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MARTEDÌ 16 APRILE 2013 EDITORIALE Amarsi di più e andare oltre le apparenze UN GIORNO la nostra professoressa di italiano ci ha dato per compito di scrivere una lettera aperta ad un giornale. Una nostra compagna di classe in queste righe ha spiegato il rapporto che ha con il suo corpo. Abbiamo scelto di pubblicarla perché, secondo noi, in molti si possono riconoscere nelle sue parole. CARO Direttore, io sono contenta della mia vita e, a parte qualche desiderio che vorrei realizzare, ho in particolare un problema: la mia robustezza. Credo che i miei coetanei giudichino soprattutto dall’aspetto fisico, cioè dalle apparenze, ma come io mi dico “le apparenze ingannano”! Mi sto cimentando in una rigida dieta, però gli altri non sanno quanto sia difficile accettare il proprio corpo in queste condizioni e sono sicura che tutti direbbero che è un problema mio e che mi devo arrangiare! Non poter indossare tutti quei vestiti carini e attillati è una tristezza; non saper cosa significa essere bella è la cosa più brutta per una ragazza; non poter ricevere complimenti è orribile! Ma la cosa più terribile è non avere il diritto di innamorarsi, perché il mio sentimento non verrebbe mai ricambiato. Magari la vita fosse tutto rosa e fiori! Ma la vita è tutt’altro che questo, è soltanto sofferenza e depressione per colpa della gente che ci circonda. Mi sembra di farmi schifo e non è cosi per ridere, ma per farvi capire che essere di corporatura robusta è un problema esorbitante per una ragazzina di 13 anni! QUESTE parole sottolineano che alla nostra età l’aspetto fisico è molto importante, e per le persone che ci conoscono per la prima volta può fare la differenza. Anche se gli amici ci dicono che a loro non interessa il nostro aspetto, a noi sembra che lo dicano solo per non ferirci, ma sappiamo che non è vero. Il nostro corpo è così, ma basta uno sguardo o una risata per annientarci. Non c’è niente di male ad essere robusti, gli altri dovrebbero accettarci per come siamo dentro e non per l’aspetto esteriore. FERRARA CAMPIONATO GIORNALISMO 11 •• ‘SPECCHIO SPECCHIO DELLE MIE BRAME…’ Noi adolescenti e la bellezza La bellezza oggi è tutto? Si. O perlomeno questo è il pensiero di molti giovani NOI ADOLESCENTI tendiamo a misurarci continuamente con modelli imposti dalla moda e dalla televisione, in cui ritroviamo degli esempi da emulare. La martellante ricerca della perfezione ci porta a chiuderci in noi stessi, rendendoci persone insicure con difficoltà di relazione, che non riescono a sentirsi a proprio agio nelle situazioni che la vita propone. La spiegazione di questi comportamenti va ricercata nella mancanza di autostima; infatti, a volte, ci sentiamo inferiori agli altri, ci guardiamo intorno e vediamo persone in cui ritroviamo virtù che non abbiamo. Questo non è grave, è tipico della nostra età avere insicurezze, ma il mondo di oggi non fa altro che accrescerle. Tanti adolescenti modellano il loro carattere, cambiano il proprio aspetto, cercando di camuffare difetti e imperfezioni, ottenendo magari risultati poco soddisfacenti e, di conseguenza, arrivano a compor- pensano che per essere belli bisogna essere magri, e per dimagrire spesso si arriva a rimedi estremi, che possono portare anche a problemi gravi di salute. COME BAMBOLE Barbie e Ken in carne ed ossa tarsi in modo innaturale. Molte volte le persone che non si piacciono evitano di presentarsi per quel che realmente sono e cercano di nascondersi dietro l’imitazione di qualcuno, diventandone così una brutta copia. Oggi, quindi, la bellezza fisica non dà solo una marcia in più a chi ha la fortuna di possederla, ma risulta pure essere un elemento indispensabile per far carriera e soprattutto per avere una vita felice e realizzata. Spesso per migliorare, le persone si sottopongono a interventi di chirurgia plastica; molti adolescenti BISOGNEREBBE capire che la vera bellezza la si trova in piccole cose, quelle che rendono gli individui diversi tra loro ed unici. In molti casi anche un piccolo difetto fisico può avere fascino. Si dovrebbe comprendere che ciò che siamo e come appariamo agli altri è la somma dell’aspetto fisico con la grazia dell’animo e non un involucro che sparirà con il tempo. A rafforzare questo nostro pensiero ha contribuito lo spettacolo teatrale “Chiamatemi Cirano”, liberamente ispirato al più celebre “Cyrano di Bergerac” di Rostand. Il protagonista, Tommaso, pur avendo un grande naso, alla fine è apprezzato da Rossana, la ragazza di cui si è innamorato, per quello che ha dentro e non per il suo aspetto fisico. Valeria Lukyanova, così uguale a Barbie… da non sembrare vera VALERIA Lukyanova è una ragazza russa, di 21 anni che, a forza di giocare con le Barbie e di volerle imitare, ha deciso di volersi trasformare in una di loro. Capelli lisci e biondi, pelle color avorio, occhi celesti, lunghe ciglia, bocca carnosa, corpo da urlo grazie a una chirurgia estetica costata, secondo l’Huffington Post (quotidiano online fondato nel 2005) più di 800 mila dollari. Valeria non è la prima real-life Barbie. C’È ANCHE Sarah Burge, che nel 2009 aveva già speso 500 mila sterline dal chirurgo plastico per diventare il giocattolo della Mattel in carne e ossa. Oltre a queste due ragazze c’è anche Justin Jedlica, un ragazzo newyorkese che ha deciso di sottoporsi a ben 90 operazioni chirurgiche per assomigliare a Ken, il fidanzato della Barbie. Un risultato sicuramente riuscito, a tal punto che ormai gli è stato dato il soprannome di ‘Ken umano’. Fisico scolpito e lineamenti perfetti esattamente come il suo bambolotto preferito… ma niente palestra, solo chili e chili di silicone. «NON SONO solo brutti, ma ridicoli», scrivono in rete. E anche noi, in classe, abbiamo affrontato questo tema, abbiamo confrontato le nostre idee e valutato i pro e i contro di questa eccessiva ed esasperata ricerca del ‘bello a tutti i costi’. TRA di noi ci sono diverse opinioni: c’è chi pensa che sia giusto sottoporsi a interventi di chirurgia plastica per inseguire un sogno e per migliorare il proprio aspetto; chi pensa, invece, che sia solo un inutile spreco di denaro; e chi crede che bisogna restare fedeli a sé stessi, accettandosi per quello che si è. La 3˚C della scuola media Tasso si presenta ai lettori SIAMO i ragazzi della 3C. Siamo in 21; all’ apparenza sembriamo una classe unita, ma in realtà siamo divisi in 5 gruppetti. Rispetto al percorso iniziato in prima media, siamo cresciuti e maturati, alcuni di noi ci hanno lasciati durante questi 3 anni e altri nuovi si sono aggiunti. E’ la prima volta che partecipiamo al concorso ‘Cronisti in classe’ de Il Resto del Carlino. Ci è piaciuto partecipare perché abbiamo avuto l’opportunità di discutere e di confrontarci tra di noi sugli argomenti scelti e di trasmettere le nostre idee agli altri; inoltre abbiamo provato l’esperienza entusiasmante e del tutto nuova di improvvisarci giornalisti. Abbiamo scelto questo argomento perché sempre più spesso ci rapportiamo con dei modelli estetici che, purtroppo, condizionano il nostro modo di essere. Gli autori: Mattia, Leonardo, Rosita, Federica, Ina, Nicola, Emanuele, Valentina, Andreagiulia, Carmen, Margherita, Elena, Sara, Mihaela, Matilde, Rita, Enrico, Nouhaila, Niccolò, Elisa, Chiara. IN AULA I giovani cronisti della 3˚C della scuola media Tasso