Leggi tutto
Transcript
Leggi tutto
IL RACCONTO FANTASY Quello che state per leggere è un racconto fantasy di ambientazione medievale realizzato dai ragazzi della III N che hanno partecipato al concorso letterario nazionale Scrittori di Classe, organizzato da Conad. I nostri compagni si sono cimentati in un lavoro di squadra ideando questo racconto a partire da un incipit da loro scelto fra i tanti proposti da otto tra i più importanti autori di libri per ragazzi. A voi l’onore di leggerlo in anteprima e ai ragazzi della III N un grande IN BOCCA AL LUPO! Artrid: La Vendetta Il padre Bartolomeo, era scomparso ormai da una luna e con lui anche la spada che aveva promesso di regalargli quando sarebbe arrivato il momento. Lui e sua madre erano scalzi, vestiti con pelli di animale e vennero presi in giro da tutti soprattutto da un gruppo di ragazzi che insieme cominciarono a deriderlo e a lanciargli del fango. -Sei così strano che sembri un folletto- rise il capo dei ragazzi. Ad un certo punto intervenne una bambina di nome Ginevra: - I folletti non esistono!Egli stava per rispondere, quando vide il volto di sua madre impallidire di colpo: aveva visto il padre impiccato pendolare da un torrione. Iniziò a provare una forte nausea mista ad un sentimento di collera verso quegli assassini che avevano compiuto quella crudeltà. All’improvviso comparve un folletto che indicando Artrid e Ginevra, disse: -Tu farai giustizia a tuo padre e lei diventerà tua sposa!Il giovane si accorse che anche la fanciulla essendo divinatrice, aveva visto il folletto e così scappò via sommerso dai dubbi. Trascorsero 16 anni e Artrid divenne grande. Prese lezioni di magia dal famoso Zurlin che gli insegnò la trasformazione degli oggetti. Dopo due mesi trascorsi a casa sua, fu pronto per passare all’azione come gli aveva predetto il folletto. Si diresse nella città di Storybrook e si recò subito dal feudatario, facendogli la seguente richiesta: - Guardate signor feudatario, non voglio farvi perdere tempo volevo solo chiedervi se avevate un lavoro per me. Vengo da un paese qui vicino, sono un bravo ragazzo. -Non so per quale motivo mi ispiriate una grande fiducia ed io in questo brutto periodo di crisi economica del mio feudo, ho bisogno di persone desiderose di lavorare. Ecco ho trovato il suo impiego: sarete il mio consigliere. Sarà impegnativo perché dovrete riscuotere tasse da questi mentecatti che popolano la mia terra. Non sarà certo uno scherzo lavorare per me come consigliere, ve la sentite di accettare la mia proposta?Artrid in un primo momento rimase perplesso, il feudatario non lo conosceva per niente e già lo aveva nominato consigliere, doveva essere veramente disperato! Poi, pensò, “Come mai, vista la povertà in cui si trovano gli abitanti del villaggio, nessuno desidera lavorare?” A poche settimane da quell’incontro, iniziò a lavorare duramente, e nel giro di qualche mese, divenne una persona così importante da essere accolto nella famiglia del feudatario con una grande festa. Durante lo svolgimento del banchetto, vide una ragazza bellissima che lo attrasse. Al di là del suo aspetto elegante qualcosa di familiare richiamava la sua attenzione. Dopo aver pensato un po’, ebbe una rivelazione circa l’identità di quella ragazza: era la bambina conosciuta 16 anni prima che non “credeva” ai folletti, i suoi occhi vivaci, verdi e lucenti lo provavano perché erano unici. Artrid, inoltre, vide di nuovo i folletti che gli indicarono quella fanciulla e gli dissero di invitarla a ballare. Lui obbedì, le si avvicinò e così aprirono le danze. Dopo un po’ si fermarono per riprendere fiato e Ginevra, colpita dai modi gentili di Artrid, gli dichiarò la sua identità. Lei era la figlia del feudatario e decise quindi di fargli visitare la vastissima biblioteca del castello. Artrid rimase colpito dai tanti volumi e in particolare da una libreria finemente intagliata. Avvicinandosi ad essa, vide un libro dalla copertina speciale. Lo prese e notò che sulle pagine di destra apparve un grosso riquadro profondo nel quale, introducendovi la mano, scovò una lista di nomi. Inizialmente non capiva cosa fossero, poi nel leggerli riconobbe il nome di John Foster. - Non ci posso credere... John anche lui Divinatore, amico di mio padre, scomparso da una luna. Non oso proprio immaginare che fine abbia fatto quel povero uomo. Passarono dei giorni e tra i due ragazzi si creò un’affinità inaspettata e ben presto si sarebbero innamorati. Dopo qualche settimana di frequentazione, Artrid aveva deciso di indagare meglio su quella lista di nomi. Utilizzò la magia e si rese invisibile pronunciando la formula “Nei muri passerò, invisibile diventerò”, entrando rapidamente in tutti i luoghi del castello. Si diresse nelle segrete, dove trovò un orribile carcere: il feudatario rinchiudeva lì tutte le persone che non potevano pagare le tasse e li torturava. Il ragazzo, inoltre, trovò tanti poveri carcerati pietrificati. Non poteva credere ai suoi occhi, il feudatario era stato capace di commettere un’atrocità simile! Scoprì quindi che la persona di cui si era fidato per tanto tempo era un cattivissimo stregone che con il solo potere dello sguardo, trasformava gli uomini in statue di pietra. A questo punto Artrid capì che quella era la lista di tutti i divinatori che avevano scoperto qualcosa che non avrebbero dovuto sapere e che il feudatario avevo rinchiuso, torturato e ucciso per farli tacere. Così in preda alla rabbia decise che la vendetta poteva essere attuata; c'era solo un unico problema: Ginevra. COME AVREBBE FATTO A VENDICARSI CON IL PADRE DELLA SUA INNAMMORATA? Per capire meglio se le sue congetture fossero fondate, si fermò a parlare con due carcerati pietrificati per metà corpo, che si lamentavano enormemente e che gli confermarono tutto. Sconvolto andò via correndo per le scale, ma incontrò Ginevra che gli chiese spiegazioni e Artrid disse: -Ho tante cose da raccontarti, ma non qui. In questo castello ci sono troppe orecchie pronte ad ascoltare, andiamo nel bosco -. I due ragazzi si diressero nel bosco e il giovane iniziò a parlare: -Tutto è cominciato quando ero solo un bambino di dodici anni, mio padre non tornava a casa da una luna e così mia madre ed io siamo venuti in città per cercarlo perché vivevamo vicino ad un fiume, vestivamo con pelli d'animale, ricordi? Ero quel bambino che tutti deridevano e che tu hai difeso dalla banda di mascalzoni ... -Ah, sì! Come avrei potuto dimenticare il tuo sguardo nel vedere l'orrore della morte di tuo padre! - ricordò la ragazza. -Ora voglio vendetta, Ginevra! Ho scoperto che tuo padre è il responsabile della morte del mio e di tanti divinatori che hanno scoperto dei segreti-. -Non posso credere che mio padre sia stato capace di fare una cosa del genere Dopo aver parlato, i due ragazzi s’incamminarono, e nel bosco trovarono una spada. Artrid non potè credere ai suoi occhi, era quella di suo padre! Riusciva a riconoscerla ancora dopo tanti anni. I due la raccolsero ma d’improvviso videro correre verso di loro due enormi draghi, così iniziarono a correre senza sosta fino alla collina che li conduceva in città. Arrivati davanti all’entrata del feudo, finalmente in salvo, capirono che l’unica che avrebbe potuto spiegare realmente le cose sarebbe stata la contessa Violante, madre di Ginevra che in un primo momento tentennò, ma poi capì che era arrivato il momento di dire la verità: -Cari ragazzi, ho sperato in tutti questi anni di non dover rivelare mai questa storia, ma ora è arrivato il momento. Io e tuo padre, Artrid, da ragazzi eravamo innamorati nonostante fossi già promessa sposa ad Ascanio, tuo padre Ginevra. Bartolomeo pochi mesi fa, ritornò qui da me ed io gli raccontai della malvagità di mio marito. Decise quindi di affrontare in duello Ascanio a mia insaputa. Tuo padre, Ginevra, gli tese un tranello con i suoi malvagi poteri facendolo catturare e impiccare. Io stessa vidi quell’atroce scena con i miei occhi senza poter fare nulla. A quelle parole Artrid scappò confuso e pieno di amarezza e la mattina seguente, senza dire niente a nessuno, all’alba abbandonò Storybrook. Arrivato nella sua casa d’origine raccontò tutto a sua madre. Era desolato e arrabbiato, ma la madre lo convinse a parlare con Ginevra. Il ragazzo stette per un po’ di tempo lì a pensare, ma poi ritornò dalla sua innamorata. Chiariti tutti gli equivoci sembrava non vi fosse più alcuno ostacolo al loro amore tranne uno, il malvagio Ascanio. Dovete sapere che in quel tempo nelle lontane terre d’Oriente, Cristiani e Saraceni combattevano tra loro per liberare il Santo Sepolcro. Ascanio partecipò ad una di queste crociate e non vi fece più ritorno. Giustizia era stata fatta perché Artrid prese le redini del regno e liberò i molti prigionieri rinchiusi nel palazzo. Finalmente fu libero di sposare la sua Ginevra. Divenne il nuovo feudatario di Storybrook rendendo la cittadina felice e prospera per molti e molti anni. 3° N