1 LE ARTRITI REATTIVE Dolore, arrossamento, gonfiore
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1 LE ARTRITI REATTIVE Dolore, arrossamento, gonfiore
LE ARTRITI REATTIVE Dolore, arrossamento, gonfiore, articolazioni dolenti, un ginocchio gonfio, la mano che fa male se si afferra un oggetto, mal di schiena, anca dolente. Artrosi per il deterioramento e l’usura dell’articolazione? Oppure artrite con l’articolazione infiammata. Ma esiste un’alternativa agli antidolorifici? COSA SONO? L’artrite è un’infiammazione che produce dolore, gonfiore, rossore e calore delle articolazioni che coinvolgono più frequentemente la colonna vertebrale, le articolazioni sacroiliache e i punti di inserzione dei tendini all’osso. L’infiammazione articolare inizia come conseguenza di una risposta mal diretta dell’organismo indotta da un’infezione extrarticolare. COME SI RICONOSCONO? L’artrite come gran parte delle malattie articolari se trattata in modo tempestivo, può essere ben controllata e consentire ai malati una vita quasi normale. Quali sono i segnali da non sottovalutare? Tanto per iniziare gonfiore e dolore alle articolazioni delle mani, dei polsi che persistono per più di tre settimane non vanno mai sottovalutati. Potrebbero, infatti, essere dovuti a un'artrite. In questi casi alcuni esami del sangue come la VES la PCR l’emocromo il fibrinogeno possono dirimere il sospetto. Altro segnale da non sottovalutare è la rigidità articolare mattutina: se la durata è inferiore all’ora, potrebbe essere legata all'artrosi (malattia reumatica degenerativa), mentre se supera questa soglia e si associa a gonfiore e dolore persistente delle articolazioni, è probabilmente dovuto ad artrite patologia infiammatoria reattiva. Ci sono poi segni che viene molto meno spontaneo associare a un'eventuale malattia reumatica. Per esempio, un arrossamento sul dorso del naso, sulle guance e talvolta sul collo, peggiorato dall'esposizione solare anche lieve e associato a dolori articolari, potrebbe essere la spia del lupus eritematoso sistemico, mentre il pallore improvviso e persistente delle dita delle mani in seguito ad esposizione al freddo o emozioni, potrebbe far pensare al fenomeno di Raynaud, che può essere innocuo, ma anche indicativo di particolari malattie reumatiche, le connettiviti. A volte i sintomi prevalenti sono altrove rispetto alle articolazioni, come bruciori ad urinare e dolori all’uretra, oppure legati a forti disturbi diarroici. Insomma, i segnali sono tanti, a volte più specifici altre volte più vaghi; l'importante è non sottovalutarli, ma cercare di capire da che cosa dipendono per partire da subito bene. 1 PERCHÉ CI SI AMMALA? Abbiamo detto che l’AR è la conseguenza di una risposta mal diretta ad un agente infettivo; mal diretta vuol dire che il sistema immunitario che risponde a microbi o virus può sbagliarsi, essere tratto in inganno per il meccanismo del mimetismo molecolare. In alcune persone questo possibile errore è più frequente e dipende dalla costituzione del sistema immunitario e circa il 74% dei pazienti, infatti, condivide un marker genetico (un aspetto caratteristico della persona), la molecola HLA-B27 ma anche l’HLA-DR3 e DR4. In altre parole la costituzione di un individuo può essere letta alla luce della sua predisposizione genetica ad ammalare. Nel caso dell’AR si è constatato come esista una similitudine fra un costituente dell’organismo, chiamato HLA-B27 e alcuni agenti infettivi, batterici o virali. Questa somiglianza comporta una risposta immunitaria (innescata dall’agente infettivo) che si indirizza in una duplice direzione: il microrganismo e la porzione simile dell’HLA. La malattia colpisce più gli uomini delle donne, ma questo fatto può essere dovuto alla difficoltà di riconoscere le infezioni del collo dell’utero. Le AR sono dunque uno dei capitoli più affascinanti della medicina e di solito l’atteggiamento terapeutico si riduce alla somministrazione di antinfiammatori, con scarsi successi, inseguendo prevalentemente il sintomo dolore e non indagando, viceversa sulle cause della malattia. Le AR sono scatenate da sicure cause infettive che si manifestano come postumi infettivi ben precisi, che colpiscono organi o apparati ben diversi da quelli articolari. Il modello di malattia reumatica più noto, caratterizzato da una forte impronta autoimmunitaria, è stato quello indotto dallo Streptococco Beta emolitico di gruppo A, che ha una sorta di reattività crociata con gli antigeni delle strutture articolari e quelli dello streptococco. I casi di AR più frequenti sono quelli legati alle infezioni del tratto urogenitale da Clamydia trachomatis o quelle legate ad un’infezione del tratto intestinale sostenuta da Yersinia Enterocolitica. Inoltre, con una frequenza inaspettata fino ad oggi, si manifestano artriti reattive da Parvovirus B19, Clostridium difficile (specialmente in chi ha fatto terapie antibiotiche prolungate), da Borrelia Burgdorferi, da Mycoplasma pneumoniae e, da Salmonelle e Klebsielle. DIAGNOSI ETIOLOGICA E TERAPIA Passata la fase acuta, caratterizzata dal dolore, calore rossore ed/ edema dell’articolazione, se si vuole andare alla radice delle cause del fenomeno artritico (l’etiologia) si deve ragionare sui possibili inneschi infettivi. Al contrario della prassi terapeutica comune che si rivolge all’utilizzo di antinfiammatori, la moderna omeopatia, attraverso un’accurata raccolta della storia della persona (anamnesi) e della sintomatologia, ipotizza quale agente patogeno possa essere alla base dell’innesto infettivo. Il laboratorio a questo punto dell’iter diagnostico offre un aiuto fondamentale. Dimostrata con le analisi del sangue la presenza di anticorpi nei confronti dell’agente patogeno viene selezionato il rimedio omeopatico che in dosi tossiche produce gli stessi sintomi espressi nel paziente a causa della malattia in questione. Una diagnosi efficace e un ragionamento terapeutico adeguato potranno portare a un miglioramento dello stato di salute e, ricontrollando nuovamente la presenza degli anticorpi nel sangue si troveranno diminuiti o scomparsi. 2 QUALI ESAMI SONO UTILI? Gli esami di laboratorio eseguiti nel corso di artrite reattiva sono dimostrativi di uno stato infiammatorio con elevazione importante della VES, della PCR, del Fibrinogeno e delle alfa2 globuline. E’ presente leucocitosi e l’eventuale esame del liquido sinoviale dimostra un elevato numero di granulociti neutrofili e colturale sterile. Il fattore reumatoide è usualmente negativo. Dal punto di vista dell’immunoreumatologia e dell’omeopatia si tratta di ricercare, nell’ambito dell’ipotesi diagnostica, gli anticorpi della classe IgG nei confronti degli agenti infettanti. In un contesto di storia clinica con fastidi e sintomi prevalentemente della sfera urogenitale si dovrà indagare sulla Chlamydia trachomatis e sull’Ureaplasma urealyticum. Se i sintomi prevalenti si riferiscono alle vie respiratorie vanno ricercate Klebsiella pneumoniae, Streptococchi, Mycoplasma pneumoniae, Micobacterium tubercolosi, Parvovirus B19 (sintomi influenzali con possibili eritemi). In un contesto clinico caratterizzato da problematiche intestinali si dovrà indagare sulla presenza di anticorpi per Shigelle, Yersinia enterocolitica di tipo O:3 e O:9, Salmonelle, Campylobacter jejuni, Brucella, Helicobacter Pylori. Inoltre in una storia con vacanze nei boschi, camminate nell’erba alta possibili punture di zecca e presenza di eritemi, va documentata l’eventuale presenza della Borrelia burgdorferi. Infine nei casi più difficili sarà molto utile, per dare elementi di “scenario”, sarà utilissima l’analisi della costituzione del sistema HLA per la presenza di quelle molecole predisponenti come l’HLAB27; HLA-DR4 e HLA- DR3. Una diagnosi adeguata e un’impostazione terapeutica efficace potranno portare indubbi benefici nella cura di questa malattia. 3