[gdv_f1 - 10] testata-gdv/giornalevicenza/ec/01 18/02/14
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10 BMW Motorrad GT18772 IL GIORNALE DI VICENZA Martedì 18 Febbraio 2014 ECONOMIA&FINANZA Telefono 0444.396.311 Fax 0444.396.333 | E-mail: [email protected] L’INTERVISTA. Parlail fondatoredi Diesel,presidentedel gruppoOtbconsettemiladipendenti Rosso:«Ministro? Renzimel’hachiesto Nonmolloilgruppo» «Èilmigliorecheabbiamoinquesto momento, puòdaresperanza, incarnala trasparenza.Non sifaccia ingabbiaree s’ispirialPapa» Roberta Bassan BREGANZE Il camper di Matteo Renzi fece tappa al quartier generale della Diesel di Breganze nel 2012 durante la campagna per le primarie. Le vinse Bersani. Sembra passato un secolo. Renzo Rosso, fondatore di Diesel e presidente della holding Otb, settemila dipendenti nel mondo, vestirà lei il nuovo premier Matteo Renzi? Una bella persona, ci siamo sentiti stamattina (ieri, ndr), prima che entrasse da Napolitano, era un po’ emozionato. Si aspettava l’accelerazione? Letta non era male, ma Renzi ha messo pressione, il Paese aveva bisogno di pressione. Renzo Rosso ministro? Me l’hanno chiesto. Gliel’ha chiesto Renzi? Non è il solo, anche i precedenti mi hanno chiesto di partecipare alla vita politica. E lei? Non credo che la politica faccia parte della mia mentalità. È un sistema dove devi lavorare con una marea di burocrati. Io sono abituato a fare. Appunto, un imprenditore magari all’Economia non può rappresentare la svolta? Quando sei al timone di un’azienda con migliaia di dipendenti, come posso essere io o il manager di Luxottica Andrea Guerra, non puoi mollare il carro. Penso ci siano brave persone che si possono scegliere. Io non farei il toto-ministri, ma un bello scouting e metterei il meglio per ogni funzione. Qualèlaprimacosachechiede- RenzoRosso traAgneseLandini, mogliedi Renzi, e il nuovo premier rebbe a Renzi? Una cosa a cui non si pensa mai e sulla quale incardinare tutte le operazioni. Mi riferisco al marketing, alla comunicazione: dare cioè una serie di informazioni al Paese in modo da portarlo davvero dalla parte delle istituzioni. È un po’ il metodo del Papa. Il metodo Bergoglio per Renzi? Certo, l’ultimo Papa ha preso il mano il sistema Chiesa in declino allucinante e con il suo sistema di comunicare sta cambiando il mondo. Il Papa non parla con chi non ha niente da fare, ma con il suo sistema comunica valori a tutti, dall’alto al basso della piramide, ceti sociali ed età. Si rivede nel nuovo premier? Nella “Be Stupid” di Renzo Rosso, Renzi incarna la trasparenza. Trovo che da sindaco, Siamoin crescita,ilgruppo èsolidoeanche diversificato. Siamoalternativi aibigdellusso per esempio, abbia reso Firenze visibile e trasparente, tutti possono capire dove vanno conti e costi e questo, per chi odia il clientelismo come me, è fantastico e coinvolge la gente ad essere pulita. Renzi può accendere le speranze? Deve. È il migliore che abbiamo in questo momento. La sua bravura sarà tanto più grande quanto riuscirà a non farsi inglobare dal sistema e ad essere fresco come ora. LeiperòammiravaancheBerlusconi, giusto? Come imprenditore è una delle persone più intelligenti mai conosciute, poi ognuno ha i suoi pregi e difetti. Forse doveva lasciare prima. Sarà che io sono un fan di gioventù: i giovani sono belli perché più freschi, hanno le visioni giuste per le loro esigenze. Uno che ha una certa età può portare la sua esperienza. Prendiamo la nostra azienda. Ecco, ha dato le chiavi del gruppo al figlio Stefano, Ceo di Otb, state preparando la staffetta? Ho ormai 60 anni, qui sto bene perché sono circondato da giovani che portano iniziative RenzoRosso, fondatore diDiesel epresidente dellaholding Otb, settemiladipendenti e a cui trasmetto i miei 35 anni di entreprise. Ma il sangue che scorre deve essere giovane. Abbiamo già una visione dell’azienda del futuro, già managerializzata, già con processi generazionali in atto. Io rimango a dare il mio know how, ma non sono preoccupato se domani dovesse accadermi qualcosa: gli stipendi dei 7mila dipendenti sono al sicuro. Un tempo ero inserito in ogni meccanismo, oggi mi sento più globale, mi occupo di HFarm, di alberghi - ne stiamo aprendo uno a Londra -, del portale Yoox, di EcorNaturaSì. Se vogliamo continuare ad essere un gruppo solido, meglio essere presenti in più campi. Nel2010,aprendoilnuovoheadquarter, aveva detto: raddoppieremo il fatturato. Eravate a 1,2 miliardi. Come va? Mamma mia, l’avevo sparata un po’ grossa. La crisi è durissima e riteniamoci fortunati: siamo in leggera crescita, dovremo chiudere il 2013 intorno a 1,6 miliardi, siamo finan- ziariamente solidi e non siamo indebitati. Qual è la difficoltà maggiore? Fare business è più difficile, vanno cambiate le organizzazioni, serve più snellezza. Gruppo Forall Pal Zileri, perché non l’avete comprato voi? Non rientra nel nostro mondo. Avevate provato con Valentino. Era molto diverso. Come valuta le acquisizioni estere delle nostre griffe? Se oggi il Paese Italia facilitasse di più il business non ci sarebbe bisogno di compratori esteri. Sia chiaro, non sono contro chi viene dall’estero a comprare, del resto lo fa anche il nostro gruppo all’estero: il mondo è globale. L’importante è che l’azienda vada avanti, anche se poi è inevitabile che le sinergie vengono fatte nei Paesi degli acquirenti. Mai avuto timori di compratori per Diesel? C’è troppa energia in questa azienda, tante cose da fare. E siamo solidi. Quotazione in Borsa? Al momento non c’interessa. Spendiamo il tempo per gestire il nostro fare e perdiamo meno tempo a gestire i numeri per darli al mercato. Lei che ha venduto i jeans agli americani, oggi che sogno ha? Costruire un gruppo antagonista ai gruppi esistenti, la vera alternativa al mondo del lusso con caratteristiche più gioiose, moderne, innovative e continuando a creare sogni e interazioni col consumatore. Essere cool, moderni, freschi e non per forza diventare una macchina per fare numeri. Ministro, proprio no? No, no. La mia vita sarebbe finita, non ho guardia del corpo, ho la famiglia e soprattutto ho le mie idee, la mia visione pulita, contro la corruzione. Mi farebbero secco il giorno dopo. • © RIPRODUZIONERISERVATA Ilfiglio Stefano, Ceodellaholding, verso 1,6miliardidi fatturato DaijeansDieselal“lussogentile”Marni Rossojunior:«Lacreativitànonsoffre» BREGANZE Sedutoaccantoal padre c’èil secondogenitoStefano Rosso, 33anni, a cui ilfondatoredi DieselRenzo Rosso unannofa affidòle chiavidella holding Otba cui fannocapo Diesel, MaisonMartinMargiela, Marni, Viktor&Rolfe Staff International(produzionee distribuzioneinlicenze dei marchiDsquared2,Just Cavalli, VivienneWestwood Red Label andMane Marc Jacobs Mens). Assiemeal padre e al fratello Andrea(chesi occupa della direzioneartistica), Stefano Rossogestisce ancheRed Circlee Red Circle Investments, le societàdi investimentidella famigliache spazianodall’immobiliare alle partecipazioniindiverse aziende.Èlui a tuttigli effetti chesioccupa dellenuove acquisizioniincasa Otbpiù legateal corebusiness edè lui cheRenzo Rossolascia parlare sultema e anchepiù ingenerale deltipodi lussoversocui il gruppovuolerivolgere l’attenzione. ANIMADIESEL, L’AMMIRAGLIA. Unlussoa quantopare diversoda quelloa cui siè abituati apensare nell’altamoda, affiancatosempre piùall’ammiragliaDiesel. Ammiragliache difattocontinua a far macinarequasil’80%del fatturato delgruppo. «Abbiamo dueanime -sostiene Rossojunior -unaè quella Dieselsu cui puntiamoancoramolto soprattuttonegliambitidove siamopiùforti -il jeans5tasche, lapelle- e dove continuiamo a portarea casarisultati dilusso.Si trattadiuncasual premium,certo nonper tutti,ma cheha un mercatoinarrestabile moltopiù delbasic.Chi vuole unjeansdi base ogginon ha piùbisognodel brand.Sul resto noi,grazie a creatività,innovazione e ricerca di lookunici, andiamo ancora fortissimo». “LUSSOALTERNATIVO”, PRESENTEEFUTURO. Mac’èappunto laseconda anima, quellochesul piattodella bilancia dovrebbe infuturocrescere ancora.Sitratta dellusso alternativo, appunto,incarnato dall’ultimaacquisizione inordine ditemponel 2012,Marni. «I marchipiùalticheabbiamo spiegaStefano Rosso-non esprimonomaiil lusso tipico,ma hannounapproccio al consumatorepiù democratico.Ci piacedefinire Marni lusso gentile, noninvadente, nonappariscente. Questotipo diprodottocipiace peril suo altocontenuto di creatività.Certo,il brandè importante,ma nonsi vende un logo,sivende creatività e quando c’èun'acquisizionediquestotipo incui abbiamocreduto molto significamettercidietro, nel nostrocaso, una macchinache funziona». «ACQUISIZIONI,NONA BREVE». Altreacquisizioni invista?«Non a breve -risponde Stefano Rossocistiamo guardandointorno ma questononè inrelazioneal fatto chedobbiamoper forzacrescere. Èancheper rendersiconto dell’andamentodelmercato stessoe percapire se stiamo andandonella direzione giusta». ILLUSSO CHEDIVENTA CASUAL . Stefano Rosso,Ceo di Otb Dalcasualsaràora piùlusso? «Facciofaticaadistingueremolto -sostiene Rossojunior-.Il lusso stadiventandocasual,cioè un nuovo modo divivere l’abbigliamento,dove siindossano capiper più occasionid’uso.L’abito formale- prosegueilCeo Otb -sta diminuendocome capo d’abbigliamentoches’indossa giornalmente,maè più facile vedereuna personache siveste allostessomodo durante ilgiorno e lasera. Questo inrealtà noilo predichiamogià da unpo'. Infatti abbiamosempre pensato chesi potesseutilizzareun jeansper qualsiasioccasione, dal matrimonioalladiscoteca. Avevamovisto giusto». • R.B.