Classe: 3^ T Cesaris Personaggio: Vladek Non è stata la paura, non

Transcript

Classe: 3^ T Cesaris Personaggio: Vladek Non è stata la paura, non
Classe: 3^ T Cesaris
Personaggio: Vladek
Non è stata la paura, non la fame, non sono state le botte delle guardie che ti hanno fatto sentire
peggio di un cane. Sono state le menzogne. La solitudine. La tua famiglia ormai scomparsa. Un
figlio lontano che non torna più. È questo, che ti ha uccisa… Anja tu, cosÌ vicina a Dio e così
lontana da me.
Artie, si sa, è così distante, non sa quasi niente dite, del resto neanch’io ti ho mai capita fino in
fondo.
Con Mala poi non riesco proprio a sentirmi vivo e… felice. Tutto quello che sa fare è bruciare il
denaro che con sudore e il cervello ho saputo mettere via.
Troppo forte brucia il tuo ricordo, come il fuoco nei forni, a incupirmi di dentro.
E se penso al piccolo Richieu mi viene da piangere come al ricordo di quegli uomini morti a stento
in via Modrzejowska.
Ora, eccomi qua solo, quasi come in quei giorni lontani a leccarmi le ferite portate da una guerra
che non è la mia. Da un odio che a un ebreo mai e poi mai dovrebbe essere portato.
Eppure in quei campi, ho conosciuto gli unici veri amici nella mia vita: solidarietà l’ho vista dormire
quando i kapò picchiavano forte e ci insultavano e l’ho vista morire in faccia ai soldati. Ma la
solidarietà l’ ho vista svegliarsi ogni volta che qualcuno ha offerto un pezzo di pane a un suo
compagno malato.
Nascondersi. Scappare via. Il ghetto. La signora Motonowa. I bunker di fortuna. I campi. Topi in
gabbia:
ecco che cosa eravamo!
La morte. L’ho guardata dritta negli occhi, quando il tifo mi ha fatto veramente sentire sull’orlo del
precipizio.
Ma, in fondo, forse nessuno di noi è sopravvissuto veramente. Anja, la depressione ti ha portato
via, e io, io, io come, come posso veramente dire di essere sopravvissuto?
Com’era piccolo il cuore di tutti noi e quanto grande il dolore da sopportare.
Eppure sembra ieri, mano nella mano io e te Anja, ANJA!