Giustizia e Libertà

Transcript

Giustizia e Libertà
Anno 3 - n° 78
W W W . G I U S T I Z I A - e- L I B E R T A . C O M
31 Agosto 2004
Giustizia e Libertà
Distribuzione telematica
Periodico Politico Indipendente
Copia gratuita
Speciale: Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Assassinato
Enzo Baldoni
Assassinato Enzo Baldoni
di L.B.
di L. B.
(a pagina 1, 2, 20)
Mobilitazione in Francia
di Tom Magne
(pagina 2, 3)
Uomini senza cuore, ...
di Antonia Stanganelli
(a pagina 4, 20)
Morte di Baldoni, …
di Bruno Ballardini
[email protected]
(a pagina 5)
Enzo Baldoni, pubblicitario e giornalista free-lance è
morto in Iraq.
Era in Iraq per realizzare un reportage
per la rivista Diario,
con cui collaborava,
ed anche perché era
un volontario della
Croce Rossa.
agire fanno sì che il nascondere le tracce
Berlusconi-2 riesca a ell’intervento subito
sopravvivere ancora. per dotare di una folta
chioma la sua testa
In primis dal cava- oramai calva per un
lier-presidente che buon 70-80%.
dopo essersi tanto
speso in occasione E poi, perché non ridel rapimento dei cordare i meriti che ha
“Mercenari” (è ve- guadagnato anche in
ro, si era alla vigilia questa vicenda il nodelle elezioni ammi- stro ministro degli E-
Materialmente
è
stato assassinato da
individui che fanno
parte del gruppo di
iraqeni denominato
“Esercito Islamico”.
Moralmente però è
stato ucciso dall’intera compagine governativa i cui rappresentanti che più,
chi meno, sono tutti
da reputarsi corresponsabili della sua
morte, alcuni per
azione e responsabilità diretta, altri solo
perché con il loro
tremebondo
non-
nistrative e di quelle
europee che il dux di
Forza Italia avrebbe
voluto vincere con
una maggioranza determinante del suo
partito-azienda,
e
che invece hanno
rappresentato l’ennesima sconfitta elettorale dopo l’infausto
13 maggio 2001– cavalier presidente, ripetiamo, che si è goduto le ultime giornate agustane nel
suo eremo in Sardegna ove ha inaugurato l’uso della
“bandana” forse per
Scelli difendela sua CRI ...
da (www.repibblica.it)
(a pagina 6)
La mezzaluna rossa …
di u.f.g. (www.repubblica.it)
(a pagina 7)
Croce Rossa di governo
di Gian Giacomo Migone (www.unita.it)
(a pagina 8)
Anomalia della CRI
di Enrico Ciantelli (www.unità.it)
(a pagina 8, 9)
Lo strappo della CRI
di l. s. (www.unita.it)
(a pagina 9)
Intervista a Deaglio ...
da www.unità.it.
(a pagina 10)
Cronologia ...
da www.repubblica.it
(a pagina 11)
Si è bussato...,
di Giuseppe D’Avanzo
(www.repubblica.it)
(a pagina 12, 13)
Quando un reporter ...
di Titty Santoriello
(a pagina 14)
L’esercito islamico …
di Nello Trocchia
(a pagina 15, 16)
Quando il morto è...
di Nando Dalla Chiesa (www.unita.it)
(a pagina 17, 18)
Tel Chi, il Baldoni
di Enrico Deraglio
da “Diario”, n° 32
(a pagina 17, 18)
steri, il tal Frattini, che
ancora ha il coraggio
di mostrarsi, più impettito di prima, più
col mento al vento di
prima, più incosciente
di prima, dopo la figuraccia rimediata qualche tempo addietro appena 3 mesi or sono- quando ospite a
“Por ta a Porta”, forse
per non intristire la
trasmissione del servizievole Vespa, dette la
comunicazione
dell’uccisione
del
mercenario Quattroc
chi, solo perché pro(Continua a pagina 2)
2
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
31 Agosto 2004
Assassinato Enzo Baldoni
(Continua da pagina 1)
vocato direttamente da
un giornalista; la stessa
famiglia del Quattrocchi
apprese da Porta a Porta
l’uccisione del suo congiunto, e solo dopo un
bel po’ di tempo ebbe la
notizia
ufficiale
dall’Unità di Crisi costituita alla Farnesina.
Anche in quella vicenda
-la liberazione degli ostaggiil
ruolo
dell’eroe senza macchia
e senza paura fu interpretato dal Commissario
Straordinaro della Croce
Rossa Italia, l’avvocato
Scelli.
Che, forse poco abituato
a tale carica si lasciò andare ad un attacco osceno e volgare contro una
persona come Gino
Strada, un medico che
ha rinunciato alla vita
comoda che poteva condurre in Italia, ad un primariato che avrebbe avuto sol che avesse mostrato di volerlo, per andarsene in giro per il
mondo, in quelle parti
del mondo che sono in
guerra a curare quelli
che veramente ne hanno
bisogno, ma che purtroppo -bisogna ammetterlo- è purtroppo dotato di un terribile handicap per l’Italia attuale, è
un uomo libero.
Gino Strada si era reso
colpevole, nientedimeno, dell’ aver svergognato pubblicamente la
tesi governativa, portata
avanti dallo Scelli, secondo cui i tre ostaggimercenari erano stati
liberati
grazie
ad
un’azione
congiunta
della nostra intelligence
e di un intervento di reparti di “truppe speciali” (tesi questa che non
è mai stata ufficialmente
sostenuta, all’epoca, neanche dal comando USA, da cui ueste truppe
sarebbero dovute dipen-
dere, ma, a detta di Gino
Strada, per la liberazione degli ostaggi era stato pagato un ingente riscatto (si parla di 5 milioni di euro) e sosteneva questa sua versione
della realtà basandosi su
valide ed inconfutabili
dichiarazioniconfessioni che aveva
raccolto in Iraq, e noi
riteniamo che non vi posa essere la minima perplessità se credere alla
parola di un Gino Strada
o di uno Scelli seppur di
corpo (!?!?), ed a quasi
totale correzione di
quanto aveva gia detto,
ha rilasciato una lunga e
contorta dichiarazione
che, se possibile, fa sorgere ancora più perplessità di quelle che esistevano prima.
Ed ecco quanto afferma:
Baldoni con la sua guida
interprete Ghaareb a
bordo della macchina di
quest’ultimo si era unito
al convoglio della CRI
che trasportava generi di
prima necessità e medi-
Enzo Baldoni ed il suo interprete-guidaautista Ghareeb. Immagine che appare sulla copertina di Diario, n. 32,del 2004
giornata.
In questa ultima vicenda, il rapimento e
l’uccisione di Enzo Baldoni, lo Scelli, dopo aver dovuto tristemente
riscontrare che il suo
vacuo farfugliare sul
fatto che da subito ha
cercato di stabilire i
contatti con i rapitori, e
che -sue dichiarazioni,
rilasciate prima che si
diffondesse la notizia
dell’uccisione di Baldoni- si è adoperato affinché fosse possibile riportare in Italia il freelance o almeno il suo
cinali da Baghdad a Najaf ove fino a 48 ore prima si era aspramente
combattuto per oltre una
settimana, giunti però a
Malmudiya, il convoglio viene una prima
volta, giunge fino alla
periferia di Najaf, ma
dopo un ora di inutili
tentativi di ottenere un
permesso per proseguire, fa retromarcia e si
dirige a Kufa ove si ferma e ricevono anche
«…lettere di ringraziamento per gli aiuti (a
firma di Al-Sadrs).
Niente di più e forse
neppure
autenti-
che…».
L’indomani
mattina, il 20, alle ore
4,30 il convoglio della
CRI, con la Nissan di
Ghareeb e Baldoni in
testa. Giunti anche questa volta a Malmudiya
ecco il secondo attentato
e la Nissan «… la prima del gruppo, a qualche centinaio di metri
…» perde il controllo e
compie un testacoda. Il
responsabile del convoglio, De Santis seconda la prassi, ordina
«… andiamo avanti.
Siamo attaccati …».
Un
testimone,
dall’ambulanza, vede la
portiera del lato di Baldoni aprirsi. «… quel
che vide la gallese rimane senza conferma:
non c’era nessuno ai
lati della strada …».
Dopo 800 mt il convoglio si ferma ad un posto di controllo della polizia irakena e De Santis
avrebbe
lanciato
l’allarme; poi di corsa a
Bagdad. Giunti in città
De Santis si sarebbe recato all’ufficio del Mahdi ove riceve assicurazioni che si sarebbero
subito attivati. Qualche
ora dopo si apprende
che Ghareeb è stato
«ucciso con un colpo di
kalashnikov alla tempia destra. Visto che
guidava a sinistra,
l’hanno ucciso fuori
dall’auto…», che è stata incendiata. Il commando avrebbe, quindi,
rapito Baldoni, ucciso
Ghareeb ed incendiata
l’auto dopo che il convoglio della CRI era ripartito ed aveva lasciato
soli il free-lance ed il
suo autista. E Scelli
continua «erano stati
avvisati ? e da chi ?
Comunque
nessuno
poteva tornare a Malmudiya a controllare.
Abbiamo attivato altri
contatti “sicuri”. I par(Continua a pagina 20)
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
3
La mobilitazione registratasi in Francia per il
rapimento di due giornalisti e l’immobilismo italiano
per il caso di Enzo Baldoni
di Tom Magne
La mobilitazione francese si ingigantisce ai nostri occhi per l’immobilismo italiano
Contrariamente a quanto
è avvenuto in Italia (il
premier totalmente assente dalla vicenda relativa
al rapimento di Enzo Baldoni -in Iraq come corrispondente di Diario e come volontario della CRIforse ancora troppo traumatizzato dalla futura
prospettiva di essere anche egli dotato di folta
chioma; la Francia si è
mobilitata tutta quando
sono stati rapiti due suoi
giornalisti.
Dal Presidente Chirac che
è comparso più volte sugli schermi televisivi per
chiedere ai rapitori di restituire i due giornalisti,
pur confermendo decisamente che non avrebbe
mai aderito alle loro richieste (abolizione della
legge sulla proibizione di
usare lo chador -come
qualsiasi altro simbolo
religioso- nelle scuole.
Ma non è stato solo Chirac a mobilitarsi, il primo
ministro Raffarin dopo
essersi unito anche lui
alle richieste di Chirac,
inviava il ministro degli
interni Dominique de Villepin in Egitto ed il responsabile del Quai
d’Orsay, il ministro degli
esteri Barnier nel Qatara
per trovare “contatti validi e determinanti” per
ottenere la liberazione
dei due ostaggi.
In più, in Francia si sono mobilitate le comunità islamiche, non fondamentaliste, ed anch’esse
hanno rivolto messaggi
ai rapitori affinché si
ravvedessero.
Certo, in Francia non
hanno un Frattini qualsiasi, né un Berlusconi e
tanto meno uno Scelli.
Ma certo, tutto ciò avviene in Francia, una
nazione che può ben a
ragione essere indicata
come leader nel campo
della democrazia toutIl presidente della Repubblica francese court.
Jacques Chirac
Certo che in questa nazione un individuo come
Silvio Berlusconi non
solo non sarebbe mai
stato preso in considerazione come premier ma
neppure come deputato
e probabilmente sarebbe
stato giudicato e condannato per la serie di
reati di cui è stato accusato, e non vi sarebbero
certo state leggi ad usum
delphini a proteggerlo.
Il ministro degli interni 8già per molti
anni responsabile del dicastero degli
esteri) monsieur de Villepin
Stiamo parlando della
Francia, di un paese democratico e civile, dove
scoppiò la Rivoluzione
Francese di cui tutte le
nazioni di tutto il mondo
hanno trtto ispirazione e
modelli legislativi e governativi.
Tom Magne
4
Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Uomini senza cuore, senza cervello e senza coraggio
di Atonia Stanganelli
Quanta infinita miseria
hanno dimostrato di avere i criminali che
hanno ucciso Enzo Baldoni.
Quanta ottusità.
Che occasione persa
non averlo rilasciato
senza condizioni e non
aver utilizzato la sua
fama di
pacifista militante e autorevole.
Enzo Baldoni era quel
che si dice una “bella
persona”: colto, generoso, libero, pieno di coraggio e di fede nella
ragione umana e nella
solidarietà.
Che dimostrazione di
cieca incapacità politica
e di codardia minacciare il presidente del Consiglio
italiano e poi assassinare un giornalista libero
che tenta di portare in
occidente le testimonianze per
dimostrare quanto è
sbagliata e ingiustificabile questa guerra.
Questi uomini hanno
dimostrato di essere
senza cuore,senza cervello e senza coraggio.
Non hanno saputo leggere il messaggio di
speranza che arrivava
dallo sguardo di quei
due ragazzi italiani ai
quali il padre aveva insegnato il rispetto verso
le altre culture e il rispetto delle diversità tra
società occidentali e il
pensiero islamico.
Bastava un pò di cuore
per vedere dietro a quei
visi teneri la volontà
forte di non voler avere
paura della brutalità e
della ignoranza e ostinarsi a sperare e credere
nella ragione.
Guido e Gabriella Baldoni forse non si arrenderanno all’odio verso
chi gli ha ammazzato il
padre solo per razzismo, senza tenere conto
che era un uomo di pace ma pensando solo
che era italiano e solo
per questodoveva morire.
Così come Fabrizio
Quattrocchi anche questo italiano è stato ammazzato per razzismo.
Non c’è strategia politica nei crimini razzisti,
non c’è nulla nel razzismo che non sia povera
e pura
brutalità.
Un uomo come Enzo
Baldoni poteva rappresentare per chi si batte
per l’identità e per la
libertà del proprio popolo un canale aperto
per far conoscere le
proprie istanze e per
fare di questa guerra la
vergogna dei governi
occidentali che l’hanno
voluta.
Questi terroristi non sono politici, non sono
forse neanche islamici e
forse per soldi, magari
molti
soldi, avrebbero rilasciato l’ostaggio italiano.
Dei veri seminatori di
terrore non avrebbero
mai rilasciato i nostri
tre connazionali nel
giugno
scorso.
Ma quali trattative sono
state messe in atto per
questo italiano ?
Con quanta tempestività si sono mossi i rappresentanti di questo
governo ?
Forse è stato fatto troppo poco per lui.
Forse, dato che in Italia
non siamo in periodo
elettorale e dato che
questo giornalista scriveva contro la guerra su
“Diario”, un periodico
vicino all’opposizione,
forse, non è stato rite-
nuto importante tentare
di tutto, proprio di tutto,
sin dall’inizio della trattativa, pur di salvarlo.
Forse.
Non si è parlato di eroismo per Baldoni ma
forse la sua presenza in
Iraq aveva dell’eroico.
Il suo modo di cercare
le notizie alla fonte, rischiando con coraggio,
ponendo l’uomo, la persona al centro degli eventi, questo modo di
affrontare le cose della
vita aveva dell’eroico.
Ma non è il genere di
eroismo che piace a
questo governo.
Non è l’eroismo scenografico, buono da usare
per ottenere consensi o
per prendere voti.
Non serve a questo governo l’eroismo silenzioso che si oppone con
forza, fino all’ultimo,
alla mancanza dell’uso
della ragione.
Questo eroismo non
può essere confuso e
strumentalizzato con la
semplice esaltazione
nazionalistica.
Il governo italiano ha
responsabilità e colpe
per la morte di Enzo
Baldoni.
Responsabilità perché
se vi è stata trattativa
per tentare di salvarlo,
questa è partita in ritardo e non
è servita a niente.
Colpe, perché è per colpa di questa guerra voluta da Berlusconi e
dalla sua maggioranza
che ormai gli italiani
sono in pericolo dentro
e fuori dall’Italia.
Trasformare poi la positività del temperamento
e la professionalità di
Enzo Baldoni in scherni
faziosi, come ha fatto il
quotidiano “Libero”,
sempre in prima linea
nel diffondere le peg-
giori pulsioni della destra, pubblicando in il
25 agosto u.s., una foto
dell’”ostaggio di sinistra” con il titolo
“vacanze intelligenti” e
definendo il giornalista
rapito
nell’articolo
d’informazione sul seq u e s t r o
u n
“pirlacchione”, ebbene,
questo comportamento
del “giornalismo di regime” è veramente
un’aggravio delle responsabilità e delle colpe di questo governo.
Barbari contro barbari e
in mezzo la gente come
noi, come Baldoni, i
suoi figli, la sua famiglia, i
pacifisti militanti e non.
Barbari contro barbari e
in mezzo quelli che vogliono far prevalere
l’interesse comune tra i
popoli; quelli che vogliono costruire le condizioni per dialogare tra
culture diverse.
Quale democrazia da
esportare, quale islam
da difendere, questa è
pura, reciproca e inutile
barbarie.
La gravità di questa
morte, oltre che nella
morte stessa di tale persona, sta nella possibile
perdita di
quell’intimo rifiuto della guerra come atto primitivo e indegno, ormai
superato dalla storia e
dal
sentimento umano degli
uomini realmente civilizzati.
La gravità di questa
morte, sommata alle
altre precedenti, è che
possa costituire un primo passo per
confondere e annullare
differenze e distinguo
tra persone; quelle differenze di pensiero e di
azione che definiscono
(Continua a pagina 20)
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
5
Morte di Baldoni: qualcosa non quadra
di Bruno Ballardini ([email protected])
Riceviamo
e
Pubblichiamo
"Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni, e in
questa storia c'è qualcosa che non quadra..."
"Sono un vecchio amico di Enzo Baldoni ed
ho seguito tutto quello
che è accaduto dall'inizio tenendo anche contatti con osservatori di
Londra e medici iracheni.
Vorrei dare un minuscolo e invisibile contributo alla ricostruzione dei fatti, nella speranza che per il mio amico Enzo venga ristabilita un po' di verità.
Quello che colpisce è
come mai la stampa italiana non sia in
grado di fare giornalismo investigativo e collegare indizi peraltro
già esistenti.
Posso capire Pino
Scaccia della RAI, con
cui ho avuto diversi
scambi, che, trovandosi
sul posto non può andare oltre alle considerazioni concesse a qualsiasi
giornalista
"embedded".
Ma voi potete fare senz'altro di più.
Faccio un esempio:
Su La Repubblica del
25 agosto uscì la notizia: "ROMA - Baldoni
potrebbe essere nelle
mani degli ex servizi
segreti di Saddam. Lo
sostiene l'intelligence
italiana che sta lavorando per la liberazione del
freelance rapito in Iraq.
Secondo una fonte
qualificata, la priorità è
in questo momento trovare il canale giusto
per 'interloquire' con il
gruppo di sequestratori
formato "almeno in
parte" da uomini degli
ex servizi o comunque
dai fedelissimi del raìs
Mahdi (gli uomini di
Mouktada As Sadr)
che è la nostra assicurazione sulla vita.
L'unica cosa che ci fa
davvero paura sono gli
americani".
Che cosa sa Beppe De
Sanctis, della Croce Rossa, che era presente ed è
stato immediatamente richiamato a Roma da Scelli ?
(http://bloghdad.splind Perché non ponete questi
er.com/1092841749#27 quesiti per una volta in un
47411)
articolo, anche se non a-
Lo sceicco Hassan
al Atharii,
portavoce
di Sadr a
Sadr City
ha chiarito
subito che
la
resistenza non
aveva nessuna notizia di Baldoni.
E
allora
chi poteva
e s s e r e
stato, in
un'area
d o v e
TUTTO è
sotto
il
controllo
della
resistendi Bagdad".
za da una parte o degli
Mentre già dal 18 ago- americani dall'altra ?
sto Enzo scriveva sul
s u o
B l o g : A questo punto occorre"In macchina con noi rebbe chiedersi da dove
c'è anche Salah, il spuntano gli "ex di Sadbraccio destro di Bep- dam".
pe, un iracheno dal
volto mefistofelico che E' possibile che nessuno
è stato maggiore nel- sappia per chi lavorino
l'aeronautica e che- gli ex di Saddam ?
E se fossero loro a
rimpiange Saddam.
Mi chiedo se è con noi fare del lavoro sporco
per aiutarci o per per conto degli americani ?
controllarci.
Chi lo sa.
Ma così è l'Irak: è E' possibile che nessuno
difficile sapere chi è si chieda che fine ha fatdavvero chi hai di to Salah ?
fianco.
In uno dei due ca- E che cosa ci raccontemion c'è un alto espo- rebbe oggi ?
nente dell'Esercito del
vete voglia di indagare
fino in fondo ?
Siete voi che dovreste farlo. Il mio amico Enzo, un
po' per ingenuità un po'
per
caso,
si
è
ritrovato così a fare la
stessa fine di Ilaria Alpi.
Suo malgrado.
Aveva dichiarato forse un
po' incautamente, di voler
intervistare Moqtada Al
Sadr e questo non poteva
essere permesso dagli americani che, oltre a voler
portare a termine un'operazione su cui vigeva il
più totale top secret e
quindi non volevano testimoni scomodi in zona,
non potevano permettere
comunque che venisse
fornito un canale mediatico alla resistenza.
Non credo assolutamente
alla versione dolciastra di
Pino Scaccia, che inizia e
finisce con i "ladroni"
che fanno business nella
zona rivendendo i rapiti ai
"gruppi terroristici".
Spero che qualcuno continui a farsi domande.
Per qualche tempo ancora.
Prima che il caso venga
archiviato e non offra più
nessun interesse perché
"non è più d'attualità",
o, peggio, prevalgano le
versioni "embedded".
6
Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Il commissario straordinario della Croce Rossa difende l'operato dei suoi: "Contatti ad alto livello:
qualcosa è andato storto" Baldoni, il rammarico di
Scelli "Contatti per recuperare corpo"
da www.repubblica.it
Si dice "profondamente deluso e amareggiato" ma ci tiene a sottolineare che la sua
squadra "ce l'ha messa tutta" per liberare
Enzo Baldoni, ucciso ieri sera, con drammatica puntualità allo scadere dell'ultimatum, dai
suoi rapitori in Iraq.
Maurizio Scelli, commissario straordinario
della Croce Rossa italiana, vuole fugare ogni
dubbio e polemica sull'operato della Cri: ieri,
proprio quando stava per scadere l'ora X stabilita dal sedicente Esercito Islamico dell'Iraq,
Scelli si era detto "preoccupato, ma ottimista" ed annucia che sono
stati attivati i
canali per recuperare
la
s a l m a .
Oggi, sebbene
profondamente
" r a m m a r icarato" per un
esito che evidentemente
non si aspettava, Scelli ha
voluto spiegare come "i
contatti non
erano
mai
stati interrotti
dai momenti
successivi al
sequestro ed
erano contatti
con alti esponenti sia sunniti, sia sciiti.
Proprio ieri ha detto ancora Scelli- era
giunta la conferma che il
canale di contatto funzionava. E ci era
stato assicurato che l'ultimatum non sarebbe stato rispettato".
Dunque le polemiche sollevate sull'operato
della Croce Rossa Italiana in Iraq "non hanno nessun riscontro" per Scelli che replica
alle accuse insistendo sul fatto che "le nostre
trattative erano ad altissimo livello e i nostri interlocutori ci avevano assicurato che
le cose si stavano mettendo per il meglio.
Poi qualcosa è sicuramente cambiato", e
probabilmente all'interno del gruppo dei rapitori "ha prevalso la parte più dura".
Maurizio Scelli, l’uomo che il nostro beneamato presidente del Consiglio ha voluto come Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana.
La figura di quest’individuo è sempre apparsa abbastanza
… discutibile, a voler essere ottimisti: uomo non di parte tutti siamo uomini di parte in questo momento storicopolitico- ma di fazione.
Ricordiamo molto bene le sue posizioni ultra-oltranziste
all’epoca della liberazione dei 3 mercenari sopravvissuti.
Egualmente bene ricordiamo la volgare polemica con cui
condusse il suo (!?!?) duro attacco contro Gino Strada che
senza peli sulla lingua e dall’alto della sua posizione di medico di frontiera, dichiarò che era stato pagato un riscatto
per la liberazione dei mercenari, e che era stata una pagliacciata elettoralistica la loro fantomatica liberazione ad
opera di “truppe scelte”.
Ora la Cri non
può fare che
altra che continuare con la
stessa determinazione di prima: "Ci stiamo già muovendo
-ha
detto Scelli all'Adnkronosper recuperare il cadavere
di Baldoni, un
corpo che ci è
dovuto anche
per una forma di rispetto
della nostra
religione. Sono stati attivati gli stessi
contatti che ci
avevano fatto
ottenere la restituzione della salma di
Maurizio
Quattrocchi".
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
7
La Mezzaluna rossa: «Mai nessuna trattativa»
Nuovi dubbi sulla fine di Baldoni
u.f.g. (www.repubblica.it)
La moglie e i figli di Enzo Baldoni sono arrivati a Roma nel primo pomeriggio di sabato,
dopo aver lanciato la sera prima un messaggio
in cui ricordando il marito e padre chiedevano
il rispetto per il loro dolore.
A Milano, dove Baldoni viveva e lavorava, il
direttore di Diario Enrico Deaglio ha avuto un
lungo incontro con il direttore della Croce
Rossa Italiana Maurizio Scelli.
Quattro ore a porte chiuse nelle quali Scelli ha
ricostruito dettaglio per dettaglio le informazioni ricevute dal capo della missione irachena
Giuseppe De Santis sul convoglio a cui aveva
preso parte Baldoni. «Sono soddisfatto perchèl'incontro ha fugato tanti dubbi che avevamo sollevato sul ruolo della Croce rossa»,
ha dichiarato al termine Deaglio.
Ma altri dubbi arrivano da altre fonti, cioè
dalla Mezzaluna Rossa.
Che il convoglio da
Kufa per Najaf nel
quale era Baldoni non
era autorizzato dalla
Croce Rossa di Roma
è confermato sul sito
reporterassociati.org
-su cui scriveva anche
Baldoni– anche dal
responsabile
della
Mezzaluna Rossa. Su
altri aspetti però le ricostruzioni non coincidono o lasciano aperti degli interrogativi.
fonte irachena di Reporter Associati sostiene
per altro che la Farnesina non ha mai neppure
avviato nessuna trattativa per la liberazione di
Baldoni. «Ci domandiamo perchè nessun canale di trattativa è stato aperto», è uno degli
inquietanti interrogativi della fonte che si protegge nell’anonimato.
Per altro la Mezzaluna, dopo aver inviato i
suoi uomini per recuperare il corpo dell’autista
palestinese con cui viaggiava Baldoni ucciso
nell’agguato, sostiene di essersi attivata per capire quale gruppo armato avesse prelevato il
giornalista italiano.
E dice di non aver trovato «nessuna traccia».
Anzi aggiunge: «che non ci fossero piste da
seguire per capire chi era stato l’ho detto
subito anche a
qualche amico italiano che ci aveva chiesto di
adoperarci».
Ma cosa significa
questa frase ?
Forse che Baldoni in realtà era
morto subito, insieme al suo autista Ghareeb ?
Su una cosa la
fonte è certa:
«Baldoni è stato
abbandonato, è
stato lasciato soIRAQ, Enzo Baldoni con Pino Scaccia,
lo». Lui che, conferma la Mezzacorrispondente della RAI-TV
luna, era considerato il fotografo ufficiale della missione umaIl racconto fatto al giornalista Marco Mostalli- nitaria della Croce rossa.
no da “una fonte della Mezzaluna rossa ira- Dubbi che forse Scelli ha chiarito a Deaglio.
chena” si basa sulle informazioni dell’altro re- Ma che per ora, a tutti gli altri, restano dubbi,
sponsabile del convoglio umanitario, Mazen al misteri, cose da chiarire.
Samraa.
Secondo l’avvocato Carlo Rienzi delE dice che la macchina di Baldoni e del suo in- l’associazione Codacons, comunque, finché
terprete Ghareeb, non era la prima ma la se- non sarà ritrovato il corpo di Baldoni –che i
conda del convoglio che la Mezzaluna irache- Servizi segreti italiani sostengono di star cerna aveva vivamente sconsigliato di organizzare cando– il giornalista non può essere dichiarato
perché troppo pericoloso.
morto, ma solo scomparso. E certo il ritrovaPreceduta da una macchina con autista irache- mento del cadavere potrebbe essere di grande
no, l’auto di Baldoni sarebbe stata bersagliata aiuto alla ricostruzione della verità sulla sua
da fucilate e la fonte ritiene che l’agguato fos- morte.
se mirato proprio a prendere il giornalista. La
8
Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Croce Rossa di governo
di Gian Giacomo Migone (www.unita.ot)
Tra i molteplici interrogativi sollevati dall'atroce assassinio di Enzo
Baldoni, vi sono quelli
riguardanti il ruolo anomalo assunto dalla Croce Rossa Italiana attraver-so l'azione irachena
del suo commissario
straordinario, Maurizio
Scelli.
missione della sua organizzazione in Iraq,
teatro di vitale importanza, ma che sicuramente non esaurisce le
competenze dell' ente
che egli guida ?
peraltro rinunciare a un
controllo diretto che
viola la mission dell'organizzazione medesima.
sicurezza, avrebbero dovuto rinunciare ai loro principi costituenti che sono l'indipendenza e la neutralità.
E quella italiana ?
Per concludere, se così
non fosse, perché quella italiana è l'unica
Croce Rossa a essere
presente in totale in
Iraq ?
Inoltre, la Croce Rossa Internazionale continua a
Senza ricorrere al conosservare il più assoluto
fronto con la prassi visilenzio quando interpellagente in altri Paesi, è
to sul ruolo iracheno di
sufficiente riflettere su
quella italiana.
qualche ipotetica anaPer la verità bisogne- logia per misurare la Vorremmo poter rirebbe parlare di un in- dimensione di questa spondere che ciò di- Quel silenzio risponde cersieme di anomalie, per- anomalia.
pende da una sua parti- tamente alla tradizionale
ché gli interrogativi,
colare vocazione, an- autonomia che viene ricofondati su elementi dinosciuta alle sue diramacora una volta eroica.
fatto derivanti dalla È come se il ministro
zioni nazionali; un silenzio
prassi della Croce Ros- Frattini si sostituisse Ciò può anche essere che, sempre nella sua trasa Internazionale e da all' ambasciatore a Ba- vero per qualche sua dizione, diventi assoluto
quella osservata in altri ghdad o il ministro componente, pur con quando una di esse cade
paesi, sono molteplici; Martino prendesse il l'esigenza di valutarne sotto il controllo indiscrianche se, in attesa di posto del capo della l'opportunità istituzio- minato del governo locale,
indagini più approfon- missione militare ita- nale.
nella fattispecie quello itadite, di pertinenza del liana in Iraq.
liano.
Parlamento e, forse, deLa
Croce
Rossa
Interla magistratura, le rinazionale e le altre Gli esempi nella sua storia
sposte possono, a loro
non mancano, anche se
volta, soltanto essere Eroismo individuale ? Croci Rosse nazionali sarebbe forse troppo greve
non
sono
presenti
in
ipotetiche.
O, piuttosto, un'anoma- Iraq perché, dovendo evocarli, in un momento di
lutto come questo.
Perché, innanzitutto, il lia che potrebbe diffi- ricorrere alle forze di
vertice dell'organizza- cilmente essere tollera- occupazione militare
zione italiana continua ta, se il governo Berlu- per garantire la propria
a essere ricoperto da un sconi non avesse attricommissario straordi- buito a Maurizio Sceili
nario, anziché da un una funzione che ha
presidente che risponde poco a che vedere con i
Di Enrico Ciantelli (www.unita.it)
a un organismo colle- compiti istituzionali di
giale, come negli altri qualsiasi Croce Rossa
paesi, istituzionalmente e ha, invece, molto a Lettera al direttore Fu- ed encomiabile la sua
collegato con. Ginevra che fare con l'esigenza rio Colombo,
attività universale.
politica del medesimo Le scrivo con riferi?
governo, di far assu- mento
all’articolo Chi le scrive è stato tra
mere
almeno in parte a
Non dipenderà dal fatto
“Croce
Rossa
di Go- gli anni 1980-90 Viceche un commissario una missione di occu- verno di Gian Giaco- Commissariodella Crostraordinario per defini- pazione militare, di- mo Magone, pubblica- ce Rossa con delega per
zione ha poteri più este- ventata di guerra vera e to sull’Unità.
gli Affari internazionali
si, e soprattutto, più in- propria, le sembianze
e analoghi incarichi ebdiscriminati, in quanto di una missione umaniApprovo in pieno le be allorché fu Presidenrisponde soltanto a chi taria ?
osservazioni stretta- te del Comitato di Filo ha nominato, cioè il
Per
ottemperare
nella
mente pertinenti al renze.
governo del proprio Paforma, ma solo nella ruolo che la Croce
ese ?
forma, ad un mandato Rossa svolge nel mon- Mi attendevo da parte
E perché tale Commis- parlamentare che si ri- do con funzioni e re- delle autorità di goversario in carica di fatto vela a sua volta sempre gole che ne disciplina- no, congiuntamente o
dirige personalmente la più ambiguo, per ogni no in modo tassativo alternativa dai ministri
giorno che passa, senza
Anomalia della CRI
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Giustizia e Libertà
9
LO STRAPPO della CROCE ROSSA ITALIANA
Via dall’Iraq tutte le organizzazioni nazionali sorelle.
L’unica rimasta è quella guidata da Scelli
di l. s. (www.unita.it)
Un commissario straordinario, perché è straordinaria la situazione e
l'ambiente in cui si
muove la Croce Rossa
italiana.
Maurizio Scelli, avvocato, è commissario
straordinario della Cri
dal dicembre 2002.
Non ne è il presidente
perché dopo la fine del
mandato di Maria Pia
Garavaglia, la situazione e la gestione dell'organizzazione umanitaria «impose» tale scelta.
Fu il secondo (e attuale) governo Berlusconi
a prendersi la responsabilità di nominare un
commissario straordinario (Staffan de Mistura, anche rappresentante personale del
segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, per
il Medioriente) e un
vice-commissario straordinario.
Scelli, appunto.
De Mistura abbandonò
l'incarico per seguire
solo il mandato delle
Nazioni Unite, anche
dopo le pressioni in tal
senso ricevute da Annan.
Scelli passò a essere
commissario straordinario con la decisione
presa dalla Presidenza
del Consiglio dei Ministri, il 3 dicembre 2002.
La mancanza di un presidente e la presenza di
un commissario straordinario della Cri lascia
intendere una situazione in movimento, una
gestione transitoria in
vista di una completa
riforma dell'organizzazione. Una riforma diventata obbligatoria e
palese con lo studio
fatto dalla Corte dei
Conti un anno dopo.
La Cri, si leggeva nelle
agenzie di allora, necessitava di un'«adeguata e razionale regolamentazione della
gestione dei fondi ottenuti da pubbliche
sottoscrizioni; di una
tempestività negli accertamenti ispettivi;
di una severa limitazione del ricorso alla
nomina di consulenti
esterni».
La particolarità della
gestione della Cri, emersa anche negli anni
precedenti, si lega
dunque a una nomina
ministeriale di Scelli.
A questa particolarità,
però, se ne lega un'altra.
Una particolarità pass a t a
c o m e
«umanitaria» ma che,
in realtà, è del tutto
«politica».
La Croce Rossa italiana, dal novembre del
2003, è l'unica -tra le
organizzazioni nazionali della Croce Rossaad essere presente in
Iraq, dopo i gravi attentati kamikaze contro le sedi Onu e della
Cicr (il Comitato internazionale della Croce
Rossa) nella capitale
irachena
Perché ?
La versione di Scelli
fu accolta da molti applausi: «Siamo lì da
fine aprile, cioè da
subito dopo la fine
della guerra, e siamo
abituati a convivere
con certe situazioni.
Nel nostro ospedale
arrivano centinaia di
persone, molti bambini, alcuni dei quali ìn
condizioni gravissime.
Il lavoro è incessante,
ma la gente non smette mai di esserci grata.
Non c'è tempo, lì, per
aver paura».
Vero.
Ma Scelli omise i
«costi» di una tale scelta «umanitaria».
Le virgolette, senza
sminuire il lavoro degli
operatori della Cri a
Baghdad, sono d'obbligo.
Tra i sette principi d'azione fissati dalla Federazione internazionale
della Croce Rossa
(Cicr) di Ginevra (di
cui la Cri italiana fa
parte), ci sono la neutralità e l'indipendenza
rispetto alle «parti in
causa» in un conflitto.
Gli attentati dell'autunno scorso, secondo Ginevra, avevano azzerato
la sicurezza per gli operatori umanitari.
Dunque: per rimanere
l'unica possibilità era
ricevere protezione militare, che almeno 'nella
prima fase fu garantita
dai carabinieri.
Ma ciò, avrebbe cancellato i due principi di
neutralità e d'indipendenza.
Scelli accettò di pagare
questo prezzo.
Forse la presenza della
Cri in Iraq doveva rafforzare
l'immagine
«umanitaria»
della
missione militare italiana ?
l.s.
www.unità.it
Anomalia della
CRI
(Continua da pagina 8)
della Sanità e della Difesa, con i quali la Croce Rossa ha in Italia
continui ed obbligatori
rapporti,
pur
nell’autonomia della
propria attvità, che si
osservasse come il
comportamento
dell’attuale Commissario sia stato del tutto
anomalo.
E tale da non corrispondere
dell’attuazione
degli scopi che si prefiggeva, alle condizioniobbligatorie richieste
per l’esecuzione dei
compiti dell’Istituto.
Il suo articolista ha
scritto cose che potrebbero far meditare i Ministri che ho richimato,
anche per i provvedimentiche dovrebbero
essere presi, prima che
Ginevra, tramite il ConsiglioInternazionale
della Croce Rossa
(CIRC) o diversamente
tramite la Lega delle
Società di Croce Rossa
, si pronunzino censure,
che per il tradizionale
prestigio e decorodella
Croce Rossa Italiana,
che ha avuto ruoli di
primaria importanza
nell’attività internazionale, non può e non deve ricevere.
Avv.Enrico Ciantelli
www.unita.it
10 Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Intervista con Deaglio, direttore de “il Diario”
«Una congiura del silenzio sulla tragedia di Enzo»
da www.unita.it
«La tragedia di Enzo
Baldoni è costellata da
tanti, troppi silenzi.
Silenzi sospetti. Non so
se è giusto parlare di
una congiura del silenzio. Quel che so è che
la verità sulla morte di
Enzo è tutta da ricercare». A parlare è Enrico Deaglio, direttore
di Diario, il settimanale
con cui Enzo Baldoni
collaborava. «La morte
di Enzo -sottolinea Deaglio- racconta di un
Iraq in balìa di bande
armate; un Paese nel
quale non esiste un
controllo del territorio. Un Paese-trappola
dal quale dobbiamo
andarcene».
Dalla Croce Rossa ai
servizi di intelligence
italiani. C’è chi sostiene
che Enzo Baldoni è stato abbandonato al suo
tragico destino.
«Enzo Baldoni è stato
sequestrato,
rapito
nell’occasione di un
attacco militare alla
sua macchina che apriva il convoglio della
Croce Rossa italiana
che tornava da Najaf a
Baghdad nel primo
pomeriggio di venerdì
20 agosto. La macchina è stata assaltata,
l’autista - Ghareeb, un
giordano palestinese - è
stato ucciso, tra l’altro
in maniera barbara.
Subito dietro viaggiava
il resto del convoglio
della Croce Rossa, cioè
un camion, altre macchine, un’ambulanza
che sono passati velocissimamente, proprio
a tavoletta. Qui non si
può fare alcun addebito di omissione di soccorso, perché era impossibile fermarsi. Chi
si fermava lì era inevitabilmente esposto ad
altre sparatorie. Le
“stranezze” sospette in
questa vicenda sono
a l t r e . . . » .
Quali?
«La cosa brutta è che
di tutto ciò non è stata
data notizia. Tutto
questo convoglio appena arriva a Baghdad
dà
notizia,
lancia
l’allarme, dice siamo
stati attaccati e abbiamo avuto un morto e
un disperso. Lo dice
alle autorità, lo dice
all’ambasciata, lo dice
a tutti. E nessuno di
questi lo rende noto.
Per quanto riguarda
Baldoni, si va avanti
per cinque giorni a dire “chi sa dove sarà
Baldoni”, sarà andato
per i fatti suoi, magari
alla ricerca di uno scoop, mentre loro lo sanno che Enzo è stato rapito in questa circostanza e non lo dicono».
Qual è l’ipotesi che si
sente di azzardare su
questo lungo silenzio ?
«Ci sono varie ipotesi e
adesso ci stiamo lavorando. Prima di tutto,
il problema è di capire
perché è stato attaccato questo convoglio. In
secondo luogo, occorre capire se all’interno
di questo convoglio
cercavano qualcuno in
specifico, perché, per
esempio,
l’uccisione
così brutale e accanita
di questo Ghareeb è
inusuale per tutte le
storie di rapimenti in
Iraq, e quindi chi era
realmente
questo
Ghareeb. In terzo luogo, come al solito essendo in Italia ci possono essere delle spiegazioni minime, di
quelle
impiegatizie:
siccome il convoglio
non è autorizzato, forse è meglio non farlo
sapere, per evitare dei
guai...Un’altra ipotesi
è che dietro questi silenzi c’è qualcosa di
più, di più grave e inquietante, che investe
la figura di un “cane
sciolto”, e per questo
meno
controllabile,
quale era Baldoni. Sta
di fatto che tutte le
persone che hanno visto, che sono state testimoni, hanno avuto
abbastanza una consegna del silenzio, nel
senso che nessuno di
questi ha parlato,
all’ospedale della Croce Rossa non si poteva
entrare, non rispondev a n o . . . » .
francamente non lo so.
Perché potrebbero essere una serie di piccoli
interessi che hanno
provocato questo silenzio; però qualcosa di
più penso che ci sia stato. Il sequestro è avvenuto il venerdì pomeriggio del 20 agosto, se
uno dà la notizia, come
è stata data ai canali
d i p l o m a t i c i ,
all’ambasciata,
la
stampa doveva esserne
informata e i telegiornali della sera avrebbero aperto con la notizia: attaccato un convoglio della Croce Rossa italiana, un morto e
un disperso. Questa è
la notizia. E il disperso
è un giornalista freelance italiano che era
assieme al convoglio.
Questa cosa qui non è
stata voluta. Non so se
si possa parlare di una
vera e propria congiura, ma certo si tratta di
qualcosa di molto grave. Soprattutto è grave
perché si è lasciato che
nei numerosi giorni seguenti venissero alimentate tutte le ipotesi
di dove fosse Baldoni,
sarà qua, sarà là, sarà
alla ricerca di uno scoop, era da solo...mentre
la verità la sapevano
già, sapevano che il
convoglio era stato attaccato e che Enzo era
stato
rapito».
Si può sostenere che
attorno alla vicenda,
finita in tragedia, di Enzo Baldoni vi sia stata
una congiura del silenzio ?
«C’è stato il silenzio.
Grave.
Assordante.
Sospetto. Se questo
silenzio sia stato una
congiura al momento
L’uccisione di Enzo
Baldoni riattualizza, se
ce ne era bisogno, la tragedia
irachena...».
«Dal “pantano” iracheno occorre venirsene via. È la verità. Perché da questa storia si
scopre che tutto l’Iraq
è diverso da come ci
(Continua a pagina 20)
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
11
Crononologia: dal rapimento all’uccisione
da www.repubblica.it
Quattro giorni senza notizie sulla
sua sorte, poi il giornalista Enzo
Baldoni appare - vivo e apparentemente in buona salute - in un
video trasmesso marted scorso da
Al Jazeera. Un ultimatum di 48
ore: l'Italia lasci l'Iraq o morir.
Poco dopo le 23 di gioved a ultimatum scaduto, l'esecuzione. Ecco le tappe della vicenda che tiene
in
ansia
l'Italia.
Marted 24.
E proprio Al Jazeera permette di
sapere che il giornalista vivo e,
apparentemente, sta bene. E', come in altre occasioni, un video a
rivelarlo. L'"esercito islamico"
rivendica il rapimento e Baldoni,
pronuncia il suo nome e aggiunge
poche parole. Il video preceduto
da una comunicato nel quale viene intimato all'Italia di ritirare le
sue truppe dall'Iraq entro 48 ore,
Venerd 20 agosto.
altrimenti non sarà garantita "la
Il primo allarme di venerd sera: l'inviato di Re- sicurezza dell'italiano o la sua vita".
pubblica, Luca Fazzo, informa che Baldoni, collaboratore del "Diario", scomparso da 24 ore. An- Poco dopo Palazzo Chigi diffonde una nota: il goche l'ambasciata italiana a Bagdad - che quotidia- verno impegnato per far tornare in libert Enzo
namene svolge controlli per avere notizie sui con- Baldoni, ma ribadisce che la presenza italiana,
nazionali presenti nel Paese - ha perso il contatto "militare e civile" in Iraq continuerà. Per i famicon il giornalista. Non c' ancora, per, eccessiva liari del giornalista, per gli italiani che hanno sepreoccupazione: il giornalista non ha un telefono guito con ansia il silenzio dei giorni scorsi, il video
satellitare e quindi potrebbe trattarsi di semplici di Al Jazeera è anzitutto un momento di sollievo:
l'italiano vivo e sembra star bene. Si pu ricomindifficoltà di comunicazione.
ciare a sperare.
Sabato 21.
Il giorno dopo cominciano a circolare voci di un Mercoled 25.
rapimento; nel pomeriggio, la notizia che nei pres- Appello del direttore di "Diario", Enrico Deaglio,
si di Najaf stato trovato il cadavere dell'interprete su Al Jazeera: "Enzo Baldoni un giornalista,
che accompagnava Baldoni (anche se manca un impegnato in Iraq in operazioni umanitarie".
riconoscimento ufficiale) accresce la tensione sulla In serata i figli di Enzo, Guido e Gabriella lanciasorte del giornalista.
no un altro appello ai rapitori: "Noi ci rivolgiamo
al popolo iracheno martoriato dalla guerra e
Domenica 22.
agli uomini che hanno in mano nostro padre
Domenica il terzo giorno di silenzio e di preoccu- Enzo con un appello, per dire che Enzo Baldoni
pazione, appena stemperata da una buona notizia in Iraq come uomo di pace, oltre che come giorsul fronte - sempre pi affollato - dei sequestri: la nalista, e che tentava di salvare vite umane a
liberazione del giornalista americano Micah Ga- Najaf, nello spirito di solidariet che ha sempre
ren.
contraddistinto le sue azioni. In nome di questo
spirito vi chiediamo di poterlo riabbracciare.
Luned 23.
Un bacio forte".
Nessuna novità. Cresce l'ansia dei familiari che a
Preci, in Umbria, sono in continuo contatto con la Anche il ministro degli Esteri Franco Frattini lanFarnesina e con la Croce
cia un appello da Al
Rossa. Il direttore della
Jazeera "a tutte le coTv araba Al Jazeera, l'emunit e le organizzamittente che ha spesso
zioni che possano avetrasmesso video con ore elementi utili" per
staggi ricevuti dai sequel i b e r a r e
u n
stratori, in una intervista
"giornalista coraggioal TG5 dice di non avere
so" andato in Iraq
informazioni sulla scom"per aiutare".
parsa di Baldoni, auspica
una soluzione positiva
Gioved 26. Poco dopo
della vicenda e difende la
le 23 Al Jazeera annunlinea editoriale della sua
cia l'assassinio di Balemittente a proposito dei
doni.
video dei sequestrati.
12 Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Si è bussato, con idee sbagliate, alla porta sbagliata
di Giuseppe d’Avanzo (www.repubblica.it)
Per liberare Enzo Baldoni, il governo italiano ha
bussato, con idee sbagliate, alla porta sbagliata. Ha tragicamente sottovalutato la feroce determinazione
dell'"Esercito islamico in
Iraq". Non ha voluto
comprendere la minaccia di morte rappresentata da quella formazione
politico-militare.
Moqada Al Sadr), ideologicamente prossimi allo
jihadismo wahabita di al
Zarqawi e al progetto politico del suo gruppo, Tawhid Val Jihad, poco inclini alla trattativa, decisi
fino alla ferocia nell'azione. Come dimostrava ampiamente l'immediata esecuzione dell'interprete
di Baldoni, Ghareeb.
Perch non preoccuparsi?
Si fatto chiudere gli occhi dalla sua stessa ipocrisia che nega la guerra
chiamandola "missione
di pace", vittima delle
approssimative informazioni dell'intelligence e
del protagonismo di un
uomo come Maurizio
Scelli che, come commissario straordinario,
danneggia la Croce Rossa e, come ambasciatore
itinerante
dell'Italia,
confonde le idee propagandando un legame
dell'Iraq con il nostro
Paese che soltanto un
auspicio, nella migliore
delle ipotesi.
Nella peggiore, una manipolazione che ha il fine politico di rassicurare
un'opinione pubblica ostile alla presenza militare in Iraq (abbiamo un
contingente armato secondo soltanto agli angloamericani). "Ora sar
chiaro anche a voi - dice
un funzionario del Dipartimento di Stato - il
sentimento di odio che
colpisce gli italiani, come noi americani. Ogni
volta che ci sar la possibilit di rapire un italiano,
le dieci pi pericolose
formazioni combattenti
irachene lo faranno. Lo
sappiamo e lo diciamo
da luglio. Si aperta una
nuova stagione dei sequestri. Avr esiti rapidi e
sempre cruenti. Al go-
Purtroppo, queste informazioni, conoscenze e
analisi tradotte nella lingua della politica italiana
hanno mutato di segno
colorandosi di un ambiguo e opportunistico ottimismo. Il sequestro di
Enzo Baldoni
apparso
(in buona e in cattiva fede) un affare di facile soluzione. Con colpevole
presunzione, le burocrazie della sicurezza sostenevano di "avere i canali
giusti per individuare il
gruppo dei sequestratori",
riservandosi due opzioni:
trattativa o annientamento militare.
Enzo Baldoni, volontario della Croce Rossa Italiana
verno di Roma non sar
pi concessa l'opportunit dei tempi lunghi
che, per i sequestratori,
ha rappresentato nel
caso dei quattro bodyguard un insuccesso
politico".
qawi. Non tutte le formazioni combattenti
irachene hanno contatti
operativi con al Zarqawi n sappiamo dire quale potenziale operativo
abbiano, ma tutte ne
condividono l'obiettivo
politico. Tra queste anGli uomini dell'Anti- che l'Esercito islamico
terrorismo di Cofer dell'Iraq".
Black al Dipartimento
di Stato hanno idee Quando il 24 agosto
chiare sull'aggressione l'Esercito
islamico
che minaccia l'Italia. "firm" il sequestro di
Dicono: "L'obiettivo Enzo Baldoni e l'ultidelle cellule combat- matum al governo itatenti distruggere ogni liano, apparvero con
possibilit di dialogo, di sufficiente chiarezza i
rinascita, di armonia in nessi tra il rapimento
Iraq. Vogliono isolare del free lance italiano e
gli Stati Uniti nel pae- il sequestro di un autista
se facendo terra bru- filippino. Identico l'ociata intorno a loro, biettivo. Costringere
terrorizzando la popo- l'Italia, dopo le Filippilazione civile, scorag- ne, a ritirare le truppe.
giando le imprese im- Identica formazione popegnate della ricostru- litico-militare, l'Esercizione, costringendo i to islamico. Quella sigla
nostri alleati a fare un "parlava".
passo indietro, a lasciarci soli. Su questo Islamiti sunniti radicali,
confine, oggi, il primo violentemente antisciiti
bersaglio l'Italia. Que- (al punto da rapire un
sta la strategia politica agente di Teheran coldi Abu Musab al Zar- pevole di "lavorare" per
Il governo, che non ha
mai avvertito la tragicit
della crisi, si abbandonato a una inopportuna retorica politica ("Resteremo
in Iraq fino a che il governo di Allawi ce lo
chieder"), per il resto lasciando campo libero al
commissario straordinario della Croce Rossa.
Maurizio Scelli, tra una
serata a Cortina e un
meeting a Rimini, spiegava che gli uomini che tenevano prigioniero Enzo
Baldoni erano "Ali Baba
non riconducibili direttamente a una fazione politica". Insomma, predoni
pezzenti che, per un fascio di dollari, avrebbero
restituito presto Baldoni
(Continua a pagina 13)
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
13
Si è bussato, con idee sbagliate, alla porta sbagliata
(Continua da pagina 12)
alla sua famiglia. Per
giorni, Scelli non ha lasciato cadere la fiducia
cucinando il suo ottimismo in ripetute dichiarazioni pubbliche (e purtroppo gonfiando anche
le illusioni della famiglia e degli amici di Enzo).
Mai contraddetto,
anzi
sostenuto,
dalla
Farnesina.
Quel che accadeva
sul terreno, in realt, non avrebbe
dovuto sollecitare
alcun
fiducia
perch i mediatori
scelti erano sbagliati, perch gli
interlocutori finali
erano
sbagliati,
perch tutta l'iniziativa diplomatica e
d'intelligence avviata dal governo
si stava muovendo
in un territorio
sbagliato, come le
persone sbagliate.
Non con gli islamiti sunniti radicali, ma con gli sciiti.
Cio, con i loro avversari
politici e religiosi.
Roma e Scelli e i nostri
007 hanno creduto di
poter ottenere la liberazione di Enzo Baldoni
ripercorrendo i canali
utilizzati dagli americani per liberare Micah
Garen, 36 anni, giornalista, rapito il 14 agosto
con il suo interprete, Amir Doushi, e rilasciato
il 22 agosto. Nella trattativa gli americani erano riusciti ad ottenere a
Najaf la mediazione di
uomini vicini a Moqtada
al Sadr. I contatti avevano prodotto, alla fine,
una dichiarazione pubblica di Sheik Aws alKhafasji, capo dell'esercito del Mahdi (la forza
armata di Moqtada al
Sadr) a Nassiriya dove una missiva segreta del
poi l'americano fu lascia- Vaticano che si propoto libero.
neva per dare tregua e
soluzione alla battaglia
Lo sceicco disse che "il di Najaf.
lavoro giornalistico e i
documentari archeologi- L'immagine del corpo
ci di Garen dovevano senza vita di Enzo ha
essere apprezzati perch mostrato nella notte di
offrivano un servizio al- gioved quanto il tental'Iraq". Parole esplicite tivo italiano fosse fuori
dall'intelligence militare: un avventato tentativo di fuga di Baldoni.
Ecco, la via di uscita
scelta dal governo e
dagli apparati per sfuggire alle proprie responsabilit. Come dire:
le trattative erano a
buon punto, la liberazione era vicina, ma Baldoni
ne ha fatto una
delle sue. Ha
tentato la fuga.
? stato raggiunto e, "in un improvviso precipitare della situazione in loco", stato ucciso. Per tenere
in piedi questa
cabala, bisogna
per inventarsi
qualcos'altro.
Ecco che cosa:
nel video inviato ad Al Jazeera ci sono le
immagini d'una
Un convoglio della Croce Rossa Italiana in Iraq
colluttazione.
Questa
voce,
per i sequestratori che fuoco e irresponsabile
diffusa
nella
notte,
inabbandonano l'iniziativa. l'ottimismo diffuso a
credibilmente
trova
Nello stesso modo si piene mani dal governo
muove la diplomazia ita- e dal suo "portavoce" spazio anche se, nella
liana. Invertendo, per cos per le crisi irachene, sola immagine vista dal
dire, la catena dei media- Maurizio Scelli. Gi nel- nostra ambasciatore a
tori. I primi contatti con la notte, il governo, il Doha, Baldoni un corgli uomini di al Sadr e "portavoce" e l'intelli- po senza vita. Ne nasce
dell'esercito del Mahdi gence hanno voluto un finto "giallo", un
sollevato
nascono a Nassiriya. Da correre ai ripari per na- polverone
con
mestiere
che non
qui si spostano a Najaf scondere i catastrofici
riesce
a
nascondere
un
dove stato sequestrato errori commessi.
fatto:
con
ogni
probabiEnzo. Come nel caso di
lit nessuno poteva salGaren, utile raccontare
lo spirito di pace e di a- ? stato "un improvviso vare Enzo Baldoni, ma
c' chi - governo, Scelli,
micizia verso gli iracheni
precipitare
della
situaintelligence - ha lasciache guidava la visita in
zione
in
loco
per
un
to credere cinicamente
Iraq di Baldoni.
fatto imprevedibile a che lo stava facendo
Viene convinto anche il determinare la decisio- con successo.
ministro Frattini a fare la ne dei sequestratori di
sua parte con un'intervi- uccidere Baldoni" rifesta ad Al Jazeera mentre riscono all'Ansa i servi- Giuseppe d’Avanzo
l'intelligence si preoccu- zi segreti. Qual questo (www.repubblica.it)
imprevedibile?
pa di diffondere la falsa fatto
Gioved
notte, c'erano
notizia che Baldoni fosse
state
le
prime
voci sofaddirittura il latore di
fiate
anonimamente
14 Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Quando un reporter diventa un nemico
Di Titty Santoriello
Il bisogno di raccontare
le immagini su cui il
proprio sguardo si è imbattuto; la necessità di
investigare, di cercare di
rendere partecipi gli altri del pezzetto di mondo di cui si è fatta esperienza. E’ il modo in cui
il reporter rende un servizio all’umanità, è il
suo modo di rendersi
utile. Come ogni impiego ai confini tra l’arte e
il mestiere anche questo
è pervaso da una buona
dose di egocentrismo,
dalla smania di arrivare
prima e più in fondo degli altri fino a sfiorare o
centrare la verità. Per il
vero reporter queste operazioni non sono il
frutto di un calcolo ma
il bisogno intrinseco e
irrazionale di “rendere
noto”. La figura del
reporter o del giornalista inviato di guerra è
stata spesso idealizzata
e mitizzata e in ogni caso identificata con colui
o colei che avrebbe denunciato le ingiustizie e
cercato e raccontato la
verità dei fatti. Non è un
caso che gli inviati in
Vietnam dante la guerra
furono quasi sempre i
benvenuti. Ma oggi i
giornalisti di guerra non
sono più al sicuro: vengono identificati, talvolta a torto, talvolta a ragione, con il potere centrale dello stato da cui
provengono; nelle ultime guerre gli inviati
sembrano, nell’ottica
degli stati occupati, più
degli ambasciatori che
dei giornalisti, coloro
che scriveranno dal loro
occidentale punto di vista, che avvaloreranno
le istanze degli occupanti. Così è morto Baldoni. Chi lo ha ucciso
sapeva di colpire lo Stato e di urtare l’opinione
pubblica italiana. Intanto in Italia si è consumato l’ennesimo caso di
occultamento di notizie
e di negazione della verità: il Governo intendeva far credere di aver
avviato le trattative per
il rilascio del giornalista
inneggiando ad un epilogo positivo della vicenda; sarebbe stato solo un imprevisto (ad e-
giro la balla della missione di pace; come Nazione che, coi cannoni
schierati,intende assumere un assumere un
ruolo nella spartizione
del bottino. In nessun
modo si vuole, in questa
sede, operare un’analisi
giustificatrice degli orrori commessi dal terrorismo iracheno; piuttosto affermare e denunciare con forza che la
politica italiana sta a-
Enzo Baldoni in Iraq mentre lavora
al computer
sempio il tentativo di
fuga di Baldoni) a provocare la tragedia. In
realtà il Governo non ha
potuto nulla per salvare
Baldoni. Prima ancora
di capire chi fosse, è necessario chiedersi perché sia stato ucciso. Una possibile risposta è
rintracciabile in una
nuova percezione che si
ha oggi dell’Italia rispetto al passato: l’Italia
non è più vista come il
paese dei poeti e della
buona cucina bensì come nazione belligerante
al fianco degli Stati Uniti, come forza occupante che racconta in
gendo negativamente in
campo internazionale e
in
particolare
nell’occupazione del
territorio iracheno. La
scelta interventista in
questa guerra ha rappresentato un grave errore
e non solo alla luce delle morti innocenti, bensì
a prescindere da esse. Il
Governo italiano ha
smesso di utilizzare gli
strumenti della politica
(semmai li abbia avuti)
per affidarsi alla forza
delle armi anziché a
quella della parola.
L’Italia ha scelto di affiancarsi a coloro che
riteneva i più forti, a co-
loro che riteneva essere,
nel modo del tutto arbitrario, dalla parte del
bene e del giusto.
L’italia si è alleata col
pensiero e con l’azione
con chi ha deciso di risolvere le proprie controversie e di appagare
la propria sete di onnipotenza, con la violenza. Ed ora, sebbene possa apparire a tutti noi
ingiusto, è quasi scontato che venga attaccata
con maggiore ferocia.
La morte così repentina e cruenta di Baldoni
ci ha scosso; dinanzi al
pensiero della morte ci
si sente sempre particolarmente deboli, il
pensiero, l’intelletto
sembrano ingessarsi,
eppure è necessario riflettere…E’ necessario
costringere il Governo
a comprendere che la
strada intrapresa è sbagliata, che la guerra
non solo è preludio di
morte fisica ma anche
spirituale di un’intera
collettività. E’ necessario dare un esempio di
pace, capire che in alcuni casi il relativismo
culturale è l’unica strada percorribile. E’ necessario avere il coraggio di prendere le distanze da chiunque, da
una parte o dall’altra,
impugni gli strumenti
della violenza. Sarebbe
stato necessario ieri non
prendere parte a questa
guerra. E’ necessario
oggi negarla e abbandonarla e intraprendere
una politica di pace. Solo così si renderà giustizia a chi si è sempre
battuto contro la guerra
e a chi intendeva denunciare, come Baldoni, le
sue brutture.
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
15
L’ “esercito islamico irakeno ha assassinato
Enzo Baldoni
di Nello Trocchia
Ucciso.
Una parola che nessuno
avrebbe voluto leggere,
nessuno avrebbe voluto
pronunciare, e invece
Enzo Baldoni è stato
assassinato, nello stupore generale; tutto,
fino a qualche ora prima dell’annuncio, faceva sperare in una repentina liberazione.
Ma l’esercito islamico
iracheno, questa la sigla che ha firmato la
brutale esecuzione, ha
rispettato l’ultimatum e
dopo due giorni di prigionia ha ammazzato il
free-lance di Città di
Castello.
Sono innumerevoli i
dubbi che circondano
questa vicenda, e, nonostante la tristezza che
aleggia negli animi di
ciascuno è doveroso
prenderli in considerazione, provando a fare
chiarezza.
Enzo Baldoni era in
Iraq per realizzare un
reportage, collaborava
con la rivista Diario ed
era volontario della
Croce Rossa.
Il 20 agosto scorso, in
viaggio verso la capitale irachena, scompare.
Baldoni viaggiava in
auto con l’autista ed era
alla testa di un convoglio della Croce Rossa
che all’improvviso, allo
scoppio di una mina si
stacca e, come prevede
la procedura di sicurezza, non si ferma per il
soccorso.
Pare che la Cri avverta
i funzionari di polizia
locali ma, nonostante le
versioni
discordanti
sulla modalità di composizione del convoglio, questo racconto
presenta un evidente
buco nero, un vuoto
informativo.
Perché la Cri, non ha
avvertito le autorità italiane dello scoppio di
una mina e di aver abbandonato un’auto con
a bordo Enzo Baldoni e
il suo autista ?
Questa domanda è carica di mistero , per alcuni giorni in Italia i telegiornali continuavano a
ripetere che, un freelance italiano era scomparso in Iraq, una notizia vera ma che avrebbe trovato nel racconto
della Cri e dei suoi funzionari subito una spiegazione plausibile: Enzo Baldoni era stato
c o i n v o l t o
nell’esplosione di una
mina, e visto che l’Iraq
non è il paese dei balocchi, diventava plausibile ipotizzare il sequestro, visto il ritrovamento, poche ore dopo,
del corpo senza vita del
suo autista.
Su questo punto il direttore del Diario, Enrico Deraglio, non lascia
spazi
a
dubbi:
“Sapevano che Enzo
era stato rapito ma
nessuno lo diceva”.
Quei giorni di vuoto
informativo hanno contribuito all’infausto epilogo, iniziare prima
le trattative avrebbe
permesso di aprire spiragli in questa amara e
triste vicenda.
La notizia del rapimento è stata comunicata e
resa nota con il video
trasmesso da Al Jazeera dove Baldoni pronunciava poche frasi e
veniva letto un comunicato
del
gruppo
“Esercito
Islamico”
che imponeva al gover-
no italiano un ritiro delle
t r u p p e ,
p e n a
l’eliminazione
dell’ostaggio.
L’ultimatum era di 48
ore e il gruppo ha rispettato e onorato l’impegno
di morte, ammazzando
l’ostaggio.
Ma fermiamoci un attimo per ragionare su questo filmato.
In Italia il video ha avuto un effetto doppio, da
un lato si è acquisito il
dato, l’avvenuto rapimento, dall’altro si era
convinti di una pronta
liberazione.
Dopo il sequestro, Vittorio Feltri, direttore di Libero, scriveva con una
strabordante dose di cinismo:
“Baldoni legge
davanti alla telecamera
il comunicato dei suoi
aguzzini, in cui si dà del
criminale a Berlusconi,
e ne gode, glielo leggi in
faccia che gode”.
Secondo il direttore di
Libero, giornale della
costellazione dei media
di proprietà diretta o indiretta del premier Berlusconi, Baldoni era soddisfatto del rapimento, le
prove di questa presunta
gioia erano rintracciabili
nel suo impianto ideologico, filoiracheno e anti
americano, una tesi burlesca e offensiva (più
volte nel testo Baldoni è
definito “pirla”).
potere che doveva trattare, liberare il nostro
ostaggio.
Penso che la tesi di Feltri sia aleggiata anche
nelle stanze della Farnesina e del nuovo ministro degli esteri italiano
Maurizio Scelli, che dovrebbe essere commissario straordinario della
Cri, ma si diletta a occuparsi delle faccende che
non gli competono, rilasciando dichiarazioni,
muovendo passi che dovrebbe compiere la nostra intelligence, il nostro ministero degli esteri.
L’idea che prendeva
corpo era di una rapimento burla, Farina, vicedirettore di Libero,
era stato chiarissimo a
riguardo “Resta la possibilità di una truffa
abominevole. A favore
di tale ipotesi sta la serenità di Baldoni: su Al
Jazeera pare sorridere
come in un filmino familiare. Quasi che dopo
il rapimento, gli avessero assegnato la parte da
recitare: sappiamo che
sei un bravo pacifista,
poi ti liberiamo, e spieghiamo al mondo che
se tutti gli italiani fossero come te, il vostro
Paese potrebbe dormire
sonni tranquilli”.
Franco Frattini, ministro
degli esteri (?), pare che
abbia delegato il compito delle trattative da un
lato all’intelligence e
dall’altro al commissario straordinario della
Croce Rossa Maurizio
Scelli.
Non espongo simili affermazioni per sputare
fango sul capo immacolato del direttore Vittorio
Feltri, anche perché regredirei nel terreno delle
offese e del vile cinismo,
ma solo per comunicare
un’atmosfera che aleg- Il giorno seguente al ragiava nel paese, e nei pimento le dichiarazioni
(Continua a pagina 16)
gangli del potere, quel
16 Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
L’ “esercito islamico irakeno ha assassinato Enzo Baldoni
(Continua da pagina 15)
erano confortanti e tutti
pensavano che dopo aver girato il filmino di
famiglia, Baldoni avrebbe comunicato a tutti
che era una burla, uno
scherzo per ravvivare il
clima.
L’intelligence faceva
sapere che tutte le piste
e tutti i canali erano stati
aperti mentre Scelli
chiamava il direttore di
Diario Deraglio e annunciava: “l'ultimatum
per la morte di Enzo è
stato sospeso”.
Come e da chi il nostro
incomparabile Scelli avesse appreso tale notizia, non è dato saperlo;
a pensarci bene, se fossimo abituati agli acuti
approfondimenti cui si
diletta il Farina, vicedirettore di Libero, forse
potremmo anche essere
tentati a formulare il
concetto “Resta la possibilità di una truffa abominevole…” .
A quante pare le piste
battute, quelle che portavano ai miliziani di Al
Sadr erano del tutto
sballate e non hanno
sortito effetti, l’esercito
islamico è vicino al
gruppo di Al Zarqawi,
questo si evince dal rapimento di un iraniano
accusato di lavorare per
Al Sadr, quindi sunniti
radicali, fortemente antisciiti.
Un gruppo che ha costretto il governo delle
Filippine al ritiro delle
sue truppe, salvando solo
così
la
vita
dell’ostaggio, che ha già
rivendicato altri rapimenti e altre barbarie,
come l’uccisione di due
ostaggi pachistani. Un
gruppo spietato e feroce
che
nell’ottica
dell’intesa di Al Sadr
con Al Sistani, prova a
rendere più incande-
scente e drammatica la
situazione.
Una serie di indizi che
dovevano incutere timore, che dovevano imporre il silenzio e invece dichiarazioni ottimistiche e
affrettate hanno diffuso
una speranza, vanificata
dalla crudeltà dei terroristi. Terroristi che avevano, nel loro comunicato,
anche quello considerato
una burla dal duo FeltriFarina “Troppo finto
per essere vero”, chiesto una dichiarazione del
Premier che preannunciasse un ritiro, ma il
premier non si è visto
neanche per consegnare
un messaggio ufficiale,
delegando questo compito a Frattini che ha mantenuto la linea della fermezza, anche se sotto
banco -a loro dire- fremevano i contatti.
Contatti vani, inutili e
forse addirittura sbagliati.
Ma i dubbi, gli errori non
finiscono e non si esauriscono nel giorno delle
p r o m e s s e
e
dell’ottimismo.
Intorno alla notizia del
tragico epilogo nuvole e
nebulose si addensano.
L’annuncio è stato dato
dalla tv del Qatar, Al Jazeera, che ha affermato
di avere un video
dell’esecuzione del nostro connazionale e che
non l’avrebbe trasmesso
per la crudezza delle immagini.
L’ambasciatore italiano
visiona la cassetta e conferma “Si tratta di Baldoni”.
Tutti i giornali titolano,
“Ucciso Baldoni”, e parlano di un’esecuzione
brutale, sanguinaria, per
cui la vicenda era da
considerarsi chiusa.
Assolutamente no.
In questo concordo con
Feltri, sembra una commedia italiana consumata, questo è il punto diri-
mente, ai danni di una ne nelle trattative che
famiglia, abbandonata smentirebbe tale ipotee chiusa nel dolore.
si.
Si formula immediataDurante la giornata del mente un’altra ipotesi:
27 agosto (il giorno do- l’epilogo tragico sarebpo l’assassinio) Frattini be dovuto ad un “un
comunica che non c’è fatto imprevedibile” e
un video ma solo si affaccia l’ipotesi che
un’immagine digitale; sia stato causato da un
attenzione ! rewind tentativo fuga.
(torniamo indietro).
Un’ipotesi surreale che
Ma perché il nostro mi- sembra valere come
nistro smentisce, asse- parafulmine per i nostri
condando una richiesta s e r v i z i
e
per
di Al Jazeera, dopo l’encomiabile Commisquasi 20 ore ?
sario Straordinario delMa il nostro ambascia- la Croce Rossa.
tore allora cosa aveva
visto il giorno prima, In attesa di nuovi partiquando ha operato il colari si cerca di ottericonoscimento ?
nere la salma di BaldoPerché non ha comuni- ni, sembra che un ex
cato subito che si tratta- ufficiale di Saddam, in
va di una foto o di una contatto con Scelli, saserie di foto, come si rebbe in grado, in camapprende in questi gior- bio di soldi, di restituini, e non di un video ?
re il corpo del giornaliQuesta virata ha pro- sta.
dotto ulteriore confusione ma soprattutto ha Una vicenda dai mille
gettato nel dubbio le lati oscuri, dove molte
ultime ore di Baldoni.
zone grigie coprono la
scoperta della verità.
Qualcuno parla di una Restano le responsabimorte avvenuta subito lità del governo e del
dopo il rapimento e il ministro in pectore
video sarebbe stato un Scelli e del Frattini
filmato montato, utiliz- nell’aver, fin troppo
zando una cassetta che giulivamente, affrontaBaldoni avrebbe avuto to una vicenda dramcon sé, ma questa ipo- matica.
tesi è stata smontata in
queste ultime ore dopo Il commissario della
che tecnici della RAI Cri era convinto di torhanno dichiarato che nare vincitore come
non si tratta di un nella vicenda dei nostri
“foto-montaggio”.
tre connazionali, ma
La teoria formulata a forse allora si ebbe il
suo tempo, assai fanta- tempo per oleare le
siosa ed assolutamente ruote dei carri, ora inimprobabile è che a- vece la sicura e pretenvrebbero lasciato come ziosa convinzione di
l’autista anche il corpo spuntarla ha subito una
di Baldoni nella mac- battuta d’arresto nel
china dopo lo scoppio colpo di morte.
della mina.
Con Scelli viene bocciata la condotta del
Nelle ultime ore alcune governo Berlusconi con
dichiarazioni dei servizi segreti all’Ansa par- un premier assente,
(Continua a pagina 20)
lano di una inclinazio-
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
17
Quando il morto è di sinistra
di Nando Dalla Chiesa (www.unita.it)
Lo sputo beffardo su un tira fuori il peggio degli
condannato a morte.
uomini su ogni fronte, ne
abbiamo avuto la riproAnche questo abbiamo va.
dovuto vedere.
Intendiamoci, «Libero»,
Roba che nei film si de- perché questo è il quotilega al cattivo, al più vi- diano che si è distinto
gliacco della banda, nell’opera senza preceall’attore su cui una vol- denti, ha probabilmente
ta -nei mille cinema Pa- dato fiato a una cultura
radiso sparsi per l’Italia che non nasce in quella
- il pubblico indignato redazione.
scagliava insulti e male- Bisogna averne consapedizioni come se la scena volezza.
fosse vera.
Nei titoli, nei toni, nel
gioco di foto, occhielli e
A Enzo Baldoni lo sputo «catenacci», si è espresso
è arrivato purtroppo nel- a
meraviglia
quel
la realtà vera, anche se «plebeismo borghese»,
forse non se ne è accor- ossimoro diventato realto.
tà, che è da un po’ di anEd è arrivato pubblica- ni la vera metastasi civile
mente.
nella grassa Italia padaDalla nazione che avreb- na, il grande problema
be dovuto trepidare per con cui ogni decente prolui, per la sua vita.
getto di governo dovrà
seriamente e strenuamenCompatta, insieme.
te fare i conti.
Perché italiano, pur se
italiano convinto che Non vi è dubbio: anche
anche gli altri popoli ab- se spesso dalle parti di
biano o possano avere quella redazione si inragioni o diritti.
neggia alla chiarezza del
Il «codardo oltraggio» parlare (e in effetti davdel Manzoni, quello vero strepitosa è stata la
spregevole gesto eguale chiarezza anche in questa
e opposto al «servo en- occasione), si farà ogni
comio», non poteva tro- sforzo causidico, si tentevare una rappresentazio- rà ogni acrobazia logica
per dimostrare che in
ne più nitida.
fondo si voleva salvare,
Quando Baldoni stava in un modo un po’ diverper morire, e poi quando so, magari -ci giurereste
Baldoni era già morto, e ?- in modo meno conforpoi ancora quando già si mista, la pelle del giornasapeva che Baldoni era lista assassinato.
stato ucciso.
Ma è drammaticamente
Insomma nella agghiac- ancora più certo che nelciante sequenza attraver- le ore dell’angoscia il
so cui questo civilissimo giornale in questione si è
paese ha visto un quoti- coerentemente adoperato
diano sbeffeggiare una per rendere un po’ buffonesca, fino al surreale,
vittima annunciata.
l’attesa (la paura) di una
Come forse mai era ac- esecuzione capitale.
caduto.
«Che barba, che noia,
non mi rapiscono».
Se è vero che la guerra
«Spero che mi rapi- to detto) antiberlusconiano.
scano».
Dunque la sua vita con«Il vacanziere col bri- ta meno.
Se contasse come le
vido».
altre, non gli si spute«Il turista del giorna- rebbe addosso prima e
dopo la esecuzione.
lismo».
Si avrebbe un attimo,
«Un simpatico pirlac- solo un attimo di ripensamento, di raccoglichione».
mento, di ansia.
«Il giornalista italiano Di ansia vera, intendo.
che cercava brividi in Non quella che porta a
Iraq» (scritto dopo la colloquiare idealmente
notizia dell’assassinio). con i rapitori per dirgli
di rilasciarlo, così da
Miscelando abilmente amante del brivido conuna passata avventura tinuerà a far danni al
colombiana e il rapi- suo paese e a scrivere
mento dell’Esercito i- bene di loro.
slamico, la tragedia di
Baldoni è stata derubri- Non quella che porta a
ipotizzare che sia tutta
cata ad altro.
Un alto in cui si mesco- una sceneggiata per relavano irrisione per la citare un rabdomante
vittima, il dileggio per dell’avventura.
l’inviato pacifista finito Il quale, da bravo pronei guai, il divertito fessionista delle scerimprovero di essersela neggiate, appare nel
cercata.
video «troppo sereno».
Tutti ingredienti che in
sé, presi singolarmente, Se la sua vita contasse
non sono nuovi in certi non si scriverebbe che
ambienti umani.
«i rapitori non hanno
La sola storia della lotta esitato a sparargli analla mafia o alle corru- che se era amico lozioni grandi e piccole ro»; ossia che Baldoni
del Paese ne è strapie- era amico degli assassina.
ni, loro complice, solo
Ma il loro montare con- perché contrario alla
temporaneo mentre la guerra.
persona è già nelle ma- Non esiste pietas per il
ni del carnefice, questo plebeismo
borghese
è semplicemente terrifi- che, vedrete, nei prossicante. Perché svela an- mi mesi si affannerà
che ai ciechi che una (quando si discuterà di
misura è stata superata. fecondazione assistita)
a predicarci la sacralità
Che per una cultura di della vita umana, in tutdestra comunque forte te le sue forme, perché
nel Paese non esistono è la vita in sé che è salimiti di sorta alla fa- cra.
ziosità politica.
Non vi è in esso ombra
di quella pietas che è
Baldoni è pacifista. fondatrice -e non per
Baldoni è inviato del caso- di tutte le civiltà
«Diario».
mediterranee, nel mito
(Continua a pagina 18)
Baldoni è (così ci è sta-
18 Giustizia e Libertà
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
31 Agosto 2004
Quando il morto è di sinistra
(Continua da pagina 17)
e nella leggenda come
nel diritto.
E, correlativamente, non
c’è il pensiero che consente di distinguere, di
capire, di non trasformare l’altro, alla fine, in
complice di assassini.
Non c’è infine il pudore,
figlio della pietas e del
pensiero.
Michele Serra, si sono
dette su Quattrocchi cose nauseanti.
Ma mai sui giornali, nei
dibattiti, nelle posizioni
ufficiali e responsabili
della formazione dell’o
pinione pubblica, alcun
esponente politico, civile, intellettuale della sinistra si è sognato di
pronunciare o scrivere
frasi men che rispettose
verso il valore colpito
della vita.
Sono stato, in silenzio e
senza riflettori, nella casa di Stefio e nella casa
di Quattrocchi.
Ho provato angoscia e
dolore per loro.
E proprio per questo la
rappresentazione dei
«due nemici» (il vigilante privato e il giornalista pacifista) m’appare
oggi francamente insultante per noi come italiani.
ghese, le discussioni lette per l’ennesima volta
in queste settimane, sulla egemonia culturale
della sinistra. E la domanda sorge oggi spontanea, inarrestabile.
Ma davvero è colpa della sinistra se questa destra non riesce a produrre egemonia culturale ?
Ma scusate, quando lo
sputo si fa parola, quando i fragori interiori si
fanno pensiero, quali
poeti, quali romanzieri,
quali registi, quali filosofi, quali giuristi vorrete mai che nascano e
che non durino il tempo
di una moda o di un protettore politico ?
Di chi è la colpa se
nemmeno le tragedie
che elevano in genere
gli spiriti e le menti riescono qui a favorire le
dimensioni del rispetto,
della riflessione, della
È vero che nei bassifondi della sinistra di Inter- Tornano in mente, da- umana condivisione?
net, come ha ricordato vanti al plebeismo bor-
È stato scritto, sempre
su «Libero», che Baldoni avrebbe fatto la fine
di Quattrocchi, ossia
«del suo nemico ideologico».
Ecco alfine l’idea archetipica: Baldoni e Quattrocchi nemici, tra i quali dunque occorrerebbe
schierarsi (uno amico,
l’altro nemico); non due
italiani uccisi in Iraq,
andati in Iraq con culture e finalità diverse.
Ci piacerebbe che, proprio per l’attenzione con
cui li seguiamo, qualcosa dicessero i celebri
«terzisti». Che stavolta
trovassero l’immane coraggio di dire che questo
capitolo della nostra vita
pubblica ha qualcosa di
spregevole e di allarmante.
Chi è al di sopra delle
parti o equidistante, in
fondo, non deve preoccuparsi di sembrarlo
sempre nello stesso articolo o commento.
Meglio, più credibile,
essere netti e indipendenti di volta in volta di
fronte alle singole vicende.
Chi ha dunque qualcosa
da dire sullo sputo beffardo sul condannato a
morte?
Nando Dalla Chiesa
Www.Unita.it
Tel chi, il Baldoni
di Enrico Deraglio
(da “DIARIO”, n° 32, 27agosto-2 settembre 2004; pag. 8, 9, 10)
Leggiamo
e
Diffondiamo
Martedì scorso, di pomeriggio, in un'edizione
speciale del Tg 5, quando Enzo Baldoni è comparso sul video e stava
visibilmente bene, qui in
via Melzo è venuta fuori
una specie di piccolo
applauso, con Carla che
fotografava da vicino lo
schermo e tutti noi che
ci succhiavamo le immagini.
Enzo Baldoni era in forma e leggeva un proclama non da battuto, umiliato o offeso, ma padro-
ne di se stesso.
Rapito dall'«Esercito
Islamico», araldo di un
ultimatum («48 ore all'Italia per lasciareJ'Iraq»).
Tel chi, il Baldoni, il
Baldoni che un po' conoscevamo, ma che negli
ultimi giorni la cronaca
ci aveva riproposto e vivisezionato: pubblicitario creativo, volontario
Cri, antecedenti nel '68
milanese, viaggiatore,
traduttore italiano di Doonesbury (chi ama il fumetto sa cosa vuol dire.
Per gli altri, pazienza),
viaggiatore in Iraq con
un accredito di Diario,
Italian weekly magazine, uno di quegli accrediti che servono appena a superare un
check point se la guardia è di buon umore.
Un pezzo di carta che
vale qualcosa di più se
vai a una conferenza
stampa, ma che vale
poco in un garage abbandonato di fronte a
persone armate e ostili.
Se Enzo Baldoni se l'è
finora cavata, francamente non credo sia per
merito dell'accredito di
Diario, ma solo per merito suo.
Enzo Baldoni è arrivato
a Baghdad il 6 agosto
scorso, con l'intenzione
di scrivere articoli per
Diario e di completare
un progetto di libro
(titolo
provvisorio:
Guerriglieri) per la casa
editrice Il Saggiatore.
È stato a Falluja (9 agosto), poi a Baghdad
da dove ha partecipato
a una spedizione della
Croce rossa italiana e
della Mezzaluna Rossa
che ha portato acqua e
assistenza agli assediati
dell'esercito del Mahdi
dentro il mausoleo di
Ali (15 agosto).
In quell'occasione si è
lussato una spalla che è
stata curata all'ospedale
31 Agosto 2004
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
Giustizia e Libertà
19
Tel chi, il Baldoni
della Croce rossa italiana di Baghdad.
Giovedì 19 agosto è
ripartito con un convoglio della Cri e una
troupe della Rai con un
altro convoglio di assistenza umanitaria che
ha depositato i suoi viveri a Najaf intorno a
mezzogiorno e poi si è
diretta nella vicinissima Kufa, dove medici
della Cri hanno soccorso numerosi feriti.
Il convoglio della Croce rossa è ripartito la
mattina di venerdì 20
agosto verso Baghdad.
Durante questo viaggio
di ritorno, in circostanze non chiare, la Nissan bianca scassata su
cui viaggiavano Baldoni e il suo autistainterprete Ghareeb è
stata aggredita nella
zona -a detta di tutti
pericolosissima- di al
Mahmudia.
Già venerdì pomeriggio, su circuiti Internet,
il sito di un pacifista
inglese, Justin Alexander, dava notizia della
morte di Ghateeb in un
agguato.
Il suo cadavere è stato
ufficialmente identificato solo martedì 24
agosto (prima di questa
data nessuno era riuscito ad avvicinarsi all'obitorio).
Nel pomeriggio dello
stesso giorno è giunto
il video dei rapitori che
trasmettono Enzo Baldoni in buona salute.
Molte
ricostruzioni,
lacunose e confuse, sono apparse sui giornali
italiani nell'immediatezza delle prime noti-
zie sulla «sparizione»
di Enzo Baldoni.
La redazione di Diario
ha svolto la propria indagine raggiungendo
alcune conclusioni che
differiscono da altre
ricostruzioni giornalistiche.
1) Il convoglio della
Croce rossa italiana
partito da Baghdad giovedì 19 agosto non si
fermò e invertì la marcia dopo lo scoppio di
una mina nei pressi di
Mahmudia, ma proseguì fino a Naiaf dove
scaricò il suo carico di
viveri e poi si diresse a
nella vicinissima Kufa,
dove medici della Cri
prestarono soccorsi a
feriti in combattimento. Il convoglio della
Cri ripartì da Kufa la
mattina di venerdì 20
agosto verso Baghdad,
dove arrivò sano e salvo.
2) L'agguato ai danni
dell'automobile di Baldoni-Ghareeb avvenne
lo stesso venerdì mattina sulla strada tra
Naiaf e Baghdad.
Non è stato possibile a
Diario, nonostante numerose richieste, ottenere una versione dei
fatti da parte della Croce rossa italiana.
RACCONTI
FALLACI
Diario ha seguito attentamente la situazione
irachena dall'invasione
angloamericana
del
marzo 2003.
In numerosi articoli,
testimonianze e reporrages ha raccontato
quanto fossero fàllaci i
racconti di un Paese
pacificato e quanto invece la speranza di democrazia soccombesse
di fronte a una realtà
quotidiana terribile di
morti, di desolazione,
di corruzione.
Con l'esercito americano occupante ormai
costretto a dichiarate
mille morti e cinquemila feriti; con circa
quindicimila civili iracheni uccisi; con una
montante onda di terrorismo,
resistenza,
guerriglia; con migliaia di persone che
interpretano l'Iraq come il nuovo Far West
per il guadagno facile;
con gli abusi commessi nelle prigioni americane trasferiti di peso
nelle prigioni irachene;
con bombardamenti
aerei e battaglie di
strada su cui le informazioni sono sempre
più difficili.
Il rapimento di un £ree
lance italiano in una
situazione come questa
è una di quelle notizie
che i media internazionali danno in poche
righe.
si apprende da uno
scambio di e-mail) aveva conosciuto a Falluja
un cittadino iracheno,
Mohammed, con le
gambe amputate per un
colpo sparato, all'inizio
della guerra, da un carro armato Bradley.
Aveva preso contatto
con Teresa Sarti, presidente di Emergency,
l'associazione che gestisce da anni, un ospedale, a Sulyamania in
Kurdistan, specializzato
in applicazioni di protesi e riabilitazione, per
portare lì il ferito.
Emergency aveva accettato l'incarico, preparato l'accoglienza che
sarebbe stata, come al
solito, gratuita.
Baldoni sarebbe dovuto
partire in macchina da
Baghdad con Mohammed e Ghareeb lunedì
23 agosto.
Questo numero di Diario si occupa delle attività di Enzo Baldoni
per fornire tutti gli elementi utili alla liberazione dell'ostaggio.
Analogo materiale è
stato fornito alla tv Al
Una situazione da Jazeera.
“Niente di nuovo sul
fronte occidentale”, Siamo al corrente di
ma per noi è natural- numerose attività volte
alla liberazione di Balmente è diverso.
doni condotte dalla
Per questo abbiamo Croce Rossa Italiana e
ricostruito il viaggio di dal nostro governo, in
Enzo Baldoni in Iraq cui naturalmente confifino al suo rapimento, diamo.
ma possiamo anche Speriamo di potere
aggiungere quello che riabbracciate presto Enaveva intenzione di zo Baldoni.
fare nell'ultima settimana che aveva pre- Per intanto un abbracventivato. Baldoni (lo cio alla sua famiglia e
Per l’assassinio di Enzo Baldoni
20 Giustizia e Libertà
31 Agosto 2004
Assassinato Enzo Baldoni
(Continua da pagina 2)
ticolari però li abbiamo avuti solo dopo
molto tempo».
E cinicamente osserva
«Non ho potuto parlare subito: dovevo proteggere la CRI e speravo di proteggere la
trattativa di Baldoni».
Non ricordandosi di aver, a suo tempo, annunciato formalmente al
direttore di Diario Dera-
glio «l'ultimatum per
la morte di Enzo è stato sospeso».
Cosa dire poi dei due
giornalisti di Libero, il
direttore
Feltri
e
l’omnipresente in TV
vicedirettore Farina.
Il primo scrive sul suo
giornale (giornale che
fa parte della costellazione dei media di proprietà diretta o indiretta
del premier Berlusconi)
“Baldoni legge davanti
alla telecamera il comunicato dei suoi aguzzini, in cui si dà del
criminale a Berlusconi,
e ne gode, glielo leggi
in faccia che gode” e
nel testo definisce varie
volte il Baldoni “pirla”.
Mentre il suo fido vice
Farina annota «Resta la
possibilità di una truffa
abominevole.»
Ogni commento a tali
affermazioni crediamo
che sia inutile.
Vorremmo solamente
mutuare un vecchio adagio popolare che affermava «… chi di spada
ferisce di spada perisce» con il più attuale
«chi di pirla ferisce da
pirla perisce»
Uomini senza cuore, senza cervello e senza coraggio
(Continua da pagina 4)
e sanciscono le società
democratiche.
Si, hanno ammazzato un
altro italiano.
Ma gli italiani non sono
tutti uguali.
Gli italiani sono liberi di
pensare ed agire per o
contro la barbarie, così
come
sono
liberi
d’ignorarla anche quando questa arriva fino in
casa.
Chi ha scelto il pacifismo non può accettare
di essere confuso con un
popolo governato da
scellerati che hanno
scelto di sostenere chi
dichiara guerra per i
propri interessi economici.
Chi ha scelto il pacifismo è al di fuori del
concetto di Nazione pur
sentendo l’appartenenza
forte e totale al proprio
popolo.
Enzo Baldoni era un italiano ma era un uomo di
pace, ed è morto per
razzismo a causa di uomini senza cuore, senza
cervello, senza coraggio.
Antonia Stanganelli
Intervista con Deraglio, direttore de “il Diario”
(Continua da pagina 10)
viene dipinto, Da questa storia si scopre che
non esistono strade
sicure, che non c’è alcun controllo del territorio, che ci sono bande di predoni e di
gruppi terroristi che
dominano tutte le parti, che non si riesce a
garantire una sicurezza minima. Io sono
sempre stato contrario
a mandare delle truppe lì, adesso a maggio-
re ragione mi chiedo
cosa ci stanno a fare,
se non danno neanche
le notizie di quello che
succede. Quando si
dice “siamo in contatto
con
tutti”,
“abbiamo attivato i
nostri canali”, i servizi.... In realtà noi siamo molto, molto deboli in qualsiasi azione di intelligence, in
qualsiasi iniziativa di
controllo del territorio. Questa è l’amara
verità. E la ricostruzione della morte di
Enzo Baldoni testimonia questo. Ne tengano
tutti conto».
sona lo interessa veramente. Enzo era una
persona positiva, che voleva fare delle cose positive nella vita. Vuole arrivare, vuole vedere,
vuole raccontare. Una
curiosità a cui abbinava
uno straordinario talento di raccontatore di storie e di persone. Questo
era e resta per noi Enzo
Baldoni: una bella persona».
Se dovesse raccontare ai
lettori de l’Unità chi era
Enzo Baldoni, cosa dir
e
b
b
e
?
«Direi questo: prendi
un uomo grande e
grosso, di 56 anni,
molto allegro, molto
socievole, che quando
parla con una persona da www.unita.it
si vede che quella per-
L’esercito islamico irakeno ha assassinato Enzo Baldoni
(Continua da pagina 16)
vergognosamente, che
ha, con cinico calcolo,
utilizzato la vicenda del
rapimento dei quattro
mercenari alla vigilia
Di una tornata elettorale, mentre oggi, non essendovi
elezioni
all’orizzonte ha conti-
nuato a godersi le va- edizione straordinaria
canze nel suo buen re- per aggiornamento delle Nello Trocchia
notizie), solo
tiro sardo.
un mesto e
Giustizia e Libertà
Un accenno alle tv di colpevole siPeriodico Politico Indipendente
stato,
tralasciando lenzio.
Autorizzazione Tribunale di Roma
n° 540/2002 del 18.09.2002
quelle di proprietà diretta del premier, in Complimenti Proprietà: L. Barbato
occasione della notizia vivissimi
al Redazione:Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
E-Mail: [email protected]
dell’uccisione di Bal- DG al CdA ed Fax: (+39) 06. 6227.6293
doni neanche uno spe- ai direttori di Direttore Responsabile: Luigi Barbato
ciale (a parte qualche testata.
Vice Direttore: Paolo Di Roberto
Redattore Capo: Alessandro Blasetti