Cheerleader - Derthona Ginnastica
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Cheerleader - Derthona Ginnastica
19 Cheerleader GINNASTE BELLE E BRAVE: CHEERLEADER ALL’ITALIANA L a Ginnastica a Torino 2006 non è stata presente “solo” nelle solenni cerimonie di apertura e di chiusura. 200 giovani atlete tra i 16 e i 25 anni, infatti, hanno spopolato negli impianti piemontesi, in città come in montagna, per l’intera durata dell’evento targato CIO. Sono carine e simpatiche, si divertono, ma soprattutto fanno divertire i tifosi. Sono le “cheerleader”, il gruppo nato per i Giochi Olimpici Invernali ad immagine e somiglianza di quelli che abitualmente colorano gli appuntamenti sportivi stelle e strisce. Dietro il progetto dell’Agenzia Sport Production c’è il lavoro di Daniela Schiavon, Direttore Tecnico Regionale di Ginnastica Generale. “Siamo partiti a maggio 2005 – racconta la professoressa, docente alla facoltà di Scienze Motorie di Torino – selezionando un casting di 1200 ragazze per formare quello che, nelle intenzioni del Toroc, sarebbe dovuto essere il motore trainante della manifestazione. L’avvio, come spesso accade, era costellato di punti interrogativi sia per gli spazi che ci venivano assegnati, sia per le musiche che si dovevano coreografare”. Nacque, allora, il team delle coreografe composto dalla stessa Schiavon (responsabile siti della città di Torino) dalla pinerolese Roberta Buniva (responsabile siti della montagna), da Roberta Bozzalla, Silvia Sorrentino, Anna Pappalardo e Monica Romano. Il gruppo delle Cheerleader 2006 doveva essere selezionato in base ai canoni imposti dal Comitato Organizzatore: bella presenza fisica, capacità di muoversi a tempo di musica, conoscenza e padronanza dei movimenti corporei e doti acrobatiche. Chi più di una ginnasta poteva avere tutti questi requisiti? “Spiegai il progetto alle società di Ginnastica piemontesi – riprende la Schiavon – e all’audizione si presentarono la Ginnastica Alba, la Ginnastica Libertas Saluzzo, l’A.S.D Elleadienne, il Centro Ginnastica Moderna Cameri , la Ginnastica Valentia, la Derthona Tortona, la Ginnastica Casale, la Piemonte Libertas, l’Akuadro Nichelino, la Rosa dei Venti, il Csen Caselle, la Viva Borgaro, ed alcune atlete provenienti da realtà della Lombardia, del Lazio e della Toscana”. A settembre iniziarono gli allenamenti per amalgamare il gruppo. Dapprima si individuarono otto compagnie formate da 20 ragazze ciascuna. Ogni squadra conglobava ginnaste provenienti dalla stessa sezione: l’artistica o la ritmica, piuttosto che aerobica caratterizzavano l’impostazione del team. “Abbiamo fatto tantissime prove in campo durante i “test event”, in stadi chiusi, vuoti e disadorni, nei giorni immediatamente precedenti al via – ricorda Daniela Schiavon – poi, anche per noi è stato “passion lives here”. Il motivo musicale «Olimpic dance» trascinava le ragazze in un unico linguaggio corporeo divenendo la “sigla” che il pubblico poteva facilmente imitare. Ma non è stato semplice. L’impegno, giorno dopo giorno, diventava sempre più gravoso. Per chi seguiva le partite di Hockey al Palasport Olimpico o a Torino Esposizioni, ad esempio, la giornata iniziava alle 9.00 con i preparativi e le prove di riscaldamento negli spogliatoi e proseguiva, a partire dalle 11.00, con l’ingresso in campo, le coreografie sugli spalti durante il “time out” e l’esultanza per i goal. Senza contare le varie “ola”, la performance nell’intervallo tra il primo ed il secondo tempo e così via fino a sera. Il gruppo di ginnaste assegnato all’ Oval Lingotto, dove si svolgevano le gare di velocità, è stato l’unico ad aver eseguito una coreografia acrobatica con rondate, flic flac e salti, per la gioia degli spettatori, soprattutto olandesi. “Anche i siti montani hanno visto la presenza un po’ più incappucciata delle nostre ragazze pon pon – aggiunge sempre la Direttrice Tecnica Regionale - che sono diventate una sorta di carovana itinerante per seguire, anche sotto la neve, le varie specialità, dal free style a Salice d’Oulx, alla discesa del Sestriere, fino a Bardonecchia e Pragelato”. Alla fine le nostre ginnaste hanno davvero conquistato i cuori di tutti. Dai palazzetti ai siti montani sono cominciate a fioccare proposte di stazioni radiofoniche e televisive, italiane e straniere. Le cheerleader azzurre in Piazza San Carlo di fronte alle telecamere della NBC oppure davanti alla “Cheerleader dressing room” per le interviste nei momenti di pausa: spettacolo nello spettacolo, garbato e simpatico, che non può e non deve finire con le Olimpiadi. (Si ringrazia per la collaborazione Daniela Schiavon)