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GLI ITALIANI DI WOODSKIN Architetti, illustratori, esperti 3D e costruttori di pupazzi in stop motion: lo studio Mammafotogramma è stato fondato da un gruppo di creativi (quasi) trentenni, con competenze molto diverse. I loro nomi: Giulio Masotti, Gianluca Lo Presti, Ettore Tripodi, Federico Della Putta, Marco Falatti. Al progetto Woodskin hanno partecipato anche Stefano Baruffaldi e Susanna Todeschini. LO STRANO CASO DELLA PELLE DI LEGNO Non è una magia, è una realtà: ecco come a Milano si hackerano le fibre dei materiali Liberare il legno dalla sua forma solida. E trasformarlo in una pelle morbida, da plasmare. Il materiale così creato si chiama Woodskin ed è stato brevettato dallo studio milanese Mammafotogramma. «Ci avevano chiamato a Montréal per realizzare l’ingresso di una palestra di roccia», spiega Giulio Masotti, architetto, che insieme a quattro soci, tutti di 28 anni, ha fondato Mammafotogramma nel 2008. «Ci serviva una struttura particolare per il bancone e ce la siamo inventata». Come? «Immagina un sandwich di legno. In mezzo, come farcitura, c’è una rete di materiale sintetico. Con un processo industriale il tutto viene fresato e trasformato in un foglio a triangoli, modellabile quasi fosse una scultura». Che può essere rigida o interagire, grazie a dei sensori, con le persone. La parte più interessante del progetto è che prescinde dal legno: il procedimento può essere usato anche su altri materiali solidi. «Progettare volumetrie complesse prevede costi di realizzazione proibitivi. Con Woodskin si abbattono, e si riduce anche il numero di pezzi da assemblare: sembrano tanti triangolini, in realtà è un unico foglio», conclude Giulio. — g.b. CUOCO 2.0 di Niko Romito A QUALCUNO PIACE CALDO Un caffè freddo senza zucchero è amaro. Lo stesso caffè, caldo, è ancora più amaro. Com’è possibile? Non è possibile. È tutto un gioco di percezioni. Il calore amplifica la sensazione di amaro e dolce, mentre riduce quella del salato. Quando si costruisce un piatto non si dovrebbe intervenire sulla composizione degli alimenti, ma cercare di capire la loro interazione. Interpretare l’influenza dell’amido della pasta, dolce, su un sugo di pomodori, che per bilanciare il sapore finale deve quindi essere spinto in acidità. Fondamentale tenere conto, oltre alla temperatura, anche del tempo impiegato da un alimento per scorrere sulla lingua, soffermarsi sui calici gustativi e scendere nella cavità orale. Un esempio: se vuoi che il gusto del caffè sia più persistente in bocca senza però aumentare la temperatura, basterà renderlo leggermente semiliquido, cosicché si fermi un decimo di secondo in più sulle papille linguali. Non resta che parlare del palato. Sensibile, si stufa in fretta con un cibo che ha la stessa consistenza, come una crema, ad esempio. E allora lì sta la sfida: ricreare all’interno di un piatto le sensazioni fondamentali: caldo e freddo, morbido e croccante, salato e dolce, acido e amaro. Tutto rigorosamente in equilibrio su quella corda invisibile che si chiama perfezione. A TORINO ARRIVANO I PORNOAMBIENTALISTI Perché non girare porno amatoriali, venderli online e poi usare i fondi raccolti per salvare le foreste? Ad avere la stramba pensata, nel 2004, due giovani norvegesi, che superando ogni previsione hanno raccolto il primo anno più di 100mila dollari e sono diventati così un’organizzazione “eco-porn”. Questa storia strampalata è diventata un documentario, Fuck for Forest, in programma al festival CinemAmbiente, che si terrà a Torino dal 31 maggio al 5 giugno e presenterà i migliori film dedicati alla cultura ambientalista. Ad aprire la rassegna Fruit Hunters di Yung Chang, un viaggio da Hollywood al Borneo, passando per l’Umbria, alla scoperta della frutta. Spazio poi anche a nuovi stili di vita, come quelli di L’economia della felicità, che abbandona il caos delle metropoli per raccontarci la vita serena di tante piccole comunità sparse ai quattro angoli della terra. — DARIO MARCHETTI WIRED // 149