Acura Key West: italiani? Mascalzoni!

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Acura Key West: italiani? Mascalzoni!
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Vela internazionale
16 / 31 GENNAIO 2006
Withbread: Croce e Delizia
Vice Admiral’s Cup ‘06
Non c’è pace per i 7 equipaggi impegnati nella Volvo
Ocean. La Withbread è gara dura e già nella prima
tappa erano stati costretti al ritiro Movistar e Pirates
of the Carribean. Ora, a due giorni dalla partenza
della seconda frazione, sono già altri 2 i team a dover
interrompere la tappa: Team Ericsson ha rotto uno dei
pistoni che regolano il movimento della chiglia basculante e Brasil 1 ha subito un’avaria allo scafo. Intanto le
AbnAmro continuano a stabilire record. L’ultimo è del
team Two che, percorrendo 558 miglia a una media di
23.3 nodi, ha stabilito il nuovo primato di percorrenza
nelle 24 ore battendo quello di 546 miglia, stabilito dal
team One nella tappa precedente.
Il Royal Corinthian Yacht Club Cowes
(RCYC) ha comunicato ufficialmente che, visto
il grande successo dell’edizione passata, ospiterà anche l’edizione 2006 della Vice Admiral’s
Cup. Le regate si svolgeranno nel weekend
30 settembre - 1 ottobre. Ideata dal RCYC per
sopperire alla cancellazione dell’Admiral’s
Cup, la regata ha riscosso subito un grande
successo tra i partecipanti.
Confermato il format della passata edizione
che aveva garantito un gran divertimento e un
grande equilibrio tra gli equipaggi.
Delusione Alfa Romeo
Un secondo posto, forse, non è una sconfitta, ma
non è certamente una vittoria. C’era grande attesa
per l’equipaggio Alfa Romeo alla Sidney-Hobart,
ma il team condotto da Neville Crichton, skipper e
proprietario del maxi yacht 98 piedi, ha subito una
dura sconfitta dall’imbarcazione “gemella” Wild Oats
XI. Una debacle ancora più bruciante se si considera
che Crichton aveva impiegato cinque mesi a curare i
dettagli di design del mezzo, per guadagnare maggiore
velocità, e ad allenare il team per il grande evento. In
più la beffa: nelle regate di preparazione della settimana precedente la Hobart, Alfa Romeo aveva sempre
battuto i rivali. Al prossimo anno per la rivincita.
Acura KeyWest: italiani? Mascalzoni!
«L’
Italia è un paese
piccolo che produce
un
ragguardevole
numero di marinai di
grande classe». È vero, noi lo sapevamo
già, ma è bello che ogni tanto siano gli
altri, gli avversari che battiamo in mare,
a dirlo. La frase di apertura del pezzo
campeggia nell’home page dell’Acura
Key West e non potrebbe essere altrimenti, visto il trionfo dei nostri colori
nella classicissima che si disputa in
Florida. La vittoria nelle classi più
importanti, infatti, è andata a nostri
connazionali. E se il primo assoluto
nella categoria Swan 45, Massimo Ferragamo a bordo della sua “Bellicosa”, vive
da tempo negli Stati Uniti e gareggia per
i colori newyorkesi, nella categoria Farr
40 Vincenzo Onorato con il suo “Mascalzone Latino - Capitalia Team”, che regata
per Napoli, ha reso ancora più brillante
il tricolore, staccando gli altri ventiquattro partecipanti nella sua categoria. Di
grande prestigio anche i secondi posti
ottenuti, nelle stesse classi, rispettivamente da Danilo Salsi su “DSK-Comifin”
e Alessandro Barnaba con “Fiamma”.
Classifica molto corta negli Swan 45
con Ferragamo davanti a Salsi di solo un
punto (43-44). Lo skipper di “Bellicosa”
ha saputo rimediare brillantemente al
14° posto ottenuto nella prima giornata
con tre vittorie e prestazioni sempre nei
primi otto (1-14-4-1-5-1-3-6-8), mentre
Vincenzo Onorato, con Coutts alla tattica, primo nella categoria Farr 40,
seguito da Alessandro Barnaba. I nostri velisti vincenti anche nelle altre classi
«Sono sempre felice di regatare a Key West. Sole e tanto vento... amo
questo posto. Correre con “Re Coutts”, poi, è un‘esperienza incredibile: fa sentire un campione chiunque sia a bordo con lui».
“DSK”, dopo un avvio brillante, non ha
saputo tirare fuori dal cilindro la prestazione sopra le righe, che gli avrebbe
garantito la vittoria, e ha mantenuto
un passo buono e costante (8-1-3-5-413-4-4-2) ma non sufficiente a battere il
rivale. Completamente diversa la storia
nel Farr 40 dove l’esperienza di Onorato
e la classe di Russel Coutts, tattico d’eccezione, non hanno lasciato scampo agli
avversari: distanziati di tre lunghezze il
secondo e il terzo (61) e di sedici il quarto
(74). “Mascalzone Latino” non ha ottenuto nessun successo di frazione, ma la
costante permanenza nelle posizioni
di testa (4-8-12-2-4-2-3-12-11) gli ha
garantito la vittoria finale su Fiamma
che, nonostante la vittoria nella quinta
regata, ha offerto prestazioni troppo
altalenanti
(15-2-11-7-1-3-4-16-2)
per poter aspirare all’affermazione
finale. Molti i motivi del trionfo di
“Mascalzone Latino”. Dalla qualità e
affiatamento dell’equipaggio (Matteo
Savelli, navigatore; Davide Scarpa,
prodiere; Andrea Ballico e Daniele
Fiaschi, tailers; Chris Main, alla randa;
Massimo Paolacci, alle drizze; Adriano
Figone, all’albero, e Monica Rampoldi,
jolly) a quello che Coutts ha definito
il “fattore italiano”, rimanere sereni e
rilassati anche nel massimo impegno.
Alla fine solo gioia e tanti complimenti;
da quelli di Coutts a Onorato - «Vincenzo
è molto bravo al timone, siamo sempre
stati veloci e mi sono divertito molto. È
stata proprio una settimana fantastica»
- a quelli dello skipper per il suo tattico
- «Navigare con Russell Coutts a bordo
è un’esperienza unica. Lui è la vela fatta
persona, il più grande campione della
vela di ogni tempo. Tutto avrei pensato
nella vita, consentitemi la battuta,
tranne che fargli da timoniere». Dopo
Key West Mascalzone Latino parteciperà all’Acura Miami Race Week 2006,
in programma dal 9 al 12 marzo… alla
conquista della Florida!
SYDNEY HOBART
Emiliano Cipriani
1 gg 18h e 40’
Vittorie e record
per Wild Oats XI
Wild Oats XI si è aggiudicato la
61ª edizione della classicissima
Rolex Hobart Yacht Race, meglio
nota come Sidney-Hobart. Il
nuovissimo maxi-yacht da 98 piedi,
lunghezza massima ammessa,
non ha solo vinto, ma dominato
e abbattuto tutti i record, nonostante la scarsa dimestichezza
dell’equipaggio con il nuovo scafo.
Il pluripremiato Mark Richards,
infatti, ha guidato l’imbarcazione
alla vittoria nella “Line honours”,
arrivando per primo al traguardo,
nella “Tattersalls Cup”, la classifica
generale modificata con l’aggiunta
degli handicap relativi alla stazza
di ogni imbarcazione, e stabilendo
il record della regata, completando
le 628 miglia del percorso in 1
giorno, 18 ore e 40 minuti, abbassando di oltre un’ora il precedente
primato, stabilito dal Volvo Ocean
60 Nokia nel ‘99. Un grande trionfo
e sicuramente una soddisfazione
doppia, soprattutto tenendo conto
delle dichiarazioni rilasciate dallo
skipper alla vigilia: «È una grande
emozione per un equipaggio
vincere la graduatoria modificata
con gli handicap dopo aver anche
tagliato per primo il traguardo. Il
primato all’arrivo quest’anno è una
gara tra quattro, massimo cinque,
barche. La lotta per la vittoria generale invece è con tutta la flotta… e
ottantasei imbarcazioni sono molte
più di cinque; questo è l’obiettivo
a cui tutti aspirano. Per noi velisti il
vero trofeo è vincere la “Tattersalls
Cup”». Richards ha esaudito un
proprio desiderio e si è tolto una
grande soddisfazione.
E.C.
Slam: «Marchi sicuri con leggi omogenee»
«L
a registrazione dei marchi
è un problema molto
sentito da Slam e dalle
aziende italiane: ogni nazione, infatti,
ha leggi diverse ed è necessario quindi
registrare il proprio marchio singolarmente in ogni paese d’Europa e del
mondo. Ciò comporta di conseguenza
enormi spese. Eppure la registrazione
del marchio è uno degli strumenti più
importanti per difendersi dalle imitazioni. Auspichiamo al più presto un
marchio europeo e leggi più omogenee
in tutto il mondo». Così dicendo Carla
Gardino, presidente di Slam, azienda
italiana pioniera nel settore sailing e
sportswear, evidenzia un problema
non certo marginale per l’industria
italiana. Ne ha fatta di strada questa
azienda, nata nel ’79 dalla passione per
la vela di un gruppo di ragazzi che, stanchi di bagnarsi in barca, hanno iniziato
ad importare e studiare capi tecnici dagli
Stati Uniti. Da qui a farli produrre in Italia
sulla base delle loro esigenze il passo è
stato breve. L’abbigliamento tecnico si è
trasferito poi alla vita cittadina tanto che
Slam partecipa alle sfilate di Pitti Uomo,
Quale impegno economico vi richiede
questo e che ritorni ne avete avuto?
Circa il 10% del fatturato è destinato
alle sponsorizzazioni e alla pubblicità
con ritorni di grande visibilità. Abbiamo
legato il nostro nome alla FIV per due
trienni consecutivi e ora abbiamo
scelto un testimonial internazionale
del calibro di Russel Coutts, lo skipper
neozelandese numero uno, che testa
personalmente i nostri prodotti. Slam
è stata official supplier della LuisVuitton
Cup nel 2003, e della FIV alle Olimpiadi
di Sydney 2000 e Atene 2004.
Quali sono i mercati esteri su cui
siete più presenti e su quali intendete
aprirvi?
estendendosi anche al fitness e all’underwear. Grazie alla costante attività di
esplorazione del nuovo, l’azienda è in
continua espansione, con un fatturato
di 20 milioni di euro.
Come opera Slam per quanto
riguarda la ricerca e lo sviluppo di nuovi
materiali?
Le caratteristiche di impermeabilità,
resistenza e traspirabilità dei nostri capi
sono frutto di una ricerca continua di
nuovi materiali. Prima della realizzazione testiamo i nuovi tessuti che
ci sono proposti anzitutto all’interno
dell’azienda, poi sulle barche a vela, in
condizioni estreme.
Il marchio Slam è legato da sempre a
prestigiosi nomi della vela agonistica.
Caffari, tempra d’acciaio per andare a vela «contromano»
L’avventura di cui voglio raccontare
parla di coraggio, impegno, capacità e
un pizzico di sconsideratezza, anche
se “calcolata”. Dee Caffari è la prima
donna ad avere intrapreso il giro del
mondo in barca a vela da est a ovest e
quindi controvento. Un’impresa titanica,
ricca di pericoli, che richiede una grande
esperienza e, soprattutto, una sconfi-
nata passione. Partita il 20 novembre da
Portsmouth con il suo 72 piedi AVIVA,
la trentaduenne inglese si trova adesso
nell’Oceano del Sud dopo avere doppiato,
come pochi altri prima di lei in solitario,
Capo Horn. Dopo avere attraversato una
delle “pietre miliari” più dure, affascinanti
e ricche di insidie per ogni marinaio, ora
l’attendono due mesi e mezzo ancora più
L’export costituisce il 25% circa
del nostro fatturato, di cui la Spagna
assorbe il 60%. Ora siamo presenti con
negozi monomarca in Croazia, Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Gran
Bretagna. Abbiamo negozi anche in
Australia e nelle Antille Olandesi.
Stiamo però studiando la possibilità di
rivolgerci a nuovi mercati, come gli Stati
Uniti e i Paesi Arabi.
Caterina Grosso
difficili, caratterizzati da freddo, pioggia
e grandi onde di prua, prima di arrivare
in vista delle coste della Nuova Zelanda.
L’esperta skipper dovrà dosare le forze,
fisiche e psicologiche, e fare ricorso a tutte
le sue conoscenze nautiche per gestire al
meglio la sua barca tra i ghiacci e i venti a
oltre 50 nodi. L’obiettivo è battere il record
del francese Van Den Heede, che ha
compiuto l’impresa in 122 giorni 14 ore e 3
minuti.
Em. Cip.