Non prendete quel BUS, a bordo c`è DYLAN DOG
Transcript
Non prendete quel BUS, a bordo c`è DYLAN DOG
I C U LT U R A I I I Non prendete quel BUS, a bordo c’è DYLAN DOG L’ “Almanacco della paura 2007” del famoso personaggio a fumetti si intitola “Il capolinea”, un viaggio nell’incubo. eee P erdere l’ultimo autobus della notte è sempre rischioso, ma, certe volte, può essere ben più pericoloso riuscire a salirci… Soprattutto se tra i passeggeri c’è Dylan Dog. L’ultimo numero dell’Almanacco della Paura, pubblicazione annuale del “detective dell’incubo” (sconsigliatissima a quelli a cui basta una cena pesante per fare brutti sogni) si intitola “Il capolinea” ed è tutto dedicato a un viaggio in autobus. Un viaggio che sembra non finire mai, o che comunque sembra destinato a finire molto male. Quello che ci vuole per gli appassionati di uno dei personaggi più amati del fumetto “made in Italy”, dove le suggestioni alla Dario Argento, regista “di paura” osannato in mezzo mondo, si confondono con il giallo, il fantasy, lo splatter, il surreale. 30 | La storia scritta da Giancarlo Marzano e disegnata da Giampiero Casertano (ma la copertina è di Angelo Stano) è al cardiopalma: un autobus corre nella notte lungo la Dark Line, una linea che nessuno ricorda esserci mai stata, raccogliendo, una fermata dopo l’altra, passeggeri apparentemente comuni, ognuno con la propria storia fatta di speranze deluse e sogni infranti. Uomini e donne in bilico sulla linea sottile che divide la luce che abbaglia dalle tenebre che celano fameliche creature, pronte a sbranare gli sventurati che capitano loro a tiro. Una trappola mortale nella quale l’Indagatore dell’Incubo diviene per tutti la sola speranza! Questa volta il detective privato che si occupa esclusivamente di casi insoliti in tutte le sfumature del termine - finisce infatti per caso su uno strano mezzo dove tutti sono sconvolti per quello che sta accadendo: l’autista non risponde, le porte del pullman sono sparite. A Dylan quella sera non ne va bene una: gli hanno rubato il suo mitico “maggiolino”, per questo è stato costretto a prendere l’autobus notturno. Dylan ha poco più di trent’anni, è inglese, vive a Londra in una casa piena di gadget “mostruosi” e con un campanello che invece di suonare lancia un urlo agghiacciante. E’ un ex agente di Scotland Yard, ha un passato misterioso, di cui si sa ben poco, e anche quel poco è avvolto in una dimensione onirica e surreale. E non a caso, quindi, il sogno (o meglio l’incubo) e tutto ciò che sembra essere al di là della realtà sono i suoi interessi personali e professionali. Ma anche con I I I C U LT U R A I questa bizzarra biografia, non c’era da aspettarsi che gli capitasse di salire su autobus diretto verso una meta ignota anziché verso casa, e in cui al piano superiore sembrano essere ospitate pericolose e misteriose presenze. C’è un personaggio che è in qualche modo la “guida” di Dylan Dog su questo autobus: una malandata barbona di colore, che sembra conoscere qualcosa di importante che tutti gli altri ancora non sanno. Tutti gli altri personaggi dell’autobus perso nella notte, infatti, fermata dopo fermata vedono dal finestrino il loro futuro, le loro speranze e le loro paure... Ci fermiamo qui con la storia, non si rivela il finale degli incubi. Per chi, invece, non conosce Dylan Dog possiamo aggiungere che odia la violenza (ha una vecchissima pistola, ma non la porta quasi mai, e colpisce unicamente per difendersi), ama le donne (e puntualmente, quasi in tutti gli episodi, ha anche un’avventura sentimentale), si diverte a suonare il clarinetto (in particolare il “Trillo del Diavolo” del musicista Tartini) e a costruire un modellino di galeone che forse non finirà mai, è un accanito cinefilo, legge molto e di tutto, adora la pizza e si veste sempre nello stesso modo (ha una serie infinita di giacche nere, camicie rosse e jeans). Dylan è anche stato, in passato, un forte bevitore, ma è riuscito a disintossicarsi grazie agli Alcolisti Anonimi, e quando può nei suoi fumetti non perde l’occasione di mettere in guardia contro i pericoli dell’alcol, ben più gravi e diffusi di quelli della droga. In compenso non fuma, ed è un ecologo e soprattutto un animalista accanito. Anche per quel che riguarda le donne (e ne ha avute moltissime) è proprio l’opposto del “seduttore”: per Dylan contano soltanto i sentimenti, e i suoi rapporti con le donne sono sempre e soltanto per amore, vero amore. Insomma, non è un eroe, non è un antieroe, ma certo ha una grande passione: quella per l’ignoto. Anche se nonostante tutti gli orrori e le allucinanti assurdi- tà di cui è stato testimone, non si può dire che creda ancora del tutto, ciecamente, al soprannaturale. La sua passione, comunque, dal 1986 - data di nascita del personaggio creato dalla penna di Tiziano Sclavi, e della prima pubblicazione da parte dell’editore Sergio Bonelli (ma allora si chiamava Daim Press) -, ha contagiato un numero sempre maggiore di lettori, di tutte le età. Non solo: per una volta almeno un fumetto a larga diffusione popolare si è anche affermato come fumetto d’autore, osannato dalla critica e dagli intellettuali. Su “Famiglia cristiana” è stato così definito: “Un volto noto, da bel tene- broso, preso in prestito dall’attore inglese Rupert Everett. E’ Dylan Dog, l’indagatore dell’incubo, icona del fumetto italiano. Personaggio che si è trasformato rapidamente in fenomeno, oltrepassando i confini del genere per entrare a pieno titolo nel costume e nell’immaginario, e diventare un vero e proprio status symbol…”. Di lui si è detto anche – sull’”Espresso” - che ha “aperto nuovi mondi narrativi”, mentre il semiologo Umberto Eco afferma: “Posso leggere la Bibbia, Omero e Dylan Dog per giorni e giorni…”. Non solo: se dovesse scegliere un libro da portare su un’isola deserta, Eco sceglierebbe Dylan Dog. (red.) eee Libri IN UN LIBRO I RACCONTI DEGLI AUTISTI b Le testimonianze di movimentisti, macchinisti e, soprattutto, degli autisti che lavorano, o hanno lavorato, per la Tep di Parma sono stati raccolti in un volume, “Autobus con vista. I tranvieri di Parma raccontano”. Sono aneddoti curiosi, divertenti avventure, incredibili episodi ma anche nostalgie e ricordi di una città vista attraverso il finestrino. Si tratta di storie metropolitane, vissute sui sedili del tram, che parlano d’amore e d’amicizia, di viaggi e d’avventura, di solidarietà e di fratellanza: per scoprire, così, come una “banale” corsa in autobus possa trasformarsi in un’esperienza davvero straordinaria. Il volume è stato pubblicato dalla casa editrice Battei nella storica collana di narrativa “Battei racconta”, in collaborazione con la Tep, l’azienda di trasporti pubblici della provincia di Parma. Il libro è nato dalla volontà di “lasciare traccia di un esclusivo, grande, variegato patrimonio di esperienze e umanità”, come è scritto nell’introduzione firmata dal presidente della Pet, Paolo Zbogar. e bus magazine | 31