I numeri di riferimento di un`impresa

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I numeri di riferimento di un`impresa
I numeri di riferimento di un’impresa
Le aziende che fanno registrare risultati positivi nel lungo periodo
conseguono profitti, raggiungendo gli obiettivi che si erano prefisse. Per
farlo, tali scopi devono essere pianificati in modo “misurabile”. Avere
successo nel lungo periodo implica la conoscenza di una serie di cifre di
riferimento che sono essenziali per un’azienda. Molte imprese agiscono
d’istinto, spesso anche correttamente, ma conoscere i numeri aziendali è
essenziale per prendere delle decisioni: solo se si dispone delle necessarie
informazioni sulla propria attività, è possibile riconoscere tempestivamente i
rischi e sfruttare le opportunità.
In sintesi
“Conoscere le cifre è
rassicurante”
Di seguito, vi illustreremo alcune cifre dal nostro punto di vista
fondamentali.
Percentuale di capitale proprio: il capitale proprio è a disposizione
dell’azienda ed è determinante per la sua stabilità finanziaria. Una quota
elevata consente autonomia finanziaria e crea stabilità economica.
Dividendo il capitale sociale per il capitale complessivo e moltiplicando il
risultato per 100, si ottiene la quota di capitale proprio, che dovrebbe
attestarsi oltre il 25%, e preferibilmente, oltre il 30%.
Grado di copertura degli investimenti: di base, viene operata una
distinzione tra grado di copertura A e B. Il primo indica quanto capitale
immobilizzato è finanziato con capitale proprio, mentre il secondo quanto
capitale immobilizzato è finanziato a lungo termine. Valori superiori al 100%
dimostrano che, in un’ottica di lungo periodo, il patrimonio vincolato è
coperto da capitale con medesima scadenza. Questo è l’obiettivo che deve
essere conseguito.
Cash-flow: indica la capacità di un’azienda di generare liquidità. Con il
cosiddetto flusso di cassa, è possibile riconoscere quali risorse sono
disponibili per investimenti, estinzioni di debiti e ripartizione degli utili. Il
cash flow indica quali eccedenze (entrate dedotte le uscite) sono state
conseguite con le proprie forze in un determinato periodo.
Remunerazione del capitale proprio: questa cifra indica quanto redditizio
è il capitale sociale di un’azienda. Il cosiddetto ROE (return on equity) è il
parametro forse più importante per gli investitori e indica quali interessi
questi possono aspettarsi a fronte del rischio assunto. Il ROE viene
calcolato dal rapporto tra utili e capitale proprio impiegato e dovrebbe
essere tanto più elevato, quanto più l’impresa si espone a dei “rischi”. A
fronte di una remunerazione ridotta, l’investitore cercherà un’alternativa.
© ROI TEAM CONSULTANT
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Autore
Horst Völser M.Sc.
Letteratura/fonte
Unternehmenskennza
hlen-Werkzeuge für
professionelle
Betriebsratsarbeit
[Cifre aziendali:
strumenti per
un’operato
professionale del
consiglio aziendale,
NdT]
www.klausbartram.deKennzahlen
Horst Völser
Scadenza dei crediti: i crediti figurano nel patrimonio circolante e sono riportati nell’attivo di bilancio.
Questo riferimento indica quanto il cliente attende prima di saldare le fatture aperte. Un obiettivo inferiore
ai 30 giorni sarebbe auspicabile, ma spesso, purtroppo, illusorio. Le scadenze di 90 o più giorni
vincolano una liquidità tale da portare l’impresa in sofferenza. Più i pagamenti vengono ritardati,
maggiore sarà il rischio d’insolvenza. I mancati pagamenti possono minacciare l’esistenza dell’impresa
stessa ed ecco perché una decorrenza più breve dei termini e un rigido sistema di solleciti sono un
MUST irrinunciabile per un’azienda di successo!
Quota del costo del materiale / costo delle vendite: questo parametro indica quanto materiale è
necessario in rapporto al fatturato. Se la spesa aumenta o è necessario più materiale o il prezzo di
quest’ultimo è aumentato, il margine di copertura si riduce e, con esso, i profitti.
Tangente del costo del personale: questa cifra indica quanto il costo del personale incide in
percentuale sul fatturato e si calcola sommando stipendi, salari e oneri sociali. Una diminuzione di
questa quota significa che l’azienda è riuscita a incrementare la redditività, in quanto l’aumento del
volume d’affari è più elevato di quello del costo del personale.
Margine di esercizio (ROS / return on sales): la percentuale di utili sul giro d’affari esprime la
redditività aziendale, indicando quale percentuale del fatturato permane come ricavo, e si ottiene dal
rapporto tra risultati operativi e ricavi netti.
Grado di indebitamento: questo valore indica il grado di indebitamento di un’impresa, ovvero quante
delle risorse impiegate sono finanziate con capitale di terzi. Un indebitamento leggermente crescente
non è necessariamente negativo e deve essere sempre rapportato al capitale proprio e allo scopo del
finanziamento. Se un’azienda incrementa il capitale per finanziare dei progetti, il cui rendimento si
attesta sopra gli interessi sul capitale di prestito, allora la situazione è da valutarsi positivamente.
ROI: l’acronimo “Return on Investment” misura l’utile in rapporto alla somma degli investimenti e viene
calcolato moltiplicando il profitto sul fatturato con la rotazione di capitale. Il ROI viene spesso identificato
con il rendimento delle attività totali, sebbene questo venga calcolato diversamente e indichi il rapporto
tra il capitale impiegato e il reddito di capitale (utile ante imposte più interessi). Entrambe le cifre sono
importanti e s’integrano a vicenda.
Il risultato ante oneri finanziari (EBIT: earnings before interest and taxes) viene anche definito come
“utile prima dell’applicazione di interessi e imposte” ed esprime il reddito che un’impresa è in grado di
generare prima della remunerazione del capitale. Si tratta di uno dei parametri “cardine” per gli
investitori, che possono così valutare il rendimento di un investimento.
EBITDA (margine operativo lordo) è uno degli indicatori di liquidità più importanti e indica la capacità
di un’impresa di generare liquidità e quindi di estinguere i debiti, effettuare investimenti e distribuire
profitti.
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Horst Völser