21 anni e siamo tutti pazzi per Quentin Tarantino

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21 anni e siamo tutti pazzi per Quentin Tarantino
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21 anni e siamo tutti pazzi per Quentin Tarantino
Author : Carlotta Panaro
Date : nov 12, 2015
Tara Wood continua la serie dedicata ai 21 anni. Dopo , documentario sul regista della fortunata
trilogia , e , ora è la volta di Quentin Tarantino.
Il documentario autorizzato, scritto e diretto dalla Wood e da Michael Dunaway ha come scopo
dichiarato quello di ricostruire i primi 21 anni di lavoro del regista, che sembrerebbero essere
l’arco temporale ideale per definirne la carriera.
A sedurre i tarantiniani doc, ci saranno una serie di interviste fatte alle tante figure che
compongono l’universo del regista statunitense: Samuel L. Jackson, John Travolta, Christoph
Waltz, Lucy Liu, Zoe Bell, Jennifer Jason Leigh, Jamie Foxx, Eli Roth, Robert Forster, Diane
Kruger, Michael Madsen e Kerry Washington.
Quando Tarantino era solo il Quentin ventenne che viveva a Los Angeles, trascorreva le sue
giornate a gestire una videoteca, ma come lui stesso ci ha tenuto più volte a specificare, la sua
passione cinefila lo aveva catturato già molto tempo prima. Proprio questa passione lo portò ad
affacciarsi al mondo della regia con il suo e a quello della sceneggiatura con , e , due cocktail di
violenza e follia. Ma il regista non sapeva che di lì a poco avrebbe dato il via a una sequela di
grandi successi di pubblico e critica. Con ha inizio tutto: sangue zampillante, violenza spesso
suggerita ma altrettanto spesso mostrata senza veli, zoommate sui primi piani, deliranti dialoghi
traboccanti di parolacce e musiche che sono diventate vere e proprie portabandiera dei suoi
film. Mr. White, Mr. Orange, Mr. Pink, Mr. Blond, Mr. Brown, tutti incravattati a immagine e
somiglianza dei , sfilano a rallentatore sulle note di di George Baker.
Dopo aver visto Reservoir Dogs, risultava un po difficile aspettarsi qualcosa di ancora più
grande, si pensava che con quel film Tarantino avesse superato se stesso. Poi, con , lo
spettatore rimaneva nuovamente di sasso e si andavano a rimescolare tutte le carte in tavola.
Non a caso gli è valso l’Oscar per la migliore sceneggiatura e la Palma D’Oro a Cannes.
è un insieme di luoghi comuni tipici della cultura pop costantemente parodiati e di dialoghi
convenzionali contestualizzati in momenti decisamente contraddittori. Così Jules e Vincent
parlano di massaggi ai piedi e di cheeseburger poco prima di un’esecuzione. E’ proprio qui
che John Travolta balla il twist con Uma Thurman, omaggiando quegli stessi ondeggiamenti che
avevano visto protagonista l’attore statunitense 17 anni prima ne .
I dettagli poi sono tutto. Cosa sceglie Vincent tra un romanzo giallo e la pistola per andare alla
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toilette? Ovvio, il romanzo; e ciò gli costerà la vita.
E allora tutti pazzi per Tarantino: tutti con la t-shirt di , tutti incollati ai tabloid a sperare nel
binomio Tarantino-Thurman, tutti con i poster de e il portafoglio Bad Mother Fucker.
Anche i suoi colleghi vogliono qualcosa di suo, molti cercano di imitarlo: ed eccoli riempire la
bocca dei personaggi dei propri film con frasi cool e piene di parolacce, e a cimentarsi con la
spettacolarizzazione della violenza, ma il risultato è spesso un accumularsi di film per
adolescenti alla ricerca di scene di sesso e brutalità.
Poi è la volta di , che non ottenne il successo sperato, e , primo film basato su una trama non
originale, che solo in seguito fu considerato uno dei suoi migliori film.
I due nascevano dopo una pausa di sei anni del regista e consacrarono definitivamente Uma
Thurman ad icona pop, vestita di una scintillante tuta gialla e nera, appartenuta
precedentemente a Bruce Lee.
Tarantino decise di dedicarsi poi allo splatter horror con e due anni dopo rispolverò un vecchio
progetto accantonato: che valse l’oscar a Christoph Waltz.
La seconda statuetta è arrivata con , omaggio allo spaghetti-western del 1966 di Franco
Corbucci, che ai tempi fu uno dei film più violenti dell’epoca.
Ora aspettiamo il suo ultimo figlioccio, , girato in pellicola 70mm come un classico western che
si rispetti, con “otto pieni di odio” protagonisti uniti dall’elemento costante della neve e
accompagnati dalle note di Ennio Morricone. Si riconferma un cast stellare: Kurt Russell,
Jennifer Jason Leigh e Samuel L. Jackson, Tim Roth, Walton Goggins e Michael Madsen,
Bruce Dernl, Demian Bichi.
Ancora non si sa però quale sorpresa gli riservi il sindacato della polizia statunitense, che ha
minacciato di boicottare lui e i suoi film. La frase “polizia assassina” usata da Tarantino il 24
ottobre durante la manifestazione contro la politica di violenza degli agenti newyorkesi, ha
generato il caos. Ma il regista, cultore della violenza su pellicola ma non nella vita reale, non ha
alcuna intenzione di chiedere scusa.
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