On the Road 5
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On the Road 5
• Michelin e Mira Lanza. Se siete di quelli che ogni tanto si chiedono come è possibile che certi ristoranti italiani possano fregiarsi della "stella" Michelin, sappiate che in Olanda probabilmente il sopra citato riconoscimento lo danno ancora con i punti del concorso Mira Lanza (quello dell'Olandesina, tanto per intenderci). Lo scorso dicembre, intristito e ingolosito da giorni di astinenza, mi sono infatti intrufolato tutto speranzoso al Vermeer di Amsterdam (una stella Michelin, appunto). Già dopo poche ore l'unica cosa che ricordavo, e che ancora oggi ricordo, a parte il conto (170 euro a cranio!), è un pezzo di carne che sembrava appena sottratto alla mummia di Ramses II (che poi la notte stessa mi si è presentato in sogno rivendicando il maltolto. Che scena ragazzi!). • Il cliente ha sempre ragione (tranne al "Due Lanterne" di Nizza Monferrato). Ecco più o meno come sono andate le cose. Fuori nevica e fa un freddo cane. A mezzogiorno e un minuto apro la porta del Due Lanterne. Mi siedo, do un'occhiata rapida al menù e ordino un piatto di salumi, carne cruda e agnolotti. Dopo la solita gita al bagno, torno al tavolo e inizio a sfogliare la carta dei vini. Passano i minuti e intanto, con la coda dell'occhio, continuo a flirtare con il mio piatto di salumi già bello pronto sul carrello. A un certo punto, fresco come una rosa, azzardo una richiesta: <<scusi, non è che nel frattempo potrei avere il mio piatto di salumi?>>. Al che la bionda signora risponde: <<NO! Prima sceglie il vino, poi le porto la frittatina (che manco avevo chiesto) e poi le porterò i salumi. A proposito, ha scelto?>>. <<Acqua minerale, grazie. Gassata, molto gassata!>>. • Restando in tema. Detto del Due Lanterne, dove peraltro si mangia bene e si spende il giusto, eccovi qualche altra dritta gastronomica in quel di Nizza e dintorni (con un occhio al budget). Oltre al solito Bardon, dove vi potrete togliere ogni possibile sfizio in tema di Barbera e non solo, c'è l'Osteria della Gallina Sversa, alla Piana del Salto di Calosso, che in realtà è metà pizzeria e metà ristorante. Gli agnolotti gobbi però sono molto buoni (tel. 0141.853483). Allontanandosi ancora un po' troviamo il Caffé Roma di Costigliole, proprio in piazza, a due passi dall'ex ristorante Guido. Salumi e formaggi sono il pezzo forte (oltre al gran via vai di produttori di vino; tel. 0141.966544). Forti perplessità invece sull'ambiziosa operazione de La Maragliana, appena sopra Nizza, mentre più di una persona mi ha parlato bene di Violetta e di Biancalancia, entrambi a Calamandrana ed entrambi chiusi per ristrutturazione al momento del mio tour. I Caffi, in compenso, si è trasferito ad Acqui Terme che ormai, in fatto di ristoranti, offre una scelta davvero invidiabile. • Avvertenze. Quanto appena scritto merita però una precisazione. Se siete degli habitué della Langa e avete quindi una minima idea di che cosa sia la carne cruda battuta al coltello, non aspettatevi di trovare altrettanto nell'Astigiano. Anche dove esplicitamente dichiarata come tale, si tratta in realtà nel 99% dei casi di comune carne macinata (a meno che, mi sorge il dubbio, non abbiano dei coltelli molto più affilati che in Langa. Tutto può essere). • Crispa fauss! Gastronomicamente parlando vivo di poche certezze (non che per il resto sia tanto diverso) e una di queste certezze sono i tajarin burro e salvia del Centro di Priocca. L’ultima volta però è andata storta. Pasta perfetta, ma burro quasi zero. Perplesso, ho chiesto lumi a Enrico che mi ha risposto: <<sai com’è, se c’è troppo burro la gente si lamenta... la dieta... il colesterolo>>. Ariperplesso, ho fatto un paio di puntate in altrettanti ristoranti, ma il risultato è rimasto il medesimo: niente burro! Al che mi domando: sarà una pura e semplice coincidenza o c'è davvero il rischio che per colpa di quattro "balabiot" saremo costretti a cambiare le nostre abitudini alimentari? Nel caso, sono pronto a sostenere eventuali ronde di vigilantes che li tengano lontani dai nostri luoghi di culto! Botte da orbi sono assicurate! • Ultima chiamata. Uno dei due ristoranti di cui sopra era la Trattoria dell'Arco di Cissone, dove non ero mai stato (ok, dopo vent'anni in Langa potevo anche decidermi prima) e di cui più o meno tutti mi avevano parlato bene. A conti fatti, però, arrivi fin quassù più per la carta dei vini e per il posto (la sala è davvero carina), che per la cucina. E a proposito di carta dei vini, qui vi potrete permettere dei viaggi nel tempo mica da ridere, spendendo oltretutto delle cifre ragionevoli (commisurate però alla storicità di alcune bottiglie). Io ho bevuto la Riserva Brunate 1990 di Beppe Rinaldi (a proposito, ma il Barolo d'antan non aveva poco colore?) e il Barolo Cannubi 1986 di Prunotto (stretto stretto ma si beveva). Alla Riserva 1985 di Conterno Fantino ci ho pensato invece fino al dolce. Poi, alla fine, è rimasta al fresco in cantina. A vostra disposizione. • Ultima chiamata bis. E a proposito di vecchie bottiglie, al San Domenico di Imola ho trovato ancora in carta il Barolo Bussia 1985 di Prunotto (se non ricordo male a 85 euro). Di sicuro una delle pochissime occasioni rimaste per assaggiare una bottiglia che ha fatto la storia. Didattico. ENOGEA - II SERIE - N. 5 49 ON THE ROAD ON THE ROAD 50 ENOGEA - II SERIE - N. 5 • Magro bottino. Un po' per mancanza di confidenza con il territorio e un po' per le carenze del territorio stesso, torno dal Piceno con due soli consigli gastronomici in tasca. A due passi da Acquaviva Picena c'è il ristorante San Savino (tel. 0735.90329), una costruzione "rosellina" proprio sulla strada che d'inverno sembra chiusa e strachiusa, mentre ad Appignano del Tronto (ma sarebbe più corretto dire a Ripaberarda) c'è il ristorante/bar Santa Lucia (tel. 0736.817177). I piatti, così come elencati nel menù, non ispirano più di tanto, ma la carne, specie al San Savino è davvero ottima. Sotto i 20 euro con 3-4 piatti (roba che a Monza mi mangio sì e no la pizza). • Beato tra gli abbonati. Cari miei, gli abbonati sono proprio una gran cosa. Ti danno consigli, ti organizzano visite, ti raccolgono campioni, ti segnalano novità e senza chiedere nulla ti portano pure una bottiglia di Eclipse 2003 di Noon, così, giusto per sapere cosa ne pensi (già, cosa ne penso? Mah... tanti muscoli, tanta ciccia, quasi salato, ma per avere questo non serve andare fino in Australia...). Poi ci sono invece quelli più goderecci che a Natale ti dicono magari dove andare a comprare questo, dove andare a comprare quello e, delizia delle delizie, ti "mettono in contatto" con uno splendido capretto che a Milano, da Peck, con gli stessi soldi non ti danno nemmeno la carta per avvolgerlo. Ecco gli estremi per "contattarlo": Bonacina Carni, via Statuto 19B Bergamo (tel. 035.233895). • Amaretti. E sempre a proposito di delizie (poi mi fermo, lo giuro) ecco un ottimo spunto per chiudere in gloria: Amaretti di Mombaruzzo di Carlo Moriondo (tel. 0141.77033; [email protected]). Tenerissimi. • SGN. Ormai ne sono del tutto convinto: le sélection de grains nobles alsaziane non sono vini da tenere in cantina sperando in chissà che cosa. Molto meglio bersele giovani e sul frutto (che sono eccezionali). E sia chiaro, non parlo del primo produttore che trovi per strada o di un'annata sca- dente, parlo di Zind Humbrecht (Gewürztraminer Rangen de Thann 1989, Gewürztraminer Heimbourg 1989, Tokay Pinot Gris Clos Jebsal 1991) e di Domaine Weinbach (Tokay - Pinot Gris Quintessence de Grains Nobles). E pensare che le rispettive Vendange Tardive (penso per esempio a Gewürztraminer Heimbourg 1989 o a Goldert 1989 di Zind Humbrecht) sono ancora oggi eccellenti e quasi ibernate. Misteri del vino. • Politicamente scorretto. Non so com’è, ma ogni tanto ho come l’impressione che qualcuno pensi che siamo tutti una gran manica di imbecilli. Siamo nel 2006 e, pensate un po’, Nicholas Negroponte dell'MIT lancia l'idea del computer low cost a manovella! No dico, ma vi rendete conto? A manovella!! Ma se Motorola (o Nokia, non ricordo bene) avevano già fatto flop con un'idea simile per i telefonini, perché insistere? Il dubbio è che sotto sotto ci sia una torta molto ma molto più grande della precedente (leggi paesi in via di sviluppo ecc. ecc.), e il fatto che anche un "filantropo" come Bill Gates sia lì a volteggiare nell'aria non lascia certo più tranquilli. Lui però, bisogna dirlo, ha un'altra idea. Niente computer a manovella! Questi paesi hanno bisogno di telefonini! Telefonini che facciamo tutto e costino niente! Che poi siano targati Microsoft è solo un dettaglio. • Portate pazienza. Sarà perché è ora di pranzo (almeno nel momento in cui sto scrivendo), ma mi è venuto in mente che nel numero scorso mi sono dimenticato di segnalarvi che in Valtellina, alla tenuta La Gatta (quella di Domenico Triacca, per intenderci) fanno dei pizzoccheri che sono la fine del mondo. Solo per visitatori prenotati. • Per il mio unico lettore di Nerviano (non faccio il nome per via della privacy). Visto che anche in questo numero - caro Nino - rischiava di restare a bocca asciutta, ecco un consiglio musicale che dovrebbe fare al caso suo: "Cachaito" di Orlando Cachaito Lopez. I primi tre brani sono eccezionali. Tutto strumentale. SWEET REGGAE MUSIC Burning Spear Live in Paris - Zenith '88 su iTunes a 16.83 euro Black Uhuru Tear it Up Island - 15.90 euro Un live monumentale, una voce storica quanto straordinaria (Winston Rodney) e una band eccellente che lavora nell'ombra. Vivamente consigliato ai cardiopatici. In caso di arresto cardiaco ci penserà il basso a pompare il liquido vitale. Jah Rastafari! Una band e un live che spesso i puristi ignorano. Eppure il trio Rose/Simpson/Jones qui è magico e danza senza sosta sul tappeto sonoro intessuto con la consueta maestria da Sly & Robbie (batteria e basso). Potente. Gregory Isaacs Night Nurse Island - su iTunes a 9.99 euro The Gladiators Presenting The Gladiators www.sankofareggaemusic.com Un grande della musica reggae al massimo della sua forma. Nitido e sinuoso come una grande Beerenauslese tedesca. Gregory ci mette lo zucchero, la Roots Radics ci mette l'acidità. Basso e batteria sono di precisione assoluta. Un grande gruppo alla corte di Sir Coxone. Ai più sconosciuto. Quasi acustico. Non è la prima tappa di avvicinamento alla musica reggae, ma potrebbe diventare una sorta di rivelazione. Rintracciabile solo su internet o in Francia.