La matriciana -una storia Romana-

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La matriciana -una storia Romana-
La matriciana -una storia Romana-
Perchè Matriciana e non Amatriciana Grandi discussioni sono sorte sul termine "Matriciana".
C'è chi sostiene che la ricetta sia di Amatrice (da cui Amatriciana), e chi, invece, ritiene che si
tratti di un piatto romano.
Alla fine noto chè tutto si risolve in una lite campanilistica sterile.
Personalmente io mangio quello che mi piace e che appaga il mio gusto, per questo a tavola
critico.
La matriciana da me assaggiata ad Amatrice a me non è minimamente piaciuta, le liti sterli
neppure, cosi come i boriosi che si ergono in cattedra ad insegnare.
La cucina è amore e passione, se sei capace bene altrimenti è meglio che scrivi e mangi quello
che ti capita, originale o no, se non ti piace problemi tuoi scriverai di più, fine!
In effetti, se si scava alla radice, si può notare come le differenze tra le due ricette siano
notevoli: in bianco e senza cipolla ad Amatrice, con il sugo e la cipolla a Roma.
Alcuni dicono chè ricetta in realtà nasca a Roma, e sono gli abitanti di Amatrice a crearne una
"copia" riveduta e corretta.
Si dice la tradizione che gli abitanti di Amatrice venivano a "svernare" a Roma, poichè il loro
clima era molto rigido d'inverno.
L’invenzione dell'Amatriciana è rivendicata dai romani, cui sarebbe stata soltanto "ispirata" dai
pastori amatriciani i quali, durante il periodo estivo, erano soliti spostarsi a Roma per vendere i
loro prodotti caseari e le carni ovine e bovine.
La "Matriciana" nasce quindi probabilmente a Roma e da Amatrice eredita solo alcuni
ingredienti base: infatti i pastori provenienti dai territori confinanti con l’Abruzzo e l'alto Lazio
pascolavano le greggi nelle campagne romane, portandosi dietro alimenti facilmente
conservabili (pecorino, guanciale). Solo dopo, a Roma l’Amatriciana diventa Matriciana, con la
fondamentale differenza del soffritto di cipolle e del pomodoro Casalino.
Non c'erano grandi simpatie tra i Romani e gli Amatriciani, tanto è vero che a Roma girava una
battuta, un po' pesante, con la quale si sosteneva che "gli abitanti di amatrice non potevano
essere concittadini di Ponzio Pilato, poichè lui si era lavato le mani, mentre loro non si lavavano
neanche quelle!".
La ricetta che uso io, originale o no questa a me piace quella originale assolutamente
no!
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La matriciana -una storia Romana-
Ingredienti per 4 persone, un peperoncino rosso piccante, 1/2 chilo di bucatini, 200 g di
guanciale ( se non e' guanciale pare che non si possa chiamarla matriciana), 1/2 cipolla, 4
cucchiai di olio di oliva extravergine, 1/2 bicchiere di vino bianco secco, 6 o 7 pomodori maturi
(San Marzano o pomodori pelati), 100 g di pecorino romano grattugiato(quello con la buccia
nera possibilmente no sardo anche se gli hanno dato la DOC, troppo salato), sale.
In un tegame mettere un po' d'olio di oliva e far scaldare bene, aggiungere la cipolla e far
imbiondire insieme al peperoncino, quindi aggiungere il guanciale e non appena il guanciale
comincia a rosolarsi spruzzate con mezzo bicchiere di vino bianco e fate evaporare, quindi unite i pomodori tagliati a cubetti e fate bollire girando di tanto in tanto, i sugo è pronto quando
l'olio passa sopra al pomodoro, si dice che fà l'occhietto.
. Lessare la pasta e scolarla al dente. Metterla in una ciotola aggiungendo il pecorino
grattugiato. Aggiungere la salsa ottenuta e mescolare. Guarnite con altro pecorino, se volete.
La verità è che ogni ricetta e ogni cuoco, domestico e stellato che sia, porta sempre qualcosa
di suo a qualsiasi ricetta. Anche utilizzando gli stessi ingredienti, alla fine, quello che la
differenza è la mano del cuoco e la sua passione, che è poi quella che si avverte mangiando.
Qualcuno direbbe, a ragione, che l’ingrediente migliore dei piatti è l’amore: è per quello che i
piatti migliori sono quelli cucinati dalle mamme e dalle nonne. Nello specifico, le mie Mia Zia
Lidia faceva una matriciana da impazzire, e da quello che so non solo metteva la cipolla ma
anche l'aglio!
La conclusione è che, si tratti di sugo all’arrabbiata, sugo alla puttanesca, sugo all’amatriciana
o alla gricia, alla fine il giudizio finale lo da sempre il palato nostro e degli ospiti. Con buona
pace di Chef Cracco e del Sindaco di Amatrice.
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