Soldi freschi in tasca ai lavoratori

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Soldi freschi in tasca ai lavoratori
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Mercoledì 31 Ottobre 2012
UILA
Rinnovato il Ccnl industria alimentare: 126 € di aumento sul triennio e migliori tutele per tutti
Soldi freschi in tasca ai lavoratori
Fai-Flai-Uila punto di riferimento per gli addetti al settore
di
Stefano Mantegazza
N
el corso del 2012 siamo
stati spesso e a lungo
impegnati nel difendere
i diritti dei lavoratori del
settore da ripetuti e insidiosi tentativi di manomissione di varia
origine e provenienza. Il rinnovo
del Ccnl dell’industria alimentare conclude degnamente questo
impegno perché garantisce la
tutela del potere d’acquisto delle
retribuzioni per mezzo milione
di persone e conferma l’impianto nazionale del sistema delle
relazioni e delle tutele contrattuali. È bene ricordare che questo negoziato, iniziato nel mese
di giugno, si era aperto con una
«contro-piattaforma» presentata da Federalimentare al tavolo
delle trattative, con 16 richieste
che avrebbero, se accettate anche solo in parte, destrutturato il
contratto. Le abbiamo smontate
una a una, in un confronto serio
e approfondito.
Rinnovare un contratto nazionale in tempi così difficili è di
per sé una vittoria, quando altri 4
milioni di lavoratori italiani sono
ancora in attesa di rinnovare il
loro. Ci auguriamo che la conclusione di questo negoziato agevoli
il buon esito delle altre trattative
aperte. In un panorama politico e
sociale in progressivo disfacimento, Fai-Flai-Uila hanno dimostrato, ancora una volta, di essere un
solido punto di riferimento per i
lavoratori del settore. Pur essendo questo contratto figlio dei tempi difficili che stiamo vivendo, comunque è riuscito a mettere soldi
freschi nelle tasche dei lavoratori
svuotate da continui aumenti di
bollette e tariffe, da nuove tasse e
nuovi balzelli, dall’impennata del
costo del carrello della spesa. Il
nuovo contratto non ha soltanto
restituito potere d’acquisto alle
taglieggiate retribuzioni dei lavoratori, ha anche valorizzato, sotto
molti versanti, il sistema del welfare contrattuale di categoria.
Voglio ricordarne uno in particolare: dal 1° gennaio 2013,
le associazioni della filiera zootecnica (produttori di carni, salumi,
alimenti zootecnici, avicoltori) e di
quella delle conserve alimentari
Un momento delle trattative
il già esistente fondo sanitario
nazionale erogherà una diaria
giornaliera a tutte le madri lavoratrici che decideranno di usufruire dell’astensione facoltativa
dal lavoro post-parto, finanziata
dal contributo di 24 euro annui a
carico delle aziende per integrare
l’indennità dell’Inps, pari al 30%
del salario, per un massimo di sei
mesi. Una scelta importante che
se darà, come mi auguro, buoni
risultati, aprirà le porte ad altre
ipotesi di lavoro altrettanto interessanti.
Dispiace e preoccupa che, nelle
ultime ore del negoziato in Federalimentare, si sia verificata una
sorta di secessione interna, poiché
Federalimentare soddisfatta
Federalimentare esprime soddisfazione per l’intesa
raggiunta con Fai, Flai e Uila. «Un accordo equilibrato e
coerente con le intese confederali vigenti riguardo il riconoscimento dell’inflazione» secondo la presidenza di Federalimentare che esprime l’auspicio di «una pronta ricomposizione della parte datoriale al fine di poter estendere a
tutta la platea dei lavoratori e delle imprese alimentari i
benefici del contratto». Il rinnovo non è stato infatti sottoscritto da 5 delle 18 associazioni industriali aderenti (Assalzoo, Assica, Assocarni, Una, Anicav). Le trattative sono
state coordinate, per la parte datoriale, da Umberto Sacco
(presidente Italmopa), che ha definito l’intesa raggiunta
«un buon contratto in un momento particolarissimo del
paese» e l’incremento salariale pattuito «una giusta mediazione» tra le rispettive esigenze. Sacco ha anche riconosciuto
che all’intesa si è giunti «grazie al senso di responsabilità
delle parti che hanno scelto di restare intorno al tavolo».
Il contratto, ricorda Federalimentare, «arricchisce il capitolo sociale, con particolare riguardo alla tutela delle madri
lavoratrici, attraverso il rafforzamento dei diritti per il
periodo post partum. InfiPagine a cura di
ne potenzia le norme sulla
esigibilità e la flessibilità,
con conseguente potenziale
recupero in termini di efficienza e produttività».
vegetali (che rappresentano una
parte importante della struttura
associativa di Federalimentare),
non solo hanno deciso di abban-
donare le trattative e di non sottoscrivere il rinnovo del contratto
ma hanno anche dichiarato che
non intendono applicarlo. È uno
strappo grave che speriamo possa
essere ricucito nei prossimi giorni. È bene chiarire che il rinnovo del contratto, a differenza di
quanto affermano queste associazioni, è stato concluso, anche
sotto il profilo salariale, nel pieno rispetto degli accordi che Cgil,
Cisl e Uil hanno sottoscritto con
Confindustria.
Siamo pronti in qualsiasi momento a dimostrare la scrupolosa
attenzione alle regole che comunemente ci siamo dati e, quindi,
la distanza incolmabile di cui
si parla in qualche comunicato
stampa tanto incolmabile non
dovrebbe essere. Piuttosto, credo
vada dato atto a Federalimentare
del grande senso di responsabilità
con il quale ha affrontato questa
trattativa e con il quale ha condotto a termine questo complesso
negoziato, confermando il valore
del sistema di relazioni, costruito
in tanti anni di confronto a livello
nazionale, in tanti negoziati nei
grandi gruppi e nelle multinazionali, nelle medie come nelle
piccole aziende. È chiaro che in
assenza di una risposta positiva
da parte di queste associazioni,
il sindacato dovrà, già nel mese
di novembre, assumere tutte le
iniziative utili e necessarie a ri-
muovere l’ingiustificato rifiuto a
rispettare un contratto nazionale
appena rinnovato e a riconoscere
le tutele normative e salariali anche a quei lavoratori che oggi ne
verrebbero esclusi.
Il rinnovo del Ccnl dell’industria alimentare cade alla vigilia
di un confronto importante tra
Cgil-Cisl-Uil e le rappresentanze delle imprese sui futuri assetti
della contrattazione. La conclusione della nostra trattativa ha confermato che il contratto nazionale
è l’indispensabile centro regolatore del salario, dei diritti e delle
tutele dei moltissimi dipendenti
delle piccole e piccolissime aziende, assai spesso non raggiungibili
dai pur fondamentali rinvii dalla
contrattazione nazionale a quella
di secondo livello che, perciò, non
può sostituirsi senza residui alla
contrattazione nazionale. Il contratto del nostro settore è particolarmente lungimirante anche su
questo versante, perché, mentre
garantisce a livello nazionale diritti, tutele e salari costantemente adeguati al costo della vita a
quei lavoratori privi di accordi di
secondo livello, prevede e regola
un sistema della contrattazione
integrativa, flessibile e articolato,
modellato sulle obiettive peculiarità della produzione alimentare,
in grado di armonizzare le esigenze di imprese e lavoratori.
Lavoro, la voce inascoltata dell’Ilo
«Indebolire la contrattazione collettiva, come
hanno fatto alcuni paesi durante la crisi, porterà
probabilmente all’aumento della disuguaglianza
salariale e delle tensioni sociali». A sostenerlo è l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil - Ilo in
inglese, ndr) nello scorso mese di settembre. Un’affermazione forte e autorevole che, però, non è stata
ripresa da nessun organo o agenzia di stampa in
Italia. Non è, quindi, una notizia «vecchia» ma un
piccolo «scoop». Susan Hayter, esperto principale in
relazioni industriali dell’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per il lavoro,
spiega in un comunicato che
«decentralizzare il processo
negoziale, lasciando la possibilità alle aziende di negoziare in assenza di accordi
nazionali e settoriali, significa esercitare una pressione
al ribasso sui salari e sulle
condizioni di lavoro».
L’Oil attribuisce il forte aumento della disuguaglianza
salariale degli ultimi anni,
negli Usa e nel Regno Unito,
proprio «alla diminuzione
di copertura della contrattazione collettiva». Al contrario, nei paesi in cui i
meccanismi di contrattazione collettiva hanno un
reale sostegno politico, la disparità salariale è molto
più bassa.
Ma non è tutto: secondo l’Oil «spetta alle parti
sociali decidere a quale livello negoziare».
I contratti collettivi sono in grado di ridurre le
disuguaglianze salariali e possono contribuire ad
accrescere la produttività e la competitività delle
imprese.
Quando i cambiamenti nell’organizzazione del
lavoro sono negoziati con i lavoratori e i loro rappresentanti, si riesce molto spesso a migliorare le
«performance» delle imprese.
La contrattazione collettiva, oltre ai temi principali (salario e orario di lavoro) è sempre più
utilizzata per affrontare temi più specificamente
legati alla crisi economica globale e per stabilire un
legame tra retribuzione e produttività e negoziare
accordi sulla flessibilità per equilibrare lavoro e
vita familiare. Di fronte ai cambiamenti tecnologici
e alla crescente insicurezza occupazionale, formazione e apprendistato sono altri temi oggetto della
contrattazione collettiva.
Fin qui le dichiarazioni di Susan Hayter che nessuna agenzia di stampa né
altro organo di informazione
italiani hanno riportato.
Relativo maggior successo
mediatico ha riscosso, invece,
Guy Ryder, nuovo direttore
generale Ilo dal 1° ottobre, al
grido di: «I diritti del lavoro
sono essenziali per la ripresa.
Non deve passare il messaggio che creare più posti di
lavoro significa rinunciare
alle norme internazionali
del lavoro».
Con 200 milioni di disoccupati nel mondo, ha spiegato
Ryder, obiettivo primario della politica, se si vuole
uscire dalla crisi economica globale, deve essere la
creazione di occupazione con soluzioni condivise in
un processo di dialogo sociale. Sulla disoccupazione giovanile, che riguarda 75 milioni di persone,
Ryder ha detto: «è dimostrato che se un giovane
resta disoccupato per più di un anno all’inizio della
sua carriera lavorativa, questo inciderà su tutta la
sua vita professionale». Tra le strade percorribili,
Ryder individua i sistemi di garanzia che offrono
esperienza professionale o vanno a rafforzare la
formazione dei giovani. «Sembra costoso? È alla
nostra portata! È un investimento, non un costo».
Fabrizio De Pascale
Mercoledì 31 Ottobre 2012
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Un buon accordo, ricco di contenuti
di
Tiziana Bocchi
A
lla vigilia di questo rinnovo contrattuale, tutto
sembrava essere contro
di noi: l’urgenza di fare
un buon accordo prima che altri
ne pasticciassero uno peggiore, la
crisi che lambiva l’industria alimentare e che è sempre un’ottima
scusa per lesinare sul salario dei
lavoratori, fino alla complessità
di una controparte così articolata
da avere difficoltà ad accordarsi
anche con se stessa.
Tutti questi motivi hanno congiurato per rendere ancora più
impervio del solito il negoziato
per il rinnovo del contratto dei
lavoratori dell’industria alimentare. Tuttavia, malgrado le circostante avverse, siamo venuti
a capo di una trattativa difficile,
arrampicandoci su ogni appiglio
negoziale, fino ad ottenere un
buon rinnovo contrattuale con un
aumento di salario al parametro
137 di 126 euro mensili, migliori
tutele del lavoro e della salute
dei lavoratori, più di qualche garanzia sociale e contrattuale per
i dipendenti e, non da ultimo, la
conferma della validità del contratto nazionale nella sua funzione e nella sua integrità.
Non è stato facile, del resto nel
sindacato ormai da tempo non
c’è nulla di semplice.Con grande
piacere, quindi, la segreteria nazionale e la delegazione trattante
Uila possono annunciare la firma
del rinnovo del contratto, sottolineando il fatto che le tranches
salariali consentono ai lavoratori
di usufruire del 66% dell’aumento nei primi 7 mesi di validità del
contratto e che il montante complessivo (la somma degli aumenti
ricevuti nell’arco di validità del
contratto) è in linea con il montante del triennio precedente.
Un rinnovo positivo. I risultati normativi e salariali concordati garantiscono il recupero del
potere di acquisto delle retribu-
Agitazioni
in vista
A partire dal 1 novembre
sarà avviata la mobilitazione
dei lavoratori nelle aziende
associate a Assalzoo, Assica,
Assocarni, Una e Anicav che
hanno abbandonato il tavolo delle trattative, nella
notte tra venerdì e sabato,
dichiarando di non sentirsi
vincolate dalle conclusioni
raggiunte al tavolo negoziale. La mobilitazione, decisa
da Fai-Flai-Uila il 29 ottobre, prevede il blocco delle
flessibilità contrattate e una
giornata di sciopero da decidere a livello locale, se le
associazioni continueranno
a non voler applicare l’accordo di rinnovo. L’augurio
è che queste iniziative non
siano necessarie e che in tutte le associazioni prevalga il
buon senso, dopo un’approfondita verifica che l’intesa
raggiunta conferma le scelte
compiute da Confindustria,
Cgil-Cisl-Uil.
zioni e innovano sul versante dei
diritti, in sintonia col contratto
precedente: ad esempio con l’incremento dei congedi parentali
per genitori con figli tra 3 e 9
anni e con una maggiore tutela
per assistere i familiari in stato
di disagio. Importanti, inoltre,
i risultati sul tema formazione
professionale, a supporto della
crescita professionale e della carriera dei lavoratori. La nuova stesura degli articoli 7 e 87, infine,
rafforza il ruolo di rappresentanza delle organizzazioni sindacali
Fai-Flai-Uila. L’accordo raggiunto
sarà sottoposto, nei prossimi giorni, alla consultazione dei lavoratori attraverso assemblee e attivi
regionali.
Incrementi salariali. Centoventisei euro l’aumento nel
triennio 1/10/2012-30/11/2015,
suddiviso in quattro tranches. Il
nuovo valore punto è pari a 20,38
€ a parametro 137. Si noti bene
che il montante retributivo totale, ovvero l’incremento salariale
complessivo percepito dal lavoratore (44 mensilità) nel periodo
di vigenza del nuovo contratto
(38 mesi), è pari a 4.132 €. Una
quantità maggiore rispetto al
montante retributivo percepito
nel triennio precedente, che era
pari a 4.123,68 €; una somma alla
quale si sono aggiunti 227,20 € a
titolo di «una tantum» per coprire l’allungamento di 4 mesi della
durata del contratto.
Bilateralità. Confermando
l’impegno delle parti a rafforzare e diffondere la bilateralità e i
suoi strumenti (Alifond, Cassa
rischio vita, Fasa), l’accordo sposta all’1/6/2016 il contributo di 2
€ a carico del lavoratore al Fasa,
prima previsto all’1/12013.
Contrattazione aziendale.
L’art. 6 recepisce l’accordo interconfederale del giugno 2011 che
prevede la possibilità di realizzare specifiche intese modificative
di regolamentazioni disciplinate
dal Ccnl, relativamente alle materie: prestazione lavorativa, orari e organizzazione del lavoro.
Formazione professionale.
L’art. 3 viene integrato con una
previsione di rilascio di una attestazione sui corsi di formazione
professionalizzante svolta, le cui
modalità verranno definite a livello aziendale.
Lavoro transnazionale. Una
nuova norma impegna le parti a
redigere un avviso comune, entro
30 giorni dalla stipula del Ccnl, finalizzata a contrastare gli effetti
di dumping nell’utilizzo di lavoro
transnazionale, in coerenza con
l’azione già intrapresa a livello
europeo.
Mercato del lavoro. Si è intervenuti per coniugare quanto
demandato dalla legge 92/2012
alla contrattazione con le necessità espresse in piattaforma.
Tempo determinato. L’art. 18
prevede la riduzione a 20 e a 30
giorni dei termini di intervallo
temporale tra un rapporto di
lavoro e quello successivo. Tali
termini possono essere eliminati
in caso di assunzioni a termine e
per ragioni di carattere sostitutivo ma solo attraverso un accordo
aziendale. Lo stesso articolo ribadisce, in applicazione della legge,
che in caso di primo rapporto di
lavoro di durata non superiore a
12 mesi, non è necessario rendere
esplicita alcuna causale per l’assunzione; recepisce, inoltre, la richiesta di aumentare il periodo di
validità del diritto di precedenza
da 12 a 14 mesi per le successive
assunzioni dei lavoratori a termine e stagionali.
Part-time. L’art. 20 recepisce
l’innalzamento della percentuale di reversibilità del rapporto di
lavoro da tempo pieno a tempo
parziale, incrementandola dal 3%
al 5% in tutte le aziende. Inoltre
il diritto di revoca o modifica delle clausole flessibili ed elastiche
avrà un preavviso di 5 giorni per
La voce dei delegati: un accordo «pulito»
Emanuela Paccagna (Bindi-Milano) - Un
accordo positivo, visto il difficile contesto socioeconomico italiano ed europeo. In azienda stiamo
vivendo la cassa integrazione. È un buon accordo,
sia per la parte salariale sia per le tutele che siamo
riusciti a mantenere. Questo è ciò che spiegheremo
ai lavoratori nelle assemblee. Penso che i lavoratori
capiranno che questo è un accordo pulito.
La reazione dei lavoratori spero sarà positiva. Nelle assemblee, va spiegato che, rispetto al contratto
precedente, si è realizzato un vantaggio economico,
in quanto l’aumento, seppur inferiore, matura un
montante a fine periodo di pari importo rispetto al
rinnovo precedente. Di fronte ai rischi e alle minacce che incombevano su questo contratto, l’aumento
di 126 euro ha un valore diverso.
Alessandro Mazza (Bunge-Ravenna) - È stato
un parto sofferto, dopo ore passate ad affrontare una
controparte che aveva problemi a portare avanti la
trattativa: era difficile, in questo periodo, portare a
casa un risultato simile. Siamo soddisfatti e speriamo nel futuro. I lavoratori lo accoglieranno sicuramente in maniera positiva. Abbiamo tenuto su tutti
i punti delicati e, sulla parte economica, abbiamo
ottenuto delle tranches molto positive. Grazie ai
segretari Fai Flai e Uila, soprattutto Uila: abbiamo
ottenuto un grande risultato.
Cristian Boni (Coca-Cola-Roma) - Un accordo
più che positivo. Non abbiamo perso diritti, abbiamo fatto un buon accordo anche sulla parte
retributiva, con le prime due tranches che valgono
il 66% dell’aumento, dopo sei mesi. È un contratto
«pulito», perché non c’è stata merce di scambio, né
sulla malattia né su altri diritti dei lavoratori.
Palmiro Chiatti (Nestlé-Perugia) - Siamo
riusciti a portare a casa, innanzitutto, la difesa
della struttura del contratto rispetto alle iniziali
pesanti richieste di modifica di Federalimentare.
Michele Capuano (Barilla-Foggia) - L’accordo raggiunto è il migliore che si potesse ottenere;
un risultato ottimo, viste le difficili condizioni del
paese e le richieste iniziali della controparte. Sono
convinto che i lavoratori capiranno che, in questo
periodo, l’accordo siglato rappresenta il massimo
che si poteva ottenere, un risultato davvero importante.
casi gravi (patologie oncologiche
ecc.) e di 20 giorni, fino al limite massimo del 13 o dell’8% in
aziende fino a 100 dipendenti,
sul totale degli occupati con contratto a tempo parziale, per tutti
gli altri casi.
Orario di lavoro. L’art. 30
viene modificato nella parte sulla flessibilità, rendendo esplicito
quanto già previsto nella norma:
le ore di flessibilità sono calcolate
individualmente e tale istituto è
obbligatorio per ogni lavoratore,
salvo comprovati impedimenti.
Inoltre, il nuovo art. 30-bis
prevede l’accantonamento nella
banca ore, dei riposi compensativi
che potranno essere utilizzati per
l’osservanza di festività religiose
diverse da quelle previste nell’art.
34. I lavoratori extracomunitari,
grazie al novellato dell’art. 35
sulle ferie, potranno, con specifica
richiesta alle aziende, usufruire
di periodi continuativi di assenza dal lavoro, attraverso l’utilizzo
delle ferie e di permessi retribuiti
previsti dal Ccnl.
P ermessi. Un significativo
risultato deriva dalle modifiche
degli articoli 40 bis e ter lett. B:
il primo consentirà di derogare
al preavviso di 3 giorni per i permessi ex lege 104/1992 finalizzati
alla tutela e assistenza del disabile a fronte certificazione medica; il secondo innalza a 9 giorni i
permessi sui congedi per malattia
del figlio fino 9 anni di età.
Diritto allo studio. Anche i
lavoratori che frequentano corsi
universitari potranno usufruire delle facilitazioni previste
dall’art. 44 sulla frequenza di
corsi di studio.
A mbiente e salute dei lavoratori. L’art. 62 recepisce il testo
unico 81/2008.
Sistema contrattuale. Particolarmente innovative le integrazioni all’art. 5 che favoriscono lo
sviluppo e la diffusione della contrattazione di secondo livello.
T rasferimenti e distacchi.
Concordata una dichiarazione comune in calce all’art. 60
(trasferimenti) che recepisce, a
maggior tutela del lavoratore,
l’attuale normativa legale.
Viaggiatori e piazzisti. Ai
viaggiatori e piazzisti viene aumentato, a partire dal 1 gennaio
2013, il massimale previsto per
rischio macchina da 5.000 a
5.500 euro.
NUOVI MINIMI TABELLARI 2012-2015 (€)
Liv.
Par.
1S
1
2
3A
3
4
5
6
230
200
165
145
130
120
110
100
Minimi
30/9/12
1.948,23
1.694,10
1.397,66
1.228,25
1.101,18
1.016,46
931,76
847,07
Aumento
1/1012
67,15
58,39
48,17
42,33
37,96
35,04
32,12
29,20
Minimi
1/1012
2.015,38
1.752,49
1.445,83
1.270,58
1.139,14
1.051,50
963,88
876,27
Aumento
1/4/3
67,15
58,39
48,17
42,33
37,96
35,04
32,12
29,20
Minimi
1/4/13
2.082,53
1.810,88
1.494,00
1.312,91
1.177,10
1.086,54
996,00
905,47
Aumento
1/5/14
67,15
58,39
48,17
42,33
37,96
35,04
32,12
29,20
Minimi
1/5/14
2.149,68
1.869,27
1.542,17
1.355,24
1.215,06
1.121,58
1.028,12
934,67
Aumento
1/10/15
10,07
8,76
7,23
6,35
5,69
5,25
4,82
4,38
Minimi
1/10/15
2.159,75
1.878,03
1.549,40
1.361,59
1.220,75
1.126,83
1.032,94
939,05
7,23
5,69
1.549,40
1.220,75
VIAGGIATORI E PIAZZISTI
I
II
165
130
1.397,66
1.101,18
48,17
37,96
1.445,83
1.139,14
48,17
37,96
1.494,00
1.177,10
48,17
37,96
1.542,17
1.215,06