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Hadrien Dussoix
Ginevra, 1975. Vive e lavora a Ginevra.
Principali mostre personali
2010: Galerie SAKS, Ginevra. 2009: Espace Kugler, Ginevra;
Galerie Une, Neuchâtel, Svizzera; Projektraum Viktor Bucher, Vienna.
2006: Palais de l’Athénée Salle Crosnier, Ginevra.
Principali mostre collettive
2010: “Spazi aperti”, Accademia di Romania, Roma; “Accademia delle
accademie”, Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, Roma.
2009: “Panic”, Espace Arlaud, Losanna; “Post Tenebras Luxe”, Musée Rath,
Ginevra; “I am by birth a Genevese”, Vegas Gallery, Londra; “The Word Is Mine”,
Galerie Lange + Pult, Zurigo. 2008: “Blackout”, Art en île, Ginevra.
2007: “Artmôtiers”, Neuchâtel, Svizzera;
“Space is time!s twin brother”, Galleria Laurin, Zurigo.
Inaugurazione
24 giugno 2010
ore 18.30
Orari lunedì - venerdì
ore 10.00 - 13.00 / 15.00 - 18.00 solo su appuntamento
Chiuso sabato, domenica e festivi
Ingresso libero
Gian Michelle Grob
Wil, Svizzera, 1980. Vive e lavora a Lucerna.
Principali mostre personali
2010: Ehegraben Widmer & Theodoridis contemporary, Zurigo.
2009: Les Halles, Porrentruy, Svizzera. 2007: Kunstraum Sandra Romer,
Coira, Svizzera; Raum für Kunst Sic!, Lucerna; Pro Artibus Residence Gallery,
Ekenäs, Finlandia. 2006: De Fabriek, Rotterdam; Kunstpanorama, Lucerna.
Principali mostre collettive
2010: “Spazi aperti”, Accademia di Romania, Roma; “Accademia delle accademie”,
Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, Roma; “Inside Out”,
Kunsthalle Luzern, Lucerna. 2009: “Niki & Friends”, Chur-Kultur,
Kunstraum Sandra Romer, Coira, Svizzera. 2008: “Unpredictable”,
Istituto Svizzero di Roma; “Show Down”, Projektraum exex, San Gallo, Svizzera.
2007: “Zwielicht”, Diskurs Festival 07, Giessen, Germany.
Con il contributo di
Angela Marzullo
Rümlang, Zurigo, 1971. Vive e lavora a Ginevra.
Principali mostre personali
2010: s.t. foto libreria galleria, Roma.
2007: Palais de l’Athénée Salle Crosnier, Ginevra.
Principali mostre collettive
2010: “Spazi aperti”, Accademia di Romania, Roma; “Accademia delle
accademie”, Complesso Monumentale di Santo Spirito in Sassia, Roma;
“The Dark Side of the Pink”, Galerie Forde, Ginevra; “L’accumulation primitive”,
Les Halles, Porrentruy, Svizzera; “Performances au féminin”,
La Comédie de Genève, Ginevra. 2009: “Blutgeil”, Rodeo 12, Ginevra; “I am by
birth a Genevese”, Vegas Gallery, Londra. 2008: Art Chêne, Biennale d’art en ville,
Ginevra; “Art Cannot Be Untaught”, La Rada, Locarno; “Tourist”, Fondation
d’entreprise Ricard, Parigi. 2007: “Home Cinéma 1.7”, Trafic, Losanna.
2006: “Reality/Play”, Orchard, New York.
Esteban Pagés
Buenos Aires, 1971. Vive e lavora a Ginevra.
Principali mostre personali
2010: Fondation Suisse, Parigi. 2009: Stargazer, Ginevra.
2008: La taupinière, Ginevra. 2007: Art en île, Ginevra; Stargazer, Ginevra.
2003: Andata/Ritorno, Ginevra.
Principali mostre collettive
2010: “Accademia delle accademie”, Complesso Monumentale di Santo Spirito
in Sassia, Roma. 2009: “PH”, Buenos Aires, Argentina.
Istituto Svizzero di Roma
Via Liguria 20
I-00187 Roma
t +39 06 420 42 1 / 620
f +39 06 420 42 420
[email protected]
www.istitutosvizzero.it
Enti Finanziatori
Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia
Segreteria di Stato per l’educazione e la ricerca
Ufficio federale della cultura
Ufficio federale delle costruzioni e della logistica
Partner
BSI
Canton Ticino
Città di Lugano
Università della Svizzera italiana
Hadrien Dussoix
Gian Michelle Grob
Angela Marzullo
Esteban Pagés
25 06 - 23 07
Gli artists in residence dell’Istituto Svizzero di Roma nella
stagione 2009-2010 (Hadrien Dussoix, Gian Michelle Grob,
Angela Marzullo, Esteban Pagés) hanno trascorso nove mesi
a Roma. Con la mostra “Don’t Open that Door” si chiude il
loro periodo di residenza presso l’ISR.
Gian Michelle Grob
Kreuzung, 2010. Still da video.
Michelle Grob ha studiato alla Hochschule Luzern Design & Kunst. L’artista, che ha adottato lo pseudonimo di
Gian Michelle, si definisce una “massaia” quando parla del suo lavoro. Le sue installazioni, le sculture, le
azioni e i video derivano da contesti domestici, che diventano i set per i video su cornice digitale o l’ispirazione
per una rielaborazione in chiave ironica di ossessioni e manie legate alla vita di tutti i giorni. L’installazione
Balls (2008) è composta da 38 ritratti, uno per ciascuno dei giocatori della nazionale ufficiale di calcio
svizzera, ed è stata realizzata in lana, lavorata a maglia. L’artista è spesso direttamente coinvolta nei video o
nelle sue azioni, inserendo nell’opera anche riferimenti autobiografici. In questo modo è iniziata anche la sua
residenza a Roma: in Untitled (2009), Grob ha guidato una Vespa dalla Svizzera all’Istituto Svizzero di Roma.
Hadrien Dussoix
Portrait, 2010. Materiali vari, 30 x 24 cm. Collezione privata.
Allievo di Peter Roesch presso l’Ecole supérieure des Beaux-Arts
de Genève, Hadrien Dussoix lavora con la pittura, il disegno e la
scultura. Il suo lavoro si compone di elementi che provengono
dalla cultura pop e underground, dal mondo dei fumetti e dei
graffiti. Brani tratti dalle canzoni dei Talking Heads, di John Cage,
immagini e frasi estrapolati da pubblicità, cinema, libri e riviste
compongono i titoli di alcune delle sue opere o appaiono su
alcuni dipinti come Fall Fast Fall Free o Beyond Good & Evil
(2010), rielaborati secondo uno stile tipicamente street art.
Oltre a un legame con l’immaginario pop, il lavoro di Dussoix
possiede anche una forte ispirazione classica. Le tele dipinte con
pittura a spray che raffigurano vedute parziali di monumenti su
larghi sfondi monocromi di cattedrali gotiche o rinascimentali –
Palazzo Vecchio o la Basilica di San Lorenzo a Firenze –
rappresentano il punto di partenza per una riflessione
sull’eredità classica, secondo un’estetica astratta e primitiva. Le
sculture e i collage sono realizzati con materiali poveri (colla,
nastro adesivo, frammenti di oggetti di uso comune – CD, ritagli,
mattonelle rotte) e ricoperti da densi strati di pittura.
Esteban Pagés
The Spotlight. N° 95, January, 1955.
Part 1 : Actors and stage and screen personnel.
Part 2 : Actresses and children, 2009-2010. Doppia video
proiezione, 33 min.; 32 min. 11 sec. Immagine da backstage.
Angela Marzullo
Concettina, 2010. Video, 15 min.
Angela Marzullo ha studiato alla Ecole supérieure des Beaux-Arts di Ginevra.
Le sue opere presentano un legame con gli aspetti più tipici delle sue performance, anche
quando si tratta dei suoi video o delle sue fotografie.
Nei video, l’artista mescola i numerosi riferimenti alle sue origini e alla sua famiglia a
spunti che provengono dalla storia dell’arte, dall’architettura e dalla letteratura, nell’ambito
di una ricerca sull’evoluzione delle classi sociali nei quartieri di periferia di Roma.
Concettina (2010) è un video ispirato alle Lettere Luterane di Pier Paolo Pasolini, in modo
particolare al “trattatello pedagogico” Gennariello (1976). Attraverso l’adattamento di
alcuni passi di questo scritto, Marzullo racconta la condizione di incertezza di due giovani
adolescenti. Girato interamente nel parcheggio di Villa Borghese a Roma, che nel 1973 ha
ospitato una storica rassegna d’arte contemporanea (Contemporanea ’73), il video è inoltre
un omaggio all’architettura di Luigi Moretti.
Esteban Pagés ha frequentato l’Ecole supérieure des Beaux-Arts a
Ginevra, dove si è trasferito dopo gli studi di filosofia e di Belle Arti a
Buenos Aires. Le sue opere più recenti stabiliscono una relazione con il
tempo e la storia che si articola attraverso la creazione di ossimori.
La compresenza di elementi opposti si ritrova anche nella sua ricerca sul
fossile, depositario di un valore temporale e, allo stesso tempo, oggetto
legato all’idea di scoperta e di fine.
The Spotlight. N° 95, January, 1955 (2009-2010) consiste in due video
proiettati simultaneamente che mostrano le immagini di due cataloghi
degli anni Cinquanta utilizzati per selezionare attori e attrici per i casting
cinematografici. Il gesto meccanico di una mano che sfoglia le pagine di
questi volumi impone un ritmo che contribuisce alla creazione di un
aspetto narrativo e alla perdita di un contesto temporale all’interno
dell’opera, sospesa tra passato e presente. La scelta di utilizzare
immagini stereotipate di quegli anni è dettata da un’ironia che si ritrova
anche in un gruppo di lavori fotografici dell’artista (Arco dei Banchi, Roma;
ST; Prima e quarta di copertina; Immagine a 90°, 2008-09), che analizzano
il “dispositivo” inteso come accesso a una decodificazione delle immagini
attraverso un supporto.