3info italiano programma - Centro Studi Leonardo da Vinci

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3info italiano programma - Centro Studi Leonardo da Vinci
CLASSE: 3 INFORMATICA
MATERIA: ITALIANO
DOCENTE: M. GHILARDI
1) PROGRAMMA SVOLTO NELL’ANNO SCOLASTICO 2014/2015
LETTERATURA ITALIANA: DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO
IL DUECENTO
L’età comunale in Italia: lo scenario storico, linguistico e i generi letterari
La nascita della letteratura italiana e della lingua italiana
Letture dei primi documenti in volgare
La società cortese
Contesto storico, visione del mondo, ideale cavalleresco e l’amor cortese
La lingua d’oil e la lingua d’oc:
Chretien de Troyes, Lancillotto : “La donna crudele e il servizio d’amore”
L’affermazione della civiltà comunale: contesto storico, visione del mondo, gli intellettuali e
l’organizzazione della cultura
La letteratura religiosa:
S. Francesco d’Assisi: “Cantico di frate sole”
Jacopone da Todi
La scuola poetica siciliana e i rimatori Siculo-toscani
Il Dolce Stil Novo: protagonisti, tematiche e caratteristiche formali
Guinizzelli: “Al cor gentil rempaira sempre amore”
Cavalcanti: “Voi che per gli occhi mi passaste ‘l core”
La poesia comica-realistica:
Cecco Angiolieri: “Tre cose solamente m’enno in grado”
Dante Alighieri:
vita, concezioni e idee, Vita Nova, Le Rime, Il Convivio, Commedia, De vulgari elequentia, De Monarchia
Lettura e commento: “Tanto gentile e tanto onesta pare” dalla Vita Nova
Divina Commedia: dall’Inferno canti I, V e X
IL TRECENTO
Lo scenario storico, linguistico
Francesco Petrarca:
vita, pensiero e poetica, l’Epistolario, Secretum e Canzoniere
Lettura e commento sonetti del Canzoniere: Erano i capei d’oro a l’aura sparsi e Zephiro torna, e ‘l bel
tempo rimena
Giovanni Boccaccio:
vita, pensiero e poetica, il Decameron
Dal Decameron, lettura e commento delle novelle “Ser Ciappelletto” e “Federigo degli Alberighi”
IL QUATTROCENTO E IL CINQUECENTO
L’Umanesimo: lo scenario storico culturale, lo scenario linguistico e i generi letterari
Gli Umanisti filologi (Lorenzo Valla), l’Umanesimo latino e l’Umanesimo volgare e i cantari cavallereschi
Luigi Pulci: il Morgante
Matteo Maria Boiardo: vita e l’Orlando Innamorato
Il Rinascimento: lo scenario storico e il problema della lingua
Ludovico Ariosto:
vita, pensiero e poetica, le Satire e l’Orlando Furioso
Lettura e commento “Proemio” dell’Orlando Furioso
Niccolò Machiavelli:
vita, pensiero e poetica, Il Principe e i Discorsi sulla prima deca di Tito Livio
Lettura e commento da Il Principe: “La volpe e il leone”
Confronto tra Machiavelli e Guicciardini
L’età della Controriforma:
Lo scenario storico
Torquato Tasso: la Gerusalemme liberata
Confronto tra l’Orlando Furioso e la Gerusalemme liberata
Tipologia testuale: saggio breve
2)ARGOMENTI DEL PROGRAMMA DI MAGGIOR RILIEVO:
LETTERATURA ITALIANA: DALLE ORIGINI AL CINQUECENTO
IL DUECENTO
L’età comunale in Italia: lo scenario storico, linguistico e i generi letterari
La nascita della letteratura italiana e della lingua italiana
La società cortese
Contesto storico, visione del mondo, ideale cavalleresco e l’amor cortese
L’affermazione della civiltà comunale: contesto storico, visione del mondo, gli intellettuali e
l’organizzazione della cultura
La scuola poetica siciliana
Il Dolce Stil Novo: protagonisti, tematiche e caratteristiche formali
Guinizzelli: “Al cor gentil rempaira sempre amore”
Dante Alighieri: Vita Nova, Le Rime, Commedia, De vulgari elequentia
IL TRECENTO
Francesco Petrarca: pensiero e poetica, Secretum e Canzoniere
Lettura e commento sonetti del Canzoniere: Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
Giovanni Boccaccio: pensiero e poetica, il Decameron
IL QUATTROCENTO E IL CINQUECENTO
L’Umanesimo latino e l’Umanesimo volgare
Il Rinascimento: lo scenario storico e il problema della lingua
Ludovico Ariosto: l’Orlando Furioso
Niccolò Machiavelli: Il Principe
L’età della Controriforma:
Lo scenario storico
Torquato Tasso: la Gerusalemme liberata
Confronto tra l’Orlando Furioso e la Gerusalemme liberata
CLASSE: 3 INFORMATICA MATERIA: ITALIANO DOCENTE: M. GHILARDI
3) COMPITI PER LE VACANZE ESTIVE (PER TUTTI GLI STUDENTI DELLA CLASSE)
1) Leggere due tra i seguenti libri proposti ed elaborare una scheda libro per ciascuna lettura:
-
Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal
Italo Calvino, Il cavaliere inesistente
Susanna Tamaro, Va’ dove ti porta il cuore
Giulia Carcasi, Ma le stelle quante sono
Stefano Benni, Comici spaventati guerrieri
Andrea Camilleri, Il ladro di merendine
2) Elaborare i seguenti saggi brevi, utilizzando almeno tre dei documenti allegati
1. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO: Siamo quel che mangiamo?
DOCUMENTI
«“Le evidenze scientifiche pubblicate nell’ultimo anno non lasciano dubbi - dice Massimo Volpe, presidente
della Siprec (Società Italiana per la Prevenzione Cardiovascolare) - la vita sedentaria è un rischio per il
cuore. Se a questo si aggiunge che spesso si mangia male, il quadro generale peggiora. Commettiamo troppi
peccati di gola, trascuriamo la dieta mediterranea e gli alimenti cardine di una sana alimentazione.
Pochissimi sanno davvero giudicare la salubrità di un alimento, molti si nutrono in modo disorganizzato”. Il
95 per cento, continua l’esperto, dichiara che il pranzo è il pasto più importante, ma poi l’80 per cento
sceglie una pasta molto condita accompagnata dal pane. Un italiano su due mangia carne magra, ma c’è un
buon 20 per cento che sceglie carni grasse più volte alla settimana; il 45 per cento consuma formaggi come
minimo tre volte alla settimana. Uno su tre, poi, mangia pesce appena una volta alla settimana, mentre
andrebbe consumato almeno due, tre volte. “Dobbiamo modificare le nostre abitudini - dice il cardiologo - e
renderci conto che la salute del cuore si costruisce mattone dopo mattone, proprio come una casa. Sia il
medico che il paziente possono imparare a fare prevenzione”.»
Adele Sarno, Otto ore seduti? Il cuore rischia doppio. Arriva l’auto-test per la prevenzione, “la Repubblica”
– 1 aprile 2011
«Mercoledì 17 novembre 2010. La quinta sessione del Comitato Intergovernativo dell’UNESCO [...] ha
iscritto la Dieta Mediterranea nella prestigiosa lista (sc. del patrimonio culturale immateriale dell’umanità).
[...] La Dieta Mediterranea rappresenta un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che
vanno dal paesaggio alla tavola, includendo le colture, la raccolta, la pesca, la conservazione, la
trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo. La Dieta Mediterranea è caratterizzata
da un modello nutrizionale rimasto costante nel tempo e nello spazio, costituito principalmente da olio di
oliva, cereali, frutta fresca o secca, e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e carne, e molti
condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino o infusi, sempre in rispetto delle tradizioni di ogni
comunità. Tuttavia, la Dieta Mediterranea (dal greco diaita, o stile di vita) è molto più che un semplice
alimento. Essa promuove l’interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei costumi sociali e
delle festività condivise da una data comunità, e ha dato luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni,
massime, racconti e leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e garantisce la
conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei mestieri collegati alla pesca e all’agricoltura nelle
comunità del Mediterraneo.»
CNI-UNESCO, La Dieta Mediterranea è patrimonio immateriale dell’Umanità, www.unesco.it
«La politica alimentare [...] si deve basare sul concetto che l’energia primaria della vita è il cibo. Se il cibo è
energia allora dobbiamo prendere atto che l’attuale sistema di produzione alimentare è fallimentare. […] Il
vero problema è che da un lato c’è una visione centralizzata dell’agricoltura, fatta di monoculture e
allevamenti intensivi altamente insostenibili, e dall’altro è stata completamente rifiutata la logica olistica, che
dovrebbe essere innata in agricoltura, per sposare logiche meccaniciste e riduzioniste. Una visione
meccanicista finisce con il ridurre il valore del cibo a una mera commodity, una semplice merce. È per
questo che per quanto riguarda il cibo abbiamo ormai perso la percezione della differenza tra valore e prezzo:
facciamo tutti molta attenzione a quanto costa, ma non più al suo profondo significato. […] Scambiare il
prezzo del cibo con il suo valore ci ha distrutto l’anima. Se il cibo è una merce non importa se lo sprechiamo.
In una società consumistica tutto si butta e tutto si può sostituire, anzi, si deve sostituire. Ma il cibo non
funziona così.»
Carlo Petrini in Petrini-Rifkin. Il nuovo patto per la natura, “la Repubblica” - 9 giugno 2010
«Mangiare mentre si legge la posta, si gioca o si lavora al pc può avere serie conseguenze sulla nostra forma
fisica. [...] Secondo quanto riportato dalla rivista American Journal of Clinical Nutrition, chi mangia
svolgendo altre attività, sia questa navigare in internet o sui profili degli amici su Facebook, è più propenso
ad esagerare con le quantità in quanto non ha il senso delle calorie che sta realmente introducendo e inoltre
ha più voglia di dolci. [...] Quindi nonostante sia costume sempre più diffuso quello di mangiare rimanendo
“connessi” col mondo intorno a noi, per chi ci tiene a non mettere su chili di troppo, meglio evitare le
distrazioni durante i pasti e focalizzare l’attenzione su quello che si sta consumando.»
Silvia Maglioni, Mangiare davanti al computer fa male alla linea, www.leonardo.it
2. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Le responsabilità della scienza e della tecnologia.
DOCUMENTI
«Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica
vita umana sulla terra.»
Hans Jonas, Il principio responsabilità. Un’etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, Torino 1990 (ed.
originale 1979)
«Mi piacerebbe (e non mi pare impossibile né assurdo) che in tutte le facoltà scientifiche si insistesse a
oltranza su un punto: ciò che farai quando eserciterai la professione può essere utile per il genere umano, o
neutro, o nocivo. Non innamorarti di problemi sospetti. Nei limiti che ti saranno concessi, cerca di conoscere
il fine a cui il tuo lavoro è diretto. Lo sappiamo, il mondo non è fatto solo di bianco e di nero e la tua
decisione può essere probabilistica e difficile: ma accetterai di studiare un nuovo medicamento, rifiuterai di
formulare un gas nervino. Che tu sia o non sia un credente, che tu sia o no un “patriota”, se ti è concessa una
scelta non lasciarti sedurre dall’interesse materiale e intellettuale, ma scegli entro il campo che può rendere
meno doloroso e meno pericoloso l’itinerario dei tuoi compagni e dei tuoi posteri. Non nasconderti dietro
l’ipocrisia della scienza neutrale: sei abbastanza dotto da saper valutare se dall’uovo che stai covando
sguscerà una colomba o un cobra o una chimera o magari nulla.»
Primo Levi, Covare il cobra, 11 settembre 1986, in Opere II, Einaudi, Torino 1997
«La scienza può aiutarci a costruire un futuro desiderabile. Anzi, le conoscenze scientifiche sono mattoni
indispensabili per erigere questo edificio. Ma […] è d’obbligo sciogliere il nodo decisivo del valore da dare
alla conoscenza. Il valore che sembra prevalere oggi è quello, pragmatico, che alla conoscenza riconosce il
mercato. Un valore utilitaristico: dobbiamo cercare di conoscere quello che ci può tornare immediatamente
ed economicamente utile. […] Ma, se vogliamo costruire un futuro desiderabile, anche nel campo della
scienza applicata il riconoscimento del valore della conoscenza non può essere delegato al mercato. Lo ha
dimostrato la recente vertenza tra le grandi multinazionali e il governo del Sud Africa sui farmaci anti-Aids
[…]. Il mercato non è in grado di distribuire gli “utili della conoscenza” all’80% della popolazione mondiale.
Per costruire il futuro coi mattoni della scienza occorre dunque (ri)associare al valore di mercato della
conoscenza altri valori: i valori dello sviluppo umano.»
Pietro Greco, Sua maestà la tecnologia. Chi ha paura della scienza?, “l’Unità”, 7 luglio 2001
«La ricerca dovrebbe essere libera, non dovrebbe essere guidata da nessuno. In fondo se ci si pensa bene, da
che essa esiste è frutto dell’istanza del singolo piuttosto che risultato collettivo. Dovrebbe essere libera da
vincoli religiosi e soggiogata a un unico precetto: progredire nelle sue applicazioni in funzione del benessere
degli esseri viventi, uomini e animali. Ecco questa credo sia la regola e l’etica dello scienziato: la ricerca
scientifica deve accrescere nel mondo la proporzione del bene. Le applicazioni della scienza devono portare
progresso e non regresso, vantaggio e non svantaggio. Certo è anche vero che la ricerca va per tentativi e di
conseguenza non ci si può subito rendere conto dell’eventuale portata negativa; in tal caso bisognerebbe
saper rinunciare.»
Margherita Hack intervistata da Alessandra Carletti, Roma Tre News, n. 3/2007
4) GLI STUDENTI RINVIATI ALLA VERIFICA DI SETTEMBRE SONO TENUTI A SVOLGERE,
OLTRE AI COMPITI DI CUI SOPRA, ANCHE I SEGUENTI ESERCIZI
Elaborare il seguente saggio breve, utilizzando almeno tre documenti proposti.
AMBITO SOCIO – ECONOMICO
ARGOMENTO: Il lavoro tra sicurezza e produttività.
DOCUMENTI
“Il lavoro nell'antichità non aveva il valore morale che gli è stato attribuito da venti secoli di cristianesimo e
dalla nascita del movimento operaio. Il disprezzo per il lavoro manuale è apparso a molti come contropartita
della schiavitù e, nel contempo, causa del ristagno delle tecniche. Dell'esistenza di questo disprezzo si
potrebbero dare molteplici prove. Nella Politica Aristotele esalta il fatto che i cittadini abbiano tutto il tempo
libero «per far nascere la virtù nella loro anima e perché possano adempiere i loro doveri civici». È la stessa
nozione dell'otium cum dignitate che appare come l’ideale di vita degli scrittori romani alla fine della
Repubblica e all'inizio dell'Impero. Ciò significa affermare anche che il lavoro è un ostacolo a questo tipo di
vita e, quindi, una degradazione.”
C. Mosse, Il lavoro in Grecia e a Roma, trad. it. di F. Giani Cecchini, Firenze, 1973
“Nella produzione moderna il lavoro ha assunto un’importanza crescente tanto da essere considerato il
soggetto e non più l’oggetto di qualsiasi attività produttiva. Per il codice civile (libro V, artt. 2060 e sgg.),
che regola il lavoro nell’impresa come elemento soggettivo e dinamico, oltre che fattore primario della
produzione, il lavoro consiste nella prestazione di energie lavorative effettuata, contro il corrispettivo di una
retribuzione, da una persona fisica (lavoratore) a favore di un’altra persona fisica o giuridica (datore di
lavoro). Il lavoro può concorrere alla produzione in modo subordinato o autonomo.”
ENCICLOPEDIA UNIVERSALE, vol. 13°, a cura di G. Ceccuti-S. Calzini-R. Guizzetti, Ed. “IL SOLE 24
ORE”, Milano, 2006
“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.” (art. 1)
“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo
questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.” (art. 4)
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA
“Dal Rapporto [ISFOL 2007] emerge una discrasia tra domanda e offerta di lavoro, soprattutto in quei
segmenti della popolazione - donne e over 55 anni in primis – per i quali, anche in linea con gli obiettivi di
Lisbona, si auspicherebbe un incremento dei tassi di attività. Sul fronte della qualità della crescita economica
del Belpaese, il rapporto sottolinea come i lavori siano sempre più meno conformi alle aspettative degli
individui, sia per la qualità del lavoro disponibile per i nuovi entrati sia per le prassi selettive. Le scarse
prospettive di carriera rappresentano il principale fattore di scoraggiamento sul fronte lavorativo.…Fa
riflettere il dato che quasi il 20% degli occupati ritenga di svolgere mansioni che utilizzano solo parzialmente
le loro competenze professionali.…Tra le iniziative da intraprendere per contrastare le
criticità del nostro mercato del lavoro, la ricetta dell’Isfol è migliorare la coerenza e l’adattabilità reciproca
tra domanda e offerta di lavoro. Soprattutto sfruttando al meglio le potenzialità del sistema dei servizi per
l’impiego. Inoltre, un funzionamento più fluido e trasparente del nostro mercato del lavoro passa anche
attraverso la conciliazione fra competitività e meriti e l’equità dell’accesso alle opportunità. Ma su tutti,
prioritario, è investire nella sicurezza del lavoro e nel contrasto del lavoro irregolare.”
C. Tucci, Rapporto Isfol: lavoro precario per 10 lavoratori su 100, 20 novembre 2007
“L’ambiente di lavoro, non rappresenta soltanto un’accezione più ristretta della nozione di ambiente, ma si
caratterizza in termini assai diversi. Anche esso costituisce infatti l’oggetto di una normativa amministrativa
e penale diretta a garantire la salute dei lavoratori addetti ad attività particolarmente rischiose, e che in taluni
ordinamenti impone alle imprese l’adozione di sistemi generali di controlli preventivi;…ma sovente è dato
riscontrare disposizioni che, attraverso la garanzia della salute a livello di rapporto individuale, attuano una
vera e propria tutela dell’ambiente di lavoro come oggetto di una situazione soggettiva specifica del
prestatore di lavoro, autonomamente tutelabile.…Così delineata, la tutela dell’ambiente di lavoro si
prospetta, più che come tutela di un luogo (e cioè dell’ambiente in genere), come
garanzia della salute (e quindi della persona) del lavoratore.”
L. Ricca, La tutela dell’ambiente di lavoro nel quadro del sistema dei diritti sociali, in “Protezione dei diritti
sociali e prevenzione degli incidenti sul lavoro nel quadro dei diritti dell’uomo lavoratore”, Ed. Giuffrè,
Milano, 1988
“Tutto il tempo perduto a causa degli infortuni rappresenta ore-lavoro e ore-macchina aggiunte al tempo
richiesto per produrre una data quantità di beni o di servizi e, di conseguenza, riduce la produttività
aziendale….A parte le perdite dirette di tempo, allorché il lavoro viene interrotto a causa di un infortunio,
condizioni pericolose di lavoro comportano un rallentamento delle lavorazioni stesse, poiché gli operai
devono stare in guardia e muoversi e lavorare con maggiore attenzione e prudenza di ciò che sarebbe invece
necessario se non esistesse il pericolo stesso. Di particolare importanza, a questo riguardo, sono ad esempio,
le trasmissioni dei motori, le cinghie di trasmissione e le parti mobili delle macchine
nelle cui vicinanze gli operai sono costretti a lavorare oppure a passare.”
A. Berra-T. Prestipino, Lo studio del lavoro e la psicologia della sicurezza lavorativa, Ed. Angeli., Milano
1983