La Svizzera ed il Cioccolato : un successo

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La Svizzera ed il Cioccolato : un successo
La Svizzera ed il Cioccolato : un successo crescente
riconosciuto in tutto il mondo
La Svizzera è da sempre considerata in tutto il mondo la vera Patria del Cioccolato.
I dati ufficiali relativi al 2007 forniti da Chocosuisse, l’organizzazione che raggruppa le più
importanti case produttrici elvetiche, confermano il grande successo di questo prodotto sia nei
mercati internazionali che nel mercato interno, come testimoniano le seguenti note ufficiali di
Chocosuisse:
“Nell’anno 2007 l’industria svizzera del cioccolato ha di nuovo superato nettamente, sia come
volume che come fatturato, il risultato record raggiunto l’anno precedente. L’aumento nel
confronto con il 2006 è stato realizzato, per la maggior parte, con le esportazioni che si sono
sviluppate in modo molto soddisfacente. Le vendite del ramo cioccolatiero sono aumentate sia
come volume che come fatturato anche sul mercato interno già altamente saturato.
Il totale dei 18 fabbricanti svizzeri di cioccolato ha raggiunto, nel 2007, un nuovo risultato
record sia per quantitativo che per valore. Le vendite sono ancora aumentate del 7,7 % in
confronto con l’anno 2006, raggiungendo 181.266 tonnellate mentre la cifra d’affari è
progredita del 9,0 % arrivando a 1.662 milioni di franchi. Il 60,5 % della produzione totale
(anno precedente 58,7 %) è stato venduto all’estero. Le aziende del ramo cioccolatiero hanno
creato circa 300 nuovi posti di lavoro.
Le vendite interne delle ditte produttrici svizzere ammontano a 71.657 tonnellate corrispondenti
al + 3,1 % del risultato dell’anno precedente. Il fatturato è aumentato del 4,6 % raggiungendo
829 milioni di franchi. La percentuale del cioccolato importato, calcolata sul consumo interno, è
aumentata una volta di più e si attesta ora al 30,5 %. Dal consumo interno di cioccolato di
93.501 tonnellate (incluse le importazioni ma senza cacao e cioccolata in polvere) si può
estrapolare un consumo medio pro capite di 12,3 chilogrammi, ovvero 400 grammi più
del 2006.
Consumo pro capite
Fonte: International Confectionery Association (ICA)
Nel 2007 l’industria svizzera del cioccolato ha saputo ancora una volta allargare in modo assai
marcato il commercio d’esportazione. Le vendite all’estero hanno raggiunto 109.609
tonnellate ciò che corrisponde ad un aumento dell’11,0 %. Il fatturato è progredito addirittura
del 13,8 % ed ammonta ora a 833 milioni di franchi.”
I principali dati dell'industria svizzera del cioccolato
Numero delle aziende:
18
Numero dei collaboratori:
4'564
Maggiori
paesi
d’esportazione:
(Partecipazione alla cifra esportata)
- di cui donne
2'214
Germania
18,7 %
2'350
Regno Unito
13,7 %
Francia
9,6 %
USA
7,9 %
- di cui uomini
Vendite in tonnellate:
181'266
- delle quali in Svizzera
71'657
- delle quali all’estero
109'609
Vendite in milioni di franchi:
1'662
- dei quali in Svizzera
829
- dei quali all’estero
833
Fonte: Chocosuisse, Febbraio 2008
Prodotti
più
importanti:
(Partecipazione ai quantitativi venduti)
- Tavolette
49,9 %
- Confetteria di cioccolato
21,9 %
- Semifabbricati (compr. le polveri)
18,7 %
- Piccoli formati
5,3 %
- Altri (articoli per le feste ecc.)
4,2 %
I pionieri del Cioccolato Svizzero
Una storia fatta di innovazione e qualità
A introdurre il cioccolato in Svizzera pare sia stato il Sindaco di Zurigo Heinrich Escher che, nel
1697, lo portò da Bruxelles. Nel 1722 però, il Consiglio comunale della città lo bandì perché
considerato sconveniente per la virtù, dal momento che si riteneva che avesse qualità
afrodisiache.
Bisognerà quindi attendere il 1750 perché venga attivata la prima manifattura di cioccolato
vicino Berna, da parte di due italiani. Non fu un successo, ma da lì a poco cominciarono a
sorgere fabbriche di cioccolato in tutto il Paese.
Sono, quindi, Francois-Louis Cailler, Philippe Suchard, Jaques Faulquier, Charles-Amédée
Kohler, Rudolf Sprüngli, Aquilino Maestrali, Johann Gorge Munz e Jean Tobler, tutti protagonisti
nel XIX secolo, a porre le prime fondamenta dell’industria del cioccolato in Svizzera.
A Daniel Peter spetta il primato di aver inventato il Cioccolato al Latte (1875), mentre è di
Rodolphe Lindt il merito di aver introdotto (1879) un particolare metodo di lavorazione detto, in
tedesco, Conchieren che gli permise di produrre il primo Cioccolato Fondente al mondo.
Il boom vero e proprio del Cioccolato Svizzero si fa risalire ai primi anni del XX secolo, quando la
Svizzera diventò una delle mete turistiche preferite da un pubblico di alto target, che diventò
poi ambasciatore naturale di questo prodotto. Ne fu favorita l’esportazione in tutto il mondo,
che ben presto raggiunse la quota del 75% dell’intero volume prodotto.
Con la Prima Guerra Mondiale la popolarità e la diffusione del cioccolato svizzero aumentarono
notevolmente, grazie al fatto che esso entrò a far parte delle razioni dei soldati al confine.
Successivamente, anche il comparto del Cioccolato risentì della crisi economica degli anni ‘20 e
‘30 del 900, mentre le politiche protezionistiche bloccavano la crescita maturata negli anni
precedenti. Fu poi la seconda guerra mondiale a rallentare ancora la produzione di cioccolato,
con il razionamento delle materie prime dovuto al conflitto.
A partire dagli anni ’50, iniziò di nuovo ad imporsi un andamento positivo. Importanti
investimenti strutturali permisero, in quel periodo, alle industrie elvetiche di raggiungere nuovi
importanti traguardi internazionali.
Nel frattempo, il cioccolato aveva perso la sua connotazione di bene di lusso, diventando
sempre più un prodotto di massa, la cui domanda stava crescendo vertiginosamente.
Un continuo impegno nella ricerca, nella formazione delle maestranze e nello sviluppo di nuovi
prodotti ha quindi garantito all’industria del cioccolato svizzero una posizione di grande
protagonista nello scenario mondiale, che tuttora vanta.
Sono però anche i consumi interni di cioccolato a garantire grande prosperità al cioccolato
svizzero. In particolare si sottolinea come, secondo le statistiche più recenti, i consumatori
svizzeri preferiscono il cioccolato al latte che rappresenta il 75% del consumo, mentre il
cioccolato fondente e il cioccolato bianco si attestano rispettivamente al 20% e 5%.
Il Ticino: una valle con un talento di cioccolato
Anche la storia del Ticino è strettamente legata al cioccolato.
Si racconta che un cuoco di Campo Blenio, nel Ticino, un certo Bianchini, al servizio della corte
di Spagna a Milano, nel Seicento, apprese la lavorazione del cacao. Da qui sarebbe nata la
tradizione dei cioccolatieri ticinesi, che, da allora, si dedicarono alla fabbricazione del cioccolato,
prima come emigranti in Europa e poi impiantando floride aziende in Ticino e in tutta la Svizzera
(Biblioteca Cantonale di Bellinzona)
La documentazione attualmente disponibile non permette agli storici di spiegare perché i
cioccolatieri provenissero proprio dalla Valle del Blenio, ma pare certo che qui si concentrasse il
maggior numero di professionisti. I nomi sono già conosciuti da tempo e sono tipicamente
bleniesi: Cima, De Giorgi, Buzzi, Giroldi.
I cioccolatai bleniesi, dalla prima metà del Settecento, crearono in tutta Europa una fitta rete di
botteghe con impronta familiare e con una propria rete di produzione-distribuzione. Il cioccolato
in Ticino non fu, dunque, importante solamente per i suoi aspetti economici, ma anche per la
sua capacità sociale di riscatto per quanti da sempre erano costretti all'emigrazione
Verso la fine del Settecento il talento ticinese per il cioccolato conquista anche Torino, dove il
cioccolatiere di Olivone Carlo Emma tiene bottega e diventa il fornitore esclusivo della Real Casa
Sabauda.
Nel 1853, 119 sono i cioccolatieri ticinesi attivi in Lombardia, tra cui spiccano i nomi dei De
Giorgi, Buzzi, e Giroldi, tutti provenienti essenzialmente dall'alta e media valle del Blenio, dai
comuni di Torre e Aquila. La storia dei cioccolatieri bleniesi ha tra i suoi protagonisti anche i
Cima, con aziende a Nizza e a Milano, e i Maestrani, che a San Gallo fondarono una delle prime
fabbriche svizzere di cioccolata, tuttora attiva.
Nei primi del ‘900 l’arte dei maestri cioccolatieri ticinesi si riconcilia con la propria terra di
origine.
Il caso della Cima Norma ne è testimone. Si tratta di una fabbrica creata da ex cioccolatai e
artigiani riusciti a ricreare una tradizione artigianale trasformandola in produzione industriale. I
cioccolatieri ticinesi seppero riportare in valle saperi e tradizioni antiche adattandoli alle nuove
necessità che il mercato industriale del cioccolato imponeva. È curioso sapere che in una piccola
valle come quella di Blenio sia nato un commercio che coinvolse tutta la Svizzera. Infatti, nel
dopoguerra gli affari si svilupparono al punto che alla Cima si riuscivano a produrre 1500
tonnellate di cioccolata ed impiegare 350 operai. Di questi, molti abitavano in valle, mentre altri
provenivano da Biasca, Bellinzona e addirittura Lugano.
Il Ticino fu dunque il primo testimone di una realtà industriale che da li a poco avrebbe fatto
della Svizzera la patria del cioccolato.
Oggi la tradizione cioccolatiera ticinese continua ancora con aziende come la Chocolat Stella
Sa di Giubiasco o la Chocolat Alprose di Caslano, sulle sponde del lago di Lugano, alla quale
si deve anche l’apertura del Museo del Cioccolato che racconta la storia del cacao dalle sue
origini e il suo arrivo fino in Svizzera.