Il«tennometro» factoring segnala ordini in ripresa

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IL SOLE 24 ORE
Venerdí
26/03/2010
ECONOMIA E IMPRESE
Congiuntura. Assifactor ha rilevato da inizio anno una crescita delle fatturazioni
Il «termometro» factoring segnala ordini in ripresa
Amministrazioni pubbliche sempre in ritardo con i pagamenti
Jacopo Giliberto
Jacopo Giliberto
MILANO
Il comparto del factoring (cioè le finanziarie che "comprano" le fatture e i crediti delle aziende) è un ottimo
termometro dell'economia reale. E il termometro indica che la febbre delle imprese comincia ad attenuarsi,
che le fatture ricominciano a girare, e con le fatture ripartono gli ordinativi, e quindi anche la produzione.
>>Sono indicazioni ancora sommarie – osserva Alessandro Carretta, economista e segretario generale
dell'Assifact (l'associazione delle imprese di factoring) – ma che fanno pensare a una tendenza timida alla
ripresa<<. Conferma Rony Hamahui (Mediofactoring), vicepresidente dell'associazione: >>I nostri clienti del
settore manifatturiero ci segnalano che si sta completando il ciclo delle scorte; per soddisfare gli ordinativi,
hanno dato fondo ai magazzini e ora devono mettere in moto la produzione<<. Ma rimane il problema
terribile della pubblica amministrazione. Che paga in ritardo i suoi fornitori, soffocandone il circolante e
rallentando così tutta la catena dell'economia.
La Spagna, per aiutare le imprese a uscire dalla crisi, ha messo alla striglia le sue amministrazioni
pubbliche perché accelerassero i pagamenti ai fornitori. Risultato, saldo a 30 giorni dalla fattura. La Gran
Bretagna ha fatto meglio: le aziende devono aspettare appena 8 giorni per ricevere il pagamento dalla
pubblica amministrazione. E in Italia?
Lo scenario dell'Assifact è preoccupante. Lo Stato incassa ma paga in ritardo. Gli ospedali e le Asl del
Lazio e della Campania saldano le fatture con circa 400 giorni di ritardo, e le regioni pagano con acconti
continui che rimandano all'infinito il conguaglio. I peggiori in assoluto sono i commissari ai rifiuti del
Mezzogiorno, o in generale i commissari nominati dal governo per le emergenze come i terremoti: fanno gli
ordinativi, i loro fondi sono impignorabili e rinviano all'infinito il saldo. Anche di otto o nove anni. >>Alla fine,
le insolvenze delle amministrazioni pubbliche sono marginali, circa lo 0,03%. Ma serve una pazienza
infinita<<, aggiunge Carretta.
Secondo stime Assifact, relative ai primi due mesi del 2010, si tratta di circa 60-70 miliardi di euro di crediti
(contro i 50-60 del 2008). Di questi, i due terzi risultano scaduti, con un ritardo medio di incasso valutato in
238 giorni.
Il confronto europeo sui tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche è sgradevole per l'Italia. In
media (dato 2009) il Francia i clienti delle pubbliche amministrazioni incassano 92 giorni dopo la fattura (70
giorni di credito e 22 di ritardo nel pagamento), in Germania 55 giorni dopo, in Inghilterra 69 giorni dopo. In
Italia ci sono 128 giorni di credito medio più 52 giorni di ritardo nel pagamento effettivo: 180 giorni di attesa
(109 il ritardo medio tra imprese private).
La moratoria del governo alle banche è servita? Alle imprese, pochissimo. Secondo l'Assifact, ne ha goduto
quasi soltanto chi cercava finanziamenti a tassi molto agevolati.
Qualche indicazione aggiuntiva. Nel 2009 i prestiti delle banche a breve hanno accusato una diminuzione
annua dell'8,55% mentre le anticipazioni e i corrispettivi erogati alle imprese dalle società di factoring sono
cresciuti del 4,12%. Il trend prosegue anche nel 2010 quando il sistema factoring in Italia è cresciuto del
2,86% annuo mentre i finanziamenti delle banche sono scesi dell'8,83%.
I segnali interessanti sull'andamento futuro dell'economia vengono dalla crescita del factoring, che nel 2009
è salito del 4,12% portando il suo valore complessivo a circa il 9% del Pil italiano. Più nel dettaglio, al 31
dicembre 2009 il turnover (volume totale dei crediti ceduti) si è attestato a 118 miliardi di euro (121,1 nel
2008) mentre l'oustanding (ammontare dei crediti acquistati che devono essere ancora incassati) ha
raggiunto i 43,9 miliardi (41,7 nel 2008).
Ma nei primi due mesi del 2010 il turnover è cresciuto del 3%, meglio delle aspettative per l'intero anno che
indicano un +2,57% del turnover cumulativo.
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