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Livret: “COMPRENSIONE DEL PAESE DI ACCOGLIENZA E DELL’AZIENDA ” -IMMIGRATI- Il presente progetto è finanziato con il sostegno della Commissione europea. L’autore è il solo responsabile di questa pubblicazione e la Commissione declina ogni responsabilità sull’uso che potrà essere fatto delle 1 informazioni in essa contenute. INDICE: I. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO II. EDUCAZIONE CIVICA 1. Funzionamento delle istituzioni europee 2. Funzionamento delle istituzioni italiane : ➢ I principi della costituzione Italiana, ➢ Istituzioni dello Stato ➢ Cittadinanza e accesso alla cittadinanza. III. INFORMAZIONI "per vivere in Italia” ➢L’organizzazione e il funzionamento dei servizi pubblici, ➢ Informazioni pratiche sulla vita quotidiana IV. INFORMAZIONI "LAVORO IN ITALIA” 1. Funzionamento delle imprese (pubbliche, private, associazioni, ecc.) 2. Organizzazione del lavoro in Italia (centri per l’impiego, normativa del lavoro, sindacati ecc.) Contatti del progetto MIGRA 2 I. PRESENTAZIONE DEL PROGETTO Nell’ambito del programma quadro per l’educazione lungo tutto l’arco della vita, il programma settoriali Grundtvig si propone di rispondere ad un duplice bisogno che pone da una parte l’importanza del numero di adulti che hanno abbandonato precocemente il sistema scolastico (o nel caso degli immigrati non hanno mai avuto accesso al sistema scolastico nel loro paese d’origine) e d’altra parte una popolazione europea che sta invecchiando. L’educazione degli adulti permette di rispondere in parte a queste questioni migliorando e attualizzando le conoscenze e le competenze delle due categorie di popolazione citate. Gli obiettivi specifici del programma Grundtvig sono dunque i seguenti: • rispondere ai bisogni di una popolazione europea che sta invecchiando; • aiutare a fornire agli adulti dei percorsi volti al miglioramento delle loro conoscenze e competenze. I progetti multilaterali sono dei progetti nei quali collaborano organizzazioni perovenienti da diversi paesi europei che condividono conoscenze ed esperienze al fine di ottenere dei risultati concreti ed innovativi. Questi progetti devono sviluppare delle innovazioni o diffondere delle buone pratiche che devono poter avere un’incidenza importante. Tra il 2010 e il 2012 sette organizzazioni di formazione o che si occupano di sviluppo economico regionale, hanno collaborato nel progetto Grundtvig Multilaterale “MIGRA”: Institut pour le Développement et la Formaion – IDF (Francia) Scuola Centrale Formazione – SCF (Italia) Weiterbildung-Netzwerk GmbH (Germania) Instituto de Formación Integral, S.L.U. (Spagna ) Objectif Emploi (Belgio) Agenzia di sviluppo regionale della Boemia centrale (Repubblica Ceca) Agenzia di sviluppo regionale Spisska Nova Ves – SRDA (Slovaquie) Il progetto MIGRA – Migrazione e Accoglienza – ha l’obiettivo di accompagnare le dinamiche migratorie sviluppando e promuovendo un dispositivo di apprendimento alternativo destinato a favorire l’integrazione degli immigrati nella società e sul mercato del lavoro dei paesi di accoglienza. Questo al fine di partecipare alla costruzione di un’Europa transculturale, tollerante e creatrice di ricchezza per tutti. Perché l’immigrazione sia fattore di sviluppo del paese di accoglienza e perché possa partecipare attivamente alla diversità culturale, alla crescita demografica ed economica – vale a dire assicurare una risposta ai bisogni del mercato del lavoro in un contesto di invecchiamento della popolazione dove viene a mancare la mano d’opera- è necessario 3 che le persone di diverse nazionalità siano bene integrate. L’integrazione a livello sociale e lavorativo gioca un ruolo fondamentale per la partecipazione alla vita della società e per il mantenimento di un impiego. Per facilitare l’integrazione sociale e nel luogo di lavoro il partenariato del progetto MIGRA ha elaborato un Dispositivo di apprendimento alternativo, ovvero dei moduli di formazione basati sulla partecipazione attiva degli immigrati e delle imprese dalla fase di progettazione a quelle di sviluppo, sperimentazione e disseminazione dei moduli di formazione al fine di: identificare i bisogni di ciascun gruppo di beneficiari finali (immigrati e imprese) individuare delle strategie e strumenti di risposta ai bisogni individuati favorire l’integrazione degli immigrati Il livret “Selezione e accoglienza dei lavoratori immigrati” riprende i contenuti sviluppati nell’ambito del progetto MIGRA: è il risultato dei bisogni individuati dai beneficiari e ha la stessa architettura del modulo di formazione. Anche questo livret, come il modulo di formazione, è stato elaborato sulla base di una trama comune tra i partner del progetto e poi adattato ai contesti nazionali (cultura, legislazione, etc.) I formatori possono utilizzare i contenuti del documento nel suo insieme o in funzione dei bisogni dei beneficiari o adattarlo. Il livret di integrazione è disponibile in tutte le lingue del partenariato (francese, italiano, tedesco, spagnolo, ceco e slovacco). E’ disponibile (consultabile e scaricabile) sul sito internet del progetto all’indirizzo: www.migra-project.eu 4 II. EDUCAZIONE CIVICA 5 Le istituzioni europee e il loro funzionamento Le istituzioni europe sono 7: Il Consiglio europeo Il Consiglio dell'Unione europea La Commissione europea Il Parlamento europeo La Corte di giustizia dell'Unione europea • La Corte dei conti europea • La Banca centrale europea (BCE) • • • • • Il Consiglio europeo: è un organo che si riunisce periodicamente per esaminare le principali problematiche del processo di integrazione europea. Con il Trattato di Lisbona, entrato in vigore il 1º dicembre 2009, è una delle istituzioni dell'Unione europea e ha un presidente, eletto per due anni e mezzo. Il Consiglio europeo è composto dai capi di Stato o di governo dei paesi membri dell'Unione europea nonché dal presidente della Commissione europea e dal Presidente del Consiglio europeo, che presiede le sessioni. Con l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, al Consiglio Europeo viene attribuita la funzione di organo di indirizzo politico Il Consiglio dell'Unione europea: noto anche come Consiglio dei Ministri Europei, detiene - insieme col Parlamento europeo - il potere legislativo nell'ambito dell'Unione europea. Ha sede a Bruxelles.Non deve essere confuso col Consiglio d'Europa, che è un'organizzazione internazionale completamente indipendente dall'Unione europea. Va tenuto distinto, inoltre, dal Consiglio europeo, che è un diverso organo (benché strettamente collegato) dell'Unione europea. Il Consiglio è composto, ai sensi dell'art. 16 del Trattato sull'Unione europea da un rappresentante di ciascuno Stato membro a livello ministeriale che possa impegnare il governo dello Stato membro, scelto in funzione della materia oggetto di trattazione. Esso si riunisce in varie formazioni: a seconda della questione all'ordine del giorno, infatti, ciascuno Stato membro sarà rappresentato da un rappresentate a livello ministeriale responsabile di quell'argomento (affari esteri, affari sociali, trasporti, agricoltura, ecc.), più il commissario europeo responsabile del tema in esame. La presidenza del Consiglio è assunta a rotazione da uno Stato membro ogni sei mesi. Dopo l'entrata in vigore del Trattato di Lisbona le formazioni sono dieci: • • • • • Affari generali Affari esteri (presieduto dall'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza) Affari economici e finanziari (Ecofin) Agricoltura e pesca Giustizia e affari interni 6 • • • • • Occupazione, politica sociale, salute e consumatori Competitività Trasporti, telecomunicazioni ed energia Ambiente Istruzione, gioventù e cultura Il Consiglio esercita, congiuntamente al Parlamento Europeo, la funzione legislativa e la funzione di bilancio; coordina le politiche economiche generali degli Stati membri; definisce e implementa la politica estera e di sicurezza comune; conclude, a nome dell'Unione, accordi internazionali tra l'Unione e uno o più Stati o organizzazioni internazionali; coordina le azioni degli Stati membri e adotta misure nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. La Commissione europea: la Commissione europea è una delle principali istituzioni dell'Unione europea, suo organo esecutivo e promotrice del processo legislativo. E’ composta da un delegato per stato membro: a ciascun delegato è tuttavia richiesta la massima indipendenza dal governo nazionale che lo ha indicato. La Commissione rappresenta e tutela gli interessi dell'Unione europea nella sua interezza; avendo il monopolio del potere di iniziativa legislativa, propone l'adozione degli atti normativi comunitari, la cui approvazione ultima spetta al Parlamento europeo e al Consiglio dell'Unione Europea; è responsabile inoltre dell'attuazione delle decisioni politiche da parte degli organi legislativi, gestisce i programmi UE e la spesa dei suoi fondi La Commissione è composta da 27 commissari (uno per stato membro)[17], scelti tra le personalità di spicco dello stato membro di appartenenza. Tra i membri sono compresi il presidente e l'alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (PESC) in veste di vicepresidente. Il presidente può nominare altri vicepresidenti. La Commissione europea è un organo collegiale, strutturato all'interno con un'ampia delega di funzioni a singoli commissari, che guidano 26 direzioni generali. Le deliberazioni dell'istituzione vengono prese a maggioranza del numero dei suoi membri. Il Parlamento europeo: è l'assemblea parlamentare dell'Unione europea. Essa svolge una funzione di controllo ed è l'unica istituzione europea a essere eletta direttamente dai suoi cittadini. Insieme al Consiglio dell'Unione europea, costituisce una delle due camere che esercitano il potere legislativo nell'Unione. Le sessioni plenarie si svolgono sia a Bruxelles sia a Strasburgo, mentre le riunioni delle commissioni si svolgono sempre a Bruxelles. Lussemburgo è la sede del Segretariato generale del Parlamento. Ogni cinque anni a partire dal 1979, si tengono le elezioni contemporaneamente in tutti gli stati membri per eleggere gli eurodeputatiI nuovi stati membri che entrano a far parte dell'Unione europea nel corso della legislatura, eleggono i loro deputati, il cui mandato termina alla fine della stessa, o 7 tramite nomina parlamentare oppure tramite apposite elezioni popolari. I poteri del Parlamento europeo, per quanto non tutti esercitati in via autonoma, ma anzi prevalentemente condivisi con il Consiglio dell'Unione europea sono il potere legislativo, il potere di bilancio e il potere di controllo democratico Parlamento europeo e Consiglio dell'Unione europea, nell'ambito della procedura legislativa ordinaria approvano i progetti di atto legislativo proposti dalla Commissione europea. La Corte di giustizia dell'Unione europea: è un'istituzione dell'Unione europea, e ha sede a Lussemburgo. La CGUE ha il compito di garantire l'osservanza del diritto nell'interpretazione e nell'applicazione dei trattati fondativi dell'Unione europea. La tutela giurisdizionale dell'Unione europea è affidata alla Corte, organo unitario, suddiviso in una pluralità di formazioni: • • • La Corte di giustizia (creata nel 1952) Il Tribunale (creato nel 1988) Il Tribunale della funzione pubblica (creato nel 2004) La Corte dei conti europea: è l'istituzione dell'Unione europea preposta all'esame dei conti di tutte le entrate e le uscite dell'Unione e dei suoi vari organi, accertandone la sana gestione finanziaria.La Corte dei Conti esamina tutte le entrate e le spese dell'Unione e dei suoi organi, controllandone la legittimità e la regolarità e accertandone la corretta gestione finanziaria.È consultata sulle proposte di misure nell'ambito della lotta contro le frodi fiscali e le irregolarità finanziarie. Assiste il Parlamento europeo e il Consiglio nella funzione del controllo dell'esecuzione del bilancio dell'UE. Essa non ha poteri giurisdizionali, e i suoi pareri non sono vincolanti, ma questo nulla toglie all'importanza primaria del suo compito. I membri della Corte dei conti, uno per ciascuno Stato membro dell'Unione, sono nominati dal Consiglio tra le personalità che fanno o hanno fatto parte nei rispettivi Stati delle istituzioni di controllo esterno dei conti pubblici e che possiedono una qualifica per tale funzione. Il loro mandato è di 6 anni, rinnovabile. La Banca centrale europea: è la Banca centrale incaricata dell'attuazione della politica monetaria per i diciassette paesi dell'Unione europea che hanno aderito all'euro e che formano la cosiddetta "Zona euro" o "area dell'euro". Scopo principale della Banca centrale europea è quello di mantenere sotto controllo l'andamento dei prezzi mantenendo il potere d'acquisto nell'area dell'euro. 8 Paesi membri dell’Unione Europea Stati membri dell'UE Verso l'adesione all'UE 9 I principi della costituzione Italiana La Costituzione della Repubblica Italiana è la legge fondamentale dello Stato italiano e ha dato vita alla Repubblica italiana. Fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1º gennaio 1948. La Costituzione è composta da 139 articoli (ma 5 articoli sono stati abrogati: 115; 124; 128; 129; 130), divisi in quattro sezioni: • • • • Principi fondamentali (articoli 1-12); Parte prima: Diritti e doveri dei cittadini (articoli 13-54); Parte seconda: Ordinamento della Repubblica (articoli 55-139); Disposizioni transitorie e finali (articoli I-XVIII). La Costituzione è la fonte principale del diritto, cioè quella dalla quale dipendono tutte le altre. I primi dodici articoli della costituzione pongono i cosiddetti principi fondamentali: "la Repubblica 'riconosce' e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo". • Il principio di laicità • Il lavoro non è solo un rapporto economico, ma anche un valore sociale che nobilita l'uomo. Non è solo un diritto, bensì anche un dovere che eleva il singolo. I disoccupati, senza colpa, non devono comunque essere discriminati. • Il principio di sovranità popolare • Tutti i cittadini, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali, sono uguali davanti alla legge • Lo Stato ha il compito di aiutare le associazioni e le famiglie, attraverso la solidarietà politica, economica e sociale. Esso infatti deve rimuovere ogni ostacolo che impedisce la formazione della propria personalità. • "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali (ovvero consente l'uso di forze militari per la difesa del territorio in caso di attacco militare da parte di altri paesi, ma non con intenti espansionisti) Le libertà individuali: gli articoli dal 13 al 16 affermano che la libertà è un valore sacro e quindi inviolabile (articolo 13), che il domicilio è inviolabile (articolo 14), che la corrispondenza è libera e segreta (articolo 15), che ogni cittadino può soggiornare e circolare liberamente nel Paese (articolo 16). 10 Le libertà collettive: gli articoli dal 17 al 21 affermano che i cittadini italiani hanno il diritto di riunirsi in luoghi pubblici (con obbligo di preavviso all'autorità di pubblica sicurezza), privati e aperti al pubblico (liberamente) (articolo 17), e di associarsi liberamente, che le associazioni che hanno uno scopo comune non devono andare contro il principio democratico e del codice penale (articolo 18), che ogni persona ha il diritto di professare liberamente il proprio credo (articolo 19), che ogni individuo è libero di professare il proprio pensiero, con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di comunicazione (articolo 21). la famiglia gli articoli dal 29 al 31 affermano che la Repubblica italiana riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio, e afferma anche che è di dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli. la salute l'articolo 32 afferma che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo ed interesse della collettività. Afferma inoltre che "nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge" e che la legge "non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana". La scuola l'articolo 34 afferma che la scuola è aperta a tutti; quella statale è gratuita; libera e senza oneri per lo Stato quella privata L'organizzazione del lavoro: gli articoli dal 35 al 47 affermano che la Repubblica tutela il lavoro e la libertà di emigrazione (articolo 35), il diritto al giusto salario (articolo 36, comma 1), la durata massima della giornata lavorativa (articolo 36, comma 2), il diritto/dovere al riposo settimanale (articolo 36, comma 3), il lavoro femminile e minorile (articolo 37), i lavoratori invalidi, malati, anziani o disoccupati (articolo 38), la libertà di organizzazione sindacale (articolo 39), il diritto di sciopero (articolo 40), la libertà di iniziativa economica (articolo 41), la proprietà (articolo 42), la possibilità ed i limiti all'espropriazione (art 43), la proprietà terriera (articolo 44), le cooperative e l'artigianato (articolo 45), la collaborazione tra i lavoratori (articolo 46) ed il risparmio (articolo 47). Istituzioni dello Stato Il sistema politico della Repubblica Italiana è conforme alle istituzioni di una repubblica parlamentare dove il presidente del Consiglio dei ministri è il capo del governo che si regge su una maggioranza parlamentare. Il governo esercita il potere esecutivo mentre il potere legislativo è attribuito al Parlamento. La magistratura, indipendente dall'esecutivo e dal potere legislativo, esercita invece il potere giudiziario. Il presidente della Repubblica è la massima carica dello Stato e ne rappresenta l'unità. 11 Il potere legislativo statale spetta al Parlamento ai sensi dell'art. 70 della Costituzione, suddiviso in due camere: la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica. Solo in casi di necessità ed urgenza il Governo può emanare un atto avente forza di legge e chiamato decreto legge, che deve essere confermato successivamente dal Parlamento entro 60 giorni, pena la sua decadenza. Inoltre il Parlamento può delegare il Governo tramite una legge chiamata legge delega affinché legiferi su una certa materia stabilendo nel contempo i limiti e i tempi entro i quali il Governo può muoversi nel legiferare. L'atto normativo emanato in questo modo dal Governo prende il nome di decreto legislativo. Vi sono poi alcuni casi in cui il potere legislativo spetta al popolo sovrano attraverso l'istituto del referendum abrogativo e, in materia costituzionale, attraverso l'istituto del referendum confermativo delle leggi costituzionali. Tutte le leggi devono essere promulgate dal Presidente della Repubblica il quale può rinviare al Parlamento una legge se ritiene che questa sia in contrasto con la Costituzione (diritto di veto), ma esclusivamente per la prima volta. Il potere esecutivo è affidato al governo all'interno del quale, secondo l'art. 92, c. 1 Cost., si distinguono tre diversi organi: il presidente del Consiglio dei ministri (primo ministro), i ministri e il Consiglio dei ministri (talvolta detto impropriamente gabinetto, secondo una dicitura storica non usata dalle norme italiane), quest'ultimo costituito dall'unione dei precedenti due organi.Il governo dipende dalla fiducia di entrambi i rami del parlamento ed ha in suo potere la possibilità di emettere decreti legge i quali devono essere confermati dal voto del parlamento entro 60 giorni. Il presidente del consiglio dei ministri (indicato impropriamente anche come primo ministro, o popolarmente quale premier) è il capo del governo. È nominato dal Presidente della Repubblica. Teoricamente il presidente della repubblica è libero nella sua scelta, ma siccome il designato dovrà formare un governo con cui sarà sottoposto al voto di fiducia delle due camere, di fatto egli è scelto tendenzialmente nell'ambito dei partiti che hanno la maggioranza in parlamento; la prassi costituzionale vede il presidente della repubblica procedere a consultazioni con i gruppi parlamentari per poter procedere alla scelta di una persona che abbia la possibilità concreta di ottenere la fiducia. Dopo la nomina il presidente del consiglio propone al Presidente della Repubblica le nomine dei singoli ministri insieme con i quali andrà a formare il Consiglio dei ministri se, come detto, riceverà il voto di fiducia da entrambi i rami del parlamento. Il potere giudiziario è esercitato dalla Magistratura che costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. I magistrati ordinari sono titolari della funzione giurisdizionale (vedi voce giurisdizione), che amministrano in nome del 12 popolo. Il Consiglio Superiore della Magistratura ha compiti di autogoverno della Magistratura, sottraendola del tutto dal controllo del Ministro della Giustizia. La Corte costituzionale svolge la fondamentale funzione di garante della Costituzione. È il massimo organo giurisdizionale della Repubblica, ed ha il compito di verificare che la volontà espressa dal legislatore ordinario non vada contro la Costituzione: infatti, attraverso il giudizio sulla costituzionalità delle leggi, essa può "abrogare" immediatamente le leggi e gli altri atti equiparati, qualora siano dichiarati incostituzionali. Contro le sentenze della Corte costituzionale non è ammesso appello. La Corte costituzionale è composta da 15 giudici. Nell'ordinamento italiano la Pubblica amministrazione (p.a.) è un insieme di enti e soggetti pubblici (comuni, provincia, regione, stato, ministeri, etc.) e talora privati (organismi di diritto pubblico, concessionari, s.p.a. miste), e tutte le altre figure che svolgono in qualche modo la funzione amministrativa nell'interesse della collettività e quindi nell'interesse pubblico, alla luce del principio di sussidiarietà. La pubblica amministrazione dipende dal governo, che ne orienta gli indirizzi generali attraverso i ministeri, ai quali fanno capo branche dell'intero apparato divise per materie. L’acquisizione della cittadinanza: il permesso di soggiorno a punti Parte dal 10 marzo 2012 il c.d. permesso di soggiorno a punti. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 11 novembre 2011, n. 263 il D.P.R. 14 settembre 2011, n. 179 recante “Regolamento concernente la disciplina dell'accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato, a norma dell'articolo 4-bis, comma 2, del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286” (che entra in vigore 120 giorni dalla data di pubblicazione). Vediamo nello specifico in cosa consiste tale permesso. Presentazione della domanda L’accordo viene stipulato nel momento in cui il soggetto presenta la domanda del permesso di soggiorno; a tal punto vengono assegnati allo straniero 16 crediti (che corrispondono al livello A1 di conoscenza della lingua italiana parlata). 13 Con l’accordo il soggetto straniero si impegna ad acquisire un adeguato ed idoneo livello di conoscenza della lingua italiana (equivalente al livello 2) e anche un buona conoscenza della vita nel territorio (ad esempio nel settore della sanità, della scuola, del lavoro ecc.). Il citato accordo ha una durata biennale; e un mese prima della scadenza lo sportello unico per l’immigrazione deve avviare la verifica con invito allo straniero di presentare, entro il termine di 15 giorni, tutta la documentazione necessaria al fine di ottenere il riconoscimento dei crediti. In mancanza di ciò il soggetto può chiedere di farsi valutare mediante idoneo test a cura dello sportello unico per l’immigrazione. L’accordo avrà efficacia nel momento in cui lo straniero otterrà un punteggio che sia superiore o comunque pari a 30 crediti. Aumento o decurtazione dei crediti I crediti vengono decurtati nella ipotesi in cui vi siano condanne penali (anche se non definitive) e sanzioni pecuniarie di almeno 10mila euro. Gli stessi crediti potranno, invece, essere aumentati nel caso in cui vi siano partecipazioni a corsi, conseguimento di titoli di studio, sottoscrizione di acquisto di una casa, attività di volontariato. Lo stato si impegna, entro il termine di un mese dall’accordo, ad assicurare la partecipazione gratuita ad una sessione di formazione civica e informazione sulla vita nel territorio italiano della durata di un giorno. La mancata partecipazione comporterà un taglio di 15 crediti (dei 16 assegnati). Maggiori dettagli su www.interno.it sezione Immigrazione alla voce Accordo di integrazione 14 III. INFORMAZIONI “PER VIVERE IN ITALIA” 15 L’organizzazione e il funzionamento dei servizi pubblici rivolti agli immigrati In Italia i servizi rivolti agli immigrati sono gestiti localmente dalle Provincia, dai Comuni e dalle associazioni. Le loro tipologie variano da territorio a territorio per questa ragione rimandiamo al sito del CESTIM (aggiornato e ben strutturato) per una consultazione dei servizi relativi a specifici territori: http://www.cestim.it/index10servizi.html e proponiamo di seguito il dettaglio dei servizi del territorio della provincia di Treviso nella quale è stata svolta la sperimentazione dei Moduli. Servizi attivi a livello nazionale Servizi, sezione del portale Integrazione Migranti, progetto coordinato dalla Direzione Generale dell'Immigrazione e delle Politiche di Integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, co-finanziato dal Fondo Europeo per l’Integrazione di cittadini di Paesi terzi. I servizi sono organizzati per tipologia: Lingua italiana, Lavoro, Alloggio, Servizi Essenziali, Minori e seconde generazioni e Mediazione interculturale http://www.integrazionemigranti.gov.it/Pagine/default.aspx CIR Consiglio Italiano per i Rifugiati Servizi ai valichi e Servizi territoriali http://www.cir-onlus.org/ Associazione avvocati di strada onlus. L’Associazione tutela gratuitamente da un punto di vista legale le persone senza dimora che vivono nelle città dove è presente una sede di Avvocato di strada. All’attività degli sportelli partecipano a turno avvocati professionisti volontari che offrono gratuitamente consulenza e assistenza legale. Le città in cui è presente una sede di Avvocato di strada: Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Catania, Ferrara, Foggia, Jesi, La Spezia, Lecce, Macerata, Milano, Modena, Monza, Napoli, Padova, Pescara, Piacenza, Reggio Emilia, Roma, Rovigo, Taranto, Trieste, Venezia http://www.avvocatodistrada.it/ Numeri verdi Numero verde Arci "SOS Diritti" 800 99 99 77 per avere informazioni anche di carattere legale o denunciare soprusi, violenze, atti di razzismo di cui sono vittime i migranti, a cominciare da quelli rinchiusi nei Cpa o nei Cie (ex-Cpt). Numero verde anti-TRATTA 800 290290. La tratta di persone è una profonda violazione dei diritti umani. Se conosci una vittima o hai bisogno di aiuto, chiama subito 800290290 www.trattano.it Il Numero Verde Antitratta nazionale è uno degli interventi messi in campo dal Dipartimento per i Diritti e le Pari Opportunità per la protezione sociale delle vittime della tratta. Il progetto consiste in un servizio telefonico gratuito - attivo 24 ore su 16 24 su tutto il territorio nazionale - in grado di fornire alle vittime, e a coloro che intendono aiutarle, tutte le informazioni sulle possibilità di aiuto e assistenza che la normativa italiana offre per uscire dalla situazione di sfruttamento. Da gennaio 2007 il numero verde fornisce assistenza ed informazioni anche per le vittime di tratta a scopo di sfruttamento lavorativo e non solo per sfruttamento sessuale. Numero Verde 800 981800 "Emergenza cantieri". Campagna nazionale contro il lavoro nero e gli infortuni in edilizia. Accoglie le denunce dei lavoratori per la prevenzione dei continui infortuni mortali e promuove la regolarizzazione nei cantieri edili. Iniziativa lanciata dalla Fillea Cgil, il sindacato delle costruzioni, contro il lavoro nero e gli infortuni in edilizia. “Emergenza cantieri" volantino. Contact Center UNAR <Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali> SOS immediato: 800 901010. Fornisce informazioni, orientamento e supporto alle vittime della discriminazione razziale ed etnica. Numero verde ARCI per Rifugiati e richiedenti asilo: 800 905570. Fornisce informazioni sulle pratiche e le procedure necessarie per la richiesta di status di rifugiato, sulla tutela del diritto d'asilo e sui servizi presenti sul territorio Centro di tutela contro le discriminazioni / Antidiskriminierungsstelle, Landesbeobachtungsstelle zur Einwanderung / Osservatorio provinciale sulle Immigrazioni Sudtirol, Numero verde / Grune Nummer: 800 225588 ParlaMondo-Lotta alle Discriminazioni. Servizio di orientamento e consulenza nella lotta alle discriminazioni. Interviene nei casi di discriminazione basata sull'origine etnica, "razziale", la nazionalità , la lingua e l'appartenenza religiosa che riguardano l'accesso ai servizi pubblici e privati, il mondo del lavoro, l'accesso all'alloggio, il sistema scolastico. Si avvale dell'apporto di operatori formati appositamente sui temi della discrimazione e dell'immigrazione e di esperti in grado di fornire orientamento e consulenza legale. Segnalazioni al numero 055 48 88 00, di persona su appuntamento, e-mail: [email protected]. Orario servizio ParlaMondo: lunedì, mercoledì, venerdì ore 9.0015.00; martedì, giovedì ore 14.00-18.00. Promuove il Cospe <Cooperazione per lo Sviluppo dei Paesi Emergenti>, via Slataper, 10 - 50134, Firenze, tel 055 488800 Melting Pot Info Point: 892 04003 Servizio di informazione e orientamento in materia di immigrazione. Telefonare al numero Melting Pot Info il lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 17.00. Servizio sospeso per tutto il mese di agosto 2007. Il servizio costa, da rete fissa, 1 euro e 80 centesimi al minuto iva inclusa, per una durata massima di 8 17 minuti. Per i costi da cellulare, rivolgersi al Call Center del proprio operatore telefonico Patronato INCA CGIL Numero telefonico 848 854388, attivo nei giorni feriali dalle ore 14.00 alle 18.00 al costo di una chiamata urbana, per ricevere assistenza e consulenza gratuite I diritti che non sai, rubrica onlne del patronato INCA CGIL Arci Veneto Diritti, Sportello telematico e telefonico gratuito. Fornisce informazioni su: Casa, Lavoro, Discriminazione nelle province di Rovigo Verona Venezia. Numero verde: 800 883340, con operatore dalle 15.00 alle 17.00 dal lun. al ven. Sempre attivo con segreteria; e-mail: [email protected] - www.arcivenetodiritti.it I servizi nella provincia di Treviso Servizi per stranieri. L'Ufficio Stranieri presso i Servizi per l'Impiego della Provincia di Treviso svolge attività di informazione ed orientamento sulla normativa in materia di immigrazione, condizione dello straniero ed emigrazione di ritorno, finalizzata all'inserimento lavorativo. Riferimento: Dott.ssa Emilia Pauletti Telefono: 0422 656425-15 Fax: 0422 656446 Email: [email protected] Lun-ven 8,30-12,30 Settore Lavoro, Sociale e Formazione Professionale Via Cal di Breda, 116 http://www.trevisolavora.org/primo_livello.aspx?IDLivello=4 Servizio Informazioni Stranieri, via Carlo Alberto, 6, Treviso 31100, tel: 0422 541255. Offre: informazioni e rapporti con la questura. Orario: lunedì, mercoledì e venerdì 16.3019.30, martedì, giovedì e sabato 8.30-12.30 CGIL, Ufficio Stranieri Via Dandolo n° 2/d Treviso 31100, tel 0422 4091 centralino. Offre: informazioni e prima assistenza, aiuto nelle pratiche per il soggiorno ANOLF, via Cacciatori del Sile, 23 31100 Treviso (TV), tel 0422 412720, fax 0422 410653. Offre: informazioni e prima assistenza, aiuto nelle pratiche per il soggiorno 18 venerdì 15.00-19.00 UIL, via Battaglione Feltre, 2 Treviso 31100 [ Tel: 0422 432884 centralino ] CARITAS, Centro di Ascolto San Nicolò, aperto al pubblico tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00. tel e fax 0422 410675 Sportelli Informazione Immigrati. Gli sportelli forniscono informazioni ed orientamento su ogni aspetto inerente il soggiorno in Italia dei cittadini stranieri, in modo da favorirne l'integrazione nel territorio e l'accesso ai servizi. In particolare, presso gli sportelli è possibile ottenere consulenza in merito ai procedimenti per il rilascio dei documenti di soggiorno e per l'avvio delle pratiche di ricongiungimento familiare. L'attività avviene in stretto contatto con la Questura di Treviso. Il servizio offre, inoltre, l'opportunità di accedere ad informazioni riguardanti la domanda e l'offerta di lavoro nel territorio. Gestisce la cooperativa Una Casa per l'Uomo. Provincia di Treviso: Progetto Risa: Il Centro di servizio per il volontariato della provincia di Treviso propone per il secondo anno il Progetto Risa, un'iniziativa interistituzionale promossa in collaborazione con l'Azienda Ulss 9 e dieci istituti superiori trevigiani. Il progetto mira a potenziare il servizio di spazio ascolto dei Cic, Centri di Informazione e Consulenza (CIC) presenti nelle scuole, e a far collaborare in modo armonico e sinergico le figure professionali del territorio, competenti negli ambiti della prevenzione e della promozione della salute. Facilitando l'aggancio e rendendo sistematico il rapporto con le strutture esterne si vuole contribuire a prevenire il disagio giovanile e diffondere la conoscenza delle corrette abitudini di vita. Scuole che hanno aderito alla rete: Istituto Riccati Luzzatti, Istituto Duca degli Abruzzi, Itis Fermi, Istituto Mazzotti, Istituto Alberini, Istituto Palladio, Centro di Formazione Professionale Madonna del Grappa, Liceo Paritario Madonna del Grappa e Istituto Giorgi. Per informazioni: Centro di servizio per il volontariato della provincia di Treviso, tel. e fax 0422 320191, e-mail [email protected]. Informazioni pratiche sulla vita quotidiana A partire dalle richieste di informazioni dei partecipanti alla sperimentazione vengono usati i filmati esplicativi reperibili sul sito http://www.cantieriditalia.com/ita/?cat=9 Di seguito alcune delle schede utilizzate anche in cartaceo relative alla più ampia gamma di filmati presenti sul sito. 19 Il denaro, il risparmio e l’accesso al credito Dal 1° gennaio 2002 in Italia e nella maggior parte dei Paesi dell’Unione europea la moneta ufficiale è l’Euro. Le banconote (cioè le monete di carta) sono uguali in tutti i Paesi. Le monete di metallo, invece, hanno un lato uguale per tutti i Paesi e l’altro lato in cui è ritratto un simbolo nazionale. Oltre al denaro contante (cioè le banconote e le monete) esistono anche altri mezzi di pagamento: pensiamo ad esempio agli assegni, al bancomat e alla carta di credito. Tutti questi mezzi di pagamento vengono consegnati dalla Banca, in cui si apre un conto corrente. La banca è un’impresa che riceve il denaro in deposito dai propri clienti. In questo modo è possibile conservare e mettere da parte i propri risparmi, cioè i soldi che non vengono spesi. Il denaro viene depositato su un “conto corrente” e si può prendere quando si ha bisogno, utilizzando gli assegni, il bancomat o la carta di credito, o andando direttamente negli uffici della Banca. Per aprire un conto corrente bancario è necessario mostrare un documento di identità, come il passaporto o la carta d’identità. La Banca, inoltre, può anche prestare denaro, che dovrà essere restituito pagando gli interessi, cioè una cifra maggiore rispetto al prestito iniziale. La Banca fornisce anche altri servizi, come, ad esempio, il pagamento delle bollette della luce o del gas e il cambio della valuta estera. Tutti i servizi forniti da una Banca sono a pagamento. Ognuno di noi è libero di scegliere la banca che vuole. In Italia tutte le banche sono controllate dalla Banca d’Italia, che garantisce e protegge i risparmi e controlla la trasparenza e la regolarità dei servizi forniti dagli istituti bancari. Inoltre, in Italia è possibile aprire un conto corrente anche negli uffici postali. 20 La responsabilità civile e la responsabilità penale Ogni persona è responsabile delle proprie azioni e, se con il suo comportamento non rispetta le regole fissate dalle leggi, commette un illecito. Si può essere responsabili sia nei confronti di un altro soggetto (cioè persona, ente o società), sia nei confronti dello Stato ed è sempre la legge che regola i rapporti tra i soggetti privati (con il Diritto civile) ed i rapporti tra i privati e lo Stato (ad empio con il Diritto penale). Si ha responsabilità civile se con un dato comportamento, volontariamente o per imprudenza, si danneggia ingiustamente un’altra persona. In questo caso si deve pagare una somma di denaro che viene stabilita dal giudice come risarcimento del danno causato. Chi non si rispetta un contratto, può essere considerato responsabile civilmente e condannato da un giudice, a risarcire il danno oppure a fare o a dare la cosa indicata nel contratto. Le persone diventano civilmente responsabili dei loro comportamenti dopo aver compiuto diciotto anni, cioè quando diventano maggiorenni. I genitori, invece, sono i responsabili delle azioni compiute dai figli minorenni. Invece, chi non rispetta una regola di diritto penale, commette un reato e la conseguenza è una sanzione penale. Si può essere puniti anche con il carcere. La responsabilità penale è personale. Questo vuol dire che non si può essere condannati per reati commessi da altre persone. La Costituzione italiana afferma che tutte le pene devono avere una funzione rieducativa. In Italia, inoltre, è vietata la pena di morte e le pene non possono consistere in trattamenti che offendono la dignità umana. La pena più grave è l’ergastolo, cioè il carcere a vita. Tutti possono rivolgersi a un giudice quando un proprio diritto riconosciuto dalla legge non è rispettato. Inoltre, la Costituzione afferma che tutti hanno il diritto di essere difesi davanti al giudice. Per questo motivo, lo Stato garantisce il “gratuito patrocinio”, cioè l’assistenza legale gratuita per chi non può permettersi di pagare un avvocato. 21 I rapporti di vicinato Nella vita di tutti i giorni bisogna rispettare tante regole: a scuola, al lavoro, per strada, ma anche all’interno della nostra casa. Tutte queste regole, come ad esempio quelle che regolano i rapporti di vicinato, sono necessarie per consentire una convivenza civile tra le persone, Una delle regole più importanti è quella di non disturbare il vicino di casa con rumori molesti, cioè fastidiosi. Questa non è solo una norma di buona educazione, ma deriva anche da quanto previsto dal Codice Civile. Non è possibile, ad esempio, ascoltare la musica o vedere la televisione ad alto volume, se questo disturba in modo insopportabile i vicini di casa, che possono chiedere al giudice di intervenire ordinando di smettere di fare un rumore eccessivo. Ci sono, poi, degli obblighi che dobbiamo rispettare quando viviamo in un “condominio”, cioè un edificio composto da più appartamenti e, quindi, abitato da più persone. In ogni edificio ci sono delle parti comuni che possono essere utilizzate da tutti gli abitanti del condominio: le scale, l’ascensore, l’entrata dello stabile, il suolo su cui è costruito, il tetto e il giardino. I condomini (cioè i proprietari degli appartamenti del condominio) possono decidere di darsi un regolamento di condominio, che contiene le regole dettagliate che tutti devono rispettare, oltre alle regole già previste dal Codice Civile. Ad esempio: come dividere le spese per mantenere e gestire le cose comuni, come la pulizia delle scale, il funzionamento dell’ascensore, la cura del giardino, le luci delle scale e delle altre parti comuni e il riscaldamento. Ogni decisione sulle parti comuni dell’edificio deve essere presa dalla maggioranza dei condomini, riuniti in assemblea. Quando i condomini sono più di quattro deve essere nominato un amministratore. L’amministratore del condominio, poi, esegue le decisioni dell’assemblea, riscuote dai condomini il denaro per pagare le spese comuni e si occupa di gestire tutti i problemi del condominio. I rapporti economici e i contratti La Costituzione italiana prevede i principi generali che regolano i rapporti economici tra coloro che vivono nel territorio italiano. Tutti possono lavorare, essere proprietari di beni, creare un’impresa, risparmiare il denaro, chiedere prestiti e investire i propri soldi in attività produttive. Quando si vuole regolamentare un rapporto economico, si fa un contratto. Il contratto è un accordo tra due o più persone per costituire, regolare o porre fine a un rapporto giuridico di tipo economico. Un contratto può essere stipulato sia da una persona, sia da una società o da un ente pubblico. Ad esempio, con un contratto una persona si può impegnare a lavorare nell’impresa di un’altra, o può decidere di dare o prendere in prestito dei soldi; con un contratto si compra o si prende in affitto una casa o un locale per un’attività commerciale, si crea 22 una società, si acquista un’automobile. Tutti questi tipi di contratto, come il contratto di vendita, il contratto di mutuo, il contratto di locazione, il contratto di società, sono regolati dal Codice Civile, che stabilisce come devono essere stipulati e quali sono gli elementi che non possono mancare (altrimenti, il contratto non è valido). Ad esempio, in un contratto di locazione di una casa, cioè di affitto, è fondamentale che sia indicato il canone, cioè l’importo da pagare. Da ogni tipo di contratto nascono determinati obblighi. Se tali obblighi non vengono assolti si può chiedere al giudice civile di far rispettare il contratto e di ottenere un risarcimento per i danni subiti. La casa: il diritto alla proprietà privata e i contratti di locazione In Italia si può vivere in una casa sia come proprietari sia come inquilini. Quando si è proprietari, ad esempio di una casa o di un terreno, si ha il potere di usare tale proprietà come si vuole. Nessuno può toglierci la cosa di cui siamo proprietari; solo lo Stato può, quando c’è un interesse pubblico da soddisfare e in tal caso deve comunque pagare una somma di denaro. Questo succede, ad esempio, quando lo Stato deve costruire un’autostrada, che serve a tutti, e per farlo è necessario utilizzare anche un terreno di proprietà di un privato. Quando si prende in locazione, cioè in affitto, una casa di proprietà di un’altra persona si diventa inquilini. La legge prescrive tanti obblighi sia per il “locatore”, cioè il proprietario della casa da affittare, sia per il “conduttore” o “inquilino”, cioè la persona che vuole abitarci. La maggior parte delle norme sono previste per proteggere l’inquilino: ad esempio, è necessario che il contratto sia scritto. Questo serve a obbligare il proprietario e il conduttore a rispettarne le regole. Bisogna anche “registrare” il contratto di locazione, cioè pagare all’Agenzia delle Entrate una tassa, chiamata imposta di registro. Non è possibile dare in affitto una casa o un locale commerciale per un periodo più breve di quello previsto dalla legge. Se questa norma non viene rispettata dal proprietario, il contratto non è valido e l’inquilino può pretendere di viverci per tutta la durata prevista dalla legge. Inoltre, per stipulare un contratto di locazione, gli stranieri devono essere in regola con il permesso di soggiorno. È molto importante scrivere nel contratto anche il “canone di locazione”, cioè la somma di denaro che l’inquilino deve pagare ogni mese. L’importo non può variare fino alla scadenza del contratto. Anche l’inquilino ha degli obblighi, come quello di utilizzare con cura la casa e non danneggiarla e 23 di pagare il canone di locazione, cioè l’affitto, alle scadenze indicate nel contratto. Quando una casa viene venduta o data in locazione, cioè in affitto, il venditore o il proprietario locatore ha l’obbligo di comunicarlo entro 48 ore al Commissariato di Polizia di zona. Molti cittadini stranieri, ad esempio colf e badanti occupati presso le famiglie, possono essere ospitati nell’abitazione del datore di lavoro. Il documento che certifica questa situazione è la “cessione di fabbricato”. L’integrazione dello straniero in Italia e la figura del mediatore culturale L’integrazione dello straniero in tutti i settori della società è promossa e incentivata dalla legge italiana ed è attuata con molte iniziative. Dal 2009 è stato introdotto in Italia l”Accordo di integrazione”: un documento che lo straniero che entra in Italia per la prima volta dovrà sottoscrivere per ottenere il permesso di soggiorno. Con la firma di questo accordo, lo straniero si impegna a raggiungere alcuni traguardi per la sua integrazione. I più importanti sono: la conoscenza di base della lingua italiana; una sufficiente conoscenza della cultura e della vita civile italiane, con particolare riferimento ai settori della sanità, della scuola, dei servizi sociali, del lavoro e degli obblighi fiscali e la conoscenza delle istituzioni pubbliche. Inoltre, lo straniero si impegna a mandare i figli a scuola e a rispettare l’obbligo scolastico. Dovranno sottoscrivere l’”Accordo di integrazione” tutti gli stranieri a partire dai 16 anni di età. Per i minori tra i 16 e i 18 anni l’accordo sarà sottoscritto anche dai genitori. Non devono firmare l’accordo gli stranieri che richiedono un permesso di soggiorno inferiore a un anno, le persone con gravi malattie o disabilità che limitano gravemente l’autosufficienza o determinano difficoltà di apprendimento linguistico e culturale e le vittime di tratta, di violenza o grave sfruttamento. L’accordo prevede un percorso di integrazione che funziona con l’acquisto di “crediti”, cioè di punti. Per soddisfare l’Accordo, lo straniero deve ottenere almeno 30 crediti in 2 anni. Al momento della firma, gli vengono automaticamente assegnati 16 crediti. Gli altri si ottengono con l’acquisizione di determinate conoscenze, come la conoscenza della lingua italiana, della cultura e della vita civile in Italia. Inoltre, ulteriori crediti si acquisiscono, ad esempio, con il conseguimento di titoli di studio, con l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale o con la firma di un contratto di affitto o l’acquisto di un’abitazione. I crediti vengono sottratti allo straniero che commette gravi violazioni della legge, o addirittura dei reati. Se, alla fine dei due anni, i suoi crediti invece di aumentare diminuiscono fino ad essere pari o 24 inferiori a zero, il permesso di soggiorno viene revocato e, di conseguenza, lo straniero viene espulso dall’Italia, tranne alcune eccezioni. Inoltre, se non assolve all’obbligo di istruzione dei figli minori, perde tutti i crediti. Durante i due anni di durata dell’accordo, lo Stato sosterrà il processo di integrazione dello straniero, anche mettendo a disposizione strutture pubbliche di istruzione, che forniranno appositi corsi di lingua italiana. Comunque, entro un mese dalla firma dell’accordo, allo straniero verrà assicurata la partecipazione gratuita ad un corso di educazione civica, che prevede anche informazione sulla vita civile in Italia. Per assistere gli stranieri ad inserirsi nella società italiana, una importante figura di riferimento è il mediatore culturale: cioè una persona che conosce la lingua, la cultura, le leggi e le tradizioni sia dell’Italia sia del Paese di provenienza dello straniero. Il ruolo del mediatore è quello di aiutare gli stranieri che vivono in Italia, guidandoli tra i servizi che offre lo Stato italiano e assistendoli nello svolgimento delle pratiche necessarie, ad esempio, l’iscrizione dei figli a scuola, l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale o all’ufficio di collocamento. I mediatori culturali si possono trovare presso gli uffici della ASL, cioè l’Azienda Sanitaria Locale, presso gli ospedali, presso alcune scuole e nelle carceri. La libertà di religione Lo Stato Italiano riconosce e garantisce a tutti la libertà di seguire la propria religione. Questa libertà è considerata uno dei fondamenti delle società democratiche ed è parte delle libertà di manifestazione del pensiero. La Costituzione, infatti, afferma che tutti hanno diritto di manifestare la propria fede e di praticare in privato o in pubblico i riti religiosi. Anche la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea la proclamano come una libertà fondamentale della persona. La religione più diffusa in Italia è quella Cattolica. Tuttavia lo Stato Italiano è laico: non esiste dunque una religione ufficiale dello Stato. Infatti, nelle scuole pubbliche l’insegnamento della religione cattolica non è obbligatorio. Tutte le religioni, quindi, sono ugualmente libere davanti alla legge e tutte hanno lo stesso diritto a essere rispettate. Inoltre, tutti i fedeli di qualsiasi religione possono organizzarsi anche in associazioni a condizione di non violare le leggi italiane. In Italia non è ammessa, la pratica di riti religiosi contrari al “buon costume”, cioè contrari alle regole della morale collettiva. Gli stranieri che vivono in Italia sono, quindi, liberi di praticare la loro religione, senza subire nessuna discriminazione.Infine, la libertà di religione comprende anche la possibilità di non professare alcuna fede religiosa. 25 l diritto alla salute: l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e il medico di base Per la Costituzione Italiana, la salute è un bene importante ed è un diritto fondamentale della persona. Tutti coloro che soggiornano nel territorio italiano hanno diritto a essere curati negli ospedali pubblici. Stare bene, dunque, è un diritto, e prevenire e curare le malattie è un dovere. In Italia esiste il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) il quale dipende sia dallo stato centrale, sia dalle regioni. Il Servizio Sanitario Nazionale è composto da differenti enti e organi. Ne fanno parte il Ministero della Salute che è l’organo centrale e, a livello territoriale, le Aziende Sanitarie Locali (chiamate ASL o AUSL), e gli ospedali che dipendono dalle Regioni. Hanno l’obbligo di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale gli stranieri e i loro familiari a carico titolari di permesso di soggiorno che svolgono regolare attività di lavoro subordinato, autonomo o che siano iscritti alle liste di collocamento; gli stranieri regolarmente soggiornanti o quelli che abbiano chiesto il rinnovo del permesso di soggiorno, per lavoro subordinato, per lavoro autonomo, per motivi familiari, per asilo, per richiesta di asilo, per attesa adozione, per affidamento, per acquisto della cittadinanza o per motivi religiosi. Tutti gli altri stranieri regolarmente soggiornanti non hanno l’obbligo di iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale, ma comunque devono assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità o mediante l’iscrizione facoltativa al Servizio Sanitario Nazionale o attraverso la stipula di una polizza assicurativa valida sul territorio italiano, anche per i familiari a carico. L’iscrizione al Servizio Sanitario dà diritto a ricevere le cure mediche in condizione di parità con i cittadini italiani. Per iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale bisogna andare all’Azienda Sanitaria Locale (la ASL) nel luogo in cui si risiede, riempire un modulo con i propri dati (nome e cognome, data di nascita, residenza, età) e presentare documenti come il permesso di soggiorno, il codice fiscale e il certificato di residenza. Il documento di iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale è la “tessera sanitaria” che bisogna mostrare a ogni struttura sanitaria quando si chiedono le cure mediche. Con l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale lo straniero che soggiorna regolarmente in Italia può scegliere il “medico di base” e il pediatra per i propri figli, che effettuano visite gratuite. È il medico a consigliare le cure o ulteriori accertamenti sanitari, ad esempio analisi del sangue, radiografie e così via, oppure il ricovero in ospedale. In tutti questi casi, il medico dà al paziente una prescrizione necessaria per ricevere le cure mediche, alcune gratis, altre a seguito del pagamento di una somma di denaro (il cosiddetto ticket). 26 Chi ha un reddito basso o ha malattie particolari e gravi ha diritto a ricevere le cure gratuitamente. Per quanto riguarda invece lo straniero irregolarmente soggiornante, cioè che non possiede alcun permesso di soggiorno, ha diritto a ricevere le cure ambulatoriali e ospedaliere urgenti o comunque essenziali per malattia e infortunio. A tal fine, quando richiede per la prima volta ad un struttura pubblica le cure mediche urgenti o essenziali gli viene rilasciato uno speciale tesserino, chiamato S.T.P. (cioè Straniero Temporaneamente Presente), valido sei mesi e rinnovabile. Per ottenerlo è necessario dichiarare le proprie generalità. Inoltre, se lo straniero non ha denaro sufficiente al momento dell’assegnazione del tesserino STP fa una dichiarazione per ottenere le cure gratuitamente. La parità tra uomo e donna In Italia, la donna ha gli stessi diritti dell’uomo, come persona, all’interno della famiglia, sul luogo di lavoro e nella vita pubblica. Lo ripete più volte la Costituzione quando afferma che tutti sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso e che nel matrimonio il marito e la moglie hanno gli stessi diritti. In ogni settore della vita sociale, le leggi italiane difendono la donna da ogni tipo di discriminazione. Nel matrimonio i coniugi hanno anche gli stessi doveri, come quello di contribuire ai bisogni della famiglia e di assistersi l’un l’altro materialmente e moralmente. In Italia è vietato avere più mogli o più mariti nello stesso tempo: essere sposati civilmente con più di una persona alla volta costituisce un reato punito dalla legge (detto bigamia). Anche nell’ambito del lavoro la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, la stessa retribuzione che spetta al lavoratore uomo. La donna che lavora e aspetta un bambino ha diritto di non lavorare per 5 mesi: due mesi prima e tre mesi dopo il parto (o, a scelta, un mese prima e quattro mesi dopo il parto), continuando a ricevere un regolare stipendio. Nel primo anno di vita del figlio le donne lavoratrici hanno il diritto di assentarsi dal luogo di lavoro per 2 ore al giorno per allattare il proprio bambino, o per un’ora se l’orario di lavoro è inferiore a 6 ore. Durante queste ore di permesso la donna è comunque pagata. Anche il padre lavoratore può chiedere il permesso di assentarsi dal lavoro al posto della madre. Inoltre nei primi 8 anni di vita del bambino entrambi i genitori hanno diritto di assentarsi dal lavoro per un periodo complessivo di 10 mesi. Infine, la legge italiana stabilisce che le donne lavoratrici non possono essere licenziate nel periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e il primo anno di età del figlio. Inoltre durante la gravidanza e fino a sette mesi di età del figlio, è vietato, e costituisce un reato, far svolgere alla donna lavori faticosi o pericolosi. Le donne italiane, sin dal 1946, hanno il diritto di votare e di essere elette in Parlamento e negli enti territoriali (Regioni, Province, Comuni). In Italia esiste il Dipartimento per le Pari Opportunità, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si occupa delle iniziative per favorire la parità tra uomo e donna in ogni aspetto della 27 vita sociale e familiare. Inoltre, la legge italiana tutela in particolare l’integrità fisica delle donne e le difende da ogni tipo di violenza. Per esempio in Italia è vietata la mutilazione degli organi genitali femminili, che costituisce un reato. Per combattere questo grave fenomeno, è attivo un numero verde gratuito 800300558, gestito dal Ministero dell’Interno, che è possibile chiamare per denunciare chi non rispetta questo divieto e per ricevere aiuto. 28 IV. INFORMAZIONI “LAVORARE IN ITALIA” 29 Funzionamento delle imprese e l’organizzazione del lavoro in Italia Il lavoro in Italia Il primo articolo della Costituzione Italiana afferma che “l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”. La Costituzione Italiana, inoltre, riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e afferma che la Repubblica promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto, intervenendo sul mercato del lavoro. Secondo la Costituzione, lavorare è prima di tutto un diritto inviolabile perché solo se si lavora si può vivere liberamente e con dignità. Ma è anche un dovere, perché con il proprio lavoro si partecipa alla vita comune e si collabora al progresso del Paese. L’età minima per lavorare legalmente in Italia è 15 anni. Molti sono i diritti garantiti al lavoratore dalla Costituzione. Chi lavora con un contratto di lavoro subordinato ha diritto a ricevere uno stipendio proporzionato all’attività che svolge, ad avere un periodo di riposo retribuito e a non lavorare in caso di malattia o di infortunio. Infine, non può essere licenziato senza motivo, ma solo nei casi previsti dalla legge. L’elenco dei diritti e dei doveri del lavoratore nei confronti del datore di lavoro (come ad esempio il rispetto dell’orario di lavoro o lo stipendio minimo), sono tutti indicati in una legge chiamata “Statuto dei Lavoratori” e nei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro che regolano i rapporti fra i datori di lavoro e i lavoratori. Il lavoratore subordinato deve avere un contratto regolare. Senza di questo, rischia di non avere uno stipendio o un salario giusti e proporzionati, l’assicurazione sulle malattie o gli infortuni e i periodi di riposo garantiti. Inoltre, può rischiare di essere licenziato ingiustamente in qualsiasi momento. In cambio del lavoro eseguito, il lavoratore riceve dei soldi, cioè la retribuzione o stipendio. Normalmente, lo stipendio è diviso in più parti: una somma di denaro viene concretamente ricevuta dal lavoratore; una seconda parte viene trattenuta per l’assicurazione contro le malattie e gli infortuni; un’altra parte viene versata dal datore di lavoro all’istituto previdenziale per la pensione; un’ultima parte viene trattenuta dal datore di lavoro che la restituirà al lavoratore alla fine del rapporto di lavoro. Questa ultima parte si chiama Trattamento di Fine Rapporto (o più comunemente “liquidazione”). Se decide di smettere di lavorare o cambiare la sua occupazione, il lavoratore può dare le dimissioni, comunicandolo al proprio datore di lavoro con un certo periodo di preavviso. Può, invece, essere licenziato, cioè mandato via, dal datore di lavoro, soltanto se c’è una “giusta causa o un giustificato motivo”. Ad esempio, quando il lavoratore è assente dal lavoro più volte senza giustificazione o non fa il lavoro che ha l’obbligo di svolgere. Per comportamenti meno gravi, può avere un richiamo scritto, oppure, per un periodo, può non ricevere lo stipendio o essere sospeso dal lavoro. Se il lavoratore non ritiene giusto il licenziamento, la sospensione o il richiamo può rivolgersi al giudice, che decide se il datore di lavoro si è comportato secondo la legge. Se il giudice decide che 30 il datore di lavoro ha torto, il lavoratore può ritornare a lavorare, oppure essere risarcito con una somma di denaro per il danno subito. Le tipologie di lavoro La legge italiana prevede diversi tipi di lavoro: il lavoro subordinato, il lavoro autonomo, il lavoro stagionale e il lavoro a progetto. Ogni tipo di lavoro ha le sue caratteristiche, regolate dal Codice civile, dalle Leggi speciali e dai Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro. Il lavoratore subordinato svolge il proprio lavoro sotto la direzione dell’imprenditore e in cambio di una retribuzione (cioè di uno stipendio o un salario). Ad esempio, un operaio che lavora in una fabbrica che costruisce automobili o l’impiegato che lavora allo sportello di un ufficio postale sono lavoratori subordinati. Nel lavoro subordinato il lavoratore svolge i compiti richiesti dal datore di lavoro, ha un orario fisso e ogni mese riceve una retribuzione o stipendio. Ha, inoltre, diritto alle ferie pagate, può non lavorare in caso di malattia o di infortunio ed essere comunque pagato, ha diritto a ricevere il “trattamento di fine rapporto” (cioè una somma di denaro) quando smette di lavorare perché dà le dimissioni, va in pensione o viene licenziato. Infine, ha diritto ai “contributi”, cioè a quelle somme di denaro che il datore di lavoro versa agli Enti Previdenziali, per la pensione che spetterà al lavoratore quando avrà raggiunto l’età prevista dalla legge per non lavorare più. Il lavoro subordinato può essere a tempo indeterminato o determinato e, in questo caso, il contratto ha una durata limitata e termina alla data di scadenza. Può, inoltre, essere part-time, quando è previsto un orario di lavoro ridotto; o stagionale quando dura per un periodo dell’anno, come nel caso dei lavoratori del settore agricolo. Il lavoro autonomo è molto diverso dal lavoro subordinato. Il lavoratore autonomo, infatti, non dipende da un’altra persona, ma decide da solo come, dove e quando svolgere il proprio lavoro, ad esempio, il proprietario di un negozio che vende frutta e verdura o chi ha un’impresa edile. Questo tipo di lavoro però dà meno garanzie rispetto al lavoro subordinato e comporta maggiori rischi. Un tipo di lavoro molto diffuso in Italia è il lavoro a progetto. Il lavoratore, in questo caso, deve gestire, in maniera autonoma e senza obblighi di orari, uno o più progetti per raggiungere un risultato indicato dal datore di lavoro. In caso di lavoratori giovani, è possibile stipulare un contratto di apprendistato. In questi casi, il lavoratore riceve una retribuzione più bassa ma ha diritto a una formazione professionale, cioè ad imparare un mestiere che richiede una specializzazione. Questo tipo di contratto di lavoro non può durare meno di 2 anni né più di 6. 31 L’assunzione del lavoratore straniero in Italia Un cittadino straniero può lavorare in Italia, sia come “lavoratore subordinato” (cioè alle dipendenze di un’altra persona chiamata “datore di lavoro”), sia come “lavoratore autonomo”. Dal momento del suo ingresso regolare in Italia per motivi di lavoro, il cittadino straniero è sottoposto alle stesse norme applicabili a tutti i lavoratori: gode degli stessi diritti sindacali, di retribuzione, di tutela assistenziale e previdenziale stabiliti per i lavoratori italiani. E’ infatti vietata ogni forma di discriminazione tra lavoratori e stabilita la parità di trattamento, senza distinzione di genere, provenienza o appartenenza religiosa. Per assumere un cittadino straniero come lavoratore subordinato è necessario seguire le procedure previste nella legge sull’immigrazione. L’ingresso in Italia per motivi di lavoro subordinato, stagionale e di lavoro autonomo, avviene nell’ambito delle quote di ingresso stabilite dal Governo nei “decreti flussi”, emanati secondo le necessità del mercato del lavoro. Dopo la pubblicazione del “decreto flussi”, il datore di lavoro che vuole assumere un lavoratore straniero che risiede all’estero può presentare una domanda per ottenere un “nulla osta”, cioè una autorizzazione all’ingresso e all’assunzione. Per presentare la domanda, il datore deve registrasi sull’apposito portale internet del Ministero dell’Interno ed inviare via internet la richiesta di nulla osta allo Sportello Unico per l’Immigrazione competente, insieme a una proposta di contratto di lavoro. Se la domanda è accolta, il “nulla osta” viene rilasciato al datore di lavoro e trasmesso all’Ambasciata o al Consolato italiani nel paese di origine della persona da assumere, per il rilascio del visto di ingresso. A questo punto, il lavoratore straniero può entrare in Italia, con il passaporto e il visto d’ingresso per motivi di lavoro. Dopo l’ingresso, entro 8 giorni dovrà presentarsi allo Sportello Unico per l’Immigrazione per firmare il “contratto di soggiorno per lavoro” e richiedere il permesso di soggiorno. La durata del permesso di soggiorno per lavoro è quella prevista dal contratto di soggiorno e, comunque, non può superare i nove mesi per i contratti di lavoro stagionale, un anno per i contratti di lavoro subordinato a tempo determinato e due anni nel caso di contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Se il lavoro continua, il permesso può essere rinnovato. Se, invece, il lavoratore trova un altro lavoro, deve firmare un nuovo contratto di soggiorno per lavoro e inviarlo allo Sportello Unico per l’Immigrazione. I lavoratori stagionali, invece, devono rientrare nel paese di origine al termine del contratto. Per alcuni tipi specifici di lavoro dipendente, si applicano regole diverse per l’ingresso. I lavoratori stranieri residenti all’estero che svolgono lavori particolarmente qualificati possono essere assunti in Italia attraverso procedure abbreviate e al di fuori delle quote fissate annualmente nei “decreti flussi”. Ad esempio, non sono previste delle quote di ingresso specifiche per assumere dirigenti o personale altamente specializzato di società internazionali, professori universitari, infermieri professionali, lavoratori del mondo dello spettacolo. In questi casi il lavoratore straniero sarà tenuto a svolgere esclusivamente l’attività lavorativa prevista e non potrà convertire il proprio permesso di soggiorno. 32 La sicurezza sul luogo di lavoro – Il cantiere La legge italiana prevede che un luogo di lavoro debba sempre essere sicuro. Per questo motivo impone tante regole al datore di lavoro al fine di garantire la sicurezza dei lavoratori e tutelare la loro salute, considerata un diritto fondamentale e inviolabile per ogni persona. Le regole per la sicurezza sono specifiche per ogni tipo di lavoro che si svolge. Ad esempio, nei luoghi di lavoro al chiuso devono essere segnalate le uscite di emergenza, che devono essere lasciate sempre libere, per permettere ai lavoratori di fuggire in caso di pericolo. Devono, inoltre, essere sempre presenti gli estintori, necessari per spegnere un incendio. Tutto deve funzionare perfettamente e deve essere tenuto in ordine. Il lavoratore non può lavorare in locali chiusi sotterranei e non può entrare in luoghi dove c’è il pericolo di respirare gas dannosi per la sua salute. Se, però, questo è necessario per il tipo di lavoro che si svolge, il datore di lavoro deve fornire al lavoratore gli indispensabili dispositivi di sicurezza. Infatti, alcuni lavoratori devono avere particolari protezioni. Ad esempio, in un cantiere edile, il lavoratore deve indossare il casco di sicurezza per coprire la testa e portare gli occhiali per proteggere gli occhi se fa una saldatura. Deve mettere i guanti se fa un lavoro che può comportare tagli, punture o contatto con sostanze chimiche. Sono obbligatorie anche la cuffia antirumore per i lavori molto rumorosi, le maschere respiratorie che proteggono dalle polveri e le cinture di sicurezza per evitare cadute dall’alto. Il datore di lavoro è obbligato a fornire al lavoratore tutte queste cose e a spiegare come e quando devono essere usate. A sua volta, il lavoratore ha l’obbligo di usarle. Se il datore di lavoro non rispetta gli obblighi di sicurezza, è responsabile per i danni subiti dai lavoratori. Nei casi più gravi può essere condannato a una pena detentiva, cioè ad andare in prigione. Se il lavoratore si fa male o si ammala a causa del lavoro, ha diritto al risarcimento del danno da parte del datore di lavoro e a ricevere un indennizzo da parte dell’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. 33 La sicurezza sul luogo di lavoro – in ufficio La legge italiana tutela la salute e la sicurezza del lavoratore in qualsiasi luogo. Per questo motivo impone al datore di lavoro di rispettare tutte le regole previste dalla legge. Alcuni lavori sono meno rischiosi di altri, ma comunque nascondono dei pericoli che, col tempo, possono danneggiare la salute fisica e mentale del lavoratore. Ad esempio, chi lavora in un ufficio e usa sempre il computer può subire un danno agli occhi, ai muscoli o alle ossa della schiena. Questo tipo di lavoro può anche portare con il tempo problemi di salute legati all’affaticamento fisico o mentale. Per evitare questi danni, la legge impone alcune regole: ad esempio, lo schermo del computer non deve emettere radiazioni pericolose e la postazione di lavoro deve essere comoda. Inoltre, il lavoratore deve sottoporsi a periodiche visite mediche di controllo, a spese del datore di lavoro. Se non rispetta queste regole, il datore di lavoro può essere obbligato a pagare una sanzione pecuniaria e nei casi più gravi può essere condannato alla pena detentiva. La legge, inoltre, tutela il lavoratore che si è ammalato a causa del lavoro svolto o si è infortunato sul luogo di lavoro. In questi casi, il lavoratore deve, innanzitutto, comunicare l’infortunio o la malattia al datore di lavoro, che, a sua volta, deve denunciare l’accaduto all’INAIL, l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Il lavoratore viene visitato dai medici dell’Istituto e, se questi accertano che ha subito un danno alla salute a causa del lavoro, ha diritto a un indennizzo cioè a ricevere una somma di denaro. Durante il periodo di assenza dal lavoro per malattia o infortunio il lavoratore ha comunque diritto a essere retribuito. I sindacati Il sindacato, nel diritto del lavoro, è un ente che rappresenta i lavoratori delle varie categorie produttive. Esistono così sindacati dei lavoratori e sindacati dei datori di lavoro. La storia dei sindacati è però soprattutto storia dei lavoratori (operai, contadini, impiegati) che si riuniscono allo scopo di difendere gli interessi delle loro categorie. I sindacati, nell'ambito della contrattazione collettiva nazionale, vengono anche definiti parti sociali. Lo strumento di lotta per eccellenza del sindacato è lo sciopero. Tuttavia, l'attività dei sindacati viene espressa attraverso la contrattazione collettiva che risulta uno dei principali strumenti di autoregolamentazione per i rapporti di lavoro e per le relazioni sindacali. 34 I centri per l’impiego COSA SONO: i Centri per l’Impiego sono strutture pubbliche (uffici) attualmente gestite dalle Amministrazioni Provinciali, che offrono servizi ai cittadini e alle imprese. I centri per l’impiego sono presenti su tutto il territorio nazionale. I Centri per l’Impiego hanno sostituito gli Uffici di Collocamento. COSA FANNO: iCentri per l’Impiego svolgono numerose attività. Forniscono informazioni e servizi di orientamento, permettono l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, gestiscono banche dati, danno assistenza e supporto per la gestione di pratiche burocratiche, rilasciano certificati e moduli, offrono consulenza gratuita alle persone in cerca di occupazione. Svolgono inoltre numerose attività amministrative, ad esempio: gestiscono l’elenco anagrafico dei lavoratori, nel quale viene registrata la storia lavorativa (compresi i periodi di disoccupazione) di ogni persona che ha domicilio nel territorio di competenza del Centro per l’impiego; si occupano dell’ iscrizione alle liste di mobilità e dell’iscrizione agli elenchi e graduatorie delle categorie protette; registrano le assunzioni, trasformazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro presso aziende private e Enti pubblici. PERCHE’ RIVOLGERSI A LORO: i Centri per l’Impiego raccolgono e mettono a disposizione delle persone in cerca di occupazione le offerte di lavoro presentate dalle imprese e permettono alle aziende di consultare le banche dati che contengono tutte le informazioni sulle persone in cerca di impiego. Ma non solo. Nei centri per l’impiego operano i consulenti professionali che hanno il compito di aiutare chi è in cerca di lavoro ad orientarsi, effettuare una scelta lavorativa consapevole, stendere il curriculum vitae, individuare le aziende più adatte alle proprie esigenze, conoscere le offerte di lavoro attive, valutare alternative ecc. I centri per l’impiego seguono anche gli inserimenti di lavoratori nella Pubblica Amministrazione. Hanno infatti a disposizione una banca dati che raccoglie tutti i concorsi pubblici a livello locale, nazionale e della Comunità Europea, e forniscono la modulistica necessaria al candidato. I centri per l’impiego offrono ai cittadini la modulistica contrattuale, i modelli di curriculum e di lettere di presentazione e una serie di guide per la ricerca di lavoro. COME OTTENERE I SERVIZI: tutti coloro, che, essendo alla ricerca di lavoro – inoccupati, disoccupati, nonché occupati in cerca di altro lavoro – intendano avvalersi dei servizi dei Centri per l’Impiego devono recarsi presso la sede competente per il territorio in cui si è domiciliati (muniti del Codice fiscale e di un documento di identità) e richiedere l’iscrizione rilasciando una dichiarazione che attesta lo stato occupazionale del candidato e la sua disponibilità lavorativa. Ricordiamo che l’età minima di ammissione al lavoro dipendente, e quindi di iscrizione al Centro per l’impiego, è stabilita attualmente in 16 anni. DOVE SONO E COME TROVARLI: iCentri per l’Impiego sono presenti in tutto il territorio nazionale, in tutte le provincie e in numerosi comuni. Per conoscere dove si trova il centro per l’impiego più vicino a voi, basta scrivere su un motore di ricerca web (es. google) le parole: centro per l’impiego + la vostra provincia. In tutti i siti web di tutte le provincie italiane sono infatti indicate le sedi dei Centri per l’Impiego locali. 35 Contatti del progetto MIGRA Il dispositivo di apprendimento alternativo è stato realizzato in ciascun paese del partenariato del progetto “MIGRA” dalle organizzazioni coinvolte nel progetto: Institut pour le Développement et la Formation (Corsica, Francia) : istituto di formazione per gli adulti in Regione Corsica che svolge azioni di ricerca, accompagnamento e formazione rivolgendosi a immigrati e persone con difficoltà di integrazione. http://www.idfcorse.eu Scuola Centrale Formazione (Italia): associazione senza scopo di lucro che raccoglie una quarantina di enti soci i quali gestiscono 90 centri e strutture di formazione in 12 Regioni italiane. SCF promuove e gestisce programmi e azioni di formazione professionale, di orientamento e di inserimento lavorativo che si rivolgono a persone imigrate e più in generale in difficoltà. http://www.scformazione.org/ Weiterbildung-Netzwerk GmbH (Germania): associazione senza scopo di lucro che interviene nel settore della formazione professionale e dell’educazione degli adulti, per lo più verso beneficiari in situazione di difficoltà e immigrati. Instituto de Formación Integral, S.L.U. (Spagna ): impresa privata che gestisce attività di formazione professionale a livello regionale e nazionale rivolte a imprese, associazioni di lavoratori, associazioni di imprese, sindacati, organizzazioni di lavoratori autonomi. http://ifionline.com/es Objectif Emploi (Belgio) : associazione senza scopo di lucro che gestisce ateliers per la ricerca di impiego a persone svantaggiate che vogliono entrare nel mercato del lavoro: immigrati, disabili, persone poco qualificate. http://www.objectif- emploi.be/ Agence de développement régional de Bohème centrale (Repubblica Caeca) : organizzazione pubblica che coopera con l’amministrazione statale nella definizione degli obiettivi di sviluppo regionali tra i quali lo sviluppo dell’imprenditorialità e la gestione delle dinamiche legate all’immigrazione. http://www.rra.cz Agence de développement régional de Spisská Nová Ves (Slovacchia): organizzazione pubblica che ha in carico programmi e progetti di sviluppo e animazione regionale tra i quali lo sviluppo della piccola e media impresa, la promozione del turismo nella regione e il sostegno dei gruppi di popolazione in difficoltà. http://www.srra.sk 36