di sorta alla fa- cra. ziosità politica. Non vi è in esso ombra di quella pietas che è Baldoni è pacifista. fondatrice -e non per Baldoni è inviato del caso- di tutte le civiltà «Diario». mediterranee, nel mito (Continua a pagina 18) Baldoni è (così ci è sta- 18 Giustizia e Libertà Per l’assassinio di Enzo Baldoni 31 Agosto 2004 Quando il morto è di sinistra (Continua da pagina 17) e nella leggenda come nel diritto. E, correlativamente, non c’è il pensiero che consente di distinguere, di capire, di non trasformare l’altro, alla fine, in complice di assassini. Non c’è infine il pudore, figlio della pietas e del pensiero. Michele Serra, si sono dette su Quattrocchi cose nauseanti. Ma mai sui giornali, nei dibattiti, nelle posizioni ufficiali e responsabili della formazione dell’o pinione pubblica, alcun esponente politico, civile, intellettuale della sinistra si è sognato di pronunciare o scrivere frasi men che rispettose verso il valore colpito della vita. Sono stato, in silenzio e senza riflettori, nella casa di Stefio e nella casa di Quattrocchi. Ho provato angoscia e dolore per loro. E proprio per questo la rappresentazione dei «due nemici» (il vigilante privato e il giornalista pacifista) m’appare oggi francamente insultante per noi come italiani. ghese, le discussioni lette per l’ennesima volta in queste settimane, sulla egemonia culturale della sinistra. E la domanda sorge oggi spontanea, inarrestabile. Ma davvero è colpa della sinistra se questa destra non riesce a produrre egemonia culturale ? Ma scusate, quando lo sputo si fa parola, quando i fragori interiori si fanno pensiero, quali poeti, quali romanzieri, quali registi, quali filosofi, quali giuristi vorrete mai che nascano e che non durino il tempo di una moda o di un protettore politico ? Di chi è la colpa se nemmeno le tragedie che elevano in genere gli spiriti e le menti riescono qui a favorire le dimensioni del rispetto, della riflessione, della È vero che nei bassifondi della sinistra di Inter- Tornano in mente, da- umana condivisione? net, come ha ricordato vanti al plebeismo bor- È stato scritto, sempre su «Libero», che Baldoni avrebbe fatto la fine di Quattrocchi, ossia «del suo nemico ideologico». Ecco alfine l’idea archetipica: Baldoni e Quattrocchi nemici, tra i quali dunque occorrerebbe schierarsi (uno amico, l’altro nemico); non due italiani uccisi in Iraq, andati in Iraq con culture e finalità diverse. Ci piacerebbe che, proprio per l’attenzione con cui li seguiamo, qualcosa dicessero i celebri «terzisti». Che stavolta trovassero l’immane coraggio di dire che questo capitolo della nostra vita pubblica ha qualcosa di spregevole e di allarmante. Chi è al di sopra delle parti o equidistante, in fondo, non deve preoccuparsi di sembrarlo sempre nello stesso articolo o commento. Meglio, più credibile, essere netti e indipendenti di volta in volta di fronte alle singole vicende. Chi ha dunque qualcosa da dire sullo sputo beffardo sul condannato a morte? Nando Dalla Chiesa Www.Unita.it Tel chi, il Baldoni di Enrico Deraglio (da “DIARIO”, n° 32, 27agosto-2 settembre 2004; pag. 8, 9, 10) Leggiamo e Diffondiamo Martedì scorso, di pomeriggio, in un'edizione speciale del Tg 5, quando Enzo Baldoni è comparso sul video e stava visibilmente bene, qui in via Melzo è venuta fuori una specie di piccolo applauso, con Carla che fotografava da vicino lo schermo e tutti noi che ci succhiavamo le immagini. Enzo Baldoni era in forma e leggeva un proclama non da battuto, umiliato o offeso, ma padro- ne di se stesso. Rapito dall'«Esercito Islamico», araldo di un ultimatum («48 ore all'Italia per lasciareJ'Iraq»). Tel chi, il Baldoni, il Baldoni che un po' conoscevamo, ma che negli ultimi giorni la cronaca ci aveva riproposto e vivisezionato: pubblicitario creativo, volontario Cri, antecedenti nel '68 milanese, viaggiatore, traduttore italiano di Doonesbury (chi ama il fumetto sa cosa vuol dire. Per gli altri, pazienza), viaggiatore in Iraq con un accredito di Diario, Italian weekly magazine, uno di quegli accrediti che servono appena a superare un check point se la guardia è di buon umore. Un pezzo di carta che vale qualcosa di più se vai a una conferenza stampa, ma che vale poco in un garage abbandonato di fronte a persone armate e ostili. Se Enzo Baldoni se l'è finora cavata, francamente non credo sia per merito dell'accredito di Diario, ma solo per merito suo. Enzo Baldoni è arrivato a Baghdad il 6 agosto scorso, con l'intenzione di scrivere articoli per Diario e di completare un progetto di libro (titolo provvisorio: Guerriglieri) per la casa editrice Il Saggiatore. È stato a Falluja (9 agosto), poi a Baghdad da dove ha partecipato a una spedizione della Croce rossa italiana e della Mezzaluna Rossa che ha portato acqua e assistenza agli assediati dell'esercito del Mahdi dentro il mausoleo di Ali (15 agosto). In quell'occasione si è lussato una spalla che è stata curata all'ospedale 31 Agosto 2004 Per l’assassinio di Enzo Baldoni Giustizia e Libertà 19 Tel chi, il Baldoni della Croce rossa italiana di Baghdad. Giovedì 19 agosto è ripartito con un convoglio della Cri e una troupe della Rai con un altro convoglio di assistenza umanitaria che ha depositato i suoi viveri a Najaf intorno a mezzogiorno e poi si è diretta nella vicinissima Kufa, dove medici della Cri hanno soccorso numerosi feriti. Il convoglio della Croce rossa è ripartito la mattina di venerdì 20 agosto verso Baghdad. Durante questo viaggio di ritorno, in circostanze non chiare, la Nissan bianca scassata su cui viaggiavano Baldoni e il suo autistainterprete Ghareeb è stata aggredita nella zona -a detta di tutti pericolosissima- di al Mahmudia. Già venerdì pomeriggio, su circuiti Internet, il sito di un pacifista inglese, Justin Alexander, dava notizia della morte di Ghateeb in un agguato. Il suo cadavere è stato ufficialmente identificato solo martedì 24 agosto (prima di questa data nessuno era riuscito ad avvicinarsi all'obitorio). Nel pomeriggio dello stesso giorno è giunto il video dei rapitori che trasmettono Enzo Baldoni in buona salute. Molte ricostruzioni, lacunose e confuse, sono apparse sui giornali italiani nell'immediatezza delle prime noti- zie sulla «sparizione» di Enzo Baldoni. La redazione di Diario ha svolto la propria indagine raggiungendo alcune conclusioni che differiscono da altre ricostruzioni giornalistiche. 1) Il convoglio della Croce rossa italiana partito da Baghdad giovedì 19 agosto non si fermò e invertì la marcia dopo lo scoppio di una mina nei pressi di Mahmudia, ma proseguì fino a Naiaf dove scaricò il suo carico di viveri e poi si diresse a nella vicinissima Kufa, dove medici della Cri prestarono soccorsi a feriti in combattimento. Il convoglio della Cri ripartì da Kufa la mattina di venerdì 20 agosto verso Baghdad, dove arrivò sano e salvo. 2) L'agguato ai danni dell'automobile di Baldoni-Ghareeb avvenne lo stesso venerdì mattina sulla strada tra Naiaf e Baghdad. Non è stato possibile a Diario, nonostante numerose richieste, ottenere una versione dei fatti da parte della Croce rossa italiana. RACCONTI FALLACI Diario ha seguito attentamente la situazione irachena dall'invasione angloamericana del marzo 2003. In numerosi articoli, testimonianze e reporrages ha raccontato quanto fossero fàllaci i racconti di un Paese pacificato e quanto invece la speranza di democrazia soccombesse di fronte a una realtà quotidiana terribile di morti, di desolazione, di corruzione. Con l'esercito americano occupante ormai costretto a dichiarate mille morti e cinquemila feriti; con circa quindicimila civili iracheni uccisi; con una montante onda di terrorismo, resistenza, guerriglia; con migliaia di persone che interpretano l'Iraq come il nuovo Far West per il guadagno facile; con gli abusi commessi nelle prigioni americane trasferiti di peso nelle prigioni irachene; con bombardamenti aerei e battaglie di strada su cui le informazioni sono sempre più difficili. Il rapimento di un £ree lance italiano in una situazione come questa è una di quelle notizie che i media internazionali danno in poche righe. si apprende da uno scambio di e-mail) aveva conosciuto a Falluja un cittadino iracheno, Mohammed, con le gambe amputate per un colpo sparato, all'inizio della guerra, da un carro armato Bradley. Aveva preso contatto con Teresa Sarti, presidente di Emergency, l'associazione che gestisce da anni, un ospedale, a Sulyamania in Kurdistan, specializzato in applicazioni di protesi e riabilitazione, per portare lì il ferito. Emergency aveva accettato l'incarico, preparato l'accoglienza che sarebbe stata, come al solito, gratuita. Baldoni sarebbe dovuto partire in macchina da Baghdad con Mohammed e Ghareeb lunedì 23 agosto. Questo numero di Diario si occupa delle attività di Enzo Baldoni per fornire tutti gli elementi utili alla liberazione dell'ostaggio. Analogo materiale è stato fornito alla tv Al Una situazione da Jazeera. “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, Siamo al corrente di ma per noi è natural- numerose attività volte alla liberazione di Balmente è diverso. doni condotte dalla Per questo abbiamo Croce Rossa Italiana e ricostruito il viaggio di dal nostro governo, in Enzo Baldoni in Iraq cui naturalmente confifino al suo rapimento, diamo. ma possiamo anche Speriamo di potere aggiungere quello che riabbracciate presto Enaveva intenzione di zo Baldoni. fare nell'ultima settimana che aveva pre- Per intanto un abbracventivato. Baldoni (lo cio alla sua famiglia e Per l’assassinio di Enzo Baldoni 20 Giustizia e Libertà 31 Agosto 2004 Assassinato Enzo Baldoni (Continua da pagina 2) ticolari però li abbiamo avuti solo dopo molto tempo». E cinicamente osserva «Non ho potuto parlare subito: dovevo proteggere la CRI e speravo di proteggere la trattativa di Baldoni». Non ricordandosi di aver, a suo tempo, annunciato formalmente al direttore di Diario Dera- glio «l'ultimatum per la morte di Enzo è stato sospeso». Cosa dire poi dei due giornalisti di Libero, il direttore Feltri e l’omnipresente in TV vicedirettore Farina. Il primo scrive sul suo giornale (giornale che fa parte della costellazione dei media di proprietà diretta o indiretta del premier Berlusconi) “Baldoni legge davanti alla telecamera il comunicato dei suoi aguzzini, in cui si dà del criminale a Berlusconi, e ne gode, glielo leggi in faccia che gode” e nel testo definisce varie volte il Baldoni “pirla”. Mentre il suo fido vice Farina annota «Resta la possibilità di una truffa abominevole.» Ogni commento a tali affermazioni crediamo che sia inutile. Vorremmo solamente mutuare un vecchio adagio popolare che affermava «… chi di spada ferisce di spada perisce» con il più attuale «chi di pirla ferisce da pirla perisce» Uomini senza cuore, senza cervello e senza coraggio (Continua da pagina 4) e sanciscono le società democratiche. Si, hanno ammazzato un altro italiano. Ma gli italiani non sono tutti uguali. Gli italiani sono liberi di pensare ed agire per o contro la barbarie, così come sono liberi d’ignorarla anche quando questa arriva fino in casa. Chi ha scelto il pacifismo non può accettare di essere confuso con un popolo governato da scellerati che hanno scelto di sostenere chi dichiara guerra per i propri interessi economici. Chi ha scelto il pacifismo è al di fuori del concetto di Nazione pur sentendo l’appartenenza forte e totale al proprio popolo. Enzo Baldoni era un italiano ma era un uomo di pace, ed è morto per razzismo a causa di uomini senza cuore, senza cervello, senza coraggio. Antonia Stanganelli Intervista con Deraglio, direttore de “il Diario” (Continua da pagina 10) viene dipinto, Da questa storia si scopre che non esistono strade sicure, che non c’è alcun controllo del territorio, che ci sono bande di predoni e di gruppi terroristi che dominano tutte le parti, che non si riesce a garantire una sicurezza minima. Io sono sempre stato contrario a mandare delle truppe lì, adesso a maggio- re ragione mi chiedo cosa ci stanno a fare, se non danno neanche le notizie di quello che succede. Quando si dice “siamo in contatto con tutti”, “abbiamo attivato i nostri canali”, i servizi.... In realtà noi siamo molto, molto deboli in qualsiasi azione di intelligence, in qualsiasi iniziativa di controllo del territorio. Questa è l’amara verità. E la ricostruzione della morte di Enzo Baldoni testimonia questo. Ne tengano tutti conto». sona lo interessa veramente. Enzo era una persona positiva, che voleva fare delle cose positive nella vita. Vuole arrivare, vuole vedere, vuole raccontare. Una curiosità a cui abbinava uno straordinario talento di raccontatore di storie e di persone. Questo era e resta per noi Enzo Baldoni: una bella persona». Se dovesse raccontare ai lettori de l’Unità chi era Enzo Baldoni, cosa dir e b b e ? «Direi questo: prendi un uomo grande e grosso, di 56 anni, molto allegro, molto socievole, che quando parla con una persona da www.unita.it si vede che quella per- L’esercito islamico irakeno ha assassinato Enzo Baldoni (Continua da pagina 16) vergognosamente, che ha, con cinico calcolo, utilizzato la vicenda del rapimento dei quattro mercenari alla vigilia Di una tornata elettorale, mentre oggi, non essendovi elezioni all’orizzonte ha conti- nuato a godersi le va- edizione straordinaria canze nel suo buen re- per aggiornamento delle Nello Trocchia notizie), solo tiro sardo. un mesto e Giustizia e Libertà Un accenno alle tv di colpevole siPeriodico Politico Indipendente stato, tralasciando lenzio. Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 quelle di proprietà diretta del premier, in Complimenti Proprietà: L. Barbato occasione della notizia vivissimi al Redazione:Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma E-Mail: [email protected] dell’uccisione di Bal- DG al CdA ed Fax: (+39) 06. 6227.6293 doni neanche uno spe- ai direttori di Direttore Responsabile: Luigi Barbato ciale (a parte qualche testata. Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Alessandro Blasetti