Trattativa ad un punto morto: si profila un autunno caldo
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Trattativa ad un punto morto: si profila un autunno caldo
Anno IX - numero 30 Mercoledì 8 settembre 2004 Confederazione E u r o p e a dei Sindacati Indipendenti Società Cultura Lavoro Sped. abb. post. Legge 662/96, art. 2 comma 20, lett. B Filiale di Roma - Euro 0,90 Abbonamento annuale Euro 26,00 SETTIMANALE DI POLITICA E INFORMAZIONE SINDACALE CONFEDERAZIONE GENERALE SINDACATI AUTONOMI LAVORATORI E-mail: [email protected] Sito Internet: www.confsal.it PUBBLICO IMPIEGO CONTRATTI Mazzella Trattativa ad un punto morto: Statali. scopre le carte! si profila un autunno caldo Sia sul DPEF che sui rinnovi contrattuali è chiusura totale il punto allarme rosso nel mondo del sindacalismo autonomo italiano, ha dichiarato il leader della Confsal, Marco Paolo Nigi, dopo gli incontri con il Governo sul DPEF. Si registra, infatti, una forte delusione ed una grave preoccupazione tra le categorie rappresentate sia del pubblico che del privato impiego. Anche nell’ultimo incontro del 29 luglio tra il sindacato e Luigi Mazzella, ministro della Funzione Pubblica, ha affermato il Segretario generale della Confsal, si è consumato un altro, inutile se non “mortificante” rito sui problemi del pubblico impiego. È Finanziaria: le scelte che penalizzano il Paese di Marco Paolo Nigi aranno quasi 32 mila milioni di euro in 18 mesi quelli che il cittadino in maniera più o meno diretta sarà costretto a sborsare per far fronte a quanto stabilito dal Governo con la cosiddetta manovrina e la successiva “finanziaria”. Si tratta di una cifra ancora lontana dalla famosa stangata del Governo Amato che fu di circa 50 mila milioni di euro ma tuttavia estremamente elevata e, soprattutto, particolarmente odiosa perché imposta ai cittadini dopo una serie ininterrotta di dichiarazioni rassicuranti da parte di esponenti dell’esecutivo circa la solidità dell’economia del Paese e quindi sulla inutilità di manovre correttive di bilancio. Inoltre gli indirizzi di politica economi- S a pagina 2 ➧ ROTTAMAZIONE Elettrodomestici. Ora si fa sul serio! Accettata la proposta della Confsal Saranno incentivati i consumi e incrementata l’occupazione l ministro delle attività produttive Antonio Marzano sta mettendo a punto un maxi-progetto nel quale sono previsti eco-incentivi per la rottamazione dei grandi elettrodomestici. È il caro petrolio che ha accelerato i tempi perché, finalmente, ci si è resi conto che elettrodomestici troppo vecchi - in alcuni casi anche di 20-30 anni - sono fortemente inquinanti e hanno un consumo di energia molto elevato rispetto ai prodotti attualmente offerti dal mercato. Va aggiunto inoltre che la rottamazione consentirà di rivitalizzare un mercato ormai saturo incentivando i consumi e restituendo alle aziende la I a pagina 2 ➧ a Segreteria generale della Confsal ha inviato la nota che pubblichiamo al Presidente del Consiglio S. Berlusconi, al Vicepresidente G. Fini e al Ministro per la Funzione Pubblica L. Mazzella concernente l’istituzione della Vicedirigenza nella P.A.. “Fra gli impegni programmatici assunti dal Governo, l’istituzione della vicedirigenza era uno di quelli più significativi previsti per la pubblica amministrazione. Con l’entrata L a pagina 7 ➧ ’offensiva scatenata Quindi, a conti fatti, contro i dipendenti stipendi cresciuti più deldello Stato fin da inizio l'inflazione rispettivamente d’anno sembra giunta ora del 6,7 per cento o addiritalla fase conclusiva. tura 9,5 per cento. Motivo: i rinnovi conLa Confsal ha immetrattuali che l’esecutivo diatamente contestato il vuole portare a termine rapporto Aran (cfr giornale col minore esborso possi- n.12/2004) prevedendo le bile mentre il sindacato speculazioni di cui sarebbe pretende che gli stessi stato oggetto ad opera di consentano, forze politialmeno parche che per LUIGI MAZZELLA zialmente, il tradizione recupero del consolidata potere d’acconsiderano quisto delle l’apparato retribuzioni statale e tutche negli ulto ciò che lo timi anni si sostiene è sempliceun'aberranmente dite forma di mezzato. centralismo Il tutto da abbattere parte da un rapporto del- con ogni mezzo. l’Aran, evidentemente E le speculazioni si socommissionato ad hoc e no puntualmente verificapubblicizzato in tempi più te tant’è che i rinnovi conche sospetti, nel quale si trattuali che dovevano esdimostrava come le retri- sere stipulati prima delle buzioni del personale dello elezioni europee sono slitStato fossero aumentate tati ad un periodo succesnegli ultimi quattro anni sivo alla tornata elettorale del 16,7 per cento a fronte e quindi a dopo le ferie di un’inflazione effettiva ri- estive. Ora, alla vigilia descontrata mediamente nel- gli incontri col sindacato lo stesso periodo dall’Istat per dirimere la questione, pari al 10 per cento men- è entrato in campo direttre quella programmata tamente il ministro della dall’esecutivo era fissata al a pagina 2 ➧ 7,2 per cento. L È il momento del doppio prezzo! Malgrado gli impegni è tutto fermo Sollecitato l’intervento del Governo di Federico De Lella CAROVITA VICEDIRIGENZA GIANFRANCO FINI Non è certamente questa la “nuova concertazione” che ci aspettavamo, ha proseguito Nigi, non si può, infatti, solo informare ed illustrare provvedimenti già, a monte, decisi. Ci sono tutte le premesse perché sul fronte sindacale l’autunno diventi veramente “caldo”. Il Consiglio generale della Confsal è già stato convocato al fine di decidere un calendario di azioni di protesta, ormai inevitabili, contro un Governo che pare non abbia né voglia né orecchie per ascoltare chi tutela i diritti dei lavoratori, dei pensionati e dei cittadini”. ❐ Le intenzioni: bassi stipendi, mobilità, riduzione degli organici, licenziamenti, blocco assunzioni Per battere la speculazione più che mai attuale la proposta Confsal ’obbligo di esporre sui prodotti alimentari in vendita il cartellino con il doppio prezzo - quello del produttore e quello del venditore al dettaglio - è stato nuovamente sollecitato dalla Confsal al Governo per far fronte ad un autunno che si preannuncia assai difficile per i consumatori in generale e per lavoratori e pensionati in particolare. Un provvedimento di tal fatta è oltremodo necessario se si considera che le prospettive di mercato non sono affatto incoraggianti. Il prezzo spropositato raggiunto dal greggio consentirà, a breve, con un alibi così allettante, una vera e propria campagna genera- L lizzata di aumenti su benzina, gas, luce, acqua, aerei, treni, trasporti pubblici e privati. E, in mancanza quasi totale di concorrenza nei vari settori, non saranno pochi i “cartelli” che impediranno ai consumatori di operare le loro scelte di mercato. Si scatenerà, ovviamente, per il solito effetto di trascinamento, la piccola distribuzione ancora molto diffusa nel nostro Paese - il 61 per cento di esercizi contro il 39 per cento dei grandi operatori commerciali - con ulteriori aumenti destinati ancor più a deprimere i mercati e a taglieggiare i consumatori. E che, malgrado la ormai ripetitiva e stucchevole difesa d’ufficio a pagina 2 ➧ MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 2/DALLA PRIMA PAGINA ➧ ca e quindi le scelte che sono alla base delle somme da reperire per non far naufragare l’economia del Paese appaiono del tutto estranee al Patto per l’Italia sottoscritto con le parti sociali e sono spesso confuse, disarticolate, contraddittorie se non addirittura cervellotiche e controproducenti. È il caso dell’aumento delle imposte sulla seconda casa che presenta aspetti paradossali. Erano nel programma di Governo la ripresa dei consumi e la lotta alla disoccupazione attraverso l’incentivazione dell’edilizia sia pubblica che privata. Ebbene, l’unico settore che attualmente in Italia “tira” ancora è quello dell’edilizia al quale si è pensato bene di tagliare gambe e braccia così da inaridirne ogni possibilità di ulteriore sviluppo e andando ad incidere proprio su consumi e occupazione. Tra l’altro proprio dalle seconde case, specialmente quelle affittate durante i mesi estivi - non meno di un milione e mezzo di unità secondo stime per difetto - si sarebbe potuto ricavare ben di più semplicemente obbligando i proprietari ad adempiere ai loro obblighi fiscali evasi nel 95 per cento dei casi. Ma questo non trascurabile introito, valutabile in decine di migliaia di milioni di euro, sembra assai inspiega- il punto Finanziaria: le scelte che penalizzano il Paese bilmente non interessare né Governo né Comuni! Eppure la lotta al sommerso e all’elusione fiscale, come la Confsal ha sempre sostenuto, rappresenta la chiave di volta per risanare l’economia del Paese senza dover fare ricorso in modo eccessivo ai redditi dei cittadini. È pur vero che l’esecutivo ha formalmente dichiarato la sua volontà di intraprendere la lotta al sommerso come priorità assoluta. Tuttavia tale dichiarazione d’intenti non trova adeguato riscontro dal momento che solo un risibile 0,5 per cento della “finanziaria” è reso disponibile per tale gravoso impegno. Manovrina e “finanziaria”, dunque, non vanno nella direzione più volte indicata dal sindacato ma seguono un percorso illogico ed anomalo puntando semplicemente a mantenere in modo raccogliticcio e all’insegna dell’improvvisazione il deficit nazionale entro quel rigido 3 per cento, che come abbiamo più volte evidenziato non può e non deve MARCO PAOLO NIGI “strozzare” lo sviluppo del Paese, non incidendo che in modo superficiale sulla spesa. Penalizza, invece, vari settori produttivi come le imprese, le banche, le assicurazioni che, per recuperare il perduto, riverseranno le loro “sofferenze” sui cittadini sempre più taglieggiati da un implacabile carovita e da retribuzioni e pensioni ormai al di sotto del minimo vitale. Di una chiara e concreta programmazione su innovazione, ricerca, ammortizzatori sociali, sviluppo specialmente per il Sud e dei tanti impegni a suo tempo assunti dal centrodestra in campagna elettorale ormai non si parla più. Tutto si risolve nel fissare all’1,6 per cento il tasso di inflazione programmata ben lontano dalla realtà, così come del resto ha finalmente riconosciuto il nuovo ministro dell’economia e delle finanze Domenico Siniscalco, e nel congelare il rinnovo di molti contratti tra i quali quelli del pubblico impiego - forse nell’attesa che un intervento messianico possa rimettere le cose a posto. È chiaro che un simile modo di procedere non può che rivelarsi, anche a breve termine, deleterio per la crescita del Paese e per l’avvenire di tutti i cittadini. Tutto ciò per imperizia, superficialità e beghe di bottega tra partiti politici della stessa coalizione che persistendo nel loro atteggiamento dissennato, tra l’altro, vanno incontro ad un suicidio politico-elettorale più che annunciato. Resta il sindacato come “ultima spes” per i lavoratori, i pensionati, i cittadini tutti. Sia ben chiaro, la Confsal è stata in prima fila nel plaudire la fine della co- siddetta concertazione che di fatto attribuiva alle organizzazioni sindacali della triplice confederale il diritto di veto sulle decisioni dell’esecutivo impedendo allo stesso di assolvere autonomamente i suoi compiti istituzionali. Tuttavia non possiamo nemmeno accettare che, di fronte ad una situazione generale particolarmente difficile per il Paese, il sindacato venga considerato dall’esecutivo alla stregua di un semplice ascoltatore passivo e ininfluente anche se ricco di esperienza e capace di elaborare proposte concrete, soluzioni possibili, alternative interessanti. Il sindacato non è e non vuole essere un soggetto politico e tanto meno vuole atteggiarsi a tale, ma è indiscutibilmente il portatore delle istanze di lavoratori, pensionati e dei cittadini tutti. Ed è in questa veste che la Confsal intende apportare il suo contributo dialogando con il Governo sulle soluzioni da adottare per la ripresa economica del Paese, soluzioni che possono anche comportare sacrifici ma che non devono derogare da quei principi di sano realismo e palese equilibrio, di giustizia e di equità, cui dovrebbero sempre ispirarsi, istituzionalmente, i reggitori della cosa pubblica. Marco Paolo Nigi ROTTAMAZIONE Elettrodomestici. Ora si fa sul serio! ➧ produttività perduta a tutto vantaggio dell’occupazione che nella grande industria oramai da anni sta subendo un drastico ridimensionamento. Va detto che la Confsal aveva da tempo sollecitato con una nota al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, la rottamazione dei grandi elettrodomestici, (cfr giornale Confsal n. 24 del 26 giugno 2003) cui fu risposto negativamente adducendo l’insuccesso riscontrato con tale metodo nel mercato dell’automobile che tuttavia, lo spiegammo subito, è tutt’altra cosa. Oggi la proposta viene ritenuta valida e si stanno accelerando i tempi per metterla in atto, ma si è perso del tempo prezioso. Perché? I super esperti del ministero non hanno l’umiltà di accogliere le proposte di un sindacato temendo una diminutio? Dopo la recente esperienza ci auguriamo che, per il futuro, anche le altre proposte della Confsal - che non sono poche - vengano prese nella dovuta considerazione. CONTRATTI CAROVITA Statali. Mazzella scopre le carte! È il momento del doppio prezzo! ➧ funzione pubblica, Luigi Mazzella - a questo punto da considerare il regista occulto di tutta l’operazione - per ridimensionare drasticamente le richieste del sindacato con una serie di argomentazioni che non solo fanno riferimento puntualmente al rapporto Aran citato ma si spingono ben oltre. Il che è perlomeno originale se solo si considera che un ministro per la funzione pubblica dovrebbe avere il compito di vigilare sul corretto funzionamento della pubblica amministrazione e quindi sull’efficienza e la produttività degli operatori del settore che in tale ottica non possono certamente essere dallo stesso disamorati nel loro impegno quotidiano. Eppure lo avevamo spiegato a chiare lettere. I dati del rapporto Aran, pur esatti se assunti acriticamente, sono assai lontani dalla realtà perché partono da un presupposto errato e cioè che, per il periodo preso in considerazione, l’inflazione si sia attestata in media sul 2,5 per cento annuo e non sull’8-9 per cento com’è nella percezione di lavoratori e pensionati che più direttamente ne avvertono il peso e l’incidenza. Del resto che l’inflazione reale o se si preferisce percepita sia assai superiore all’inflazione registrata dall’Istat per non parlare di quella programmata - lo ha ammesso assai onestamente anche il neo ministro delle finanze Domenico Siniscalco. Ma vi è di più. I dati sulle rivalu- tazioni stipendiali degli ultimi quattro anni sono assunti globalmente senza tener conto delle diverse professionalità che operano nel pubblico impiego dove pesano notevolmente l’eccessivo numero di burocrati lautamente retribuiti, i premi di produttività, le promozioni cui ha dato luogo la riqualificazione professionale e persino le missioni dei militari nelle zone di guerra. Le richieste del sindacato, a favore specialmente dei lavoratori che non appartengono a queste categorie privilegiate, dunque, ci sembrano assai contenute. Del resto se si guarda all’Europa, punto di riferimento ormai fisso dell’esecutivo quando si tratta di “tagliare”, risulta chiaramente, da un rapporto elaborato da alcuni istituti di ricerca per il Cnel, che se è vero che alcuni stipendi del comparto privato - ma il rapporto si può applicare anche al pubblico impiego sia pure con un differente approccio - sono aumentati del 5 per cento è anche vero che in altri paesi di Eurolandia nello stesso periodo le retribuzioni si sono rivalutate in maniera ben più consistente: del 24 per cento nel Regno Unito, dell’11 per cento in Spagna, del 10 per cento in Germania. Ma il ministro Mazzella non tiene conto di questi dati oggettivi e si spinge fino ad affermare che i dipendenti pubblici hanno avuto in passato aumenti stipendiali troppo “generosi”, che le norme sulla mobilità vanno totalmente riviste perché l’avvento del federalismo impone il trasferimento del personale - probabilmente coatto - dallo Stato agli enti locali. Questo nell’ambito di una sostanziale modifica della legge sulla contrattazione che, tra l’altro, dovrebbe dare mano libera all’esecutivo di ridurre l’organico attraverso i licenziamenti e di contenere la spesa pubblica specialmente con il blocco delle assunzioni. Fin qui il ministro Mazzella che tuttavia, non abbiamo ormai alcun dubbio, avrà certamente in serbo altre forme di penalizzazione per il pubblico impiego che troverà il modo di esternare al momento opportuno. Noi gli vogliamo solo ricordare che sta giocando con le attese, i progetti, le illusioni, le difficoltà di milioni di persone che con 1000 (dicasi 1000) euro al mese ovvero poco più di una pensione sociale devono sbarcare il lunario e che attendono quasi messianicamente risibili aumenti stipendiali dell’8-9 per cento lordo che, vista l’inflazione e la speculazione in atto, serviranno forse per agevolare qualche acquisto non più rinviabile. Ci pensi, signor ministro, perché non si può e non si deve perseguitare in tal modo chi lavora, produce e contribuisce in maniera determinante a far funzionare la complessa macchina dello Stato. Diversamente la Confsal, le altre forze sociali e i lavoratori tutti non staranno certo a guardare. Federico De Lella ➧ della Confcommercio, la speculazione ci sia è un fatto innegabile. Lo denunciano, in particolare, gli agricoltori i cui prodotti vengono acquistati al prezzo più basso d’Europa e venduti invece al prezzo più alto del continente. Il Governo, giustamente, per cercare in qualche modo di calmierare questo mercato ormai più selvaggio che libero, sta tentando accordi con la grande distribuzione per un blocco dei prezzi dei prodotti di maggiore consumo. Se tuttavia riuscirà nell’intento gli sarà poi impossibile persino intavolare una trattativa analoga con l’esercito di piccoli commercianti - solo nel 2003 hanno iniziato la loro attività ben 55706 piccoli esercizi i quali fanno del libero mercato una vera e propria bandiera per arrogarsi il diritto di speculare senza freno alcuno. Ebbene proprio per contrastare questo irresponsabile modo di procedere è il momento, ora più che mai, di porre in atto la proposta della Confsal circa l’obbligo per tutti gli esercenti di apporre sui prodotti in vendita il cartellino con il doppio prezzo: quello di acquisto e quello di vendita. Il consumatore se constaterà un’eccessiva differenza fra i due prezzi potrà allora rivolgersi ad un altro esercente meno esoso e più onesto. Purtroppo questa proposta della Confsal formulata fino dal mese di marzo del 2002 e di cui è stato puntualmente e ripetutamente informato il Governo non è stata mai presa in considerazione benché sia realizzabile a costo zero e con una semplice ordinanza prefettizia. E quello che è più grave è che nemmeno le opposizioni, sempre così solerti nel contrastare l’esecutivo, non l’abbiamo fatta propria. Si tratta, evidentemente, di non scontentare un elettorato vasto quanto prezioso. Ci si dimentica, evidentemente, che anche i consumatori voteranno! MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 INFORMAZIONI/3 SOCIETÀ EUROPEE PRIVACY Organizzazione dell’orario di lavoro La Cassazione: trattare dati senza nocumento non costituisce reato Incontro presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali resso il Ministero del MINISTERO DEL LAVORO Lavoro e delle Politiche Sociali si è tenuto un incontro finalizzato all’esame tecnico dei seguenti temi: 1) confronto in ordine alla definizione dei criteri di trasposizione nell’ordinamento italiano della direttiva 2001/86/CE, che completa lo statuto della società europea per quanto riguarda il coinvolgimento dei lavoratori; 2) verifica dello stato di applicazione della Direttiva 2000/34/CE in materia di organiz- intesa raggiunta recentemente per zazione dell’orario di lavoro(ai sensi un altro avviso comune, Confindustria e CGIL- CISL-UIL avevano dell’art. 19 del D.lgs. n. 66/03). La riunione è stata presieduta escluso e discriminato il sindacalidall’on.le Maurizio Sacconi, sottose- smo autonomo. La Confsal si è detta pronta ed gretario al Welfare e vi hanno parteinteressata sia a concludere un’adecipato tutte le parti sociali. Nel merito ha rilevato Roberto Di sione all’avviso comune sul telelavoMaulo della Segreteria generale del- ro che al confronto sul recepimento della Direttiva sulla Società Eurola Confsal, è emerso quanto segue: a) Coinvolgimento dei lavoratori pea, chiedendo a Confindustria di attivare un tavolo di discussione in nelle Società Europee. Entro il mese di ottobre deve tal senso. Il Sottosegretario nel concludere concludersi l’iter per il recepimento della Direttiva e il Governo ha preso il primo punto all’ordine del giorno atto della volontà delle parti sociali ha sottolineato la giustezza delle radi sviluppare entro tale data un gioni addotte dalla Confsal invitanconfronto finalizzato a produrre un do tutti, a partire dalla Confinduavviso comune sulla materia che stria, ad adoperarsi perché la ripoi il Governo recepirà se conforme chiesta di un tavolo di discussione avanzata dalla Confsal trovasse un alla Direttiva stessa. Il Governo ha auspicato che nel- adeguato riscontro. b) Sulla materia dell’orario di lala trattativa ci sia la rappresentativoro nell’impiego privato si è sottolività più larga possibile. La Confsal ha sottolineato che neato come la generalità dei CCNL questo invito era quantomeno op- stipulati generalmente ne recepiscoportuno visto che nella precedente no i contenuti innovativi, con l’ecce- P zione dei metalmeccanici (per ragioni evidentemente politiche, essendo l’ultimo CCNL non firmato dalla FIOM-CGIL), degli artigiani (che stanno procedendo ad un contratto quadro salariale rinviando alle categorie la definizione delle normative) e degli autotrasportatori (per i quali la controparte rivendica le peculiarità della prestazione discontinua). Quindi il recepimento è sostanzialmente avvenuto, anche se ancora non in modo integrale soprattutto in materia di orario massimo settimanale e giornaliero. Il Governo ha annunciato che entro ottobre predisporrà una circolare interpretativa per ridefinire il sistema sanzionatorio nei confronti di chi viola la normativa comunitaria e su questa circolare convocherà un’apposita nuova riunione delle parti sociali per farla esaminare preventivamente. Sempre in materia di recepimento della direttiva comunitaria sull’orario di lavoro, il Governo ha comunicato che ci sarà un analogo incontro tra le parti sociali e il Ministero della Funzione Pubblica e del Welfare per quanto riguarda il pubblico impiego. Infine il Governo ha dichiarato che entro l’anno decollerà anche il confronto con le parti sociali dei lavoratori finora esclusi dalla nuova normativa: si tratta dei lavoratori del volo, del personale viaggiante, dei lavoratori della pesca e del mare oltrechè quelli del settore offshore. ono escluse dalla fattispecie criminosa di cui all’art. 167 del Codice della Privacy (“Trattamento illecito di dati”) non solo le semplici violazioni formali ed irregolarità procedimentali, ma anche quelle inosservanze che producano un vulnus minimo all’identità personale del soggetto ed alla sua privacy come su definite sia nell’aspetto negativo sia positivo e che non determinino alcun danno patrimoniale apprezzabile. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 30134 del 9 Luglio 2004, precisando che il delitto in esame, a se- S guito della modifica apportata dal Codice della Privacy (D.Lgs 196/03), è stato trasformato da reato di pericolo presunto a quello di pericolo concreto con un’ ulteriore maggiore tipicizzazione del danno e del profitto. Nella specie la Suprema Corte ha assolto in quanto non più punibile un ex assessore comunale che a sostegno della sua campagna elettorale per le comunali aveva inviato la lista dei soci di una associazione umanitaria, della quale lui stesso faceva parte, a una serie di istituzioni pubbliche. SEDE CORTE DI CASSAZIONE ARAN ll’Aran, la Commissione paritetica (C.C.N.L. del 12 giugno 2003) ha proseguito lo studio del nuovo modello classificatorio in corso di definizione per le Aree professionali. La rappresentanza dell’Aran, presieduta dalla Dott.ssa Elvira Gentile, ha annunciato alle organizzazioni sindacali che è stato elaborato un documento che, per linee generali, individua alcune ipotesi di soluzione delle problematiche che suggeriscono lo sviluppo di un tracciato ordinamentale più aderente alle aspettative e rispettoso dei vincoli normativi. Il modello classificatorio in disamina è stato approntato – ha dichiarato l’Aran – assumendo a riferimento il tracciato professionale pensato per le Agenzie Fiscali e per la Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’Aran ha comunicato, inoltre, di voler sottoporre, in via preventiva, la bozza di studio in rassegna al Comitato Direttivo ovvero, even- A Nuovo modello classificatorio per le aree professionali Lo studio ad opera della Commissione paritetica ni aspetti legati: • al mansionismo, per effetto di una spinta alla omogeneizzazione delle attività standardizzate nelle Aree; • alle modalità di accesso (interno ed esterno) alle rispettive posizioni iniziali delle Aree; • al problema delle “reggenze”. È, quindi, ipotizzabile un regime transitorio che faccia da ponte alla soluzione ottimale delle problematiche pendenti. SEDE ARAN tualmente, al Comitato di Settore per acquisire una compatibilità con gli indirizzi di governo. In sintesi, il modello in fase di studio prevederebbe un’articolazione delle professionalità ancora per Aree, (stavolta con denominazione numerica) all’interno delle quali si proietterebbe, con maggiore insistenza, l’opportunità di rea- lizzare una maggiore differenziazione delle figure professionali per fasce reddituali. Restano, comunque, ancora da definire talu- La delegazione dell’Unsa-Confsal (Playa - La Torre) nel partecipare allo sviluppo della discussione, ha consegnato alla delegazione Aran una propria mozione ove è stato riportato, per linee generali, un contributo utile allo sviluppo di un nuovo modello classificatorio più aderente alle esigenze ed alle aspettative della categoria. A conclusione della seduta, sono stati concordati ulteriori incontri. Rappresentatività della Confsal nelle aree della dirigenza ’Aran con la nota n. 5602/2004 del 19 luglio 2004 ha reso noto le organizzazioni sindacali rappresentative nelle autonome aree della dirigenza – quadriennio contrattuale normativo 2002-2005 e primo biennio economico 2002 -2003 - secondo biennio economico 2004 - 2005. L La Confsal è rappresentativa nelle seguenti aree: a) Area 1 a: Dirigenza Ministeri e Aziende Autonome dello Stato; b) Area 5 a: Dirigenza Scuola Afam; c) Area 6 a: Dirigenza Epne /Enti pubblici non economici- agenzie fiscali; d) Area 7 a: Dirigenza ricerca e università; e) Area 8 a: Dirigenza Presidenza Consiglio dei Ministri. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 11 12 13 14 5 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 4/INFORMAZIONI MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 n occasione della riunione in partenariato tenutasi presso il Ministero del Lavoro, introdotta dal Direttore dr.ssa Battistoni, è stata presentata la bozza del Nap Occupazione 2004. La versione definitiva sarà presentata, dopo eventuali osservazioni da parte delle parti sociali, entro il mese in corso. Con questo documento di grande valenza sociale, si intende delineare il percorso strategico volto ad ottenere il raggiungimento degli obiettivi primari della massima occupazione, dell’ordinamento effettivo delle nuove possibilità offerte dalla riforma del mercato del lavoro, dello sviluppo produttivo qualificato ed in linea con i Paesi più avanzati. A seguito di quanto già pubblicato dal nostro Giornale, si ritiene utile esporre alcune linee di sintesi al fine di evidenziare elementi strutturali caratterizzanti le varie opzioni previste dal mercato del lavoro riformato. Come premessa alla realizzazione del Nap (National Action Plan) e per una verifica in linea con l’applicazione degli interventi previsti, anche (e soprattutto) in ambito regionale, la Confsal ha proposto di integrare il documento stesso con dati di monitoraggio, in corso d’opera, che tengano conto dell’andamento partecipativo e qualitativo dei lavoratori coinvolti nelle iniziative di formazione, riconversione e mobilità. La risposta del dott. Pirrone (Ufficio Studi del Ministero) è stata positiva e di attenta indicazione all’attività di sviluppo, in atto, del settore verifica-monitoraggio-valutazione, procedimenti mirati a sostenere il raggiungimento degli obiettivi del Nap. La Confederazione ha dichiarato la piena disponibilità collaborativa allo sviluppo delle azioni previste. Tra le Linee guida del Programma riforma del collocamento, rete dei servizi per l’impiego, incentivi all’autoimprenditorialità, mobilità territoriale, formazione continua (punti che saranno in seguito trattati) - è utile sintetizzare i nuovi contratti stabiliti dalla riforma del mercato del lavoro. Tra le numerose regole di applicazione della Legge (le regole di attuazione sono rimesse alla contrattazione collettiva nazionale), si indicano le seguenti tipologie: I Somministrazione di lavoro. Viene stipulato per fornire manodopera professionale a tempo indeterminato e determinato tra un intermediario autorizzato ed iscritti in apposito albo presso il Ministero del Lavoro ed un utilizzatore. Il contratto è vietato: in caso di lavoratori in sciopero; presso aziende che nei sei mesi precedenti abbiano operato licenziamenti collettivi o riduzioni di orari di lavoro nei settori con le stesse mansioni di cui al contratto citato; in caso di inadempienze sulle norme di ’impatto crescente delle tecnologie biometriche sulla vita quotidiana dei cittadini, nell’Ue e non solo, richiede un’analisi attenta delle questioni connesse per capire come conciliare sviluppo tecnologico a livello europeo e rispetto per i diritti fondamentali, quali la privacy. Questi i temi sui quali si sono confrontati a Dublino, esperti europei e di altri Paesi in una conferenza organizzata dall’European Biometrics Forum insieme alla Commissione europea ed alla Presidenza Irlandese del- L NAP OCCUPAZIONE 2004 In un documento gli obiettivi primari per raggiungere la piena occupazione Dalla Confsal piena collaborazione per lo sviluppo delle azioni previste tutela della sicurezza dei lavoratori. D u rante il contratto, il lavoratore è sottoposto alla direz i o n e dell’utilizzatore. La fornitura di manodopera è ammessa a fronte di ragioni tecniche, produttive, organizzative o sostitutive, anche se riferibili all’ordinaria attività dell’utilizzatore. Contratto di lavoro intermittente o job on call. Su richiesta del datore di lavoro, il lavoratore si obbliga, a tempo determinato o indeterminato, a garantire la propria disponibilità per la prestazione lavorativa a carattere discontinuo o intermittente, a fronte di un'indennità mensile di disponibilità per i periodi di assenza di lavoro e di attesa di chiamata. Lavoro ripartito o job on scharing. È un contratto mediante il quale due o più lavoratori, responsabili in solido dell’intera prestazione, assumono l’adempimento di un’unica e identica obbligazione lavorativa. I lavoratori possono determinare eventuali sostituzioni tra loro e modificare la collocazione temporale dell’orario di lavoro. Lavoro a tempo parziale. Prevede un orario ridotto rispetto al normale orario legale o all’orario definito dal contratto collettivo. Anche nel part-time, comunque, è consentito lo svolgimento di prestazioni straordinarie a fronte di maggiore retribuzione. Il contratto stesso può presentare clausole di flessibilità e variazioni temporali. Sono previste incentivazioni per favorire le trasformazioni di lavori a tempo pieno in part-time in modo di facilitare l’assunzione di giovani. Contratto di apprendistato. È uno strumento di raccordo tra l’istruzione scolastica e la formazione in azienda. Intende favorire una formazione in alternanza degli studenti, degli apprendisti, degli occupati e delle persone in cerca di occupazione, nell’ambito dei percorsi di istruzione e di formazione professionale. Sono previsti incentivi economici per favorire l’assunzione tramite apprendistato nonché un tutore aziendale con formazione e competenze adeguate. Le categorie di apprendistato sono: 1) contratto di apprendistato per l’espletamento del diritto dovere di istruzione e formazione; 2) apprendistato professionale; 3) apprendistato per l’acquisizione di un diploma o per percorsi di alta formazione. Contratto di inserimento. È finalizzato all’inserimento o reinserimento di lavoratori che sono stati espulsi nell’ambito di processi di riorganizzazione produttiva mediante la definizione di uno specifico progetto individuale di adattamento delle competenze professionali del lavoratore ad un determinato contesto lavorativo. È previsto il ricorso a fondi interprofessionali per la formazione continua. Il contratto si riferisce a: - soggetti di età compresa tra i 18 e i 29 anni; - disoccupati di lunga durata fino ai 32 anni; - la- voratori oltre i 45 anni privi di un posto di lavoro o in procinto di perderlo; - lavoratori, inattivi da almeno due anni, che intendono intraprendere o riprendere una attività lavorativa; donne di qualsiasi età residenti in un’area geografica in cui il tasso di occupazione femminile sia inferiore almeno del 20% di quello maschile o in cui il tasso di disoccupazione femminile superi il 10% di quello maschile; soggetti portatori di grave handicap fisico, mentale e psichico. Il contratto di inserimento ha una durata compresa tra i 9 e i 18 mesi e non è rinnovabile. In alcuni casi è prevista una deroga fino a 36 mesi. I rapporti tra datore di lavoro e lavoratore sono definiti nel contesto legislativo. Il lavoro a progetto. È un contratto che conferisce un riconoscimento legislativo ad una tipologia di lavoro che si è ampiamente manifestata con il grande sviluppo del terziario; sostituisce il contratto di collaborazione continuativa. Il contratto deve essere riconducibile ad uno o più progetti specifici o programmi di lavoro o fasi di esso determinati dal committente e gestiti autonomamente dal collaboratore in funzione del risultato, indipendentemente dal tempo impiegato per la sua esecuzione. In caso di malattia, infortunio o gravidanza, il rapporto di lavoro risulta sospeso, senza erogazione del corrispettivo. La prestazione occasionale, invece, è un rapporto di lavoro con una durata complessiva non superiore a 30 giorni nel corso dell’anno con lo stesso committente e per una prestazione che non superi i 5000 euro. Le prestazioni occasionali di tipo accessorio rese da particolari soggetti. Questa disciplina mira a regolarizzare determinate attività lavorative gestite in ambito familiare, più che aziendale, e farle emergere dal sommerso. A tale proposito l’Inps e l’Inail stipuleranno una convenzione con il Ministero del Lavoro. Tirocini estivi di orientamento. I tirocini sono rivolti a favore di adolescenti e di giovani che siano regolarmente iscritti ad un corso di studio scolastico o ad un ciclo di studi universitari. Essi rappresentano un’opportunità per agevolare le scelte professionali mediante la conoscenza diretta del mondo del lavoro e per realizzare, durante le vacanze estive, momenti di alternanza tra studio e lavoro. La durata è al massimo di tre mesi. Sono previste borse di lavoro. BIOMETRIA Quali benefici per il cittadino A Dublino la conferenza organizzata da UE e presidenza irlandese l’Ue, per trattare gli aspetti connessi all’uso della biometria in una prospettiva “europea”. Le tematiche più rilevanti dei lavori possono così sintetizzarsi: • Benefici reali e potenziali delle tecnologie biometriche. • Le conseguenze derivanti dalle istanze finalizzate alla creazione di sistemi di rilevazione bio- metrica su larga scala (passaporti, visti, controlli negli aeroporti). Va ricordato, in proposito, la proposta di regolamento della Commissione europea relativa all’inserimento di identificatori biometrici nei visti richiesti da cittadini di Paesi terzi (25 settembre 2003), e la decisione del Consiglio Ue dell’8 giugno 2004, che sancisce la creazione del VIS – il sistema di informazione visti, contenente segnalazioni sui visti concessi ai cittadini extra-Ue. • I requisiti giuridici da soddisfare per garantire il rispetto di diritti fondamentali dei cittadini, e gli approcci utili a garantire il rispetto delle normative in questione. • Interoperabilità dei sistemi biometrici e defi- nizione degli standard tecnologici, di sicurezza e concernenti la tutela della privacy ai fini della creazione di sistemi biometrici su larga scala. • Sviluppi futuri in ambito Ue (in particolare con riguardo ai programmi di ricerca finanziati dall’Ue). • SIS II, EURODAC e VIS: quali requisiti e quali problematiche de- Francesco Cagnasso vono essere tenuti presenti. Le problematiche proposte sono state complesse, così come complesse sono le questioni aperte. Va ancora ribadito che il Gruppo che riunisce i Garanti europei ha approvato nel 2003 un documento di lavoro nel quale si sottolinea che, in ultima analisi, qualsiasi utilizzazione di dispositivi biometrici debba essere preceduta dalla valutazione della proporzionalità di tale utilizzazione rispetto agli scopi prefissi. PREVIDENZA/5 MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 LA SCHEDA Riforma del sistema pensionistico analisi e valutazioni della Confsal in relazione agli elementi di maggiore interesse con riferimento alla legge “Dini” CERTIFICAZIONE DIRITTI ACQUISITI ETÀ PENSIONABILE al 2008 si potrà andare in pensione con almeno 40 anni di contributi o con un requisito di età di 60 anni purché con almeno 35 anni di contribuzione. Dal 2010 l’età anagrafica sale a 61 anni (62 per gli autonomi) e dopo la verifica del 2013 si deciderà se innalzarla di un ulteriore anno. La “Dini” prevedeva la graduale abolizione delle pensioni di anzianità entro il 2008 e consentiva per i dipendenti privati e pubblici l’accesso dal 2004 con 35 anni di contributi e 57 di età o 38 anni contributivi (nel 2003 vi si accedeva con 35 anni di contributi e 56 di età o con 37 di contributi), dal 2006 con 35 anni di contributi e 57 di età o 39 anni contributivi, dal 2008 con 35 anni di contributi e 57 di età o 40 anni contributivi. Resta invariata la fruizione della pensione di vecchiaia a 60 anni per le donne e a 65 anni per gli uomini, purché con almeno 20 anni di contributi. In via sperimentale, fino al 31/12/2015, sarà ancora possibile andare in pensione con almeno 35 anni di contributi e 57 anni di età (58 per gli autonomi) solo per le dipendenti, ma il corrispettivo sarà calcola- D ono fatti salvi i diritti acquisiti al 31 dicembre 2007 e si prevede che il lavoratore possa chiedere all’ente di appartenenza la certificazione di tali diritti che attesterà il diritto ad S CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ remesso che il tetto varia annualmente in quanto deve tener conto della rivalutazione annuale delle pensioni minime (attualmente l’ammontare è di euro 516), la legge per il periodo dal 2007 al 2015 innalza dal 3% al 4% l’ali- P to interamente con il sistema contributivo, quindi con una pensione pesantemente ridotta in quanto potrebbe decurtarsi nell’ordine del 30%. In realtà questo è un beneficio, anche per le donne, molto limitato perché aspettando solo 3 anni per le donne scatta la pensione di vecchiaia molto più favorevole nel calcolo. Infatti, la norma generale di chi fruisce, anche per opzione, del solo metodo contributivo prevede per tutti, uomini e donne, la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi e 60 anni di età fino al 2009, e poi con 35 anni di contributi e 61 anni di età dal 2010. Nel caso delle donne, poi, è comunque possibile, in base alla norma generale di chi fruisce solo del calcolo della pensione col metodo contributivo, andare in pensione a 60 anni con almeno 5 anni di contributi; per gli uomini ciò è possibile con 65 anni di età e lo stesso requisito di contribuzione. DIFFERIMENTO DEL PENSIONAMENTO E FINESTRE DI USCITA ra i più colpiti dalla nuova legge vi sono coloro che attualmente hanno 53 anni di età e i lavoratori autonomi con 54 anni, costoro dovranno lavorare un triennio in più fino a raggiungere rispettivamente i 60 e i 61 anni. Vediamo alcuni esempi di differimento: 1. Un dipendente nato nel ’51 con 31 anni di contributi invece che nel 2008 (con 35 anni di contributi) potrà andare in pensione T nel 2013 con 40 anni di contributi. 2. Un dipendente nato nel ’52 con 34 anni di contributi invece che nel 2009 (con 39 anni di contributi) potrà andare in pensione nel 2011 con 40 anni di contributi. 3. Una dipendente nata nel ’51 con 33 anni di contributi invece che nel 2008 (con 37 anni di contributi) potrà andare in pensione nel 2011 con 40 anni di contributi. al 2004 al 2007 i lavoratori del settore privato che, pur avendo maturato i requisiti minimi per l’accesso alla pensione di anzianità, desiderano continuare a lavorare potranno ricevere dal datore di lavoro tutto il monte contributi. Il superbonus massimo pari al 32,7% del salario lordo (24,20% del datore di lavoro + 8,50% del lavoratore) è esentasse; conseguentemente il beneficio netto sale col crescere dello stipendio lordo: con uno stipendio lordo di 15.000 euro annui il beneficio al netto sarà di oltre il 41%; con uno stipendio lordo di 20.000 euro annui il beneficio al netto sarà di oltre il 43%; con uno stipendio lordo di 25.000 euro annui il beneficio al netto sarà di oltre il 45%; con uno stipendio D uscire dal lavoro in qualsiasi momento anche se cambiassero le regole. Grazie all’azione della Confsal l’istituto è stato esteso anche ai pubblici dipendenti. CALCOLO 4. Un lavoratore autonomo nato nel ’50 con 32 anni di contributi invece che nel 2008 (con 35 anni di contributi) potrà andare in pensione nel 2013 con 40 anni di contributi. La riduzione delle finestre di uscita a due, per chi attualmente ne aveva quattro, potrà allungare i tempi di decorrenza delle pensioni tra i 6 e i 12 mesi per i dipendenti e tra i 12 e i 18 mesi per gli autonomi. INCENTIVI lordo di 30.000 euro annui il beneficio al netto sarà di oltre il 47%. Attenzione però che l’istituto degli incentivi è, per ora limitato al periodo 2004/2007 e che chi resta al lavoro arricchisce la busta paga ma non i contributi versati che restano “congelati”; potrà, quindi, perdere anche un 45% di pensione con ricaduta nel tempo anche sulla eventuale reversibilità. La pensione viene calcolata, però, al momento dell’opzione, fatti salvi gli adeguamenti per effetto della rivalutazione automatica al costo della vita per il periodo di posticipo del pensionamento. Gli incentivi potranno essere ri- esta in vigore la legge “Dini” che prevedeva: per coloro che al 31/12/95 avevano almeno 18 anni di contribuzione (riconosciuta o riconoscibile) il mantenimento del regime retributivo; il modello misto per chi alla fine del ‘95 non aveva maturato almeno 18 anni di contributi; il modello contributivo per gli assunti dal 1996 in poi e per i lavoratori che optassero per tale sistema. R conosciuti, invece, ai dipendenti pubblici solo dopo un “confronto con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative dei datori e dei prestatori di lavoro, le regioni, gli enti locali e le autonomie funzionali...”. Entro il 30/6/2007 il Governo procede alla verifica dei risultati del sistema di incentivazione per valutarne l’impatto sulla sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico avvalendosi del Nucleo di valutazione della spesa previdenziale. Nel 1° semestre 2007 l’esecutivo effettuerà poi una consultazione con le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei prestatori di lavoro maggiormente rappresentative sul piano nazionale. quota per il contributo di solidarietà applicato alle pensioni che superano il valore corrispondente a 25 volte il corrispettivo delle pensioni minime. È l’unica voce che interessa chi è già in pensione. EQUITÀ i fissa l’obiettivo di eliminare sperequazioni tra le varie gestioni pensionistiche, nel calcolo della pensione, per ottenere, a parità di anzianità contributiva e di retribuzione pensionabile, uguali trattamenti. Secondo molte dichiarazioni, i lavoratori pubblici beneficiano rispetto ai lavoratori privati di un calcolo più favorevole perché: • le quote di pensione maturate fino al 1992 sono riferite all’ultima retribuzione, mentre per i lavoratori privati si considera la media degli ultimi cinque anni • le quote dopo il 1992 sono per i privati calcolate sulla media retributiva degli ultimi 10 anni, mentre per i pubblici avviene attualmente sulla media degli ultimi 6,6 anni • per gli statali, a compensazione delle voci accessorie, conteggiate invece ai privati, vi è un incremento del 18% dello stipendio base (per cui versano i contributi relativi), mentre per i dipendenti di enti locali e sanità vi è, sempre secondo le dichiarazioni del ministro, un rendimento complessivo sensibilmente mag- S giore di quello dei privati. Secondo alcune stime, se si estendesse ai pubblici dipendenti la base di calcolo dei privati pari agli ultimi 5 anni per la pensione maturata ante ‘92 e gli ultimi 10 dopo si potrebbero risparmiare tra 40 e 50 milioni di euro a partire dal 2005. Con riferimento ai lavoratori autonomi, questi versano all’INPS attualmente circa il 17% e arriveranno nei prossimi anni al 19%, ma hanno la pensione calcolata come se avessero versato il 205. Inoltre i tassi di rendimento dei contributi dei lavoratori autonomi più anziani sono sensibilmente più elevati e per i periodi antecedenti al ’90 la contribuzione erra in cifra fissa che corrispondeva a una percentuale per redditi simili a quelli dei lavoratori dipendenti del 4-5%. Portando subito i lavoratori autonomi all’aliquota del 19% si avrebbero maggiori entrate stimate in circa 1.200 milioni di euro. I vantaggi aumenterebbero se se si facessero coincidere le aliquote di contribuzione (attualmente al 17%) con quelle di computo (pari al 20%). ESCLUSIONI a legge delega prevede l’esplicita esclusione della sua applicazione a: 1. tutti coloro che risultano autorizzati a effettuare versamenti volontari entro il 1° marzo 2004 2. i lavoratori in mobilità che risultano tra gli esuberi entro il 1°marzo 2004, nel limite numerico di 10.000 unità 3. gli appartenenti al corpo nazionale dei vigili del fuoco, alle forze di polizia e alle forze armate. segue O L MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 6/PREVIDENZA TOTALIZZAZIONE prevista la ridefinizione di questa disciplina per ampliare progressivamente la possibilità di sommare i periodi assicurativi prevista dalla normativa vigente. Si dovrebbe consentire, cosa attualmente non possibile, di ricongiungere i versamenti effettuati verso più gestioni in cui si raggiungano i requisisti minimi per il diritto alla pensione in almeno uno dei fondi. È LIBERALIZZAZIONE ETÀ PENSIONABILE otrà avvenire previo accordo preventivo del datore di lavoro per il proseguimento dell’attività lavorativa e dovrà prevedere l’erogazione di bonus. Si prevede, comunque, la facoltà del lavoratore che fruisca di trattamento pensionistico liquidato integralmente secondo il metodo contributivo di proseguire in automatico la propria attività lavorativa fino a sessantacinque anni di età. P 1. Il primo, non è prevista però una scadenza obbligata, dovrebbe essere un decreto del ministro del lavoro di concerto con quello dell’economia per fissare le modalità di attuazione del sistema di incentivi del “bonus”. 2. Entro 2 mesi dall’entrata in vigore della legge delega si deve istituire un “casellario centrale” con decreto del ministro del lavoro di concerto con quello dell’economia, sentiti Enti ed Amministrazioni interessate; saranno fissate le informazioni da trasmettere in modo da creare una “banca dati” che dovrà servire mentali della delega: liberalizzazione dell’età pensionabile, eliminazione progressiva del divieto di cumulo tra pensioni e redditi di lavoro, sostegno per lo sviluppo della previdenza complementare, revisione della disciplina della totalizzazione attraverso la riduzione dei limiti attualmente esistenti. Entro questo stesso termine il Governo deve procedere al riordino, senza oneri per la finanza pubblica, degli enti pubblici di previdenza e assistenza obbligatoria per assicurare una maggiore funzionalità, nonché una complessiva riduzione dei costi. ovrebbe consistere sostanzialmente nell’agevolazione all’utilizzo di contratti a tempo parziale da parte dei lavoratori che abbiano maturato i requisiti per l’accesso al pensionamento di anzianità e nell’introduzione, in caso di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, di forme di contribuzione figurativa per i soggetti portatori di handicap riconosciuto e per chi assiste familiari conviventi che siano nella predetta situazione. D SEPARAZIONE TRA ASSISTENZA E PREVIDENZA uesta è sempre stata una richiesta prioritaria della CONFSAL che finalmente vede una reale possibilità di concretizzarsi; si prevede, infatti, l’obbligo da parte degli enti previdenziali di predisporre, all’interno del bilancio, poste contabili riferite alle attività rispettivamente assistenziali e previdenziali svolte dagli stessi enti. È INCENTIVAZIONE PART-TIME iene stabilita l’equiparazione tra le varie forme con regole comuni per fondi aperti e chiusi e per le polizze individuali assicurative. Il passaggio del TFR ai fondi pensione avverrà con il silenzio assenso tranne diversa scelta nei sei mesi successivi dai decreti attuativi o dall’assunzione per i neo-assunti. Non si è ottenuto quanto chiesto inizialmente dalla Confsal, cioè che avvenisse a domanda, ma si è ottenuto almeno che i lavoratori avessero il tempo minimo necessario per essere informati e scegliere. V Q CUMULO previsto l’ampliamento progressivo della possibilità di totale cumulabilità tra pensione di anzianità e redditi di lavoro dipendente e autonomo, in funzione dell’anzianità contributiva e dell’età. Possibilità oggi consentita solo ai pensionati di vecchiaia e di anzianità, per questi ultimi solo se con quaranta anni di contributi o trentasette anni di contributi congiunti a 58 anni di età. PREVIDENZA COMPLEMENTARE CALENDARIO DELLE PRINCIPALI FASI ATTUATIVE VERIFICHE IN ITINERE per il rilascio della certificazione dei diritti acquisiti e l’emissione dell’estratto conto annuale dei contributi versati. Si occuperà, inoltre, dei dati sui lavoratori extracomunitari, sugli infortuni e sulle malattie invalidanti. In sede di prima applicazione i dati dovranno essere trasmessi entro 3 mesi dalla pubblicazione del decreto sulla G.U.. 3. Entro 6 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, il ministro con proprio decreto deve fornire agli enti previdenziali direttive in relazione all’individuazione del settore economico di appartenenza per quanto riguarda aziende, lavoratori autonomi e parasubordinati (comma 30 art.1). 4. Entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, il Governo dovrà adottare uno o più decreti legislativi relativi agli obiettivi fonda- 5. Entro 18 mesi dall’entrata in vigore della legge delega, il Governo con uno o più decreti legislativi dovrà individuare le categorie a cui riservare “trattamenti di favore”, comprese quelle che svolgono attività usuranti e le lavoratrici madri. Si dovranno definire, inoltre, le finestre di uscita per le pensioni di anzianità con 40 anni di contributi. Sempre entro lo stesso termine dovrà essere emanato il “testo unico delle leggi in materia previdenziale”, varando norme per la semplificazione delle regole pensionistiche per il settore agricolo. Sempre entro lo stesso termine il Governo “potrà definire soluzioni alternative”,a decorrere dal 2008, sull’elevazione dell’età media di pensionamento. In relazione ai vari decreti legislativi, entro 18 mesi dalla loro emanazione potranno essere adottati decreti legislativi integrativi e/o correttivi. 1. Entro il 30 giugno 2007 il Governo procederà al controllo degli effetti degli incentivi e, sulla base dei dati forniti dal nucleo di valutazione della spesa previdenziale, verificherà la sostenibilità finanziaria del bonus e valuterà la possibilità di prolungamento oltre il 1° gennaio 2008; il tutto previa consultazione con le organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei dipendenti comparativamente più rappresentative a livello nazionale. 2. Nel corso del 2013 saranno realizzati accertamenti sugli effetti finanziari delle modifiche dei requisiti di accesso al pensionamento in vigore dal 1° gennaio 2008 e, qualora sia garantita la stabilità del sistema, sarà possibile rimandare l’ulteriore innalzamento dei requisiti anagrafici previsto a partire dal 2014 (62 anni per i dipendenti pubblici e privati e 63 per gli autonomi). 3. Entro la fine del 2015 sarà oggetto di verifica la sperimentazione dell’accesso alla pensione di anzianità per le donne che optano per il calcolo secondo il metodo contributivo con i vecchi requisiti di 35 anni di anzianità e 57 anni di età per le dipendenti e 58 per le lavoratrici autonome. Per la Confsal la riforma presenta aspetti negativi perché: ❐ È basata esclusivamente su tagli di spesa, disattendendo le considerazioni e le proposte più volte formulate con spirito costruttivo, tendenti ad evitare di operare solo su tagli alle uscite e a porre, invece, in essere una politica di maggiori entrate mediante una seria e sistematica lotta all’evasione contributiva, nonché al lavoro sommerso e minorile. ❐ Nega la necessaria gradualità atta a favorire un transito “morbido” e graduale per le classi dei lavoratori che avrebbero maturato il diritto al trattamento pensionistico di anzianità alla soglia dell’anno 2008. ❐ Non garantisce che gli incentivi accordati ai lavoratori del settore privato siano applicati contestualmente a quelli pubblici. ❐ Penalizza eccessivamente coloro che fruiscono del solo sistema contributivo, in primis i giovani, in quanto, oltre a ridurre notevolmente il valore della pensione percepita come già previsto dalla legge “Dini”, eleva l’età pensionabile per poterne fruire. ❐ Esclude gli uomini dalla “via sperimentale” e, comunque anche per le donne pone dubbi di legittimità costituzionale in quanto non prevede nel metodo di calcolo il rispetto dei diritti acquisiti derivante dagli anni maturati nel metodo retributivo. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 DALLE FEDERAZIONI/7 dalle n occasione dell’apertura dell’anno scolastico la Segreteria generale dello SnalsConfsal ha fatto pervenire a tutte le scuole la nota che pubblichiamo circa la posizione del sindacato sull’attuazione della riforma. “Le leggi dello Stato vanno rispettate ed attuate, ma deve essere chiaro che la norma primaria può essere applicata solo dopo che le norme pattizie hanno definito la materia relativa all’organizzazione del lavoro e al corrispettivo economico per i maggiori oneri e prestazioni che vengono richiesti, quindi dopo la conclusione della contrattazione avviata ai sensi dell’art. 43 del CCNL. Lo Snals-Confsal - unico sindacato che ha predisposto la specifica piattaforma ha sempre sostenuto la necessità della via negoziale la I cui conclumativi e contratsione è tuali per presuppopoter assusto indiATTUAZIONE mere le lospensabile DELLA RIFORMA ro deliberaper l’attuazione conzioni in E AVVIO DELL’ANNO materia, creta della solo in preriforma. La SCOLASTICO senza della stessa amministradefinizione zione ha richiamato in più della fase negoziale. Non vi occasioni la necessità di defi- sono, quindi, per il momento nire in sede contrattuale gli le condizioni perché possano aspetti riguardanti la mate- essere formalizzate decisioni ria relativa all’organizzazione definitive e definite in partidel lavoro e al corrispettivo colare in relazione: ai nuovi economico e ciò è conferma- impegni di servizio, alle proto dall’emanazione dell’atto cedure di scelta, agli oneri, di indirizzo all’Aran e dai alle conseguenze normative suoi contenuti. Nell’attuale anche sul piano della mobifase di avvio del nuovo anno lità e ai compensi per nuove scolastico lo Snals-Confsal attività dei docenti. Il probleribadisce che i collegi dei do- ma è eclatante per il tutor, centi, in sede di programma- ma ha aspetti che coinvolgozione annuale, potranno no tutti i docenti; all’orario di avere tutti gli strumenti nor- servizio anche per la parte SNALS delle attività connesse con l’insegnamento; all’inserimento di allievi di età inferiore ai 3 anni nella scuola dell’infanzia. I collegi docenti, tenendo presente la necessità di una gestione oculata del monte orario previsto dal CCNL per le attività connesse all’insegnamento, potranno, eventualmente, avviare uno studio dei problemi e delle possibili soluzioni operative. In questa fase, pertanto: i collegi dei docenti non possono assolutamente deliberare nel merito in via definitiva e definita prima della conclusione del negoziato; il dirigente scolastico non può emanare autonomamente atti che individuino persone per la funzione tutoriale o ammettere alla frequenza i bambini di età inferiore ai 3 anni nella scuola dell’infanzia”. FEDER.CASA CONTRATTI LOCAZIONE: SOTTOSCRITTO ACCORDO CON L’ENASARCO PER LA CITTÀ DI ROMA a Feder.casa-Confsal ha sottoscritto l’accordo per la città di Roma, ai fini dei rinnovi dei contratti di locazione, a canale “concordato”, con l’Enasarco, in scadenza negli anni 20052006. La Fondazione Enasarco è proprietaria di circa quattordicimila appartamenti, di cui 10.000 (diecimila) solo a Roma ed anche da ciò si evince l’importanza dell’accordo raggiunto. La Feder.casa-Confsal ha espresso la propria sod- L disfazione per l’accordo sottoscritto, che risente degli aumenti del mercato degli ultimi anni ma, è contenuto per l’applicazione di parametri di riduzione a salvaguardia delle fasce deboli per la riduzione dell’aumento del 40%. La durata dei contratti è di 5+3 anni. Dall’accordo sono rimasti fuori 10 immobili, per i quali le richieste della proprietà sono risultate eccessivamente onerose e, quindi, inaccettabili. regioni e province REGGIO CALABRIA EMILIA ROMAGNA Azzerato il Comitato Provinciale Inps Nuovo statuto regionale. Istituito il Crel: realizzate alcune richieste formulate dalla Confsal l Tar della Calabria ha azzerato il Comitato provinciale INPS di Reggio Calabria a seguito del ricorso avanzato dalla Segreteria Provinciale Confsal. In sintesi i fatti: a) il provvedimento - Il 13 Gennaio 2003, il Ministero del Lavoro con proprio decreto ricostituisce il Comitato provinciale dell’Inps di Reggio Calabria ; b) il ricorso - la Confsal, si rivolge al Tar e chiede l’annullamento del provvedimento in quanto la stessa, pur essendo annoverata tra le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, non viene interpellata; c) la decisione - Il Tar Calabria azzera il Comitato che era in carica da un anno e mezzo. Nel merito afferma: “Tale rilievo è sicuramente sufficiente a inficiare la legittimità I del provvedimento impugnato e a dimostrare la fondatezza della censura di difetto, di istruttoria sollevata dall’organizzazione sindacale ricorrente, a nulla rilevando le dettagliate puntualizzazioni sulla rappresentatività della Confsal fornite dalla P.A. nel corso del giudizio e che non possono sanare le irregolarità del procedimento o integrare la motivazione della determinazione adottata. Il gravame va pertanto accolto e l’effetto va annullato il provvedimento impugnato per quanto di ragione, affinché l’Amministrazione intimi e provveda a rideterminarsi motivatamente in merito dopo aver acquisito anche dalle organizzazioni sindacali direttamente interessate i necessari elementi istruttori.” proposito dell’art. 59 del Nuovo Statuto della Regione Emilia-Romagna, con cui si istituisce il Consiglio Regionale dell’Economia e del Lavoro (Crel), la Confsal Emilia Romagna ha espresso la propria soddisfazione, poiché con esso ha visto realizzarsi alcune delle richieste avanzate, fin dal novembre 2003, in una nota indirizzata al Governatore della Regione Emilia-Romagna, dott. Vasco Errani, e rivendicate con forza in un sit-in svoltosi davanti alla sede della Regione, il 23 aprile scorso. L’istituzione del Crel è solo il primo passo per quello A che dovrebbe essere uno “strumento di analisi, studio, ricerca e confronto per le politiche di programmazione economica e sociale”, in quanto solo una legge regionale ne determinerà le funzioni e la composizione in riferimento alle organizzazioni ed associazioni economiche, sociali ed ambientali. La Confsal è impegnata a seguire con grande attenzione la fase preparatoria alla stesura della legge applicativa dell’art. 59, affinché questa vada nella direzione giusta, soprattutto in merito alla composizione del Crel. Per quanto riguarda la questione, relativa alla matrice cristiana taciuta volutamente nel Preambolo dello Statuto, la Confsal ha espresso il proprio disappunto. Premesso che la Confsal è una confederazione di sindacati, i cui iscritti sono sia laici convinti sia cattolici orgogliosi di esserlo, rinunciare a fissare in uno Statuto Regionale o nella Carta Europea, le comuni radici cristiane è una scelta che va contro la Storia che sul “tempo della lunga durata” (F. Braudel) definisce noi, uomini appartenenti alla civiltà occidentale, tutti profondamente cristiani. dalla prima pagina VICEDIRIGENZA Malgrado gli impegni è tutto fermo ➧ in vigore della legge 15/7/02 n. 145, recante norme per la disciplina giuridica della vicedirigenza, i funzionari pubblici, che da tempo attendevano questo istituto, hanno plaudito il Governo che manteneva un impegno assunto e sono rimasti in fiduciosa attesa degli adempimenti successivi. Sono trascorsi due anni ed alla iniziale soddisfazione è subentrato lo scoramento: nessuno degli atti necessari per la reale applicazione di questa legge è stato ancora posto in essere dal Governo. Tali adempimenti sono: • determinazione della decorrenza giuridica dell’istituto della vicedirigenza, da far coincidere con la data di entrata in vigore della legge 145/2002; • istituzione della relativa area contrattuale; • indicazione della decorrenza economica - giusta previsione normativa al 1° gennaio 2004 (data di inizio del periodo contrattuale successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della legge 145/2002); • inserimento nel prossimo Documento di Programmazione economica e finanziaria di una apposita voce di bilancio per l’attuazione dell’area della vicedirigenza ed il reperimento di adeguate risorse economiche nella successiva legge finanziaria 2005”. La risposta di Fini lla nota del Segretario generale della Confsal sul problema dell’istituzione della Vice Dirigenza nella P.A. il Vice Presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha così puntualmente risposto: “Il Vice Presidente è consapevole dell’esigenza che in sede di definizione del Documento di Programmazione Economica e Finanziaria debbano essere richiamati gli impegni del Governo in tema di vice dirigenza alla quale, in particolare, l’on. Fini annette uno speciale rilievo nel qua- A dro della ricostruzione di un assetto delle funzioni direttive e dirigenziali finalizzato al buon andamento della Pubblica Amministrazione, strumento essenziale dell’azione del Governo. Stia pur certo, dunque, dell’impegno del Vice Presidente, che è stato costante nel senso della richiesta di attuazione della vice dirigenza, finora disattesa solo per difficoltà a Lei ben note, ma che sono certo saranno superate”. F.to Cons. Salvatore Sfrecola MERCOLEDÌ 8 SETTEMBRE 2004 8/DALLE FEDERAZIONI dalle ulla riunione del CdA della Fiat, il Segretario generale della FismicConfsal, Roberto Di Maulo, si è così espresso: “Il miglioramento del conto economico della Fiat è un segnale incoraggiante per i mercati finanziari, gli investitori e, soprattutto, per chi, come la Fismic-Confsal, ha a cuore il futuro industriale ed occupazionale del principale gruppo manufatturiero italiano. Gli interventi proposti dal piano di risanamento e sviluppo sembra quindi che stiano andando nella direzione auspicata, cioè il raggiungimento del pareggio operativo di Gruppo entro l’anno. Visto dal versante dei lavoratori la Fismic-Confsal ritiene che esistano ancora dei punti oscuri nel piano industriale dell’Azienda che devono essere rapidamente chiariti se non si vuole che, alla fine, al risanamento finanziario del Gruppo Fiat non segua anche il miglioramento della parte industriale e quindi occupazionale. In particolare si evidenziano delle criticità per quanto riguarda CNH per la parte delle macchine movimento terra che hanno portato l’Azienda a richiedere un lungo periodo di Cassa Integrazione causata dalla fine della joint-venture con l’Hitachi che ha depauperato le risorse commerciali dell’azienda, con grave contraccolpo sul mercato; analogamente per Iveco pesa ancora negativamente il pessimo esito dell’acquisizione e cessione della Frakin che sta compromettendo i margini di red- S i è svolta, alla presenza del Segretario generale Giuseppe Sugamele e dei responsabili delle strutture territoriali, l’assemblea dei lavoratori della Fondazione teatro dell’Opera di Roma per analizzare la situazione gestionale della Fondazione alla luce dei fatti più recenti, senza trascurare i percorsi della stessa sino al concretizzarsi di evenienze che hanno recato e minacciano di recare danno oggettivo ai lavoratori e alla Fondazione stessa. Sui fatti, sulle circostanze e sulle possibili conseguenze, i presenti hanno ascoltato la documentata relazione del Segretario del- S LA PROPOSTA DELL SINDACATO PER IL RILANCIO DELLA FIAT ditività che nel settore dei truck quell’azienda pure continua a produrre. Anche Comau continua a pagare gli errori delle precedenti gestioni che hanno acquisito commesse in pura perdita all’estero. Più in generale nel Gruppo pesa una troppo disinvolta politica di terziarizzazione fatta negli anni scorsi che sta ora producendo tutti i suoi effetti negativi, come dimostrato dalla fabbrica di plastica di Brescia e da tanti altri piccoli, ma significativi episodi che portano via redditività al sistema industriale Fiat, oltre che a una perdita complessiva di competenze e co- la RSA Roberto Conte, che dopo la sua relazione ha invitato gli iscritti al sindacato a esprimersi sulla necessità di recuperare al LibersindConfsal la libertà di agire senza legacci e vincoli che ne limitino la necessaria azione incisiva in difesa dei lavoratori e della Fondazione stessa. Il dato più preoccupante di questo particolare momento è l’impossibilità di procedere alla stipula di un contratto integrativo adeguato che renda finalmente giustizia alle aspettative dei lavoratori, a causa del sopraggiunto decreto governativo che vieta l’impiego di fondi pubblici o dei soci fon- ’Unsa-Confsal-Sag, unitamente ai Sindacati Triconfederali, ha preannunciato l’interruzione di ogni relazione sindacale con l’Amministrazione della Giustizia, come indicato al Ministro della Giustizia Castelli nella seguente nota. “Non c’è ufficio giudiziario e archivio notarile né istituto o servizio dell’amministrazione penitenziaria o di quella minorile che, nonostante l’abnegazione e il senso di responsabilità del personale, riesca a funzionare decentemente. Tutta la politica del Ministro Castelli essenzialmente si traduce nel disprezzo per i lavoratori e, le organizzazioni sindacali che li rappresentano. Ciò, è evidente, ha effetti precisi sulle condizioni in cui è amministrata la giustizia nel nostro Paese. Mancano le risorse per i beni strumentali, anche quelli di uso più comune, ancor più grave la carenza L FISMIC noscenze sull’intero ciclo produttivo. Ma la situazione più preoccupante riguarda Fiat Auto. Come paventato dalla Fismic-Confsal nel corso della difficile vertenza del 2002 gli unici a migliorare i conti, sia dal punto di vista degli stabilimenti di montaggio che di motori, sono gli stabilimenti polacchi che producono rispettivamente la nuova Panda e il piccolo motore diesel, mentre migliorano (relativamente) i conti anche grazie alla favorevole congiuntura del mercato dell’area Mercosur (America Latina). In Italia sul fronte delle fabbriche e dei LIBERSIND TEATRO DELL’OPERA DI ROMA: RIPRENDERE LA LIBERTÀ D’AZIONE UNSA IL SAG INTERROMPE LE RELAZIONI SINDACALI CON L’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA di personale negli uffici e negli istituti che ormai ha superato per tutti i dipartimenti le 10.000 unità e non si intravede una sia pure modesta proposta per reperire risorse e per consentire con ciò un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia del servizio. Viceversa, si procede con la politica delle esternalizzazioni perseguita anche a spese delle più elementari regole contabili. Da ultimo, e valga soltanto come esempio, la firma della convenzione tra l’Amministrazione e le Poste S.p.A. che prefigura la privatizzazione di un servizio delicato come la notificazione degli atti giudiziari. Innumerevoli altri problemi travagliano il personale del Dicastero della Giustizia. In tal senso è stato inviato al ministero un documento programmatico con il quale si chiede un tavolo di confronto unitario tra tutti i Dipartimenti ed il Ministro della Giustizia. Stante la descritta situazione, le organizzazioni sindacali dichiarano che - in assenza di un’azione propositiva forte da parte di chi ha la piena responsabilità politica e senza l’apertura di un tavolo di confronto sui nodi fondamentali della situazione già menzionata interromperanno ogni relazione sindacale con l’Amministrazione ed annunciano che verranno attuate tutte quelle iniziative politiche e sindacali che si renderanno necessarie”. lavoratori e in Europa sul fronte del mercato le cose non solo non migliorano, ma anzi rischiano di peggiorare in modo sensibile. In particolare diventa allarmante la situazione di Cassino, con un continuo ricorso alla Cig, e di Mirafiori, per il quale stabilimento le organizzazioni sindacali hanno lanciato una piattaforma di rivendicazioni per avere produzioni aggiuntive che evitino il continuo ricorso alla mobilità e alla Cassa Integrazione; ma va sottolineato negativamente il fatto che nel corso del primo semestre la Fiat Auto abbia rinunciato a cuor leggero alla produzione di 21 giorni del suo principale stabilimento italiano (Melfi) senza chiedere un’ora di recupero produttivo a nessuno stabilimento. La Fismic-Confsal ha partecipato, insieme alle Segreterie Nazionali degli altri sindacati, all’incontro che si è tenuto a Roma con il dott. Marchionne, nuovo Amministratore Delegato di Fiat, al quale sono stati chiesti precisi impegni volti a rilanciare la produzione negli stabilimenti più a rischio, a partire dal decisivo sito di Mirafiori; ed inoltre dei precisi impegni del menagement affinché non solo i lavoratori non debbano più pagare i costi di una crisi che non è a loro imputabile, ma possano ricevere una contropartita salariale agganciata al miglioramento della situazione finanziaria del Gruppo Fiat, quale parziale risarcimento dell’impegno che i lavoratori e le lavoratrici del Gruppo hanno profuso e devono ancora produrre. datori privati ai fini di miglioramenti retributivi. Così il contratto integrativo non può avere una dotazione finanziaria che soddisfi le richieste dei lavoratori. Se in questi anni fossero stati rispettati i tempi e si fosse proceduto alle date fissate, oggi i lavoratori non dovrebbero lamentarsi del decreto Urbani che non tocca, per esempio, i lavoratori della Scala e quelli di Santa Cecilia che i loro contratti integrativi se li sono fatti più volte e fruiscono di buste paga ben più consistenti grazie a quegli stessi sindacati che all’Opera di Roma non hanno svolto il lo- ro dovere e hanno lasciato i lavoratori dell’Opera a bocca asciutta. Di fronte ad una simile situazione, la proposta concreta è quella di recuperare la propria libertà di azione, per iniziare azioni pressanti e concrete che possano riportare l’Opera di Roma al rango che le compete, la funzionalità interna al livello di qualità che ne garantisca i risultati, l’estromissione delle mele marce che recano danno a tutto l’assetto organizzativo e testimoniano una degenerazione del sistema del quale non fa parte e non vuole apparire complice il Libersind-Confsal. SOCIETÀ CULTURA LAVORO Confederazione generale Sindacati Autonomi Lavoratori Settimanale di politica e informazione sindacale Direttore MARCO PAOLO NIGI Direttore responsabile FEDERICO DE LELLA Comitato di redazione: Domenico Dimilta - Toti Ferrara Direzione: Via A. Bargoni, 8 sc. H Tel. 06 - 5852160 Fax 06 - 5809774 00153 Roma Amministrazione: Viale Sito internet www.confsal.it e-mail: [email protected] Trastevere, 60-00153 Roma Gestione editoriale: Cooperativa editoriale Società Cultura Lavoro a r.l. Via Bargoni, 78 - 00153 Roma Registrato Tribunale di Roma al n. 495 del 7-10-1996 Spediz. abb. post. comma 20, lett. B, art. 2, legge 23-12-96, n. 662. Stampa: Micro Services s.n.c. di Roberto Salomone & C. Via F. Palasciano, 25/27 Roma L’organo di stampa è aperto a tutte le collaborazioni che, per necessità redazionali, potrebbero tuttavia non essere integralmente accolte. Gli autori degli articoli sono responsabili delle loro opinioni. Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana