Interno S0105 Komori - Ex
Transcript
Interno S0105 Komori - Ex
EDPress magg giug 2013_Layout 1 24/05/13 08:16 Pagina 64 Tutto sui VITELLI PERCHÉ LA CRESCITA DELLE MANZE È COSÌ VARIABILE? Ricercatori canadesi hanno esaminato le possibili cause della variabilità dei tassi di accrescimento fra gli allevamenti. A tale scopo, hanno misurato la circonferenza addominale di manze dai 12 ai 17 mesi di 33 diverse aziende nella British Columbia ed hanno convertito tali valori nel peso stimato. Hanno anche analizzato l’effetto sul peso corporeo di vari fattori, come il metodo di svezzamento, il tempo fra lo svezzamento e lo spostamento in un nuovo recinto, le dimensioni del gruppo di manze e quante volte al giorno ricevevano alimenti freschi. Solo una variabile appariva correlata alle differenze di accrescimento fra gli allevamenti, e cioè l’accrescimento medio durante la fase pre-svezzamento (da 0 a 2 mesi di età). “Questi risultati evidenziano notevoli differenze fra gli accrescimenti nei diversi allevamenti, ad indicare che alcune aziende operano correttamente mentre altre potrebbero migliorare le prestazioni”, hanno dichiarato i ricercatori. “Le aziende capaci di allevare manze con tassi più veloci di accrescimento erano quelli con i migliori tassi di accrescimento dei vitelli, ad indicare che la gestione dei vitelli nella fase lattea è particolarmente importante.” Questi risultati sono stati riferiti al meeting annuale dell’ American Dairy Science Association, tenutosi lo scorso luglio a Phoenix, USA. ExDairyPress Maggio/Giugno 2013 ATTENZIONE AL COLOSTRO CONTAMINATO DA COLIFORMI 64 L’Università del Wisconsin ha studiato le pratiche di mungitura e conservazione del colostro. Un dato impressionante: il 43% dei colostri raccolti presentava più di 100.000 batteri (cfu) coliformi per ml. Il 17% dei colostri superava persino il milione! Il conteggio dei batteri coliformi è un indicatore della contaminazione fecale, che può avvenire sia durante la conservazione che nella raccolta del colostro. “Lavare la mammella, utilizzare un serbatoio pulito, disinfettare il secchio di mungitura ed utilizzare i guanti” sono misure di base secondo i ricer- catori. In effetti, se un vitello riceve un colostro con più di 10.000 coliformi (in unità cfu), il rischio di mortalità prima dello svezzamento viene moltiplicato per quattro. Sapendo che il numero di coliformi raddoppia ogni 20 minuti, “qualsiasi colostro fresco deve essere distribuito nell’ora successiva alla raccolta”. Sempre per ragioni di igiene, non bisognerebbe lasciare un vitello con la madre per oltre 30 minuti. “Altrimenti cercherà di succhiare e leccare la mammella e le zampe della madre, che non saranno molto pulite”. Per limitare i problemi, gli autori dell’indagine raccomandano anche di “pulire e disinfettare i capezzoli” prima di lasciare il vitello con la madre. Il biberon per il colostro deve essere lavato dopo ogni utilizzo “prima con acqua tiepida, per eliminare i residui di latte, e poi con acqua calda e un prodotto detergente”. La pastorizzazione del colostro è una garanzia supplementare. NUTRIRE DI PIÙ PER DIMINUIRE I COSTI Avendo capito che i costi di allevamento delle manze da rimonta rappresentano la seconda spesa più importante in un’azienda da latte, molti allevatori stanno cercando strategie per ridurre i costi. Nel frattempo, una ricerca condotta presso l’Università della Georgia evidenzia che un maggiore investimento iniziale sui vitelli può rivelarsi il modo più efficace per ridurre i costi. Michael Overton, medico veterinario ed ex-ricercatore della Università della Georgia, attualmente consulente per i servizi tecnici della Elanco Knowledge Solutions, ha messo a punto un modello economico in cui vengono confrontati due tipi di alimentazione, convenzionale e intensivo, per nutrire i vitelli. “Durante ogni fase della crescita, il sistema intensivo è quotidianamente più costoso, ma quello convenzionale dà luogo ad un maggior costo totale per manza essenzialmente a causa della maggiore durata del periodo di accrescimento”, afferma Overton. Le manze alimentate in modo intensivo escono dallo stadio “manze” molto prima e 10 IL SA Rue Mau EDPress magg giug 2013_Layout 1 24/05/13 08:16 Pagina 65 Tutto sui VITELLI consumano minori quantità di cibo prima di diventare “vacche”. Il costo totale di allevamento della manza viene stimato rispettivamente in $2.449 e $2.415 (1.865 invece di 1.839 euro) per le manze alimentate in modo convenzionale piuttosto che intensivo. Quando a tale differenza si aggiungono i profitti della produzione in prima lattazione, il programma intensivo presenta un vantaggio economico di circa $205 (156 euro). “anche in assenza dei vantaggi derivanti dalla produzione in prima lattazione, il calcolo è comunque a favore dell’alimentazione intensiva”, dichiara Overton. Altri fattori che non rientrano nel modello di calcolo sono i vantaggi di produzione in seconda lattazione, il potenziale beneficio di una maggiore sopravvivenza e i ridotti tempi di allevamento assicurati dai programmi di alimentazione intensiva. Un altro fattore non incluso nel modello, è la possibilità di tenere meno animali di rimonta nella linea produttiva; secondo Overton, con l’alimentazio- ne convenzionale è necessario un numero di manze da rimonta superiore del 12-15% rispetto al numero necessario con l’alimentazione intensiva. L’IMPORTANZA DEI SUOI PRIMI 50 GIORNI Se il vitello non ha raddoppiato il suo peso a 50 giorni, la futura vacca non esprimerà il suo potenziale… Ritardo di crescita equivale a dire minore produzione di latte. Franck Gaudin, nutrizionista nord-americano, riferisce che negli Stati Uniti si ritiene che “i 50 primi giorni di vita del vitello abbiamo un impatto tre volte maggiore della genetica sulla produzione di latte”. Gli allevatori che rispettano bene i protocolli e ottengono dei buoni livelli di accrescimento conseguono, in media, 1.000 kg di latte in più nelle prime due lattazioni. Se il vitello non ha raddoppiato il suo peso alla nascita entro 50 giorni, significa che avete trascurato qualche elemento fondamentale… Ecco alcuni passaggi essenziali: 10 13 Pianeta allevamento IL SALONE INTERNAZIONALE DELL’ALLEVAMENTO Rue Maurice Le Lannou - CS 54239 - 35042 RENNES Cedex - France - Tel. +33 223 48 28 80 - [email protected] L’appuntamento per i professionisti dell’allevamento: 1.300 espositori 110.000 visitatori 11.000 visitatori internazionali provenienti da piu di 110 Paesi 800 animali in esposizione Superficie espositiva di 156.000 m2 EDPress magg giug 2013_Layout 1 24/05/13 08:16 Pagina 66 Tutto sui VITELLI < xxx 1. Parto in un box pulito e disinfezione dell’ombelico. 2. Assunzione di un minimo di 4 litri di colostro entro le prime 6 ore di vita. 3. Somministrazione di colostro pulito. 4. Assicurare al vitello un alloggio asciutto. 5. Somministrare 1 kg di polvere di latte al 28% di proteina e al 20% di grasso fino a 50 giorni. 6. Distribuire il latte due-tre volte al giorno. 7. Curare l’igiene degli utensili di alimentazione. 8. Niente fieno fino a quando il vitello non ingerisce 3 kg di concentrato al giorno. 9. Fornire acqua abbondante 20 minuti dopo la distribuzione del latte. Per ingerire il concentrato il vitello ha bisogno di acqua. 10.Se un vitello ha la diarrea, ne è responsabile l’allevatore. Fare attenzione alla pulizia delle cuccette, ai secchi sporchi, al colostro contaminato. ExDairyPress Maggio/Giugno 2013 LA SCARSA COMUNICAZIONE DANNEGGIA I VITELLI? 66 Nell’affrontare i problemi riguardanti i vitelli, spesso gli allevatori si concentrano su igiene, alimentazione e cura generale degli animali, ma quante volte spendono del tempo per occuparsi dei problemi connessi al personale? Una insufficiente comunicazione potrebbe essere una delle ragioni dei problemi dell’allevamento dei vitelli? Ecco alcuni interrogativi posti da Christie (Stanley) Underwood, esperto di vitelli e manze della Purina Animal Nutrition LLC. • I dipendenti sanno in che misura sono autorizzati a prendere decisioni? • Il sistema aziendale prevede una sede in cui esporre i problemi quando si presentano? • C’è una linea di comunicazione aperta fra dipendenti e manager? • Come viene gestita questa linea di comunicazione? • I dipendenti si sentono a loro agio nell’esporre eventuali esigenze o malintesi per risolvere un problema? • I dipendenti vengono informati circa i loro compiti specifici ed i loro ruoli sono definiti, oppure viene seguito l’approccio facendo-si-impara? Se la vostra risposta è no ad una qualsiasi di que- ste domande, nella vostra azienda potrebbe esserci un problema di comunicazione, afferma Underwood. Per migliorare la comunicazione, mettete le persone giuste al posto giusto, rispettate i protocolli e riconoscere il merito di chi lavora bene. ORE CRITICHE NELLA GESTIONE DEL PARTO La mortalità perinatale (PM, Perinatal mortality) cioè la morte dei vitelli prima, durante o entro 48 ore dal parto dopo una normale gestazione - è di circa l’ 8.1% per le vacche da latte negli Stati Uniti, e da due a cinque volte più alta per le manze primipare. Peng Ji (ricercatore del William H. Miner Agricultural Research Institute, Chazy, N.Y.) riferisce che un gruppo di studiosi tedeschi ha recentemente scoperto che un prolungato stadio II del travaglio (l’intervallo fra la comparsa del sacco amniotico e la completa espulsione del vitello) e un’anomala presentazione del feto sono i due più importanti fattori di rischio di PM: “Questi due fattori sono connessi con la gestione un’ora o due prima del parto”, afferma Ji. Secondo Ji, la persona presente in quella fase deve assumere tre decisioni critiche riguardanti: • Tempo dello spostamento - Lo spostamento della madre in un recinto collettivo o individuale di parto durante lo stadio I del travaglio (fuoriuscita di muco) sembrerebbe interrompere o prolungare il travaglio in misura importante. È meglio effettuare lo spostamento in una fase più avanzata del travaglio, oppure durante lo stadio II quando è imminente la fuoriuscita del vitello. • Tempo di intervento - Recenti indagini suggeriscono che seguendo la vecchia regola di fornire assistenza due ore dopo la comparsa dei piedi si intervenga troppo tardi, e che sia meglio assistere le vacche se il vitello non viene espulso entro 65 minuti dall’apparizione dei piedi o entro 70 minuti dalla comparsa del sacco amniotico. • Rianimazione del vitello - Si dovrebbe adottare come procedura standard la pulizia delle vie aeree del vitello e la stimolazione del respiro. Non è consigliabile capovolgere i vitelli a testa in giù per espellere eventuale liquido dai polmoni.