VIII uscita - Res Publica SPQR
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VIII uscita - Res Publica SPQR
Giornale di Res Publica SPQR Il Messaggero della Res Publica Numero VIII - 02/09/2009 - Giornale aperiodico della micronazione - Anno II EDITORIALE B EN TO R N A TI I N R ES PUBLICA Ed eccoci ancora una volta qui e secondo me con un’uscita di tutto rispetto, che non ha nulla di invidiare rispetto a quelle d’altre micronazioni! Un’uscita, al solito, di livello: politica, esteri, attività, cultura, dibattiti, abbiamo messo davvero di tutto. Spero che con questo nostro bel giornale possiamo così riprendere, tutti assieme allegramente, il ritmo dopo le beneamate pause estive! Una valutazione ho da farla: dopo tanta pausa, è necessaria una ripresa veloce delle attività ed è necessario svegliarsi per non ritrovarci con una micronazione che va troppo lenta rispetto alle nostre ambizioni ed al valore di quel che siamo e di quanto abbiamo fatto. Quindi, avanti! Vi auguro una buona lettura. ANALISI SULL’OPERATO DEL GOVERNO Di Caio Giulio Aquila Dopo quattro mesi di governo, è impossibile non fare un’analisi sul governo formato da Alleanza Romana con i Consoli Crasso, candidato di AR, e Catilina, esponente dell’ex Virtus, rimasto suo collega dopo le elezioni. Un’analisi, che per essere realmente imparziale, necessita di luce ed ombre: e ve ne sono in abbondanza da non sapere dare con certezza un giudizio unico e sicuro su questo governo che ancora è lì, che va avanti. La squadra ministeriale è sulla carta ben preparata: non solo sulla la carta, ma ha dato mostra di grande maturità e grande esperienza, sorretti anche da un Senato ben conscio delle proprie responsabilità. [continua a pagina 2] SUCCESSI DELLA POLITICA ESTERA ROMANA Di Cneo Sergio Catilina È tra trattati di mutuo riconoscimento e abrogazioni come da titolo... [Continua a pagina 4] LA MICRONAZIONE IL FANTACALCIO Di Publio Cornelio Tacito Come ogni anno l’estate è giunta, portando i suoi problemi e bloccando i lavori del governo. [Continua a pagina 5] ANNOTAZIONI Il mondo micronazionale italofono è sempre in fermento: nuove presunte micronazioni si affacciano sullo scenario, come Neurania, mentre altre sembrano allo sbando! Caio Giulio Aquila La Repubblica Sovietica ha ricevuto un attacco informatico ed ha rescissoìo il trattato con la Vitla Democratica! Il Ministero del Consolato Crasso - Catilina Consoli M.L.Crasso - C.S.Catilina Censore C.D. Simone Pretore P.C.Tacito Questore P.T.Traiano Edile Curule C.G.Aquila ad interim Edile Plebeo C.C.Gallo POLITICA ESTERA 1 1 SOMMARIO * Vitla si riunisce [pag.7] *Rome Total War [pag.8] *Fascismo [pag.9] *Liberalismo [pag.11] *Musica fiamminga [pag.13] POLITICA INTERNA ANALISI SULL’OPERA DEL GOVERNO Quattro mesi e qualcosa sul consolato Crasso - Catilina Dopo quattro mesi di governo, è impossibile non fare un’analisi sul governo formato da Alleanza Romana con i Consoli Crasso, candidato di AR, e Catilina, esponente dell’ex Virtus, rimasto suo collega dopo le elezioni. Un’analisi, che per essere realmente imparziale, necessita di luce ed ombre: e ve ne sono in abbondanza da non sapere dare con certezza un giudizio unico e sicuro su questo governo che ancora è lì, che va avanti. La squadra ministeriale è sulla carta ben preparata: non solo sulla la carta, ma ha dato mostra di grande maturità e grande esperienza, sorretti anche da un Senato ben conscio delle proprie responsabilità. Innanzitutto, la grande mole di attività legislativa, che ha portato alla realizzazione del regolamento del Senato, un vero e proprio capolavoro della legislazione quirita. A seguire, finalmente l’inizio dei lavori di un neo che ha macchiato tutti i governi da molto tempo a questa parte: il Corpo Giuridico Romano, progetto mastodontico, che, dopo aver avuto il coraggio di abolire la rinomata commissione, è ripartito proprio in Senato e sembra andare a vele spiegate. Infine, i vari progetti di regolamento dell’Assemblea Popolare, cosìccome della legge sulla riservatezza, ritenuta utile a seguire del censimento del governo precedente. 2 Quindi, l’attività a detta vera e propria ministeriale: *la Questura, diretta da P.T.Traiano, ha fatto un lavoro egregio, istituendo e realizzando le carte d’identità ed aggiornando dopo moltissimo lavoro l’Anagrafe, secondo quella che è la nuova legge; *Le Pretura, che ha collaborato alla creazione della Corte di Giustizia, stimolando l’effettiva realizzazione dei dettami costituzionali, dopo anni di lascia passare, e che era divenuta una cosa abbastanza pesante e di cui si discuteva fin dai tempi del governo Aquila-Coriolano; *La Censura, che ha rivitalizzato la vita culturale quirita, promuovendo, assieme ad enti privati, diversi concorsi culturali di successo, e respingendo in avanti l’attività dell’Università, l’attività della Scuola Palatina, e promuovendo l’utilizzo del latino nella micronazione; *L’Edilità plebea, che ha seriamente lavorato al recupero dell’attività di propaganda, entrata in disuso, favorendo l’afflusso di molti nuovi cittadini, e pubblicizzando la micronazione al di fuori degli ambienti strettamente micronazionali; *La politica estera dei consoli, che finalmente è ripartita dopo cotanto silenzio, e si sono riprese le relazioni con la LOSS, cosìccome si è data nuova linfa all’UMI, e si è giunti a nuovi importanti riconoscimenti a livello estero; Ma dopo aver elencato i punti positivi, ecco che arriviamo a quelli negativi: dopo un inizio splendente, si è sofferto moltissimo la mancanza di leadership del consolato vero e proprio, cosìccome è stata veramente insufficiente e scadente l’attività dell’Edilità Curule sotto T.S.Gracco. Per quanto concerne l’attività di Crasso e Catilina, sì è stata buona, diciamo nella norma, ma non quella che ci si poteva ragionevolmente aspettare. La politica estera, dopo tutto, nonostante i successi ottenuti, è stata discontinua, l’attività legislativa e ministeriale dovuta moltissimo al lavoro ed alla volontà di 3 sacrificio dei singoli senatori e ministri. Ci si chiede: che successi si sarebbero potuti ottenere con una direzione più autorevole, decisa e presente? A mio parere, semplicemente strabilianti. Ed il fatto di aver mancato questo importante appuntamento, ci si chiede cosa abbiano in riserbo per noi i Consoli per i due restanti mesi. Si rifaranno, spingendo il motore al massimo, anziché andare a marcia morta? Ai posteri, già, si dice sempre manzonianamente così, l’ardua sentenza. Caio Giulio Aquila POLITICA ESTERA SUCCESSI DELLA POLITICA ESTERA ROMANA Si avanza tra riconoscimenti ed abrogazioni È tra trattati di mutuo riconoscimento e abrogazioni come da titolo che si sta svolgendo la politica estera quirita: tornata finalmente ad essere attiva dopo molto tempo. Pur essendo favorevole al riconoscimento del Lamato di Sandus, non sono troppo scontento dell'abrogazione di questo trattato, nel senso che vedo anche un rinnovato interesse verso la politica estera da parte della cittadinanza, che non si adegua più ai trattati stabiliti dai consoli. Ma nel frattempo abbiamo stretto anche delle nuove relazioni diplomatiche con Pasargada ad esempio, accreditata micronazione virtuale, di lingua portoghese, esistente dal 2001, e col cui delegato alle relazioni estere, Bruno Cava, di origini cosentine, anche delegato presso la LOSS (Lega degli Stati Secessionisti), ho tenuto un carteggio in cui mi è parso parecchio interessato alla realtà micronazionale italofona per la quale auspica un buon sviluppo e una maggiore coesione. Altro riconoscimento ben importante è arrivato da parte di Lavalon, già membro LOSS. Altre nazioni come Salieri o il Regno Virtuale, hanno molto apprezzato il nostro riconoscimento, inaugurando i loro rapporti diplomatici con micronazioni di lingua italiana. Anche Zarahemla ha risposto con entusiasmo alla nostra mail e ora il loro 4 Senato sta valutando la proposta di riconoscimento. Nel cercare contatti con TorHavn mi sono invece accorto di una singolare politica estera, che consiste nel non avere riconoscimenti formali, giudicati inutili, con le altre nazioni, ma al limite informali, garantiti dal tenersi in contatto, tramite e-mail, con i rispettivi delegati di TorHavn. E non vi anticipo nulla più delle novità che sono in arrivo e dei trattati per i quali si sta lavorando e soprattutto perchè non voglio fare polemica. Cneo Sergio Catilina LA MICRONAZIONE IL CAMPIONATO DI RES PUBLICA SPQR Iniziato agguerrito il Fantacalcio nazionale Come ogni anno l’estate è giunta, portando i suoi problemi e bloccando i lavori del governo. Il bilancio tuttavia non è affatto negativo. Il periodo delle vacanze ha portato molti segnali positivi nella nostra micronazione. I Circoli vanno a gonfie vele, le sezioni di politica, cultura e storia hanno resistito ai pericoli del caldo e del mare, per non parlare poi della vera novità dell’estate: sto parlando, ovviamente del Fantacalcio. Una iniziativa promossa direttamente dal Console Gneo Sergio Catilina e subito affiancata e sostenuta da quasi tutta la cittadinanza quirita. E’ sorta così la Lega Calcio Res Publica SPQR, che conta, fin dal suo primo anno di nascita, ben dieci squadre. I nomi dei team sono le più differenziate e perché no fantasiose: si passa dal Monte Rangers di Catilina stesso, alla Regia Italica del Princeps Aquila, all’Inner Circle United del Questore Traiano, sino alla Legione XIII del Pretore Publio Cornelio Tacito. Appellativi, dunque, che ricordano vagamente squadre di calcio ben più note, o addirittura, come è il caso della squadra di Jegan, le mitiche e invincibili legioni romane. Un richiamo abbastanza azzardato, considerando anche il risultato negativo nella prima partita di campionato….Ma questa è un’altra storia. Un progetto reso possibile attraverso l’utilizzo del supporto fantaservice (www. Fantacalcioservice.it) e la creazione di una lega privata denominata, per l’appunto, Lega Calcio Res Publica SPQR. Dopo l’iscrizione delle dieci squadre, tutto è cominciato con l’asta iniziale. E subito sono sorte le prime polemiche: in primis il princeps Aquila, di certo non amante del motto “l’importante è partecipare”, si è lamentato con il console Catilina, criticandolo di non aver aspettato la presenza regolare di tutti i partecipanti al torneo, prima di dichiarare aperte le operazioni di mercato. Non siamo in politica, non si discute di alleanze o di fiducie al 5 governo, ma comunque i quiriti sono sempre sul piede di guerra l’uno contro l’altro. C’è chi sperpera subito i soldi per acquistare i vari Eto’o e Milito, chi invece decide di risparmiare puntando più sul bilancio( la crisi c’è dopotutto nel calcio europeo), chi, infine, opta su una squadra più equilibrata, ricca di possibili rivelazioni. I pronostici, quando si parla di Fantacalcio, sono spesso inutili. Conta la fortuna, la capacità di percepire le condizioni di un certo giocatore, e anche di anticipare le mosse dell’avversario. Ma soprattutto è la sorte ad essere la protagonista negli incontri. Infortuni gravi, condizioni precarie e delusioni inaspettate sono molto frequenti e possono indirizzare l’ago della bilancia da questa o da quella parte, a favore di una o dell’altra squadra. Partire bene a volte non basta, meglio finire alla grande. L’anno scorso gli sfortunati che avevano gli attaccanti dell’Udinese assistettero inermi ad una vera e propria “caduta in picchiata” della loro squadra. Stessa sorte ai fan del Napoli e dei vari Hamsik e Lavezzi. Che dire invece del “vecchietto” Di Vaio? Qualcuno si sarebbe mai aspettato un campionato così da parte sua? Sangue freddo e moderazione fino alla fine insomma, per non ricevere brutte visite della dea Sfortuna quando meno ce lo aspettiamo. E’ celebre la frase “l’importante è partecipare”, ma quando si parla di Res Publica e dei quiriti, si sa bene che questo motto non vale. Qui non si punta a vincere, ma a stravincere. Non mi resta dunque che concludere augurando:” Buon fantacampionato a tutti e che vinca il migliore!”. Publio Cornelio Tacito ovvero detto Jegan SQUADRE DEL FANTACAMPIONATO Per chi fosse curioso, di seguito riportare le squadre del fantacampionato e l’attuale classifica 6 PUNTI INNER CIRCLE UNITED DI PAOLO TULLIO TRAIANO SC INTERMICRONAZIONALE FOLGORE 6 PUNTI DI LUCIO GIUNIO BRUTO F. C. MAREMMANS DI FRANCESCO AGRICOLA CATONE VIBINATES DI AULIENO GIULIO PACCIVO X 4 PUNTI X 4 PUNTI XIII LEGIONE 3 PUNTI DI PUBLIO CORNELIO TACITO OVVERO JEGAN REGIA ITALICA 2 PUNTI DI CAIO GIULIO AQUILA CURIOSITÀ F.C. QUIRITOS 1 PUNTO DI CAIO FABIO MASSIMO LA MUSICA EBRAICA ED I PRIMI CANTI CRISTIANI Facciamo un viaggio e scopriamo i canti primordiali dalla palestina BOCA BESTIA X 1 PUNTO DI LUCIO CALPURNIO BESTIA MONTE RANGERS DI CNEO SERGIO ATLETICO CATANIA DI CAIO DUILIO SIMONE 6 X 0 PUNTI X 0 PUNTI NOTIZIE DAL MONDO NUNTIO VOBIS, GAUDIUM MAGNUM UNAM VITLAM HABEMUS Dopo un anno e mezzo dalla secessione vetlana, ecco la notizia bomba È in atto il processo di riunificazione vetlano, sembra quasi incredibile. Tutto è venuto da sè spontaneamente, dalla discussione commemorativa dell'anniversario di Vitla tanto che uno dei risvolti più naturali che ci potessero essere sembra quasi strano agli occhi dell'osservatore straniero. Cosa che pare ancora più strana è la altrettanto naturale apertura dei Vetlani della Repubblica Democratica di Vitla all'Unione delle Micronazioni Italofone, che ora il Consiglio dell'Unione sta pensando seriamente di rifondare assieme alla Vitla unita e a tutte le altre nazioni aderenti. E anche la riunificazione sta avvenendo pacificamente come se in tutto questo tempo non ci fossero mai stati dissidi tra gli esponenti di spicco dell'una e dell'altra parte. Si sta discutendo concretamente di un trattato che sembra accontentare tutte le parti, ciascuna di 7 fronte alle richieste dell'altra sembra mettere da parte il proprio orgoglio nel nome dell'orgoglio di Vitla. È un vero peccato però che non sarà Emoned, verso la fine del mandato, a firmare il trattato di riunificazione! O forse non sarebbe più bello e conciliante se anche i Vetlani dell'attuale Repubblica di Vitla prendessero parte alle elezioni presidenziali della Repubblica Democratica di Vitla, che capitano a breve? Cneo Sergio Catilina LE NOSTRE ATTIVITA’ ROME TOTAL WAR, MOLTO PIÙ CHE UN GIOCO! Ecco il gioco che fa impazzire i Romani Quiriti! Affilate le armi, milites! Alcuni cittadini di Res Publica si stanno dilettando a giocare a Rome Total War, un gioco di strategia vero e proprio che permette di comandare in prima persona le truppe schierata in battaglia come Cesare o Alessandro. Sono presenti 20 fazioni tra cui 4 Romane (Valeri, Giuli, Corneli e SPQR, in modo da poter simulare nella campagna poi la guerra civile) seguite da altre, quali i Greci, Macedoni, Sciiti, Galli, Germani, Britanni, Daci, Egizi, Cartaginesi, Numidi, Iberi, Pontici, Seleucidi, Parti, Armeni, Traci. Le truppe romane spaziano da quelle repubblicane a quelle imperiali, e come loro, tutte le fazioni offrono un grande gamma di unità militare, oltre ad un realismo che sfiora la simulazione, ed ecco: si possono creare veri e proprio scenari di battaglia con gli Astati in prima linea seguiti dai Principi e dai Triari, appoggiati dalla cavalleria degli Equiti, dagli arcieri e dai veliti. Mentre le truppe imperiali sono formate da Pretoriani, Coorti cittadine e Legionari con tanto di Pilum e Gladio, rinforzati dai lanceri ausiliari e dalla cavalleria pesante. Il gioco è molto realistico e difatti viene usato da alcuni storici per ricostruire le battaglie più importanti. Al momento non vi è alcuna ufficializzazione delle gare, ma dato il crescente numero di giocatori e delle battaglie 8 svoltesi si potrebbe creare un torneo a squadre o singolarmente. Con vari livelli di difficoltà si può passare dalle battaglie in campo aperto, agli assedi, alla presa dei ponti, battaglie nelle foreste e nei monti. La squadra vincitrice può partecipare a torni intermicronazionali e portare alto il nome di Res Publica anche nell’ambito dei videogame . Il gioco, in collaborazione con l’università, può essere sfruttato per ricostruire battaglie storiche importanti che hanno fatto di Roma la più grande potenza mondiale di tutti i tempi. Caio Duilio Simone DIBATTITI IDEOLOGICI LE STRADE DEL FASCISMO Lo Stato Etico Corporativo Fascista, l’unità dello stato nel suo insieme Quando si parla di Fascismo inevitabilmente vengono in mente parole come “dittatura”, “violenza”, ”repressione”, “colonialismo”, “confino”, “guerra” e anche l’immancabile espressione “guardia bianca della borghesia”, espressione che comporta altre critiche. Ebbene questi termini in realtà sono strascichi della campagna d’abbattimento morale operata a danni della suddetta ideologia nel Secondo Dopo Guerra in tutto il mondo, dall’Ovest all’Est… o meglio, finché quest’Ovest e quest’Est ci mangiavano. Dunque tenteremo di ripercorrere quelle strade, le strade del Fascismo. Innanzitutto questa ideologia nasce come alternativa alle realtà politiche del Capitalismo e del Comunismo, entrambi limitati nella loro valenza economica ed entrambi smisurati nelle posizioni e nei capisaldi. Si parte dal pensiero che le contrapposizioni classiste siano dovute ad uno sbagliato sviluppo della Storia, non è ammessa l’esistenza del capitalista e del proletario, bensì si vede il “mondo industria” formato da più associati (padroni e lavoratori) uniti nella gestione, uniti in tutto per perseguire il bene dell’industria e dunque dello stato. Se questa realtà si verifica a cosa servono i sindacati se gli operai e i proprietari contribuiscono alla gestione dell’azienda e possono dunque rappresentarsi direttamente? A cosa servono gli scioperi se essi sono destinati a diventare controproducenti e masochisti per gli associati? Da questo punto di “associazione” tutti devono muoversi in direzione dello Stato affinché esso permetta che davvero tutti possano guadagnare dai benefici della collettività, il singolo al servizio della nazione, servizio di cui è ripagato tramite il bene e 9 l’efficienza della nazione stessa. Dunque non blocca il progresso economico né ne avvantaggia un parziale risvolto, ma semplicemente tende a promuovere l’evoluzione finanziaria purché tutti abbiano nelle stesse proporzioni pari possibilità e dunque benefici. Ma tutto ciò prevede la creazione di uno stato organico. Il lettore forse si starà chiedendo: “Ma cos’è uno stato organico?”. Beh, lo Stato Organico prevede l’imitazione dell’esatto funzionamento che si verifica in un organismo. Vi sono le cellule, ovvero gli individui; che si raggruppano e formano i tessuti, le aziende, botteghe, campi da coltivare; i tessuti formano gli organi, le corporazioni, che insieme e in stretta collaborazione contribuiscono al benessere dell’intero organismo, cioè lo stato: nasce il Corporativismo. Su questa concezione nasce lo Stato Etico Corporativo Fascista, la sola democrazia che possa realmente definirsi tale e che possa garantire la salvaguardia di tutti i cittadini, tutti. Ed è anche per questo che nasce il Fascismo, non è solo il sistema economico che va cambiato, ma anche il sistema governativo che nei casi del Capitalismo e del Comunismo di dimostra piuttosto falso e ambiguo. Del “Rosso” viene contestata la metodologia parzialissima e illogicamente dichiaratasi proletaria che invece penalizza e soprusa il proletariato spesso anche prevedendo svolte non condivise ed imposte a tutti. Del “Blu” invece si condanna la partitocrazia innata dietro cui si nascono e si organizzano sistemi volti al controllo pianificato e falsamente democratico dello Stato… e tra P2 e Mafia gli italiani ne sanno qualcosa. Su questa affermazione, anzi su questa constatazione, nasce il termine plutocrazia, un’oligarchia proveniente da massoneria e affini che, facendosi scudo con una democrazia finta, si preserva il potere. Questo smascheramento è uno dei motivi, se non IL motivo, per cui a fine guerra il Fascismo è stato pesantemente screditato. Altro cavallo di battaglia dell’anti-propaganda è costituito dalla violenza… ma la violenza rientra nei punti dell’ideologia fascista e Mussolini l’ha davvero voluta? No, nell’ideologia e nelle intenzioni di Mussolini troviamo la goliardia come promotrice del coraggio e dell’intraprendenza, ma non v’è presenza alcuna della violenza, soprattutto se legata al fenomeno dello squadrismo, fenomeno sorto per fermare la minaccia rivoluzionaria comunista, del Biennio Rosso, che usava violenza. Poi tale fenomeno si sarebbe dovuto interrompere e lasciare libero corso all’ideologia di cui si serviva come giustificatore delle sue efferatezze. Lo Squadrismo, sfuggito dalle mani del Duce, troverà dunque molti “tutori” e guide che spesso intralceranno o tenteranno di intralciare il percorso politico di Mussolini stesso in favore delle loro azioni. Tra i più noti ricordiamo soprattutto Farinacci, che per le sue idee e posizioni possiamo considerare una sorta di anti-duce… altro che Fascismo. Per quanto riguarda il Confino invece possiamo parlare di un allontanamento a cui erano sottoposti oppositori violenti e avversari politici che ritenevano in modo dogmatico e irrazionalviscerale la loro ideologia 10 la migliore, rendendosi così, in vari modi, attentatori dello Stato Etico Corporativo Fascista, che, si badi, non ha mai potuto entrare nella più completa funzionalità richiesta. L’unico vero ed effettivo sbaglio del Duce è stato quello di entrare in una guerra che nel 1940 era già vinta dall’alleato tedesco che si apprestava a trionfare a colpi di blitzkrieg e del cui genocidio tutti ignoravano l’esistenza e/o la pianificazione. Purtroppo l’evento bellico fornì un altro elemento volto all’abbattimento di questa ideologia, ovvero l’accostamento al nazismo che è privo di una base ideologica che dovrebbe motivare il termine nazifascismo, che dunque risulta illogico. Ma al di là di ciò Mussolini ed il Fascismo hanno dimostrato una lungimiranza inequivocabile su più settori, dallo sfruttamento delle risorse dell’Africa alla Massoneria, tutti temi che oggi affliggono il pianeta rivelandosi ancora attualissimi a più di 60 anni di distanza… Speriamo infine di aver rivelato, in quest’articolo, almeno una minima parte di quell’ideologia volutamente infangata e nascosta. Lucio Giunio Bruto DIBATTITI IDEOLOGICI LA RIVOLUZIONE LIBERALE La dottrina del singolo e la difesa dell’individuo All'alba della "rivoluzione liberale", nel diciassettesimo secolo, lo stato del genere umano era sotto molti versi sconfortante. La condizione umana, già difficile di per se, era peggiorata e vessata da numerose piaghe dovute all'uomo stesso. I monarchi assoluti, i quali governavano per un diritto divino teorizzato da Bodin, potevano disporre in larga misura della vita dei propri sudditi, e le guerre, i saccheggi e gli scontri religiosi erano all'ordine del giorno. Un filosofo inglese, Hobbes, teorizzo una nuova idea di monarca assoluto: un re che si disponeva della vita dei propri sudditi, forse anche più di quelli precedenti, ma che deteneva il suo potere in virtù di un patto stipulato con i suoi sudditi. Per la prima volta il suddito, sia pure per un secondo, era pari al sovrano nello stipulare un patto. Il più grande rivale di Hobbes, Locke, il vero padre del liberalismo, teorizzò invece che nessun re poteva disporre della vita dei propri cittadini, e che il potere di un sovrano ascendeva dal popolo al governante sotto forma di un patto sociale. Ad oggi, il nostro mondo è stato plasmato e forgiato dal liberalismo, che ha affrontato le più gravi sfide ed ha sempre vinto, e lo stato del genere umano è migliorato enormemente. Oggi i paesi occidentali (quelli dove il liberalismo si è affermato) sono paesi caratterizzati dalle libere elezioni, dalla responsabilità dei governanti, dall'habeas corpus, dai diritti civili, da un tenore di vita più elevato che altrove, dall'emancipazione femminile e dai diritti delle minoranze. Non esiste conferma più sicura della giustezza di una dottrina che il suo successo dove viene 11 applicata. La differenza con le altre dottrine, le grandi rivali del liberalismo, quella comunista a sinistra e quelle nazista e fascista a destra. La dottrina liberale non pensa che esista una forma ideale di organizzazione sociale, e ne tollera un gran numero: monarchia, repubblica presidenziale, parlamentare, federale, centralizzata...ma un elemento deve rimanere fondamentale: la libertà personale ed i diritti civili. Si può aggiungere al liberalismo il progressismo, a mio parere la naturale evoluzione della filosofia liberale. L'espansione dei diritti e del benessere umano il più possibile, a discapito di ogni dogmatismo, cristallizzazione della società, tradizione autoimposta, superstizione. La dottrina liberale non è unica o indivisibile: ad esempio non ha una sola voce in economia, non pretendendo di conoscere la migliore organizzazione economica più di quanto non conosca quella politica. Una più equa divisione della ricchezza è la mia visione, ma altri liberali ritengono che le virtù del libero mercato siano sufficienti a compensare eventuali deficit morali dell'eccessiva accumulazione della ricchezza. Va però detto che lo stesso Locke ammise che l'accumulazione di un singolo individuo non deve fondarsi sullo sfruttamento di un altro e non deve essere tale da togliere ad un altro il sostentamento. La differenza principale fra la dottrina liberale e le dottrine comunista, fascista e nazista, consiste nel suo diverso considerare se stessa. Non si crede che il liberalesimo sia la panacea a tutti i mali del mondo, o che vada imposto contro la volontà del singolo. è piuttosto la dottrina del singolo che si difende da imposizioni altrui, e che crede che decidere per se 12 stesso sia la cosa migliore. L'individualismo sfrenato non è parte dell'etica liberale. Il liberalismo prevede anche responsabilità e una forte etica e maturità civile, le quali non per nulla sono la base della teoria di Locke. Un popolo maturo si eleva dallo stato di natura passando al grado superiore di evoluzione sociale. Jacopo Vibio Frentano CULTURA IL QUATTROCENTO E LA SCUOLA FIAMMINGA Piccolo viaggio nella cultura musicale fiamminga imperfette di sesta e di terza e dall sempre maggiore influenza del gusto italiano di esaltare il sentimento, a volte a scapito del testo. In questo periodo si ha anche una definizione maggiore per quanto riguarda le forme, vengono portate infatti ai massimi livelli musicali la messa e il mottetto. La prima raggiunse un'importanza e un'espressività paragonabile alla sonata settecentesca grazie anche all'aumento delle voci da tre a quattro (superius, altus, tenor e bassus) che diventarono Il Quattrocento fu un secolo molto importante per quanto riguarda la musica e le arti in generale, poichè l'attenzione si spostò dalla Francia, in cui nonostante l'apparizione del contrappunto l'arte rimane quasi vincolata al periodo gotico, all'Inghilterra e alle Fiandre. Dalla morte di Machaut alla fioritura dei maestri fiamminghi si ha però un periodo di transizione riempito dai maestri inglesi, fra i quali emerge John Dunstable. La polifonia inglese infatti risultava più gradevole di quella francese per l'adozione delle consonanze uno schema ricorrente nei secoli successivi. Per quanto riguarda il mottetto, esso non è più una forma schematica (come lo era nel Trecento) ma acquista una maggiore liberà; il contrappunto è formato da melodie di senso compioto e non più da scialbi accompagnamenti. La vera e propria rivoluzione apportata in questo periodo fu però lo sviluppo del canone, cioè la combinazione di una melodia ripresa successivamente da tutte le altre voci. Questa forma venne acquisita e fatta propria dai maestri fiamminghi, e poi adottata dai massimi maestri della polifonia rinascimentale, barocca e moderna. Nei decenni intorno alla metà del secolo acquistarono una notevole importanza alcuni compositori che si è soliti indicare con il nome collettivo di Scuola borgognona, i cui più grandi Josquin Després esponenti furono Guillaume Dufay e Gilles Binchois. dell'imitazione a canone è ancora timida, Dufay nacque intorno al 1400 nelle sue composizioni non riscontriamo nell'Hainaut ai confini tra la Francia e il Belgio. I suoi contatti con l'Italia furono molto intensi: cantore della cappella mai un'estensione superiore alle tre voci, papale dal 1428 al 1437, era stato prima egli eccelse nella musica sacra. al servizio dei Malatesta a Rimini e in Il primo dei maestri fiamminghi degno seguito ai duchi di Savoia. di nota fu Johannes Ockeghem, nato Nonostante in lui la tecnica intorno al 1420 nella fiandra orientale. Egli fu ricordato principalmente come il 13 compositore che sviluppò i più sottili artifici della scrittura canonica. Egli fu il primo compositore che sviluppò in modi articolati e vari il rapporto tra le quattro voci del tessuto musicale preparando la strada a Josquin Després. Egli nacque nell'Hainaut (quindi conterraneo di Dufay) intorno al 1440 e fu riconosciuto dai suoi contemporanei e anche dopo la sua morte come il maggior compositore della scuola fiamminga. Di lui Martin Lutero disse: "Gli altri maestri devono fare come vogliono le note, ma Josquin è il padrone delle note, che hanno dovuto fare come voleva lui". Després dispone di uno stile complesso eppure agile , che nella sua universalità sintetizza la dottrina fiamminga del contrappunto ed il principio italiano dell'armonia italiana dell'armonia tonale. Ma il merito storico di Josquin è l'attenzione da lui posta per la prima volta nella storia musicale nello stabilire rapporti di coerenza espressiva tra il testo e l'invenzione musicale. Per questi meriti Josquin Després è considerato il primo musicista del rinascimento; l'integrazione espressiva tra la parola e il canto che egli per primo perseguì fu un principio al quale si rifecero i compositori europei della successiva generazione. Luca Giulio Siculo Giornale redatto con la volontà e compartecipazione della micronazione Res Publica SPQR Repubblica Romana sotto la gestione di C.S.Catilina il 2 Settembre 2009 d.c. 2762 a.U.c. Caporedattore: C.G.Aquila Redattori: C.S.Catilina, P.C.Tacito, C.D.Simone, L.G.Siculo, J.V.Frentano, L.G.Bruto Con la collaborazione dell’Edilità Plebea di Res Publica. 14