Un Def vago e incompleto

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Un Def vago e incompleto
Il documento conclusivo del Consiglio generale della Confsal riunito il 2-3-4 aprile
Un Def vago e incompleto
Su spending review, fiscalità e nuovo contratto per la Pa
La sfida, l’impegno-rilanciare lo sviluppo, promuovere e valorizzare il
lavoro, rendere equo il fisco, rinnovare i contratti
MOZIONE FINALE
Il Consiglio generale della Confsal, riunitosi nei giorni 2-3-4 aprile 2014, ascoltata la
relazione del Segretario Generale, il quale ha affrontato il tema: “La sfida, l’impegno rilanciare lo sviluppo, promuovere e valorizzare il lavoro, rendere equo il fisco,
rinnovare i contratti”, nel quadro di una puntuale analisi della situazione sociale,
economica, finanziaria e politica del Paese e nel contesto delle problematiche
dell’Eurozona e dell’Unione Europea
LA APPROVA.
(omissis)
Il Consiglio,
a conclusione di un ampio, approfondito e proficuo dibattito sul tema proposto,
incentrato sulle emergenze sociali della disoccupazione, della caduta del potere di
acquisto delle retribuzioni e delle pensioni e della grave iniquità fiscale,
ESAMINATI gli atti del Consiglio dei Ministri del 12 marzo 2014 in termini di:

decretazione per il contratto a tempo determinato e per l’apprendistato,
nonché per l’emergenza abitativa;

anticipazioni sui contenuti di importanti disegni di legge riguardanti il Piano per
il Lavoro (Jobs Act), gli ammortizzatori sociali e le disposizioni per le riforme
costituzionali;
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
annunci relativi alla defiscalizzazione delle retribuzioni di una determinata
fascia di lavoratori dipendenti e alla detrazione del 10% sull’IRAP per le
imprese, con copertura derivante da una maggiore tassazione delle rendite
finanziarie;
VALUTA POSITIVAMENTE

l’azione governativa orientata a rendere la regolazione dei contratti a tempo
determinato alquanto flessibile e dell’apprendistato più accessibile per i giovani
e maggiormente usufruibile per le
imprese, per il prevedibile effetto
dell’aumento della propensione ad assumere, senza escludere il miglioramento
del testo in sede di conversione;

le disposizioni sulla casa;

l’opzione del disegno di legge per il riordino delle politiche attive per i
disoccupati e per la regolazione dei contratti di lavoro;

il disegno di legge sulle riforme costituzionali del Senato e del Titolo V della
Costituzione;

le detrazioni IRPEF e IRAP, rispettivamente per lavoratori e imprese.
Il Consiglio generale
CONSIDERATE le altre iniziative legislative e politiche nonché alcune gravi omissioni
da parte del Governo;

esprime preoccupazione in merito alla indeterminatezza dei contenuti e
all’incertezza nell’adozione del metodo di intervento per la spending review;

chiede il necessario approfondimento in iter parlamentare sulla maggiore
tassazione delle rendite derivanti dall’impiego del piccolo risparmio;

considera essenziale la puntuale attuazione delle legge-delega per la riforma
fiscale al fine di rendere il fisco più equo, anche attraverso una rinnovata lotta
all’evasione con lo strumento del contrasto di interessi fra contribuenti;
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
denuncia l’inerzia governativa in merito al rinnovo dei contratti di lavoro dei
pubblici dipendenti e lo scarso interesse politico per quello dei contratti del
settore privato.
Il Consiglio
in merito alle politiche dell’Eurozona e dell’Unione Europea;

auspica una svolta nelle politiche economiche, monetarie e creditizie in
funzione della crescita dell’economia reale e dell’occupazione in tutti gli Stati
membri;

individua nel Fondo Sociale Europeo un possibile forte strumento di intervento
a sostegno dell’occupazione giovanile nei Paesi membri con un tasso di
disoccupazione superiore al 25%, attraverso azioni di compensazione rispetto
al tetto del 3% del rapporto deficit/PIL;

indica la via maestra della realizzazione del progetto dell’Unione Politica
Europea attraverso la riscoperta dei valori fondamentali del grande Progetto
Europeo e dell’azione a favore del lavoro, della diffusione del benessere,
dell’integrazione e della coesione sociale.
Il Consiglio generale
IMPEGNA
la Segreteria generale a:

concorrere, con una azione sindacale forte, al conseguimento di concreti
obiettivi sul fronte dell’occupazione, del recupero del potere d’acquisto di
retribuzioni e pensioni, dell’equità fiscale e dell’accesso al credito per le piccole
e medie imprese;

alzare la vigilanza, a tutela dei lavoratori e dei pensionati, sulle scelte politiche
governative riguardo alla spending review e alla riforma della Pubblica
Amministrazione;
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
sollevare in tutte le sedi istituzionali e aziendali competenti la grave questione
del rinnovo dei contratti scaduti;

operare a favore della stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari della
Pubblica Amministrazione e del settore privato;

rilanciare la questione della defiscalizzazione delle pensioni per le fasce basse
e medio-basse;

sostenere la chiara tracciabilità dei prodotti del sistema alimentare italiano,
anche utilizzando l’evento dell’Expo di Milano;

sollecitare con forza Governo e Parlamento per l’immediata approvazione della
legge sulla rappresentatività e sulla rappresentanza sindacale, anche in
relazione alla proposta governativa della soppressione del CNEL;

rinnovare la richiesta dell’immediata apertura a Palazzo Chigi di un tavolo di
confronto fra Governo e Parti Sociali rappresentative su lavoro, welfare, fisco e
crescita economica e occupazionale.
Il Consiglio, infine, affida alla Segreteria generale ogni valutazione politico-sindacale in
relazione alla eventuale proclamazione di azioni di protesta e di lotta, non escluso lo
sciopero generale.
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PER IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CONFSAL, MARCO PAOLO NIGI
Sottovalutata l’emergenza evasione fiscale e contributiva
All’inizio di aprile, il Consiglio generale della Confsal si era “politicamente”
espresso con la mozione pubblicata in questa pagina. Solo qualche giorno
dopo, per l’esattezza l’8 aprile, il governo aveva approvato il Documento di
Economia e Finanza 2014, incentrato sulla riforma strutturale dell’economia
per la ripresa della crescita economica e occupazionale.
A documento letto e a “svolte” palesatesi, sentiamo il parere del segretario
generale della confederazione autonoma, Marco Paolo Nigi.
D. Qual è, in sintesi, la sua opinione sul DEF 2014?
R. Mi pare un apprezzabile documento programmatico per la stabilità e le
riforme strutturali, costruito in sintonia con il quadro europeo focalizzato sulla
crescita. Sono condivisibili le riforme delle istituzioni, dell’economia e del lavoro
in funzione della competitività del sistema-paese. Ma ora, la questione centrale
è riuscire a tradurre la previsione in atti legislativi e amministrativi, garantendo
però l’ equità, in funzione della coesione sociale.
D. Ha individuato qualche punto debole nel DEF 2014?
R. Mi limito a indicarne tre: la sottovalutazione dell’emergenza evasione fiscale
e contributiva, l’assenza di un adeguato sostegno al settore della sicurezza e la
grave mancanza nella previsione del rinnovo dei contratti del pubblico impiego.
Sulla prima questione il DEF 2014 fa semplicemente riferimento all’attuazione
della legge-delega fiscale. Purtroppo, l’esecutivo Renzi - in continuità con i
precedenti governi - non ha messo al centro della propria agenda il peggiore
dei mali della finanza pubblica e dell’economia. Del resto, sono più che
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eloquenti le recenti stime della Banca d’Italia e dell’ISTAT sulla patologia
dell’evasione in Italia, comparata a quella degli altri paesi europei.
A mio parere, la questione meriterebbe maggiore considerazione e magari un
po’ di quell’enfasi riservata, invece, alla spending review.
Per prima cosa il governo Renzi dovrebbe stimare ufficialmente l’evasione,
sulla base di altre virtuose esperienze europee come quella della Gran
Bretagna, e poi agire di conseguenza, estendendo e inasprendo la sanzione
penale per gli evasori.
Riguardo alla seconda questione, sappiamo tutti che i cittadini italiani
avvertono in modo allarmante il rischio che viene dalla criminalità diffusa, dalla
precarietà del territorio e dalle frequenti calamità naturali. Pertanto, il governo
dovrebbe puntare al potenziamento dei servizi della sicurezza e al sostegno del
personale impegnato nel settore. Lasciare il territorio e la gente che vi abita
senza una sicurezza adeguata si tradurrà in costi maggiori sociali ed economici.
Quanto al mancato rinnovo dei contratti di lavoro del settore pubblico, scaduti
nel lontano 31 dicembre 2009, si tratta di una cosa non più sostenibile, per
una serie di ragioni che la Confsal e le federazioni aderenti del pubblico
impiego hanno più volte sottolineato. Se non si trova in tempi brevi la giusta
soluzione all’annoso problema, la Confsal aprirà una dura stagione di protesta
e di lotta.
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