28-29-30 Rubrica Medica brucato_Ottobre2012
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28-29-30 Rubrica Medica brucato_Ottobre2012
RUBRICA MEDICA Gravidanza, Fertilità, Contraccezione e Menopausa nelle donne con Sclerodermia. Chiara Di Blasi Lo Cuccio, Veronique Ramoni, Massimiliano Limonta*, Antonio Brucato. Medicina Interna e *Reumatologia, Ospedali Riuniti di Bergamo La sclerosi sistemica (SSc) è una patologia che interessa prevalentemente le donne e che in genere esordisce entro i 40 anni, e perciò pone la donna e il medico che la segue nelle condizioni di chiedersi come affrontare e come gestire serenamente sia una gravidanza sia le problematiche comuni alle donne in età fertile, come la contraccezione; inoltre, visto che è nota l’influenza degli ormoni sessuali sulle malattie autoimmuni, ci si chiede anche cosa succede in questa malattia quando nella donna avvengono fisiologici cambiamenti ormonali, come capita ad esempio in menopausa. In passato si riteneva che la fertilità fosse ridotta nelle donne sclerodermiche. I dati più recenti ricavati dalla letteratura, indicano invece che la fertilità delle donne affette da sclerodermia è normale. Fino agli ani ’80 si pensava che fosse raro e anche potenzialmente molto pericoloso che una donna affetta da sclerodermia potesse avere una gravidanza; questo, perché da una parte molte delle donne valutate allora avevano un’età superiore ai 40 anni quando la patologia esordiva, e pertanto in genere avevano già avuto gravidanze prima dell’esordio della malattia, e dall’altra perché i rari casi riportati nella letteratura medica spesso erano andati piuttosto male, con grossi rischi anche per la salute della mamma. Studi più recenti e su casistiche più ampie hanno ridimensionato questi timori, in particolari gli importanti lavori pubblicati dal gruppo americano della Prof.ssa Virginia Steen. Recentemente, il progetto multicentrico “IMPRESS” (Italian Multicentric study on Pregnancy in Systemic Sclerosis), fortemente voluto dal GILS, a cui ha collaborato molto attivamente anche il nostro gruppo, ha permesso di raccogliere ed analizzare dati su 109 gravidanze in pazienti sclerodermiche. Si tratta dello studio più grosso pubblicato sull’argomento. Non abbiamo osservato un aumento di aborti e di perdite fetali, mentre rispetto alla popolazione generale è risultata aumentata l’incidenza di prematurità, cioè parto prima della 37° settimana (25% versus 12% nei normali), ritardo di crescita intrauterino (6% versus 1%), e neonati molto piccoli di peso alla nascita (<1500 grammi; 5% versus 1%). Il dato della prematurità conferma quanto già osservato nella letteratura nel passato, e sembra essere una costante non solo della gravidanza in corso di sclerodermia, ma anche in corso di altre malattie reumatiche autoimmuni, quali LES o sindrome da anticorpi antifosfolipidi. La prematurità è un fattore che può comportare problemi di varia gravità per i neonati; comunque, una gestione integrata della gravidanza e del neonato da parte di un team specialistico multidisciplinare comprendente anche neonatologi permette in genere di evitare in questi bambini complicanze importanti legate alla prematurità. Fattore di rischio per la prematurità è risultato l’impiego del cortisone in gravidanza, mentre l’impiego di acido folico è risultato protettivo. Dall’altro lato, va considerata anche l’influenza che la gravidanza può avere sulla sclerodermia. La letteratura del passato indicava che la gravidanza potesse predisporre queste pazienti a vari rischi, e in particolare al rischio di crisi renale sclerodermica; questa è una condizione in cui si sviluppa rapidamente insufficienza renale con ipertensione e proteinuria, ma che proprio per queste manifestazioni è simile ad un’altra grave complicanza della gravidanza, che è la preeclampsia e gestosi, con la quale si può facilmente confondere. Poiché la crisi renale sclerodermica, sebbene oggi rara, è più frequente nelle forme diffuse di malattia, specie nei primi anni dall’esordio, in queste pazienti è opportuno controllare attentamente la funzione renale ed evitare la gravidanza nei primi mesi di malattia, quando non si conosce ancora bene il tipo di decorso che avrà la malattia. Lo studio IMPRESS, e i precedenti studi americani, hanno invece confermato che la sclerodermia non sembra progredire o peggiorare durante la gravidanza; molti dei sintomi gastrointestinali (es. acidità gastrica) o muscoloscheletrici (es. artromialgie) riferiti dalle pazienti sono comuni anche alla gravidanza fisiologica. Curiosamente, il fenomeno di Raynaud migliora durante la gravidanza, probabilmente per la vasodilatazione indotta dalle alterazioni ormonali della gravidanza, ma tende a peggiorare dopo il parto; allo stesso modo, in alcune donne si osserva un lieve peggioramento dell’ispessimento della cute dopo il parto. D’altro canto, le pazienti che già di base hanno un importante impegno polmonare o cardiaco legato alla malattia, devono valutare molto bene insieme ai loro medici i rischi connessi a una eventuale gravidanza. Va ricordato poi che l’ipertensione arteriosa polmonare è una controindicazione assoluta alla gravidanza, perché i cambiamenti vascolari che si verificano al parto possono avere conseguenze gravissime se la donna è di base affetta da ipertensione polmonare. In generale anche nelle donne sclerodermiche valgono i concetti ormai stabiliti anche per le altre malattie reumatiche autoimmuni: infatti la gravidanza in queste pazienti va affrontata solo in assenza di danno d’organo importante di base, e va programmata, preferibilmente aspettando almeno tre anni dall’esordio della malattia e scegliendo un momento in cui la malattia non è attiva, al fine di ridurre al minimo i rischi per la madre e per il bimbo. È importante inoltre assumere una vitamina, la folina, fin da prima di rimanere incinte, perché questa vitamina riduce nettamente il rischio di alcune malformazioni congenite, come la spina bifida; inoltre lo studio IMPRESS ha segnalato che l’uso di folina ha ridotto il rischio di prematurità.. In corso di gravidanza e di allattamento, è noto che certi farmaci sono da evitare in modo assoluto (es. methotrexate e ciclofosfamide), per proteggere il bimbo da potenziali danni.. Tuttavia, oggi si sa che numerosi farmaci non solo non sono controindicati in gravidanza, ma anzi non assumerli, se indicati, comporta un rischio maggiore per la salute della mamma e del bambino. Ad esempio, se si verificasse una crisi renale, bisognerebbe usare gli ACE-inibitori, anche se questi farmaci sono controindicati in gravidanza, perché non usarli aumenta il rischio di complicanze per la madre e per il bambino. Il consiglio è comunque quello di gestire la gravidanza con il proprio medico di riferimento, con il quale consultarsi sia per le decisioni relative ai trattamenti, sia per la programmazione della gravidanza nel momento migliore. In generale basse dosi di cortisone, aspirina a basse dosi e antiacidi, possono essere assunti in gravidanza se indicati. Lo studio IMPRESS, è stato parzialmente finanziato da associazioni di pazienti, in primo luogo il GILS, e anche Gruppo LES Lombardia e ALOMAR, che ringraziamo per il generoso contributo dato alla ricerca. Una donna sclerodermica in età fertile, proprio per programmare la gravidanza in un momento di quiescenza della malattia, può necessitare di una valida contraccezione. I metodi più consigliati nelle donne con malattie reumatiche autoimmuni sono i metodi di barriera (preservativo, diaframma). Nelle donne sclerodermiche non ci sono particolari controindicazioni anche all’uso dei dispositivi intrauterini, e della pillola contenente solo progestinici. Le formulazioni contenenti anche estrogeni sarebbero da evitare nelle pazienti con anticorpi anti-fosfolipidi, o che fumano o che hanno altri fattori di rischio per trombosi arteriose o venose, poiché gli estrogeni aumentano il rischio di trombosi. La menopausa precoce, o insufficienza ovarica prematura, non è associata alla sclerodermia né alle altre malattie reumatiche autoimmuni. Può invece essere causata da terapia con ciclofosfamide, che talvolta viene impiegata nelle donne con sclerosi sistemica, soprattutto con interessamento polmonare importante. Donne con sclerodermia e in menopausa possono assumere terapia sostitutiva con estro-progestinici in base alle stesse considerazioni e indicazioni valide per tutte le altre donne, cioè essenzialmente per la terapia sintomatica di breve durata delle vampate e degli altri disturbi associati alla menopausa. E’ inoltre abbastanza frequente per queste donne avere osteoporosi, cioè bassi valori di densità ossea, il che può essere legato solo in parte alla menopausa stessa, e può riconoscere altri fattori come la terapia steroidea e il malassorbimento di calcio e vitamina D legato ai problemi intestinali propri della sclerodermia. La vitamina D è necessaria per fissare il calcio nelle ossa. La carenza di tale vitamina è frequente anche nella popolazione generale, dato che questa vitamina o viene assunta mangiando latte oppure il nostro corpo la sintetizza grazie alla esposizione alla luce del sole, per cui persone che non assumono latte e non prendono sole sono carenti di vitamina D, il che certamente aggrava l’osteoporosi. Per ovviare a questa carenza è necessario assumere preparati contenenti vitamina D. Inoltre oggi è possibile dosare la vitamina D nel sangue per verificare che i valori ematici siano ottimali. In conclusione, anche la donna affetta da sclerodermia può affrontare con ragionevole serenità quell’evento naturale ma umanamente straordinario che è la gravidanza, se seguita da equipe multidisciplinari con esperienza nel settore. Anche altre situazione delicate quali l’allattamento, la contraccezione e la menopausa sono di solito facilmente gestibili, a patto che ci sia una stretta interazione con il proprio medico di fiducia.