Interno S0105 Komori - Ex

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Tutto sui
VITELLI
PERCHÉ LA CRESCITA DELLE MANZE È COSÌ
VARIABILE?
Ricercatori canadesi hanno esaminato le possibili
cause della variabilità dei tassi di accrescimento fra
gli allevamenti. A tale scopo, hanno misurato la circonferenza addominale di manze dai 12 ai 17 mesi di 33 diverse aziende nella British Columbia ed
hanno convertito tali valori nel peso stimato.
Hanno anche analizzato l’effetto sul peso corporeo
di vari fattori, come il metodo di svezzamento, il
tempo fra lo svezzamento e lo spostamento in un
nuovo recinto, le dimensioni del gruppo di manze
e quante volte al giorno ricevevano alimenti freschi.
Solo una variabile appariva correlata alle differenze di accrescimento fra gli allevamenti, e cioè l’accrescimento medio durante la fase pre-svezzamento (da 0 a 2 mesi di età).
“Questi risultati evidenziano notevoli differenze fra
gli accrescimenti nei diversi allevamenti, ad indicare che alcune aziende operano correttamente
mentre altre potrebbero migliorare le prestazioni”,
hanno dichiarato i ricercatori. “Le aziende capaci di
allevare manze con tassi più veloci di accrescimento erano quelli con i migliori tassi di accrescimento dei vitelli, ad indicare che la gestione dei vitelli
nella fase lattea è particolarmente importante.”
Questi risultati sono stati riferiti al meeting annuale dell’ American Dairy Science Association, tenutosi lo scorso luglio a Phoenix, USA.
ExDairyPress Maggio/Giugno 2013
ATTENZIONE AL COLOSTRO CONTAMINATO DA
COLIFORMI
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L’Università del Wisconsin ha studiato le pratiche
di mungitura e conservazione del colostro. Un dato impressionante: il 43% dei colostri raccolti presentava più di 100.000 batteri (cfu) coliformi per ml.
Il 17% dei colostri superava persino il milione!
Il conteggio dei batteri coliformi è un indicatore della contaminazione fecale, che può avvenire sia durante la conservazione che nella raccolta del colostro. “Lavare la mammella, utilizzare un serbatoio
pulito, disinfettare il secchio di mungitura ed utilizzare i guanti” sono misure di base secondo i ricer-
catori. In effetti, se un vitello riceve un colostro con
più di 10.000 coliformi (in unità cfu), il rischio di
mortalità prima dello svezzamento viene moltiplicato per quattro.
Sapendo che il numero di coliformi raddoppia
ogni 20 minuti, “qualsiasi colostro fresco deve essere distribuito nell’ora successiva alla raccolta”.
Sempre per ragioni di igiene, non bisognerebbe
lasciare un vitello con la madre per oltre 30 minuti. “Altrimenti cercherà di succhiare e leccare la
mammella e le zampe della madre, che non saranno molto pulite”. Per limitare i problemi, gli autori dell’indagine raccomandano anche di “pulire
e disinfettare i capezzoli” prima di lasciare il vitello con la madre. Il biberon per il colostro deve essere lavato dopo ogni utilizzo “prima con acqua tiepida, per eliminare i residui di latte, e poi
con acqua calda e un prodotto detergente”. La pastorizzazione del colostro è una garanzia supplementare.
NUTRIRE DI PIÙ PER DIMINUIRE I COSTI
Avendo capito che i costi di allevamento delle manze da rimonta rappresentano la seconda spesa più
importante in un’azienda da latte, molti allevatori
stanno cercando strategie per ridurre i costi. Nel
frattempo, una ricerca condotta presso l’Università
della Georgia evidenzia che un maggiore investimento iniziale sui vitelli può rivelarsi il modo più
efficace per ridurre i costi.
Michael Overton, medico veterinario ed ex-ricercatore della Università della Georgia, attualmente
consulente per i servizi tecnici della Elanco Knowledge Solutions, ha messo a punto un modello
economico in cui vengono confrontati due tipi di
alimentazione, convenzionale e intensivo, per nutrire i vitelli.
“Durante ogni fase della crescita, il sistema intensivo è quotidianamente più costoso, ma quello
convenzionale dà luogo ad un maggior costo totale per manza essenzialmente a causa della maggiore durata del periodo di accrescimento”, afferma Overton. Le manze alimentate in modo intensivo escono dallo stadio “manze” molto prima e
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IL SA
Rue Mau
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consumano minori quantità di cibo prima di diventare “vacche”.
Il costo totale di allevamento della manza viene stimato rispettivamente in $2.449 e $2.415 (1.865 invece di 1.839 euro) per le manze alimentate in modo convenzionale piuttosto che intensivo.
Quando a tale differenza si aggiungono i profitti
della produzione in prima lattazione, il programma
intensivo presenta un vantaggio economico di circa $205 (156 euro). “anche in assenza dei vantaggi derivanti dalla produzione in prima lattazione, il
calcolo è comunque a favore dell’alimentazione intensiva”, dichiara Overton.
Altri fattori che non rientrano nel modello di calcolo sono i vantaggi di produzione in seconda lattazione, il potenziale beneficio di una maggiore sopravvivenza e i ridotti tempi di allevamento assicurati dai programmi di alimentazione intensiva.
Un altro fattore non incluso nel modello, è la possibilità di tenere meno animali di rimonta nella linea produttiva; secondo Overton, con l’alimentazio-
ne convenzionale è necessario un numero di manze da rimonta superiore del 12-15% rispetto al numero necessario con l’alimentazione intensiva.
L’IMPORTANZA DEI SUOI
PRIMI 50 GIORNI
Se il vitello non ha raddoppiato il suo peso a 50
giorni, la futura vacca non esprimerà il suo potenziale… Ritardo di crescita equivale a dire minore produzione di latte. Franck Gaudin, nutrizionista nord-americano, riferisce che negli Stati Uniti
si ritiene che “i 50 primi giorni di vita del vitello
abbiamo un impatto tre volte maggiore della genetica sulla produzione di latte”. Gli allevatori che
rispettano bene i protocolli e ottengono dei buoni livelli di accrescimento conseguono, in media,
1.000 kg di latte in più nelle prime due lattazioni.
Se il vitello non ha raddoppiato il suo peso alla
nascita entro 50 giorni, significa che avete trascurato qualche elemento fondamentale…
Ecco alcuni passaggi essenziali:
10 13 Pianeta
allevamento
IL SALONE INTERNAZIONALE DELL’ALLEVAMENTO
Rue Maurice Le Lannou - CS 54239 - 35042 RENNES Cedex - France - Tel. +33 223 48 28 80 - [email protected]
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1.300 espositori
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11.000 visitatori internazionali provenienti da piu di 110 Paesi
800 animali in esposizione
Superficie espositiva di 156.000
m2
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1. Parto in un box pulito e disinfezione dell’ombelico.
2. Assunzione di un minimo di 4 litri di colostro
entro le prime 6 ore di vita.
3. Somministrazione di colostro pulito.
4. Assicurare al vitello un alloggio asciutto.
5. Somministrare 1 kg di polvere di latte al 28% di
proteina e al 20% di grasso fino a 50 giorni.
6. Distribuire il latte due-tre volte al giorno.
7. Curare l’igiene degli utensili di alimentazione.
8. Niente fieno fino a quando il vitello non ingerisce 3 kg di concentrato al giorno.
9. Fornire acqua abbondante 20 minuti dopo la distribuzione del latte. Per ingerire il concentrato
il vitello ha bisogno di acqua.
10.Se un vitello ha la diarrea, ne è responsabile l’allevatore. Fare attenzione alla pulizia delle cuccette, ai secchi sporchi, al colostro contaminato.
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LA SCARSA COMUNICAZIONE
DANNEGGIA I VITELLI?
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Nell’affrontare i problemi riguardanti i vitelli, spesso gli allevatori si concentrano su igiene, alimentazione e cura generale degli animali, ma quante
volte spendono del tempo per occuparsi dei problemi connessi al personale? Una insufficiente comunicazione potrebbe essere una delle ragioni dei
problemi dell’allevamento dei vitelli?
Ecco alcuni interrogativi posti da Christie (Stanley)
Underwood, esperto di vitelli e manze della Purina
Animal Nutrition LLC.
• I dipendenti sanno in che misura sono autorizzati a prendere decisioni?
• Il sistema aziendale prevede una sede in cui
esporre i problemi quando si presentano?
• C’è una linea di comunicazione aperta fra dipendenti e manager?
• Come viene gestita questa linea di comunicazione?
• I dipendenti si sentono a loro agio nell’esporre
eventuali esigenze o malintesi per risolvere un
problema?
• I dipendenti vengono informati circa i loro compiti specifici ed i loro ruoli sono definiti, oppure
viene seguito l’approccio facendo-si-impara?
Se la vostra risposta è no ad una qualsiasi di que-
ste domande, nella vostra azienda potrebbe esserci un problema di comunicazione, afferma Underwood.
Per migliorare la comunicazione, mettete le persone giuste al posto giusto, rispettate i protocolli e
riconoscere il merito di chi lavora bene.
ORE CRITICHE NELLA GESTIONE DEL PARTO
La mortalità perinatale (PM, Perinatal mortality) cioè la morte dei vitelli prima, durante o entro 48
ore dal parto dopo una normale gestazione - è di
circa l’ 8.1% per le vacche da latte negli Stati Uniti, e da due a cinque volte più alta per le manze
primipare.
Peng Ji (ricercatore del William H. Miner Agricultural Research Institute, Chazy, N.Y.) riferisce che un
gruppo di studiosi tedeschi ha recentemente scoperto che un prolungato stadio II del travaglio (l’intervallo fra la comparsa del sacco amniotico e la
completa espulsione del vitello) e un’anomala presentazione del feto sono i due più importanti fattori di rischio di PM: “Questi due fattori sono connessi con la gestione un’ora o due prima del parto”, afferma Ji.
Secondo Ji, la persona presente in quella fase deve assumere tre decisioni critiche riguardanti:
• Tempo dello spostamento - Lo spostamento della madre in un recinto collettivo o individuale di
parto durante lo stadio I del travaglio (fuoriuscita di muco) sembrerebbe interrompere o prolungare il travaglio in misura importante. È meglio
effettuare lo spostamento in una fase più avanzata del travaglio, oppure durante lo stadio II
quando è imminente la fuoriuscita del vitello.
• Tempo di intervento - Recenti indagini suggeriscono che seguendo la vecchia regola di fornire assistenza due ore dopo la comparsa dei piedi si
intervenga troppo tardi, e che sia meglio assistere le vacche se il vitello non viene espulso entro
65 minuti dall’apparizione dei piedi o entro 70 minuti dalla comparsa del sacco amniotico.
• Rianimazione del vitello - Si dovrebbe adottare
come procedura standard la pulizia delle vie aeree del vitello e la stimolazione del respiro. Non
è consigliabile capovolgere i vitelli a testa in giù
per espellere eventuale liquido dai polmoni.