Scheda del film - Liceo Scientifico
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Scheda del film - Liceo Scientifico
WILL HUNTING GENIO RIBELLE di Gus Van Sant FRA.'JCO LA POLLA Titolo originale: Good WilI Hunting. Re" gia: Gus Van Sant. Soggetto: Matt Da" mon. Sceneggiatura: Ben Affleck, Matt Damon. Fotografia: Jean Yves Escoffier. Montaggio: Pietro Scalia. Muswa: Danny Elfman. Scenografw: MelIssa Stewart. Costumi: Beatrix Aruna Pasztor. Interpre ti: Matt Damon (Will Hunting), Robin Williams (Sean McGuireJ, Ben Affleck (Chuckie), Minnie Driver (Skylar), Stellan Skarsgard (Lambeaul, Casey Affleck (Morgan), Cole Hauser (Billy), John Migh ton (Tom), Rachel Majowski (Krystynl, Colleen McCauley (Cathy). ProduzIOne: Lawrence Bender per Lawrence Bender Prod. Distribuzione: Cecchi Gori. Durata: 126'. Origine: Usa, 1997. Wiil Hunting è un ragazzo dei quart~eri poveri di Boston. Vive una vIta squallIda insieme a un gruppo dL amlCl teppIstI e SL guadagna qualche soldo lavo~ando come inserviente nel dipartimento dI matematL ca del prestigioso Massachusetts Institute of Technology. Proprio là egli si. distin" guerà risolvendo casualmente un .~lffLcLlts simo problema di matematICa, CIO che guadagnerà l'attenzione del prof. Lam beau, il quale garantirà per lui davanti al giudice che l'ha condannato al carcere per le sue violenze. Will ha infatti un passato molto tribolato: orfano, egli ha alle spalle un record di piccoli crimini. Lambeau ot tiene la sua libertà in cambio di un tratta mento con uno pSicanalista. All'inizio Will prende in giro i suoi medici. Infine Lam beau si rivolge ad un vecchIO compagno d'università Sean col quale intrattiene un rapporto evfdente/nente competitivo minato da screzi nel passato. Sean non rIesce. a elaborare il lutto per la morte della mogILe.. WiIl se ne rende conto e lo punzecchza: fra l due nasce allora un rapporto a prima vista molto teso, ma a poco a poco di sempre maggior comprensione. Questo tuttavia non avviene se non a prezzo di quella che sembra essere una rottura fra medico e pa" ziente, tanto che Lambeau affronta Sean rimproverandolo del suo rigido comporta mento ed anche del fatto che Will continua a rifiutare e ad irride~e le varie jJropost~ di lavoro che importantL compagme e socleta gli hanno proposto. Questo confronto SL tramuta presto in una resa del conti fra l due vecchi compagni di università, alla quale casualmente Will a~siste. Nel frat tempo il ragazzo ha conoscIUto una studen tessa di Harvard, Skylar, con la quale Ln staura un rapporto sentimentale e sessua 54 / CINEFORUM 372 le. Lei si innamora e glielo dice, ma lui non vuole saperne, dal momento che ha impo stato tutta la sua vita sul rifiuto della sin cerità degli affetti. Will teme infatti di aprirsi per timore di essere ferito, come spesso è capitato in passato quando, bam bino, ha subito terribili violenze dal patn gno e da chi gli stava vicino. Anche Sean ha avuto un passato del genere e riesce ad instillare nel giovane un granello di dub bio, sino a che gli strappa un'esplosione di lacrime, convincendolo ad andare dalla ra gazza, che nel frattempo è partita per la California per specializzarsi in medicina. Incoraggiato anche dal suo migliore amico, che invidia affettuosamente le qualità ge niali di Will e che non gli perdonerebbe di sprecarle per rimanere, come lui, un buono a nulla, Will parte a bordo dell'auto scal cagnata che il suo gruppo gli ha regalato al compimento dei 21 anni. La leggenda vuole che Matt Damon e Ben Atneck avessero in serbo questa sceneggiatura dai (recenti) tempi dell'u niversità e che d'un tratto si siano tro vati al centro della pellicola e come au tori e come attori. Insomma, Will Hun ting apparterrebbe soprattutto a loro. Ma non è cosÌ. Ancora una volta Gus Van Sant trasforma in qualcosa di per sonale e riconoscibile quello che chmn que potrebbe aver fatto. In effetti, pro vatevi a raccontare il soggetto della pel licola riassumendolo in poche parole: potrebbe suonare come uno di quei film di cinquant'anni fa con John Garfield, appunto mezzo genio e ribelle per inte" ro, o magari come una di quelle opere post-adolescenziali che qualche anno dopo avrebbero lanciato nel mondo il mito di James Dean, anch'egli come Will chiuso a riccio nel timore di essere ferito nei sentimenti. Certo, qui dietro c'è una storia di chiId abuse, una violen za che il codice di autocensura della MPAA aveva a quel tempo prudente mente bandito dallo schermo, ma il mo dello è sostanzialmente lo stesso. Dunque, non un film che si pone come "espressione dei tempi", ma al contrario come problematica senza tempo, se os" servato da un'angolazione sociopsicologi" ca. È Van Sant a farne un film riconosci bile al di là della sua atemporalità, della sua qualità mitologica. Ma attenzione: non ad aggiornarlo, bensì - se mi si pas" sa l'espressione - ad "autorializzarlo", a farne cioè una pellìcola ch~.J~orta la sua _inequjygcabile firma. ~- La firma di Va-n-- ~ Sant, lo sappiamo, si identifica temati" camente nella marginalizzazione, nell'i solamento, nel movimento, nell'omoses sualità, secondo un dizionario a volte in tercambiabile, sempre interagente nei suoi termini. Tale componente tematica, a sua volta, assume vesti formali ade guate e consone, o comunque tali da ren" dere in modi squisitamente visivi la co municazione di quei contenuti. Gli usuali eroi di Van Sant sono vaga bondi, perdigiorno, talvolta addirittura delinquenti, sempre comunque eccentri ci (e dunque marginalizzati). Ma qui per la prima volta il regista §i sofferma _~tllla differenza fra diversi. Nello stu" pendo, straziante e dolcissimo Belli e dannati egli aveva già incominciato ad indicare come non sempre la margina lizzazione è vera, pura, reale; come talo ra la sua area VIene invasa anche da persone i cui innegabili problemi perso nali le portano ad assumere atteggia menti da marginalizzati senza in realtà abbracciarne, per così dire, l'ontologia. In quel caso la solidarietà fra reietti era apI;Jarente, univoca, vissuta pienamente e Slllceramente soltanto da uno dei com ponenti la coppia, evidentemente desti nato a una forte delusione quando que sta verità verrà a galla. In Belli e dan nati ciò che in questo senso faceva la ve ra differenza era la letargia epilettica del protagonista, marchio reale e me" taforico indelebile, inappellabile e 80f" ferto della sua qualità di diverso, nel quale la messa fra parentesi della men te è il segno della lontananza del perso naggio dalla normalità. In Will Hunting la situazione è esat tamente simmetrica. Anche l'eroe titola reè diverso dagli altri del suo gruppo, ma questa volta non perché falso emar" ginato. AI contrario, eglì ha tutte le car te in regola per reclamare la sua paten te di marginalizzazione, come e più dei suoi sradicati compagni. Solo, rispetto a costoro Will è stato toccato dal genio: è ingordo di letture e qualunque cosa leg ga la assimila e la ricorda infallibilmen te; per di più ha il dono di affrontare e risolvere senza fatica i più ardui proble" mi matematici. Insomma, egli si distac" ca non soltanto da quelli del suo am biente, ma anche dagli esponenti di clas si più agiate e fortunate. In una parola, fa specie a sé. A differenza di qualunque altro giovane della sua classe, Will non ha bisogno di strategie, apparenze, ma gari _ le sl!:e_Elgantesche qu~" Età sono raccomandazione e garanZIa sufficiente per qualsiasi lavoro di altissi ma responsabilità teorico-scientifica. Dunque, la pepicola non lilncia mes saligi confortantJ e sconta~I su. come chlUnque possà. farcela con mtelhgenza e volontà (questa è una morale che, al massimo, possiamo leggere nel J)~rso~ naggio dello psicologo Sean, anch egh nato nel quartiere a sud ~ome Will, certo brillante ma non un gemo, al quale non a caso Will riuscirà in chiusura a "frega re la battuta"). Will non deve fare alcu no sforzo -perché per lui quei problemi matematiCI sono un giochetto da ragaz zi. Will Hun,ting ha a cu?re.altn pr?ble mi. Prima dI tutto, lo SI mdlcava plU so pra, quello dell'is~lamento. Ma mentre nei suoi precedenh film Van Sant aveva affrontato questo tema fenomenologica mente cioè mostrandocene, e molto be ne, forme ed esiti -:- qui egli scegli~, la .via più facile (e propn~ per questo plU dIffI cile): il percorso ali mdIetro della terap~a analitica vale a dire un vero e propno mitologe{na del cinema borghese, che in quanto tale vanta ~~'artic.olata t~~dizio ne retorica modellI IteratJ e addmttura obbliga~ì di interrelaz.ione col terapeuta, e via dIcendo. Per dIversa che potesse essere in quel film la s~tuazione! n~? c'è verso: davanti alle reSIstenze dI "'In, a - chr- non -venuto inIT;ente Gente comune? E del resto giustamente, ché la cultura di Will fa di lui forse non un bor ghese, ma certo una persona ben lonta na dal proletario bostoniano medio che egli è abituato a frequentare: lo sì vede bene in quel paio di monologhi più o me no ufficiali (formidabile quello alla NSI) nei quali si lancia, molto diversi dalla pur divertente mascherata messa in sce na dal suo amico che, passando per lUi, si beffa della commissione durante il col loquio alla McNeill. Isolamento per Van Sant vuoi dire an che questo: autocoscienza attraverso il recupero del rimosso. Banale? Be', sì, se ci aspettavamo che il regista rimanesse ancorato a un versante descrittivo; no, se non identifichiamo il film nella difesa della necessità della prassi terapeutica, leggendolo piuttosto come una riflessio ne che l'eccezionale fa su se stesso al fi ne di distinguersi da ciò che tende ad ac comunarlo ad un altro e meno esaltante tipo di diversità. La terapia, insomma, serve narrativamente al regista per evi denziare quello che gli sta a .cuore: .n~n il passato orribile di un bambmo sev,lzIa to (cioè la ragione, la causa. d~lla dIVer sità) ma il procedimento dI hberaz!one che ~hiunque ha il diritto-dovere dI at tuare: a maggior ragione chi, una volta liberato, ha davanti a sé strade che .no~ è dato a tutti di poter battere. Il gemo dI Will, intendo dire, è soltanto quello. che nella clinica medica momtorata VIene definito un "elemento di contrasto". per facilitare l'osservazione della sItl!azIOne relativa all'intero sistema. Se lo .SI esclu, de dal quadro il suo personaggIo n~r: e poi così lontano dall'accattone paSOh?Ia no la cui grandezza sta nella confUSIOne fr~ ciò che egli è e ciò che potrebbe. ,esse re fra ciò che è abituato a fare e Cl? che se~te (e che, finché ci riesce, finge dl non sentire). Non è un caso che propno nel momento più rozzam~nte, gratUItamen te violento della pellicola - la pr?voca zione e la zuffa con il ragazzo ItalIano e il suo gruppo - il pes~aggio venga corr; mentato da una mUSIca sommessa, tn ste e solenne (splendido nell>nsieme, lo scare di Danny Elfl!lan, candIdato all 0 scar) proprio come m talum del momen ti più abietti dell'indimentlcabIle opera .d'esordiQpasoliniana. J.\n~he VVIll.sfugiie all"'angel' d'inferno" grazie a quello Ch~ dal suo punto di vista è un momento dI debolezza: la "lacrimetta" che finalmen te egli versa sulle spalle e fra le braccia fraterne di Sean in un fBm che è costel lato di allusioni 'omosessuali (la nozione di fratellanza essendo, lo si ricordi, un cardine della cultura gay: cfr. Georges Michel Sarotte «Comme un Frère, com me un ama~t", Flammarion, Paris 1976). A parte i rapporti camerateschi fra i quattro amici, anzi, il film inscena una continua ambiguità interrelazionale fra gli altri personaggi: da un lato l'evi dente rapporto di sudditanza di Tom col professore di matematica (~en altro che un semplice caso di baroma accademi ca), dall'altro quello fra quest'ultimo e Will (dove quel «non dormo la notte" no!! può sfuggire a sfumature erotIco-~~ntI mentali), dall'altro ancora quello, gIa ac cennato e con sapore di transfert, fra Will e Sean. Il primo, peraltro, è quello più evidente: la mdp indugia almeno tre o quattro volte su Tom che osserva in di sparte e in silenzio ment~e Il profes~ore si infervora nella diSCUSSIOne con WIll e che da quando questi entra in scena sca: de da allievo a ragazzo tuttofar~ Il CUI maggior compito sembra quello di anda re a prendere il caffé agli altri due. Sul versante eterosessuale, del resto, l'unico rapporto che vediamo fra Will e Sky~a.r nudi a letto è girato ~ di~tanza. rayvI~I~ natissima: in una sene dI prImI pIam I due giovani si limitano a chiacchle~ar~, finché a un certo pur:to la ragazza mVl: terà giocosamente WIll a non parlare dI sesso usando «metafore di altri sport». Will Hunting, d'altra parte è il film di Van Sant nel quale la parola sembra godere del ruolo più ampio.: a par~e l'ov via importanza che essa nVt;ste l!! am bito psicoterapeutico, essa nemple, co me SI diceva l'unica potenziale sequen za di sesso. Più ancora: per tutta la pel li~ola i personaggi si narrano storie l'un l'altro. Will racconta barzellette !l Sean, questi le ripete al bar e confida m cam bio a Will particolari sulla sua VIta con la moglie adorata e scomparsa. Il mate matico ingaggia a sua volta un. duell~ verbale con Sean ripercorrendo I temp~ dell'università, e quanto al gruppo .del quattro ragazzi tutti a~or,,:no scambIar si storielle sporche (ablt~dme alla quale Skylar si adegua subito. bemsslmo): Sembra insomma che ques.tI per~ona~gI nascondano tutti la propna venta dle· tro la cortina del racconto. O fo~seJ al contrario, che solo attraverso di ,essa riescano a comunicare con lih altrI. I~ effetti. nel momento in CUI Skylar SI apre totalmente e. vulnerabilmente .a Will ella ne viene ImmedIatamente n fiutata. In Wìll Hunting non c'è posto per la diretta rivelazione di se .stessI! tutto passa attrave~so la medI.azIOne ~I una piccola f!1essa m sc~na, una mI nuta costruZIOne narratIva, l mter:rela zione si attua grazie a un ~spe~Iente che permette di non mettere m .g:oco la diretta esplicitazione della vent~ ..An che questo testimonia una condIZIone comune, qualcosa di cui Will è so~ta?to l'emblema più vistoso. DeJ r~sto Il film non fa mistero del nodo Irnsolto nella vita di Sean, per il quale la. cura co~ Wìll risulta non meno determmante, ne delle frustrazioni di Lambeau, grande speranza della matematica il 0li posto dI insegnante al MIT è sostanZIalmente l'epitome di un fallimento o quantome no di una promessa non mantenuta. La stessa Skylar - personaggio certo meno q! scavato in. q~esto senso . adombra gro vigli affettlVl e problematJcI conneSSI al la sua condizione di orfana, anche se el la sembra più positiv~ e agguerrita de gli altri nell'affrontarlI. , Il quadro approntato da Van Sant e come sempre desolato e frastagliato .. Es so non investe solt.anto Il protag?msta, ma l'intera compagIne che figura m sce na. E la dominante di fondo è una so stanza nostalgica, anche se - ed è que sta una primaria costante del cinema del nostro autore - di questa nostalgia è imJ)ossibile rintracciare l'origine, la fon te. Van Sant ama seguire i suoi ombrosi eroi nelle loro piccole peregrinazioni ur bane ed extraurbane. E almeno dai tem pi di Mala Noche che la sua f!1dp li tallo na da vicmo mentre costeggIano strade e luoghi di inner cities decadenti, equi voche solitarie. Ma non è tanto il mondo unde;ground che interessa al regista. Piuttosto e Will Hunt lo mostra in mo do chiarissimo - la presenza e la perce zione di una realtà semplice che sembra esistere unicamente per essere occ~sw· nalmente registrata da quella che SI m tuisce essere una soggettlV8: del pro~ag~ nista: più volte nel film vedIamo WIlI VI cino al finestrino del train che lo porta nel suo tugurio di periferia men~re qua~ che taglio di mon.taggIo alterna lm!1lagI ni di un paesaggIo esterno m mOVImen to. case alberi, prati, cieli al crepuscolo o all'aJ:ba. E anche qui ritorna il ricordo dell'esordio pasoliniano, l'attenzione, senza alcuna enfasi semantica, accorda ta a una realtà circostante tanto aleato ria quanto iterata e familiare al perso naggio. È in questa realtà che vivono gli eroi di Van Sant, ed è per questo che egli ci mostra spesso i loro spostamenti con riprese aeree che li schIacciano, li cancellano indistinti in una topografia nella quale essi s@mbrano non avere al cuna incidenza. E questo, doeotutto, il senso di un altro piccolo stllema nel quale il regista indulge (almeno due vol te): il top shot di Will, seduto o sdraiato che sia, dopo che il giovane si è ritirato nel suo luogo domestico. Qualcosa in combe su di loro, niente di terribile, di tragico, di violento (anche se tragedia e violenza fanno parte della loro vita), ma piuttosto una flebile sensazione di tem po perduto (non: sciupato!), impiegato in una autointerrogazione senza parole, co me se l'anima si chiedesse in ogni mo mento di solitudine con se stessa qual è il suo luogo di appartenenza, immagine che è una perfetta figura di deiezione nel senso heideggeriano del termine. Chi non appartiene alla propria origine (per ché non la conosce) può diventare qua lunque cosa, so,prattutto se dotato del ~e nio di Will. Ed e l'amore, l'amore che for nisce il trampolino per incominciare il viaggio di scoperta sulla scalcinata mac china della nostra vita, delle nostre espe rienze, del nostro carattere, diretti verso lo stato-frontiera per antonomasia, quel la California che solo dopo essere stata esplorata può consentirci di ritornare nell'ordine e nella consolidata tradizione rappresentata dalla città spiritualmente più europea d'America. Solo allora sare mo in grado di comunicare agli altri qualcosa che non sia già in qualche libro. CINEFORUM 372 i 57 ~~"a.