pena di morte - Comune di Empoli

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Pena di morte
a cura di Patrizia Tellini
Nel carcere di Huntsville in Texas, il 17 settembre 2002 è avvenuta l’esecuzione di Jessie Joe Patrick. Il bilancio di morti annunciate in Texas per fine anno è di 35 esecuzioni, nonostante che in novembre nel paese si voterà per non giustiziare malati mentali e minori. Il Parlamento sembra interessato all’introduzione della pena capitale per chi uccide un poliziotto e per bioterroristi.
In Iran martedì 17 settembre 2002 sono state giustiziate 5 persone. Ricordiamo che in Iran la pena capitale è eseguita anche a
seguito del solo gesto di estrarre una pistola, se ciò crea paura nei cittadini. Le esecuzioni sono pubbliche, perché si spera di
ridurre in questo modo la criminalità.
Un giovane di 26 anni è stato “salvato” 4 minuti prima della sua esecuzione. Dong Wei, accusato di omicidio, ottiene la sospensione dell’esecuzione grazie alla consegna dell’appello consegnato in tempo dal suo difensore, che si rivolge direttamente alla
Corte Suprema. Con una telefonata la fucilazione del ragazzo è bloccata. La Corte Suprema ha la parola definitiva sulle sentenze. Il codice di procedura penale in Cina è stato approvato nel 1979. Nel 2001 in Cina le sentenze di morte sono state 1.781 e
2.960 persone sono state condannate alla pena capitale. (26 settembre 2002)
12 prigionieri accusati di rapina sono stati impiccati nel maggio scorso. Altri 15 sono stati condannati a morte e sono in attesa
dell’esecuzione a Dafour sempre in Sudan.
Nel Maryland è stato avviato uno studio per accertare che non vi siano discriminazioni razziali nelle esecuzioni capitali. Le esecuzioni riprenderanno solo quando sarà terminato.
In Turchia, paese musulmano, è stata abolita di recente la pena di morte, a seguito della legge varata dal parlamento di Ankara
il 3 agosto scorso.
Quattro condanne a morte di cui due per adulterio nell’agosto 2002. La Sharia non ammette relazioni extraconiugali e condanna
gli amanti alla lapidazione. Nel rapporto di Nessuno Tocchi Caino del 5 ottobre 2002 si legge che il Presidente nigeriano Olusegun
Obasanjo ha assicurato che le corti d’appello annulleranno le sentenze dei tribunali islamici nei casi di condanna a morte mediante lapidazione per il reato di adulterio. Così è successo per Safyia Husseinie per Amina Lawal.
Per un presunto conflitto etnico, 88 persone tra cui due minori, sono state condannate a impiccagione e crocefissione.
Amnesty invita una mobilitazione internazionale. La condanna a
morte è stata decisa il 17 luglio scorso senza celebrazione di
giusto processo. I condannati non hanno avuto assistenza legale e sono stati torturati prima del processo. Il codice penale in
Sudan si basa sull’interpretazione del governo della Sharia (la
legge islamica) e comprende pene come amputazione di arti,
impiccagione, crocefissione. Per manifestare il proprio dissenso, è possibile inviare un messaggio all’ambasciata del Sudan,
via Spallanzani 24, 00161 a Roma.
10 persone sono state condannate a morte a Pechino e 118
sono state arrestate nel mese di luglio. I reati contestati sono
reati comuni. Luo Gan, segretario del Comitato giuridico del
governo, ha affermato che “dovremo rafforzare la campagna
anticrimine, in particolare per colpire forze ostili del paese, per
evitare atti terroristici. La campagna deve colpire anche la criminalità comune”.
Toronto Patterson 24 anni, è stato giustiziato il 28 agosto
2002. Colpevole di un omicidio commesso nel ‘95 all’età di 17
anni. Patterson è stata la 23ma esecuzione dell’anno nello
Stato Usa.
Linroy Bottosn e Amos King sarebbero dovuti morire nel mese
di luglio. Ma la Corte Suprema della Florida ha bloccato le loro
esecuzioni a tempo indeterminato, perché vuole valutare se i
limiti di costituzionalità della pena di morte interessano anche
le norme della Florida.
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Da www.nessunotocchicaino.it
1° ottobre 2002: mentre il Malacañang (Palazzo del Governo) ha confermato che la presidente Arroyo ha sospeso
le esecuzioni durante il dibattito parlamentare sull’abolizione della pena di morte, la Commissione Giustizia del
Senato ha approvato un documento, presentato dal Senatore Aquilino Pimentel Jr. ed altri 15 senatori, che prevede
l’abolizione della pena capitale.
1° ottobre 2002: diversi contestatori sono stati arrestati dalle forze del regime islamico durante le esecuzioni pubbliche avvenute in due diversi punti della capitale iraniana, ha detto il Comitato di Coordinamento del Movimento
degli Studenti per la Democrazia in Iran (SMCCDI).
Gli arrestati protestavano contro le esecuzioni di massa ordinate dalle autorità e in particolare contro l’impiccagione di cinque condannati per stupro, gridando slogan contro il regime e lanciando bottiglie incendiarie contro le forze
di sicurezza. Lo afferma la Commissione Informazione del SMCCDI.
22 settembre 2002: i condannati nel braccio della morte nella prigione di Bang Kwang hanno raggiunto il numero
record di 690 da quando il governo ha avviato lo scorso anno una campagna di repressione contro il narcotraffico.
Natthee Chitsawang, direttore generale del dipartimento di correzione, ha dichiarato che il numero di detenuti nella
prigione di Bang Kwang è salito da 300 a 690, con una media di circa 40 criminali inseriti ogni mese nel braccio
della morte. Il dipartimento di correzione è però consapevole che l’aumento dei reclusi, più del doppio, e il livello
insufficiente di personale, potrebbe costituire una combinazione esplosiva.
25 settembre 2002: cinque uomini condannati a morte per stupro ed estorsione saranno impiccati all’alba di domenica, nella capitale Tehran, in base ai resoconti di mercoledì. Il quotidiano Jam-e-Jam riferisce che i condannati sono
membri di una banda chiamata dalla polizia gli "avvoltoi neri" e che le esecuzioni sono previste in distretti diversi
della capitale, uno per ogni impiccagione.
Il giornale riferisce che le condanne a morte sono state confermate il 25 settembre dalla corte d’appello di Tehran
e che la polizia dice di aver ricevuto telefonate di ringraziamento da parte di donne vittime della banda.
5 settembre 2002: tre cittadini indiani sono stati condannati a morte da una corte di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti,
per possesso e traffico di droga.
I tre, Hamid Soofi Mohiyuddin, 40 anni , Sulaiman Rahman Ibrahim, 30 anni, e Sebastian Kurian, 33 anni, fermati
dalla polizia di Dubai in maggio, sono stati condannati a morte martedì, secondo quanto riportato da un quotidiano
mercoledì.
2 agosto 2002: con 256 voti a favore e 126 contro, oggi il parlamento turco ha votato per emendare la pena capitale in tempo di pace. Il provvedimento fa parte di un pacchetto di riforme necessarie per l'entrata nella UE
28 luglio 2002: accogliendo un appello di papa Giovanni Paolo prima del suo arrivo, il presidente guatemalteco
Alfonso Portillo ha acconsentito a fermare le esecuzioni di stato durante il suo mandato e chiederà all’Assemblea
Nazionale di abolire la pena di morte.
31 luglio 2002: l’avvocato Lar ry Komp si è mosso rapidamente dopo che la Corte Suprema USA ha bandito le esecuzioni di ritardati mentali il mese scorso, inoltrando un appello per conto del suo cliente meno di due settimane
dopo. Allen Holloway, condannato per omicidio e rinchiuso nel braccio della morte dell’Ohio, ha disabilità mentali e
un Quoziente Intellettivo misurato tra i 55 e i 72.
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26 luglio 2002: quattro uomini condannati per omicidio hanno scampato l’esecuzione dopo che è stato stretto un
nuovo accordo con le famiglie delle vittime, che li hanno perdonati. L’accordo che evita la forca ai condannati è stato
raggiunto in base alla legge islamica del Pakistan, che consente alla famiglia di un assassinato di chiedere la grazia per l’assassino. Le due famiglie appartengono allo stesso villaggio di Musakhen, nell’area di Abbakhel, 140
miglia a sudovest di Islamabad.
10 settembre 2002: la Corte Suprema del Pakistan ha stabilito che la pena di morte può essere imposta ad un
imputato in un caso di omicidio anche se non è l’autore dello sparo mortale.
La sentenza della Corte Suprema ha deciso che quando l’accusa dimostra in un caso di omicidio che il ruolo di due
o più imputati è identico, non c’è ragione di imporre una sanzione minore, in assenza di circostanze attenuanti.
8 settembre 2002: un iraniano ha decapitato la figlia di sette anni pensando che fosse stata stuprata dallo zio, riferisce il giornale Jomhuri-ye Eslami. L’autopsia ha poi rivelato che la bambina era invece ancora vergine.
“Il motivo che mi ha spinto a ucciderla è la difesa del mio onore e della mia dignità”, avrebbe detto il padre secondo il giornale. Gli stupri spesso non vengono riportati in Iran, dove per la società tradizionalista gettano la vergogna
sulla vittima e sulla sua famiglia. L’omicida è stato arrestato e la gente del luogo ha chiesto la sua impiccagione,
ma per la legge islamica dell’Iran solo il padre della vittima ha il diritto di chiedere la pena di morte.
Il giornale riporta che l’uomo, di nome Khazir, ha tre mogli.
Due ragazzi si sono suicidati tra l’8 e il 10 ottobre scorso. A due giorni di distanza l’uno dall’altro, i due detenuti si
sono tolti la vita nel bagno della propria cella, con un lenzuolo nel carcere di Cagliari.
A seguito delle due esecuzioni avvenute nelle prigioni di Fukuoka e Nagoya, Amnesty International rilancia la propria campagna
per l'abolizione della pena di morte in Giappone.
"Cartellino rosso alla pena di morte" si rivolge direttamente al primo ministro Koizumi esortandolo a prendere quella decisione
che consentirebbe al Giappone di aggiungersi al sempre più vasto numero di paesi - attualmente 111 - che hanno deciso di non
ricorrere più alla pena capitale. Con l'impiccagione di Tatsuya Haruda e di Yoshiteru Hamada, le prime due di quest'anno, sono
43 le condanne a morte eseguite in Giappone nel corso dell'ultimo decennio.
I condannati a morte sono attualmente circa 110 e la metà di essi rischia l'impiccagione in qualsiasi momento in una delle sette
carceri del paese dotate di patibolo. I 43 condannati messi a morte avevano trascorso anni, a volte decenni, fra i gravissimi abusi
fisici e psicologici dei bracci della morte. La petizione della campagna "Cartellino rosso alla pena di morte" è on-line all'indirizzo: www.amnesty.it/primopiano/cartellino_rosso/
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