Cinema Caffè - Parrocchia San Nicolao della Flue
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Cinema Caffè - Parrocchia San Nicolao della Flue
Cinema Caffè Cinema Teatro Delfino Delfino – 9 Febbraio Febbraio 2009 CHANGELING Di Clint Eastwood Con Angelina Jolie, John Malkovich, Riki Lindhome, Amy Ryan (140 minuti) Possente, epico, cinema che si spiega col cinema e con la luce. Eastwood racconta, basandosi sugli archivi giudiziari, la storia vera e agghiacciante di una donna cui viene rapito il figlio, che si ribella e viene internata nella fossa dei serpenti di un manicomio quando la polizia, per propaganda, ne restituisce uno sbagliato. La favola del figlio cambiato nella Los Angeles della Grande Depressione anche Morale del 1928 in un racconto pieno di ragionata vergogna, perfetto nella ricostruzione di epoca, ambienti e sentimenti: mai manichini, né la Jolie, brava come non mai, né un gruppo di straordinari comprimari. Fra le indagini su cittadini al di sopra di ogni sospetto, il terribile serialkiller di piccini, offesi e uccisi nel pollaio come Hensel e Gretel, un' infamia contro l' umanità che il quasi 80enne Clint riporta al giusto sdegno restituendo potere alla memoria e al cinema. Voto 8 (Maurizio Porro – Corriere della Sera) Trovarsi bello e pronto questo copione è stato per Clint Eastwood come quando vai a comperare un abito fatto e scopri che sembra confezionato su misura …..Al cineasta è bastato leggere una volta il copione, che riscatta dall' oblio un caso allucinante datato 1928, per sposarne la causa in chiave anarchica. Si evocano infatti in un' impeccabile cornice ambientale le vicissitudini di Christine Collins, ragazza madre che dopo l' inspiegabile scomparsa del figliolo di nove anni se ne vede restituire un altro dalla famigerata polizia di Los Angeles, che tra violenze e malversazioni anela soltanto a farsi pubblicità. E poiché la poveretta insiste a dire che quel monello non è il suo, gli sbirri le saltano addosso, la arrestano, la minacciano e la affidano a medici prezzolati perché la rinchiudano dietro le sbarre di un manicomio vecchio stile. A questo punto si smania per sapere come andrà a finire. Christine ne verrà fuori? Riuscirà a vincere la cabala dei potenti? E dov' è finito suo figlio, vivo o morto che sia? Sfido chiunque a restare indifferente davanti alla prima metà di Changeling, con la splendida Angelina Jolie palpitante di amore materno,……. E come non constatare che dietro queste scene di disperato dolore, in toni sommessi da teatro del silenzio finché la protagonista non finisce sotto chiave, prima ancora che l' artista c' è un essere umano solidale con l' ingiusta sofferenza di un suo simile?.... (Tullio Kezich – Corriere della Sera ) Un bel film drammatico solido, bene ideato e bene ambientato, in cui Clint Eastwood esalta quelle che considera le autentiche virtù americane e Angelina Jolie non sa fare granché ma trasforma la sua espressività elementare in un elemento di fascino. Si racconta una storia vera, un episodio di cronaca accaduto a Los Angeles dall’ottobre 1928. Una giovane madre nubile, sorvegliante di telefoniste, denuncia la scomparsa del suo bambino di nove anni. La polizia non arriva a trovarlo, sembra: ma dopo cinque mesi le presenta un ragazzino, con gran clamore propagandistico. Lei non lo riconosce. Non è suo figlio. Nella confusione promozionale, sul momento lo prende con sé, ma non può accettarlo…..E’ uno di quei casi strazianti in cui una persona senza potere viene a trovarsi in balìa delle istituzioni onnipotenti: il film loda il coraggio, la resistenza, la volontà di non piegarsi, la forza della ragione della giovane donna e dei suoi sostenitori, accusa le sopraffazioni e le malvagità della polizia e dei suoi complici. Se il caso è orribile, è tenace la speranza di sopravvivere alla prepotenza. (Lietta Tornabuoni – La Stampa) Una donna sola, un figlio che scompare, l’America dura e dimenticata della Grande Depressione. Sì, dimenticata: anche se l’abbiamo vista mille volte Clint Eastwood, che in quell’America è cresciuto, teme che oggi in realtà se ne sappia ben poco, dunque la ricrea nel suo stile classico e asciutto. Anche per smorzare i toni di una storia (vera) che in altre mani sarebbe stata insostenibile. Tre atti dunque. Nella prima parte di Changeling Christine Collins, madre “single” ante litteram, funzionaria di una compagnia telefonica di Los Angeles quando il lavoro femminile era agli albori (una sorvegliata, efficacissima Angelina Jolie), vede sparire nel nulla il suo unico figlio di 10 anni. La polizia minimizza poi, mesi dopo, le riconsegna il figlio in pompa magna con tanto di conferenza stampa. Christine capisce subito che quello non è suo figlio, ma la polizia insiste: lei è sconvolta, lui è traumatizzato, certo che è un po’ diverso e poi non sa dove andare, insomma lo prenda e la faccia finita. Così, quando Christine torna alla carica, il capo della polizia la spedisce in manicomio. Secondo atto: l’orrore. Christine scopre di non essere sola. Nella fossa dei serpenti ci sono altre donne scomode, “curate” con pillole e elettrochoc. Fuori invece il reverendo Briegleb (un curioso John Malkovich), che tuona in chiesa e alla radio contro gli sbirri corrotti, scopre il suo caso e la salva. Sferrando un primo duro colpo alla polizia, inciampata nel frattempo in un ragazzino che ammette in lacrime la sua complicità in una serie di delitti orrendi. Terzo atto: la giustizia (forse). Christine continua a sperare (la storia resta aperta fino all’ultimo), ma partecipa a due processi. Contro la polizia e contro il maniaco. Stavolta però è sola perché il folle la coinvolge in un gioco morboso di pseudorivelazioni fino al giorno dell’esecuzione, ripresa da Eastwood con un verismo secco e inatteso visti i toni di questa vicenda così atroce e paradossale. Anche perché a ogni svolta del racconto Eastwood apre nuove piste. Offrendo tra le righe uno scorcio non banale della nascente società dello spettacolo (sono gli anni in cui il cinema diventa sonoro), delle sue patologie ma anche della sua funzione sociale (raccontare storie, intrattenere, consolare, ovvero creare una mitologia che accompagni l’evoluzione di una società). Quasi un capitolo di quella controstoria dell’America che Eastwood va scrivendo anno dopo anno con i suoi film. Sia che racconti la grande Storia (Lettere da Iwo Jima) o che illumini le vite di personaggi marginali ma proiettati loro malgrado nel mito come in Mystic River, in Million Dollar Baby e ora in Changeling. (Fabio Ferzetti – Il Messaggero) Gli spettatori di Entre les murs - La classe di Laurent Cantet possono vedere oggi anche Changeling di Clint Eastwood: a questo punto, forse si stupiranno che il primo, non il secondo abbia vinto la palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes. E magari capiranno anche perché Eastwood non ha nemmeno ritirato il premio di consolazione attribuitogli in quell’occasione. Nel linguaggio della fiabe, il termine Changeling indica il bimbo sostituito con un incantesimo. Titolo perfetto per il fatto narrato nel film scritto da J. Michael Straczynski, che però racconta ciò che realmente accadde a Christine Collins (Angelina Jolie), il cui figlio Walter fu rapito a Los Angeles e probabilmente ucciso a colpi d’ascia da un maniaco in una fattoria dell’interno della California. Era il marzo 1928. A rendere l’episodio più simbolico di altri analoghi è che il rapimento ebbe conseguenze politiche importanti. Madre nubile, quindi malvista dalla morale di allora, la Collins si vide consegnare dalla polizia, un paio di mesi dopo, un bambino non suo. Per evitare il discredito dell’errore, la polizia volle «convincerla » a riconoscerlo, rinchiudendola in manicomio. Lei ne uscì grazie al pastore presbiteriano Gustav Briegleb (John Malkovich), molto influente, visto che parlava da una radio locale. Il rapitore, l’assassino seriale di una ventina di bambini di nome Gordon Northcott (Jason Butler Harner), fu poi preso per caso. E impiccato. Il rifiuto della Collins, che morì nel 1935, d’avallare l’errore di persona costò la carriera al capo (Jeffrey Donovan) della polizia; e il sindaco non fu rieletto. La legislazione sui ricoveri in manicomio cambiò, ma vent’anni dopo la città era corrotta come allora, ci insegna un altro grande film, Los Angeles Confidential di Curtis Hanson. In Changeling le ricostruzioni d’ambiente, di lessico e di mentalità sono perfette; la recitazione è altamente professionale; i quesiti morali sono tanti (ruolo della madre nubile, utilità della pena capitale, ecc.): tutti dettagliatamente posti e nessuno sbrigativamente risolto. Coi criteri di una volta, Changeling sarebbe sembrato molto bello. Nel desolato panorama di oggi, è un capolavoro. (Maurizio cabona – Il Giornale) …..Poi, a un certo punto, tra tanti distinguo, silenzi, pedinamenti discreti, esplode l'emozione, il piacere del cinema. Quattro accordi al pianoforte, il ritmo fluido e impercettibile dei classici, la storia intrecciata di un'amarissima perdita dell'innocenza collettiva: Changeling di Clint Eastwood è un film doloroso e intenso, discendente diretto di Mystic River, che prende lo spunto da un fatto di cronaca degli anni Trenta per tracciare una sintesi storica e un giudizio inappellabile sulla caduta del sogno americano. Sfugge alle classificazioni ed è al di sopra della competizione, ma forse, vista l'ostinata umiltà con cui Eastwood continua ad accettare di presentarsi in concorso e visto che non ha mai vinto la Palma d'oro, questo potrebbe essere il suo anno.. (Emanuela Martini – Film TV) CINEMA CAFFE’ ritorna con un nuovo ciclo di 5 film a partire partire dal 20 Aprile 2009 Vi Aspettiamo ZONA PALCO Ricordiamo che è in corso al Delfino il 1° Concorso Teatrale Nazionale di compagnie amatoriali organizzato da l’Associazione Culturale La Lampada e dal Cinema Teatro Delfino Le prossime date e i prossimi titoli sono: 14 febbraio: L’Affarista Mercadet di Honorè de Balzac presentato dalla Compagnia GAD Città di Trento 21 febbraio: Le voci di dentro di Eduardo de Filippo presentato dalla Compagnia I Barcaioli di Torino 14 Marzo: Nuvole di Roberto Rossetto presentato da Gruppo Teatrale del Pentagono di Rho (Milano) VI ASPETTIAMO NUMEROSI