La ricostruzione in Italia

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La ricostruzione in Italia
La ricostruzione in Italia
L. Beljoioso, E. peressutti, E. Rogers (Bbp) Monumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania, Milano 1946
Mario Fiorentino e altri, Monumento alle Fosse Ardeatine, Roma 1944-­‐47
L. Beljoioso, E. Peressutti, E. Rogers (Bbp) Monumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania, Milano 1946
Mario Fiorentino e altri, Monumento alle Fosse Ardeatine, Roma 1944-­‐47
Bbp Monumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania, Milano 1946
L. Beljoioso, E. peressutti, E. Rogers (Bbp) Monumento ai caduti nei campi di concentramento in Germania, Milano 1946
Mario Fiorentino e altri, Monumento alle Fosse Ardeatine, Roma 1944-­‐47
Pagano, Daneri, Casa a struttura di acciaio, V Triennale, Milano 1933
Mario Fiorentino e altri, Monumento alle Fosse Ardeatine, Roma 1944-­‐47
Giovanni Guerrini, Ernesto la Padula, Mario Romano, Palazzo della Civiltà italiana, E42 (EUR), Roma 1937-­‐42
UNRRA (United Nations Relief and Rehabilitation Administration) "Amministrazione delle Nazioni Unite per l'assistenza e la ri-­‐abilitazione"
1948: Legge Fanfani: “Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati”
«The architects, in the new democratic society that emerged from the enormous destruction of war, felt compelled not to act more on the periphery of the construction industry [...] They were looking for new customers [...] But where was this clientele? How could you serve? It was obvious: this clientele of workers, peasants, workers had neither culture nor the possibility please contact your financial professional classes; [...] Yes they were customers, but customers elusive anonymous, inarticulate characters in search of an author. Who could be the authors? [...] The authors had to be the architects [...] Enter the link in the chain was then building the problem. The Ina-­‐house solved it.» [Bruno Zevi, 1953] «Gli architetti, nella nuova società democratica che emergeva dalle immani distruzioni belliche, sentivano l’urgenza di non agire più alla periferia dell’industria edilizia […] Erano alla ricerca di una nuova clientela […] Ma dov’era questa clientela? Come si poteva servirla? Era evidente: questa clientela di operai, di contadini, di impiegati non aveva né cultura né possibilità finanziaria di rivolgersi alle classi professionali; […] erano clienti sì, ma clienti inafferrabili, anonimi, inarticolati, personaggi in cerca d’autore. Chi potevano essere gli autori? […] Gli autori dovevano essere gli architetti […] Inserire l’anello nella catena edilizia era dunque il problema. L’Ina-­‐casa lo ha risolto.» [Bruno Zevi, 1953]
L. Quaroni, M. Ridolfi, ed altri, Quartiere I.N.A. casa al Tiburtino Roma 1950-­‐54
L. Quaroni, M. Ridolfi, ed altri, Quartiere I.N.A. casa al Tiburtino Roma 1950-­‐54
«Se questo quartiere ci appare oggi quasi grottesco, esso rappresenta tuttavia ancora oggi in modo esemplare le speranze e le contraddizioni della cultura italiana di quegli anni: il provincialismo e insieme lo sforzo di dare concreto aspetto alle aspirazioni politico-­‐sociali in tema di progresso, […] la spinta confusa ma profonda verso un rinnovamento linguistico, il desiderio di contestare e narrare, di saper comunicare con l’architettura sentimenti ed errori comuni ad un’intera generazione.» !
«If this district today seems almost grotesque, but it is still today in an exemplary manner the hopes and contradictions of Italian culture of those age: provincialism and with the effort of give concrete aspect to the aspirations in terms of political and social progress, [...] but the
thrust confused towards a deep linguistic renewal, the desire to challenge and tell, to be able to communicate with the feelings and architecture errors common to an entire generation.» Mario Ridolfi, Torri in viale Etiopia, Roma 1950-­‐54
Mario Ridolfi, Torri in viale Etiopia, Roma 1950-­‐54
Mario Ridolfi, Torri in viale Etiopia, Roma 1950-­‐54
Mario Ridolfi, Casa Lina, Terni 1966
Mario Ridolfi, Casa Lina, Terni 1966
Ludovico Quaroni, La Martella, Matera 1951 Ludovico Quaroni, La Martella, Matera 1951 Ludovico Quaroni, La Martella, Matera 1951 Alison e Peter Smithson, Manifesto presentato al IX CIAM, Aix-­‐en Provence 1953 Piero Bottoni e l'assessore Mario Venanzi, Milano 1946
«L'architettura rappresentativa della nostra epoca dovrà essere quella delle case operaie; sarà l'architettura che per la prima volta nella storia farà della 'casa per tutti' un mezzo di elevazione sociale e morale delle masse, finendo con questo di essere un elemento della speculazione individualistica per divenire un servizio della organizzazione collettiva». [Piero Bottoni, 1941] "The architecture is representative of our time will be that of the workers' houses; will be the architecture for the first time in history will be the 'home for all' a means of social and moral elevation of the masses, ending up with this to be an element of speculation individualistic to become a service of the collective organization.” [Piero Bottoni 1941]
Piero Bottoni e l'assessore Mario Venanzi, Milano 1946
Piero Bottoni , Quartiere QT8 VIII Triennale, Milano, 1947 !
«Il QT8 è un quartiere sperimentale e come tale ospita
esperienze favorevoli e sfavorevoli, ma sempre utilissime ad
una indicazione precisa del meglio che in esso, e anche
altrove, si dovrebbe fare e del peggio che sarà da evitare.
Il QT8 è un esempio di un quartiere che è libero dalle
codificazioni regolamentari che vincolano altri quartieri della
città, l'unico che a Milano presenti le condizioni urbanistiche
ideali per l'architettura moderna [...]
E' sorto al QT8 il primo campo gioco per ragazzi di Milano,
campo che fu, tra l'altro, il propulsore della iniziativa degli
altri campi di gioco cittadini.
Sono in esperimento le formazioni delle zone verdi
condominiali per lo svago dei ragazzi e il riposo degli adulti
che mirano a risolvere il problema del giardino annesso alla
casa con minimi di area.».
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"The QT8 is an experimental district and as such is home to
experience favorable and unfavorable, but always useful to a
precise indication of the best in it, and also elsewhere, and
you should do the worse it will be avoided.
The QT8 is an example of a district that is free from the
codifications regulations that constrain other districts of the
city, the only one present in the Milan urban conditions ideal
for modern architecture [...]
And 'built to QT8 the first field game for boys of Milan, a field
that was, among other things, the engine of the initiative of
the other playgrounds citizens.
I experiment formations of green areas for recreation
condominium boys and rest of the adults that aim to solve the
problem of the garden attached to the house with minimum
area».
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[Piero Bottoni]
«La standardizzazione è la prova dell'esistenza e dello sviluppo di una civiltà. Il concetto di standardizzazione presuppone i concetti di grande produzione, educazione, selezione, perfezione». "Standardization is evidence of the existence and development of a civilization. The concept of standardization presupposes the concepts of mass production, education, selection, perfection. " [Piero Bottoni, La standardizzazione dell'abitazione collettiva, in “Quadrante” 1935]
Programma sperimentale di prefabbricazione e montaggio in cantiere di case a 4 piani, Quartiere QT8, Milano, 1948 !
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Programma sperimentale di prefabbricazione e montaggio in cantiere di case a 4 piani, Quartiere QT8, Milano, 1948 !
Programma sperimentale di prefabbricazione e montaggio in cantiere di case a 4 piani Quartiere QT8, Milano, 1948
Franco Albini, Ignazio Gardella
Case popolari nel quartere IACP Mangiagalli
Via Cesare Ajraghi 3
Milano 1950-­‐52
Ignazio Gardella, Chiesa a Cesate 1957
Ignazio Gardella, Chiesa a Cesate 1957
Ignazio Gardella, Casa alle Zattere, Venezia 1953-­‐1958
Ignazio Gardella, Casa alle Zattere, Venezia 1953-­‐1958
Ignazio Gardella, Casa alle Zattere, Venezia 1957
Carlo Scarpa, Casa Veritti, Udine 1955-­‐61
Carlo Scarpa, Negozio Olivetti, Venezia 1957-­‐58 Gabetti e eIsola, Gabetti Isola, Bottega d’Erasmo, Bottega d’Erasmo, Torino 1953-­‐1956
Torino 1953-­‐1956
Gabetti e Isola, Bottega d’Erasmo, Torino 1953-­‐1956
Angelo Mangiarotti, casa con elementi prefabbricati, Caserta 1962
A. Mangiarotti, B. Morassutti, Chiesa Mater Misericordiae, Baranzate 1957
A. Mangiarotti, B. Morassutti, Chiesa Mater Misericordiae, Baranzate 1957
A. Mangiarotti, B. Morassutti, Chiesa Mater Misericordiae, Baranzate 1957
Giovanni Michelucci, Chiesa di S.Giovanni Battista, Autostrada del Sole, Firenze 1961-­‐64
Giovanni Michelucci, Chiesa di S.Giovanni Battista, Autostrada del Sole, Firenze 1961-­‐64
Luigi Moretti, Complesso per abitazioni e uffici in corso Italia Milano 1949-­‐56
Luigi Moretti, Complesso per abitazioni e uffici in corso Italia Milano 1949-­‐56
Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Spagliardi, Milano 1953-­‐1957
Vittoriano Viganò, Istituto Marchiondi Milano 1953-­‐1957
di Gio Ponti, Pier Luigi Nervi e altri, Grattacielo Pirelli, Milano 1956-­‐60
Bbp, Torre Velasca, Milano 1950-­‐58
“Il valore intenzionale di questa architettura è di riassumere culturalmente, e senza ricalcare il linguaggio di nessuno dei suoi edifici, l’atmosfera della città di Milano; l’ineffabile eppure percepibile caratteristica. Non è una torre gotica, non è un’esercitazione di revival, come qualcuno ha mostrato di credere. è il risultato di un metodo funzionale che determina la forma desumendola dalle determinanti dell’ambiente circostante e dalle ragioni distributive dell’organismo” E.N. Rogers Bbp, Torre Velasca, Milano 1950-­‐58
Riccardo Morandi, viadotto sul Polcevera Genova 1963-­‐67
Daneri, quartiere residenziale di Forte Quezzi, Genova 1956-­‐68