Vercelli - ana valsusa

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Vercelli - ana valsusa
PERIODICO TRIMESTRALE DELLA SEZIONE DI VERCELLI DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NO/VERCELLI - Anno 34° - n. 3 - Ottobre 2016
Tassa pagata - Tax prix
I nostri alpini hanno 144 anni
In pace e in guerra delle Penne Nere al servizio del Paese
Vivere
per costruire
di Piero Medri
A
bbiamo celebrato la
festa nazionale del
IV Novembre, Festa delle
Forze Armate, Anniversario della Vittoria, Commemorazione dei tanti
Caduti.
Siamo negli anni del centenario e per tutti noi una riflessione, un
pensiero, non può non andare a quel triste
periodo.
Grande Guerra, così chiamata, perché mai,
una guerra aveva raggiunto tanta violenza,
mai erano stati coinvolti tanti stati e popoli.
A cento anni circa dalla conclusione, quegli
avvenimenti ci risultano più chiari, i documenti segreti sono diventati accessibili agli
storici, non ci sono più i protagonisti che
potevano nascondere o presentare fatti/
eventi a loro più convenienti, grazie anche
alla scoperta di diari, scritti, disegni, lettere di corrispondenza mai arrivate o tenute
per molto tempo nei solai, di quelli che la
guerra l’hanno fatta, che c’erano, che l’hanno vissuta e pagato ad alto prezzo.
Sui luoghi dove sono avvenute le innumerevoli battaglie rimangono i segni, cicatrici
segue a pag. 2
(en.vi) Gli Alpini hanno 144 anni. Infatti, come ricordano i documenti che si riferiscono alla costituzione di
questo Corpo speciale di fanteria per la difesa del nostro arco delle Alpi, la prima ipotesi fu tratteggiata in
una rivista militare da Luigi Perrucchetti (1839/1916)
il quale sarebbe poi diventato generale, chiamato ai
più alti vertici militari della sua epoca. Fu proprio
segue a pag. 2
Luigi
Perrucchetti
Cesare
Ricotti Magnani
Il premio “Alpin d’la Bassa” a Scagliotti
F
ulvio Scagliotti, chimico, manager industriale, ma soprattutto alpino e storico, martedì 11 ottobre è stato insignito del
premio Alpin dla Bassa, istituito quattro anni fa per evidenziare
il disinteressato lavoro in silenzio e l’impostazione socio-culturale degli appartenenti alla Sezione ANA di Vercelli, presieduta
da Piero Medri, inoltre curata da Scagliotti una mostra al Salone Dugentesco.
Il corposo curriculum professionale e volontaristico di Scagliotti è in seconda pagina del giornale. Fulvio Scagliotti, già
ufficiale degli Alpini, che ha lavorato alla Montedison per anni,
ha avuto incarichi operativi e dirigenziali in Italia e all’estero.
Da altrettanti anni, si occupa di storia in relazione ai conflitti
bellici e al Corpo cui appartiene.
Da un punto di vista culturale e della corretta comprensione del ruolo sociale e militare
degli Alpini, Corpo istituito 144 anni fa, egli è un preciso riferimento nell’ambito della
Sezione ANA e di Vercelli. Molto seguite le sue conferenze per le scuole e la città,
tutte permeate di assoluto rigore scientifico. Il premio Alpin dla Bassa conferito ufficialmente a Fulvio Scagliotti l’11 novembre, in una tradizionale cerimonia annuale.
L’incontro dalla prima sua edizione è stata, quale proposta, anche rivolta alla società
civile del territorio. E Fulvio Scagliotti, con il suo carattere pacato e con cadenze da
alpino che fa, oltre che per la storia si impegna sempre più in iniziative di volontariato
che riguardano le giovani generazioni.
en.vi.
Sezione
2
Alpin dla Bassa
Nel ricordo di Piero Jahier che ha dedicato agli Alpini i suoi libri
Essere, non apparire per vivere
Lo scrittore Piero Jahier
L
’articolo editoriale
di questo numero
de L’alpin dla bassa
del presidente Piero
Medri, dedicato alla
Grande Guerra, nella
sua collocazione umana e storica, richiama
lo scrittore e poeta
alpino Piero Jahier.
Piero Jahier
Medri cita un brano di
Jahier sul soldato che,
al di sopra delle parti e soltanto di avere
come riferimento la Patria, interpreta un
ruolo insostituibile sui campi di battaglia
e fuori. E questo nella Grande Guerra,
storicamente l’ultima di un conflitto tradizionale. Infatti, la seconda guerra mondiale sarà, purtroppo, cosa diversa.
Ma nella storia e nel giornalismo italiano, chi è Piero Jahier? ( Genova 1884/
Firenze I966). Lo scrittore e poeta, di
fede evangelica, nacque nella capitale
ligure perché il padre Pier Enrico, pastore protestante valdese là era stato inviato. Jahier, interventista convinto, si
arruolò conseguendo prima il grado di
sottotenente e, quindi di tenente. In trincea, con lo psesudonimo di Barba Piero
fondò e curò il giornale della trincea. Era
culturalmente legato ad Ungaretti e agli
scrittori della Rivista La Voce, di cui fu
collaboratore, anche se ricoprì più volte
la funzione di impiegato delle ferrovie.
Nel 1919, subito dopo la guerra, scrisse il
libro Con me e con gli alpini che divenne
subito popolare. Il giornalista Piero Jahier, che era laureato in legge, diresse
a lungo un periodico che parlava della
cultura contadina e delle sue lotte per
imporsi nel contesto economico, grande
problema dell’Italia unitaria negli anni
Venti e Trenta, fino all’affermazione dei
fasci di combattimento nel 1921. Per la
sua bravura professionale, all’alpino Piero Jahier Benito Mussolini offrì il posto
di redattore nel quotidiano Il Secolo d’Italia. Ma Jahier rifiutò sdegnosamente.
E libero, continuò la sua attività di scrittore con numerosi libri, e di poeta.
en.vi.
segue da pag. 1 “Gli Alpini hanno 144 anni”
che il tempo non è riuscito a cancellare,
sono ancora visibili, e il tutto ci porta a
ricordare e soprattutto a riflettere. Ci sono
innumerevoli cimiteri di guerra, ossari,
dove riposano le spoglie di milioni di soldati, terre e ghiacciai che ancora adesso ci
restituiscono poveri resti, senza nome, di
tutte le Patrie. Abbiamo il dovere di non dimenticare, abbiamo il dovere di ricordare.
Possiamo dire che è stata l’ultima guerra
con tracce di umanità; la Seconda Guerra
mondiale non fu così, le ideologie e il razzismo portarono ad azioni che di umano
non avevano assolutamente nulla,oggi nascono molti eserciti mercenari, al soldo
di chi offre di più che non credono nella
parola Patria, il nemico che si ha di fronte
non è più identificabile e sono lontani mille
anni luce da quei soldati di cento anni fa,
nemici sì, ma di grande umanità.
Fu una guerra dalle due facce: coloro che
effettivamente la combatterono e coloro
che per mille motivi erano rimasti a casa
in borghese, opportunisti, pronti a esaltare
o a denigrare, a seconda dei casi,le azioni
belliche.Queste doppie visioni, furono la
causa, alla fine della guerra, dell’insoddisfazione dei reduci che tornavano a casa
e trovavano al loro posto quelli che como-
damente e furbescamente non avevano indossato la divisa, che avevano corteggiato
talvolta le loro donne, furono il “ La “ per
la formazione delle squadre che poi scorrazzarono per la campagne italiane e si sa
quale fu la conclusione finale.
Queste doppiezze di vedute son ben evidenziate da questo brano tratto da:
“ Perché vinceremo “ di Piero Jahier
Il soldato
È l’uomo che ha più vinto la carne e le
sue miserie: la fame, la sete, la pigrizia,
la fatica
Per questo - è il corpo più utile e più perfetto; il più nobile campione del corpo
umano
Il soldato è l’uomo che sa più ubbidire¸
che ubbidisce a ogni costo; che non ha
scuse mai
Per questo è il carattere più sicuro e più
forte; il solo carattere che saprà comandare
Il soldato è l’uomo più vero; che sia povero, che sia ricco, la sua uniforme uguale proibisce di distinguere queste cose.Il
soldato è un uomo che deve distinguersi
soltanto al cuore
Il soldato è l’uomo più disinteressato.
Il borghese lavora per la casa e i figlioli;
segue a pag. 4
Il curriculum professionale del
FULVIO SCAGLIOTTI
Nato a Vercelli 73 anni fa, coniugato
con Laura, due figlie e tre nipoti.
Laurea in Chimica Industriale conseguita l’Università degli Studi di Milano.
Ufficiale degli Alpini in congedo: servizio militare prestato alla Scuola Militare
Alpina e al Battaglione “Susa”.
Curriculum
Il primo periodo lavorativo nel gruppo
Chatillon – poi Montefibre – di Vercelli,
poi di Ivrea. Trasferito a Milano in Montedison, alla Divisione Petrolchimica e
passato alla funzione “Pianificazione
e Controllo di Gestione” del gruppo
“Prodotti Speciali”, che raggruppava
linee di materie plastiche in fase di ingresso e di sviluppo sul mercato.
In seguito mi è stato affidato l’incarico
di Marketing Manager del Gruppo Elastomeri diventando il rappresentante di
Montedison in vari organismi nazionali
ed internazionali, quali:
AIRIEL: Associazione Italiana per la Ricerca e l’Impiego degli Elastomeri.
IISR: International Institute of Synthetic Rubber Producer, associazione che
raggruppava tutti i produttori di gomma
sintetica del mondo. Di quest’ultima
associazione era membro del “ Board
of Directors “ della Sezione europea
dell’Istituto, di cui faceva parte il gotha dei produttori di gomme sintetiche
europei. In questo periodo ebbi modo
di lavorare in collaborazione con importanti società di consulenza (Chem
Systhem, Artur.D. Little, Arthur Andersen) sulla definizione delle strategie di
prodotto, di partecipare con relazioni
ad importanti meeting con produttori di
AD LIMINA ALPIUM AETERNAM CANUNT CORDA CARITATEM PATRIAE (Alle soglie delle Alpi i cuori cantano l’eterno amor di Patria)
Alpin dla Bassa
Sezione
3
Nei 144 anni della ricorrenza della fondazione del Corpo
Popolari e amati come le Penne Nere
•Ore 16 ritrovo a Vercelli in piazza degli Alpini;
•Ore 16,15 alzabandiera e omaggio floreale al monumento;
•Ore 16,30 al cimitero di Billiemme per
rendere onore alla tomba dei Fratelli
Garrone, medaglie d’oro della prima
guerra mondiale cui è intitolata la
Sezione ANA e deposizione omaggio
floreale;
•Ore 17,30 Messa presso la chiesa del
cimitero di Billiemme.
segue da pag. 1
lui che prospettò un corpo di soldati particolarmente robusti fisicamente, capaci
di muoversi agilmente fra le montagne e
sulle stesse. All’inizio degli anni Settanta
dell’Ottocento si profilava il progetto della
riforma dell’Esercito Italiano, dopo il ruolo duro e complesso assegnatogli e le tante
battaglie durante il Risorgimento.
In una memoria predisposta per la Sezione
ANA di Vercelli, presidente Giandomenico
Ciocchetti, che anche spiegava la nascita
della testata Alpin dla Bassa, il compianto
storico vercellese Rosaldo Ordano ricordò:
già i romani avevano istituito corpi speciali di montagna che erano entrati nelle legioni del tempo con il compito di presidiare il territorio montagnoso e di contrastare
anche le invasioni delle armate barbare le
quali premevano sulle Alpi.
L’ipotesi di Perrucchetti suscitò, fra gli altri, l’attenzione del generale Cesare Francesco Ricotti Magnani (1822/1917) lomellino di Borgolavezzaro, diventato ministro
della Guerra e mancato a Novara. Evitati i
molti ostacoli disseminati dalla burocrazia
militare, di fatto il generale Cesare Francesco Ricotti-Magnani perorò il progetto
di Perrucchetti e furono subito create 15
compagnie di Alpini, in origine parte della
Le truppe alpine per difendere le Alpi con il
mulo, fedele amico.
fanteria dell’Esercito Italiano. Uno stratagemma, come annotano gli storici trattando
della loro istituzione, il Corpo degli Alpini
divenne il più antico Corpo di specialisti di
montagna, con il reclutamento nelle aree
alpine e a ridosso delle Alpi occidentali e
orientali.
Gli Alpini vercellesi, appartenenti alla Sezione ANA cittadina ogni anno ricordano
la nascita del Corpo, nel 1872, degli Alpini. Anche quest’anno è stato così il 22
ottobre con il seguente svolgimento:
Nel 2017, il 145esimo anniversario della istituzione degli Alpini assumerà per
Vercelli un particolare significato. Infatti
l’anno precede il 2018. Un secolo fa finì la
prima guerra mondiale per cui la Sezione
di Vercelli ha programmato manifestazioni
rievocative e iniziative per il ricordo storico della Grande Guerra, anche ricordando
i tanti caduti del Vercellese nonché preannunciando concorsi nelle scuole.
Inoltre, la Sezione curerà l’organizzazione
del 21° Raduno del 1° Raggruppamento
fissato a Vercelli il 13 – 14 ottobre.
In questo contesto, il 15 ottobre cadrà anche la rievocazione della 146esima istituzione nel 1872 del Corpo degli Alpini.
Premio Alpin d’la Bassa 2016
auto italiani, europei ed americani, e di
presentare una memoria su un nuovo
processo produttivo brevettato all’Annual Meeting dell’IISRP a San Francisco, in California.
Nel 1986 ho assunto l’incarico di Amministratore Delegato alla CIGO, Compagnia Italiana Gomma, una S.p.A. di
circa 150 dipendenti con sede in alta
Brianza (Romanò Brianza), produttrice
di nastri trasportatori e articoli tecnici
speciali, tra cui il tapis roulant della
galleria del vento della Ferrari.
Nel 1992 fui chiamato dal Direttore
delle Ricerche di tutto il Gruppo Montecatini (incluse le società farmaceutiche Farmitalia e Carlo Erba) a fare da
consulente per elaborare la strategie
della ricerca di tutti i prodotti (compresi, tra l’altro, i polimeri compositi che
avevano consentito di realizzare il mitico “Moro di Venezia”).
Entrato poi nel gruppo “ Montell”
(joint venture Shell - Montedison), con
sede ad Amsterdam, feci parte della
“Technology Company”, con l’incarico di Responsabile di Strategia della
Ricerca, seguendo i lavori di 12 Centri
Ricerche sparsi per il mondo, dall’Italia all’Europa, agli USA, al Giappone,
Australia, Corea del Sud, raccogliendo le proposte dei temi di Ricerca per
presentarli al Board della società per
l’approvazione e seguendone lo sviluppo nel tempo. Si trattava di seguire il lavoro di circa 1200 persone, che
disponevano di un budget annuale di
650 milioni di dollari. A fine 1999 ho
lasciato il mondo della chimica andando in pensione e iniziato l’attività nel
mondo del volontariato, nella Protezione Civile, nell’UNICEF, e partecipando
all’impegno degli Alpini nel campo del
sociale e culturale.
Direttore responsabile:
Enrico Villa
Comitato di redazione:
Roberto Racca, Fabrizio Ghisio
Gabriele Terrone, Sergio Tricerri
Servizi fotografici anche tratti dall’album
di cronaca di Martina Mattiuzzo
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AD LIMINA ALPIUM AETERNAM CANUNT CORDA CARITATEM PATRIAE (Alle soglie delle Alpi i cuori cantano l’eterno amor di Patria)
Sezione
4
Alpin dla Bassa
Nel centenario della Grande Guerra il sacrificio dei nostri giovani
In grigio-verde, questa la nostra storia
segue da pag. 2
ma il soldato per tutte le case e per tutti
ifiglioli.Il borghese Lavora a orario e misura; ma il soldato il suo Lavoro è senza
orario e senza misura.
Per questo
Tutte la Patrie cercano di compensarlo,
ma nessuna si potrà mai sdebitare.
Il soldato è il rappresentante di tutta le
PATRIE, IL Borghese rappresenta un collegio, una città, una regione; solo il soldato rappresenta tutta la patria. Si, dico,
ogni minimo soldato; si, dico, questo ultimo fante colle suola slabbrate, tutte le
case d’Italia gli debbono qualche cosa
Il soldato è l’uomo che sa più patire; il
meno che possa patire è ancora una bella
morte gloriosa
Il soldato è il sangue più generoso e più
puro
Per questo da quando è partito, la patria
che sta dietro di lui è cosi vuota: tutti
quelli che sapevano amare non a parole;
tutti quelli che avevano coraggio non sui
giornali se ne sono andati
Per questo anche quando torneranno la
Patria sentirà il vuoto di quelli che non
posson tornare, che erano i migliori tra i
suoi figlioli migliori: i soldati.
2 maggio 1918
Oggi queste doppie visioni, di come essere,
di cosa fare, sono più che mai presenti.
L’apparire e il non essere sono diventati il
credo di tanti.
Noi alpini e con gli amici degli alpini, che
condividono i nostri valori, dobbiamo ESSERE, dobbiamo Essere umili testimoni
del nostro glorioso passato, sicuramente
consapevoli del nostro impegno nel volontariato, dobbiamo credere nelle nostre
capacità, nella nostra onestà. Dobbiamo
credere in noi stessi, in quello che facciamo
senza cercare consensi equivoci ingannevoli o poco credibili, dobbiamo credere in
quello che siamo, dobbiamo credere nella
nostra associazione testimoniandone il valore con i nostri interventi, dobbiamo essere fieri della nostra generosità.
Noi, non esistiamo per essere in prima fila,
in una foto, per essere comparse su qualche
giornale, o a qualche trasmissione televisiva. Noi esistiamo semplicemente per la
nostra Storia, per quello che rappresenta e
che continuerà ad essere nei tempi, perché
il consenso che ci viene dato arriva da chi
conosce la nostra onestà, la determinazione con cui affrontiamo sfide sempre più
grandi,con dignità e rispetto.I nostri valori
sono saldi e forti, così facendo possiamo
anche passare per presuntuosi,soprattutto
per chi a tutto antepone il proprio tornaconto, non capisce non vuole capire, che la
nostra volontà è il partecipare alle nostre
manifestazioni, adunate, raduni con dignità, fierezza, rispetto e presentare a tutti il
nostro “ puliti”.
Noi ad Asti e a Susa eravamo in tanti: belli,
Inquadrati. Continuiamo così e prepariamoci al nostro raduno del 2018.
Questo e’ il nostro esserci, questo per noi è
il solo ed unico apparire.
A tutti voi Alpini, Amici, Amiche degli alpini va il mio abbraccio e saluto di vero
cuore.
•
Sul reportage di guerra
di Paolo Barelli
Ad Ascoli
mostra
fotografica
sulla guerra
in Albania
Le fotografie del nostro tenente
medico Barelli (1921/2005) sono
sbarcate anche in terra d’Abruzzo.
In occasione del raduno del 4°
Raggruppamento ad Ascoli Piceno
il 2 ottobre, il nostro alpino Giuseppe
Tartaglino ha accompagnato i
nostri quadri fotografici in una
bellissima mostra (nelle foto
accanto) sulla campagna di Grecia e
Albania allestita per l’occasione. Una
ennesima prova dell’apprezzamento
che la nostra raccolta fotografica
ottiene presso tutte le regioni d’Italia.
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Alpin dla Bassa
Sezione
5
I sindaci del Vercellese, con Maura Forte, al Raggruppamento di Susa
Nella patria della Brigata Taurinense
di Gabriele Terrone
G
rande partecipazione di penne nere al
19° raduno del 1° Raggruppamento
che quest’anno si è celebrato a Susa città
di antiche origini da sempre crocevia delle
Alpi tra l’Italia e la Francia ed importante
teatro di storia degli Alpini.
Per molti di noi che hanno prestato servizio nei reparti della Brigata Taurinense, la
ValSusa è stato il crocevia della nostra naja,
per gli artiglieri del Gruppo Pinerolo dislocati tra le Caserme Henry e Cascino, per gli
alpini della 34^ Cp del Battaglione Susa
presso la caserma Assietta di Oulx e chi da
altri reparti per eserctazioni ha avuto modo
di soggiornare a Bousson sopra Cesana.
Una città a dimensione d’uomo e sede di una
delle più antiche Sezioni, la Sezione ANA
Valsusa costituita nel 1922 ed ebbe come
primo Presidente il Magg. Mario Girotti allora comandante del Battaglione Susa.
Per gli Alpini l’occasione di potersi incontrare, per poter trascorrere assieme in
amicizia qualche ora, per far festa e trasmettere la testimonianza della solidarietà
condivisa, appresa fin dai tempi della naja,
è sempre molto stimolante.
Questo viene fatto in modo solenne almeno
due volte l’anno: con l’adunata nazionale a
maggio e coi raduni di raggruppamento ad
inizio autunno. L’appuntamento autunnale, di tradizione più recente, (siamo infatti
alla 19° edizione contro le 89 delle adunate
nazionali) ha assunto sempre maggiore importanza con una partecipazione crescente.
Tra gli eventi in programma si inserisce
una interessante iniziativa del Coordinamento Giovani del 1° Raggruppamento:
la marcia Rataplan che quest’anno alla sua
terza edizione ha visto il coinvolgimento
di una settantina di partecipanti che nella
giornata di sabato hanno raggiunto Susa
attraversando la Val Cenischia, partendo
oltre confine dal passo del Moncenisio.
Suggestivo alla sera il concerto della Fanfare du 27eme BCA, dei nostri cugini
chasseurs alpins che alternandosi alla Fanfara ANA Valsusa hanno fornito una superba esibizione musicale incorniciata dall’esibizione degli spadonari di Giaglione.
La partecipazione della nostra Sezione è
stata di oltre duecento alpini, quattro Sindaci che hanno sfilato con la fascia tricolore, tutte le rappresentanze dei gruppi coi
A Susa alcuni momenti del 19° Raduno del 1° Raggruppamento che anticipa il raggruppamento
di Vercelli del 2018.
gagliardetti e l’immancabile “Bandella
alpina del Lago Maggiore” che con il suo
repertorio ha ritmato e reso solenne lo sfilamento per il centro storico di Susa.
Anche per noi l’entusiasmo per questa tre
giorni che a tutti gli effetti ricalca l’adunata nazionale è consolidato e crescente,
infatti anche questa edizione è stata vissuta
con un particolare senso di aggregazione
che si sta corroborando da alcuni anni.
Domenica mattina ben due pullman hanno
raccolto le penne nere vercellesi che dopo
la sfilata hanno concluso la giornata tutti
a tavola con un buon e sereno momento
conviviale. Non ci resta dunque che darci
appuntamento alla prossima, a Saluzzo per
il raduno del 2017 per continuare a stare
bene insieme e a proporre quelle qualità
che caratterizzano lo “spirito Alpino” quale
splendida realtà basata sull’altruismo e sul
volontariato, valori che accomunano tutti
noi Alpini e che condividiamo ed “esportiamo” sempre e comunque siamo presenti
e, a scaldare i motori ed accendere l’entusiasmo per l’adunata 2018 che ospiteremo
a Vercelli e che pertanto ci vedrà tutti impegnati nei preparativi per una grandissimo 21° raduno del primo raggruppamento.
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Sezione
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Anagrafe Alpina
DAL GRUPPO DON SECONDO POLLO
Il 12 ottobre ci ha lasciati per raggiungere il Paradiso di Cantore l’Alpino ANGELO ROSSO, classe 1927. Una grande perdita per la nostra Sezione. Angelo
è stato uno dei primi volontari della nascente Protezione Civile ad accorrere in
Friuli dopo il devastante terremoto del 1976 e a rimanerci per mesi in soccorso
della popolazione di Moggio Udinese. Tutti gli alpini della Sezione si uniscono
al dolore della famiglia. Ciao Angelo, ci mancherai.
A Postua è stato rico
L’umanità del P
DAL GRUPPO DI SALUGGIA
Il Gruppo di Saluggia partecipa al lutto del Socio amico Giovanni Cena per la
pedita del caro papà Grato.
Il gruppo porge sentite condoglianze e partecipa al dolore del socio Ermenegildo Furlan per la perdita della consorte signora Luisa.
DAL GRUPPO DI VILLATA
Il gruppo di Villata partecipa al lutto dell’Alpino Secondino Gamasco per la
scomparsa della mamma Felicita (28 luglio 2016).
All’Alpino Corrado Arlone le condoglianze del gruppo per la scomparsa del
papà Ernesto (6 agosto 2016).
DAL GRUPPO DI SAN GERMANO
L’8 settembre l’Alpino Italo Finotti, classe
1951, già tenore della Cantoria Parrocchiale
di San Germano, è andato avanti. Condoglianze alla famiglia da parte di tutti gli Alpini del
Gruppo e della Sezione.
DAL GRUPPO DI TRICERRO
Il decano del gruppo, l’Alpino Severino Main, il 9 ottobre ha raggiunto il Paradiso di Cantore. Tutto il gruppo e la sezione intera sono vicini alla famiglia
compartecipi del loro dolore.
ANNIVERSARI
DAL GRUPPO DI FONTANETTO PO
All’Alpino cav. Bottasso dr. Bartolomeo, auguri per il traguardo dei 93 anni.
Ad multos annos.
DAL GRUPPO DI GREGGIO
I figli alpini Fabiano, Fulvio con la sorella Barbara augurano al papà alpino
Banino Eliano e alla mamma Anna Maria un felice 50° anniversario di matrimonio.
D
on Secondo, Tenente Cappellano degli Alpini tra i ranghi del Battaglione
Alpini “Val Chisone”, il 26 gennaio 1941
cadeva sotto il fuoco della mitraglia avversaria presso DRAGALI (Montenegro),
dove operava il suo Battaglione. Il Beato,
vittima sacrificale per i suoi alpini, in un
impeto di amore e cristiano altruismo, al
drammatico grido “Mama, j an ciapami”
di un alpino, accorreva in suo soccorso
incurante della propria incolumità fisica.
Nell’esporsi, veniva feralmente colpito
da un proiettile dell’avversario che gli recideva l’arteria inguinale sinistra. Ancora
una volta — per l’ultima — aveva ubbidito alla legge della compenetrazione e
dell’altruismo cristiano. Copiosamente
sanguinante, veniva soccorso dal caporale alpino SORBA il quale veniva, a sua
volta invitato a soccorrere prima gli altri feriti perché “hanno più bisogno di
me”. Incaricava lo stesso militare di far
chiamare subito il incaricato di avvertire
il cappellano militare del Battaglione Alpino “Val d’Orco”, al quale consegnava la
Teca con le Ostie ed ilk contenitore con
l’Olio Santo. Tracciò con la mano il Segno
della Croce e, nello spasmo del dolore, ma
nella serenità della Sua fortezza, rendeva
la sua anima all’Onnipotente pronunciando fievolmente: “Vado a Dio che è tanto
buono”. Questa è la testimonianza oculare
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Alpin dla Bassa
Sezione
ordato don Secondo
M.M.G.
di MATTIUZZO M. & C. s.n.c.
Pope don Pollo
del suo caporale Giovanni SORBA, classe
1912. La fama del Cappellano militare si
era diffusa anche nella zona di operazioni,
tanto che alcune donne musulmane riferivano di aver conosciuto un Santo “pope”
di nome Don Pollo. Conquistò con l’amore
tutti: Ufficiali, Sottufficiali e militari, anche la gente di quel luogo di altre religioni.
I suoi alpini lo amavano e lo ammiravano
profondamente. Ecco in estrema sintesi il
vissuto del Beato. La Patria lo onora con
una Medaglia d’Argento, l’Onnipotente gli ha concesso un posto d’onore fra i
suoi eletti: quello dei Santi. Tutte le penne
nere gli vogliono profondamente bene e lo
venerano con fede estrema; è il loro protettore, il loro modello da imitare. Non di
meno, dall’alto, come segno rassicurante,
il Beato “strizza l’occhio” a tutti gli Alpini d’Italia come per dire: Bravi! Anch’io
vi amo! Va bene come agite! Ecco perché
gli alpini di Postua hanno, unitamente a
quelli della Valsesiana e di Vercelli, voluto promuovere la solenne cerimonia che si
terrà domenica mattina 24 luglio p.v. nella
chiesa parrocchiale di Postua, ove sarà presente una reliquia del Beato. Don Secondo
è stato un disegno voluto dal Padre per noi
tutti, figli della temporaneità e, come tali,
fugaci viandanti verso l’Eterno.
Questa è mera storia!
Essa, è pagina indelebile della Cristianità
in ogni luogo ove imperano la Croce e
l’Amore.
che sono e saranno essenza del vita di
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Per tutti coloro che si professano
Cristiani, per la propria fede, corre,
il dovere e/o l’obbligo di meditare tanto
e profondamente.
f.pa.
Il ritratto del Beato don Secondo Pollo tratto
dal monumento inaugurato il 17 aprile nella
celebrazione del 35° anniversario della fondazione del Gruppo di Greggio. Il monumento.
sul retro della chiesa parrocchiale contiene la
figura del Beato ricostruita con la tecnica del
mosaico e recuperato dal gruppo di Greggio,
presieduto da Eugenio Ariagno. La progettazione del monumento è stata da Mario Tagliabue mentre la parte in carpenteria da parte
dell’officina Nuvolone.
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Sezione
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Alpin dla Bassa
Nella scuola vercellese l’azione della Sezione di Verc
Agli studenti del “Camillo Cavour”: la c
di Pollicino*
I
l 29 aprile la Campagna Conoscere per
Ri-Conoscere raggiunge Vercelli, ad
organizzare l’evento l’Associazione Vittime Civili di Guerra e la Sezione vercellese dell’A. N. A. Ad ospitarlo è l’Istituto
Cavour. L’aula Magna è colma di studenti,
professori, sia dell’ l’Istituto Cavour, sia
dell’Istituto Ferraris. In sala, presenti il Presidente vicario A.N.A. di Vercelli Flavio
Negro, il Vice Prefetto Francesca Altomare,
il Preside I.I.S. Cavour prof. Vincenzo Guarino..
Di primo acchito ci si potrebbe chiedere
come mai gli Alpini sono in una scuola a
parlare di ordigni inesplosi insieme all’Associazione Nazionale Vittime Civili di
Guerra .
La risposta è presto data : l’atto fondante dell’Associazione Nazionale Alpini
sull’Ortigara fu l’espressione della volontà
di ricordare i caduti per evitare che il macello della Prima Guerra Mondiale si ripetesse
. Purtroppo la Storia fu sorda a quell’invocazione .
L’occasione di incontrare gli aspiranti geometri e gli aspiranti periti agrari si presenta grazie al D.Lgs.81/2008 che impone la
messa in sicurezza dei cantieri di movimento terra con un particolare obbligo alla bonifica bellica preventiva , a fronte di una realtà
che vede rinvenuti annualmente dai 45.000
ai 66.000 ordigni sul territorio nazionale
con una media di 80 — 90 esplosioni accidentali con esito gravemente invalidante o
letale principalmente tra addetti all’edilizia
ed all’agricoltura .
La stima del Ministero della Difesa è che ,
in assenza di nuovi conflitti , servano ancora
almeno 70 anni per bonificare quasi totalmente il territorio nazionale.
Probabilmente non tutti sanno che gli ordigni inesplosi sono ancora tutti attivi perché
l’esplosivo non va a male ma sono più pericolosi perché i meccanismi interni sono o
possono essere in posizione di sparo anche
in munizionamenti di magazzino a causa
Dell’azione dell’umidità e della ruggine
sulle parti metalliche .
Lascio la parte di cronaca alla capace penna
del sergente alpino sminatore Giovanni La
Firenze, tecnico BCM e pubblicista specialistico: “...La conferenza inizia alle 09.00,
ad aprire il dibattito, il moderatore Giovanni
Comoglio che chiede ai presenti un minuto
di silenzio per i caduti delle due guerre mondiali del secolo passato, in sala l’emozione
è tangibile. Comoglio ringrazia l’autorità in
sala, l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra per l’impegno profuso nel divulgare in tutte le scuole d’Italia rischi e pericoli prodotti dai residuati bellici inesplosi.
Ad un suo cenno il tecnico di sala awia il do-
cumentario “il testimone Passato” ideato da
A.N.V.C.G. e realizzato da Andrea Cocchi
ed Emanuele Cervetti. I presenti ascoltano,
“vedono” la testimonianza di Nicolas e del
suo amico. L’attenzione dei ragazzi è oltre
ogni soglia. Al termine del video Giovanni cede il microfono all’Assistente Tecnico
Bcm Renato Silvestre, che inizia a spiegare
il meccanismo dei vari ordigni utilizzati sul
suolo italiano nel mezzo delle due guerre
mondiali: bombe a mano, da mortaio, proietti d’artiglieria, mine. Le domande dei
ragazzi risultano puntuali e precise. Renato
mi cede la parola, contemporaneamente per
mezzo della lavagna interattiva appaiono
ordigni d’ogni genere, situazioni di rischio
e grave pericolo, infine compaiono foto che
evidenziano il residuato bellico nel modo in
cui si può presentare a un ragazzo del 2016,
altre immagini mostrano come difendersi
rivolgendosi alle autorità, il 112 o il 113.
L’incontro termina, Giovanni ringrazia tutti. Il Preside Vincenzo Guarino è sodisfatto
d’aver organizzato la Campagna nel proprio
Istituto, desidererebbe ripeterla. Il Presidente Flavio Negro, vorrebbe creare altri eventi
Conoscere per Ri-Conoscere, nel contempo ...riceviamo l’invito a partecipare come
Associazione Nazionale Vittime Civili di
Guerra e Dipartimento ordigni inesplosi ad
altro evento: “Ricordi di Guerra” rivolto al
rifugio antiaereo di Piazza Cavour. Cono-
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celli dedicata all’abbandono degli ordigni di guerra
campagna Conoscere per Ri-Conoscere
scere per Riconoscere continua prossime
tappe Udine, Foggia e Bari. Giovanni Lafirenze” (http://biografiadiunabomba.anvcg.
it/conoscere-per-ri-conoscere-a-vercelli/).
Riprendo per concludere , a seguito della
conferenza presso le scuole l’Associazione
culturale La Rete di Vercelli ha chiesto la
disponibilità ai tecnici BCM di lasciare in
visione un po’ di materiale presso il Museo
Leone. Grazie alla disponibilità personale
del tecnico BCM Renato Silvestre ed allo
spirito di collaborazione dell’azienda di bonifica per cui lavora, il materiale bellico è
rimasto visionabile presso il Museo Leone
per una settimana ed è stato visto da circa
1.200 visitatori. Nei fine settimana ho avuto
il piacere di affiancare il tecnico BCM nelle
sue spiegazioni ai visitatori.
Il dato più forte di questa esperienza è aver
scoperto che intorno alla città di Vercelli a
causa di malfunzionamenti dei meccanismi
di sparo è ipotizzabile la presenza di un numero di bombe d’aereo inesplose tra 100 e
150 unità , tutte in grado di esplodere.
Alla fine del discorso: “Ricordare i morti
aiutando i vivi” si concretizza anche con il
fare cultura di prevenzione dei rischi dimenticati in memoria di chi non vogliamo sia
mai dimenticato: il Battaglione Cantore.
* Lo pseudonimo Pollicino corrisponde al
nome dell’alpino Giovanni Comoglio
La conferenza sulle bombe abbandonate nei campi nell’aula magna dell’Istituto Cavour con il
Preside Vincenzo Guarino. Gli ordigni, anche riguardanti Vercelli durante il periodo bellico è stato
esposto al museo Camillo Leone.
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Il Coordinamento Giovani in Valpellice a quota 1732
Per una giornata da Alpino
La manifestazione dedicata al Coordinamento Giovani 1° Raggruppamento in Val Pellice con marcia di avvicinamento al rifugio Willy Jervis.
Le fotografie dell’evento in una giornata nebbiosa.
S
abato 4 giugno presso il rifugio Willy
Jervis a circa 2 ore di marcia da Bobbio
Pellice i giovani provenienti da 11 Sezioni
di Piemonte e Liguria sono convenuti numerosi per la seconda riunione 2016 del
Coordinamento.
Ad accogliere la nutrita pattuglia c’erano il
sindaco di Bobbio Pellice Patrizia Geymonat, il Presidente Francesco Busso e numerosi alpini della Sezione di Pinerolo con
tanto di gagliardetto.
La riunione è iniziata dopo un breve sfilamento dietro il vessillo della Sezione
di Pinerolo, i gagliardetti dei Gruppi e lo
striscione “NOI CON VOI” avvenuto per
l’alzabandiera sul piazzale antistante il rifugio Jervis.
La prima parte dell’anno è stata caratterizzata da un bilancio estremamente positivo
in termini di iniziative:
• Giornata di volontariato per l’adunata:
tinteggiatura degli spogliatoi di una palestra del centro cittadino
• Marcia di avvicinamento Nava-Asti:
nonstante la poca clemenza delle condizioni meteo, ottima la partecipazione
con particolari momenti di condivisione all’incontro coi gruppi che hanno
ospitato le tappe
• Copertura scorta reduci alla sfilata di
domenica: oltre cinquanta alpini hanno
consentito di scortare le vetture e lo sfilamento in blocco dietro lo striscione
“NOI DOPO DI VOI”
Iniziative per gli appuntamenti a venire:
• Pellegrinaggio al Colle di Nava: confermate le modalità degli anni precedenti
• Raduno del 1° Ragruppamento – Susa:
marcia di avvicinamento, il percorso
proposto lungo la Val Cenischia scendendo dal Moncenisio, essendo un
evento consolidato si decide di preparare lo striscione “RATAPLAN” da utilizzare per la sfilata del sabato.
La cena ed il pernottamento al rifugio hanno creato la giusta cornice di spirito alpino
e di montagna all’evento.
Maggiori dettagli e documentazione fotografica degli incontri e delle marce di avvicinamento sono disponibili sulla pagina
facebook dei Giovani del Primo Raggruppamento.
Gab. Ter.
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ASSOC.NE
NAZIONALE
ALPINI
L’attività
della Sezione
per il 2017
Comunichiamo le manifestazioni sezionali più importanti, con
la preghiera di volerle inserire
nella vostra agendina 2017:
12 marzo:
gara di slalom gigante sezionale a
Champorcher
Nelle zone di:
Vercelli e provincia
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26 marzo:
Assemblea dei soci della Sezione
4 giugno:
Festa Sezionale a Arborio
1 ottobre:
gara podistica sezionale intitolata a
Don Secondo Pollo presso la sede della Sezione
21 ottobre:
Santa Messa in Vercelli in ricordo del
145° anniversario costituzione truppe
alpine
10 novembre:
cerimonia di consegna premio “Alpin
d’la Bassa” a Vercelli
12 novembre:
gara di tiro a segno sezionale con armi
ad aria compressa
26 dicembre:
commemorazione a Caresanablot della morte del Beato D. Secondo Pollo
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La Sezione di Vercelli al Campionato di Regolarità ANA
Bis di Vercelli alla marcia di Sarezzo
I partecipanti vercellesi al 44° Campionato Nazionale di Marcia di Regolarità in montagna.
C
’erano anche gli atleti della sezione di
Vercelli alla 44ª edizione del Campionato ANA di marcia di regolarità in montagna a pattuglie, svoltosi a Sarezzo (Bs) il
25 e 26 giugno 2016.
Dopo aver rotto il ghiaccio lo scorso anno,
quest’anno la sezione di Vercelli ha raddoppiato, e si è presentata al via con due
pattuglie la prima costituita da Ghisio F.
(gruppo Don Pollo) - Garlando L.(gruppo
di Greggio)- Boccalini P (gruppo Don
Pollo), la seconda costituita da Banino
F.(gruppo di Greggio) e dai f.lli Favaglioni
Paolo. e Giancarlo (gruppo di Trino). Alla
manifestazione molto ben organizzata dal-
la sezione di Brescia e dai gruppi della Val
Trompia, sia nell’aspetto tecnico del percorso, che logistico dell’accoglienza hanno
partecipato 31 sezioni. Per la cronaca sportiva, hanno preso il via 113 pattuglie su un
percorso vario e articolato di circa 14.600
metri, la classifica ha premiato al 1° posto
Biella, seguita al 2° posto da Lecco e al 3°
da Bergamo, mentre le nostre pattuglie si
sono classificate al 103.esimo e 104.esimo
posto migliorando la posizione ottenuta lo
scorso anno e soprattutto mettendo in mostra nei nuovi atleti spiccate doti agonistiche che fanno ben sperare per il prossimo
futuro. Un riconoscimento speciale è stato
assegnato al nostro Paolo Boccalini (gruppo Don Pollo) quale l’atleta alpino più
giovane partecipante, il che considerando
lo stuolo di diversamente giovani alpini
che si incontrano a queste manifestazioni
ci ha fatto particolarmente piacere. Ringraziando tutti i partecipanti dell’edizione
2016, rinnoviamo l’invito per il prossimo
anno a tutti coloro che volessero cimentarsi
in questa esperienza sportivo-alpina a comunicarlo senza timore alcuno in sezione.
Voglia di camminare in montagna, determinazione e un minimo di allenamento sono
gli ingredienti per poter partecipare alla
prossima marcia di regolarità.
Fa. Gh.
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Sezione
di Giorno
in Giorno...
o forse no
a cura di Roberto Racca
C
arissimi lettori alpini,
Anche l’estate 2016 se ne è andata, portandosi dietro un terremoto di cui avremmo fatto volentieri a meno; ma tant’è,
l’Italia è per il 50% sismica, e di questo tributo purtroppo non possiamo fare a meno, con una media che ormai è diventata quasi
quadriennale (intervallata ogni tanto da qualche bella alluvione).
A Roma continuano a promulgare progetti faraonici, sistemazioni del territorio, costruzioni indistruttibili e così via. Io, tanto
per stare con i piedi per terra, ogni tanto mi riguardo il film “Titanic”, la nave inaffondabile. Se tanto mi dà tanto, meglio abitare
in camper, in cima a qualche collina del Monferrato. Per lo meno, se proprio deve accadere, ho sempre a disposizione qualche
buona bottiglia di barbera per rinfrancarmi.
Passiamo ora alle nostre notizie di cronaca:
29 maggio: A Cigliano si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche del Gruppo alla presenza del nostro Vice Presidente
Flavio Negro. Votanti 43 soci su 63 soci iscritti. E’ stato confermato il capogruppo uscente Validio Fontana. Complimenti per la
riconferma caro Validio. Per lo zaino a terra se ne riparla tra una ventina d’anni.
16 luglio: Il nuovo coordinatore della Protezione Civile ANA del Piemonte, Gianni Gontero, è venuto in visita a Vercelli, ricevuto dal nostro
Presidente e dal Sindaco Maura Forte nelle sale del Comune. Tra gli argomenti di cui si è parlato vi era anche un’esercitazione della Protezione
Civile da tenersi a Vercelli in occasione del nostro raduno di raggruppamento del 2018.
12 agosto: Cineasti all’opera in Sezione. Per una notte il cortile interno di Corso Rigola è diventato il
set di un film “noir”ambientato nel mondo dei punk degli anni ’80. La stanza del bar è stata trasformata
in “sala trucco” per ricoprire di sangue finto (era un’ottima amarena) il protagonista che sarebbe poi
stato assassinato in un impeto di gelosia dall’amante sotto la finestra della mia segreteria. Giuro che io
non ho visto niente e se c’ero dormivo profondamente. (nella foto accanto)
2 settembre: per il terzo anno consecutivo, il Gruppo Don Secondo Pollo ha organizzato una
raccolta alimentare presso il Supermercato Famila di Vercelli. I nostri concittadini hanno donato quasi 1.000 chilogrammi di beni. Addirittura un alpino anonimo ha lasciato un carrello
completamente pieno di ogni ben di Dio, per oltre 150 euro di valore. Ora tutto è stato ritirato
presso la sede di Corso Rigola, dove verranno distribuiti presso le Parrocchie e le famiglie in
difficoltà della nostra Città. (nella foto accanto tre dei numerosi volontari che hanno partecipato all’iniziativa)
Concludo con una notizia di attualità: il nostro Amico Daniele Trezzi, nipote dello scultore del monumento a Giovanni Gastaldi conservato presso il Cimitero Monumentale di Novara, sta elaborando su instagram una galleria denominata: “monumenti alla
memoria” dove saranno pubblicati tutti i monumenti costruiti in Italia che ricordano i caduti in guerra. Non appena pronta, sarà
mia premura darvene comunicazione, per poterla consultare
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Il raduno sulle sponde del lago Mucrone festeggiando gl
Con gli amici biellesi «Un risott
di Fabrizio Ghisio
D
omenica 17 Luglio in una splendida
giornata d’estate ha avuto luogo il tradizionale raduno degli alpini della Sezione
di Biella al Monte Camino (mt. 2388), che
quest’anno causa il fermo della cestovia si è
svolto sulle sponde del lago Mucrone, ma
nonostante ciò pur senza arrivare in vetta al
monte Camino grande è stata la partecipazione dei gruppi locali e delle sezioni amiche.
Anche quest’anno complice la bella giornata
di sole, la sezione di Vercelli ha presenziato alla manifestazione con il proprio vessillo scortato dal consigliere Ciervo Luciano,
accompagnato dal capo gruppo di Prarolo
Giuseppe Ferraris e da una nutrita schiera di
alpini. Alle ore 11.00 presso il lago del Mu-
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li alpini di Biella con la partecipazione dei gruppi locali
to in quota» sul Monte Camino
crone il rito dell’alzabandiera, seguito dalla
messa al campo per gli alpini “Andati avanti”
accompagnati dal coro Ana La Ceseta e dalla
fanfara di Pralungo. Al termine della manifestazione i saluti con le foto di rito, mentre in
cucina lodevoli vivandieri hanno preparato e
distribuito il tradizionale e gradito risotto in
quota. Poi il ritorno a valle, verso la bassa tra
caldo e zanzare. aspettando l’appuntamento
del prossimo anno con la speranza di tornare
in vetta al Monte Camino dove la chiesetta di
San Maurizio aspetta le sue penne nere.
Il “gruppo ricordo”
in una splendida
giornata d’estate
sul Monte Camino
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Gruppi
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Un prestigioso trofeo al gruppo podistico Cattaneo
Il “don Pollo” assegnato a BorgoVercelli
D
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omenica 2 ottobre si è svolto a Vercelli il 19° Trofeo “Don Secondo Pollo”,
corsa podistica, organizzata dalla sezione
A.N.A. di Vercelli da anni un appuntamento classico autunnale atteso da molti
runner. La manifestazione, con partenza ed
arrivo presso la sede di corso Rigola 150,
si è snodata per circa 9 chilometri in un clima settembrino molto gradevole che ha
visto i 110 partecipanti cimentarsi lungo
un percorso,ormai consolidato negli anni
tra il centro città e l’argine del fiume Sesia.
Perfetta l’organizzazione della gara come
sempre egregiamente diretta dall’alpino
Domenico Amato e i suoi collaboratori, coadiuvati dallla commisione sportiva
ANA, dal servizio dei vigili urbani di Vercelli e Croce Rossa. Al traguardo, un abbondate e gradito ristoro finale e un generoso montepremi hanno accolto i concorrenti
al termine della corsa. Il 19° Trofeo “Don
Secondo Pollo”, è stato assegnato al gruppo podistico Cattaneo di Borgo Vercelli con
20 partecipanti, sempre nella classifica per
gruppi 2° classificato il gruppo podistico
Robbiese, 3° il gruppo podistico Avis Casale, 4° il gruppo podistico Trinese, 5° la società Atletica Vercelli 78. Nel prologo della
premiazione il presidente Piero Medri ha
ringraziato tutti gli alpini in particolare i
gruppi di Greggio, Borgo Vercelli, Prarolo,
Porta Torino, e Don Secondo Pollo che
con la loro costante presenza hanno permesso la riuscita della manifestazione.
La classifica assoluta ha visto premiato 1°
classificato Marco Gattoni di Borgomanero, giunto al traguardo in 28’ e 04’’, 2°
classificato Matteo Pezzana dell’atletica
Palzola, che ha preceduto nell’ordine 3°
Paolo Zilvetti di Candelo, 4° Paolo Veggi e
5° Francesco Torino. Nella graduatoria assoluta femminile, al primo posto si è classificata Chiara Schiavon di Biella giunta
all’arrivo con il tempo di 35’ e 10”, che ha
preceduto 2^ Silvia Szego di Vercelli, 3^
Cristina Ferrero, 4^ Anna Maria Barbieri
e 5^ Luisa Doro. Infine a conclusione della manifestazione premiati gli alpini della
classifica riservata agli iscritti A.N.A.: 1°
Davide Pugliese, 2° Moreno Mercatali, 3°
Andrea Donegà, 4° Biagio Mansella, 5°
Pier Paolo Vallera. Infine i saluti finali con
l’invito al prossimo anno per la 20à edizione del Trofeo Don S.Pollo.
Per la commissione sportiva ANA Vercelli
Fa. Gh.
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Gruppi
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• Casalbeltrame
Celebrando il 17° anniversario della fondazione
di Fulvio Pacileo
I
l 17 ed il 18 settembre 2016 sono state
due giornate di festa grande per tutti i
concittadini di Casalbeltrame.
Infatti, il locale Gruppo ANA con a capo
l’alpino Mauro Barbero, in collaborazione
con la pro loco hanno organizzato “La
Festa degli Alpini” (2° edizione ed in coincidenza del 17° anniversario della fondazione).
Già da venerdì 16 u.s. le scolaresche hanno avuto un lungo incontro di ammaestramento, tenuto dal valido tecnico Sig. Renato Silvestre dell’ANVCG, sulla pericolosità di residuati bellici che, in ipotesi, si potessero ancora trovare in qualsiasi luogo.
Il tecnico ha mostrato una campionario
(inerte) di ordigni e ne ha spiegato caratteristiche di pericolosità e come comportarsi
per la tutela della incolumità personale ed
altrui.
Sabato pomeriggio c’è stata una conferenza istituzionale organizzata dal MIUR
in collaborazione con l’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra e la fattiva e concreta collaborazione della sezione
ANA di Vercelli.
L’intervento successivo del Sindaco, Signora Claudia Porzio, è stato imperniato
su una serena convivenza in un ambiente
di pace e sicurezza.
Domenica 18, è stata la giornata clou.
Alle ore 10, il Presidente della Sezione
ANA di Vercelli, Piero Medri, il Capogruppo Barbero ed una rappresentanza di
alpini si sono recati ad onorare la memoria
e visitare le spoglie mortali del fondatore
del Gruppo alpini di Casabeltrame, l’indimenticabile Giuseppe Donna che riposa
nel cimitero locale.
Da qui si è formato un corposo corteo capeggiato dalle Autorità locali, molte penne
nere convenute con i loro gagliardetti da
tutto il circondario, alcuni rappresentanti
il Gruppo “Amici di Don Pollo”, simpatizzanti e cittadini.
Ha allietato i partecipanti per tutto il percorso cittadino la Banda Alpina di Foresto
- Sesia.
Ha fatto seguito la resa degli onori ai Caduti ai quali è stata deposta una corona
di alloro sistemata ai piedi dell’omonimo
monumento.
In tale circostanza, sia il Sindaco, sia il
Le Autorità intervenute alla “Festa degli Alpini”
e il cippo dedicato ai Caduti della I e II guerra mondiale.
Presidente Medri hanno espresso eloquenti
parole su tutti i militari che hanno sacrificato per la Patria la preziosità della vita.
Al termine della deposizione, ha avuto
inizio la cerimonia religiosa nella chiesa
Parrocchiale dedicata alla Madonna Maria
Assunta.
Il prevosto don Maurizio Galazzo ha accolto la reliquia del Beato Don Secondo
proveniente da Vercelli per l’importante
evento.
E’ seguita la Santa Messa, arricchita spiritualmente ancor di più dal battesimo dei
gemelli Riccardo e Ferdinando.
Nell’omelia, Don Maurizio, ha ricalcato
la figura del Beato e lo ha additato come
esempio di santità per tutti i credenti e
martire per amore del prossimo.
Il brillante Coro ANA di Biandrate ha ulteriormente arricchito la tanto mistica cerimonia.
Al termine, con toni devozionali, sono state lette l’orazione per il Beato e la preghiera dell’Alpino.
Alle ore 12,30 c’è stato il pranzo alpino ed
alle ore 16 un intrattenimento con la banda
musicale ha ulteriormente ravvivato l’atmosfera allegra, ed altamente conviviale.
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Gruppi
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• Don Pollo
Nel nome del Beato Don Pollo. Storia d
L’Arcivescovo
Pellegrinaggio
di Vercelli
del Gruppo al
Sacrario di Cervasca Arnolfo dona
una reliquia
alla parrocchia
di Olgiate
Olona
Olgiate Olo
Associazio
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le Alpini
Sezione di
Var
Gruppo di
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Olgiate Ol
fondato il
15 ottobre
2009 – inaug
urato il 10
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aprile 2010
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Mario Ros
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si ù cordiali sa
Capo Grup
luti. po P.S.: invio questo
messaggio
per invio a tu
tti i Gruppi
. Grazie. L’invito alla messa per
l’accoglimento della reliquia
di don Pollo donato dall’Arcivescovado
di Vercelli
I
D
omenica 9 ottobre una rappresentanza del gruppo Don
Secondo Pollo, composta dal capogruppo Flavio Negro e
dagli alpini Giuseppe Tartaglino e Giovanni Negro, si è recata
al sacrario di Cervasca a rendere onore ai caduti della divisione alpina Cuneense in terra di Russia, che qui sono ricordati.
L’ultimo degli sfortunati partecipanti a quella disperata missione a raggiungere il sacrario è stato Don Rinaldo Trappo,
deceduto nel 2010 e qui ricordato con una lapide che ne illustra la grande figura di sacerdote e di uomo.
Al termine della giornata il gruppo ha lasciato presso il sacrario un quadro raffigurante il nostro Beato Don Secondo Pollo.
l 24 settembre 2016 è stata donata dalla Curia Vescovile di Vercelli, alla Parrocchia di Olgiate Olona (VA), una reliquia del
Beato Secondo Pollo, in vita Tenente cappellano militare degli
alpini, caduto durante la Seconda Guerra Mondiale, ferito a morte nello slancio di portare soccorso ad un alpino anch’egli colpito
dal fuoco di una mitraglia avversaria. Alle ore 18, la solenne cerimonia svoltasi nella chiesa dedicata ai S.S. Stefano e Lorenzo
MM è iniziata con la S. Messa, officiata dal Vicario Generale della Diocesi di Vercelli, don Mario Allolio, unitamente ad alcuni
presbiteri della religiosa cittadina lombarda. Oltre alle Autorità
locali ed una nutrita rappresentanza del Patronato Spirituale Forze
Armate di Busto Arsizio, ancor prima dall’inizio il luogo sacro
era già affollato di fedeli e tra questi una moltitudine di giovani
appartenenti ad associazioni varie. Numerosissima è stata la partecipazione di penne nere, convenute da tutto il circondario di Varese rappresentate da tanti gagliardetti; da Vercelli erano presenti
un congruo numero di alpini vercellesi ed una rappresentanza del
Gruppo “Amici di Don Pollo”. Accanto all’altare e vicino alla reliquia del Beato erano presenti i vessilli dell’ANA delle Sezioni
di Varese e di Vercelli e quello dell’Associazione della Marina
Militare. Il Vicario, don Mario, nell’incisiva omelia, ha ricordato
ai fedeli, in maniera efficace e toccante, alcuni punti salienti della
vita del Beato, tra cui la sua precocissima vocazione sacerdotale,
i suoi talenti, alcuni suoi scritti, le sue virtù eroiche cristiane e la
sua breve ma molto feconda attività pastorale.
Ha altresì menzionato l’epilogo della vita del giovane cappellano
degli alpini sacrificatosi in nome dell’amore per il suo prossimo
- cardine della cristianità - che sentiva smisuratamente. I fedeli,
assorti, hanno compartecipato alla tanto mistica cerimonia che è
sta allietata dall’armonioso coro alpino “Voci del Rosa” di Busto
Arsizio. Al termine della cerimonia il Capogruppo ANA Mario
Rossi, e le sue penne nere appagati spiritualmente per aver ricevuto la reliquia del Beato, loro protettore, hanno offerto un lauto rinfresco presso il locale Oratorio femminile, adiacente alla chiesa.
Fulvio Pacileo
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Alpin dla Bassa
Gruppi
19
del nostro Piemonte e solidarietà alpina
Davanti al
supermercato
Famila alcuni
appartenenti
al gruppo
don Secondo
E
ntrata ormai nel calendario annuale
delle attività del gruppo Alpini don
Secondo Pollo di Vercelli, Sabato 2 Settembre presso il supermercato FAMILA
di c.so Magenta il volontari alpini hanno
promosso la terza edizione del “L’Altra
Spesa” , raccolta di prodotti alimentari a
lunga conservazione destinati alle famiglie
in difficoltà della nostra città. Come sempre moltissimi cittadini vercellesi hanno
aderito con grande generosità effettuando
la “spesa solidale” , arrivando addirittura a
donare (un alpino che ha voluto mantenere
l’anonimato) un carrello intero di spesa che
ha permesso a fine giornata di eguagliare i
risultati lusinghieri dello scorso anno, raccogliendo circa 900 kg di prodotti alimentari a lunga conservazione distribuiti alle
famiglie bisognose identificate all’interno
della nostra famiglia Alpina .
Un sentito GRAZIE va alla direttrice del
supermercato FAMILA, e a tutti i suoi collaboratori che con squisita ospitalità e con
molta disponibilità hanno aderito alla nostra iniziativa, e a tutti i volontari del gruppo Don Pollo, che sapientemente coordinati dal capo gruppo Flavio Negro hanno
garantito la buona riuscita della raccolta .
Fa. Gh.
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Gruppi
20
• Cigliano
Grazie don Riccardo dalla comunit
Per i 50 anni di vita presbiteriale di don Leone
Il parroco di Cigliano tra gli Alpini e i parrocchiani con le fotografie dei momenti della festa a lui dedicata.
D
omenica 26 giugno durante la Santa
Messa la comunità parrocchiale ha
festeggiato il parroco don Riccardo Leone
che in questo 2016 celebra i 50 anni di sacerdozio.
Durante i suoi 50 anni di vita presbiterale
don Riccardo ne ha conosciute di persone.
Di questi anni 23 li ha trascorsi a Cigliano.
Quanti volti sono passati davanti a lui; in
tutti è riuscito a vedere l’impronta del Creatore e trovare una nuova linfa per portare
avanti la sua missione non sempre facile.
Ringraziamo di cuore il Signore per averci
dato un pastore buono umile serio attento
alle esigenze dei suoi parrocchiani, che ha
sempre presente di dover seminare la Parola del Vangelo nei momenti di aggregazione, di formazione, riflessione e celebrazione dei Sacramenti.
Ci ha insegnato che la fede non si esaurisce
nei riti e nel culto della domenica, perché
una fede priva delle opere è un’illusoria testimonianza di quell’amore che si celebra
nella liturgia.
Questo vuol dire aprirsi verso il mondo,
vedere nei fratelli in difficoltà il volto sofferente di Cristo che ha dato la propria vita
per ciascuno di noi, anche per coloro che
non credono e che si professano atei e non
chiude gli occhi di fronte a tanti drammi.
Grazie, Don Riccardo, dalla comunità parrocchiale e dagli Alpini di Cigliano.
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Gruppi
21
tà ciglianese
Una giornata
in rosa
per ricerca
e cura
dell’atrofia
muscolare
e spinale
L
’associazione dei commercianti Ciglianesi “commerciando” ha organizzato l’evento con negozi aperti, punti ristoro, raduno delle vespe e gonfiabili per i più
piccoli.
Nella manifestazione sono state coinvolte
le associazioni Ciglianesi ed il Gruppo Alpini non poteva mancare.
Gli Alpini Ciglianesi hanno allestito uno
stand distribuendo “lo spuntino dell’Alpino” composto da pane salame, vino e dolci
tipici di Cigliano (canestrelli).
Ovviamente, e come da tradizione Alpina,
il fine è stato a scopo benefico, infatti il ricavato sarà devoluto all’associazione famiglie S.M.A. per la ricerca e cura dell’Atrofia Muscolare Spinale di cui è affetta una
bimba che frequenta la scuola dell’infanzia
di Cigliano.
L’affluenza è stata numerosa aiutata anche
dal tempo che ci ha concesso una serata
piacevole da trascorrere per le vie del paese.
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Le memorie di un prigioniero
22
4 - Le memorie di prigionia di Carlo
Finalmente alla fine della guerra co
Continua dal n. 2 - giugno 2016, elaborazione di Roberto Racca, diario di guerra di Carlo
Sarrica, classe 1922, nato a Collesano (Palermo) e scomparso il 20 febbraio 2002, donato
alla Sezione ANA di Vercelli dalla vedova Rosa Rovati. Testimonianza che si riferisce
all’8 settembre 1943. Proseguirà con il prossimo numero del giornale.
I28 ottobre in duecento uomini ne abbia-
n quella giornata che poi non era che il
mo sotterrato più di un migliaio in fosse
comuni di 90 – 100 per ognuna di esse.
on nostra grande gioia ci danno ordine
di prendere le pale per ritornare. Alle
18 siamo di nuovo sulla piazza, prendiamo
il nostro zaino e barcollando ci avviamo
verso la nuova dimora. Dopo 15 minuti
giungiamo in un gran cortile, la casa che
ci ospiterà è una scuola in parte incendiata,
senza finestre senza porte senza tegole.
opo tanto tempo che non mangiamo
più un po’ di rancio ci danno un mestolo di acqua con contorno di rape e tre
patate (dico tre), un pezzetto di pane 150
grammi e 25 di margarina per 24 ore la bestia è sazia.
e mani la faccia e tutto il resto di noi
stessi puzza di cadavere da un miglio
di distanza, acqua non ce n’è e dato che la
fame è più forte del ribrezzo dopo esser-
C
D
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mi lavato le mani con la mia stessa acqua
mangiai con voracità famelica senza guardare per il sottile, se non si faceva così difficilmente si sarebbe vista l’alba del giorno
seguente.
opo aver pranzato e cenato al buio
in un corridoio distesi i miei stracci
per terra tentai di prendere sonno; ma aimè
così non fu, avevo appena fatto un pisolino
quando mi sentii pestare un piede e subito una lampadina tascabile mi illuminò il
viso, seguita da una voce screanzata e da
un calcio negli stinchi, era un soldato tedesco che andava nella sua stanza, allora
mi ritrassi il più possibile e lo feci passare.
gni due ore venivo pestato discretamente, ove andare nella notte buia non
era permesso accendere un cerino, perché
mancavano le finestre e gli oscuramenti
così passai la la notte ricevendo pestate e
dormendo ad intervalli, come inaugurazione della nuova dimora non c’era male…
D
O
Iri, ma cosa succedeva? Nulla di straorl mattino seguente fui svegliato da spa-
dinario, un modo come un altro di dare la
sveglia.
vevo le ossa rotte ed ero pieno di sonno e di freddo, dopo una notte passata
sotto una finestra sconquassata alla fine di
ottobre. Inquadrati si parte di nuovo, quale
lavoro mi attenderà quest’oggi?
uesta volta in quattro uomini ci allontaniamo con due becchini vestiti di
gomma. Dopo dieci minuti arriviamo fra le
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Alpin dla Bassa
Le memorie di un prigioniero
23
Sarrica in Germania sotto i nazisti
ome faticosamente ritornare a casa
macerie, i tedeschi ci indicano un posto e lì
cominciamo a scavare, dopo un paio d’ore
di lavoro appare l’entrata di una cantina,
da un pezzo abbiamo compreso quello che
dobbiamo fare.
perta l’entrata ne esce fuori un puzzo
ed un calore che per poco non cado a
terra svenuto, ma visto che non valeva la
pena fare simili atti, mi feci forza, se ancora ne avessi, e mi ressi come potei. Uscito
un po’ di profumo con l’aiuto di una corda ci fecero calare dentro e ci diedero una
lanterna.
o spettacolo è interessante, a primo
sguardo al chiarore fioco della lanterna inorridisco, ci guardiamo l’un l’altro
negli occhi fra noi e senza parlare ci comprendiamo benissimo a vicenda. Donne,
uomini, bambini sono uno sopra l’altro,
occhi stralunati, impietriti dallo spavento
e dall’orrore, le mani serrate che stringono forte i capelli nell’atto di strapparli, la
disperazione e la morte vista avvicinarsi
lentamente e dipinta nei loro visi contratti
dallo spasimo.
’odore e il calore non tardano ad aver
ragione dei nostri corpi stanchi e sfiniti; infatti un nostro compagno si accascia al
A
L
L
suolo svenuto.
o leghiamo alla corda e i tedeschi lo
tirano su, poco dopo sentiamo urla e
grida, si vede che aspettavano un cadavere
invece era giunto un Badogliano. Subito
dopo leghiamo un cadavere in modo da
impegnare i due uomini affinchè non abbiano tempo di bastonare il nostro povero
compagno.
oco dopo il povero disgraziato, giallo
come un limone, è nuovamente calato
fra di noi così continuammo a lavorare fino
a tardi. La cantina era sgombra, avvertiamo i tedeschi, uno di loro si cala con la
maschera sul muso, ispeziona gli altri vani
della cantina, una stanza era crollata, rimuove alcuni mattoni e da questi emerge
un piede, ci dà subito ordine di tirare fuori
il disgraziato. Lavoriamo come possiamo,
l’aria è pesante ed è infetta, in tutta la mattinata siamo usciti due volte a prendere una
boccata d’aria per dieci minuti poi sempre
dentro.
n breve il cadavere è libero, è piatto
come un dieci centesimi, la testa è completamente aperta, scoperchiata, cervello
e sangue in ogni luogo. Lo piglio per un
L
P
I
braccio e questo si sfila dalla manica e mi
resta il moncone in mano, tutti gli arti erano smontabili tranne una gamba, pezzo per
pezzo lo tirano su. Sono le 15,30 abbiamo
finito il lavoro, preghiamo Iddio che non ci
portino in un altro luogo infatti ci lasciano lì seduti vicino ai cadaveri che puzzano
ma ormai il nostro olfatto si è assuefatto a
simili odori che li sopportiamo benissimo.
lle sedici passa un camion semipieno,
li carichiamo indi rientriamo. Questa
sera c’è l’acqua: tre vasche da bagno per
1.700 uomini, meglio di niente.
i laviamo alla meglio, prendiamo il solito rancio, indi vado a cercare il mio
zaino, lo trovo ma alleggerito dal pastrano,
mancava anche questa!
rasloco dal corridoio e vado in una
stanza all’ultimo piano, non c’è più
posto così mi corico vicino alla porta che
non esiste, in compenso ho i miei compagni d’armi coi quali la notte prima nel buio
mi ero diviso.
A
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Le memorie di Carlo Sarrica, elaborate
da Roberto Racca, seguono nel prossimo numero di “Alpin dla Bassa”.
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In coda
24
Alpin dla Bassa
a cura di Fabrizio Ghisio
LETTERE DAL FRONTE
QUELLI DI LASSÙ
Poste Italiane nella
Grande Guerra
44 itinerari alla
scoperta dei villaggi
più elevati e isolati
delle Alpi
“L’unico loro sollievo è poter scrivere a
casa. E ricevere lettere di risposta. Milioni
di lettere che spesso devono essere scritte
o lette da altre persone. E quando mancano i fogli su cui scrivere per i soldati è più
grave che non ricevere il rancio. La definiscono carestia della carta.”
A
lcuni numeri relativi all’immenso lavoro delle Poste durante la
Grande guerra possono dare l’idea di quanto fosse grande il bisogno di comunicare di chi si trovava al fronte e di chi aveva visto
partire una persona cara. Tuttavia, per comprendere il significato che
ebbe la corrispondenza personale in quel difficile momento storico,
bisogna immergersi nel contenuto delle migliaia di lettere e cartoline
spedite e ricevute dai soldati. I sentimenti patriottici, la preoccupazione
per l’andamento del lavoro nei campi, la spavalderia e il cameratismo,
l’orrore della carneficina, la struggente lontananza e la preoccupazione
di essere dimenticati... nelle parole dei soldati e dei loro familiari e
amici c’è di tutto, un Paese diviso dagli eventi della Storia e tenuto assieme da un filo sottile fatto di inchiostro e di carta. Aspettata con ansia
e poi conservata fra i tesori di famiglia, talvolta recuperata in maniera
avventurosa dagli effetti personali di un caduto, preservata in archivi e
biblioteche o acquistata per caso in un mercatino, la corrispondenza di
guerra è oggi un documento storico inestimabile, che racchiude - ancora vive - le voci delle diverse classi sociali, provenienze geografiche e
individualità che hanno fatto la storia dell’Italia.
Editore: Rizzoli
Pagine: 160 - Prezzo di copertina: 35,00 €
V
iaggio alla scoperta dei 40 villaggi più elevati e isolati delle
Alpi. Storia, tradizione, architettura. ma anche suggestivi itinerari da
percorrere a piedi.
«Ai coraggiosi costruttori e abitatori dei villaggi più alti delle Alpi».
Con questa dedica Ezio Sesia apre il suo ultimo libro, “ Quelli di lassù”
è un tributo a chi la montagna l’ha vissuta per davvero, spesso scontrandosi con un ambiente ostile per viverci tutto l’anno. Il lettore leggerà
di vicende che si ripetono: cadute di valanghe, gelo sui raccolti, faticosissimi funerali per valichi e montagne, indispensabili emigrazioni
stagionali e infiniti sforzi e fantasiose strategie per poter sopravvivere
nonostante l’elevata altitudine . Ecco, nell’epoca in cui si cerca di fuggire dalla ‘comfort zone’ raggiungendo le zone più isolate in montagna
l’autore ha ritenuto che fosse opportuno riscoprire la vita di quelle comunità. Per ognuno dei 40 villaggi, oltre ad un’approfondita rivisitazione storica, la proposta di uno o più itinerari suggestivi per scoprire
le montagne circostanti. Uno spunto per andare in montagna attrezzati
non solo di gps, scarponcini, bastoni e zaino , ma anche di curiosità ,
uno stimolo per guardarsi intorno e provare ad immedesimarsi nella vita
di tutti i giorni di coloro che lassù vivono la quotidianità a contatto con
i rigori della montagna.
Autore: Ezio Sesia
Editore: Mulatero 2016, volume 286 p. € 30.00
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